Normandia, sulle tracce dello sbarco

Non amo più viaggiare. Ho viaggiato molto.. E in tempi non sospetti, quando la gente dei posti “belli” ti guardava con meraviglia e simpatia e quella dei posti brutti ti guardava con meraviglia e sorpresa. Adesso il mondo si divide nelle nazioni dove c’è un supermercato identico a quello sotto casa ed in quelli dove si vive con un...
Scritto da: Yeridiani
normandia, sulle tracce dello sbarco
Partenza il: 31/05/2007
Ritorno il: 06/06/2007
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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Non amo più viaggiare. Ho viaggiato molto.. E in tempi non sospetti, quando la gente dei posti “belli” ti guardava con meraviglia e simpatia e quella dei posti brutti ti guardava con meraviglia e sorpresa. Adesso il mondo si divide nelle nazioni dove c’è un supermercato identico a quello sotto casa ed in quelli dove si vive con un dollaro al mese. Li, sono mooolto pitcoreschi.. Peccato che alcuni ti guardano con un curioso modo, come di chi ti vorrebbe tagliare la gola… (e ogni tanto lo fanno..) A margine, e neanche tanto, trovo vagamente immorale viaggiare in comodi e veloci aerei magari nella direzione contraria di qualcuno che sta affondando sotto di te su un guscio di legno pagato dieci volte il prezzo del tuo biglietto. Inoltre sono convinto che la maggioranza degli umani che viaggiano (omettendo i gruppi vacanze che sono una specie di peste su cui per adesso mi astengo..) lo fanno essenzialmente per dare un senso alla propria vita e per “fuggire” per qualche giorno. Io anelo solo alla noia che ricordo come il primo bacio.. Sciaguratamente i miei cari, come il resto del mondo, sono convinti che la vera autentica noia Doc deve essere accompagnata da un costoso Voucher. Neanche a dirlo, la noia a 10.000 km e molto migliore di quella a 100.

Essi sono affranti da questo “inspiegabile” comportamento per cui per evitare il ridicolo rito dell’analista, che mi vogliono imporre, accetto di prendere sto cacchio di aereo per destinazioni – che loro dicono – si adattano alle mie “stranezze” (leggere in proposito il mio viaggio in Kenia..). Quindi quello che troverete è una cronaca autentica, di un viaggiatore per caso.

Perchè scrivo? Almeno avrò dato un senso a questo sacrificio e alla mia vanità intellettuale.

Un’ultima annotazione, se fosse vivo Freud e venisse a conoscenza che il più grande successo turistico del momento è l’animazione nei villaggi degli atolli corallini, cambierebbe mestiere. La Francia.

Non ho pregiudizi ne antipatie per qualsiasi popolo della Terra, ma non posso rimuovere l’evidenza di un popolo intero che non spreca un’occasione per denigrare gli italiani con una persistenza che non riservano nemmeno agli inglesi e tedeschi con cui si sono scannati per secoli.. Approposito.. La Finale di Berlino non gli è affatto passata, specialmente ai ragazzini .. Evitate di parlare di Calcio.

Insomma, nonostante i miei frequenti viaggi in quella Terra sono una attimino prevenuto sui “francesismi”… Ma il cambiamento che ho notato adesso è riuscito a sorprendere anche uno come me che non si lascia incantare da giochetti “elettorali”.. (erano in corso le “politiche”).. La Francia, perlomeno quella del nord, mi ha suggerito l’idea di un immenso, ordinato campo da Golf a tolleranza zero.

Qui non si tratta semplicemente che non ci sono neanche le cicche per terra o la meticolosa cura con cui mantengono l’erbetta di TUTTE le strade ed le rotatorie (ma come faranno!!), o la sensazione di ordine “nordico”… La Francia di oggi è la risposta occidentale al concetto di civiltà e di responsabilità che ogni cittadino dovrebbe avere sulle proprietà collettive. Ove per propretà collettive si estende e si intende anche i propri spazi privati, uso dell’auto compreso.. Non ci sono SUV e non ci sono inutili macchine iperveloci da 100.000 euro. Non c’è nessuno che lampeggia e si piazza a 150 all’ora ad un metro dal tuo cofano. Ci siamo continuamente sorpresi che 3 secondi dopo le nostre rare fermate in corsia non si sentisse il familiare “bi!bi!! “ di nostrana memoria.. (da noi c’è SEMPRE uno dietro..). Insomma, o la percentuale di macchine per abitante è “umana” o l’atteggiamento dei francesi nei rigurdi dei mezzi di trasporto personali non è schizzofrenica come in Italia. La vita costa poco.. I negozi sono pieni di cose abbordabili e non abbiamo mai speso più di venti euro per mangiare al ristorante. Ma la sorpresa sono state le case… Per avere un’idea, Guardate nelle foto “varie”.. A quel prezzo a Roma si compra un un primo piano di due stanze vista cortile in periferia. Ho avuto uno sbocco di bile… Lo Sbarco.

“Annusando” quello che rimane, quello che hanno salvato e trasformato in museo, quello che viene ricreato in occasione dell’anniversario, quello che si legge e si vede nelle numerosissime foto … Una cosa è certa – al contrario di come una certa storia insinua – i tedeschi non solo erano preparati e se lo aspettavano.. Ma avevno fatto un lavoro colossale di protezione delle coste e e non solo. Dalla Norvegia alla Bretagna (che ho in gran parte visitato) ogni tanto sbucano vecchie casematte. Il Muro Atlantico era lungo quasi 3000 km in linea d’aria.

Vale la pena di notare quanto i militari a volte siano ottusi.. visto che gli stessi Tedeschi avevano fatto polpette della Linea Maginot.

Onestamente però occorrre certificare che se lo sbarco è riuscito a dispetto di tutti i gravi errori degli alleati bisogna ringraziare la follia di Hitler che non aveva capito il genio di Rommel (e il fronte russo..) . Appena un mese prima dello sbarco il Feldmaresciallo aveva pubblicamente dichiarato: Se voi pensate che essi arriveranno con il bel tempo e per l’itinerario più corto siete dei pazzi. Sarà il contrario e sbarcheranno in Normandia. Sul serio i ragazzi del primo assalto hanno compiuto la più straordinaria azione di coraggio della storia. Se siete stati sconvolti dai primi dieci minuti del film “Salvate il soldato Ryan” sappiate che nella realtà è durato ore. Per comprenderne bene l’orrore occorre contare quante tombe di soldati “sconosciuti” ci sono nei cimiteri americati e tedeschi nei pressi delle famose spiagge. (vuol dire per chi non avesse capito, che li non ci sono cadeveri .. Ma pezzi di cadeveri..) Da una parte e dall’altra è stato messo in campo il top dell’intelligenza e teconologia dell’epoca per un evento assolutamente irripetibile che si è mangiato in 48 ore la migliore gioventù di quei tempi, praticamente dei ragazzini appena svezzati. E’ stato uno sforzo umano ed economico che per alcuni anni ha messo in ginocchio anche i vincitori. Ma l’uomo dimentica presto.. È per questo che bisogna conservare questo posto. Comunque in Rete c’è un vero diluvio di siti e forum in quasi tutte le lingue del mondo. Volendo si possono ordinare i modelli delle cinquemila navi ed i trecentomila uomini dello sbarco con raffinatissimi plastici delle coste. Il tutto con i nomi di ogni mezzo ed i ogni località e persino molti nomi dei partecipanti alleati e tedeschi.. Ma non è finita.. Sono comprese le figurine dei i morti e i mezzi distrutti, nelle esatte posizioni dove erano… Una roba incredibile.

In 7 in giro per la Normandia .

La pattuglia è formata da due fratelli, un cugino, rispettive mogli e un fico di nonno che ha attirato l’attenzione delle belle signore normanne..

L’aereo, decisamente Low Cost (200 euro andata e ritorno per tutti..!!) parte dal rinnovato aeroporto di Ciampino alle 6 del mattino.. Attenzione! A) Prima sorpresa per i furbetti del parcheggio aggratise, non ci sono più. Vi tocca la trenta euro di Taxi (o i novanta la settimana di parcheggio .. Decidete voi..) B) Seconda sopresa per i furbetti del peso in valigia: dopo i 15 kg a testa per la valigia e 10 per il bagaglio a mano arrivano salassi pesanti da sborsare sull’unghia. La qual cosa è micidiale sopratutto al ritorno. In pratica i ricordini vi costeranno il doppio.. (Non è una brutta notizia.. Ho ribrezzo delle case con il “papiro” e le teste di mogano… ) C)Terza sorpresa.. Gli italiani non hanno proprio capito che NON PASSA NIENTE. E’ inutile che ci provate, nei posti di controllo portano via un bidone l’ora di materiali e liquidi proibiti (acqua compresa..). Un consiglio: togliersi la cinta e qualsiasi altro stupidaggine metallica, ed è più comodo mettere tutto dentro la giacca che va nel tunnel..Altrimenti vi fanno spogliare in una apposita cabina..

Low Cost?? Grazie si, ma parliamoci chiari, se viaggiare in aereo adesso costa poco, gli aerei LowCost sono appena qualcosa di più di carri bestiame ed i viaggiatori si sono adeguati subito. Si comincia con la fila al Gate un’ora prima, con i bimbi e coppie scoppiate che urlano, per poi preseguire in pista con una patetica corsa alli “mejo posti” visto che non sono assegnati. Se vuoi mangiare e bere paghi e quindi si vedono paninazzi ed altre amenità del genere appesi ai retini dello schienale. Il personale di bordo fa il minimo indispensabile per non farti sentire un bagaglio con le gambe. All’atterraggio, inteso come ruote che toccano il suolo, c’è questo rito idiota tutto italiano dell’applauso.. Non c’è niente di più istabile ed esplosivo di un oca da sessanta tonnellate piena di benzina che viaggia a 200 all’ora su un triciclo..L’incidente più grave della storia dell’aeronautica è avvenuto in pista ed Il 90% di tutti gli incidenti in cui sono coinvolti aeromobili avviene in pista, inoltre la prima ragione oltre le turbolenze per cui si deve stare con le cinture allacciate è proprio un maledetto scontro in pista… Ma non c’è verso da farlo capire agli italiani. L’aeroporto di Beauvais Tillé, della stessa classe di Ciampino, è a 70 km da Parigi. Si capisce subito che siamo in Francia.. Le valige arrivano in pochi minuti… Il pulmino in affitto è decente e tutto sommato a buon mercato.. Attenzione.. Se non è presente, dotarsi di un navigatore satellitare è un comodità decisiva.. Vi fa risparmiare tempo, denaro e … Litigate. A questo proposito vanno chiarite delle cosine se avete intenzione di intraprendere un viaggio collettivo senza accompagnatore ufficiale… A)Il percorso si decide prima di partire e chi ha fatto materialmente il progetto ha la parola finale sui cambiamenti. B) Chi ha firmato la responsabilità come autista è il “comandante” del pulmino.. La circostanza che è stato collettivamente pagato non da diritti agli altri.. C) Non si è liberi ma ci si muove insieme e sempre in orario.. Specialmente la mattina.

D) Il bagaglio non deve essere leggero… Non “deve essere” proprio.. Perchè queste regole molto poco “italiane”??? Perchè non c’è altro modo per fare un viaggio interessante in autentica comodità, dormendo in posti decenti mangiando bene a 1150 euro la settimana a coppia. E tornare rimanendo amici (o parenti..) Prendere o Lasciare.. (molti lasciaranno.. Anzi molte… Eheheh) Il viaggio Il progetto è quello di percorrere da est a ovest i luoghi dello sbarco del 6 giugno 44 e visitare le città principali esclusa Le Havre che pretenderebbe troppo tempo.

Si cominicia da Rouen con la sua incredibile Cattedrale Gotica che non capisci come fa a stare in piedi, specialmente dopo la botta di 4 bombe da 200 kg. In quell’occasione una parte della città è sparita.. Ma quello che resta vale assolutamente di essere visitato. E’ la città dove Giovanna D’Arco è stata , bruciata viva per soldi e poi riabilitata per soldi.. In suo onore è stata costruita la più bella chiesa moderna in cui mi sia capitato di entrare. Attenzione, qui abbiamo fatto conoscenza con la particolare idiosincrasia francese per i camper e i loro scacazzamenti (altro vizietto italiano guarda caso..). Tutti i parcheggi costuditi hanno sbarre trasversali ad 1.90 di altezza, quindi i pulmini non ci passano e, udite udite, i normali parcheggi, tutti a pagamento, non accettano tempi superiori ad un’ora e mezza.

Fecamp , Etretat Da Rouen si va verso le falesie di Fecamp (che sarebbero la naturale contrapposizione delle Bianche scolgliere di Dover..) e si capisce benissmo perchè in fondo Hitler era poco preoccupato dello sbarco, vista la presenza di questi esagerati muraglioni di difesa naturali. Nonostante la bella spiaggia, l’atmosfera non è ovviamente quella di Rimini, ma il fatto che la temperatura fosse sui quindici gradi non ha affatto impedito che un paio di gruppi facessero il bagno.. Poi attraverso una fantastica strada che ricorda molto quella delle Cinque Terre si arriva a Etretat.. Mbe lo spettacolo degli archi sul mare (90 metri!!) vale da solo un viaggio in Normandia.. Notevolissimo il mercatatino dentro un vecchio ospedale militare della prima guerra mondiale.

Due interessanti percorsi.. Uno “sopra” gli archi e uno sotto passando attraverso i tunnel fra una spiaggia e l’altra. Attenzione l’alta marea è improvvisa e pericolosa, informarsi sugli orari all’inizio della pista. Dalla parte opposta svetta il monumento ad un grande dell’aviazione francese: Nungasser, che con il suo amico Colì si persero nell’Atlantico una settimana prima del tentativo riuscito di Lindenberg.

Honfleur La prossima tappa è Honfleur non prima di aver passato il ponte di Normandia..

La foce della Senna taglia in due l’Alta Normandia e quindi i Francesi non hanno voluto essere di meno degli inglesi con il Severn Bridge (che unisce il Galles al resto..) e ti hanno costruito questa serie di viadotti e ponti che si conclude con una arco di una bellezza mozzafiato (a pagamento..) A pochi minuti troviamo Honfleur che ha di apprezabile la circostanza che è stata risparmiata dalle bombe alleate.. Quindi si tratta di una struttura medioevale intatta, compresa la chiesa di Santa Caterina con il suo tetto a nave vighinga rovesciata; decisamente unico..

Finalmente, intorno alla Chiesa, ho trovato i veri negozi d’arte e non le cianfrusaglie per i turisti…

Caen..

E’ una bella città moderna purtroppo… Tedeschi ed americani si sono molto impegnati a distruggerne il 70%. Miracolosamente i principali monumenti si sono salvati ma l’atmosfera che dovevano avere i vicoli intorno è rimasta solo in pochi luoghi. Passeggiando per i larghi viali ed i canali confesso che ho percepito la famosa malinconia delle canzoni francesi.

Per le strade gira il più moderno tram che ho visto fino ad ora… Un solo binario per ogni via di marcia – per dirigere il mezzo – e pneumatici. Assolutamente silenzioso. (Un tram che potrebbe “bucare”… Clamoroso!!). Altra chicca “civile” sono i cassonetti sottorranei, sbuca solo una elegante struttura per inserire la “monnezza”.. La località seguente, Bayeux, dall’atmosfera comunque riposante, non avrebbe niente di eccezionale oltre la cattedrale se non vi fosse conservato l’Arazzo di Bayeux.

Il cruccio di non averlo potuto fotografare è stemperato dalla soddisfazione di averlo visto. Si tratta di un documento assolutamente eccezionale, http://it.Wikipedia.Org/wiki/Arazzo_di_Bayeux Il museo quasi costringe a vedere un video di presentazione, ma vale la pena e nel percorrere i 70 metri del pannello; prendetevela comoda perchè ogni centimetro quadrato è una scoperta. In pratica è l’unico vero “film” della vita umana di mille anni fa. Udite udite.. Sia nella proiezione che nella visita vera e propria sono previsti supporti audio in italiano. (alla fine odierete il perfido Harold.. W. Gugliemo!!) Pegasus Bridge La prima azione di guerra del Dday è stata la cattura notturna di un ponte ribaltabile sul fiume Orne.. Sei giganteschi alianti Horsa atterrano nel silenzio e dopo pochi minuti era tutto finito (compreso il primo caduto assoluto del D.Day..) Oggi una copia fedele è ancora li mentre l’originale è a pochi metri in un museo che raccoglie persino la cornamusa da battaglia della compagnia che ha eseguito l’azione. La cosa curiosa è che il ponte vecchio era abbandonato su un prato ed è stato acquistato dalla Gran Bretagna per il museo. La Spiaggia Sword, poco lontano si è distinta perchè stava per diventare una seconda Omaha.. E se non lo fu è perchè Rommel aveva fatto spostare quattro batterie pesanti all’interno. Mai come nello Sbarco morire e vivere è stata una questione di culo. Comunque Rommel rimediò inviando un panzerdivision di fanatici ragazzini che probabilmente morirono tutti. Il ponte Pegasus e Orne, poco lontanto, sono stati ricordati con una delle azioni più emozionanti nel film “Il Giorno più Lungo”.

Il Grande Bunker Di fronte a Sword c’è Oustreham – Riva Bella, una specie di Riccione Francese di moda allora ed anche oggi e da dove partono i traghetti per la GB… I tedeschi l’avevano corazzata ben bene essendo priva di sbarramenti naturali sulla spiaggia, trasformando il vecchio casinò in un fortino.. (è citato nel film Salvate il Soldato Ryan) ed erigendo il Grande Bunker.

Il Grande Bunker era la centrale di tiro di tutta l’artiglieria a lunga gittata della zona e poteva sorvegliare e designare obbiettivi in mare fino a trenta km.. E’ una torre di cemento grigio con pareti spesse metri.. Praticamente inviolabile persino oggi. La villetta che si vede davanti nella foto è originale .. E serviva da schermo. Da un senso di angosciante stile nazista ancora oggi, mi posso immaginare nei lugubri inverni del 43/44.

Le foto dei guastatori sono un’invenzione, nella realtà il Grande Bunker resistette a tutti gli attacchi al punto tale che una volta conquistato l’entroterra se ne dimenticarono!! La mattina del 10 fra la sorpresa generale una trentina di tedeschi uscirono con una bandiera bianca. Oggi è stata fatta una ricostruzione degli arredi e apparati originali quasi maniacale.. Non vorrei starci di notte con le luci rosse da battaglia. Da non perdere, 6 euri spesi bene.

Arromanches Quello che è stato fatto qui è semplicemente la più incredibile storia di ingegneria dell’umanità. Vale assolutamente la pena di ammirare in mare i resti di questo porto artificiale e visitare il piccolo museo – ormai punto principale del piccolo paese – per capire bene che genere di impresa è stata compiuta. Un noto scrittore americano di fatti di guerra ha detto che il problema principale che hanno dovuto affrontare gli americani nella prima guerra del Golfo è stato quello di procurare letti, coperte, cessi e carta igenica per il forze di invasione. Bene cercate di immaginare che cosa deve essere stato costruire in 12 giorni un porto galleggiante grande come Genova in un posto battuto dalle tempeste e con una marea di 12 metri !! Per avere un’idea nei primi cento giorni vi sono sbarcati 2.5 milioni di uomini, 500.000 veicoli e 4 milioni di tonnellate di materiale. I resti sono li dopo 60 anni e dicevano che sarebbero scomparsi in 18 mesi; probabilmente la Germania ha perso la guerra in quei cento giorni. Omaha Beach.

Ci sono stato la prima volta nel 94; c’era la la duna alta e grigia con le postazioni tedesche ben evidenti; persino quelle piccole delle mitragliatrici. Un paio di relitti delle barche di cemento utilizzate dagli alleati affioravano nella bassa marea. Non era una spiaggia qualsiasi e la sensazione di veder galleggiare qualche ragazzo della prima ondata era percepibile come un evento possibile.

Decidemmo di non andare nel cimitero americano perchè sopraffatti dall’ansia. Questa volta sono andato a cercare il munumento alla brigata che aveva fatto saltare per prima il muro di protezione di una delle vie di accesso. Non sono sicurissimo che fosse la 6° Engineer Special brigade ma certo è che il monumento adesso è coperto dalle ortiche e parzialmente smontato. Durante l’ascesa alla duna ho trovato per puro caso una postazione fra una specie di foresta che spunta nei pochi posti liberi da graziose villette. Sono stato avvicinato da due immobiliaristi che mi hanno scambiato per un cliente. La sensazione è che queste vestigia cominciano ad essere un po’ scomode per le lottizzazioni.

Insomma Homaha Beach è una roba che ormai somiglia molto al lungomare di Follonica e c’è la tendenza a sostituire i vecchi tristi monumenti con altri di tutt’altro valore simbolico.

Longues sur mer e Point du Hoc Sono due siti assai simili ma con destini nettamente diversi. Posti su tratti di falesia che escono come promontori fra le spiaggie, sono stati utilizzati da Rommel per piazzare due batterie composte da 4 e 5 cannoni di medio calibro requisiti ai russi ed ai francesi.

Va chiarito che le batterie sfruttavano l’altezza e la posizione fissa (e quindi molto precisa..) per sorvegliare il mare fino a 25 km, ma erano praticamente inutili alla difesa della spiaggia per problemi di alzo e brandeggio. Per gli alleati era un bell’incubo, specialmente quelle di Point D’Hoc da 155 che avrebbero potuto inpensierire persino una corazzata. La mattina del 6, Longues sur mer fu bombardata da due incrociatori per preparare l’arrivo di una compagnia di guastatori. Come abbiamo detto, l’estrema precisione di un postazione “marina” a terra rispetto al continuo movimento delle batterie inbarcate le renderebbe quasi imbattibile se non fosse che un celebre detto dice : quando uno con quattro cannoni da 152 incontra due con 16 cannoni da 152 è fottuto.

La prima postazione fu centrata in pieno probabilmente con il colpo in canna, con il risultato che vedete nelle foto, e le altre subirono danni ancora oggi evidenti. L’intera guarnigione si arrese all’arrivo dei Ranger.

(Su questi due siti e specialmente su Pointe du Hoc mi sono informato parecchio ed ho scoperto che un po’ tutti hanno copiato il testo dell’Enciclopedia Britannica con cui non sono affatto d’accordo per evidenti motivi logici che non starò qua ad esporre..) Chissà se gli alleati sapevano quanto era tosto il comandante tedesco di Pointe Du Hoc, ma rimane il fatto che quei cinque ettari di terra subirono il più spaventoso bombardamento della storia della Guerra. Sin dal 4 giugno, 130 B26 Marauder riversarono su quello spuntone di terra quasi 600 tonnellate di bombe ed a proseguire, la Corazzata Texas ci sparò sopra 650 colpi da 305.. Per avere un’idea, un proettile di quel calibro è grande come una pompa di benzina, pesa una tonnellata e fa un buco profondo 4 e largo 10 metri. Un’intera salva scava giusto giusto uno stadio. Ancora oggi i crateri visti dall’alto impressionano, immaginate cosa poteva essere in quei giorni. Nonostante l’apocalisse un paio di casematte e il bunker di tiro sono praticamente intatti e gran parte della guarnigione fu in grado di combattere. Dalla spiaggia 280 ranger scalano la falesia per finire il lavoro, che doveva essere una passeggiata visto l’inferno che sopra avevano subito.. ma trovano i tedeschi che non solo hanno smontato e nascoso i cannoni ma si erano riorganizzati per la difesa del sito. Quando finalmente tutto finisce 500 uomini fra tedeschi e alleati sono caduti per un cumolo di rovine inutilizzabili. Il comandante americano diventa un eroe, del comandante tedesco non si hanno notizie. Due tizi che non vorrei mai avere come capi.. Pointe du Hoc è proprio il posto giusto per comprendere perchè lo sbarco è un’operazione irripetibile come la battaglia di Waterloo, nonostante sia così storicamente “fresca”. I 130 bombardieri, una corazzata e tre compagnie di preziosi guastatori, in tutto 3600 uomini, adesso sarebbero sostituiti da un “vecchio” F15 armato da 5 bombe plananti inerti (di cemento) con guida satellitare rilasciate a 10mila metri e trenta km.. Se il banale navigatore (da 200 euro..) non si guasta è previsto l’errore di 30 cm e se arrivano all’ora giusta non ci sarebbero neanche vittime e forse neanche lo sentono. Inerti? Certo, un masso di due quintali che viaggia quasi alla velocià del suono non ha bisogno di esplosivo.

Cimiteri La Normandia – fatalmente – ospita molti cimiteri militari “misti”, nel senso che vi sono sepolti soldati di ambedue gli schieramenti, ma i due principali, quelli di Colleville sur mer. amercano e Lacambe, tedesco, sono territorio nazionale di quei paesi.

il primo, non a caso, è posto proprio sopra l’alta duna di Omaha Beach visto che un terzo delle novemila croci sono di ragazzi morti a pochi metri dalle loro tombe. C’è poco da fare, agli yankee non riesce proprio l’atteggiamento sommesso ed a partire da una sorta di viale trionfale, passando per il Visitor Centre (con tanto di varchi elettronici), agli sterminati campi di croci di marmo bianco, il tutto è molto Hollywooddiano.. Sia che si arrivi dall’ingresso principale che dalla Spiaggia di Homaha occorre camminare un mezzo km; ovviamente è preferibile la spiaggia, tanto per capire che genere di impresa hanno fatto quel giorno. Comunque una cosa è certa.. Quelle croci non le dimentichi più. Il Cimitero tedesco è esattamente quello che dovrebbe essere: un cimitero tedesco. Ci si arriva costeggiando l’autostrada e all’improvviso ti ci trovi quasi dentro, solo una siepe separa le prime tombe dal parcheggio. L’ingresso è un piccola e stretta porta volutamente scarna e la superfice è un quinto di quella americana. Solo che ospita 21.000 corpi. Già… Ventunmila. Si perchè – guai ai vinti – la bibliografia cartacea e virtuale dello sbarco tiene un conto meticoloso dei caduti alleati mentre i tedeschi sembrano svaniti nel nulla.. Fino a quando vai a Lacambe.

I soldati sono sepolti a coppie, solo un piccola targa per terra ne riporta il nome e gruppi di cinque croci di roccia nera ne delimitano i settori; ogni coppia di caduti “guarda” le proprie croci. Il soldato ignoto americano è indicato da una frase della tradizione eroica letteraria, al soldato tedesco è concesso semplicente “ un soldato tedesco”.. A Colleville c’è quasi una curiosa aria di festa con tanto di parcheggio di pullman e camper, a Lacambe invece si aggirano solo poche coppie di anziani dall’aria affranta, come se il loro ragazzo fosse morto ieri ed invece sono tutti figli o fratelli. Credo che al di là della curiosità turistica sia un dovere civile visitare questi due siti; mi è molto dispiaciuto di non essermi organizzato per lasciare un fiore ad uno qualsiasi di quei ragazzini sconosciuti..

Solo una amara riflessione (foto): guardando il primo settore americano (3000 tombe) si ha esattamente l’idea del fresco Cimitero dei soldati americani morti “adesso” in Irak.

Saint Mere Eglise.

In Normandia ci sono decine di località rase al suolo con la prima avanzata dei tedeschi nel 1940, ricostruite e rispianate dagli americani nel 44. Ce ne avrebbero di storie da raccontare.. Eppure S.Mere Eglise, dove in pratica sono andati distrutti solo un paio di blindati tedeschi, è il paesino più conosciuto al mondo per quella curiosa faccenda del paracadutista impigliato e della vetrata “sacra” in onore della 101sima.

Adesso ospita i musei delle divisioni aviotrasportate e i migliori negozi di “giocattoli” militari per grandi.

La festa “Americana” Lo Sbarco non solo scatena una curiosità morbosa su cui i Francesi “bontà loro” ci organizzano un evento annuale da qualche milione di euro, ma sposta da tutte le parti del mondo una incredibile comunità di appassionati pronti a qualsiasi sacrificio per calarsi – letteralmente – dei panni degli americani del 6 giugno 44.

Ci sono stati momenti che era veramente difficile capire che eravamo nel 2007… Questa gente non solo veste persino le mutande regolamentari.. Ma trova e restaura qualsiasi rudere militare per venerci qui e magari impiantare un campo di pronto soccorso pefettamente identico a quelli dello sbaco. Ci sono negozi che vi possono vendere tutto l’occorrente per diventare un paracadutista della 101esima, armi (di plastica) comprese. Naturalmente nessuno anela vestirsi da tedesco.. Ed infatti si vedono pochi turisti tedeschi e quei pochi sono motociclisti vestiti di nero, con moto nere ed incazzati neri.. (peccato perchè tutto sommato le divise tedesche non erano male..) Personalmente, dopo aver letto le cifre dei cimiteri tedeschi ho il sospetto che non ce ne devono essere rimasti molti di quei giorni.. L’unico mezzo tedesco funzionante è una Volkswagen catturata (originale) con tanto di bandiera americana per non farsi sparare addosso..

Direi che le foto sono decisamente più eloquenti..

Mont S. Michel Fino alla comparsa dell’uomo Sapiens l’eventuale turista galattico avrebbe trovato un mondo privo del brutto, la natura al massimo crea luoghi inospitali ma mai brutti. Creare il brutto è un “privilegio” dell’uomo, al punto tale che la bellezza creata dall’umanità è considerata una faccenda talmente miracolosa che muove persino un sito di successo come questo.

Bene, i posti più belli che ho visto sono il “naturale” Ayers Rock e Mont Saint Michel, che è il top dei miracoli estetici dell’uomo. E’ quasi soprannaturale quello che sono riusciti a fare con un banale isolotto. E’ bello da molto lontano quando compare fra la vegetazione della campagna, è bello quando arrivi sul bordo della baia e bello da vicino, è bello dentro, è bello di notte, è bello senza marea, è bello con la “ poca “ acqua che riesce ancora ad allagare la superfice di sabbia (ma lavori urgenti lo faranno tornare come prima).

Il percoso all’interno dell’abbazia va assolutamente fatto impiegandoci più tempo possibile, magari durante le funzioni religiose del monaco e delle due suore (persino carine..) dei Fratelli di Gerusalemme, che di fatto impediscono che il 50% dell’isola diventi un semplice museo francese. Mont S. Michel ha un solo difetto: è conosciuto dal mondo intero. La circostanza, documentata dalla foto, provoca una presenza turistica esplosiva, credo che non si possa godere dell’atmosfera mistica che sicuramente possedeva il sito neanche a notte fonda. Andateci organizzati per attraversare il fango e la sabbia della baia, magari rincorsi dalla marea .. Vale assolutamente la pena (meglio con una guida..) . Un curioso effetto, che si chiama “illusione di Ponso” , è possibile provarlo nelle paesi che hanno una strada che finisce verso il monte . Si tratta dello stesso fenomeno ottico che fa sembrare la luna piena gigantesca quando sorge .. La sequenza delle due foto alla fine lo illustra bene.

Le foto sono di una reflex digitale Entry Level di discreta qualità con i soliti Zoom da 28 a 300 (analogici) che uso aspettando che il mondo fotografico si accorga dell’assurdità tecnologica di un sistema in cui un’idea meccanica di 70 anni fa è stato fatta convivere per forza con con un paio di microprocessori che hanno sostituito tutto il resto.. Il mondo dei viaggiatori si divide in due categorie: chi ha con se “anche” la macchina fotografica e chi viaggia “per” la macchina fotografica. Tanto per avere un’idea, la reazione dei primi ad un evento o un’apparizione è quello di avvicinarsi.. I fotografi quasi sempre si allontanano o cercano un “angolo migliore”. Gli occhi del fotografo seguono logiche assolutamente sconosciute ai comuni mortali, sono loro che guidano le emozioni, e non il contrario. Non solo, la gente di solito “vede” grandangolare (cioè l’insieme..), il 50% della vista del fotografo è “zoommata” su particolari invisibili al turista. Da 40 anni ormai, durante la visione delle mie foto, c’è sempre qualcuno che grida: “Ma dove era questo?” Il fotografo non vede gli oggetti, ma la luce sugli oggetti; per lui l’assenza di luce è una forma e percepisce il colore dove apparentemente è grigio. Il fotografo non rinuncia ad una foto semplicemene perchè è ora di pranzo, anzi l’alimentazione (specialmente di giorno) è una sonora scocciatura; il fotografo non ha freddo ne caldo, non ha tempo ne voglia di stare dietro a queste sciocchezze. Il fotografo non parla, ma analizza la realtà che lo circonda che raramente coincide con la sensibilità dei compagni di viaggio “comuni mortali”. Il fotografo non ripete mai la stessa foto; io ho scattato centomila foto e credetemi, le ricordo tutte e non le ripeto mai. Quindi il fotografo ha una capacità di registrare l’ambiente dove opera decine di volte superiore ad un qualsiasi umano che non sia in giro per uno scopo professionale. Infine per il fotografo la passeggiata Shopping per qualsiasi centro ove ci sono negozi – è una tortura, ancor di più se a pochi metri c’è qualcosa che perderai per sempre.

Perciò se siete un fotografo e non volete viaggiare solo preparatevi a qualche “rinuncia”.. Le foto che avete visto sono appena decenti.. Per ottenere qualcosa di meglio avrei dovuto imporre ai miei compagni di viaggio dei sacrifici improponibili.. D’altro canto, senza di loro, non ci sarebbero neanche queste.. (partire da solo non se ne parla proprio… ).

Questi gli scatti di pura curiosità.. Queste invece sono le panoramiche (più scatti cuciti al computer..) che devono essere viste facendo scorrere l’immagine al monitor.. (nell’ordine: Ruoen, M. S. Michel , Bayeux) http://xs216.Xs.To/xs216/07242/Rouenmax.Jpg http://xs216.Xs.To/xs216/07236/Mont-SM-1copiafull2.Jpg http://xs216.Xs.To/xs216/07235/cupolabayex3full.Jpg A risentirci più in là possibile..



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