Oasi e deserto bianco
Dalla sua sommità si gode una vista panoramica mozzafiato e per chi ha fame, c’è anche un ristorante girevole. A conclusione della giornata, Nagy ci porta a cena in un locale tipico dove assaggiamo il “kushari” un misto di tagliolini, riso, lenticchie, cipolle e salsa calda di pomodoro, il tutto servito in una ciotola. Ottimo e a prezzo irrisorio. 8 novembre Sempre accompagnati da Nagy, ci rechiamo in auto a visitare le piramidi di Giza. Tempo bellissimo e temperatura ideale: si entra nel complesso alla svelta. Poca gente alla biglietteria con ingresso a circa 10 euro a testa. Presa una guida iniziamo questa affascinante visita alle 3 piramidi di Cheope (la più grande) Micerino (la più piccola) e di Chefren : rimaniamo ammaliati dalla magnificenza di queste costruzioni e dalla loro millenaria storia. In parte in auto, in parte a piedi, giriamo all’interno del sito e ci gustiamo, oltre alle piramidi, anche alcune interessanti tombe come quella della figlia del faraone Macerino La visita termina con l’emozionante tappa alla Sfinge: peccato che quest’opera sia vittima di una “ malattia della pietra” che la sta divorando inesorabilmente. Alla fine arriviamo alla grande radura da dove, alla sera, si può assistere allo spettacolo di suoni e luci (biglietto 10 euro a testa) con le piramidi e la sfinge illuminati. Annotazioni: il luogo è molto suggestivo e naturalmente vale certo la pena visitarlo; un vero obbrobrio, invece, è l’edificio a protezione della barca solare situato proprio accanto alla piramide di Cheope, così come tutto il percorso automobilistico intorno alle piramidi (un bel nastro nero di puro asfalto; un vero e proprio pugno in un occhio). 9 novembre Si parte alla volta di Alessandria. Dopo 2 ore e mezza di comodo treno arriviamo alla stazione di Sidi Gaber e da qui un taxi ci porta velocemente al nostro albergo direttamente sulla Corniche. Il Nobel hotel, un 3 stelle semplice ma carino si trova un paio di km fuori dal centro: la nostra stanza è al 5° piano ottima con una splendida vista sul mare. Naturalmente in questi giorni approfitteremo del fatto di essere in una città di mare per farci delle abbuffate di ottimo pesce. 10 novembre Con un tram anni ’60, riciclato da Copenhagen, iniziamo la nostra visita ad Alessandria dalle catacombe di Kom Osh Shuqqafa al Museo Greco-Romano, alle colonne di Pompeo: insomma un tuffo nella storia dell’antica capitale del mondo ellenico. Ma dopo aver ritemprato lo spirito, dedichiamoci anche al corpo, una visitina è d’obbligo ai molti e caratteristici caffè alessandrini e così di seguito passiamo dal Trianon, il locale preferito del poeta Cavafy, al Sofianopoulo con i suoi giganteschi macinacaffè ma soprattutto al Delices dove si potranno assaggiare i migliori dolci di Alessandria. 11 Novembre Puntualissimi alle ore 9 i nostri due amici della Minamartour si presentano all’albergo e così lasciamo Alessandria per iniziare il tour nel deserto con una fiammante Toyota 4×4. Ci dirigiamo verso El Alamein dove arriviamo dopo aver percorso circa un paio d’ore di una comoda strada costiera praticamente costellata di villette e complessi residenziali appena costruiti e moltissimi in via di costruzione: Breve visita al Sacrario e al Museo della Guerra dove migliaia di soldati perirono durante la 2° guerra mondiale; si pensa circa 100.000 militari di moltissime nazioni periti in questo deserto senza confini. Passato questo commovente momento ci dirigiamo verso ovest con tappa a Marsa Matrouh per il pranzo. Siamo a pochi km dal confine libico. Il nostro autista approfitta della sosta per far riparare la gomma che ci aveva lasciato in panne qualche km prima. Questo inconveniente ci fa ritardare un bel po’ e cosi’ arriviamo dopo tre ore di deserto brullo e insignificante all’oasi di Siwa che è ormai sera. Cena tipica da Abdu nella piazza centrale e pernottamento al Siwa Dream Lodge. 13 Novembre Si va di buon mattino alla scoperta di quest’oasi lontana dal Cairo ma vicinissima al confine libico. Il verde delle sue palme appare in mezzo al Sahara come una meravigliosa allucinazione e la vita nel palmeto pulsa già al far del giorno. Ma i veri protagonisti qui sono gli asini, mansueti, docili e che trainano carretti pieni di datteri, ceste di olive o intere famiglie. E così, in mezzo a tutto ciò, si arriva ai bagni di Cleopatra: una fonte di acqua limpidissima dove si dice abbia fatto il bagno Cleopatra. Poco distante sorge il tempio di Amon o ciò che resta, poche rovine di un oracolo talmente potente che perfino Alessandro il Grande lo interpellò per sentirsi confermare la sua origine divina. All’estremità del palmeto appare come per incanto uno spettacolare lago salato dove non di rado si vedono fenicotteri rosa. Poco più in là si sale su una collinetta: Gebel el Mawta – la montagna dei morti dove centinaia di buchi ospitavano tombe faraoniche poi riutilizzate dai romani. Dalla sommità si gode una splendida vista su Siwa. Per ultimo visitiamo ciò che rimane della fortezza di Shali: una città di fango e sale, costruita nel 200. Doveva essere bellissima con i suoi palazzi alti e slanciati, all’interno di mura massicce ma ora completamente disabitata, con i muri crollati e i ruderi delle case erosi dal tempo. Una piccola sosta per un tè alla menta e per godere dell’atmosfera rilassante di questa cittadina e poi iniziamo la vera avventura nel deserto. Usciamo dall’oasi e ci dirigiamo verso est: trovata una duna di sabbia, ci accampiamo per la notte: atmosfera magica. In lontananza si vedono, nel grande mare di sabbia, dei puntini luminosi: è Siwa. Di notte l’effetto è pazzesco; i lampioni della città sembrano un avamposto nel nulla, ma basta girare lo sguardo ed è solo buio e stelle: milioni di stelle. Le stesse che, insieme ad una splendente luna, veglieranno tutta la notte sul nostro inusuale e romantico sonno en plein air. 14 novembre Ci svegliamo presto per vedere un’alba mozzafiato e poi, tolto l’accampamento, si parte per una lunga attraversata di circa 450 km di tutto deserto e strada completamente sabbiosa, alla volta dell’oasi di Bahariya. Durante il tragitto ci accodiamo ad altre 2 Toyota e sarà un bene perché dopo poco buchiamo una gomma: l’inconveniente, grazie anche all’aiuto delle guide delle altre auto, viene prontamente superato. Si continua fra paesaggi affascinanti tra cui El-Areg e Great Sand Sea dove le dune bordano spettacolari contrafforti rossi e bianchi. Verso sera, stanchi ma soddisfatti, dopo aver superato una mezza dozzina di posti di blocco e circa 9 ore di viaggio, arriviamo a Bahariya. Cena e pernottamento al Beshmo Lodge. 15 novembre Dopo colazione, si fa rifornimento di viveri e benzina perché per 2 giorni si viaggerà in pieno deserto. La giornata si preannuncia campale: infatti attraversiamo paesaggi che definire spettacolari è dir poco. Per primo incontriamo grandi dune di sabbia: il nostro autista dà dimostrazione della sua perizia su queste magiche colline e ci porta perfino sulla sommità della più alta (circa 60 m). Qualche km e ci appare in tutta la sua maestosità il deserto nero: un insieme di piccole montagne nere simili a vulcani. Le due più importati sono Gebel Gala Siwa e Gebel Zuquaq. Pranzo naturalmente a pic-nic e poi via verso la meta clou del nostro viaggio: il Deserto Bianco, ci si arriva dopo aver sostato alla Montagna di Cristallo, una grande roccia composta interamente da cristalli di quarzo. Subito dopo inizia il vero e proprio Deserto Bianco: ora la zona è diventata parco nazionale protetto e si paga un ingresso di 15 dollari a persona. Questo deserto, senz’altro il più bello e suggestivo di tutto l’Egitto, è formato da centinaia di rocce gessose che spuntano dalla sabbia come funghi. Rocce dalle forme surreali: potete scorgervi struzzi, cammelli, falchi ed altre sagome divertenti. Indescrivibile assistere all’alba e al tramonto in mezzo a questa meraviglia quando il sole trasforma il bianco gesso in rosa o arancione o sotto un magico manto stellato durante la notte. Se poi si ha la fortuna, durante la cena davanti al fuoco e nel silenzio totale, di avere gradito ospite u curioso e affamato fennec, la più piccola volpe del deserto al mondo, allora la magia del deserto è totale. 16 Novembre E’ con grande dispiacere che lasciamo il deserto bianco ma l’Oasi di Farafra ci attende, questa è la più piccola delle oasi visitate: i suoi abitanti sono quasi tutti beduini. Villaggio tranquillo, qui non c’è molto da vedere se non il museo di Badr, un artista noto anche all’estero che dipinge e scolpisce opere di gente del villaggio intenta nella vita quotidiana. L’ingresso è libero e comunque vale la pena dare un’occhiata. Lasciamo Farafra dopo pranzo e ritorniamo verso Nord in direzione Bahariya ripercorrendo la strada affascinante del Deserto Bianco. A Bahariya abbiamo ancora il tempo per visitare l’oasi; il nostro autista, nativo del posto, sale su un palma e ci offre succulenti datteri che noi mangiamo in un baleno. Visitiamo il piccolo mercato dei cammelli e poi ci inerpichiamo su una collina da dove godiamo il tramonto sulla verde oasi di Bahariya con sullo sfondo le azzurre acque delle fonti del lago Al-Beshmo. 17 novembre Giornata dedicata al trasferimento verso nord all’oasi di Al-Fayoum, la più vicina al Cairo. Si viaggia per un paio d’ore su strada asfaltata che poi lasciamo per dirigersi verso est su una pista in pieno deserto. Paesaggi incantevoli, pista poco battuta e tanta sabbia tutt’intorno, poi d’improvviso arriviamo in una vallata chiamata Wadi el – Hitan (Valle delle Balene) dove è sorto anche in collaborazione con il parco del Gran Sasso un centro per l’aerea protetta della zona ricca di scheletri di balene preistoriche (40 milioni di anni fa) l’area è stata completamente attrezzata con percorsi che si possono fare a piedi o a dorso di cammello. L’ingresso costa circa USD 10 a persona; c’è anche un piccolo bar e si può, volendo, campeggiare. Per gli appassionati, da non perdere. Ancora una cinquantina di km di pista ed arriviamo ad Al-Fayoum, l’oasi più estesa d’Egitto e la più ricca di acqua. Infatti ci dà il benvenuto il primo dei due laghi di Fayoum. Il lago Rayyan è diventato aerea protetta dove diversi uccelli nidificano: ci sono un paio di piccoli bar ed un campeggio vicino alle cascate. Da qui una spettacolare strada asfaltata e stretta porta in pochi km al centro dell’oasi. Ancora qualche minuto d’auto ed arriviamo sulle rive del lago Quarun, un bacino notevolmente grande dove alcune feluche stanno guadagnando la riva al tramonto con il loro carico di pesce. In questo idilliaco luogo è posto il nostro hotel. L’inizio è ottimo: stanza bellissima con vista lago, cena gradevole ed intima ma poi…Si scatena inaspettata a bordo piscina una festa di matrimonio: morale, canti e balli per 500 invitati fino a notte fonda! 18 Novembre Un po’ insonnoliti ci godiamo ancora per un’oretta la quiete del lago facendo colazione con i nostri 2 amici angeli custodi del tour nel deserto e poi via verso il traffico caotico del Cairo. Dopo 2 ore arriviamo così nella capitale: nell’entrare in città abbiamo però goduto per una volta ancora della magnifica visione delle piramidi di Giza. Il pomeriggio lo abbiamo dedicato al Museo Egizio. Ingresso 8 euro a persona (se si vuole visitare la sala delle mummie reali, altri 8 euro) del Museo ci sarebbe da parlare per un’ora: mi limito a ricordare la cosa più entusiasmante e cioè la galleria di Tutankhamon con la meravigliosa maschera funeraria dorata, il trono ed i cocchi reali. Le cose da vedere sono talmente tante che ci vorrebbe almeno un giorno; noi abbiamo visto le più importanti in poco più di 2 ore. Impressioni: la gente è tantissima ad ogni ora e la visita risulta alquanto caotica anche perché il museo come edificio sembra un po’ vecchiotto ed il materiale esposto è talmente tanto che pare essere messo lì un po’ alla rinfusa. Parere personale: occorrerebbe un nuovo museo più moderno e più ampio. 19 novembre Ultimo giorno al Cairo; gireremo a piedi ed alla fine della giornata i km percorsi saranno veramente tanti. Iniziamo da Cairo copto, una vera sorpresa, dove in uno spazio ristretto si trovano la chiesa di San Giorgio, la Sospesa, Santa Barbara e San Sergio, il rifugio della Sacra Famiglia in fuga da Erode. Poco più avanti la più antica sinagoga d’Egitto e poi la Moschea di Amr, uno degli edifici più antichi del mondo islamico insomma una convivenza di religioni che qui diventa possibile. E’ mezzogiorno, di buon passo ci inoltriamo al quartiere islamico. In pochi km quadrati si concentrano la moschea di El-Azhar, l’università e poi, finalmente, il bazar Khan el-Khalili: qui si entra in un vortice dantesco; le urla dei commercianti si confondono con quelli dei lustrascarpe e dei venditori di pane ambulanti in un delirio colorato e caotico. Aggirarsi tra i vicoli affollati, lasciarsi stordire dagli eccessi di rumori ed odori è un’esperienza forte da digerire con calma, magari bevendo un tè alla menta seduti ai tavolini di El-Fishawi. Per il pranzo non si può mancare di rifugiarsi nel celebre e fascinoso ristorante Khan al Khalili, in pieno suk, in un ambiente orientale piacevolmente decadente dove abituale cliente era il premio Nobel alla letteratura Naghib Mahfouz. Ultima tappa sulle rive del Nilo dove scopriamo nel museo Mahmud Khalil un piccolo gioiello architettonico, fuori villa Liberty, dentro collezione di opere di Monet, Van Gogh, Renoir e altri impressionisti. Un luogo ideale per riprendersi dal traffico, dal rumore, dal caldo: la quiete dell’interno disorienta e, uscendo, bisogna imporsi di controllare bene di attraversare la strada: noi ce l’abbiamo fatta !