Norvegia: da Oslo a Nordkapp

20 agosto – 8 settembre 2009 CONSIDERAZIONI GENERALI: 1) Ciò che si dice a proposito dei costi della Norvegia è assolutamente vero, se si dispone di un budget limitato consigliamo di cambiare meta. Le attività più dispendiose sono risultate i ristoranti e gli alberghi. Per abbattere i costi dei pasti abbiamo fatto spesa nei supermercati e...
Scritto da: Tach
norvegia: da oslo a nordkapp
Partenza il: 20/08/2009
Ritorno il: 08/09/2009
Viaggiatori: in coppia
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20 agosto – 8 settembre 2009 CONSIDERAZIONI GENERALI: 1) Ciò che si dice a proposito dei costi della Norvegia è assolutamente vero, se si dispone di un budget limitato consigliamo di cambiare meta. Le attività più dispendiose sono risultate i ristoranti e gli alberghi. Per abbattere i costi dei pasti abbiamo fatto spesa nei supermercati e ci siamo rifocillati con panini, biscotti, frutta e altre schifezzuole confezionate. Per risparmiare nei pernottamenti abbiamo scelto soluzioni ricettive più economiche, come campeggi, hytter e robuer, attrezzandoci dall’Italia con asciugamani/accappatoi in microfibra, cuscini gonfiabili e sacchi a pelo da viaggio. Questo aspetto è molto importante, se volete usufruire di soluzioni ricettive low-cost, perché la biancheria non è quasi mai presente e se c’è molto spesso è a pagamento! 2) Consigliamo di affrontare il viaggio se siete amanti della natura e degli spazi aperti con orizzonti a perdita d’occhio, se apprezzate la quiete e il binomio mare/montagne, tipico delle zone costiere rappresentate dai fiordi. Nel caso siate alla ricerca di divertimento e vita notturna, sconsigliamo vivamente di recarvi in Norvegia. A parte Oslo, Tromso e Trondheim, cittadine abbastanza vive, dove si registra un’alta concentrazione di giovani, non vi sono città che offrono attrazioni particolarmente entusiasmanti. Molto spesso abbiamo avuto difficoltà anche a trovare ristoranti aperti nelle ore serali. 3) I norvegesi non sono particolarmente solari e accoglienti, più che uno dei paesi in cui si registra il più alto tasso di benessere, sembra un paese in cui la gente è particolarmente frustrata, fatta eccezione delle poche province sopraccitate. 4) Quando ci siamo concessi il lusso di un pasto caldo siamo stati molto contenti di aver assaggiato i gamberetti, la renna, prelibatezza locale e il salmone, decisamente molto più delicato del nostro, mentre il baccalà ci ha deluso. Ci è stata propinata a nostra insaputa la carne di balena, ma non ha incontrato la nostra soddisfazione, il sapore è decisamente troppo forte per i nostri palati. 5) Il clima con noi è stato abbastanza clemente, ha piovuto principalmente durante la notte. Consigliamo vivamente di portare indumenti comodi, scarpe da trekking o da ginnastica, giacche per ripararsi da vento e pioggia. Consigliamo un abbigliamento cosiddetto a cipolla, i climi da Oslo a Capo Nord sono variegati, molti dipendono dalla Corrente del Golfo. Ad Oslo abbiamo incontrato un clima mite, come anche in altre province sulla costa quali Tromso (grazie alla corrente del Golfo) mentre nell’entroterra, per esempio il sito del circolo polare artico, abbiamo trovato un clima reso ostile dal vento freddo. 6) Per quanto riguarda la viabilità ci sentiamo di segnalare di porre la massima attenzione al rispetto dei limiti di velocità, le arterie principali sono disseminate di autovelox. Avendo noleggiato l’auto eravamo provvisti di una sorta di telepass che segnava ad ogni casello il pagamento automatico del pedaggio, noi ci siamo trovati molto bene. Non dovete immaginarvi il casello autostradale che si trova in Italia, con sbarre e casellante, in Norvegia il pedaggio è segnalato da un cartello e non vi sono sbarre che impediscono di procedere, per cui anche se non si paga, si va avanti, ma non abbiamo capito se in qualche modo vengono rilevati i trasgressori. Durante il viaggio abbiamo incontrato alcuni italiani preoccupati di questo fatto perché stavano ignorando tutti i pagamenti stradali e temevano di ricevere a casa multe salate…non sappiamo come sia andata a finire la loro vicenda. 7) Per quanto riguarda i pagamenti, la moneta ufficiale è la corona norvegese, avevamo contanti ma spesso abbiamo pagato tramite carta di credito. Inutile dire che la Norvegia è molto all’avanguardia, qualunque esercizio commerciale è dotato di Pos, persino i campeggi sperduti nel bosco. 8) Sinceramente Capo Nord è una meta ambita più per poter raccontare di esserci stati che per quello che realmente offre! Condividiamo pienamente come la Lonely Planet ha definito Capo Nord, una “trappola per turisti”. E’ impossibile non sentirsi stupidi quando ti chiedono quasi 25 euro a testa (per non parlare del tunnel che si deve attraversare, altri 45 euro a/r) per affacciarti ad un promontorio a strapiombo sul mare. Se mai ci torneremo credo che percorreremo la passeggiata che porta al vero punto più a nord della terraferma, meta meno conosciuta perché raggiungibile solo a piedi e quindi più solitaria. 9) Noi eravamo in coppia. I prezzi di cene e pernottamenti sono da intendersi per coppia, i traghetti pure, considerando che loro conteggiano auto e autista insieme + ogni passeggero aggiuntivo. Infine gli ingressi alle varie attrazioni sono indicati per persona. 10) La Norvegia è molto sensibile alle esigenze degli studenti, quasi tutte le attrazioni offrono sconti particolari ai possessori della “Student Card”, rilasciata dal CTS al costo di 10€, noi abbiamo risparmiato parecchie decine di euro. I NOSTRI NUMERI (validi per la coppia) 20 sono i giorni di vacanza 6738 sono i kilometri percorsi 14 sono i traghetti presi 300 euro circa i soldi spesi per i traghetti 80 euro circa i soldi spesi per i pedaggi 315 euro circa i soldi spesi per le attrazioni (77 euro in due i soldi risparmiati con la carta studenti) 565 euro circa i soldi spesi nella benzina 1760 euro circa i soldi spesi per i pernottamenti 815 euro circa i soldi spesi nel mangiare 804.50 euro i soldi spesi per il noleggio dell’auto 124.54 euro i soldi spesi per il volo Ryanair, partenza da Bologna IL NOSTRO DIARIO 20 agosto Bologna-Oslo: Volo Ryanair da Bologna per Oslo “Torp International Airport” Sandefjord (62€ a testa) Arrivo aeroporto ore 19.05, tramite bus raggiungiamo il bus terminal di Oslo alle 21.05, dopo circa 1 ora e 15 minuti di viaggio, spesa aerobus 300 NOK a/r, ma per noi bravi studenti 260 NOK. Arrivo ad Oslo sotto la pioggia. Raggiungiamo a piedi il Comfort Hotel dove alloggeremo per le prossime 3 notti, si trova nelle vicinanze della stazione, sembra bello, pulito e confortevole, spesa per albergo, per 3 notti, prima colazione compresa, 327€ per la camera doppia, considerati i prezzi di Oslo 55€ circa a testa per notte è stato un buon affare. Abbiamo molte aspettative per la colazione, considerato che stasera abbiamo cenato con 2 panini preparati nelle terre romagnole. 21 agosto Oslo: Buongiorno, dopo un’abbondante colazione e il furto di 2 panini al prosciutto cotto e formaggio, che ci aiuteranno a superare i morsi della fame del primo pomeriggio, si parte alla scoperta della città. Prima tappa l’ufficio informazioni presso la torre di vetro Trafikanten sulla piazza della stazione. Proseguiamo, quindi, sulla Karl Johans Gate, arteria principale della città percorsa da un brulicare di negozi e ristoranti, e raggiungiamo la Domkirke, cattedrale evangelica, chiusa per lavori di restauro. Foto di rito allo Storting, il palazzo del parlamento e di fronte al famoso Grand Cafè. Ci dirigiamo verso la Nasjonalgalleriet, fortunatamente gratuita, merita la visita solo per la sala dedicata a Munch. Ci spostiamo verso il Kongelige Slott, il palazzo reale, dove alle 13.30 assistiamo al cambio della guardia, con tanto di banda al seguito, giudizio positivo ma non comparabile con il cambio della guardia londinese. Giriamo per lo Slott Parken, il parco principale della città, adiacente al palazzo reale e poi direzione Radhus, municipio di Oslo, famoso per la sala delle feste dove annualmente viene assegnato il Premio Nobel per la Pace, purtroppo anch’esso chiuso al pubblico. Ci dirigiamo verso Akershus Festning, la fortezza (costo 65 NOK a testa, studenti 45 NOK), niente di superlativo. Non ancora stanchi ci dirigiamo verso Var Frelsers Gravlund, il cimitero, attraverso la via Akersgata, per la visita delle tombe di Ibsen e Munch, ciò che colpisce è che la religione evangelica non prevede l’esposizione fotografica del defunto e le tombe sono tutte interrate. Ritorniamo per la via Akersveien, caratteristica per le case in legno dipinte, quindi giro shopping presso “Oslo City”, bel centro commerciale, indicato per i fanatici del consumismo. Ceniamo allo SteakHouse di Aker Brygge a base di carne, patate e salsine per la modica cifra di 591 NOK in tutto (l’acqua in caraffa è gratis approfittatene!). L’ Aker Brygge è il luogo ideale per una passeggiata lungo il porticciolo e dove si trovano locali carini, noi abbiamo trascorso ben due serate in questa zona e ne è valsa la pena. 22 agosto Oslo: Oggi è proprio una bellissima giornata di sole, ci dirigiamo verso il Radhus, per prendere il traghetto che ci porterà alla penisola di Bygdoy, prezzo 36 NOK a testa. Visita limitata al Vikingskipene, il museo delle navi vichinghe (costo 50 NOK a testa, studenti 35 NOK), molto interessante, custodisce 3 imbarcazioni originali, presenti anche sui libri di storia: la nave Oseberg, Gokstad e Tune. Ci spostiamo al Nosk Folkemuseum, il museo del folclore popolare (costo 95 NOK a testa, studenti 70 NOK). E’decisamente caratteristico, da visitare solo in caso di bel tempo, dato che è un museo all’aria aperta, in sostanza è una riproduzione degli antichi villaggi norvegesi, ci sono abitazioni di vario tipo ed epoche, provviste persino di mobilio e personaggi che riproducono alcuni antichi mestieri. Tramite un autobus (36 NOK a testa, ESAGERATO!) giungiamo a Frognerpark, uno dei parchi più belli della Scandinavia, colmo di statue dell’artista Vigeland, che raccontano le fasi della vita; vista la bellissima giornata c’era molta gente che passeggiava, che faceva la siesta sulle panchine, praticava sport, “merendava” sull’erba, insomma merita di trascorrere qualche ora in relax. Ritorniamo in centro con lo stesso biglietto di prima, nessuno ci ha ostacolato oppure reclamato un nuovo pagamento ma noi non abbiamo capito la validità del biglietto. Un acquisto veloce presso il celeberrimo Hard Rock Cafè, nella patria del metallo. Ci dirigiamo di nuovo in zona Aker Brygge per la cena, ci fermiamo nel ristorante Sorgenfri, che offre specialità di pesce, dove consumiamo i famosi gamberetti bolliti, serviti freddi da sgusciare e assaporare con limone e maionese, una portata di zuppa di pesce con crema al sapore di panna, molto delicata e una porzione di mules frites, una vera goloseria, il tutto per la “modica” cifra di 604 NOK. Ultima cena prima del Grande Nord. 23 agosto Oslo-Bergen (km 520): Arriviamo alle ore 11 al Sas Radisson Hotel di Oslo per ritirare l’auto prenotata con Hertz, costo complessivo per una Opel Corsa noleggiata per un totale di 16 giorni, 804.50 €. Imbocchiamo la E18 direzione Drammen e proseguiamo per la E16 che ci accompagnerà fino alle porte di Bergen. Raggiungiamo infatti Honefoss, Leira, la zona di Valdres e tra meravigliosi paesaggi raggiungiamo Aurland, attraversando un tunnel lungo ben 25 km, per fortuna il solo così lungo di tutta la vacanza. Dopo aver incontrato tanti altri tunnel, finalmente raggiungiamo Voss, proseguiamo ancora per la E16 e decidiamo di fermarci per trascorrere la notte al Camping Bratland, dove per una Hytter con due letti a castello, bagno esterno, ci chiedono 390 NOK. La doccia costa 10 NOK per 4 minuti. Ceniamo presso il fast-food posizionato a qualche km dal campeggio sulla strada principale, al costo di 282 NOK, abbiamo ammortizzato le spese delle cene precedenti. Se ci dovesse capitare l’occasione di ritornare a Bergen, credo che opteremo per un altro tragitto che passa da Geilo, Voringfossen ed Eidfjord, in quanto dovrebbero offrire panorami più gratificanti. Dopo il sole che ci ha accompagnati per tutto il giorno, all’imbrunire ha iniziato a piovere. 24 agosto Bergen: Giornata dedicata alla visita della cittadina. Per fortuna non piove ma tira decisamente molto vento. Ci spostiamo con un autobus, che fa tappa proprio di fronte al nostro campeggio, e raggiungiamo il centro di Bergen. Passeggiamo per Lille Lungegardsvann, un parco occupato da un laghetto ottagonale. Raggiungiamo la Domkirke, che ovviamente troviamo chiusa, quindi ci dirigiamo verso il mercato del pesce, che giriamo molto velocemente per riservarci una approfondita passeggiatina all’ora di pranzo. Passeggiamo per il Bryggen, patrimonio dell’Unesco per le case in legno colorate, appartenute ai commercianti dell’Hansa, decisamente molto suggestivo. Ci spostiamo al Bergenhus Festning, la fortezza e visitiamo la Rosenkrantztarn, la torre (costo 40 NOK a testa, studenti 20 NOK) e la Hakonshallen, il salone per le feste (costo 40 NOK a testa, studenti 20 NOK). Torniamo quindi al mercato del pesce fermandoci alla Mariakirken, ovviamente chiusa e finalmente ammiriamo con calma il mercato del pesce, stracolmo di pesce cotto o crudo, già pronto da mangiare, dove per un pasto abbondante spendiamo 240 NOK. N.b. Al mercato del pesce moltissimi venditori sono italiani o spagnoli, laddove non è indicato consigliamo di chiedere il prezzo, un venditore spagnolo per un panino al salmone, che tutti vendevano a 20/25 NOK, ci ha chiesto 40 NOK. Terminato il pranzo decidiamo di prendere la Floybanen, la funicolare che ci porta a 320 mt s.l.m. E lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è grandioso, costo 70 NOK. Il fiordo di Bergen è sotto i nostri occhi, fantastico, impossibile non immortalarlo con foto e video. Il belvedere è una meta molto gettonata, vi sono parecchi turisti ma in fondo ne vale la pena mescolarsi con la massa per ammirare questo paesaggio incantevole. Tornati a valle, visitiamo la Torget, la più animata piazza di Bergen e raggiungiamo la Johnneskirke, indovinate, anche questa chiusa… Torniamo in campeggio con il solito autobus, decidiamo di raggiungere il supermercato per acquistare viveri di sopravvivenza e scopriamo molto stupiti che per incentivare la raccolta differenziata, nei supermercati esiste una macchina che ritira le bottiglie di plastica in cambio di buoni spendibili all’interno dello stesso supermercato. 25 agosto Bergen-Geiranger (455km): Ci svegliamo e il bel tempo ci accompagna, salutiamo il camping ma decidiamo, prima di lasciare Bergen, di optare per una veduta panoramica dall’alto, sul fiordo. Ci dirigiamo ad Ulriken, dove si trova la stazione della funivia che porta in cima al monte, meta molto meno conosciuta o forse meno frequentata vista l’alta esposizione al vento fortissimo. Arrivati in cima, dopo non pochi sussulti dati dalle forti oscillazioni della cabina, lo spettacolo che ci si presenta è fantastico, anche se il vento è decisamente troppo forte e fastidioso, costo 145 NOK a testa. Abbiamo scoperto che vi è un sentiero percorribile a piedi che porta in cima al belvedere, abbiamo incontrato alcuni escursionisti ma non ci siamo interessati a ripercorrere le loro orme. Si riparte seguendo la E39 fino a raggiungere il Sognefjorden e tramite traghetto raggiungiamo Lavik, costo 127 NOK. E’ il nostro primo traghetto e visto l’entusiasmo, non abbiamo esitato a scattare foto, in realtà i traghetti avranno modo di stancarci parecchio. Proseguiamo per la E39 e raggiungiamo Byrkjelo, crocevia per imboccare la 60 che ci porta a Loen. Percorriamo una strada panoramica che costeggia il lago Lodalen, di colore verde smeraldo, dopo circa 20 km di strada asfaltata parcheggiamo per incamminarci verso il ghiacciaio Jostedalsbreen. Dopo 15 minuti di cammino arriviamo ai piedi della lingua di ghiaccio, panorama mozzafiato esaltato dall’assoluta mancanza di turisti. La lingua glaciale che vediamo dal basso è quella dello Kjenndalsbreen. L’acqua e la montagna sono padrone assolute dello scenario, oltre al ghiacciaio, vi sono intorno a noi cascate di diverse altezze. Ritornati alla macchina proseguiamo per Stryn, imbocchiamo la 15 e raggiungiamo Geiranger, dove, lungo la strada, troviamo una Rom, con bagno in comune da dividere con un’altra stanza, fortunatamente vuota, per la somma di 500 NOK, ovviamente senza colazione. 26 agosto Geiranger-Surnadal (476km): Sveglia di buon’ora e guardando dalla finestra prendiamo atto che durante la notte ha piovuto. Ci dirigiamo al punto di imbarco per Hellesyt, saliamo mentre la prima nave da crociera attracca, costo del nostro traghetto di linea 340 NOK. La durata è circa 1 ora e sembra veramente una crociera, eravamo in pochi, 3 macchine in tutto, di cui una famiglia di Bergamo. Il capitano forniva le spiegazioni del paesaggio in italiano. Esperienza indimenticabile, la consigliamo vivamente, nonostante la cifra un po’ esosa. Giunti alla meta imbocchiamo la 60 in direzione Stranda e prendiamo il 2° traghetto della giornata che ci porta a Liabygda, costo 81 NOK. Raggiungiamo quindi la 63 a Valldal e ci inerpichiamo sulla Trollstigen. Panorami inimmaginabili, ci si chiede come l’uomo sia riuscito a plasmare la natura con questa opera, credo sia difficile rendere l’idea di cosa si possa effettivamente vedere, ogni descrizione potrebbe essere riduttiva e semplificatoria. Arriviamo ad Andalsnes, prendiamo la E136 e poi la E39, direzione Alesund. Una volta giunti ci addentriamo nello stile Art Nouveau del centro di Alesund e poi ci inerpichiamo sulla collina di Aksla, salendo i 418 gradini che ci consentono di ammirare la vista sul fiordo, forse il più caratteristico, riconoscibile su tutte le guide turistiche. E’ possibile risalire la collina anche in auto. Riprendiamo la E39, direzione Vestnes dove il 3° traghetto, costo 142 NOK ci porta a Molde e da lì, lungo la 64, raggiungiamo Bremsnes percorrendo la rinomata Strada Atlantica, con i suoi molteplici ponti, di cui uno, reso particolarmente famoso dalla pubblicità di una celebre casa automobilistica per la sua forma stravagante. Questa strada ci ha un po’ delusi, forse perché eravamo carichi di aspettative o forse perché abbiamo percorso diversi kilometri senza che ne valesse realmente la pena, pedaggio tunnel di 15 NOK. Altro traghetto che ci porta a Kristiansund, costo 114 NOK e poi lungo la 70 fino ad un tunnel che ci costa 95 NOK, proseguiamo sulla 70, poi direzione Trondheim sulla E39, fino a Kanestraum. Altro traghetto per Halsa, costo 102 NOK, poi sorpresa, deviamo per cause ignote sulla 65. Questa deviazione ci costringerà a guidare fino a tarda notte per approdare a Surnadal, dove, vista l’ora tarda, siamo costretti a pernottare presso l’unico hotel trovato, l’Hotel Varsog di Surnadal, costo totale 1395 NOK, pernottamento e prima colazione…CAVOLI! 27 agosto Surnadal-Mosjoen (525km): Stamattina appesantiti dalla lunga giornata precedente e alleggeriti dalla spesa esorbitante dell’albergo, decidiamo di riscattarci con un’abbondante colazione, con pranzo annesso, visto che abbiamo fatto scorpacciata di panini ben conditi e frutta di vario tipo. Riprendiamo la 65 e arriviamo sulla E39, quindi Trondheim, ci fermiamo a visitare la città. L’impatto avuto è stato quello di una città brulicante di giovani universitari. Visitiamo la bellissima cattedrale di Nidaros, una delle uniche incontrate aperte, ovviamente dietro pagamento di 50 NOK a testa. La cattedrale rappresenta il più imponente edificio medievale della Scandinavia. Ci incamminiamo lungo la Munkegata fino alla Torget, il cuore della città e poi oltre fino ad un minuscolo mercato del pesce, insignificante. Un salto al Gamle Bybro, il vecchio ponte cittadino, con vista sul Bryggen composto da case in legno a palafitte, molto singolari. Decidiamo quindi di ripartire e prendiamo la E6, dopo la città ci sono una serie di pedaggi e marciamo fino a Steinkjer, dove prendiamo la Strada Artica. Abbiamo voglia di macinare kilometri per avvicinarci al grande nord, quindi raggiungiamo Mosjoen, ci fermiamo al Camping Mosjoen, dove paghiamo un bungalow, senza servizi in camera e doccia inclusa nel prezzo, 390 NOK. 28 agosto Mosjoen-Bodo (430km): Decidiamo di visitare Sjogata, un quartiere di Mosjoen caratteristico, ottenuto da casette di pescatori ed ex magazzini, sapientemente ristrutturati, molto carino. Proseguiamo il nostro viaggio sulla E6 fino a raggiungere il Circolo Polare Artico, inconfondibile per l’unico edificio che si incontra dopo kilometri di tundra. Questa sorta di oasi nel deserto è stata realizzata per segnalare il passaggio del parallelo, ovviamente facciamo una breve sosta rinfrescante, visto che tira un vento gelido insopportabile. Caratteristica la prassi degli “omini”, cumuli di sassi lasciati dai turisti che ci hanno preceduto per segnalare la loro presenza, mai vista una concentrazione così alta. Riprendiamo il cammino fino a Fauste, deviamo imboccando la 80 che ci condurrà a Bodo, dove decidiamo di sostare per la notte al Bodosjen Camping, bungalow con bagno, costo 600 NOK. Giriamo per il centro di Bodo, l’impressione che abbiamo avuto è stata quella di una cittadina triste e desolata, fantasma dopo le ore 17. Non abbiamo alternative, vista l’assenza di traghetti, decidiamo di andare a vedere il Malstrom di Saltstraumen, lo spettacolo è affascinante perché le maree fanno sì che le acque di un fiordo defluiscano nell’altro, creando molteplici vortici, anche se non reputiamo lo spettacolo imperdibile, forse anche in questo caso perché eravamo carichi di aspettative molto al di sopra della realtà. Delusi dal Malstrom ci dirigiamo in centro e siamo costretti a rimanere in quella tristezza infinita per soddisfare la nostra fame, sperimentiamo uno dei soli ristoranti aperti, Peppes Pizza, in mancanza di altro ci serve per riempire la voragine nello stomaco. 29 agosto Bodo-Svolvaer (152km): Non avendo prenotato il traghetto, ci svegliamo con netto anticipo per prendere quello delle ore 10.15 che ci porterà alle Isole Lofoten ed esattamente a Moskenes. Arriviamo all’imbarco sulle 8.15 e con grande sorpresa troviamo già una decina di auto, ma successivamente notiamo che non se ne aggiungono tante altre, costo del traghetto 704 NOK, durata del viaggio circa 3 ore e 30 minuti. Appena arrivati, dopo un salto all’ufficio informazioni, ci dirigiamo ad A, lungo la E10. Le Isole Lofoten sono particolarmente affascinanti, rimangono nella memoria di tutti i suoi visitatori per la natura incontaminata che si scorge a 360°. Ci ritroviamo in un incantevole villaggio, A, noto per l’attività di pesca dei merluzzi che si verifica da gennaio ad aprile. I segni del merluzzo si trovano dappertutto, infatti il paese è costellato di tralicci di legno che servono per l’essicazione dello stesso. Riprendiamo la E10 e ci fermiamo a Reine, il paese di pescatori considerato la perla delle Lofoten, in effetti le montagne alle spalle e il mare di fronte, sembrano il guscio di una piccola perla che è il paese. A e Reine meritano una visita, entrambi sono molto pittoreschi e la strada che li congiunge è decisamente panoramica. Raggiungiamo Leknes e qui facciamo una deviazione per la 815 fino a ritornare sulla E10 e raggiungere Svolvaer, dove decidiamo di concederci un lusso, pernottiamo in una Robuer fantastica all’Anker Brygge, costo 1300 NOK, compresa la colazione, sono stati soldi spesi bene, ne è valsa veramente la pena perché ciò che un tempo era una capanna di pescatori oggi è un alloggio molto confortevole e decisamente molto chic. Decidiamo di visitare “Magic Ice” un museo con sculture di ghiaccio che illustrano la vita delle Lofoten, molto originale, temperatura interna -5°, costo 95 NOK a testa. Ceniamo al ristorante dell’Anker Brygge, il Kjokkenet, dove assaggiamo anche il boknafisk, la loro specialità, trattasi di merluzzo con lardo salato e verdure…un sapore che decisamente non ci aggrada. Quest’ultima cena potevamo evitarla, abbiamo speso troppo, 585 NOK, senza soddisfare i nostri palati. 30 agosto Svolvaer-Andenes (318km): Facciamo un’abbondante colazione, decisamente superiore alle nostre aspettative, a base di pesce, affettati, marmellate, frutta fresca, uova etc. Al centro della sala colazioni del Bryggabaren si trova un originale bancone ricavato dalla scialuppa di salvataggio di una nave militare polacca della seconda guerra mondiale. Ripartiamo lungo la E10 raggiungendo Fiskebol e prendiamo il traghetto che ci porterà a Melbu sulle Vesteralen, costo 121 NOK, continuiamo sulla E10 e arrivati a Sortland prendiamo la 820 e poi la 821 per raggiungere Nyksund, la città fantasma. La strada è molto panoramica, lungo il percorso abbiamo incontrato le immancabili pecore e un paesaggio “mozzafiato” animato da paesaggi “silenziosi”. Il paesino, costituito da poche case, merita una sosta e garantisce foto esclusive. I pochi suoni che si ascoltano sono quelli degli uccelli, unica forma di vita presente in maniera massiccia. La storia narra che il paese abbia attraversato diverse vicissitudini che hanno fatto sì che sia stato per lungo tempo abbandonato dall’uomo, ora si contano poche decine di persone. Torniamo indietro e riprendiamo a nord, direzione Sto, che non merita di essere di visitato. Ritorniamo a Sortland e da lì, lungo la 82 raggiungiamo Andenes dove troviamo alloggio, grazie alle indicazioni della guida Lonely Planet, al Den Gamle Fyrmesterbolig, una dependance di un’abitazione privata, all’ombra del secolare (1856) e imponente faro ancora funzionante, decisamente molto romantico. Bagno in comune con una famiglia di simpatici romani, costo della stanza 500 NOK. 31 agosto Andenes-Evenes (251km): Ci svegliamo con comodo, colazione, spesa, benzina e ci dirigiamo al Whale Safari con sede al centro delle balene, dove confermiamo il tour, prenotato il giorno prima telefonicamente, alla ricerca delle balene. Sulle 11.15 inizia la visita guidata del centro in lingua inglese, a chi lo desidera offrono la pastiglia contro il mal di mare e alle ore 13 si salpa. Dopo circa 1 ora e 30 minuti di viaggio avvistiamo in lontananza i primi spruzzi che ci segnalano di essere vicini e poi la prima balena a poca distanza da noi. E’ molto emozionante vedere la schiena di questo gigantesco mammifero per qualche minuto, la parte più spettacolare è l’immersione con la visione della coda. In tutto ci sono stati 4 avvistamenti. All’andata ci hanno offerto the, caffè e biscottini, al ritorno una brodaglia calda con verdure e un panino per il toccio, diverse persone hanno avuto il mal di mare, per cui è sconsigliabile per tutti coloro che ne soffrono, però rimane il fatto che l’esperienza è unica e noi l’abbiamo apprezzata molto (costo 795 NOK a testa, studenti 650 NOK). Rientriamo sulle 17.30 e decidiamo di ripartire, proprio ieri sono terminati i traghetti che collegano all’isola di Senja. Riprendiamo quindi la strada che passa da Bleik, poi ci immettiamo sulla 82 per Sortland e infine sulla E10 fino ad Evenes, dove decidiamo di trascorrere la notte, ormai stanchi ci fermiamo all’Evenes Hotel, costo 890 NOK, colazione inclusa. Fuori piove fortissimo già da diverse ore, la nostra camera ha una vista spettacolare sul fiordo. 1 settembre Evenes-Alta (548km): Partenza da Evenes con pioggia battente che ci accompagnerà per circa 2 ore, continuiamo lungo la E10 fino a raggiungere l’incrocio con la E6 e da qui a nord fino a raggiungere la città di Alta alle 4 del pomeriggio. Visitiamo l’Alta Museum, museo all’aria aperta delle incisioni rupestri, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Si tratta di incisioni nella roccia che risalgono a 6 mila anni fa, si ammirano percorrendo una passerella appositamente costruita dall’uomo, il percorso può variare da 1 a 3 km (costo 85 NOK, studenti 65 NOK), non avevamo mai avuto l’occasione in precedenza di visitare un museo simile, ci è piaciuto molto. Pernottiamo al Wisloff Camping, bungalow senza bagno 350 NOK. Cena alla Han Steike, una steak house carina, a base di renna e salmone, senza esagerare con le pietanze ordinate e come al solito alzandoci da tavola ancora con l’appetito, costo 514 NOK. E domani finalmente Capo Nord. 2 settembre Alta-NordKapp-Karasjok (556km): Partenza dalla cittadina di Alta, direzione Capo Nord, percorriamo la E6 contenti di raggiungere la meta più alta nella cartina, imbocchiamo la E69, finalmente incontriamo le renne, prima un paio e poi qualche branco, le foto e i minuti di video si sprecano. Raggiungiamo il tunnel che ci condurrà all’isola di Mageroya, il cui costo è di 192 NOK. La poggia lieve e poi battente, ha lasciato il posto al bel tempo che ci accompagna a Capo Nord. Ci si presenta un casello dove non troviamo nessuno, per fortuna e procediamo parcheggiando l’auto. Nel parcheggio ce ne sono poche altre, ormai la stagione del sole di mezzanotte è terminata da parecchio per cui non è una meta particolarmente ambita. Ci avviciniamo al mega rifugio con ristorante panoramico e negozio di souvenir dove troviamo un cartello che ci invita cortesemente a raggiungere la reception per pagare l’importo dovuto, 215 NOK a testa. Crediamo siano impazziti e indignati ci rifiutiamo di entrare per evitare il pagamento, visto che ciò che si vede è una struttura in muratura e un promontorio da cui si può ammirare il panorama. Circumnavighiamo lo stabile per le foto di rito e poi sgattaioliamo via prima che qualcuno possa chiederci qualcosa. Poco distante da qui si trova un punto da cui è possibile fare la passeggiata che richiede 5 ore per raggiungere la vera posizione più settentrionale della terraferma, quella meno conosciuta, perché meno accessibile, che non è diventata oggetto di business e strumentalizzazione. Il Knivskjellodden si raggiunge soltanto a piedi dopo una lunga scarpinata, non ci facciamo coinvolgere da questa esperienza, seppure allettante, per paura della pioggia imminente e torniamo lungo la E69 verso Honningsvag. Il paese è insignificante, quindi lo abbandoniamo in fretta e ci dirigiamo, percorrendo il solito tunnel dell’andata, 192 NOK, verso sud. La sera precedente avevamo fatto un po’ di conti kilometrici per il rientro e vista la disponibilità di tempo e la curiosità nei confronti della cultura Sami, decidiamo di dirigerci a Karasjok, che raggiungiamo nel tardo pomeriggio. Pernottiamo all’Engholm’s Design Lodge, un pittoresco villaggio di bungalow all’interno della foresta, realizzato utilizzando esclusivamente materie disponibili in natura, tipo legno, sasso, pelli, etc. Scegliamo un bungalow con bagno in camera al costo di 1000 NOK, e ceniamo con piatti gustosi in cui la portata principale è uno spezzatino di renna, al costo di 280 NOK a testa. E’ stato l’alloggio più bello mai incontrato, è veramente superlativo, tutto è in perfetto stile Sami, qualcosa che non potevamo immaginare, eravamo soli e la cena è stata la più romantica della nostra vita. Un ambiente adatto a fare innamorare e a creare l’atmosfera giusta, mai visto nulla di simile. Particolare da non trascurare sono i 50 circa cani da slitta che dormono di fianco agli alloggi, molto suggestivo l’ululato di questi cani nel cuore della notte. 3 settembre Karasjok-Tromso (587km): Visita della cittadina di Karasjok, vediamo il parlamento Sami dall’esterno e ci dirigiamo al Sapmi Park che nonostante sia un parco costruito ad hoc per il turista, permette di conoscere la cultura Sami. Il teatro magico stamattina non ha voglia di lavorare, dopo vari tentativi ci dichiarano che purtroppo non è funzionante. Molto onestamente ci restituiscono i 100 NOK a testa che avevamo pagato e dopo averci offerto una tazza di caffè, ci permettono di visionare gratuitamente il parco tematico esterno, corredato di opuscolo in italiano. Il parco tematico consiste in modelli abitativi Sami, molto interessante. Ripartiamo e ci addentriamo in quello che per convenzione sarebbe il centro e diamo un’occhiata alla Gamlekirke, la chiesa di legno più antica del Finnmark. Purtroppo di persone Sami neanche l’ombra. Ci muoviamo allora lungo la 92 e poi per la 93, raggiungendo Kautokeino, altra cittadina Sami. Lungo il tragitto incontriamo un paesaggio brullo a perdita d’occhio, sembrava di essere in una zona desertica più che in Norvegia. In città visitiamo il Kautokeino Museum, un piccolo museo con numerosi oggetti e qualche costume Sami, all’esterno vi sono diverse ricostruzioni di modelli abitativi Sami, costo 20 NOK a testa. Un’occhiata alla Kautokeino kirke, ovviamente dall’esterno, visto che tutte le chiese incontrate durante il nostro viaggio erano chiuse! Presi dalla curiosità diamo una sbirciata, attraverso le finestre a vetro, all’interno della chiesa, lo stile norvegese legato al culto è molto spartano, nessun affresco, nessun reliquiario, nessuna vetrata policroma, insomma niente di tutti gli ornamenti del cristianesimo. Ci spostiamo al Juhls’Solvsmie, un mega negozio che espone gioielli e prodotti di artigianato, collocato in una struttura edilizia decisamente insolita. Incrociamo casualmente una donna Sami di una certa età, finalmente riusciamo ad appagare parzialmente la nostra curiosità. Kautokeino è celebre per le abbondanti nevicate, a tal proposito hanno costruito piste specifiche per gli attraversamenti delle slitte, segnalati attraverso appositi cartelli. A questo punto si riparte in direzione Tromso lungo la 93 e incontriamo complessivamente più di 100 renne. Arrivo ad Alta e attraverso la E6 fino alla cittadina di Olderdalen, traghetto 150 NOK che ci conduce a Lyngseidet sulla penisola di Lyngen, dove sono presenti le Lyngen Alps coi suoi ghiacciai tanto fotografati all’andata. Imbocchiamo la 91 fino a Svensby, di nuovo un traghetto, 108 NOK, che ci porta a Breivikeidet, ancora strada 91 fino all’incrocio con la E8 e poi direzione Tromso. Giungiamo a Tromso in tarda serata e troviamo alloggio presso il Viking hotel, costo 950 NOK con colazione inclusa e 80 NOK per il parcheggio. 4 settembre Tromso-Fauske (523km): Ci svegliamo con comodo, visto che le attrazioni adottano già gli orari invernali. Decidiamo di andare a fare un giro per il centro di Tromso e subito ci accorgiamo che la città è molto vitale e piena di giovani. Un giro veloce per lo shopping da souvenir, niente di particolarmente impegnativo, visto i prezzi esorbitanti e alle ore 11 visitiamo il Polar Museet situato vicino al porto e dedicato alla storia delle spedizioni al polo nord e di caccia nel corso dei secoli, è piccolo ma decisamente intenso e interessante, o meglio ai più sensibili può apparire macabro e crudele, se si riflette sul significato dei diversi animali imbalsamati (costo 50 NOK a testa, studenti 45 NOK). Spostandoci diamo un’occhiata alla Tromso Domkirke, ovviamente chiusa e quindi recuperando la macchina ci dirigiamo a Polaria (costo 95 NOK a testa, studenti 65 NOK), un’attrazione anch’essa turistica ma tutto sommato decisamente suggestiva. Ci viene offerto un filmato sulle Isole Svalbard, un acquario con varie specie di pesci e la vasca con le foche barbute, attendiamo l’ora del pasto delle foche, uno spettacolo da non perdere. Salutiamo Tromso, da noi definita la città sotterranea, visti gli innumerevoli parcheggi e strade scavate nella roccia, tant’è vero che per uscire dalla città abbiamo attraversato una circonvallazione lunga qualche kilometro completamente interrata. Una volta usciti dal tunnel attraversiamo un ponte molto lungo e spettacolare, soprattutto di notte, vista l’illuminazione che ne esalta la forma particolare. La Norvegia ci rimarrà impressa per le titaniche infrastrutture che l’uomo ha saputo edificare. Dopo il ponte ci fermiamo a visitare la Ishavskatedralen (costo 30 NOK, niente sconto per gli studenti, la chiesa non è solidale con gli studenti), la cattedrale di Tromso, di forma triangolare, molto minimalista che non si può paragonare allo sfarzo delle nostre chiese, ma che conserva un fascino particolare, soprattutto di notte, quando la luce verde che la illumina ricorda i colori dell’aurora boreale. Ritorniamo al volante in direzione sud, percorriamo la E8 e poi la E6 fino a raggiungere Fauske, dopo un centinaio di km fa capolino la pioggia che ci accompagna per tutto il viaggio. Lungo la strada siamo costretti a prendere un traghetto il cui costo è di 115 NOK. Arrivo a Fauske all’1 di notte e pernottamento al Fauske Hotel, costo 990 NOK, prima colazione inclusa. 5 settembre Fauske-Steinkjer (674km): Partenza dalla città di Fauske dopo aver compiuto un rapido giro e aver visto la piazza che richiama la caratteristica principale della cittadina, la pietra, un tipo particolare utilizzato per diverse importanti costruzioni nel mondo. Ripartiamo, invece di ripercorrere la E6, decidiamo di spostarci in direzione Bodo lungo la 80 per prendere poi la famosa strada 17, la strada costiera. La giornata non è delle migliori, a tratti piove e il cielo è nuvoloso, la strada è decisamente poco trafficata, consultando la mini guida che si trova lungo la strada costiera, notiamo che il numero dei traghetti è stato ridotto dal 31 agosto. Arriviamo ugualmente a Foroy, dopo essere stati accompagnati dalla vista di panorami molto belli e dal ghiacciaio dello Svartisen, che raggiunge con le sue lingue quasi il mare. Attendiamo circa per 45 minuti il traghetto che ci condurrà ad Agskaret, costo 81 NOK, una corsa fino a Jektvik e il secondo traghetto ci conduce a Kilboghamn, costo 190 NOK. Proseguiamo quindi fino a Nesna, dove aspettiamo il traghetto delle 18.45 per Lavong, costo 115 NOK, a questo punto è troppo tardi e stanchi di prendere traghetti e fare strade panoramiche, ma al tempo stesso molto tortuose, decidiamo di abbandonare la 17 e imboccare la 78 che ci conduce a Mosjoen e da lì percorriamo la E6 fino a Steinkjer. Arriviamo circa a mezzanotte e pernottiamo al Tingvold Park Hotel, al costo di 1140 NOK, prima colazione inclusa. 6 settembre Steinkjer-Roros (292km): Partenza da Steinkjer dopo un’abbondante colazione, direzione Roros. Proseguiamo lungo la E6, superato Stjordal, imbocchiamo la 705 che si rivelerà decisamente panoramica. Arriviamo sulla 31 che ci condurrà a Roros, città dichiarata Patrimonio dell’Unesco. Roros, città mineraria dal 1644 al 1977, ospita pittoresche casette di legno, che un tempo erano dei minatori e il circuito per l’estrazione del rame, ormai diventato un ambiente museale. Roros ci viene presentata dalla Lonely Planet come cittadina vivace e ospitale, in realtà abbiamo incontrato pochissime persone e soprattutto pochissimi locali aperti dove poterci rifornire. A parte il meraviglioso paesaggio che evoca un tempo ormai passato, la gente sembra apatica, cosa comune a tante altre zone della Norvegia. Andiamo direttamente al Roros Museet e optiamo per il biglietto combinato che prevede anche la visita delle miniere (costo 80 NOK a testa, solo museo 60 NOK, studenti 50 NOK). Il museo presenta una serie di modellini meccanici che illustrano il processo di lavorazione nelle miniere, non molto interessante, al contrario della cittadina che risulta essere, grazie alla sua singolarità e solitudine, splendida. Il museo sorge infatti all’interno del vecchio impianto per la lavorazione del metallo, circondato dalle montagne di scorie del rame e dalle casette dei minatori. Un giro nella cittadina e alla chiesa di Roros…ovviamente chiusa! Giornata relax con merenda a base di pizza in quello che doveva essere il Papa’s Pizza. Decidiamo di pernottare presso l’Haneset Camping, costo bungalow con bagno senza doccia, 580 NOK. La fine delle ferie è purtroppo vicina ed Oslo, la tappa del nostro rientro, è a poco più di 400 km. 7 settembre Roros-Oslo (431km): Oggi ci concediamo il lusso di svegliarci con comodo, la visita delle miniere di Roros si tiene alle ore 13, quindi un giro al supermercato per smaltire le bottiglie di plastica vuote e poi ci dirigiamo ad Olavsgruva, l’ex miniera di rame che si trova a 13 km dalla cittadina. Facciamo la visita guidata con Mary, una signora stranamente, considerati gli standard norvegesi, simpatica e solare, che si rivelerà infatti americana e non norvegese. Le miniere sono molto suggestive e siamo stati contenti di averle viste, siamo soddisfatti del nostro viaggio, abbiamo sfruttato il tempo che avevamo a nostra disposizione molto intensamente, forse addirittura troppo, considerando che sono ferie, ma l’entusiasmo di essere in questa terra meravigliosa ha preso il sopravvento. Siamo pronti per il rientro ad Oslo. Da Roros percorriamo la 30 fino a raggiungere la 3 ed infine la E6 che ci conduce direttamente alla capitale. Pernottiamo al Perminalen Hotel di Oslo, precedentemente prenotato per telefono, camera doppia con bagno, prima colazione inclusa, 820 NOK, cena al Burger King, sconto studenti del 10%. Il Perminalen Hotel è una catena di alberghi low-cost che offre servizi abbastanza buoni, purtroppo ci è stata assegnato una stanza particolarmente rumorosa, vista la vicinanza di una discoteca. Inoltre le tende sottili non hanno consentito di oscurare la stanza, per cui è stata una delle notti peggiori che ricordiamo. 8 settembre Oslo-Bologna: Riconsegniamo la nostra Opel Corsa che molto diligentemente ci ha permesso di percorrere 6738 km. Giro per gli ultimi acquisti e visita conclusiva della vacanza al Munch Museet (costo 75 NOK a testa, studenti 40 NOK). In circa 1 ora e 30 minuti abbiamo completato la visita, dato che le audio guide disponibili erano solo in lingua inglese e norvegese, decisamente al di sopra delle nostre capacità affrontare la visita ad un museo in un’altra lingua. Rientro in centro con la metropolitana, costo biglietto giornaliero mezzi pubblici 65 NOK a testa, una corsa con validità 1 ora, 36 NOK. Recuperiamo le valigie e poi attraverso il bus terminal prendiamo il pullman che ci conduce all’aeroporto Torp di Oslo, dove concludiamo la nostra splendida vacanza. La Norvegia di sicuro arricchisce la vista con splendidi paesaggi, fa capire come la natura possa essere semplicemente magnifica quando l’uomo evita di avvelenarla. Unica lacuna, oltre al fatto che rispetto ai paesi mediterranei la vita è carissima, sarebbe bello vedere qualcuno sorridere. In compenso tanti sorrisi li abbiamo regalati noi alla Norvegia, felici di aver condiviso quest’esperienza unica “on the road” e di aver attraversato questa terra affascinante. LA NOSTRA TOP-FIVE 1. Crociera sul fiordo “Geiranger” 2. Trollstigen 3. Whale-Safari 4. Bergen 5. Tromso Consigliamo di dedicare un week-end lungo ad Oslo, città viva, piena di locali carini dove poter trascorrere piacevoli momenti, negozi alla moda e siti culturali degni di essere visitati. Nonostante questo riteniamo che per assaporare la vera Norvegia non sia sufficiente visitarne la capitale, città moderna e allo stesso tempo a misura d’uomo, ma sia necessario spostarsi, per prendere contatto con la natura, vero punto di forza della nazione. Se avete piacere di contattarci: turisti2009@yahoo.it Buona vacanza a tutti!


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