Normandia e castelli della Loira
Tappa successiva: la costa normanna, direzione N/O verso Fécamp, stazione turistica con porto peschereccio e falaises a strapiombo sul mare. Qui tirava un forte vento e il mare era piuttosto agitato, meglio entrare in una brasserie e mangiarsi una loro baguette mega farcita!!! Proseguendo verso occidente, raggiungiamo Etretat con uno splendido panorama naturale, grazie alle sue 3 falaises famosissime: molto carino anche il paesino e le passeggiate per raggiungere le vette delle falaises.
Attraversiamo così il ponte di Normandia sull’estuario della Senna e raggiungiamo Honfleur, il cui piccolo porto è stato ritratto dai pittori più celebri. Siamo ora nel la regione del Calvados, il dipartimento più famoso della Normandia, poiché è sulle sue spiagge che avvenne lo storico sbarco degli alleati durante la seconda guerra mondiale ed è qui che i nostri uomini dedicano 2 giorni della nostra vacanza. Lungo la Cote Fleurie cerchiamo un albergo, ma o sono pieni o sono cari(non meno di 75€ a notte), così ci allunghiamo fino a Cabourg dove alloggiamo 2 notti all’Etap Hotel. Cena a base di pesce buonissimo tutto cotto alla griglia( a parte Max che si mangia una dozzina di ostriche) e passeggiata in paese. La sera in Normandia, non c’è praticamente vita in questa stagione, ed anche se Cabourg è piena di ville lussuose e luci, tutto ciò che ci può fare compagnia è un forte vento che soffia dal mare. Tutto così surreale!!! La mattina del 04/05 si parte per le spiagge dello sbarco, l’inglese, la canadese e l’americana fino a Omaha Beach, attraversando Arromanches e tutta la sua storia che ancora conserva. Veramente da pelle d’oca il cimitero americano con oltre 9000 croci bianche allineate in un verdissimo prato con sullo sfondo l’azzurro del mare. Qui si vive tutta la tragedia e l’angoscia di 5 anni di guerra, tutti coloro che l’hanno vissuta direttamente e intensamente, di tutti coloro che hanno perduto la loro vita così giovane, per regalare a noi, che allora ancora non c’eravamo, un mondo libero. Qui si è palpato lo stato d’animo di chi l’ha vissuta da bimbo come Giovanni, con ricordi cruenti ma nitidi, e di chi l’ha studiata sui libri come noi, ma tutti siamo arrivati alla stessa conclusione: tutto ciò non deve mai più riaccadere!!! A Port en Bessin Romina ed io abbiamo raccolto alcune grosse conchiglie, introvabili nei nostri mari; Giovanni si era portato le sabbie delle spiagge dello sbarco e gli altri 2 uomini scalpitavano per andare a mangiare una bella insalata in un localino graziosissimo che si affacciava sul porto! Pomeriggio dedicato a Bayeux, dove abbiamo visitato un interessante Memoriale della guerra, per dirigerci poi a vedere l’arazzo dedicato a Guglielmo il Conquistatore, ricamato da monaci circa 1000 anni fa: un vero capolavoro se si pensa ai 70 metri di lunghezza!! La cattedrale era già chiusa e l’abbiamo ammirata solo dall’esterno in tutta la sua maestosità. Ritornando verso Cabourg abbiamo incontrato il cimitero canadese e gli uomini hanno fatto una breve visita. Cena a base di ottima carne in un ristorante veramente caratteristico, consigliatoci dai gestori dell’ Etap Hotel e di corsa a nanna. La mattina successiva riprendiamo l’itinerario dello sbarco dalla Pointe du Hoc, dove ancora grosse buche nel terreno testimoniano che la notte fra il 5 e il 6 giugno ’44 qui la devastazione è stata apocalittica. Tappa obbligatoria a Saint Mère Eglise, famosa per aver salvato, perché rimasto impigliato nel suo campanile, l’unico paracadutista superstite di un disastroso lancio alleato; visita del museo locale molto ricco di reperti storici e rifornimento di souvenirs dai numerosi negozietti. Abbiamo così cercato e trovato nelle vicinanze, anche il cimitero tedesco dove sono sepolti i corpi di oltre 21000 ragazzi e tutto ciò mi ha riempito di un’angoscia soffocante. Ultimo paesino nella costa nord-est è stato Barfleur, con i suoi pescherecci, l’immenso faro visitabile, l’antica chiesa e la spiaggia sassosa, sono stati una piacevole sorpresa. Ora via verso Granville, per poi avvicinarsi il più possibile a quella meraviglia che rimarrà forse il luogo più suggestivo e incantevole di tutta la vacanza: Mont Saint Michel. Dormito nel solito Etap Hotel (gestore gentilissimo che ci ha dato mille consigli), la domenica mattina ci siamo alzati di buon’ora, perché Max, mega informato anche sulle maree, sapeva che il picco massimo era alle 10:07 ed almeno 1 ora prima bisognava essere lì per goderci lo spettacolo. La nebbia inizialmente avvolgeva tutto ciò che col passare dei minuti e dei Km è apparso nitido ai nostri occhi: Mont Saint-Michel in tutta la sua maestosità, è proprio come l’hai sempre immaginato fin da piccolo, vedendo le foto sui libri di scuola: un gioiello naturale e artistico quasi irreale, così ovattato e silenzioso al mattino presto , si è trasformato col passare delle ore, in un luogo pieno di gente, di vita, di acqua che arrivava prepotentemente a circondare tutto l’isolotto, mantenendo comunque tutto il suo fascino incantato! Dopo aver mangiato qualcosa in un selfservice, dove anche i passeri arrivavano indisturbati a becchettare sui tavoli, abbiamo deciso si allungarci verso Saint-Malo e di toccare un po’ di Bretagna, terra misteriosa e selvaggia, forse più della Normandia.
Bellissimo questo paese, protetto da un maestoso castello e da tutte le mura che circondano l’intero borgo: sopra di esse abbiamo passeggiato tranquillamente, ammirando ora il porto, ora il mare aperto(siamo sull’oceano ormai) e la gente a passeggio lungo le immense spiagge, che la bassa marea stava regalando in questa domenica pomeriggio finalmente un po’ soleggiata! Ed ora direzione Tours(durante gli spostamenti è opportuno evitare le autostrade perché carissime!!!), attraverso Le Mans, con tappa all’antichissimo circuito, che vanta un bel museo (peccato che chiude alle 18 e noi siamo arrivati alle 17:58…). Cena in un locale vicino all’Etap Hotel dove abbiamo sostato 2 notti e passeggiata notturna a Tours, vivacissima e caotica città, resa tale forse dai disordini a cui abbiamo assistito a fine serata, fra le forze dell’ordine e manifestanti scatenati per la vittoria della destra alle elezioni presidenziali.
Mattina piovosa ma calda, anche perché eravamo scesi verso il centro della Francia, nella regione della Loira, tipicamente a clima mite e piacevole. E da qui ci siamo tuffati per due giorni nei suoi castelli romantici e pieni di charme, con giardini incantevoli e dimore da sogno(soprattutto per noi donne)!! Da ricordare assolutamente i giardini di Villandry, simili a cartoline stampate, il castello di Azay-le-Rideau completamente circondato dalle acque, il suggestivo castello d’Amboise e la cappella dove si ritiene sia sepolto il nostro Leonardo da Vinci, i ricchissimi interni di Chenonceaux, dove Caterina de Medici si era sbizzarrita nel circondarsi di ogni meraviglia e per ultimo ma forse più maestoso, l’immenso castello di Chambord. Ultima notte trascorsa in Francia ad Orléans: non siamo riusciti a visitare la città perché pioveva ed iniziavamo ad essere un po’ stanchi. Dopo aver mangiato carne di bisonte al ristorante della catena Buffalo Bill, siamo andati a dormire nei comodi letti dell’Etap Hotel(39€ a camera). Avendo l’aereo a Beauvais alle 18, è restato il tempo per una visita alla mitica reggia di Versailles e dei suoi giardini. Riconsegnata l’Opel Zafira, (ottima auto), non restava che imbarcarci per l’Italia con un malloppo di ricordi e di conoscenze che forse neanche noi, ci saremmo aspettati di riuscire ad immagazzinare in 7 giorni di tours!