Off road, per il Sulcis Iglesiente

Un itinerario on (e off) the road tra antiche miniere di carbone, siti archeologici e un mare dalle mille tonalità di blu
Scritto da: FraRove
off road, per il sulcis iglesiente

Per il nostro terzo giorno ho optato per un habitat a me decisamente più famigliare: il mare! Ho infatti prenotato una gita in barca per un reportage fotografico del litorale. Certo che qui ci servirebbe proprio Adriatica! Ho infatti provato a organizzare l’uscita in barca a vela, ma il costo era di molto fuori dal nostro budget, fortunatamente però ho trovato, grazie al sito del comune di Buggerru, www.buggerru.com, un’attività di noleggio gommoni con conducente che, per 30€ a testa, ci ha portati a fotografare le gallerie Henry, il Pan di Zucchero, Porto Flavia e la Laveria Lamarmora. È innegabile che dal mare ogni cosa assuma una dimensione differente. Solo il giorno prima camminavamo dentro i cunicoli di Porto Flavia e ora eccola lassù, sulla parete rocciosa a picco sul mare, l’entrata del porto. Da questa prospettiva è ancora più magnificente pensare a grandi navi che attraccavano proprio in questo punto per rifornirsi.

Il nostro capitano è della stessa stoffa delle altre guide che ci hanno accompagnato in questi giorni. Ogni insenatura, ogni scoglio, è per lui un ricordo, una storia da raccontare. Ci parla di quando era giovane, quando nulla avevano tranne la dinamite delle miniere per pescare e vivere di ciò che riuscivano a catturare. Con la stessa naturalezza passa dai racconti di pescato ad altri di incidenti, si sente che il suo amore per questi luoghi è profondo e viscerale, nonostante proprio il mare si sia preso più di un suo amico e la sua mano sinistra. È la vita che va e ormai sono completamente affascinata dal nostro Capitano-Lupo-di-Mare. Ci racconta anche di quella notte dello scorso gennaio, quando mentre pescava proprio in quella grotta che indica laggiù, tra gli scogli, è riuscito a catturare decine di orate. Non posso fare a meno di pensare all’antitesi di me stessa, in una fredda notte di gennaio, avvolta nel piumone, con un libro in mano e una tisana bollente nello stomaco e lui, temerario in mezzo al mare, a pescare orate, sogliole e branzini. Proprio un uomo di altri tempi! Come ultima tappa del nostro tour marinaresco, il nostro Capitano-Lupo di Mare ci accompagna sino alla Laveria Lamarmora, utilizzata nell’800 proprio per “lavare” i minerali, che è tutta arroccata su più livelli, sulla scogliera fronte mare. Sul rientro sostiamo per un bagno rinfrescante di fronte al Pan di Zucchero, dove i colori del mare vanno dal turchese all’acquamarina, dal blu scuro all’indaco.

Un altro giorno è trascorso e prima di riprendere il nostro itinerario on the road, ci regaliamo una giornata di puro relax sull’isoletta di San Pietro. Da buona genovese non ho resistito alla tentazione di visitare Carloforte, la colonia Pegliese dove a ogni angolo sentivo parlare il mio dialetto. Mi sarebbe piaciuto contribuire all’iniziativa sui Dialetti intervistando qualcuno del luogo, purtroppo però ho incontrato le persone giuste nei momenti sbagliati! Ho invece potuto godere del favoloso tonno locale e del Pasticcio Carlofortino, una pasta condita con pesto, sugo e tonno, che potrebbe sembrare davvero… “un pasticcio” ma vi assicuro, da genovese doc, è proprio squisita!

Eccoci arrivati all’ultimo giorno del nostro itinerario. Ci svegliamo di buon ora e puntiamo il nostro navigatore verso Fluminimaggiore, nei pressi della quale visitiamo il Tempio di Antas. Sono rimasta molto affascinata da questa visita. L’ingresso costa solo 4€ e il contesto ambientale è molto suggestivo. Dolci colline verdi, sentieri ben delineati e spazi aperti. Siamo a 500mt slm e si respira la pace dell’aria di campagna. Il tempio sorge solitario e maestoso proprio sulla sommità di una di queste collinette, a soli 10 minuti di percorso a piedi. Davvero suggestivo!

Ultima tappa del nostro terzo itinerario sardo, la spiaggia di Le Dune in località Piscinas. Per arrivarci abbiamo nuovamente dovuto impostare la trazione 4X4 in quanto gli ultimi chilometri sono di sterrato, ma ormai siamo Driver provetti e l’off road non ci spaventa per nulla! La spiaggia, come evoca il nome, è un lungo arenile di soffice sabbia bianca, attrezzato anche con un bar ristorante, ombrelloni e sdraio. Personalmente non mi sono entusiasmata, sarà perché avevo negli occhi le immense dune di sabbia brasiliane viste nei documentari, sarà perché il mare era mosso o forse perché preferisco piccole calette. Mio marito, per esempio, ne è invece rimasto entusiasta. De gustibus!

Terzo traguardo tagliato, ci ritroveremo a settembre per un Coast to Coast tutto italiano: da Tarquinia a San Benedetto del Tronto!

A presto!



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