Norvegia on the road 3
Diario di viaggio:
1) Bergen: La mia prima tappa norvegese, arrivo con volo diretto Roma – Bergen acquistato tramite la compagnia low-cost Norwegian. Ha la fama di essere la città più piovosa di tutta la nazione e devo dire che ha rispettato a pieno il suo titolo. Nei giorni precedenti tramite varie conversazioni e-mail, riesco a rimediare un monolocale con preziosissimo angolo cottura situato in pieno centro. Bergen è una piccola e deliziosa cittadina sulle rive di un fiordo. I colori del cielo e del mare si mescolano con le piccole abitazioni norvegesi situate tutte intorno alle colline sovrastanti. Da ricordare le piacevoli passeggiate al Bryggen, il più antico quartiere di Bergen con i suoi edifici in legno, situato lungo le riva orientale del porto di Vågen, il mercato del pesce con la sua atmosfera particolare e i fantastici calamari take away e la vista panoramica partendo dalla funicolare fino ad arrivare in cima al monte Fløyen.
2) Norway in a Nutshell (Bergen-Voss-Stalheim-Gudvangen-Sognefjord-Flam-Myrdal): Un percorso memorabile che unisce insieme le cose più belle di questa zona della Norvegia: panorami mozzafiato, tanto verde, la vista dallo Stalheim (mi sono fermato a dormire al meraviglioso Stalheim Hotel, vedi punto seguente) e la navigazione di una parte del Sognfjord, il più grande fiordo norvegese (non che il più lungo del mondo). In alcuni punti le pareti si alzano per più di un km sopra l’acqua mentre in altri la costa è più dolce e cosparsa di villaggi, frutteti e fattorie. Il ritorno è stato fatto attraverso l’esperienza della Flåmsbana, l’incredibile viaggio in treno dalla stazione di “Flåm” (nell’estremità interna del fiordo di Aurland) fino a quella di alta montagna di “Myrdal”. Questa ferrovia velocissima si snoda attraverso ripidissimi lati delle montagne e in alcuni punti è sospesa sopra precipizi e torrenti, presenta una panoramica su uno dei più selvaggi ed immensi paesaggi naturali norvegesi, il top del percorso è rappresentato dalla sosta d’avanti alla maestosa cascata di Rjondefossen con 140 m di caduta libera. Indimenticabile.
3) Stalheim: Una località altissima con un albergo dalla vista incomparabile, il miglior panorama mai visto affacciandosi direttamente dalla finestra di un albergo che domina una vallata abbracciata dalle montagne. Nessuna foto o racconto può rendere giustizia a questo posto che sembra uscito direttamente da un libro di Tolkien. Nei dintorni ho fatto una delle passeggiate più belle di sempre lungo la scogliera che domina Nærøydalen, passando attraverso un sentiero che passa sul precipizio e in alcuni punti strettissimo. A tratti, sotto di me c’era letteralmente il vuoto (non nascondo un pizzico di timore), quindi non è un percorso per chi soffre di vertigini, ma è indubbiamente bellissimo! Alla fine, (ci vogliono due ore tra andata e ritorno) si arriva alla casa del contadino di Nåli, un luogo evocativo con i resti dell’abitazione di questo tizio che nel 1870 si trasferì in questo posto fino al 1930. (Chissà per quale assurdo motivo!). Appunti di viaggio: per affrontare questo viaggio sono consigliate le scarpe da Trekking ed è altamente sconsigliato andarci dopo che ha piovuto perché si scivola.
4) Trondheim: Si sale su nel Trøndelag, una regione di colline accidentate, punteggiate dal rosso acceso delle fattorie e da distese verdi di grano e orzo. Questa regione è immersa d’acqua da tutte le parti: mare, laghi e fiordi! Trondheim, la vecchia capitale della Norvegia è una città molto carina con vie molto ampie e zone pedonali. Molte persone vanno in bicicletta ed è piena di caffè e ristoranti. Si visita completamente in un giorno e ci sono molte cose da vedere, dalla cattedrale di Nidaros, il più imponente edificio medievale della scandinavia, al Bryggen visibile dal vecchio ponte cittadino dove una serie variopinta di magazzini si affaccia sul fiume. Gli antichi quartieri operai sono stati ristrutturati e sono aggi pieni di graziosi caffè color pastello e giardini pieni di fiori. Da ricordare la passeggiata in salita fino alla fortezza di Kristiansten (durante la seconda guerra mondiale i nazisti la utilizzarono come patibolo per la resistenza norvegese).
5) Isole Lofoten: Entro nel Nordland. Dopo una breve sosta a Bodo, dove faccio in tempo a vedere un po’ di Nordland Musikkfestuke (un festival dove si ascolta di tutto, dalle orchestre sinfoniche al rock) e poi prendo la nave veloce per le Isole Lofoten, un posto che sembra uscito dalle favole. Questo arcipelago di isole a nord del circolo polare artico è composto da montagne con le pareti a picco che cadono direttamente nell’oceano e da caratteristici e pittoreschi villaggi di pescatori. Il bellissimo paesaggio è caratterizzato delle rorbuer (case di pescatori) con i loro essiccatoi (qui il merluzzo regna sovrano), la luce del giorno quasi 24 ore su 24, l’aria purissima e i colori accesi. Da Svolvær (città portuale nell’isola di Austvågøy, ottima per gli spostamenti) sono arrivato lungo la E10 (strada di una bellezza panoramica eccezionale) fino a “Å i Lofoten”, all’estremità di Moskenesøy, che più che un villaggio sembra un museo vivente. Qui il tempo sembra essersi fermato; file di rorbuer rosse fuoco costeggiano il lungo mare, pescatori e relativi essiccatoi, pescherecci antichi e un’aguzza catena montuosa alle spalle. Pernottamento in un rorbu a tre km di Svolvær (con cucina).
6) Tromsø: Dopo un lungo viaggio in autobus (dalle 9.45 alle 17.30) sono andato a Tromsø. Le contee di Troms e Finnmark compongono l’Estremo Nord, una regione poco visitata, ma affascinante per questo, non tutti si spingono in questi posti e alcuni luoghi scarsamente popolati. Tromsø però, l’ultima vera “città”, offre tantissimo: cultura, artisti, pub e birrifici e tanti musei. Io ho visitato il Polaria il museo naturalistico dedicato alle regioni artiche e un acquario la cui più grande attrazione sono 5 splendidi esemplari di foca. Da provare: la birra del birrificio Mack. Da vedere: la cattedrale artica che nelle forme richiama i ghiacciai.
7) Alta / Capo Nord: Qui il viaggio inizia a farsi un po’ più complicato. La scelta di Alta come base per gli spostamenti per Capo Nord è stata fatta perché qui c’è l’aeroporto che mi avrebbe portato giù fino a Oslo (sempre con la low cost Norwegian). Alta è un centro abitato difficile, poche abitazioni dislocate in una lunghezza di 15 km, un’unica e cara linea di autobus e tantissimi chilometri percorsi a piedi per raggiungere i vari centri. Ho approfittato di un’offerta di fine stagione per alloggiare in un albergo in riva al mare e ho visitato l’Alta Museum, un sito archeologico ai margini di alcune splendide scogliere dichiarate patrimonio dell’umanità. Ci sono incisioni rupestri risalenti all’età della pietra (le più antiche anno 6000 anni) dove i vichinghi riportavano temi più disparati, scene di caccia e di pesca, renne e alci, riti e simboli di fertilità. Dopo questa immersione nell’antichità parte il mio viaggio alla conquista di Capo Nord, organizzato partendo all’alba con l’unico autobus disponibile (ore 6.35). Ci sono varie vie per raggiungere Nordkapp, ma tutto qui diventa estremamente costoso e comunque io ho scelto l’autobus anche per motivi paesaggistici. Da Alta ho raggiunto prima Honningsvåg e poi da qui Capo Nord. Il tragitto è molto bello perché fino all’arrivo nella tundra settentrionale si vedono tantissime renne che pascolano tranquillamente e molto spesso bloccano le auto come se non ci facessero caso. Finalmente si arriva a 71° 10′ 21 di latitudine Nord e quindi allo strapiombo che si affaccia sul mar glaciale artico. E’ un posto simbolico e emotivamente coinvolgente, sporgendosi dalla scogliera ci si sente ai confini del modo e la cosa più bella è costituita solo dal fatto di essere lì.
8) Oslo: Dopo tanto nord e tanta natura la mia ultima tappa è a Oslo. Questa città è completamente diversa dal resto della Norvegia. Dopo tanta strada è un po’ come un ritorno al futuro. Nella mia breve permanenza a Oslo posso affermare senza ombra di dubbio che la capitale della Norvegia trasuda cultura da ogni angolo. Tantissimi Musei, ma io nel mio tempo a disposizione ho visitato il Nasjonalgallieret dove è esposto il sinistro capolavoro di Munch “L’urlo” e “La Madonna”, il museo di Munch che offre una visione complessiva dell’artista e il centro del Nobel per la pace con una serie di esposizioni digitali su tutti i vincitori del premio (sempre in questo museo c’era una bellissima mostra fotografica sulla condizione dei rifugiati di tutto il mondo e all’esterno, a pochi passi, un’altra mostra fotografica del premio fotografico Fatima Eikadi chiamata “I Refuse to be Your Enemy” che mostra popoli che vivono all’interno di conflitti che si sforzano di vivere una vita normale e rifiutano di avere i propri vicini come nemici.) Un altro luogo bello da visitare è il museo Vichingo nella penisola di Bygdøy, dove sono esposte delle maestose ed eleganti navi vichinghe (alcune perfettamente conservate). L’ultima visita l’ho fatta a Damestredet, una strada dove vecchie abitazioni settecentesche in legno fanno da contrasto all’architettura moderna del resto di Oslo.
Note: la Norvegia è molto molto cara, quindi per risparmiare un po’ bisogna adattarsi, fare la spesa nei supermercati e scegliere con cura dove pernottare. Io per ottimizzare ho scelto i lunghi viaggi in treno nelle ore notturne in modo da risparmiare la notte in albergo.