Nuova Zelanda e Nuova Caledonia

24 Febbraio / 25 Marzo 2008 “ Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” Sant’Agostino 1° giorno – Domenica 24 Febbraio: PISA – ROMA – SINGAPORE “Levataccia” oggi ma alle 05:30 siamo all’aeroporto di Pisa ( grazie Nicola) al check-in del volo ALITALIA AZ1662 per Roma delle ore 07:20....
Scritto da: stefano04
Partenza il: 24/02/2008
Ritorno il: 25/03/2008
Viaggiatori: in coppia
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24 Febbraio / 25 Marzo 2008 “ Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” Sant’Agostino 1° giorno – Domenica 24 Febbraio: PISA – ROMA – SINGAPORE “Levataccia” oggi ma alle 05:30 siamo all’aeroporto di Pisa ( grazie Nicola) al check-in del volo ALITALIA AZ1662 per Roma delle ore 07:20. Mandiamo il bagaglio direttamente ad Auckland e ritiriamo la carta d’imbarco per Roma. L’aereo è un Embraeder 145LR e la partenza avviene, strano ma vero, puntuale. Sbarchiamo alle 08:20 al Terminal A di Fiumicino e ci trasferiamo al Terminal C al banco accettazione della Singapore Airlines. Mostriamo i “baggage tag” per farli prendere in consegna dal nuovo vettore e ritiriamo le carte d’imbarco per i voli Roma/Singapore e Singapore/Auckland. Partenza alle 12:00 volo SQ365 con un Boeing 777-200 che per nostra fortuna è semivuoto e quindi il tempo di volo di 11ore e 45 minuti trascorrerà in maggior comodità. L’aereo è moderno e dotato di monitor personale con giochi e film “on demand”. Scegliamo fra quelli in Italiano “Michael Clayton” con Gorge Clooney e Tom Wilkinson (bellissimo) e “Mr. Magorium’s Wonder Emporium” con Dustin Hoffman e Natalie Portman (mediocre). Cena e colazione a bordo. 2° giorno – Lunedì 25 Febbraio : SINGAPORE – AUCKLAND Arrivo al Terminal 2 di Singapore alle 06:45. Ci spostiamo velocemente al Terminal 3 per imbarcarci sul volo SQ281 in partenza alle 08:40. Stesso tipo di aereo del precedente volo e sempre pochi passeggeri a bordo. Ci servono pranzo e merenda. Ci godiamo altri due film, belli, “Elizabeth :the golden age” con Cate Branchett e Geoffrey Rush e “Atonement” con Keira Knightley e James Mc Avoy.

Sbarchiamo dall’aereo che sono le 23:25 con un quarto d’ora d’anticipo rispetto all’orario previsto. Da sottolineare l’ottimo servizio e la buona qualità del cibo fornito dalla Singapore Airlains che rimane, negli anni, una delle migliori compagnie aeree del mondo.

Le formalità d’ingresso e doganali non sono particolarmente impegnative (sono molto rigide per quanto riguarda il possesso di semi, piante e generi alimentari che devono essere gettati in appositi cestini e le multe per i trasgressori sono salate) ma richiedono oltre un’ ora.

Usciti dall’aeroporto prendiamo uno shuttle-bus che, con una spesa complessiva di NZ$ 32 ci accompagna al BW President Hotel. Avevamo prenotato una camera ma ci assegnano un bellissimo appartamento al 14° piano con camera, salotto e cucina.

Quando spengiamo la luce sono le 02:00 del mattino di Martedì 26 Febbraio (in Italia sono le 14:00 del 25 ) ed il viaggio è durato complessivamente 33 ore.

3° giorno – Martedì 26 Febbraio : AUCKLAND Ci svegliamo in buone condizioni di forma poco prima delle 09:00 e siamo presto pronti per andare alla scoperta della città.

La posizione dell’albergo è ottimale, dista due isolati dalla Sky Tower e trenta metri da Queen St., strada principale del “centro”, e non più di 10 minuti a piedi dal Waterfront.

Dato che rimarremo qui solo oggi iniziamo la visita da ciò che riteniamo più significativo : la Sky Tower e saliamo con due ascensori fino al belvedere più in alto. Il panorama è molto bello e camminare a 320 metri di altezza su un pavimento di vetro con sotto il vuoto è un’esperienza da provare. Altri, più coraggiosi di noi si lanciano nel vuoto attaccati ad una corda d’acciaio per scendere fino al livello stradale. Approfittando dell’ufficio turistico ai piedi della torre prenotiamo l’albergo per domani sera a Kaitaia.

Seconda tappa Devemport. Camminiamo per l’animatissima Queens St, fino a raggiungere il Ferry Building, un bell’ edificio di arenaria, alle spalle del quale ci sono i moli da dove partono i traghetti. Noi optiamo per Fullers. La traversata dura una ventina di minuti e ci permette di osservare il panorama dei grattacieli del centro cittadino mentre ci allontaniamo dall’imbarcadero. Sbarcati a Devemport facciamo un lungo giro a piedi in questa caratteristica cittadina salendo anche sui due vulcani, “North Head” e “Mt.Victoria”, da dove la vista su Auckland è splendida.

Facciamo anche la prima esperienza con il clima neozelandese che definire mutevole è certamente poca cosa. Francamente è una esperienza che non si può trasmettere ma va vissuta per essere compresa; si passa repentinamente e ripetutamente dal pieno sole con un caldo tipicamente estivo alle nuvole basse e spesse con la temperatura che si abbassa di 13- 18 gradi e magari con l’aggiunta di qualche breve pioggia.

Rientrati ad Auckland visitiamo il Viaduct Basin, i bacini dove sono ormeggiate le barche che hanno rappresentato New Zealand alla coppa del mondo di vela, passeggiamo in centro facendo un po’ di acquisti ed arrivando fino a Albert Park splendido giardino fiorito nel cuore della città.

La stanchezza comincia a farsi sentire e, dato che sono le 18:00, decidiamo di considerare terminata la visita alla città e di rientrare in albergo da dove telefonare all’ Apex Rental Cars (www.Apexrentals.Com ) per esser certi che la prenotazione dell’auto fatta mesi prima dall’Italia tramite Internet sia nella loro “schedule” per domani.

Per quello che abbiamo potuto vedere non possiamo definire Auckland una “bella città” ma è certamente una città dove è piacevole vivere, piena di attività ma non frenetica,il traffico sia pure intenso è ordinato, le strade sono pulite,le persone cordiali, tanti spazi verdi vivibili e su tutto un senso di tranquilla sicurezza. Poiché la perfezione non è di questo mondo, oltre al clima, ci saranno altri inconvenienti che non abbiamo potuto rilevare durante questo soggiorno “lampo”, ma le suddette caratteristiche positive si possono estendere a tutto il Paese e sono naturalmente più marcate nelle piccole città e paesi da noi visitati.

4° giorno – Mercoledì 27 Febbraio : AUCKLAND – KAITAIA km. 444 Puntualissimo alle 08:00 passa a prenderci in albergo un incaricato della Apex che ci accompagna alla sede dove firmiamo il contratto di noleggio. La scelta di questa azienda è stata motivata dal fatto che proponeva tariffe differenziate in base all’ età delle auto. Abbiamo quindi deciso di spendere un po’ di più ma privilegiare una linea di prudenza scegliendo una vettura di classe media ma di recente immatricolazione. Dove è scritto “ un po’ di più” deve leggersi “30-40% in meno” rispetto alle tariffe delle grandi compagnie a tutti note.

L’auto era una Toyota Corolle GT 1,8 ed il contratto prevedeva chilometraggio illimitato, copertura assicurativa totale senza franchigia e traghetto fra l’ Isola del Nord e l’ Isola del Sud, quindi non abbiamo dovuto fare il cambio di auto come solitamente avviene.

Partendo da Beach Road per uscire, verso Nord, dalla città basta andare sempre dritto e si raggiunge in pochi minuti il caratteristico Harbour Bridge che attraversa il Waitemata Harbour pieno di imbarcazioni da diporto. Siamo sulla strada n. “1” ed il traffico diminuisce mano a mano che ci allontaniamo dalla città. Giunti a Warkworth prendiamo la strada che ci condurrà a Pakiri per vedere la prima di molte belle spiagge solitarie. Rientriamo sulla “1” a Wellsford e proseguiamo fino a Brynderwyn dove ci immettiamo sulla strada n. “12”. Il paesaggio, tutto collinare, è stato bello ma da adesso, e per molti chilometri sarà spettacolare attraverso foreste di Kauri, alberi giganteschi che non esistono in altra parte del mondo e dai quali i Maori ricavavano lunghissime piroghe; producono una resina arancione dalla quale si ottengono artigianalmente monili e souvenirs.

La strada descrive una serie ininterrotta di curve che riducono la velocità e consentono di ammirare meglio ciò che ci circonda ma è questo un fattore da tenere ben presente nella programmazione del viaggio.

A Matakohe non visitiamo il Kauri Museum e proseguiamo verso Nord. Una ventina di chilometri dopo Dargaville una deviazione porta ai Kai-Iwi-Lakes. Ci sgranchiamo le gambe con brevi passeggiate.

Rientrati sulla “12” proseguiamo nel Waipoua Forest Park fermandoci ai vari “lookout” ben segnalati. Una sosta al Visitor Centre risulta molto interessante. Proseguendo incontriamo un parcheggio dal quale parte un sentiero che si addentra nella foresta per raggiungere Te Matua Ngahere, Four Sister e Yakas Tree.

Noi andiamo a vedere “Four Sister” un gruppo di quattro alti kauri raggruppati assieme e “Te Matua Ngahere” che è il kauri con la maggior circonferenza (oltre 5 metri) ed il più vecchio (oltre 2000 anni). Decisamente impressionanti.

Ancora più a Nord, lungo la statale, si incontra “Tana-Mauta” il più alto kauri esistente con i suoi 51 metri.

Arriviamo a Omapere e la strada, superata una collina, ci permette di ammirare una veduta spettacolare di Hokianga Harbour, un profondo fiordo con la riva opposta formata da una immensa duna di sabbia.

Proseguiamo fino a Rawane dove prendiamo il traghetto delle 18:00. Attenzione alla benzina, in questa zona i distributori chiudono alle 17:00 e sono scarsi.

La traversata dura una decina di minuti e sbarchiamo a Kohukohu dove chiediamo consigli su quale strada prendere. Ci sconsigliano la “1” e di proseguire sulla “12” perché, sia pure più lunga in termini di chilometri, è più scorrevole, con meno salite e discese e quindi più veloce.

Sono le 20:00 quando arriviamo all’ albergo prenotato, situato circa 3 km. Dopo l’ abitato di Kaitaia sulla “1” verso Nord; camera molto grande con cucina attrezzata e bagno, proprietario gentilissimo.

5° giorno – Giovedì 28 Febbraio : KAITAIA – PAIHIA km. 481 Alle 08:00 siamo in strada ed andiamo direttamente a Cape Reinga in punto più a Nord della Nuova Zelanda. Facciamo le foto di rito ed ammiriamo il paesaggio che ci circonda; davvero notevole. Il tempo si mantiene abbastanza bello. Non ci resta che tornare indietro verso Sud, ma stavolta ci infiliamo con l’auto in tutte le deviazioni possibili; di particolare rilevanza “The Paki Stream” con le dune di sabbia dorata e “Spirit Bay”, un luogo magico con una sabbia incredibile formata da minuscole conchiglie. Dopo una sosta a Rarawa Beach, una spiaggia con fine sabbia bianca, raggiungiamo Waipapakauri e prendiamo la strada che ci porta sulla “Ninety Mile Beach” per constatare quanto avevamo supposto : una lunghissima e larghissima spiaggia molto simile a quella già vista a Freser Island in Australia. Ci limitiamo a fotografarla perché non disponiamo di auto adatta a percorrerla.

Ritornati sulla “1” arriviamo a Awanui, giriamo a sinistra sulla “10” e, poco più avanti, prendiamo una deviazione per Matay Bay composta da tre baie molto belle. Costeggiando visitiamo Coopers Bay, orlata di alberi “Pohutukawa”, Cable Bay, Doubtless Bay e poi, su strada sterrata raggiungiamo Taupo Bay. Naturalmente ci siamo anche fermati a Mangonui con le sue case caratteristiche risalenti al periodo 1870/1911. Rientrati sulla statale, poco prima di Kaeo c’è, sulla sinistra, una strada panoramica che porta a Whangaroa Harbour e prosegue per Tauranga Bay e per la superba Mataury Bay per poi ricongiungersi alla “1”.

La prossima fermata è Paihia dove arriviamo mentre i negozi stanno chiudendo ma riusciamo a prenotare la gita per domani mattina con “Dolphin Discoveries” (www.Explorenz.Co.Nz).

Alle 19:00 siamo in albergo; non abbiamo “vista mare” ma la sistemazione è ottima.

6° giorno – Venerdì 29 Febbraio : PAIHIA km. 61 Alle 07:00 suona la sveglia ed il tempo sembra bello Partenza alle 09:00 con la gita “Discover the bay- Hole in the rock” che risulterà piacevole permettendoci di avere una visione approfondita di “Bay of Islands”. Abbiamo anche visto n. 1 delfino piuttosto addormentato!! Sbarcati alle 13:30 recuperiamo l’auto e decidiamo di aprire una parentesi culturale : visitare Waitangi, cittadina in cui il 6 Febbraio del 1890 fu firmato lo storico trattato fra alcuni capi Maori ed i rappresentanti della Regina Vittoria.

Arrivati al “Waitangi Treaty Ground” la prima tappa è al Visitor Centre dove assistiamo ad uno spettacolo (He Toho) che comprende il “Poi”, una danza femminile, l’ “Haka”, famosa danza di guerra, e canti varii. Usciti dal Visitor Centre visitiamo “Whare Waka” (casa delle canoe) dove è esposta, fra le altre, la mitica”Ngatokimatawhaorua” canoa da guerra lunga 35 metri che ha bisogno di almeno 72 pagaiatori, la “Whare Runanga” (casa delle riunioni) contenente rappresentazioni, scolpite nel legno, dei maggiori gruppi tribali Maori, la “Treaty House” una casa in legno, fra le più antiche del paese, risalente al 1833, dove fu firmato il trattato.

Continuando il filone culturale ci dirigiamo verso Kerikeri passando davanti alle “Hararu Falls”. Visita d’obbligo allo “Stone Store” il più antico edificio in pietra risalente al 1836, alla “Mission House” costruita nel 1822 è la più antica casa costruita in legno, ed al “Rewa Villane”, ricostruzione di un villaggio Maori in epoca pre-europea. La cosa più bella è li accanto : un parco a cavallo del fiume popolato da numerosissimi uccelli acquatici.

Abbiamo fatto il pieno…Di cultura; basterà per tutto il viaggio.

7° giorno – Sabato 1 Marzo : PAIHIA – WHITIANGA km. 478 Lunga tappa di trasferimento quindi partenza alle 07:00. Piove e pioverà tutto il giorno.

Arrivati a Waipu prendiamo la 1a che costeggia il mare fermandoci a Mangawhai Heads.

Ripartiamo, attraversiamo Auckland e proseguiamo, sempre sulla “1” fino a Pokeno dove ci immettiamo sulla “2” e con una successiva deviazione raggiungiamo Miranda una zona paludosa all’estuario del “Firth of Thames” dove, in inverno, sono presenti migliaia di trampolieri che qui si fermano nel corso della migrazione annuale, perché qui trovano cibo in abbondanza. Ma siamo a fine estate e non vediamo neanche un pennuto.

Proseguendo verso Est arriviamo a Thames, la porta d’ accesso e la principale città della “Coromandel Peninsula”. Ci fermiamo giusto il tempo per fare provvista di frutta e riprendiamo il viaggio verso Nord, costeggiando la penisola su una strada tortuosa che ci regala bei panorami. Certo che se ci fosse il sole sarebbe un’ altra cosa.

Arrivati a Coromandel Town andiamo alla ricerca della caratteristica “Driving Creek Railway & Pottary” che si trova circa 3 km. A Nord. Si tratta di un minuscolo treno che sale con ripidi tornanti e su ponti traballanti fino alla “Eye-Full Tower” dalla quale lo sguardo può spaziare sulla fittissima foresta sottostante e sulle isoli in lontananza. Esiste anche una fabbrica di ceramiche, che si può visitare, ma la produzione lascia molto a desiderare.

Riprendiamo il cammino sulla “25” fino al bivio per Rings Beach, proseguiamo per Otama Beach e poi su una strada sterrata, in cattivo stato e scivolosa, fino alla splendida Opito Bay. Qui la strada termina e dobbiamo tornare sui nostri passi fino alla “25”, svoltare a sinistra in direzione Sud fino a raggiungere Whitianga, principale località della Mercuri Bay dove abbiamo prenotato per due notti.

Stavolta non abbiamo indovinato ne il luogo ne l’albergo. La cittadina “giusta” dove pernottare è Hahei più prossima alle attrattive naturali della zona, mentre per quanto riguarda l’albergo ha tutte camere così piccole da non sapere dove appoggiare le valige. Una curiosità : la prima colazione è compresa nel prezzo della camera ma non esiste una sala da pranzo per cui si deve andare alla reception a prendere un vassoio con piatti e tazze e poi tornare in camera a far colazione con il vassoio sulle ginocchia perché non esiste un tavolino su cui appoggiarlo.

Per completezza d’informazione Whitianga è una simpatica cittadina con una bella spiaggia (Buffalo Beach) ed uno strano ristorante “Smittys Sportsbar & Grill” dove ci si siede, si studia il menù, si va al bancone ad ordinare ricevendo una specie di “telecomando” che vibra, suona e si illumina quando l’ordine è pronto. I beveraggi si acquistano e si pagano separatamente al bar. L’atmosfera è simpatica e rumorosa, due grandi schermi a muro trasmettono in continuazione immagini di partite di rugby.

8° giorno – Domenica 2 Marzo : WHITIANGA km. 119 C’ è un ferry per attraversare il canale di Whitianga Harbour, ma è riservato ai pedoni, e quindi per raggiungere Hahei in auto è necessario fare un lungo giro di circa 40 km.

Non piove ma il cielo è coperto da nuvole basse. Non ci facciamo impressionare e, parcheggiata l’auto, ci incamminiamo sul sentiero che in una quarantina di minuti ci conduce a “Cathedral Cove” : uno splendore; spiaggia rosata, faraglioni, archi naturali.

Nella zona ci sono altre spiagge e le visitiamo tutte : Hahei Beach, Cooks Beach, Front Beach. L’ultima curiosità, in ordine di tempo, è Hot Water Beach, una spiaggia dove l’acqua caldissima filtra attraverso la sabbia in una zona davanti ad alcune rocce “bucherellate”. Tale fenomeno si verifica circa due ore prima e due ore dopo la bassa marea e, scavando una buca nella sabbia, si ricava una calda piscina naturale; attenti alle scottature.

9° giorno – Lunedì 3 Marzo : WHITIANGA – ROTORUA km. 448 Ci aspetta una giornata impegnativa e quindi alle 07:00 partenza in direzione Sud sulla “25” fino a Waihi, poi ad Ovest sulla “2” fino a Paeroa e poi ancora a Sud sulla “26” fino ad Hamilton che con circa 130mila abitanti è l’agglomerato urbano più grande dell’ entroterra neozelandese, ma non ha molto da offrire dal nostro punto di vista se si eccettua i favolosi “Hamilton Geardens” che ammiriamo solo passandoci accanto. Comunque parlando di giardini e di parchi, tutte le città grandi, medie e piccole ne hanno di bellissimi, ben curati e ben frequentati.

Procedendo sempre verso Sud, sulla “3”, raggiungiamo Otorohanga dove ci fermiamo per visitare l’ “Otorohanga Kiwi House & Native Bird Park” (www.Kiwihouse.Org.Nz) . Dato che è praticamente impossibile vedere il “kiwi” nel suo ambiente naturale dobbiamo per forza osservarlo in cattività e noi abbiamo scelto questa struttura che ha costruito la “casa del kiwi” dove il giorno è la notte sono invertiti e quindi, al lume di fioche luci in un vasto ambiente buio, possiamo guardare l’uccello, simbolo del paese, intento a scavare il terreno con il lungo becco alla ricerca del cibo; ha una particolarità poco nota : depone un uovo proporzionalmente molto più grande rispetto alla sua corporatura. In piccole (purtroppo) voliere osserviamo anche altre specie di uccelli tipici della Nuova Zelanda quali “Harrier”, “NZ Falcon”, “Kea”, “Kaka”, “NZ Pigeon”, “Weka”, “Kokako”, “NZ Kingfisher”, il simpaticissimo “Pukeko” con le piume blu e la testa rossa ed il non meno caratteristico “Oystercatcher”. Fra i rettili notevoli i “Tartara” veri “fossili viventi” e molte specie di “Gechi”, insolito per noi uno di un colore verde brillante.

Pochi chilometri ci separano ormai dal “clou” della giornata : l’area della “Waitomo Caves” (www.Waitomo.Com). E’ opportuno soffermarsi sull’interessante museo del Visitor Centre, anche come preparazione alla visita delle grotte. A breve distanza si estendono tre differenti cavità, due delle quali, le Aranui e le Ruakuri, non rientrano però nei nostri programmi: per quanto spettacolari, non crediamo infatti che aggiungano molto di diverso alle tante grotte già viste in giro per il mondo né tanto meno nella stessa Italia. Fissiamo quindi la visita, al prezzo di NZ$ 22 a testa (compreso il museo), di quelle davvero imperdibili per via di un fenomeno unico al mondo, le Glowworm Caves.

Il termine “glowworm” è traducibile con “lucciola”, che ne è infatti la caratteristica peculiare. Il percorso guidato, della durata di circa un’ora, passa lungo quattro livelli di grotte, la Banquet Chamber e il Pipe Organ ricche di stalattiti e stalagmiti, la Cathedral, dotata di un’acustica eccezionale, per concludersi con il clou della Glowworm Grotto. In un buio quasi totale appena attenuato dalla pila della guida, si sale su una barca che poi percorre nella completa oscurità un fiume sotterraneo di un centinaio di metri; è raccomandato il massimo silenzio e anche l’imbarcazione scivola sull’acqua solo grazie a una fune fissata a un paio di metri di altezza lungo la quale scorrono le mani della guida/timoniere. Il tutto per non nuocere al delicato equilibrio in cui vive una colonia di migliaia di lucciole (Arachnocampa Luminosa) di cui il soffitto della grotta è letteralmente tappezzato, per un effetto di indescrivibile suggestione. Si torna infine alla luce nel folto di una foresta pluviale attraverso l’apertura nella quale nel 1887 entrarono su una zattera i primi esploratori della grotta, l’inglese Fred Mace e il capo Maori Tane Tinorau.

E’ stata una esperienza unica. I “glowworm” si trovano anche in altre località della Nuova Zelanda ma è l’unica parte al mondo dove vivono.

Chiediamo consiglio su quale strada prendere per raggiungere Rotorua. Ci suggeriscono di “risalire” fino a Kihikihi poi seguire la direzione per Cambridge e raggiunta la “1” proseguire in direzione Tirau e continuare in direzione Est fino a destinazione.

Ci fermiamo a Tirau per le stranezze di cui la cittadina è disseminata. La nota dominante di Tirau che balza subito all’occhio è la lamiera ondulata, utilizzata, ritagliata, modellata e dipinta, spesso in maniera originale, per ricavarne decorazioni, insegne, ma anche edifici: l’ufficio turistico è ad esempio all’interno del “Big Dog Information Centre”, un grosso padiglione a forma di cane sorridente; altro capannone, ma in forma di grossa pecora, è la “Big Sheep Wool Gallery”, un emporio di manufatti in lana, più tante altre curiosità.

Alla periferia di Rotorua, sulla sinistra, quasi di fronte alla partenza della “Gondola”, troviamo l’albergo dove abbiamo prenotato. Prendiamo possesso della camera, lasciamo i bagagli ed andiamo alla scoperta della città, che registra la più intensa attività termale della N.Z. Con pozze di fango ribollenti, geyser e sorgenti di acqua calda. La città è detta “Sulphur City” e l’odore di zolfo regna sovrano ma non in maniera così intensa come ci era stato prospettato. Si riesce a respirare ed è una piacevole città con imponenti edifici risalenti all’inizio del 1900 quali il “Rotorua Museum” ed il “Travel Office”. Lasciata l’auto in Queens Dr., appena superato il “Prince’s Gate Arch”, zona di parcheggio libero, iniziamo una lunga camminata, transitando lungo la zona commerciale, poi visitando la zona termale di Kairau Park lungo Ranolf St., per finire in Lake Rd. E Lakefront Dr.

Siamo favorevolmente colpiti sia dalla zona termale che dall’enorme numero di uccelli acquatici e cigni neri presenti nel lago.

Rientrati in albergo studiamo guide ed opuscoli per scegliere quali, fra le numerose “riserve Termali” che circondano la città, dobbiamo visitare. Non possiamo vederle tutte, sia per mancanza di tempo, sia perché sono a pagamento, sia perché evidentemente ripetitive. Ne scegliamo tre con caratteristiche diverse sperando di aver fatto la scelta giusta.

10° giorno – Martedì 4 Marzo : ROTORUA – TURANGI km. 218 Partenza alle 07:30 in direzione Nord costeggiando il lago fino alla “33” con la quale raggiungiamo le “Okere Falls” che non hanno niente d’interessante per cui torniamo indietro dirigendoci a Sud, poi imbocchiamo la “30” verso Est ed arriviamo a “Hells Gate Geothermical Riserve” (www.Hellsgate.Co.Nz) . Non è ancora orario di apertura ma il cancello d’ingresso non è chiuso e ci consentono l’accesso previo pagamento di un obolo di NZ$ 25,200 a testa. Facciamo il giro in perfetta solitudine seguendo la mappa che ci conduce di “pozza” in “pozza” in un ambiente dominato dal colore grigio. Interessante.

Riprendiamo il viaggio tornando sui nostri passi e, superato l’aeroporto, prendiamo la “5” che da qua a Taupo prende il nome di “Thermal Explorer Highway”. Dopo circa 30 km. Arriviamo a “Waiotapu Thermal Wonderland”(www.Geyserland.Co.Nz) . Altro obolo di NZ$ 25,00 a testa per entrare ma, prima di fare il giro di circa 90 minuti, andiamo ad assistere all’eruzione del “Lady Knox Geyser” prevista alle 15:15. Pensavamo si trattasse di un fenomeno naturale ma così non è. Un inserviente spiega al pubblico, seduto in un anfiteatro naturale intorno al geyser, che alcuni coloni che si servivano per loro uso dell’acqua calda delle varie pozze, fecero cadere accidentalmente del sapone in scaglie in un buco del terreno e, dopo pochi minuti, furono sorpresi prima dal rumore poi dal getto di acqua che fuoriuscì innalzandosi per una ventina di metri. Terminata la spiegazione getta nel cratere il contenuto di un sacchetto che aveva in mano e, podo dopo, puntuale arriva la bellissima eruzione (non paragonabile però a quella naturale del “Vecchi Fedele” di Yellowstone). Il parco, nel suo insieme, è particolarmente bello con “pozze” colorate fra le quali spicca la “Pozza Champagne”. Caratteristica la presenza di un uccello “The Pied Stilt” (bianco e nero con zampe rosse) che si muove con disinvoltura e senza danni nelle acque acide.

Terminata la visita risaliamo in auto e continuiamo sulla “5” in direzione Sud. Poco dopo Golden Spring troviamo, sulla destra, la deviazione per Orakei-Korako (www.Orakeikorako.Co.Nz) , la terza ed ultima zona termale che abbiamo deciso di visitare.

L’accesso alla “Hidden Valley”, previo pagamento di NZ$ 28,00 a testa, è con un ferry che attraversa il Lake Ohakuri. Il luogo è caratterizzato da colorate terrazze di silicio oltre che da geyser, pozze ribollenti e grotte. Di particolare rilievo l’”Artist’s Palette Lookout”. Siamo quasi alla fine della visita quando inizia a piovere intensamente ed a poco servono gli ombrellini pieghevoli che portiamo sempre con noi.

Raggiungiamo la “1” e proseguiamo in direzione di Taupo fermandoci alle piacevoli “Huka Falls” dove, approfittando di una interruzione della pioggia, facciamo una breve passeggiata lungo il fiume.

La fermata successiva è a Taupo amena cittadina di villeggiatura situata alla estremità Nord dell’omonimo lago, il più grande della N.Z., che non desta in noi particolari emozioni. Ammiriamo, dall’esterno, il museo ed attraversiamo il curatissimo “Rose Garden”.

Avevamo previsto di fermarci qui per la notte ma, dato che no abbiamo prenotato, riteniamo più opportuno proseguire e raggiungiamo Turangi quando mancano pochi minuti alle 17:00. Al Visitor Centre hanno furia di andare a casa e liquidano la nostra richiesta di aiuto per trovare un albergo consegnandoci alcuni depliant.

Dopo un paio di tentativi infruttuosi abbiamo la fortuna di trovare un’ottima sistemazione al Settlers Hotel : un bellissimo cottage con una camera spaziosa, bagno e cucina superaccessoriata a NZ$ 94,00 (circa euro 48,00).

Ha ripreso a piovere, fa freddo ed accendiamo il riscaldamento.

11° giorno – Mercoledì 5 Marzo : TURANGI – WELLINGTON km. 431 Alle 08:00, quando partiamo, piove ancora. Prendiamo la 47 e poi la 48 fino al Whakapapa Villane. Scattiamo una foto ricordo dell’ “Hotel Grand Chateau” famoso sia per la costruzione nello stile dei palazzi signorili inglesi dei primi 900 sia per il panorama sul “Tongariro N.P.”. Peccato che la nebbia sia fittissima e stia piovendo a dirotto. La strada prosegue oltre il villaggio e noi, imperterriti, andiamo avanti fino a “Whakapapa Ski Area”. Adesso diluvia.

Dobbiamo rinunciare a tutte le passeggiate programmate e riprendiamo il viaggio verso Sud. Arriviamo a Ohakune che sta ancora piovendo e quindi decidiamo di non salire fino a Turoa ma di dirigerci a Raetihi e proseguire per la strada panoramica che costeggia il “Whanganui River”. Chiediamo informazioni e ci dicono che la strada è in ottimo stato salvo pochi chilometri di sterrato. Risulterà in pessime condizioni e lo sterrato sarà di oltre 40 km. con fondo scivoloso; da non sottovalutare il fatto che, seguendo il corso del fiume, la strada è un susseguirsi di curve e spesso a strapiombo senza nessun tipo di protezione. Una vera “odissea”. Quando ci immettiamo sulla “4” tiriamo un sospiro di sollievo.

Arrivati a Wanganui diamo uno sguardo al centro cittadino con le caratteristiche case tipo “Far West” e poi proseguiamo verso Sud per raggiungere Wellington.

Il tempo sta migliorando ed il sole fa capolino fra le nuvole. Prima di arrivare in città c’è una uscita per il terminal dell’ “Iterislander Ferry” (www.Interislander.Co.Nz) dove ci rechiamo per avere conferma dell’ ora in cui dovremo presentarci per l’imbarco fra due giorni, e per vedere quanyo tempo serve per arrivare in albergo. In 10 minuti raggiungiamo l’ Apollo Lodge che risulta essere una scelta più che azzeccata sia per la qualità che per la posizione. Non è nuovissimo ma molto ben tenuto con camere grandi ed accessoriate. E’ al limite Sud/Ovest del centro e consente di abbandonare l’auto e di girare a piedi per la città. Avevamo prenotato per domani sera ma siamo in anticipo e non hanno camere disponibili ma solo un grande appartamento che “prendiamo” a prezzo scontato.

Facciamo un primo giro percorrendo strade animatissime. Usciamo, cosa eccezionale, anche dopo cena ma l’atmosfera è così allegra e tranquilla che ci spingiamo fino a Labton Harbour, una ex zona industriale del porto trasformata in turistica, con ristoranti e caffe strapieni di gente.

12° giorno – Giovedì 6 Marzo : WELLINGTON km. 41 Oggi il tempo è bello anche se, ovviamente, c’è un vento fresco e costante.

Per prima cosa prendiamo l’auto e, percorrendo l’ Oriental Parade andiamo sulla cima del Mount Victoria dal quale possiamo vedere il panorama completo della città e dei dintorni.

Rientriamo in albergo per lasciare la macchina ed andiamo a visitare il “Museo della Nuova Zelanda” (Te Papa Tongarewa) che merita veramente l’appellativo di “Museo” : è assolutamente da non perdere.

Il pomeriggio è dedicato allo shopping ed alla visita dei pochi edifici storici : Old St. Paul’s Cathedral, in stile gotico inglese, e Government Buildings, costruiti a fine 1800 sono gli edifici completamente in legno fra i più grandi al mondo.

All’ estremità settentrionale di Lambton Quay, in Bowen St., non si può fare a meno di notare l’orribile, recente edificio chiamato “Beehive” accanto al quale sorgono la “Parlament House” e la “Parlament Librery” a completare la trilogia del parlamento neozelandese. Piacevole passeggiare per Cuba St. (pedonale), Wakefield St., Courttenay Pl. Etc., etc. Quando alle 17:00-17:30 i negozi chiudono, le strade rimangono animate ed il centro non si spopola.

13° giorno – Venerdì 7 Marzo : WELLINGTON – PICTON – MOTUEKA km. 239 Sveglia presto perché alle 07:25 dobbiamo essere al molo per l’imbarco sul traghetto “Kaitaki” della “Interisland Line” che può ospitare un migliaio di persone e circa 200 auto. L’ organizzazione è perfetta e l’imbarco avviene celermente. A bordo ci sono varie possibilità di sistemazione per le diverse esigenze (vedere il paesaggio, dormire) ed, oltre a bar e ristoranti, c’è un cinema, una sala giochi per bambini e la nursery. La traversata dura tre ore; dopo l’uscita dalla baia di Wellington si attraversa lo “Stretto di Cook” e si entra nel “Marlborough Sounds”, uno scenografico intrico di fiordi insenature ed isole.

Sbarchiamo alle 12:30 a Picton ed appena usciti dall’area portuale prendiamo, sulla destra, la “Queen Charlotte Road” una strada panoramica che costeggia un fiordo con vedute mozzafiato. Il sole splende alto. Date le curve ed i saliscendi impieghiamo parecchio tempo per arrivare a Havelock dove ci siamo prefissi di fermarci a mangiare al mitico “The Mussel Pot” (“truly a Havelock icon”) famoso per le gigantesche cozze con il guscio verde. Ordiniamo una squisita “Clam Chowder” (zuppa cremosa di pesce e crostacei) ed un enorme piatto di cozze al forno con salsa piccante che risulteranno molto meno saporite di quelle del nostro mare con guscio nero.

Proseguiamo sulla “6” superando Nelson senza soffermarci ed attiviamo a Richmond dove prendiamo, girando a destra, la “60” che conduce all’ “Abel Tasman N.P.” Giunti a Motueka lasciamo i bagagli in albergo e proseguiamo fino alla bellissima spiaggia dorata di Kaiteriteri per prenotare l’escursione in barca per l’indomani. Avevamo depliant di tre operatori e scegliamo “Abel Tasman Sea Shuttle (www.Abeltasmanseashuttles.Co.Nz) .

Lunga camminata sulla spiaggia in regime di “bassa marea”.

14° giorno – Sabato 8 Marzo : MOTUEKA km. 46 Giornata di sole pieno. La partenza della gita è fissata alle 09:00 e, come al solito, siamo i primi ad arrivare.

Ci imbarchiamo su un catamarano a motore e dirigiamo verso Nord. Dopo una breve sosta, in mare, alla “Split Apple Rock” per le foto di rito, ci fermiamo a Torrent Bay, Bark Bay e Tonga Bay per far scendere e salire passeggeri. Altra breve sosta, in mare, a “Tonga Island” per vedere una colonia di “Fur Seals” poi, dopo una fermata a Awaroa arriviamo al “capolinea” Toratanui dove sostiamo per 20 minuti. Spiaggia con sabbia dorata da sogno.

Ripartiamo con direzione Sud e noi scendiamo a Bark Bay per fare una camminata di circa due ore e mezzo fino a Torrent Bay. Il sentiero, ben tracciato, sale e scende per superare le asperità della costa e ci regala vedute incantevoli. Bisogna ricordarsi di portare viveri ed acqua perché non reperibili in loco. A Torrent Bay la sabbia è bianca. Quando arriviamo la marea si sta abbassando e l’acqua defluisce velocemente creando una immensa spiaggia piena di paguri, conchiglie e stelle marine. Alle 16:00, come convenuto, una barca viene a prenderci per condurci a Kaiteriteri.

L’ Abel Tasman N.P.(www.Abeltasman.Co.Nz) merita ampiamente la fama di cui gode e noi abbiamo vissuto una bellissima giornata in un ambiente incantevole.

Can la macchina da Kaiteriteri andiamo fino a Marahau e sulla Sandy Bay scattiamo foto alle imbarcazioni rimaste in secca causa la bassa marea.

15° giorno – Domenica 9 Marzo : MOTUEKA – HOKITIKA km. 444 Alle 07:00 siamo in macchina ed uscendo dal cancello dell’albergo in King Edward St. Giriamo a sinistra e prendiamo così una strada secondaria, panoramica e perfettamente asfaltata che a Kohatu si congiunge alla “6”. Rotta Sud/SudOvest, superiamo Murchison ed arriviamo a Westport. Non entriamo in città perché non ci interessa ed andiamo a fermarci a Cape Foulwind. Dal parcheggio si può ammirare la costa scoscesa battuta dai marosi e fare una breve passeggiata fino al faro. Risaliti in auto raggiungiamo la spettacolare Tauranga Bay da dove parte un sentiero che in pochi minuti ci porta ad un posto di osservazione per vedere le evoluzioni di una “Seal Colony”. Sembra che il luogo sia frequentato anche da “Little Blue Pinguin” ma è risaputo che il giorno, i pinguini di questa specie sono in mare a far provvista di cibo e solo al tramonto tornano a terra per sfamare la prole, per cui non li vediamo ma, in compenso, abbiamo un incontro ravvicinato con un paio di “Weka” che hanno abbastanza confidenza con gli umani da non scappare. Nel frattempo il cielo si è coperto ed, a tratti, pioviggina. Tramite la Wilsons Lead Rd. Ritorniamo sulla “6” e procediamo verso Sud.

Poco prima di arrivare a Punakaiki c’è un parcheggio, a sinistra, ed, a destra, un cartello segnala un sentiero chiamato “Truman Track”. E’ da non mancare perché in 15 minuti attraverso una lussureggiante foresta conduce ad una spiaggia sassosa in un ambiente da favola. Così come da favola, unico, impedibile, grandioso è lo spettacolo offerto dalle “Pancake Rocks & Blowholes” a Punakaiki per non parlare della bellezza delle piante : enormi cespugli di “Flax”, “Nikau Palms” e “Cabbage Tree”.

Avanti verso Sud. Ci fermiamo, all’ufficio turistico di Greymout, solo il tempo necessario per fissare l’albergo a Haast ed a Queenstown e proseguiamo verso Hokitika dove arriviamo alle 17:00. La cittadina è famosa quale centro neozelandese per la produzione e la lavorazione della pietra verde chiamata “Giada”, non certamente a buon mercato e, addirittura carissima, per gli oggetti lavorati artigianalmente. I negozi lungo Tancred St. Sono aperti anche di Domenica e praticano un orario lungo permettendoci quindi di visitarli e…Di spendere.

Non ci sono molte attrattive in loco ad esclusione di una spiaggia infinita, dove al “Sunset Point Lookout” attendiamo il tramonto, ed una forra con i “glowworm” , che visitiamo dopo cena per vedere nel buio più totale lo spettacolo di mille luci che paiono un cielo stellato.

16° giorno – Lunedì 10 Marzo : HOKITIKA – HAAST km. 327 Incredibile ma vero oggi è una giornata magnifica senza una nuvola in cielo. Non crediamo che possa durare tutto il giorno e ci affrettiamo per raggiungere prima possibile la zona dei ghiacciai, una delle maggiori attrattive del paese, che per singolari combinazioni di terreno, vento e precipitazioni, detti ghiacciai, sono gli unici al mondo, a queste latitudini, a quota 300 metri ed ad una decina di chilometri distanti dal mare.

Il primo che incontriamo è il “Franz Joseph Glacier” e, lasciata l’auto al parcheggio percorriamo il sentiero “A” che dovrebbe condurre alla parte terminale del ghiacciaio ma che si interrompe, perché divenuto impraticabile, quando ne siamo lontani ma con una bella visuale sullo sfondo. Non demordiamo e percorriamo il sentiero “C” fino a “Peter’s Pool”, un laghetto che riflette la sommità del ghiacciaio. Piacevolissimo.

Terminata la visita continuiamo il viaggio verso Sud e giunti a “Fox Glacier Township” optiamo per andare immediatamente al “Lake Matheson” dalle sponde del quale si godi il miglior panorama del “Monte Cook” e del “Monte Tasman”, nuvole permettendo. La fortuna è dalla nostra parte e riusciamo a vedere le due montagne con lo sfondo del cielo azzurro. Un ameno sentiero corre lungo il lago e noi lo percorriamo in senso antiorario per raggiungere prima possibile “Reflection Point” ma quando ci arriviamo le nuvole hanno parzialmente ricoperto le montagne ed una leggera brezza muove le acque del lago e quindi “riflesso mosso”.

Segue l’esplorazione, si fa per dire, del “Fox Glacier”. Lasciata l’auto al termine della “Glacier Access Rd. Percorriamo il sentiero “D” che in circa trenta minuti ci porta alla parete terminale del “fiume” di ghiaccio.

E’ consigliabile fermarsi ad ambedue i ghiacciai perché, anche se simili, hanno caratteristiche particolari che li differenziano. Riprendiamo la “6” e ci fermiamo ad “Arnott Point” per vedere un panorama molto bello e scorgere in lontananza una colonia di leoni marini. Nel corso della sosta siamo “attaccati “da piccolissimi, fastidiosissimi insetti che ci “mordano” ripetutamente nonostante che facciamo ampio uso di prodotti repellenti che dovrebbero proteggerci.

Arriviamo ad Haast, microscopica cittadina (300 anime) posta alla foce del vastissimo “Haast River”, che è segnata in grassetto su tutte le carte stradali unicamente perché è l’unico centro abitato in mezzo al nulla, ma che turisticamente non ha niente da offrire.

17° giorno – Martedì 11 Marzo : HAAST – QUEENSTOWN km. 238 Sveglia alle 06:30 ed alle 07:30 partiamo. La strada piega verso l’interno e sale fino all’ “Haast Pass (562 metri) dove il paesaggio si fa brullo, e prosegue poi con scorci suggestivi sul “Lake Wanaka” e sul “Lake Hawea”. Brevissima sosta per scattare una buffa foto all’ingresso di “Puzzling Word”, grande parco giochi per bambini e per adulti…Bambini.

Ci fermiamo a Wanaka, graziosa cittadina, situata all’estremo Sud del lago omonimo.

All’ “I-Site” prenotiamo la gita sul Milford Sound, facciamo un breve giro per negozi ed iniziamo una passeggiata lungo il lago interrotta dall’inizio della pioggia che continuerà a cadere per circa un’ ora. Da qui, lasciata la “6” privilegiando la “89” una strada panoramica di montagna che passa per Cardrona dove fa bella mostra di sé lo storico “Cardrona Hotel” costruito nel 1863. Il paesaggio è aspro, stranamente privo di vegetazione se si escludono i ciuffi erbosi di colore giallo ed è questa una stranezza in un paese dove tutta la vegetazione è sempre verde. Con stretti e ripidi tornanti, regalandoci scorci suggestivi, la strada piomba a valle congiungendosi alla “6”.

Poco più avanti una deviazione conduce all’antica cittadina di Arrowtown, fondata nel 1862 a seguito della scoperta dell’ oro nel fiume Arrow, che vanta un numero rilevante di edifici in legno risalenti alla fine del 1800 fedelmente restaurati o ricostruiti, concentrati lungo Buckingham St. Piacevolissima visita.

L’albergo prenotato è situato appena prima del centro di Queenstown raggiungibile in cinque minuti a piedi. La città sorge in riva al “Wakatipu Lake” dalla caratteristica forma a “Z” sul quale si affaccia la catena montuosa che cinge la città : “The Remarquables”. Il lago è talmente lungo (110 km.) che la differente pressione dell’aria alle estremità crea un effetto di marea di 10 cm. Ogni 5 minuti. Le leggende Maori parlano di un gigante che vive sotto l’acqua e che la marea sia il ritmo del suo respiro.

Il tempo si è messo al bello e splende il sole anche se l’aria è fresca. Facciamo una corroborante passeggiata sulle rive del lago in “St. Omer Park” ammirando altissime sequoie, poi visitiamo anche “Queenstown Garden” dove attendiamo il tramonto del sole dietro le montagne.

18° giorno – Mercoledì 12 Marzo : QUEENSTOWN – TE ANAU km. 446 Partenza alle 07:00 perché dobbiamo arrivare a Milford in tempo per partecipare alla crociera prenotata per le 14:00 e dobbiamo percorrere circa 300 km.

Siamo nel “Fiordland” il più esteso parco nazionale della Nuova Zelanda e, come dice il nome stesso, è caratterizzato dalla presenza di innumerevoli fiordi che qui chiamano “sound”. E’ la zona più piovosa di tutta l’isola ma, per farci cosa grata, oggi splende il sole.

Optiamo per una deviazione con visita al “Lake Manapouri” che non suscita in noi emozioni particolari.

Arrivati a Te Anau ci fermiamo all’albergo prenotato dall’Italia. E’ troppo preso e la camera non è pronta. Lasciamo i bagagli alla reception ed assumiamo informazioni sulla strada che dobbiamo percorrere per raggiungere Milford. Si tratta di 120 km. Ed è considerata una delle più belle strade panoramiche del mondo: forse la definizione è un po’ azzardata ma certamente è degna di nota. Inizia in sordina fra campi ondulati, poi attraversa una immensa foresta di faggi e giunta a “The Divide” procede fra scoscese pareti rocciose mentre la vegetazione diventa più piccola e più rada; dopo un tunnel di 1200 mt., buio e in forte pendenza, si apre lo spettacolare “Cleddau Canyon” che arriva dove comincia il fiordo.

Noi facciamo una prima fermata a “Mirror Lakes”, 58 km. Da Te Anau, per ammirare lo spettacolo dei monti che si rispecchiano in un piccolo lago. Superiamo il “Lake Gunn” e giunti al bivio di “Marian Corner” seguiamo per 1 km. La “Lower Hollyford Rd.” fino ad un parcheggio da dove inizia il sentiero per “Lake Marian”. Ci limitiamo ad una passeggiata di circa 50 minuti fin poco oltre le “rapide” in un bosco da favola. Nessun segno di presenza umana ti aspetti di veder comparire uno gnomo od un folletto.

Completamente diversa la situazione alla prossima fermata a “The Chasm”. Una passeggiata di circa 15 minuti su un sentiero attrezzato anche per invalidi, porta ad una profonda cascata, sotto un ponte naturale di roccia, che precipita su massi erosi in una stretta gola. Al parcheggio decine di pullman e sul sentiero centinaia di persone delle quali l’80% è costituito da chiassosi e petulanti giapponesi.

Arriviamo sulle sponde del Milford Sound con una mezzora di anticipo e prendiamo un po’ di sole mentre cerchiamo di fotografare il “Mitre Peak” ( che con i suoi 1682 mt. È una delle più alte montagne che si innalzano direttamente dal mare) senza nuvole. Anche se la giornata rimane splendida (che Cook!! ) la poca umidità presente nell’aria forma sempre una nuvola che si rinnova continuamente sulla vetta del monte.

Abbiamo prenotato la crociera “Scenic Cruise” di 1ora e 40 minuti con la “Real Journeys” (www.Realjourneys.Co.Nz) ed è stata una bella esperienza anche se resta il rammarico di non aver potuto visitare il “Milford Deep Underwater Observatory” ma purtroppo, data l’ora tarda, le navi non fanno questa fermata. Imbarchiamo sulla “Milford Haven” e procediamo lungo il fiordo le cui parete rocciose rivestite di fitta vegetazione sono una successione continua di rigagnoli e cascate. Fra queste ultime due meritano una citazione, le “Bowen Falls” alte 160 metri con un doppio salto ( sarebbero raggiungibili anche via terra ma momentaneamente il sentiero era chiuso per frana) e le “Stirling Falls” alte 155 metri con l’acqua che cade perpendicolarmente alle rocce e la barca arriva fin sotto con doccia assicurata. Da rilevare il fatto insolito che l’acqua della cascata in parte penetra nell’acqua del fiordo ed in parte scivola in superficie. Si costeggia prima la parte sinistra poi, giunti in mare aperto si inverte la rotta e si torna all’imbarcadero costeggiando la parte destra del fiordo. Il sole ci accompagna anche durante il viaggio di ritorno fino a Te Anau, piacevole cittadina adagiata sull’omonimo lago con, tanto per cambiare, bei parchi pieni di volatili.

Dopo cena possiamo ammirare il cielo stellato e la “Stella del Sud” con quattro stelle, come disegnata sulla bandiera neozelandese, e non sappiamo il motivo per cui la quinta stella c’è ma non si vede.

19° giorno – Giovedì 13 Marzo : TE ANAU – BALCLUTHA km. 442 Altra partenza all’alba. C’è la “Southern Scenic Route” che parte da Te Anau ed arriva a Dunedin ma servirebbero due giorni per percorrerla e noi ne abbiamo solo uno per cui decidiamo di privilegiare la parte Est di detta strada (la zona chiamata “The Catlins” ) e per accorciare i tempi prendiamo la “94” e la “6” per arrivare il più velocemente possibile a Invercargill la città più meridionale della Nuova Zelanda. Non ha altri meriti per cui procediamo, senza soffermarsi, per la malinconica cittadina industriale di Bluff che ha come principale significato il fatto di essere il punto terminale della strada statale n.1 che, partendo da Cape Reinga, attraversa tutte e due le isole e qui finisce.

Il cielo è coperto e pioviggina a tratti. Saliamo alla “Bluff Hill” per vedere il panorama circostante e scorgiamo in lontananza il profilo di “Stewart Island”. Foto di rito al cartello stradale di “Stirling Point” ed invertiamo la marcia, riattraversiamo Invercargill e proseguiamo sulla “92” in direzione Est fino a Fortrose da dove prendiamo la litoranea. E’ questo l’ingresso ai “Catlins” una regione molto, molto bella e tagliata fuori dai flussi turistici che da Te Anau si spostano a Dunedin con la “94” fino a Gore e poi con la “1”. Il famoso scrittore e pittore del 1900 Colin McMahon ci lasciato questa descrizione : “ Big hills stood in front of little hills, which rose up distantly across the plain from the flat land, there was a landscape of splendour, order and peace.” Ci fermiamo a Waipapa Point, spiaggia dorata, vaste scogliere tra le quali vivono leoni marini, ed un faro costruito nel 1884 dalle forme insolite ma che non possiamo “immortalare” perché in restauro circondato da ponteggi.

Eccoci a “Slope Point” il vero punto più a Sud della Nuova Zelanda.

Stop a “Curio Bay” dove c’è una delle più grandi foreste fossili del pianeta che emerge dal mare con la bassa marea. Spuntino su un promontorio che domina la bellissima “Porpoise Bay” battuta dai marosi.

I luoghi che meriterebbero una visita e le passeggiate da fare sono troppe per cui dobbiamo obbligatoriamente fare delle scelte.

Eccoci al parcheggio delle “Cathedral Caves”. Una mezzora di cammino nel bush e sulla spiaggia per arrivare a due caverne con entrata dal mare accessibili solo con la bassa marea.

Da non mancare, anche se la strada di accesso è sterrata ed in non buone condizioni, “Nugget Point”. Con una passeggiata di circa venti minuti con vista spettacolare sulla costa a strapiombo, si raggiunge un faro posto alto su un promontorio. In basso, fra gli scogli, leoni ed elefanti marini rumoreggiano. Tutto troppo bello.

Raggiungiamo Balclutha e quando mancano due minuti alle 17:00 siamo al Visitor Center per cercare un albergo ma l’ufficio è già chiuso. Cogli l’attimo. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto troviamo un motel che ha camere disponibili. Il proprietario, gentilissimo, ci fornisce molte informazioni sul percorso che seguiremo nei prossimi giorni.

20° giorno – Venerdì 14 Marzo : BALCLUTHA – KUROW km. 354 Tanto per cambiare alle 07:00 siamo già in strada. Il tempo è bello ed il sole sta sorgendo e, basso sull’orizzonte rende la guida difficile. A Waihola prendiamo la “Scenic Route” che costeggia il mare ed arriviamo rapidamente alla “Otago Peninsula”. Qui imbocchiamo la “High Cliff Rd.” una strada spettacolare per quanto riguarda il panorama ma pericolosissima, stretta di carreggiata, tutta una curva ed un saliscendi, spesso costeggiando strapiombi senza protezione alcuna e, per buona misura, abbiamo il sole negli occhi. Nella “Portobello Bay” ed a “Pilot Beach” abbiamo incontri molto ravvicinati con leoni marini. Eccoci poi a “Taiaroa Head che vanta l’unica colonia al mondo di albatros reali situata sulla terraferma. Entriamo al “Royal Albatross Centre” ed un ranger, con estrema gentilezza, frena i nostri entusiasmi spiegando che data l’ora (sono le 09:30) l’unica coppia di albatros esistente è in mare a procurarsi il cibo e forse rientrerà al nido nel primo pomeriggio ma, ovviamente non è certo trattandosi di animali non domestici.

Delusi rinunciamo alla visita ed optiamo per un tour in fuoristrada con “Natura Wonders” (www.Natureswondersnaturally.Com) . Il giro di un’ora su un veicolo appositamente studiato per superare pendenze inaudite è interessante e ci regala bellissime immagini della costa grazie anche ad un cielo azzurro splendente. Il motivo principale della visita era quello di osservare in natura i “See Yellow Eyed Penguins” e non è stato centrato in pieno perché riusciamo a vederne solo due e con il binocolo trovandosi a grande distanza. Abbiamo comprato una cartolina per l’album fotografico!!.

Ripercorriamo l’”Otago Peninsula” che certamente merita una visita, lungo la costa ed arriviamo a Dunedin dove facciamo un breve giro in macchina per avere un’idea della città che fu fondata da coloni scozzesi; Dunedin è la traduzione celtica del termine Edinburgh.

Notevole la facciata edoardiana della stazione ferroviaria. Ci fermiamo nella piazza chiamata “The Octagon” e tramite il Visitor Center fissiamo, per stasera, un motel a Kurow. Il nostro piano di viaggio prevedeva di fermarsi a Oamaru ma preferiamo guadagnare un po’ di strada per diminuire la lunghezza del percorso di domani.

Procedendo verso Nord facciamo una breve deviazione per andare a vedere una curiosità : “Baldwinn St.”. E’ segnalata nel Guinness dei primati come la strada più ripida al mondo con una pendenza dell’ 80%.

Sostiamo a Moeraki, 30 km. A Sud di Oamaru e camminiamo sulla spiaggia per vedere i “Boulders”, una miriade di massi perfettamente sferici di varie dimensioni, sono il risultato di un fenomeno geologico e chimico unico al mondo. Interessanti alcuni di essi, frantumati in tanti spicchi dai quali si può notare la differenza di durezza e colorazione dei vari strati. Non resistiamo alla tentazione di prelevare una campionatura di sassolini per arricchire la nostra collezione di sabbie.

Oamaru è giustamente famosa per gli edifici storici meglio conservati del paese. Il luogo di maggior concentrazione degli stessi è chiamato “Harbour & Tyne Historic Precinct”. A Sud della cittadina ci sono due spiagge dove,dicono, è possibile vedere, in una, i Blue Pinguins” (al tramonto) e nell’altra gli “See Yellow Eyed Pinguins (dalle 17:00 alle 19:00).

A noi interesserebbe vedere gli “yellow” ed alle 17:10 siamo in una postazione sopra “Bustry Beach”. Sulla spiaggia oziano alcuni leoni marini che indietreggiano man mano che la marea sale. Attendiamo fino alle 18:30 ma non vediamo rientrare dal mare nessun pinguino.

Sono le 19:00 quando raggiungiamo Kurow, un piccolissimo agglomerato che sorge alla foce dei fiumi Waitaki e Hakataramea ma che dispone di alcune attrezzature per il turismo in quanto posto al centro della zona in cui sono state costruite recentemente alcune dighe.

Nonostante l’ora troviamo aperto un emporio che ha anche generi alimentari 21° giorno – Sabato 15 Marzo : KUROW – CHRISTCHURCH km. 538 Ormai ci siamo abituati alle “levatacce” ed alle 07:00 siamo già in strada e, superate le dighe Aviemore e Beumore raggiungiamo la periferia di Twzel ed abbiamo una prima visione panoramica, in lontananza, del Monte Cook che dista ancora circa 45 minuti. I Maori lo chiamano “Auraki” ( colui che trafigge le nuvole). La giornata è magnifica, ma alcune nubi ad alta quota avanzano velocemente; è una corsa fra loro e noi per chi arriverà prima. Vinciamo noi per una “incollatura” e riusciamo a scattare le foto con la cima del monte senza nuvole ma già con il cielo velato.

Interessante è la visita al Visitor Center così come quella al New Hermitage.

Ripercorriamo in senso inverso la strada che costeggia il “Lake Pukaki”, che ha punti panoramici di notevole interesse anche se il lago in se stesso non dice molto. Così come non ci desta particolari sensazioni il successivo “Lake Tekapo” anche se le sue acque sono di un pallido color turchese.

Curve e saliscendi proseguono sulla “8” e poi sulla “79” fino a Geraldine dove il paesaggio cambia completamente : siamo in una pianura densamente coltivata.

Prendiamo la “72” detta “ Inland Scenic Route” immettendoci poi sulla “73” con la quale raggiungiamo Christchurch.

Entrando in città ci accorgiamo di essere in Riccarton Rd. Dove è situato l’albergo da noi prenotato per tre notti con trattamento di solo pernottamento. Sul lato sinistro è un susseguirsi di motel uno accanto all’altro. Individuato il nostro, prendiamo possesso della camera, scarichiamo i bagagli, ed andiamo a sgranchirci le gambe in “Hagley Park”, una vasta area verde attraversata dal fiume Avon (che zizzaga per tutta la città) dove si possono praticare varie attività sportive. Da segnalare la presenza di un campo da golf pubblico.

In serata facciamo anche una ispezione al percorso (10 minuti di macchina) per raggiungere l’aeroporto ed al luogo dove lasciare l’auto noleggiata.

22° giorno – Domenica 16 Marzo : CHRISTCHURCH km. 311 Il tempo sembra nuvoloso ma noi partiamo ugualmente per la gita programmata e saremo premiati perché verrà fuori una giornata di sole pieno.

Abbiamo deciso di raggiungere in auto l’ “Arthur’s Pass”, il valico che a 921 metri di altezza mette in comunicazione l’Est con l’Ovest dell’Isola del Sud.

Superata Waddington la strada comincia a salire offrendo apprezzabili spunti panoramici.

Arrivati al passo c’ è la possibilità di scegliere fra svariati percorsi escursionistici. Noi optiamo per un paio della durata di circa 60 minuti cadauno passeggiando in un bosco incantato di Podocarpi (alberi dalle foglie piccolissime) e raggiungendo, dopo mille gradini, una cascata meritevole della visita.

Al rientro andiamo in centro città dove abbiamo la piacevole sorpresa di trovare molti negozi aperti e, lungo Worchester St. , un interessante mercato. Da sottolineare ancora una volta l’animazione nelle strade e nei caffè. Visita d’obbligo a Cathedral Square con la chiesa gotica “Christchurch Cathedral”. Molto caratteristiche le case colorate in stile “missione spagnola” di New Regent St. Altra costruzione particolare è la “Monavale”, una casa colonica in stile elisabettiano circondata da un bel giardino sulle sponde del fiume; è anche possibile fare un giro su un “barchino” a fondo piatto (chiamato “Punt”) che avanza sull’acqua manovrato da un “rematore” che non rema, ma ha un palo con il quale spinge la barca facendo leva sul basso fondale, ed è vestito in “stile” ad uso e consumo dei turisti.

Riceviamo un’ ottima impressione da questa città che, a nostro parere è la più bella della Nuova Zelanda.

23° giorno – Lunedì 17 Marzo : CHRISTCHURCH km. 223 Per stamani abbiamo programmato una gita a Akaroa nella Banks Peninsula. Seguiamo la “75” fino alla nostra meta, una graziosissima cittadina con una particolarità davvero speciale : i nomi delle strade e delle case soni in francese perché qui vivono i discendenti del primo insediamento francese nel paese !!!! Facciamo due passi sul molo dove sono pronte a partire le barche per le escursioni e poi percorriamo Rue Lavande e Rue Jolle per ammirare gli edifici antichi e le chiese rigorosamente in legno perfettamente conservate e/o restaurate.

Per tornare prendiamo la strada panoramica Summit Rd. Che si inerpica sulle colline che circondano il lungo fiordo di Akaroa Harbour, regalandoci scorci mozzafiato e tanto patema d’animo perché strettissima, tutta una curva e spesso a strapiombo.

Scesi al piano, costeggiamo Governor’s Bay e Lyttelton Harbour, poi ci immettiamo nel tunnel, rivestito di bianche piastrelle in ceramica, e rientriamo in città.

Ci fermiamo in centro per rivederlo e per visitare gli impedibili “Botanic Garden”.

Rientriamo in albergo dove ci aspetta il gravoso compito di preparare le valige per la prossima trasferta. Fino a Nomea non ci sono problemi ma, da li all’ Isola dei Pini il peso massimo del bagaglio diventa 10 kg. A testa, per cui raggruppiamo ciò che ci servirà nella valigia più piccola mettendo il resto nel bagaglio più grande che lasceremo in deposito in albergo a Nomea.

Mettiamo tre “sveglie” per le ore 03:45 ed andiamo a dormire.

24° giorno – Martedì 18 Marzo : CHRISTCHURCH – AUCKLAND – NOUMEA Ci alziamo al suono della prima sveglia ed alle 04:20 siamo in aeroporto. Scaricati i bagagli vado al parcheggio n. 2 dove, come convenuto, lascio l’auto noleggiata, chiusa con le chiavi nel cruscotto, dopo 6.277 km. Durante i quali si è comportata benissimo.

Ci presentiamo al banco accettazione del volo di linea Air New Zealand (NZ) 500 diretto per Auckland alle ore 05.45. Consegniamo il biglietto e ritiriamo le carte d’imbarco relative ai voli Christchurch / Auckland ed Auckland / Noumea. Spediamo il bagaglio direttamente alla destinazione finale. (Aeromobile: Boeing 737-300 Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 1h20 minuti).

Arrivo ad Auckland – Domestic Terminal – alle ore 07.05.

Sbarco e trasferimento, all’ International Terminal, con navetta gratuita, uscita di partenza del volo di linea di proseguimento Air New Zealand (NZ) 872 diretto per Noumea alle ore 08.20. (Aeromobile: Airbus A320– Servizio a bordo: rinfreschi e colazione – Tempo di volo: 2h55 minuti).

Arrivo a Noumea alle ore 09.15 locali. Sbarco, ritiro bagagli e rapido disbrigo delle formalità doganali.

Appena passata la dogana, giriamo a destra, oltre le porte scorrevoli, ed Individuiamo l’incaricato dell’agenzia Alpha International Sarl che ci consegna i documenti originali di viaggio e che ci accompagna con un pulmino all’albergo.

L’aeroporto internazionale di Noumea è a Tountouta e dista 45 km. Dalla città per cui impiegiamo 90 minuti per il trasferimento, in compenso abbiamo un primo contatto con la Nuova Caledonia e la sua capitale. L’impressione non è delle migliori. Disordine, sporcizia, degrado non mancano ed anche quella che dovrebbe essere la spiaggia più bella di Nomea, la rinomata “Anse Vata”, che realmente bella lo è, ma deturpata da una tubatura di fogna che la attraversa, sia pure con lo sbocco a circa trecento metri dalla riva.

Il nostro albergo, uno dei più lussuosi, ha visto tempi migliori ed è carente di manutenzione.

Sull’altro piatto della bilancia bisogna doverosamente mettere la “vegetazione” assolutamente stupenda. Degno di nota il “Centro Culturale Tjibaou” costruito su disegno dell’architetto Renzo Piano, che pur essendo una enorme costruzione moderna, è ben mimetizzato nell’ambiente grazie a geniali soluzioni architettoniche.

Passiamo la giornata oziando sulla spiaggia e passeggiando fino al termine della “Baie des Citrons”. Abbiamo anche cambiato un po’ di Euro in moneta locale per le piccole spese dato che la carta di credito non è accettata da per tutto. A sera ci sistemiamo sul bordo della piscina per goderci l’ultimo sole ma dobbiamo scappare per un improvviso acquazzone. Pioverà tutta la notte.

25° giorno – Mercoledì 19 Marzo : NOUMEA – ISOLA DEI PINI Al mattino, alle 07:20, puntualissimo, passa a prenderci un incaricato dell’ agenzia che, in auto, ci accompagna all’aeroporto nazionale di Magenta in tempo utile per la partenza del volo Air Caledonie (TY) 401 diretto per l’ISOLA DEI PINI alle ore 08.30. Non c’è l’assegnazione dei posti, si sale a bordo e ci si sieda a piacimento.

Arrivo all’ISOLA DEI PINI alle ore 08.55. Sbarchiamo e ritirati i bagagli andiamo alla ricerca della persona che deve consegnarci l’auto noleggiata, come da voucher in nostre mani. Ma non c’è nessuno. Chiediamo notizie ad una cortese Melanesiana, impiegata dell’aeroporto, che ci indica il parcheggio dicendo che li avremmo trovato la nostra auto e che potevamo prenderla. Ed infatti troviamo un auto con un cartello all’interno con il nostro cognome. Le chiavi sono sopra il “parasole” ed il serbatoio è quasi pieno. Se questa è l’usanza per noi sta bene e partiamo tranquilli per raggiungere, passando prima dal villaggio di Vao, l’ Hotel Oure Lodge dove dovrebbero assegnarci un “Garden Bungalow” prenotato per tre notti con trattamento di pernottamento e prima colazione. Il tempo è abbastanza bello, è caldo ma non troppo, l’isola è di una bellezza da togliere il fiato con i caratteristici pini “a colonna”.

Giunti alla reception abbiamo la piacevole sorpresa di ricevere, non sappiamo perché, un up-grade : “Plage Bungalow”, spazioso ed elegantemente arredato.

Primo bagno nella “Baie di Kanumera”. C’è la sabbia bianca, ci sono i coralli e ci sono tanti pesci. Escursione alla “Baie de Kuto”, grandissima, sabbia bianca, coralli e pesci.

Mentre siamo a cena piove.

26° giorno – Giovedì 20 Marzo : ISOLA DEI PINI Pantagruelica colazione a buffet : c’è di tutto e di più… Di prima mattina escursione alla “Baie d’Oro”. Parcheggiamo davanti al “Gite d’Oro Chez Regina” ed, a causa della scarsa segnaletica, facciamo un po’ di fatica a trovare la “Piscina Naturale” che risulta uno dei più bei posti al mondo per fare il bagno. In un anfiteatro di alti pini c’ è questo specchio d’acqua, riparato dalle onde dell’oceano da rocce “tormentate”, la sabbia bianca è impalpabile, l’acqua, tanto limpida da sembrare inesistente, ha un colore che varia dal bianco all’ azzurro intenso a seconda della profondità; il fondale è in parte sabbioso ed in parte corallino, la quantità e la verietà dei pesci è tale che sembra di nuotare in un acquario.

Fra un bagno e l’altro visitiamo tutta la zona compreso “Le Meridien Hotel”.

Rientrando facciamo il giro completo dell’isola visitando tutte le baie dove è possibile l’accesso con il nostro tipo di auto.

Il tempo si è messo al brutto ed, a tratti, piove 27° giorno – Venerdì 21 Marzo : ISOLA DEI PINI Abbiamo deciso di non fare la gita in piroga dalla “Baie de St. Joseph” alla “Baie d’Upi” per due motivi : perché “troppo per vacanzieri” e perché “piove”.

Riparcheggiamo davanti a “Chez Regina” ed attendiamo che smetta di piovere. Poi facciamo una passeggiata in mezzo alla lussureggiante vegetazione ed, in circa sessanta minuti arriviamo alla “Baie d’ Upi”. Torniamo sui nostri passi ed andiamo alla “Piscine Naturelle”. Per bagni a raffica.

A tarda sera ricomincia a piovere.

28° giorno – Sabato 22 Marzo : ISOLA DEI PINI – NOUMEA Ha piovuto tutta la notte e non ha intenzione di smettere, almeno per il momento. Lasciamo i bagagli in deposito in albergo ed andiamo a giro in auto pronti a “tuffarci” se il tempo migliorasse. Ciò non avviene.

Alle 15:00 ci cambiamo per il viaggio, in un bungalow che l’albergo ha messo a nostra disposizione, ed andiamo all’aeroporto. Parcheggiamo l’auto dove l’abbiamo prelevata al nostro arrivo, mettiamo le chiavi sul parasole e ce ne andiamo. E’ il noleggio auto più “casual” che ci sia mai capitato.

Disbrigo quindi delle formalità d’imbarco sul volo Air Caledonie (TY) 412 diretto per Noumea alle ore 17.35. Arrivo a Noumea alle ore 18.00.

Incontro con l’incaricato locale, che dovrebbe, giusti gli accordi da noi presi con l’agenzia, essere passato dall’ Hotel Nouvata a ritirare la valigia lasciata in deposito. Così non è stato e quindi telefona alla sua direzione per istruzioni. Andiamo al Nouvata a recuperare il bagaglio e poi proseguiamo per Tontouta. Arriviamo al Tontoutel Hotel che mancano pochi minuti alle 08:00. Alla reception ci informano che il ristorante è chiuso ma se lo desideriamo possiamo andare, assieme ad altri viaggiatori arrivati poco prima di noi, con la navetta dell’albergo ad un ristorante li vicino. Quando avremo finito torneranno a prenderci. Ben gentili.

La camera riservata, doppia con servizi privati, prenotata per una notte con trattamento di solo pernottamento risulta piccola con l’aria condizionata abbastanza rumorosa e l’arredo spartano per non dire misero. Unica consolazione la useremo dalle 22:00 alle 06:00. Abbiamo scelto questo albergo perché situato a 5 minuti dall’ aeroporto.

29° giorno – Domenica 23 Marzo : NOUMEA – AUCKLAND Dobbiamo essere in aeroporto due ora prima dell’orario di partenza per cui sveglia alle 05:30 ed alle 06:10 saliamo sulla navetta che l’albergo ha messo a disposizione.

Partenza del volo Air New Zealand (NZ) 365 diretto per Auckland alle ore 08.20. (Aeromobile: Airbus A320 – Servizio a bordo: colazione – Tempo di volo: 2h45 minuti).

Volo tranquillo ed arrivo ad Auckland alle ore 13.00. Ci sembra di essere tornati a casa. Il sole è alto e fa caldo. Sbarco, ritiro bagagli e disbrigo delle formalità doganali e di ingresso rapidissime, solo che mi sono dimenticato di annotare sul documento d’ingresso che ho, in valigia, un paio di scarpe da trekking e quando il bagaglio passa al controllo dei raggi x le vedono, mi fanno aprire la valigia, le osservano attentamente e mi dicono che sono sufficientemente pulite ma nel caso fossero state sporche mi avrebbero fatto una multa di NZ$ 200,00!!. Meditate gente, meditate. Con lo shuttle-bus torniamo al Best Western President Hotel. La camera prenotata per una notte con trattamento di solo pernottamento è più piccola della precedente. Lasciamo I bagagli e ci precipitiamo al “Ferry Building” avendo deciso di fare un giro con l’ “Explorer Bus” per vedere la parte della città più lontana dal centro e che non potremmo visitare a piedi.

Arriviamo alla fermata con due minuti di ritardo, ma qui la puntualità è d’obbligo ed il pullman è partito. Il prossimo, l’ultimo della giornata in quanto oggi è Pasqua, è fra un’ora.

Nell’attesa camminiamo per la zona del porto e facciamo anche un giro del centro con il “Free Bus”. Alle 16:00 siamo seduti al piano superiore dell’ “Explorer Bus” che in 60 minuti ci porta a “Bastion Point Lookout”, “Kekky Tarltons”, “Rose Park Gardens”, “Holy Trinity Cathedral”, “Auckland Domain”, “Auckland Museum”, “Parnel Village”, “Civic Theatre”, “Sky Tower”, “Victoria Park Market”, “American Cup Viaduct Harbour”.

30° giorno – Lunedì 24 Marzo : AUCKLAND – SINGAPORE Ultimo giorno agli antipodi.

A piedi in circa 15 minuti raggiungiamo “Victoria Park Market”, aperto nonostante “pasquetta”, per curiosare e per spendere gli ultimi spiccioli.

Abbiamo ancora il tempo di andare a fare alcune foto da prospettive insolite, studiate la sera precedente, ed alle 10:30 checkin-out e con lo shuttle bus andiamo in aeroporto.

All’ International Terminal, cerchiamo il banco accettazione della Singapore Airlines per le procedure d’imbarco sul volo SQ 286 diretto per Singapore alle ore 13.25. Consegnamo il biglietto e ritiriamo le carte d’imbarco relative ai voli Auckland / Singapore e Singapore / Roma spedendo il bagaglio direttamente a Pisa. (Aeromobile: Boeing 747-400– Servizio a bordo: rinfreschi e pranzo – Tempo di volo: 10h15 minuti).

L’aereo è pieno come un uovo. Ottimo servizio. Facciamo un’indigestione di ottimi film : “American Gangster” con Danzel Washington e Russel Crowe, “Lions for Lambs” con Tom Cruise e Meryl Streep e “No country for old men” con Tom Lee Jones e Javier Bardem.

Arrivo a Singapore – Terminal 2 – alle ore 18.40 locali. Dobbiamo attendere molte ore prima del prossimo volo, molto meglio qui che altrove. L’aeroporto è vastissimo, ben tenuto, un numero incredibile di negozi, spazio giochi, due giardini a tema fantastici; inoltre ha numerose postazioni internet gratuite cosi che è un piacere trascorrere un po’ di tempo sbrigando gli arretrati della corrispondenza digitale a costo zero. Passeggiamo per i lunghi corridoi e raggiungiamo il Terminal 3. 31° giorno – Martedì 25 Marzo : SINGAPORE – ROMA – PISA Ecco l’uscita per la partenza del volo di linea Singapore Airlines (SQ) 366 diretto per Roma alle ore 00.35 . (Aeromobile: Boeing 777– Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo di volo: 13h10 minuti).

Altro aereo completamente pieno. E’ l’ora di mettersi a dormire. Preghiamo il personale di bordo di non disturbarci, prendiamo 15 gocce di Mielin e …Dormiamo per 7 ore.

Ci svegliamo rilassati ed abbiamo anche il tempo per vedere un film di scarso valore “Xmen : Tha last stand” con Hugh Jackman e Hallen Berry, leggere e fare una ottima colazione. Il servizio a bordo è sempre superiore alla media.

Arrivo a Roma – Terminal C – alle ore 06.45 locali.

Sbarco e trasferimento al Terminal A, al cancello d’uscita del volo di linea Alitalia (AZ) 1665 diretto per Pisa alle ore 09.35, previo ritiro della relativa carta d’imbarco presso il banco transiti. (Aeromobile: ATR 72– Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 1h05 minuti). Arrivo a PISA alle ore 10.40. Puntualissimo.

Con una certa apprensione attendiamo l’arrivo dei bagagli ma, strano a dirsi, recuperiamo le nostre due valige.

Adesso ci aspetta un’ esperienza nuova : andiamo a casa con l’autobus. Funziona perfettamente e quindi esperienza positiva da ripetere in futuro per non disturbare nessuno, tenendo presente che il sevizio è in funzione dalle 07:00 alle 20:00.

Fine.

Abbiamo usato due guide: una è la Lonely Placet, l’altra è il racconto in tre parti (la prima si intitola Kia Ora – Nuova Zelanda parte prima) pubblicato sul sito www.Cisonastao.It da Leandro Ricci al quale va il nostri ringraziamenti per i preziosi consigli e per le dettagliate informazioni.

Abbiamo acquistato le cartine stradali dal sito www.Jasons.Com e sono risultate più che sufficienti.

Utilissimo il sito ufficiale dell’ Ufficio del Turismo Neozelandese www.Purenz.Com NUOVA ZELANDA & NUOVA CALEDONIA 2008 RIEPILOGO VOLI PRENOTATI 24 FEB PISA – ROMA AZ1662 07,20-08,20 24 FEB ROMA – SINGAPORE SQ 365 12.00-06,45 25 FEB SINGAPORE – AUCKLAND SQ 281 08,40-23,40 18 MAR CHRISTCHURCH – AUCKLAND NZ 500 05,45-07,05 18 MAR AUCKLAND – NOUMEA NZ 872 08,20-09,15 19 MAR NOUMEA – ILE DES PINS TY 401 08,30-08,55 22 MAR ILE DES PINS – NOUMEA TY 412 17,35-18,00 23 MAR NOUMEA – AUCKLAND NZ 365 08,20-13,05 24 MAR AUCKLAND – SINGAPORE SQ 286 13.25-18.40 25 MAR SINGAPORE – ROMA SQ 366 00,35-06,45 25 MAR ROMA – PISA AZ1665 09,35-10,40

RIEPILOGO HOTEL PRENOTATI DALL’ITALIA AUCKLAND : 25 / 27 FEBBRAIO 23 / 24 MARZO BEST WESTERN PRESIDENT HOTEL 27-35 Victoria Street West Auckland.

Tel. +64 9303 1333 Fax. +64 9303 1332 res@presidenthotelauckland.Co.Nz www.Presidenthotelauckland.Bestwestern.Co.Nz PAIHIA: 28 FEBBRAIO / 01 MARZO BALI HAI MOTEL 8-10 Coutts Avenue Paihia.

Tel. +64 9402 7405 Fax. +64 9402 8593 balihai@clear.Net.Nz www.Balihaimotel.Co.Nz

WHITIANGA : 01 / 03 MARZO ALBERT NUMBER SIX 6 Albert Street Whitianga Tel. +64 7866 0036 Fax. +64 7867 1456 albertnumbersix@xtra.Co.Nz www.Albertnumbersix.Co.Nz ROTORUA: 03 / 04 MARZO BEST WESTERN BRAESIDE RESORT 4 Barnard Road Rotorua Tel. +64 7347 9497 Fax. +64 7346 3348 braeside@clear.Net.Nz www.Braeside.Bestwestern.Co.Nz WELLINGTON : 06 / 07 MARZO APOLLO LODGE MOTEL 49 Majoribanks Street Wellington Tel. +64 4385 1849 Fax. +64 4385 1846 dengai4@paradise.Net.Nz www.Apollo-lodge.Co.Nz

MOTUEKA : 07 / 09 MARZO MOTUEKA GARDEN MOTEL 71 King Edward Street Motueka Tel. +64 3528 9299 Fax. +64 35286284 enquiry@motmotel.Co.Nz www.Motmotel.Co.Nz HOKITIKA : 09/10 MARZO BELLA VISTA HOKITIKA 52Fitzherbert Street Hokitika Tel. : +64 37558047 Fax. : +64 37558057 bvhokitika@xtra.Co.Nz www.Bellavistahotels.Co.Nz TE ANAU : 12 / 13 MARZO EDGEWATER TE ANAU MOTEL 52Lakefront Drive Te Anau Tel. +64 3249 7258 Fax. +64 3249 8099 edgewater.Xl.Motel@xtra.Co.Nz www.Edgewater.Net.Nz CHRISTCHURCH : 15 / 18 MARZO BEST CLYDE ON RICCARTON 280 Riccarton Road Christchurch Tel. +064 3341 1280 fax. +064 3341 1281 welcome@clydemotel.Co.Nz www.Clydemotel.Besrwestern.Co.Nz NOUMEA: 18 – 19 MARZO HOTEL NOUVATA PARK WING 123, Prom Roger Laroque Tel. +687 26 22 00 Fax. +687 26 16 77 resa@nchotels.Nc www.Nchotels.Nc ILE DES PINS: 19 – 22 MARZO HOTEL OURE LODGE Ile des Pins Tel. +687 43 13 14 Fax. +687 43 13 44 NOUMEA : 22 – 23 MARZO TONTOUTEL Aeroport de la Tontouta PAITA Tel. +687 351111 Fax. + 687 351348 ecotel@canal.Nc

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RIEPILOGO HOTEL PRENOTATI IN NUOVA ZELANDA KAITAIA : 27 / 28 FEBBRAIO KAITAIA MOTOR LODGE 118 North Road Kaitaia Tel./Fax. +64 9 408 1910 kaitaiamotorlodge@xtra.Co.Nz TURANGI : 04/05 MARZO SETTLERS MOTEL Cnr. Arahori st. & s.H. 1 Turangi Tel. +64 7 386 7745 Fax. +64 7 386 6354 Info@settlersmotelturango.Co.Nz www.Settlersmotelturangi.Co.Nz HAAST : 10/11 MARZO MC GUIRES LODGE State Highway 6 Haast Tel. +64 3 750 0020 Fax. +64 3 750 0040 mcguires.Lodge@xtra.Co.Nz www.Mcguireslodge.Co.Nz QUEENSTOWN : 11/12 MARZO ABBA GARDEN MOTEL 35 Gorge Road Queenstown Tel. +64 3 442 9280 Fax. +64 3 442 9270 abba@queenston.Co.Nz www.Abba.Co.Nz BALCLUTHA : 13/14 MARZO HELENSBOROUGH MOTOR INN 23 Essex St.

Balclutha Tel. +64 3 418 1948 Fax. + 64 3 418 1948 KUROW : 14/15 MARZO KUROW MOTELS 83 Bledisloe St.

Kurow Tel. +64 3 436 0655 Fax. +64 3 436 0662 kurow.Motels@xta.Co.Nz

AMBASCIATA D’ITALIA A WELLINGTON 34-38 Grant Road, PO Box 463, Thorndon, Wellington, New Zealand Tel.: +64 4 4735339 Fax: +64 4 4727255 Cav. Mario Magaraggia cell. 0064 21 664027 E-mail: ambasciata.Wellington@esteri.It Auckland: Agente Consolare onorario Cav. Mario Magaraggia 102 Kitchener Road, Milford, (PO Box 31 121) Auckland Telefono: (0064-9) 489 9632 Fax:(0064-9) 486 1888 Cell.: 021 664027 E-mail: mario@magaraggia.Com Christchurch: Agente Consolare onorario Cav. Valeria Carmana Mayer 48 Seven Oaks Drive, Bryndwr Christchurch Telefono:(0064-3) 359 7372 Fax: (0064-3) 359 2372 Cell.:025 2626567 E-mail: tmayer@inet.Net.Nz Dunedin: Agente Consolare onorario Cav. Sergio Gian Salis 230 Forbury Road, St Clair (PO Box 214) Dunedin Telefono:(0064-3) 455 8631, (0064-3) 477 9765 Fax: (0064-3) 477 9765 Cell.:025 490359 E-mail: ssalis@clear.Net.Nz dentist@earthlight.Co.Nz Telefoni utili Polizia e Pronto Soccorso: 111 Soccorso stradale (24 h): 0800224357 oppure *222 con telefono cellulare.



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