Nove giorni a New York

Erano anni che desideravo fare questo viaggio con mio marito. Anche se non ce la caviamo molto bene in inglese, è andato tutto a meraviglia ed è stata un’esperienza fantastica
Scritto da: renza1
nove giorni a new york
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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9 giorni a New York in coppia – 3/11 maggio 2013

Erano anni che desideravo fare questo viaggio con mio marito. Anche se non ce la caviamo molto bene in inglese, è andato tutto a meraviglia ed è stata un’esperienza fantastica.

1° giorno

Arriviamo all’aeroporto Kennedy alle 15,30 con un volo Delta da Venezia (1400 euro in due). Un’ora di fila per il controllo dei passaporti, impronte digitali ecc. Come da indicazioni di Lonely Planet prendiamo l’Air Train e la Metro (15 dollari in due) e in un’ora e un quarto arriviamo all’Hotel Milford Plaza in 8a Avenue tra la 44ma e la 45ma strada, all’altezza di Times Square. Il biglietto dell’Air Train si paga quando si scende (un poliziotto gentile ci aiuta con i biglietti). Nella hall c’è una grande confusione perché l’hotel è in ristrutturazione (era scritto nel sito) e sembra tutt’altro che accogliente. Ci danno una bella stanza al 23esimo piano: proviamo a chiedere di cambiarla perché la vista non è un granché, ma poi cambiamo idea perché la posizione attutisce un po’ i rumori della strada che in zona Times Square sono inevitabili. La spina che avevamo usato a Londra qui non va bene e ne compriamo una nel negozio di fronte per 6 dollari. Cena da Bourbon Street Bar & Grille 346 West 46th Street, (60 dollari comprese tasse e mancia) è un pub con la musica un po’ troppo alta ma l’ambiente è simpatico, i camerieri sono gentili e si mangia bene.

2° giorno

Colazione all’americana (22$ in due) in un locale vicino all’hotel dove c’è una cameriera italiana che ci aiuta con l’ordinazione. Iniziamo con la visita di Midtown est. Attraversiamo Times Square dove ci sono i preparativi per una marcia dedicata alle donne, ci sono gruppi che arrivano con i pullman con costumi multicolori, parrucche colorate, sembra una bella festa. Andiamo a vedere da fuori l’Empire State Bulding. Nei pressi c’è una zona pedonale provvista di tavolini e sedie a disposizione dei passanti che possono pranzare, chiacchierare, leggere (troveremo spesso posti simili: è una città molto accogliente). Poi visitiamo la New York Library che è molto bella e ha internet libero (in hotel internet costerebbe 15 dollari al giorno) così ne approfittiamo per i saluti a casa. Andiamo alla Central Station dove c’è anche un bel mercato coperto e poi al Palazzo delle Nazioni Unite che è vicino all’Est River in una zona di bei viali alberati. Poi passiamo velocemente dal Rokfeller Center e dalla chiesa di St Patrick (in ristrutturazione dentro e fuori) perchè siamo un po’ stanchi e vogliamo raggiungere Bryant Park per il pranzo (per due hot dog, un’acqua e una pepsi in in baracchino lungo la strada ci chiedono 20 dollari: avremmo dovuto chiedere il prezzo prima perché nei giorni successivi vedremo gli hot dog anche a meno di 2 dollari). Il parco è bellissimo e accogliente: tavoli, sedie panchine e prati puliti e ordinati e c’è anche WF free. Poi andiamo a fotografare il Crysler Building. Dopo essere passati un po’ in hotel, andiamo al Guggenheim perché il sabato pomeriggio si entra con offerta libera. Compriamo la metro card settimanale (62 dollari per due, con carta di credito) e un signore di colore (forse il 50% delle persone a Manhattan è di colore) molto gentile ci aiuta con l’acquisto al distributore automatico. All’uscita dal museo verso le 20 facciamo tutta la strada di ritorno a piedi (il museo è sull’88ma strada).

La Quinta Strada che costeggia il Central Park è molto elegante: tutti i palazzi hanno grandi reception con una o due persone di guardia. Entriamo alla Apple all’angolo di Central Park e poi ammiriamo le vetrine dei negozi tanti dei quali sono di “firme” italiane. Da Dolce e Gabbana c’è una festa. Cena Da Rosina 342 W 46th St.: 72 dollari e la mancia e’ già indicata nel conto. Anche qui abbiamo mangiato abbastanza bene. Poi passeggiata a Times Square e per scaldarci entriamo in uno dei negozi aperto fino a tardi, fa proprio freddo ma in giro c’e’ anche gente seminuda. Fuori dai teatri la gente aspetta che escano gli attori. Dal Booth Theater prorio di fianco all’hotel Milford esce Bette Midler che sta recitando in “I’ll Eat You Last”.

3° giorno

Colazione all’americana da Europane con 18$. Oggi c’è una pedalata e nelle avenue passano tantissimi ciclisti tutti con il casco. Andiamo a messa a St. Patrick e poi facciamo la Madison che è anche più elegante della 5a Strada. Anche qui tante firme italiane: Armani, Tods, Cucinelli. Visitiamo la Frick Collection (la domenica mattina offerta libera) che tra le altre meraviglie ha anche dei dipinti di Johannes Vermeer (l’ autore di La ragazza con l’orecchino di perla). Poi Central Park: è una bella giornata di sole, è pieno di gente, arriviamo a Strawberry Fields e a vedere il Dakota Building per rendere omaggio a John Lennon. Al Central Park non c’e’ wifi. Prendiamo in un baracchino 2 hot dog piccoli 2 specie di pani intrecciati e acqua per 13$. All’angolo di Columbus Circle contrattiamo con dei ragazzi per le bici a noleggio: due per 30 dollari due ore e facciamo il giro dell’intero parco. Torniamo in hotel verso le sei a piedi dall’ottava avenue. Cena alla Brasserie Pigalle nell’8a avenue: 75 dollari (qui la mancia è indicata nello scontrino in tre misure 18%, 20%, 25% in base a come giudichiamo il servizio: scegliamo il medio…) Poi facciamo una passeggiata fino alla 30° strada troviamo la nuova sede del New York Times che è stata progettata da Renzo Piano e che forse di giorno si può visitare, il Madison Square Garden, la Penn Station, Macy’s (anche questo in ristrutturazione, Manhattan è piena di palazzi in ristruttirazione) rientriamo dalla 7a Avenue.

4°giorno

Oggi colazione da Starbucks. Con l’autobus andiamo a downtown a prendere il Ferry gratuito per Staten Island per fotografare la Statua della Libertà e Ellis Island. Scendiamo dall’autobus un po’ prima e facciamo a piedi l’ultima parte della Brodway. Entriamo nella chiesa di St. Paul dove e’ in corso un concerto: e’ una specie di museo sui soccorsi dell’11 settembre. Questa zona ci piace più di Midtown. Ci imbarchiamo alle 13 e in meno di mezzora siamo a Staten Island dove non ci sono turisti e pranziamo al Gaven Grill 9 Hyatt St con 28 dollari. Facciamo una passeggiata e ripartiamo per Manhattan e visitiamo la Fraunces Tavern al 54 di Pearl Street, all’angolo di Broad Street, dove il generale George Washington ha dato l’addio ai suoi ufficiali. E un bellissimo locale e ci ripromettiamo di tornare una sera a cena. Ci sono queste vie con case d’epoca in mezzo ai grattacieli. Poi vediamo wall street, lo stock exchange e visitiamo il museo dedicato a George Whashington. Andiamo al memoriale delle Torri Gemelle e ci rattrista vedere la gente che si fa fotografare sorridente in questo luogo di tragedia. Andiamo a cena verso le dieci da WESTWAY DINER (614 9th Ave): il locale non e’ un granché ma e’ pieno di gente, i camerieri sono gentili e mangiamo bene con 45 dollari. Avevamo tentato da Hard Rock in Times Square (locale molto carino) ma c’era da aspettare un bel po’. 5 giorno Colaz da Starbucks in 42ma cosi’ salutiamo i ragazzi. Poi per andare al parco High Line facciamo un giro molto lungo perché nella guida è indicato come aperto un tratto che invece è ancora chiuso. Questa passeggiata è bellissima siamo sempre più sorpresi nel veder come le cose pubbliche siano tenute con tanto ordine e pulizia. Il parco finisce nel Geenwich Village perciò andiamo a vedere Union e Whashington Square (una più bella dell’altra) la ‘gabbia’ del Basket all’incrocio della 4°street e la sesta avenue, poi Sheridan Square con le statue banche di Segal dedicate alla liberazione degli omosessuali. Pranzo in Bleker st bakery cafe’ con 19 dollari. Poi prendiamo la metro per Harlem e scendiamo alla 125a street. Vediamo il Teatro Apollo poi scendiamo a piedi fino a Central Park. La zona ci sembra assolutamente sicura e vediamo tante belle vie laterali alberate. Andiamo a St John the Divine e alla Columbia University. E’ pieno di ragazzi nei prati e ci sono anche gli scoiattoli che si lasciano avvicinare tranquillamente e sembra si mettano in posa per le foto. Rientriamo con l’autobus che ci mette più di un’ora a raggiungere Times Square perché è l’ora di punta. Verso le 21 prendiamo la metro per Whashington Square e ceniamo al Pò in Cornelia Street: ci portano le bruschette farcite con i fagioli io prendo orecchiette ragù e cime di rapa e mio marito spaghetti con le vongole e un calice di vino (l’acqua naturale viene servita gratis dappertutto). Mi chiedono se voglio portare via il mezzo piatto di pasta che non ho mangiato (pare che qui si usi così). Il conto è 54 dollari e qui non lasciamo la mancia perché non ci è piaciuto molto. Facciamo un po’ di strada in Bleker Street sperando di trovare Magnolia Bakery (che poi scopriremo essere anche in quinta strada vicono all’hotel) ma e’ un po lontana e abbiamo le gambe “legnose” perchè oggi abbiamo camminato più del solito e quindi ci dirigiamo alla metro. Un tipo che sta portando a spasso il cane in una bella via alberata con giardinetti pieni di tulipani ci chiede di cosa abbiamo bisogno e ci aiuta a individuare la fermata più vicina.

6° giorno

Ci svegliamo con la pioggia che però cessa subito dopo colazione e andiamo a Coney Island, nella metro della 42° st stanno suonando gli Ebony Hillbillies. Quasi un’ora di treno e non ne vale la pena solo per vedere il mare. Magari in una giornata di sole ci sarebbe piaciuta di più. Riprendiamo il treno che è quasi mezzogiorno e ricomincia a piovere. Scendiamo al nuovo stadio del basket di Brooklyn (Barclays Center) a cercare nello store una divisa per nostro figlio che però non troviamo. In compenso un signore molto gentile ci fa entrare a fotografare il grandioso interno dello stadio. Con la metro arriviamo nella zona del ponte di Brooklyn e facciamo qualche foto nelle vie in cui sono state girate alcune scene del film “Stregata dalla luna”. Avremmo voluto visitare il quartiere di Brooklyn con calma ma siamo stanchi di camminare (speriamo di tornare nei giorni successivi ma non lo faremo). Attraversiamo a piedi il ponte che è più corto del previsto e sbuchiamo davanti al municipio: il giardino che lo circonda è pieno di scoiattoli. Facciamo a piedi un pezzo di Chinatown e Little Italy (anche qui contiamo di tornare) e poi prendiamo la metro per andare al Madison Square Garden sempre alla ricerca della divisa da basket che non troviamo. Stanno giocando una partita i New York Rangers e fuori è pieno di tifosi. Cena da Georgio’s Country Grill 801 9th Ave: mangiamo bene con 70 dollari poi facciamo una passeggiata e andiamo a letto a mezzanotte. E’ la prima sera che facciamo così tardi.

7° giorno

Piove tanto e andiamo al Metropolitan Museum (paghiamo 30 dollari in due anche se l’ingresso “consigliato” è 25 dollari a persona) facciamo poca coda per i biglietti, pranzo (25$) nel self service interno che è molto bello, dove sembra ci sia confusione perché c’è tantissima gente invece è molto ben organizzato. Usciamo verso le 16 e andiamo da Tiffany in Quinta Strada quasi all’angolo di Central Park a comprare un braccialetto, poi allo store dell’MBA finalmente troviamo la divisa di Carmelo Anthony dei New York Knicks. Verso le 18 al TKTS in Times Square (dove vendono i biglietti scontati per gli spettacoli di Brodway e Off Brodway del giorno stesso) riusciamo a comprare i biglietti per Mamma Mia con il 40% di sconto (circa 70 euro l’uno). La coda sembra infinita, ma è velocissima e non aspettiamo più di venti minuti per riuscire a comprarli. Lo spettacolo al Garden Theater nella Brodway inizia alle 20 ed è bellissimo. Dopo lo spettacolo per la cena torniamo al WESTWAY DINER perché in altri locali ci dicono che è tardi e che la cucina è chiusa.

8° giorno

Dopo la colazione al solito StarbuKs in 42° strada entriamo al NY Times Building dove ci fanno fotografare la hall ma non ci permettono di salire ai piani. Poi visita all’Empire State Building (50$ in due) dove facciamo un’ora di coda anzi 4 code (per la sicurezza, per il biglietto, per l’ascensore fino all’80mo piano e per quello fino all’86). E’ affollatissimo si fatica a fare le foto e la luce di mattina non è delle migliori. Andiamo al Madison Square Park, un altro bellissimo parco, continuiamo a sbalordirci per quanti sono e per quanto sono ben tenuti e accoglienti tutti i parchi di NY. Pranziamo al “Chop’t Creative Salad” un locale specializzato in insalate (22$ in due). I ragazzi che preparano le insalate sono uno spettacolo ma non ci permettono di fotografarli. Poi un po’ di foto al Flatiron Building: nell’incrocio di fronte c’e una specie di festa paesana superaffollata. Andiamo al negozio della UGG in 59° strada a comprare gli stivali e poi un braccialetto da Tiffany per nostra figlia (pare che qui costi tutto circa il 30% in meno). Alle 18 andiamo al Moma (venerdì pomeriggio ingresso gratuito). Poi passeggiata al Rockfeller Center e decidiamo di andare vs downton pensando di trovare ristoranti nelle stradine vicino al Flatiron Building. Invece è una zona piena di negozi ma con pochi ristoranti quindi ripieghiamo per la pizza (50$) al Rosso Pomodoro dentro a Eataly proprio di fronte al Flatiron. Rientriamo in metro. La metro a NY è piuttosto bruttina, si fa fatica a individuare le stazioni in centro perché sono segnalate solo con dei lampioncini (bianchi e rossi o bianchi e verdi) e a volte sono negli ingressi degli agli edifici. Bisogna anche stare attenti a non prendere i treni “espresso” che non fanno a tutte le fermate. 9° giorno Stamattina per colazione andiamo in uno starbucks nuovo e poi da Magnolia Bakery, 1240 6th Ave, a comprare dei dolci da portare in Italia. Andiamo con la metro a downtown. A Battery Park c’è un gruppo che suona poi percorriamo tutto il parco di fronte al New Jersey a ovest di Ground Zero e rientriamo da Greenwech Street. A Canal Street prendiamo la metro e andiamo a pranzo da Europan (11$) vicino all’hotel. Alle 15 prendiamo la metro per l’aeroporto. Abbiamo un pò di problemi perché c’è un cartello che avvisa che ci sono dei cambi nelle corse. A un certo punto decidiamo di scendere ma gli altri passeggeri, che anche se non lo davano a vedere ci tenevano d’occhio, ci bloccano e ci assicurano che siamo sul treno giusto… ancora una volta gentili e disponibili con i turisti.

Che dire, nove giorni sembravano tanti per visitare questa affascinante città, invece non siamo riusciti a fare tutto quello che avremmo voluto. Speriamo con tutto il cuore di poterci ritornare.



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