Normandia e bretagna x quattro
AUTOMOBILE UTILIZZATA : Audi A4 Avant 1.9 Diesel EQUIPAGGIO : (rigorosamente in ordine alfabetico) Baffo, Laura, Raffa, Stefano TOTALE KILOMETRI PERCORSI : 4420 TOTALE ORE PASSATE IN MACCHINA : 60h 24m PERNOTTAMENTO : solo ed esclusivamente in chambre d’hotes e 2 notti in chambre de charme SPESE SOSTENUTE : – autostrada : Eur 151,50 (da dividere in 4) – benzina : Eur 207 ( da dividere in 4) – vitto : Eur 262 (a coppia) – alloggio : Eur 317 (a coppia) – varie (ingressi, regali, souvenirs…) Eur 135,20 (a coppia) 21 AGOSTO 2004, SABATO La partenza è fissata per le 6 del mattino. Siamo tutti un po’ assonnati ma entusiasti di questa nuova avventura che sta per iniziare. La prima tappa essenziale , ovvero quella per la colazione, avviene dopo circa un’oretta di viaggio. Si riparte in direzione del Traforo del Monte Bianco (EUR 29.60 solo andata; EUR 37 andata e ritorno ma vale solo una settimana), passato il quale ci rendiamo conto, nostro malgrado, di esserci lasciati l’estate alle spalle. La temperatura infatti si è notevolmente abbassata, il cielo è plumbeo e comincia a sgocciolare. La tappa successiva è per il pranzo al sacco in un autogrill francese attrezzato con tanto di animatori/intrattenitori di bambini. Ripartiamo in fretta, non c’è proprio tempo da perdere e la strada da percorrere è ancora lunga. Arriviamo a destinazione verso le 19.30. La chambre d’hotes prenotata telefonicamente da casa e nella quale pernotteremo la prima notte si trova ad Eslettes, a pochi chilometri da Rouen. Monsieur Jean Claude e consorte ci accolgono calorosamente nella loro maison chiamata “La Gourmandine” (35 € a notte per due persone inclusa la colazione) e ci mostrano le due deliziose camere a noi riservate, una delle quali ovviamente ricavata nel sottotetto, entrambe con bagno privato. Ottima scelta, non c’è che dire, visto che la prenotazione è stata fatta a scatola chiusa semplicemente scegliendo a caso tra un elenco di indirizzi scovati tramite internet.
Uno squisito profumo di stufato con le patate si propaga dalla cucina alle altre stanze della casa. Chiediamo di poter accedere alla formula “table d’hote” ma ahimè siamo tagliati fuori causa mancata prenotazione anticipata. Siamo costretti a rimetterci in macchina in direzione Rouen e cercare un posto dove cenare. Troviamo un locale carino lungo la via principale, la “Taverne du Vieux”dove ceniamo discretamente ad un prezzo accettabile. Qui Baffo si lascia subito tentare da un antipasto di “huitres”, ovvero ostriche crude, piatto che ritroveremo sempre nel corso di tutta la vacanza.
Breve giretto a piedi per sgranchirci le gambe e poi a nanna.
22 AGOSTO 2004, DOMENICA Come da accordi presi la sera precedente, alle 8.30 scendiamo puntuali per la colazione e troviamo la sala da pranzo accuratamente preparata per noi e per gli altri ospiti della casa che peraltro non avremo occasione di incontrare. Al centro della tavola è posizionato un tagliere rotondo girevole sul quale abbondano burro salato, miele e marmellate di ogni genere, compresa quella di rabarbaro per noi piuttosto insolita. Ovviamente non possono mancare croissants e baguette, peraltro freschissime nonostante oggi sia domenica . Insomma una colazione davvero al top. Monsieur Jean Claude ci aiuta gentilmente a trovare una sistemazione per la notte successiva a Crouay, nelle vicinanze di Bayeux e quindi verso il mare (forse era meglio se non ce la trovava ma avremo modo di approfondire l’argomento successivamente). Ci lascia inoltre la guida delle chambre d’hotes della Normandia iscritte al circuito Gites de France nonchè una cartina molto dettagliata.
Decidiamo di dedicare parte della mattinata alla visita di Rouen. Parcheggiamo praticamente sotto a Place du Vieux Marchè, la piazza dove Giovanna d’Arco venne arsa viva a soli 19 anni dopo essere stata condannata come eretica. E’ qui che si trovano sia la Croce della Riabilitazione, sia la chiesa di Jeanne d’Arc, davvero niente di speciale a parte la bellissima vetrata . Siamo inevitabilmente attratti dai bellissimi banchi del mercato alitare che espongono frutta, verdura, pesce freschissimo e formaggi.
Notiamo anche le bellissime case a graticcio che si affacciano sulla piazza, sempre un po’ storte o lateralmente o tanto piegate in avanti da far paura.Pare le costruissero così per ragioni di economia e per non sprecare calore .
Percorriamo la Rue du Gros Horloge sino alla bella cattedrale di Notre Dame che alla sera diventa teatro di uno spettacoli di luci e poi proseguiamo sino al ponte sulla Senna per scattare qualche fotografia. Prima di riprendere la macchina, entriamo in una panetteria dove facciamo spesa per il pranzo : 4 baguettes con tonno e verdure e un dolce.
Prendiamo la via del mare, la prossima tappa sarà infatti Fecamp, località sulla costa della Manica Qui facciamo pic nic in riva al mare approfittando della bella giornata di sole e del clima mite. Esploriamo anche il piccolo paesino e prendiamo un caffè in uno dei numerosi locali situati in prossimità del porto dove molti turisti stanno degustando enormi piatti di pesce apparentemente molto gustoso. Lasciata Fecamp, ci dirigiamo ad Etretat dove ammiriamo le celebri falesie d’Amont e d’Aval dipinte da Monet e narrate da Maupassant. Siamo sulla splendida Costa di Alabastro con le sue spettacolari scogliere scavate dal mare sino a formare figure strane e misteriose. Scegliamo la passeggiata ad Ovest, quella delle falesie d’Aval e raggiungiamo la punta estrema dalla quale ammiriamo in lontananza la Falaise d’Amont paragonata ad un grosso elefante che cala la proboscide nell’Oceano. La giornata è davvero magnifica, fa parecchio caldo e si respira aria di mare e di vacanza. Facciamo un giro anche nel piccolo paesino stracolmo di negozi di souvenirs , vera croce di Stefano e Baffo e delizia mia e di Raffa.
L’itinerario del pomeriggio prosegue con l’attraversamento del Ponte di Normandia (5 € il pedaggio), un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria europea, uno dei più grandi ponti sospesi del mondo che ci conduce a Honefleur, piccolo ma alquanto delizioso borgo di pescatori che ci ricorda un poco la nostra Portofino. Anche qui ritroviamo le caratteristiche case a graticcio che si affacciano al porto, quasi tutte occupate da ristorantini, bar o negozi. Stefano e Raffa non resistono alla tentazione di una crèpe alla nutella mixando in tal modo una specialità della cucina francese con il fiore all’occhiello dell’industria dolciaria italiana.
Lasciamo con rammarico Honefleur. Avremmo certo voluto rimanere più a lungo in questo meraviglioso angolo di Normandia, magari anche per gustare una cena a base di pesce ma è già pomeriggio inoltrato ed abbiamo ancora parecchia strada da percorrere per arrivare nelle vicinanze di Bayeux e precisamente a Crouay dove abbiamo prenotato la chambre d’hotes per questa notte. Il nostro istinto ci ha dato pienamente ragione. Infatti abbiamo dei grossi problemi a trovare questo posto che peraltro nessuno sembra conoscere. Incappiamo anche in un gruppo di amici reduci da un matrimonio i quali, ubriachi fradici, fanno cenno di fermarci a festeggiare con loro e cercano invano di aiutarci nella nostra disperata ricerca suonando i campanelli delle case vicine dalle quali ovviamente nessuno ha il coraggio di uscire. Dopo numerosi tentativi andati buchi, finalmente arriviamo a destinazione. La casa, molto simile ad una baita di alta montagna con l’esterno in legno,è immersa nel verde e ovviamente decorata da una splendida siepe di ortensie multicolori. Scopriremo poi che il terreno della Normandia e della Bretagna risulta essere particolarmente indicato per lo sviluppo di questo fiore che in queste zone cresce rigoglioso aiutato anche da un clima particolarmente umido e piovoso.
Siamo accolti da un padrone di casa non troppo loquace e dall’aspetto molto trasandato e neppure troppo raccomandabile. Ci mostra le camere, una delle quali è come al solito ricavata nel sottotetto, ci informa che la colazione non verrà servita prima delle 8.45 e scoppia in una sonora risata quando cerchiamo di fargli capire a gesti (non entriamo nei particolari della tipologia di gesti !) che abbiamo bisogno della carta igienica. La nuova chambre d’hotes non è che una piccola fattoria immersa in una atmosfera di grande desolazione. Le stanze sono impregnate di un fortissimo odore di stalla. Accanto ad essa si trova un camping (così sta scritto sull’indicazione al margine della strada) ma ci chiediamo chi possa decidere di passare le proprie vacanze in un posto del genere, lontano da fiumi, laghi, mare o città. A noi sembra piuttosto che in tutto ciò vi sia qualcosa di non troppo chiaro e magari anche un po’ losco ma evitiamo di indagare a fondo anche per non crearci delle strane paure visto che dovremo passarci la notte e, senza perdere troppo tempo, depositiamo i bagagli e andiamo verso Bayeux alla ricerca di qualcosa di commestibile. Entriamo nel primo locale che troviamo. Si chiama “La Boucherie” e da come è impostato sembra essere una catena. Si può mangiare un po’ di tutto, preferibilmente carne e la spesa è modesta (23 € a coppia).
Siamo stanchi e rientriamo subito dopo cena ; il viaggio di ieri comincia inevitabilmente a farsi sentire. Al nostro rientro la casa è immersa nel silenzio assoluto. Scopriamo poi che marito e moglie dormono nella stanza attigua a quella mia e di Stefano . Sentiamo l’”energumeno” tossire parecchie volte durante la notte e lo sentiamo pure utilizzare il nostro bagno. Davvero no comment ! Del resto quando la prenotazione avviene così a scatola chiusa bisogna essere sempre pronti a tutto.
23 AGOSTO 2004, LUNEDI’ Scendiamo per la colazione alle 8.45 e troviamo la tavola apparecchiata solo per noi ( del resto solo noi potevamo essere così sfigati da capitare in questo posto !). Io e Raffa praticamente non tocchiamo quasi cibo e neppure riusciamo a bere il tè che sembra avere anch’esso uno strano retrogusto di stalla. L’igiene e la pulizia lasciano davvero molto a desiderare . Appesa ad un lampadario notiamo anche una carta moschicida estremamente datata che di primo mattino non è certo una piacevole visione. La padrona di casa rimane in piedi muta davanti a noi per tutta la durata della colazione mettendoci anche un po’in soggezione, così cerchiamo di togliere il disturbo il prima possibile, paghiamo 37.50€ a coppia e ce ne andiamo da questo posto inquietante.
L’aria del mattino è piuttosto fresca ma la giornata si prospetta magnificamente soleggiata. Siamo sempre con le dita incrociate poiché tutti coloro che hanno visitato queste zone prima di noi sono sempre stati spesso accompagnati da pioggia e maltempo. Per il momento noi non possiamo certo lamentarci.
La prima tappa della giornata è Bayeux. Parcheggiamo vicino al centro e poi ci dirigiamo a piedi verso il museo che ospita una delle opere medievali più famose al mondo, ovvero l’”Arazzo della regina Matilde”, lungo ben 70 metri. L’ingresso costa 7.40€ e dà diritto a delle cuffie esplicative in italiano. Da vedere anche la bella Cattedrale di Notre Dame con le sue coloratissime vetrate e la parte vecchia della città. Facciamo spesa per il pranzo ( baguette prosciutto e formaggio) e, ripresa la macchina, iniziamo la visita ai luoghi che nel giugno del 1944 sono stati teatro dello sbarco alleato .
Notiamo con stupore che sull’enorme spiaggia di Arromanches sono ancora ben visibili i resti del porto artificiale “Mulberry” voluto dal Primo Ministro inglese Winston Churchill in persona, porto che rese possibile lo sbarco di circa 2.500.000 uomini e 500.000 veicoli. L’atmosfera che ci circonda è davvero molto commovente e anche il cielo sempre coperto dalle nuvole non stimola certo pensieri positivi. Risaliamo a piedi la collinetta che domina la spiaggia e decidiamo di fermarci qui per il pranzo. Il nostro itinerario prosegue con la visita al Cimitero Militare Americano di Colleville, una distesa verde di circa 70 ettari situata proprio sopra ad Omaha Beach dove riposano quasi 10.000 giovani soldati americani . Non possiamo non provare una forte commozione di fronte alle croci bianche ordinatamente disposte su questo prato inglese curatissimo e al silenzio che regna nonostante l’affluenza di numerosi turisti provenienti da ogni parte del mondo .
L’ultima tappa della giornata è Pointe du Hoc, uno spuntone di roccia sempre sulla Omaha Beach dove si possono vedere i bunker tedeschi e gli enormi buchi nel terreno provocati dallo scoppio delle granate. Si è ormai fatto tardi, così decidiamo di raggiungere la nuova chambre d’hote che si trova esattamente a Les Grandes Grèves, 167 Route de St Anne, 35120 Cherrueix ( € 37.50 a coppia), nelle vicinanze di Dol de Bretagne. Al nostro arrivo siamo accolti da un personaggio assai simpatico e curioso che finiremo per soprannominare “il maniaco delle correnti” in quanto terribilmente ossessionato dalle folate d’aria che invadono continuamente la casa tanto da arrivare a sbatterci per ben due volte la porta in faccia al fine di evitare improvvise e sconvolgenti trombe d’aria all’interno della casa.
Victor Coquelin (è questo il nome del padrone di casa) ci mostra le due stanze a noi riservate. Stavolta in camera abbiamo solamente il lavabo; la doccia infatti è in comune e si trova nella stanza attigua e il water, sempre in comune, è in un’altra stanza ancora. La casa comunque è molto carina, ben tenuta e con una bellissima veranda vista mare per la colazione. Il parcheggio per le auto è stato ricavato nel giardino che si trova sul retro e Victor scruta attentamente ogni nostra manovra quasi a voler provare la nostra abilità nel tentativo di schivare le bellissime aiuole fiorite.
Dopo esserci rinfrescati usciamo per la cena e, su consiglio del padrone di casa, raggiungiamo un ristorantino molto caratteristico sul mare dove ovviamente mangiamo pesce a go go e proprio una zuppa di pesce calda e profumatissima sarà letale all’intestino di Baffo.
24 AGOSTO, MARTEDI’ Alle 8.30 scendiamo nella bellissima veranda per la colazione. Victor si precipita a darci il buongiorno con indosso il grembiulino e ci informa che il “boulanger” è in leggero ritardo e che pertanto per la baguette fresca dovremo attendere qualche minuto. Nel frattempo ci fa trovare già pronte sulla tavola delle crèpes da farcire a piacere con burro salato e marmellata e ci serve il tè. La sera precedente gli avevamo chiesto di poter rimanere presso di lui un paio di notti ma sfortunatamente le camere erano già prenotate, così gentilmente ci avvisa che ci ha trovato una sistemazione presso M.Me Ganier, Rue du Lion Dor 14, proprio di fronte alla chiesa di Cherreueix. Al momento dei saluti ci rinfaccia di aver mangiato troppo poco a colazione e ancora una volta ci chiede, mentre usciamo, di prestare attenzione alle correnti pericolose . Nonostante l’avvertimento, mentre portiamo fuori i bagagli la porta d’ingresso si spalanca e una folata d’aria rischia di travolgere un vaso prezioso situato proprio nel corridoio d’ingresso. Se ieri in qualche modo eravamo riusciti a farci perdonare lo sbattere di qualche porta, ora ci siamo giocati il jolly e M. Coquelin ci odia definitivamente !!! Dalla sua veranda ci scruta attentamente e lo vediamo tirare un lungo sospiro di sollievo quando finalmente ci vede partire. Andiamo subito al 14 di Rue de Lion Dor a conoscere M.Me Ganier,la nostra nuova padrona di casa la quale ci mostra le camere che al momento sono ancora occupate da altri ospiti .
All’unico negozio del paese facciamo spesa per il pranzo. La bottegaia gentilmente si offre di farcirci le baguettes con prosciutto e camembert. La meta stabilita per oggi era Mont Saint Michel ma non appena ci mettiamo in viaggio inizia a spiovviginare e i nuvoloni neri non lasciano certo ben sperare. Il magnifico cielo stellato di ieri sera ci aveva un attimo illusi ma qui il tempo varia con una velocità pazzesca e impareremo presto a non fidarci mai troppo.Decidiamo quindi di cambiare meta e di puntare al castello di Fougères, anche per andare incontro al povero Baffo il cui intestino risente ancora dei postumi della zuppa di pesce di ieri sera. Ci fermiamo alla prima farmacia che troviamo lungo il tragitto e tra gesti indicativi e parole inventate (del resto a scuola nessuno mai ti insegna le parole base del pronto soccorso ) riusciamo a farci dare dei fermenti lattici. Il castello di Fougères, forse uno dei più imponenti d’Europa, si trova su di un promontorio roccioso protetto da un meandro facilmente inondabile che costituì un’effettiva linea di difesa fino all’invenzione dell’artiglieria. L’ingresso costa 4.5 EUR ma a dire il vero non ne vale neppure troppo la pena poiché dentro è mezzo distrutto e a quanto pare non vi è neppure la volontà di metterlo a posto. Scattiamo qualche foto ma il cielo è sempre bigio e la luce non è certo ottimale. Facciamo un giro in paese e arriviamo sino alla via principale con le belle case a graticcio ornate da gerani multicolori ed ortensie rigogliose. E’ quasi ora di pranzo ma , forse anche per colpa del tempo, nessun posto ci sembra ideale per fare pic nic.
Prendiamo la macchina e ci spostiamo verso Vitrè, altra località famosa per il suo castello. Giunti a destinazione siamo costretti a ripararci sotto alla pensilina della biblioteca comunale per riuscire a mangiare le nostre baguettes senza bagnarci troppo. Che tristezza … del resto fino ad ora il tempo non ci aveva dato alcun problema e in una settimana di vacanza almeno un giorno di pioggia l’avevamo già messo in conto. Percorriamo la via principale sino al castello. Non abbiamo voglia di pagare il biglietto d’ingresso e ci limitiamo a guardarlo da fuori , dopodiché entriamo in un bar e ordiniamo 4 te caldi. Nel corso del pomeriggio il tempo fortunatamente migliora e a Dinan troviamo addirittura un cielo azzurro terso e un sole caldo. Il centro storico di Dinan si trova su un altopiano che domina il fiume Rance ed è caratterizzato da belle case a graticcio .
Io e Raffa troviamo il paradiso nel senso che c’è pieno di negozietti di souvenirs che propongono articoli vari da regalo tra i quali tazze, oggettini simpatici per la casa, scatole di latta contenenti le famose gallette, ovvero i deliziosi biscotti al burro, confezioni di sfiziose caramelle al burro salato, vasetti di marmellate tipiche quali quella di mele, mele e cannella, rabarbaro, mirtillo nero,lampone, fragola e così via. Stefano e Baffo ci aspettano più o meno pazientemente fuori dai vari negozi annoiandosi a morte e a fine vacanza faranno il conteggio delle ore perse a “guardare tazze”.
Molto carina anche la zona del fiume dove è possibile noleggiare piccole imbarcazioni per raggiungere il mare. E’ proprio qui che in uno dei numerosi pub/ristoranti assaggiamo per la prima volta il famoso sidro di mele che non riscuoterà particolare successo tra di noi.
Decidiamo di concludere la giornata a Dinard, cittadina moderna e molto turistica, con hotel di lusso e bei negozi , dal cui porto si scorge in lontananza la baia di St Malo. Ci godiamo il tramonto sulla spiaggia che, per effetto della bassa marea, sembra enorme e quasi infinita e raccogliamo le conchiglie lasciate dal mare. Ceniamo in un locale carino con luci soffuse e un arredamento insolito e molto spartano, il Castor Bellux, dove ci divertiamo a scherzare con una cameriera che ci ha scambiato per spagnoli. Facciamo un giro in macchina a Saint Malo e per la prima volta dopo giorni ci troviamo intrappolati nel traffico e nella confusione. Siamo stanchi e decidiamo di rientrare presto anche perché siamo curiosi di vedere la nuova chambre d’hotes che ci ha gentilmente prenotato quel simpatico personaggio del maniaco delle correnti. M.Me Ganier è stata di parola . Appiccicato alla porta troviamo infatti un post it giallo con scritto “italieni” e questa parola diventerà un divertente ritornello per tutto il resto della vacanza. Le camere, entrambe con bagno privato, sono discrete e come al solito molto pulite.
25 AGOSTO, MERCOLEDI’ Alle 8.30 puntuali come al solito scendiamo a fare colazione nell’ampia cucina di M.Me Ganier. Prima di tutto le chiediamo di poter rimanere ancora una notte e lei, da vera manager, dapprima controlla l’agenda e poi ci dà l’ok. Risolto questo problema ci tuffiamo sull’abbondante colazione a base di te, delizioso pan brioche , marmellate varie, burro salato, miele, yogurt, e due ottimi dolci fatti in casa, un plum cake e una specie di flan con della frutta dentro. Per una volta almeno non abbiamo l’incubo dei bagagli da portarci appresso né tantomeno il problema di dover cercare una sistemazione per la notte.
Ci fermiamo al Champion a fare spesa per il pranzo e compriamo la solita baguette da farcire con prosciutto e brie. Il programma di oggi prevede prima di tutto la visita al mitico Mont Saint Michel . Il tempo sembra essere un po’ migliorato rispetto a ieri ma anche se dovesse piovere non avremmo mete alternative. Oggi infatti è già mercoledì, il tempo stringe ed abbiamo ancora un sacco di bei posti da vedere. Lasciamo la macchina al parcheggio (4 EUR) e, nonostante il vento freddo, ci godiamo la passeggiata che conduce fino al Monte e che passa sull’argine sopra alla baia.
Il mare è lontanissimo e Mont Saint Michel sembra emergere imponente e meraviglioso dal nulla. Non per niente dal 1979 è stato eletto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.Visitiamo l’Abbazia il cui biglietto d’ingresso costa 7 EUR ma ne vale veramente la pena, dopodiché ci godiamo una vista sterminata su un immensa distesa di sabbia dorata verso la quale si sono avventurati alcuni turisti che vengono immediatamente richiamati dalle forze dell’ordine. Ci perdiamo tra le piccole viuzze stracolme di turisti che affollano i negozietti di souvenirs ed i ristoranti sino a quando diventa quasi impossibile camminare e decidiamo di lasciare questo splendido posto. Mentre raggiungiamo il parcheggio siamo sorpresi da un forte acquazzone che tuttavia non ci impedisce di scattare le ultime foto ricordo.
E’ ora di pranzo e oggi scegliamo di mangiare lungo una stradina secondaria che si trova nelle vicinanze della nostra chambre d’hotes, attratti dalla presenza di caratteristici mulini a vento, alcuni dei quali trasformati in abitazioni alquanto originali.
Peccato per il vento freddo e fortissimo che rende quasi impossibile il nostro pic nic tanto che saremo costretti a rimanere al riparo in macchina.
Il programma per il pomeriggio prevede la visita a Cancale, il regno delle ostrice. Sul suo caratteristico porto, “La Houle” , si affacciano numerosi locali nei quali si possono gustare immensi piatti di frutti di mare, orgoglio della cucina bretone. Molto folkloristici sono anche i carretti carichi di ostriche plates e creuses da mangiare direttamente sul posto e rigorosamente crude, insaporite solo da un po’ di succo di limone. Preferiamo non azzardare troppo .Del resto la nostra cultura culinaria ci porta istintivamente ad evitare tutto ciò che è crudo e a maggior ragione se si tratta di pesce. Lasciamo Cancale e ci dirigiamo verso Saint Malo. Nonostante l’immenso traffico riusciamo a trovare un parcheggio proprio vicino al centro e, una volta varcata la Porte S. Vincent, sovrastata da due scudi in legno con gli stemmi della Bretagna e di Saint Malo, ci troviamo in questa meravigliosa cittadella fortificata . Ovviamente non possiamo perderci il lungo camminamento sui bastioni con ampi scorci sia sulle vie del centro affollate di turisti, sia sul mare . Molto originale l’idea di una piscina di acqua salata “ritagliata” direttamente dalla spiaggia e completa di trampolino per i tuffi. La nostra passeggiata prosegue poi all’interno del paese dove possiamo ammirare palazzi possenti ed austeri e numerosi negozi . Ancora una volta io e Raffa ci perdiamo nello sterminato mondo delle tazze e delle scatole porta biscotti di latta decorate che stanno ormai occupando buona parte del “caveau” della macchina. Cerchiamo un locale dove cenare ma l’istinto della fame ci fa essere forse un tantino precipitosi . Stefano e Baffo si lasciano tentare dal travers de pork che tradotto in italiano significa costine di maiale, mentre io e Raffa andiamo lisce con un bel poulet arrosto. “Le Majestic” all’interno è abbastanza squallido e ce ne andiamo appena finito di cenare per goderci ancora un po’ la magica atmosfera di una serata nelle vie di Saint Malo. Mentre passeggiamo ci imbattiamo in un baracchino all’aperto che vende deliziosi dolcetti fatti all’istante, i gaufres o waffel, da farcire a piacere con zucchero a velo, marmellata, nutella, burro e zucchero,panna montata o gelato. Da buoni italiani andiamo di Nutella e ci gustiamo questa deliziosa specialità francese della cui bontà mai ci dimenticheremo.
Concludiamo la serata a Dol de Bretagne, percorrendo a piedi tutta la Grand Rue des Stuarts, con le sue belle case a graticcio ed i palazzi in pietra del sei-settecento.
La stanchezza ha il sopravvento su di noi, così facciamo ritorno alla nostra chambre a Cherreueix .
26 AGOSTO, GIOVEDI’ Scendiamo come al solito puntuali per la colazione, anzi, stamattina forse con un po’di anticipo visto che dobbiamo trovare una nuova chambre d’hote per questa sera. Consultiamo la guida con l’elenco di tutte le chambre d’hotes della Bretagna iscritte alla Gites de France e focalizziamo l’attenzione sulla zona di Morlaix e dintorni. Come al solito le prime 3 o 4 telefonate vanno buche e ci sentiamo rispondere che sono al completo ma non ci perdiamo d’animo e finalmente riusciamo a prenotare. Risolto il problema pernottamento ci accomodiamo nella cucina ormai familiare di M.Me Ganier per la solita abbondante colazione stavolta purtroppo senza il delizioso pan brioche che ieri mattina ha allietato il nostro risveglio.
Saldiamo il conto delle due notti (EUR 70.00 a coppia) e ci mettiamo in viaggio . La tabella di marcia odierna prevede oltre a molte cose da vedere anche parecchi chilometri da percorrere. Ci preoccupiamo subito degli approvvigionamenti per il pranzo . Ormai la baguette del mezzogiorno è diventata un must e non possiamo proprio rinunciarvi. Poiché la bottegaia di Cherreueix oggi non ha voglia di farcirci i panini, siamo costretti a fermarci a fare spesa. Acquistiamo la solita baguette da farcire con prosciutto e formaggio.
Prima tappa : Fort la Latte, una bellissima fortezza a picco sul mare voluta per proteggere la costa dai pirati normanni e dalla quale si gode un magnifico panorama sulla Costa di Smeraldo. L’ingresso costa € 4.10 ma ne vale veramente la pena . Riprendiamo la macchina e raggiungiamo Cap Frehel, un meraviglioso promontorio con ripide scogliere dominate da un faro, il tutto immerso in un paesaggio molto suggestivo. Parcheggiamo la macchina e ci addentriamo a piedi in un sentiero ricavato in una spianata di erica bicolore. Cerchiamo un posticino tranquillo e soprattutto al riparo dal vento per imbastire il nostro pic nic che ricorderemo come uno dei migliori grazie alla splendida vista mare e alla simpatica compagnia di un gabbiano che riusciremo quasi ad addomesticare.
Lasciamo a malincuore Cap Frehel e ci spostiamo verso Paimpol lungo la Costa di Smeraldo. La giornata è molto calda e lungo il tragitto attraversiamo numerose località balneari nelle quali regna una tipica atmosfera di vacanza. A metà pomeriggio raggiungiamo Paimpol, lasciamo la macchina al porto e facciamo due passi giusto per sgranchirci le gambe. Ne approfittiamo per fare un giro tra i banchi del mercatino dell’antiquariato, dopodiché ci rimettiamo in viaggio verso Perros Guirec che vedremo solo di sfuggita e Ploumanac’h, un promontorio meraviglioso e molto suggestivo, caratterizzato da enormi massi di granito levigati dal vento e dal mare sino a dar vita a forme bizzarre e misteriose. La Costa di Granito Rosa sarà uno dei ricordi più belli della nostra vacanza proprio per la particolarità di queste spiagge enormi costellate da rocce granitiche alquanto spettacolari. Ovviamente si sprecano le foto approfittando anche della luce del tramonto che rende questo paesaggio ancora più intrigante.
Riprendiamo la macchina e ci avviamo verso Commana, dove abbiamo prenotato la chambre d’hotes per questa notte. Abbiamo grosse difficoltà a trovare la località indicata sulla guida Gites de France, chiediamo informazioni in centro a Commana ma nessuno sembra conoscere la frazione di Kerveroux. Come al solito ci imbattiamo in un personaggio un po’ alticcio che vuole a tutti i costi darci una mano traducendo in inglese le indicazioni scritte in francese e non riusciremo a liberarci facilmente di lui. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto cominciamo a demoralizzarci e temiamo di capitare in un posto sperduto e desolato come quello di Crouay. Stavolta, tuttavia, le nostre previsioni pessimistiche si rivelano fortunatamente errate e capitiamo in un posto a dir poco magnifico che rimarrà per sempre nei ricordi più belli di questa vacanza. Siamo subito accolti dalla padrona di casa, una signora davvero simpatica e cordiale alla quale confidiamo subito di aver avuto grandi difficoltà a trovare il posto. Non ci appare più di tanto meravigliata e dai suoi discorsi ci sembra di capire che la famiglia Lancien non sia ben vista dagli abitanti di Commana, forse perché Marie Terese, questo è il suo nome, ricopre il ruolo ambito ed invidiato di Consigliere Comunale. Dapprima ci mostra le stanze, entrambe magnifiche e curate nei minimi dettagli,dopodiché ci spiega che l’intero complesso, situato peraltro in prossimità di un calvario, in passato era un villaggio di tessitori di vele . Siamo davvero a bocca aperta e ci sembra di vivere in una fiaba. Stupendo anche il contesto nel quale l’intero complesso è inserito : un mare di verde e come al solito ortensie enormi e bellissime. Purtroppo senza prenotazione non è possibile approfittare della table d’hotes, così ci consigliano di cenare a Sizun, nella creperie de l’Argoat.
Siamo nella bellissima zona dei calvari ed anche a Sizun ne ritroviamo uno bellissimo.Il locale non è davvero niente male, molto alla buona ma allo stesso tempo piuttosto caratteristico. Il piatto forte sono ovviamente crepes ed omelettes ma è possibile gustare anche altri piatti tipici e ovviamente ci lasciamo ancora una volta tentare dal sidro . Siamo troppo contenti di aver trovato un posto meraviglioso dove dormire anche se l’atmosfera misteriosa che suscita la vicinanza del calvario ci fa un po’ paura. Le stanze sono entrambe molto curate ed accoglienti oltre che pulite e ben arredate. Si nota subito che questa chambre d’hotes appartiene ad una categoria superiore, ovvero a quella delle chambres de charme. Anche il prezzo, 50 EUR a stanza inclusa la colazione,è leggermente più alto rispetto alla media, ma ne vale certamente la pena. Troviamo anche il libro degli ospiti nel quale annotare le nostre impressioni e i nostri commenti. Curatissimi i dettagli, dall’arredamento alla biancheria, dappertutto vasi con fiori freschi e secchi, belle lampade e bei soprammobili e qua e là pietre piatte di colore grigio dipinte a mano .
27 AGOSTO 2004, VENERDI’ La colazione ci viene servita alle 8.30 direttamente nella sala da pranzo dei signori Lancien. Stavolta siamo accolti dal padrone di casa in persona che peraltro scopriamo essere un artista. Il suo cavallo di battaglia sono le case dipinte su pietre piatte e grigie La stanza è meravigliosamente arredata in modo rustico, alle pareti spiccano i bei quadri di Michel Lancien , la parete di fondo è occupata da un enorme camino che rende l’atmosfera ancora più calda ed accogliente. La preparazione della tavola è stata curata nei minimi dettagli : dal prezioso servizio da te in porcellana alle zuccheriere d’argento per non parlare poi della soave musica che fa da sottofondo a questa atmosfera incantata. Monsieur Lancien vigila attento preoccupandosi che tutto sia di nostro gradimento e chiediamo a lui qualche consiglio sull’itinerario odierno. Non vorremmo mai andarcene da questo posto meraviglioso ma il tempo stringe, abbiamo ancora troppe cose da vedere e molta strada da percorrere ed è impensabile rimanere ancora una notte. A malincuore salutiamo questi indimenticabili padroni di casa ringraziandoli per la meravigliosa accoglienza e prima di andarcene chiediamo loro un indirizzo per la prossima notte.
Scattiamo le ultime foto ricordo anche se le foto migliori sono quelle che rimarranno per sempre impresse nella nostra mente, dopodichè ripartiamo in direzione Sizun, il paese dove abbiamo cenato ieri sera per la solita tappa fondamentale della giornata : la spesa per il pranzo. Oggi optiamo per baguette con tonno e formaggio più biscotti al burro salato.
La giornata non si prospetta certo positiva dal punto di vista meteorologico. Fa parecchio freddo, tira vento e il cielo minaccia pioggia da un momento all’altro. Proprio oggi che abbiamo un itinerario panoramico sul mare ? Ebbene sì. Non ci perdiamo d’animo e , su consiglio dell’artista che ormai è diventato il nostro mito, raggiungiamo dapprima Cap de la Chevre e a seguire la penisola di Crozon e Pointe du Pen Hir. I paesaggi sono davvero meravigliosi con le enormi scogliere a picco e il mare a perdita d’occhio ma il tempo è inclemente e la pioggia e il vento freddo non ci permettono di godere di queste bellezze naturali. Riusciamo a scattare qualche foto anche se in condizioni davvero pessime ovvero bardati il più possibile per difenderci da un aria pungente e da una pioggerella che ci penetra nelle ossa. Inutile sperare in un miglioramento, dobbiamo per forza rassegnarci e di conseguenza salta anche il nostro abituale pic nic all’aria aperta. Pranziamo a Plomodiern, nella classica trattoria di paese “Le Menez Hom” molto alla buona e qui i ragazzi optano per il piatto del giorno, les mules frites, ovvero cozze con patatine fritte mentre io e Raffa stiamo sul tradizionale con una salade au chevre chiude.
Ci divertiamo ad osservare gli strani personaggi che popolano il locale : una coppia di anziani che ordina piatti enormi per poi lasciarli quasi intatti, una famiglia composta da padre, madre, figlio e nonna che lascia tavolo e pavimento sottostante in condizioni davvero indecenti, una coppia di turisti italiani ed infine un signore all’apparenza molto distinto che vuole a tutti i costi attaccare bottone con noi e che si rivelerà essere un vero e proprio barbone. La prima tappa del pomeriggio è Locronan, un bellissimo borgo medievale in pietra meravigliosamente conservato che ci permette di fare letteralmente un tuffo nel passato.
Peccato per la pioggerella costante che non ha nessuna intenzione di darci un attimo di tregua costringendoci a tenere sempre l’ombrello aperto. Per evitare di bagnarci passiamo da un negozietto all’altro, dalle tazze alle scatole di latta dei biscotti, alle caramelle al burro salato, alle marmellate e alle gelatine di mele e cannella. Lasciato Locronan, visitiamo Quimper, la capitale della Cornovaglia, davvero niente di speciale a parte il centro con le solite case a graticcio. Anche qui facciamo un po’ di shopping e poi ci prendiamo un te caldo in una creperia molto carina.
Abbiamo promesso ai Signori Lancien di arrivare alla chembre d’hotes che ci hanno prenotato non più tardi delle 7 di sera, così cerchiamo di mantenere la promessa e ci avviamo verso Riec sur Belon, nei pressi di Pont Aven e precisamente a “Le Chatel” dove veniamo accolti dalla simpatica M.Me Gourlaouen nella sua bellissima casa che fa parte delle chambre de charme.Le stanze, entrambe con bagno indipendente, sono ubicate nella dependance e sono molto carine anche se non hanno nulla a che vedere con quelle della notte scorsa. L’unico problema è la forte umidità che impregna muri, mobili e biancheria ; la casa deve essere stata chiusa per troppo tempo.
Depositiamo i bagagli e raggiungiamo subito Pont Aven, che dista 5 minuti in macchina. Il tempo sembra volgere al meglio, almeno non piove più anche se fa parecchio freddo. Il paesino, situato sull’estuario del fiume Aven, prima di diventare celebre cenacolo artistico era conosciuto come la città dei mugnai. Numerosi sono infatti gli antichi mulini idraulici che si possono ancora ammirare sulla riva del fiume. Facciamo una passeggiata a piedi in centro approfittandone per acquistare gli ultimi regali. Anche qui io e Raffa siamo a nozze: scatole e tazze a go go ma i prezzi sono notevolmente più cari rispetto alla media . Stefano e Baffo invece prendono d’assalto un negozio di tonno in scatola e sardine e riusciamo a fermarli appena in tempo prima che si lascino tentare dall’acquistare due enormi confezioni di zuppa di pesce . Per la cena scegliamo un ristorante pizzeria vicino al fiume. Il locale è pieno e il cameriere ci chiede di lasciare il nome. Senza alcuna titubanza lasciamo il nostro cognome di battaglia, ovvero Gatti. E’ questo infatti lo pseudonimo che ci divertiamo spesso a lasciare quando dobbiamo prenotare al ristorante o in pizzeria. Il cameriere capisce “gatte” che pronunciato alla francese ci fa scoppiare in una sonora risata.
Dopo cena decidiamo di raggiungere in macchina Concarneau che dista pochi chilometri da Pont Aven. Parcheggiamo nella zona del porto ed entriamo in un bar per un caffè. Ci rendiamo subito conto di essere capitati in un locale squallido e molto sporco ma ormai è tardi e cerchiamo di fermarci il meno possibile. Proseguiamo la nostra passeggiata a piedi all’interno della “Ville Close”, la bellissima città fortificata costruita su un’isoletta del porto. Ci sembra davvero di essere in un altro mondo : bei negozi, bei ristoranti e locali molto caratteristici. C’è poca gente in giro, forse a causa del tempo che non promette nulla di buono.
28 AGOSTO 2004, SABATO Stamattina per la colazione dobbiamo attendere sino alle 9 ma non appena puntualissimi varchiamo la soglia della bellissima casa di M.Me Gourlaouen ci rendiamo subito conto che ne è valsa veramente la pena. Questa è in assoluto la colazione migliore della settimana, sotto tutti i punti di vista. La sala da pranzo nella quale veniamo fatti accomodare è a dir poco magnifica. Non vi è un angolo di pavimento che non sia coperto da un tappeto così come non vi è uno squarcio di muro non occupato da un quadro, il tutto in una magnifica cornice di mobili antichi e soprammobili preziosi.
Sulla tavola meravigliosamente apparecchiata spiccano un servizio da tè in porcellana finissima e posate d’argento . Tutto appare perfettamente in ordine curato nei minimi dettagli e particolari, compresa la musica classica di sottofondo.
La padrona di casa ha cucinato per noi delle buonissime crèpes da farcire a piacere con burro salato, deliziose marmellate fatte in casa, miele di Pont Aven e una composta di mele che ci viene servita calda. Ovviamente non mancano la baguette appena sfornata, croissants freschissimi e alcuni dolci da forno. Scopriamo che questa chambre d’hotes fa parte delle chambre de charme ed effettivamente il prezzo che ci viene chiesto, ovvero 50 Euro, è leggermente superiore alla media alla quale siamo stati finora abituati.
Dopo aver salutato e ringraziato per l’ospitalità M.Me Gourlaouen , ci rimettiamo in viaggio verso la regione del Morbihan e precisamente verso Carnac, capitale dei megaliti, uno dei centri più importanti al mondo per la cultura preistorica.
Siamo tutti molto affascinati da questi strani allineamenti di menhir la cui costruzione risulta addirittura anteriore alle piramidi egizie. La cosa più curiosa è che la disposizione dei menhir segue un preciso disegno riconoscibile ancora oggi nonostante terremoti, erosioni e saccheggi vari ne abbiano notevolmente ridotto l’estensione. Addirittura pare che i contadini nel corso del tempo abbiano spostato le lastre di pietra che intralciavano la lavorazione dei campi. Vari sono i significati che sono stati attribuiti a questi menhir (più di 1000 pietre per sito e tutte disposte su 11 file) : luoghi magici legati al culto della fertilità, calendari per indicare il succedersi delle stagioni,scenari di cerimonie funebri.
Notiamo che vietato passeggiare tra i megaliti, sono infatti tutti recintati per agevolare la crescita della brughiera.
Proprio in prossimità del parcheggio parte un trenino che propone il giro turistico dei megaliti . Senza pensarci troppo prendiamo posto su una delle piccole carrozze ma il giro, peraltro della durata di 40 minuti e dal costo di Eur 5.50 a testa , si rivelerà una vera e propria rottura di scatole.
Quando finalmente riusciamo a scendere dal trenino, ci precipitiamo alla macchina e cerchiamo un posto carino dove fare pic nic. Scegliamo di mangiare accanto ad una torretta che domina un enorme sito megalitico e sfoderiamo le baguettes di ieri da farcire stavolta con tonno e formaggio.
Dopo aver scattato numerose foto agli allineamenti di menhir che si stagliano davanti a noi immersi nella brughiera ed all’unico dolmen che riusciamo ad intravedere nelle vicinanze, ripartiamo in direzione di Locmariaquer dove visitiamo il Grand Menhir Brisè,costruito tra il 4500 e il 3700 a.C., un tempo alto circa 20 metri e che ora giace a terra spezzato in quattro frammenti , la Table des Marchands, un dolmen con un corridoio di 7 metri ed una camera mortuaria con lastre incise, forse tomba collettiva di un villaggio di agricoltori.
La giornata è davvero magnifica ed anche le temperature si sono notevolmente alzate rispetto ai giorni scorsi. Ne approfittiamo per fare una puntatina verso il mare e precisamente ad Auray, un paesino piccolo ed incantevole del Golfo del Morbidhan ,con il suo caratteristico porticciolo, St Goustin sul quale si affacciano tanti bei localini. Siamo talmente affascinati da questo posto che decidiamo di tornarvi per la cena.
Nel frattempo andiamo a depositare i bagagli a Theix, nell’ultima chambre d’hotes della nostra vacanza, precisamente a “Le Petit Clerige”dove veniamo accolti da un simpatico signore piuttosto anziano che ci mostra le stanze entrambe con bagno privato e ci fa un piccolo sconto sul prezzo di listino perché gli diciamo che domattina partiremo molto presto e salteremo la colazione.
Dopo esserci rinfrescati riprendiamo la macchina in direzione di Vannes, una bella città medievale le cui imponenti mura risultano essere uno dei complessi fortificati più interessanti di Francia. Ci appare molto originale anche l’idea di trasformare i fossati in splendidi giardini con fiori multicolori. Oltre alle mura, visitiamo anche il centro con le belle case a graticcio ben ristrutturate e conservate e con i bei negozi di souvenirs.
Come deciso in precedenza, per la cena ritorniamo ad Auray e, per l’ultima sera, scegliamo un ristorantino molto caratteristico affacciato al porto. L’atmosfera è molto suggestiva , il locale è davvero carino e ceniamo anche discretamente bene. Dopo cena assistiamo allo spettacolo di un clown locale che a tratti si improvvisa anche giocoliere ma con risultati assi scarsi, dopodiché facciamo ritorno a Theix . Domani infatti ci attende un viaggetto non indifferente sino a casa.
29 AGOSTO 2004, DOMENICA Stamattina la sveglia suona alle 6 e fuori fa ancora buio. Ci mettiamo in viaggio per il ritorno. Faremo poche tappe, giusto per mangiare qualcosa e sgranchirci le gambe. Stavolta facciamo il Frejus il cui pedaggio ci viene a costare Eur 29.00 Arriviamo a casa verso le 8 di sera dopo un viaggio che ci è parso davvero interminabile e qui si conclude la nostra meravigliosa vacanza.