Normandia e bretagna, sotto l’acqua
Gli aerei sono nuovissimi, il personale molto giovane e poliglotta, nel senso che parlano, anche tra di loro almeno 3 lingue differenti. La compagnia è spagnola quindi tutti gli annunci vengono fatti in spagnolo e poi in un inglese quasi incomprensibile.
Attenzione: tutti i pasti e le bevande sono a pagamento, quindi se volete evitare di pagare per mangiare le solite schifezze, “andate mangiati”.
All’andata un’ora di ritardo per il quale non è stato fatto nemmeno un annuncio…Al ritorno tutto ok.
Auto Prenotata con expedia.It, la compagnia di noleggio è la Sixt. Le compagnie di noleggio sono facilmente accessibili, appena ritirati i bagagli si trovano proprio all’uscita. Noi abbiamo pagato per una Ford Fiesta 180 euro per una settimana, incluse tasse e assicurazioni. Abbiamo ovviamente pre-pagato da Roma, vi assicuro che costa molto meno rispetto all’acquisto sul posto.
Ci è stato anche proposto di prendere una Fiat Punto ma abbiamo scelto la Fiesta per via dei soli 1.500 Km percorsi.
Abbiamo preso una macchina con A/C…Non l’abbiamo MAI accesa durate il nostro percorso…A saperlo prima avremmo risparmiato ancora! Unica cosa da commentare: la macchina aveva una targa tedesca! Un pochino d’imbarazzo ce l’ho avuto quando l’ho presa, perché dovendoci recare proprio nei posti dello sbarco…Mah…Mi sono detto “speriamo di incontrare gente civile e non ostile verso i tedeschi!”.
In realtà è andato tutto bene, se non alcuni turisti tedeschi (con macchina a nolo ma targa francese) che hanno cercato di attaccare discorso! Benzina Attenzione perché in Francia la concorrenza tra i vari distributori di benzina esiste davvero, non è come in Italia! Quindi troverete differenze importanti tra i vari distributori…Anche di di 20 centesimi (400 lire del vecchio conio!). I più “risparmiasi” sono quelli che si trovano all’esterno dei centri commerciali (come Carrefour ad esempio oppure Leclerc). Qui abbiamo trovati la benzina a 1,22-1,25 euro/litro. Nei distributori tradizionali invece oppure lungo le autostrade/superstrade troverete la benzina anche a 1,48 euro/litro. Il risparmio è notevole, fate voi! Carta di credito Praticamente indispensabile, sia per il noleggio dell’auto, che per l’acquisto del volo che per le prenotazioni degli alberghi. Tutti i ristoranti, anche quelli più piccoli ed isolati, accettano la carta di credito. Una nota importante: nei distributori self service di benzina presso i centri commerciali è necessario avere le carte di credito di nuova generazione, ovvero quelle con il microchip oltre alla banda magnetica. Se non si hanno (come nel nostro caso) si può utilizzare la “vecchia carta” pagando alla “cassa” che si trova alla fine della pompa. Problemino: la casa segue gli orari del centro commerciale e quindi quando la cassa è chiusa…Beh fare rifornimento non è possibile! Infatti, le macchinette non accettano contanti. Tenetelo a mente, a noi qualche difficoltà questa cosa l’ha creata.
Autostrade (e strade) Abbiamo percorso oltre 1,800 km lungo strade e autostrada francesi. Un consiglio: lasciate perdere le autostrade, sono CARISSIME! Molto più che in Italia. Per percorrere i 120 km che separano Parigi da Rouen abbiamo speso oltre 12 euro. Un furto! Vi accorgerete che l’autostrada la prendono in pochissimi e soprattutto che c’è un piccolo accorgimento da seguire: è possibile entrare ed uscire dalle autostrade francesi senza pagare. Infatti, non c’è un ticket di entrata ma ci sono, ogni tanto (non ho capito ogni quanto!) dei caselli per il pagamento. L’importante è uscire prima. Il nostro TOMTOM ci diceva quando entrare e quando uscire in modo da sfruttare i tratti veloci senza pagare.
Le strade in Normandia e Bretagna sono molto belle e non ci sono problemi per la guida. Una cosa importante: fate attenzione quando piove perché in molti tratti l’asfalto non è drenante e quando passano gli autotreni (che non prendono ovviamente l’autostrada!) alzano un muro d’acqua! Autovelox Ne abbiamo incontrati tantissimi. La velocità sulle supestrade è di 110 Km/h mentre nelle autostrade è di 130 Km/h. Per le strade fuori i centri abitati può variare da 70 a 90 Km/h. La velocità è segnalata molto bene e quindi fate MOLTA attenzione. Gli autovelox sono preceduti da cartelli che ne preannunciano la presenza ma ne abbiamo visti differenti senza segnalazione. Lo dico non perché bisogna correre ma perché ci sono alcune strade in Normandia (nella parte centrale) che sono dei lunghi rettilinei di decine di chilometri e in cui non si incontra nessuno: tenere i 90 Km/h diventa difficile.
Clima Un clima del c***o! Abbiamo avuto dai 15 ai 18 gradi di giorno per scendere a 10-11°C di notte. Ma la cosa più triste è stata la pioggia. Praticamente ha piovuto tutti i santi giorni, anche se i primi 3-4 la situazione è stata sopportabile (pioveva soprattutto di notte). Ma il finale di vacanza è stata abbastanza terribile! Le persone del posto ci hanno detto che quest’estate è stata una stagione “anomala” (e te pareva!) e che normalmente non ha mai piovuto così tanto ad agosto. Mah, vedendo tutto quel verde qualche dubbio c’è venuto, ma dobbiamo dargli fiducia e quindi diciamo che gli sfigati siamo stati noi.
Cibo Non abbiamo avuto problemi di sorta nel mangiare. Eravamo preoccupati perché nelle precedenti escursioni francesi eravamo stati coperti di burro e panne che mal sopportiamo. Invece, ci sono molti piatti che sono esenti dal dazio francese e in ogni caso basta chiedere al cameriere per evitare brutte sorprese. Un consiglio agli amanti dell’acqua minerale: al risorante (di qualunque tipo e livello) ordinate “une caraffe d’eau” ovvero una semplice brocca d’acqua del rubinetto. L’acqua in bottiglia costa dai 3 ai 4 euro e non vale proprio la pena. Gli unici con 4 euro sul tavolo d’acqua erano italiani…! Con gli stessi euro si può bere un buon litro di vino sfuso, quindi… Molti ristoranti offrono dei menù turistici che sono piuttosto convenienti. Offrono diverse portate per un prezzo basso. Ce ne sono per tutte le tasche…Si va da quello per i bambini (8-10 euro) per arrivare a quello per i grandi affamati (40 euro). Attenzione perché la sera molto spesso i menù economici (quelli compresi tra 15 e 20 euro) non vengono serviti.
Alberghi Abbiamo prenotato tutti gli alberghi tramite internet da Roma. L’alta stagione e i racconti letti su TPC ci hanno consigliato questa scelta per evitare di passare le giornate a cercare un alloggio economico. Senza arrivare alle catapecchie abbiamo dormito sempre in alberghi puliti e dignitosi spendendo cifre che vanno dai 35 ai 75 euro per una doppia con bagno. Non abbiamo utilizzato gli alberghi di “Gites de France” oppure le “chambres d’hotes” per due ragioni: 1. i prezzi non sono così differenti dagli alberghi di categoria economica, anzi alcune chambre d’hotes costano di più e hanno meno comfort (sono vendute un po’ come i nostri agriturismo) 2. abbiamo letto di particolare insoddisfazione soprattutto per la pulizia e l’igiene delle camere. Avendo avuto in passato esperienze drammatiche negli ostelli della gioventù francesi abbiamo deciso di lasciar perdere Per la prenotazione degli alberghi abbiamo utilizzato tre siti: www.Premiereclasse.Com www.Venere.Com www.Logisdefrance.Com Per quanto riguarda gli alberghi trovati su Logis de France noi abbiamo utilizzato il sito francese solo per trovare i riferimenti degli alberghi che poi abbiamo contattato e prenotato tramite la LORO e-mail. Così facendo si risparmia qualche decina di euro per ogni albergo (si evitano le commissioni del sito di Logis) Navigatore GPS TOM TOM Due righe per dirvi che senza avremmo perso molto tempo e discusso animosamente come in altre occasioni. Sono 15 anni che viaggi in lungo e in largo per il mondo. Devo dire che fa tristezza non avere la cartina sulle gambe e fermarsi al bivio con le 4 frecce accese cercando di capire quale direzione prendere…Ma che grande invenzione! Grazie TOM TOM! Tragitto Avendo prenotato tutto da casa, ci siamo fatti prendere la mano e con l’idea di vedere il “più possibile” abbiamo organizzato un viaggio troppo lungo (ed in alcuni casi molto stancante). Abbiamo percorso 1.811 Km in 7 giorni diciamo un pochino troppi. Forse era il caso, anche in virtù delle condizioni climatiche, di fermarci alla sola Normandia invece abbiamo voluto strafare e siamo andati anche in Bretagna. Se potessimo tornare indietro non lo faremmo. Ora iniziamo il tragitto vero e proprio.
15 agosto 2007 – Partenza Si parte! Abbiamo la partenza del volo alle 14.50 da Fiumicino e come detto il volo ha un’ora di ritardo. Ritardo che abbiamo scoperto con gli altri passeggeri quando alle 14.30 il gate d’imbarco era ancora chiuso! Nessun annuncio, nessuna spiegazione, nessuna scusa.
Arriviamo a Parigi CDG e in 10 minuti arrivano i nostri bagagli! Evvive La France! Dopo aver sbrigato le procedure burocratiche ritiriamo la nostra vettura alla SIXT e installiamo il nostro navigatore TOMTOM ONE Europe e impostiamo il tragitto per la nostra prima tappa: Rouen. Sono le 18.00 quando partiamo e, come detto, proviamo le care autostrade francesi! Il nostro navigatore ci porta subito a destinazione ovvero il nostro primo albergo prenotato tramite il sito www.Premiereclasse.Com. L’albergo è il Louvre Hotels (112, Avenue Jean Jaures), dispone di un parcheggio privato gratuito e dista circa 4 km dal centro. La doppia con bagno è costata 35 euro mentre la colazione a buffett 4,5 euro cad (da evitare per qualità e varietà del cibo). La camera è piuttosto triste e spoglia ma pulita. L’unica cosa che ci ha fatto un pochino arrabbiare è la tremenda puzza di fumo. Nonostante avessimo prenotato una camera “smoking free” l’addetto alla reception ci fa presente che non sono più disponibili. Vabbé spalanchiamo le finestre! Andiamo in centro e lo spettacolo è desolante per via della pioggia che nel frattempo ha iniziato a cadere e per il fatto che tutti i negozi sono chiusi…È Ferragosto anche in Francia!. Cerchiamo un locale per mangiare ma i pochissimi aperti sono ovviamente stracolmi. Arriviamo ad un locale vicino la cattedrale (molto bella ma ovviamente chiusa!) ma alle 21 ci dice che non si può più mangiare e ci manda via. Girando in preda alla disperazione troviamo un locale gestito da marocchini (ce ne sono tantissimi e sono ovviamente gli unici aperti!). Il locale si trova a Place du Lieutenant 21 e si chiama “L’ETOILE D’OR”. Il personale è molto disponibile ed è pieno di gente del posto. Prendiamo un insalata, un pollo grigliato e un cous cous di pollo. Il cous cous è enorme davvero! Con un pollo interno e tantissime verdure, rimaniamo sbalorditi…Costa solo 8 euro! Mangiamo e chiediamo anche due thé alla menta per digerire. Paghiamo 27 euro e andiamo via veramente satolli. Fuori ha smesso di piovere e quindi speriamo che il giorno successivo sia migliore. Prima di tornare passiamo alla cattedrale dove ogni sera in estate organizzano uno spettacolo di luci e suoni proiettati sulla facciata della chiesa. Ovviamente a metà inizia il diluvio universale e il fuggi-fuggi conclude la giornata.
16 agosto 2007 – Etretat – Le Havre – Arromanches (km 200) Partiamo verso le 9 e la costante verso Etretat (circa 70 km da Rouen) è la pioggia. Verso la costa il tempo migliora e quando arriviamo ad Etretat c’è il sole! Il paese è molto carino: è incastonato tra le due falesie di roccia bianca. Dopo aver parcheggiato (che fatica per trovare posto) ci siamo diretti per una passeggiata verso una delle due falesie (quella di sinistra guardando il paese). Lo spettacolo offerto dalla cima delle Falesie è incredibile: c’è un vento forte e gli albatros si librano sopra le nostre teste. Il mare sotto sbatte violentemente contro gli scogli e la marea impedisce le consuete passeggiate tra gli archi delle falesie. In cima c’è una piccola chiesa e le mucche (ne incontreremo tantissime nel nostro percorso, forse incontreremo più mucche che uomini!). Scendiamo a Etretat e facciamo un giretto presso il mercatino quando si abbatte improvvisamente un vero e proprio diluvio! Alla fine troviamo un posto dove gustare la nostra prima “gallette” ovvero il piatto nazionale normanno. Si tratta di un crepes fatta con il grano saraceno (scuro) e farcita con quello che si vuole. Attenzione: sono enormi, altro che crepes italiane! Quella classica è farcita con prosciutto, formaggio e uovo all’occhio di bue. Una gallette può costare tra i 3 e i 6 euro (dipende dalla farcitura) e vi assicuro che vi sazia tantissimo. Anzi forse anche troppo! Ce la gustiamo lungo la passeggiata della spiaggia e poi ripartiamo verso sud, verso Le Havre e il Ponte di Normandia ovvero il ponte che passa sopra la foce della Senna. Si tratta di un ponte lunghissimo ed il panorama che offre è molto suggestivo. Il pedaggio (e come sfuggire!) è di 5 euro.
Passato il ponte si entra nella regione del Calvados (liquore fortissimo prodotto dalle mele). Questa regione è probabilmente quella più famosa di tutta la Normandia a causa della presenza dei luoghi della memoria, ovvero dei luoghi che videro protagonista lo sbarco in Normandia. Non mi dilungo sulla storia. La conosciamo tutti.
Passiamo per Honfleur (molto carino il piccolo porticciolo) e poi per le località marine di Trouville e Deauville per arrivare a Cabourg. Da lì in avanti ci sono le spiagge dello sbarco che sono ancora oggi nominate secondo i nomi in codice dati dagli alleati. Si incontra per prima Sword Beach poi Juno Beach, Gold Beach, Omaha Beach e Utah Beach.
Le prime due sono vere e proprie spiagge. Ampie, belle con villini e alberghi subito dietro. Non ci sono colline, non ci sono falesie. Tutto molto piatto. Quando si arriva a Gold Beach la situazione cambia. Siamo nella zona della cittadina di Arromanches (secondo pernotto). Si alzano le falesie e la visione del mare si ha dall’alta di qualche decina di metri che in alcuni casi diventa un centinaio di metri. Lo spettacolo è imponente come il pensiero a quelle centinaia di ragazzi che hanno perso la vita su queste spiagge. Arromanches è molto carina. Ha una spiaggia enorme sia per lunghezza che per larghezza. Quando arriviamo c’è la bassa marea che lascia la possibilità di inoltrarsi nel mare per diverse centinaia di metri. La marea ha lasciato scoperti (e alcuni sono raggiungibili) delle costruzioni lasciate dagli inglesi. Sono dei prefabbricati che erano stati messi nell’acqua per creare un porto artificiale e permettere di scaricare armi, munizioni, mezzi e uomini (si dice che siano sbarcati da questo piccolo porto oltre 2,5 milioni di uomini). Molti prefabbricati (erano oltre 140 in totale) se li è portati via il mare, altri sono rimasti. Ne sono rimasti a sufficienza per avere la maestosità idea del progetto di ingegneria militare. Ad Arromanches c’è ovviamente il museo dello sbarco (dico ovviamente perché in ogni Paesino, grande o piccolo, c’è sempre un museo sullo sbarco) e la cittadina è molto caratteristica. Il nostro albergo è proprio sul mare, al centro della cittadina. Si chiama “HOTEL DE NORMANDIE” e si trova al numero 5 di place du 6 Juin (accanto al museo dello sbarco). La prenotazione è stata fatta direttamente all’e-mail dell’albergo (hoteldenormandie@wanadoo.Fr) trovata sul sito www.Logisdefrance.Com Prezzo di una doppia con bagno 59 euro, vista sulla spiaggia (per quelle con vista sul retro si spendono 10 euro di meno). Decidiamo anche di fare la colazione per 7,5 euro a testa. Un po’ cara ma il buffet è decisamente valido (uova, affettati, ecc.Ecc.). Insomma ci si può pranzare! Per parcheggiare l’auto si può utilizzare il parcheggio di fronte alla spiaggia: dalle 19 alle 9 è gratuito. L’albergo dispone di un piccolo parcheggio privato ma entrano al massimo 3 macchine. Facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia godendoci il sole del tramonto e lo spettacolo delle migliaia di vermi che sono rimasti sulla spiaggia.
Mangiamo in un posto molto carino LE BISTRO D’ARROMANCHES (23 Rue M. Joffre). Il servizio è molto lento ma il cibo è buono e il prezzo abbordabilissimo. Qui facciamo la conoscenza per la prima volta con le buonissime ostriche normanne e le famose cozze! Prendiamo 6 ostriche (6 euro) un chilo di cozze marinate (10 euro), un chilo di cozze al pomodoro (11 euro) e mezzo litro di vino rosato (8 euro). Per 35 euro andiamo via MOLTO soddisfatti e pieni come due maialini.
17 agosto 2007 – Bayeux – Point du Hoc – Cherbourg (Km 240) La mattina dopo la ricca colazione ci mettiamo in viaggio. Sono circa le 9.30 e le cose da vedere sono tante (forse troppe!). Andiamo a Bayeux dove c’è una meravigliosa cattedrale e un bellissimo giardino e dove c’è anche il famoso arazzo (lungo 70 metri) che racconta la storia medievale. Da lì proseguiamo verso la famosa spiaggia di Omaha Beach (tristemente famosa, sono seppelliti nel cimitero oltre 9.000 soldati americani e altri 14.000 sono stati seppelliti in USA). La spiaggia e le falesie dietro di essa fanno capire la difficoltà che i soldati hanno incontrato nello sbarco e dell’impossibilità di contenere ulteriormente i danni. Da visitare il cimitero americano di Omaha Beach che si trova precisamente a Colleville-sur-Mer (dal cimitero si può scendere in spiaggia). All’interno di Colleville si possono visitare delle casematte tedesche con cannoni ancora intatti (gittata 20 km) e le postazioni di osservazione sulla manica. Poi si prosegue verso Point du Hoc altro posto denso di emozioni: 225 ranger americani hanno scalato le falesie alte 30 metri per occupare delle postazioni strategiche resistere all’attacco dei tedeschi. Sono ancora visibili dei crateri profondi oltre 3 metri originati dalle bombe delle navi.
Sulla parte finale di Omaha Beach c’è un piccolo agglomerato di case con un piccolo albergo e qualche posticino per mangiare una cosa al volo. Approfittiamo, perché intanto ha iniziato a…Piovere! Proseguiamo verso nord dirigendoci verso la regione della Manche. Ci fermiamo a Carentan per alcune foto sul cartello di entrata nel Paese (chi gioca o conosce Call of Duty, capirà. Approfitto per dire che non eravamo i soli, ma tanti ragazzini si facevano fare la foto dal padre rassegnato!).
Andando verso nord ci fermiamo a St-Mere-Eglise. Questa piccola e graziosa cittadina è famosa perché la notte dello sbarco un paracadutista è rimasto impigliato nelle guglie della chiesa e solo l’intervento della popolazione locale ha evitato il peggio. Oggi è stato messo un manichino con il paracadute sulla chiesa, per ricordare il soldato Steele che rimase impigliato. All’interno della chiesa c’è addirittura una vetrata coloarat in cui è stata disegnata la madonna accanto a due paracadutisti (incredibile mix di laicità e religione). Vale la pena fare una sosta.
Arriviamo a Cherbourg e andiamo al nostro albergo prenotato su venere.Com. L’albergo è il BEAUSEJOUR (26, Rue Grande Vallée). E’ vicino al centro ma la zona è piuttosto squallida (come d’altronde Cherbourg…). Abbiamo pagato una doppia con bagno 42 euro. La stanza è al terzo piano (senza ascensore) vista sul tetto ed un bagno di 1 mt quadro. Comunque è pulito e decidiamo anche di prendere la colazione per 5 euro cad. La colazione non è a buffet ma viene servita al tavolo. In ogni caso piuttosto abbondate con pane, burro, marmellata, croissant, thé, caffè e succo d’arancia. Ci viene un pochino di tristezza perché Cherburg è veramente penosa e quindi nonostante la stanchezza per i chilometri percorsi, considerando che non piove e c’è anche un discreto tempo decidiamo di andare verso l’estremità nord occidentale della regione in particolare verso la Regione della Hague. Si passa per una centrale nucleare chiamata Cogema. Ti chiedi come gli sia venuto in mente di costruire una centrale nucleare in questi posti bellissimi e pensi che cosa sarebbe successo se fosse stata costruita in Italia…Questa centrale oltre ad aver dato lavoro ad una regione molto depressa (se non il turismo qui si allevano mucche) fornisce energia elettrica a tutto il nord della Francia.
Proseguiamo verso nord e andiamo verso Auderville un piccolissimo paesino quasi sull’estremità della regione di fronte al maestoso oceano atlantico. Dico quasi, perché per essere proprio sulla punta bisogna proseguire un paio di chilometri e arrivare a microscopico paesino di Cap de La Hague. Bellissimo panorama, il faro le scogliere, il verde e le mucche. Sembra di essere in Irlanda, con il verde e i muri di pietra. Bellissimo, non piove! Aspettiamo il tramonto ma sono le 21 e ancora è presto!! Allora prendiamo la macchina perché abbiamo visto sulla strada che abbiamo percorso una deviazione verso Nez de Jobourg ovvero la falesia più alta d’Europa (126 metri)! Prendete la strada che da Auderville si dirige verso Cogema. Ad una rotonda c’è l’indicazione per Nez. Proseguite anche se la strada è così così. Passerete per una delle baie più belle della regione (Baie d’Ecalgrain) fino ad arrivare a Nez de Joborg, passando tra piccoli paesini. La strada sembra finisca in prossimità di un chiosco che all’aperto vende…Cozze!! Non fidatevi del cartello che dice che la strada finisce lì (probabilmente l’ha messo il gestore chiosco!) fate altri 7-800 metri dove c’è la fine vera della strada. Sono le 21.30 e il sole ora è bassissimo, prossimo al tramonto. Di fronte a noi sembra vicina l’isola inglese di Alderney e quella di Sark. Il tempo di qualche foto e scende la notte. Sono le 21.45. Alla fine della strada c’è un carinissimo ristorante (ha anche qualche stanza per dormire). Si chiama Auberge Des Grottes (www.Aubergesdegrottes.Com) e vi garantisco che ne vale la pena (mangiare al chiosco non è consigliabile, fuori c’erano 12 gradi!). Dentro c’è un bellissimo camino ovviamente acceso. Prendiamo ostriche, capretto arrosto, prosciutto alla brace e antipasto di mare misto con un crepes finale ed un bicchiere a testa di vino bianco. Totale 47,50 euro. Ne vale veramente la pena, il ristorante ha delle bellissime vetrate che si affacciano sul mare…126 metri più in basso!! Bellissimo. Attenzione al ritorno in città, le strade sono molto buie e piene di curve.
18 agosto 2007 – Mt. St Michel Ci muoviamo subito verso sud, meta finale Mont Saint Michel. Ci fermiamo lungo la strada in due cittadine: Coutances e Villedieu.
Il primo posto è rinomato per la sua cattedrale. E’ molto bella, maestosa ed imponente al centro della cittadina. Purtroppo abbiamo trovato un funerale (!) e quindi non abbiamo potuto visitarla all’interno. La cattedrale si trova su una piazza dove c’è il Municipio sommerso di bandiere francesi e regionali mentre proseguendo verso la fine della piazza si entra nei giardini di Coutances.
Sono molto particolari: d’estate sono aperti anche fino alle 23.00 e ci sono oltre ad alberi e specie vegetali piuttosto rare, anche delle vere e proprie sculture come cespugli a forma di sirenetta e alberi addobbati come fari. E’ molto carino e se vi fermate a Coutances non scordate di farci una visita (inoltre è gratis!) Poi scendendo verso sud ci siamo fermati a Villedieu-Les-Pôles (letteralmente la Città di Dio e dei tegami!). Questo posto è famoso per la lavorazione del rame. Ogni chiosco e negozi vende gli immancabili (e costosissimi) souvenir fatti in rame. Devo dire che ci sono anche degli oggetti molto belli, curiosi e di manifattura perfetta. Anche alcuni monumenti nella piazza principale sono fatti in rame e brillano sotto la luce del sole che è una bellezza. Ci siamo chiesti, considerando la loro lucentezza, se ogni mattina passasse un poveraccio a lucidarli! Considerando l’ora decidiamo di pranzare in una creperie (non c’è molta scelta!). Siamo andati alla CREPERIE GOLETTE (7, Rue Dr Havard) dove prendiamo due gallette (ormai ne siamo pieni) e due birre spendendo 16 euro. Qualità normale, posto anonimo.
Alla fine del pranzo andiamo verso Granville che la Lonely segnalava come posto da visitare. In realtà arriviamo verso le 16, e il traffico è terribile. Fatichiamo a trovare un posto per la macchina e ci rendiamo conto che la bellezza della città è il castello che si trova sulla collina. Quindi il consiglio è quello di andarci in macchina perché la distanza è piuttosto lunga…E in salita.
Abbandoniamo (fuggiamo?) Granville e ci dirigiamo verso Céaux dove abbiamo preso il nostro albergo AU P’TIT QUINQUIN (R.Te de Courtils, località “Les Forges”) hotel trovato sul sito www.Logisdefrance.Com ma prenotato sul sito www.Aupetitquinquin.Com. Per una doppia con bagno abbiamo speso 42 euro mentre per la colazione 5.50 euro a testa. Devo dire che la stanza è piuttosto accogliente e il bagno nuovo, ma la puzza di fogna che sgorga dal bagno è piuttosto insopportabile. Anche la vista della stanza non è proprio il top, affacciandosi sul lucernaio del tetto della casa vicino. Comunque tutto è pulito e il personale accogliente. La località si trova a soli 12 km da Mt. Saint Michel ed è (per gli standard del posto, molto turistico evidentemente) assai economica. Il tempo volge al peggio e verso le 18 si scatena il nubifragio. Sperando che il tempo migliori prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il Monte. La situazione meteo addirittura peggiora, e oltre alla pioggia scende anche la nebbia! Arriviamo a Pontorson e poi proseguiamo verso gli ultimi 2 Km che attraversano La baia di Mont Saint Michel per arrivare al monte. Facciamo fatica a scorgerlo tra la nebbia (e vi assicuro che non passa inosservato!) e poi lo vediamo nella sua magnificenza. Bellissimo, molto suggestivo. I parcheggi costano 4 euro ma dopo le 19 non si paga. Ogni parcheggio ha un cartello scritto in diverse lingue, tra cui l’italiano, che avverte dei movimenti della marea e l’ora entro cui bisogna rimuovere la propria auto per evitare di vederla galleggiare tra i flutti. Quando arriviamo noi la marea è bassa, non c’è acqua intorno al Monte. Tutto asciutto è possibile camminare sulla sabbia. Aspettiamo quasi un’ora in macchina che spiova e poi verso le 20 entriamo nel monte. La cattedrale durante l’estate è aperta fino alle ore 23 quindi andiamo tranquilli. C’è gente ma niente in confronto a quanto ci aspettavamo. Nessuna fila alla biglietteria per la cattedrale (biglietto a 8 euro). Entriamo e facciamo il giro (peccato che le audioguide dopo le 18 non vengano più noleggiate). Ma facciamo la visita con la nostra Lonely. All’interno grandi salone e piccole chiese. Ogni tanto ci sono dei giochi di luce e dei piccoli concerti di musica classica e da camera tenuti da giovani musicisti. Per fare il giro ci si impiega circa un’ora. Molto bella e suggestiva è anche il panorama che si può ammirare dall’alto del Monte. Ci si rende conto di quanto il mare si ritiri nella baia (oltre 12 km!). Finiamo il giro e facciamo qualche foto e ci rendiamo conto che sono le 22.30. Cerchiamo un posto per mangiare qualcosa ma ovviamente tutti ci dicono che sono chiusi. L’ultimo ristorante dentro Mt. Saint Michel invece contrariamente a tutte le previsioni ci fa entrare ma ci permettere di ordinare un solo piatto a scelta…Il cuoco, ci dicono, è molto stanco! Il ristorante si chiama LA CONFIANCE e mangiamo cozze e patatine (BASTA!!!) un pezzo di carne di anatra e una birra pagando 35 euro. Non è certo economico, ma diciamo anche che stiamo cenando in una delle località più famose del mondo (è come prendere un cappuccino e cornetto seduti a Piazza di Spagna!). Quindi non contenti usciamo e prendiamo anche una crepes alla nutella al bar di fronte e satolli andiamo verso la macchina. Prima di andare via facciamo numerose foto notturne, ricordo della nostra visita. Siamo un pochino dispiaciuti per la marea, perché pensavamo di vederla salire e scendere. Ma all’ufficio del turismo ci dicono che la marea alta che copre i parcheggi si può vedere solo 2 volte l’anno (solstizio ed equinozio). Altrimenti la marea sale e scende ma mai a livelli così alti e soprattutto non con la velocità con cui pensavamo. Ovvero circa 8 ore per vedere dei cambiamenti netti del panorama. La cosa sarà invece ben differente a Saint Malo. Andando verso l’albergo non possiamo non fermarci diverse volte per strada a fotografare da tutte le angolazioni possibili il Monte illuminato. Devo dire che di notte il risultato è migliore e l’effetto è veramente bello. Arriviamo a mezzanotte passata, parcheggiamo nello spazio riservato e andiamo a nanna. E inizia a piovere. Di nuovo.
19 agosto 2007 – Mt. Dol – Cancale – Saint Malo – St Brieuc Ci alziamo verso le otto. E piove a dirotto. Facciamo colazione con la speranza che il tempo possa migliorare. Ma ci rendiamo conto che la speranza è destinata a restare tale. La proprietaria dell’albergo ci dice che è un’estate anomala e che normalmente non piove quasi mai. Forse è una piccola bugia ma ha cercato comunque di tirarci su il morale e quindi la ringraziamo! Iniziamo la nostra giornata digerendoci verso ovest e precisamente a Dol-de-Bretagne per visitare il Mont Dol. Questa piccola collina alla cui sommità si erge una piccola chiesa e un monumento alla Madonna sembra che sia stato un “piccolo Mont Saint Michel” in passato: ovvero il mare circondava questa piccola collina poi con i depositi di sabbia lasciati dalle maree nel corso degli anni il mare non è più riuscito ad avanzare e quindi l’acqua ora si trova ad oltre 2 km di distanza. Al posto del mare ci sono campi coltivati, abitazioni e piccoli paesini. Mont Dol merita una visita anche per il suo vecchio Molino, molto suggestivo. Proseguiamo (sotto l’acqua) verso Saint Malo ma non prima senza fare una visita a Cancale, posto famoso in tutta la Francia per le colture di…OSTRICHE!! Il tempo inizia a dare una tregua e finalmente smette di piovere. A Cancale scopriamo subito che parcheggiare è un problema. La piccola cittadina si divide in “parte alta” e “parte bassa” ovvero dove c’è il porto e tutti i chioschi e ristoranti che vendono pesce e le famose ostriche. Nella parte bassa c’è un parcheggio che è superpieno quindi parcheggiamo nella parte alta e poi scendiamo a piedi. E’ una bella scarpinata ma non si poteva fare altrimenti. Il piccolo porto è molto carino e il lungomare è pieno di piccoli ristoranti. Alla fine del porto, verso il faro, c’è un piccolo mercato dove si vendono le ostriche “tale-away”. Se si ha voglia (e soprattutto non ci si schifa per le condizioni igienico-sanitarie) si possono assaggiare le ostriche. I prezzi variano dai 2,5 ai 5 euro la dozzina (!) a seconda la grandezza e la provenienza. Inoltre con 0,5 euro in più si ha diritto a mezzo limone e con altri 0.5 euro in più si ha diritto all’apertura dell’ostrica dalla mano esperta della venditrice (altrimenti vi parte sicuramente un dito se non tutta la mano!). Scopriamo (a dire la verità lo scopriamo al momento di andarcene!! Maledetta ignoranza linguistica…) che esistono due tipi di ostriche: quelle che vengono definite plates e quelle creuses. Plates (ignoranza, brutta bestia) non significa “al piatto” come avevamo supposto inizialmente ma si tratta di una varietà di ostrica molto pregiata coltivata a grande profondità. Costa di più e solitamente è più piccola di quella “creuses” ovvero concava. Si tratta di un prodotto meno pregiato perché originario delle basse coste bretoni.
Decidiamo di fare una passeggiata lungo il piccolo porto e ci fermiamo a mangiare in uno dei tantissimi ristoranti del porto. Ce ne sono veramente tanti, ma sono sempre pieni a qualsiasi ora. Il ristorante si chiama “Au pied Du Cheval” e si trova al 10 Quai Gambetta. Ovviamente abbiamo mangiato le ostriche e bevuto vino. I prezzi tra i vari ristoranti cambiano e quindi prestate attenzione: soprattutto il servizio conta molto e conta anche l’aspetto del ristorante. Noi abbiamo preso due bicchieri di vino bianco, 12 ostriche della qualità pregiata e abbastanza grandi di calibro, un piatto di ostriche cotte con il vino e un piatto di formaggi locali spendendo 33,60€. Proseguiamo per Saint Malo. Il tempo purtroppo non ci dà tregua. Piove continuamente ma lo spettacolo che troviamo a Saint Malo ripaga il brutto tempo. C’è bassa marea e quindi è possibile arrivare a piedi fino agli isolotti vicino al porticciolo. C’è tantissima gente e trovare parcheggio (a pagamento) è stata una vera impresa. Camminare per le strade tortuose del centro cittadino anche. Ci sono tanti negozi di souvenir che vendono tanti gadget a tema “dei pirati” proprio in ricordo dell’anima marinaresca della località costiera francese. Proseguiamo per Saint Brieuc dove soggiorniamo in un albergo poco fuori il centro, piuttosto anonimo (Bonsai – Rue de Chenes ZAC du Plateau – Pleri – doppia 50.92€, compresa colazione a buffet). Ceniamo in un locale centrale dal nome pittoresco “Le Patatau” (4, rue Quinquaine a Saint Brieuc). La specialità, nemmeno a dirlo, sono le patate, quelle grandi “americane” per intenderci. Le fanno in tanti modi condite molto. Spendiamo per due patate giganti, un liquore e due bicchieri di vino 29.10 €. La gestione è affidata a due italiani: il marito fa il cuoco e la moglie la cameriera. Sono molto simpatici e se si ha nostalgia dell’Italia allora è meglio farci un salto. Tanto per fare due chiacchiere.
20 agosto 2007 – St Brieuc – Vannes – Piriac-sur-mer Il tempo non migliora. Piove. Andiamo verso la costa normanna e tagliamo verso Quintin e poi incrociamo il Lac de Guerlédan. C’è nebbia peccato il lago è molto carino. Attraversiamo Pontivy e arriviamo al porto di Vannes. Finalmente il cielo si apre, sono le 14.30 e decidiamo di approfittare per una sosta. Facciamo un giro per il porticciolo (carino) e per le vie del centro. Ci fermiamo a mangiare alla Creperie St Vincent ( 16 rue St Vincent). Il posto è carino e mangiamo due ottime grigliate di carne, due crepes, due bicchieri di vino e mezzo litro di sidro (totale 32.40€). Due signore vicino al nostro tavolo ci lasciano anche mezzo litro del loro sidro! Quando usciamo siamo piuttosto brilli! Ma incuranti del pericolo (si fa per dire ovviamente!) andiamo verso la zona delle spiagge, La Baule per esattezza. Il nostro albergo si trova poco distante, a Piriac-sur-mer per l’esattezza. Località molto carina e a prezzi modici rispetto a La Baule. Il vento è fortissimo, quasi non riusciamo a stare in piedi. Ricomincia a piovere e a tratti sembra veramente inverno. Il nostro albergo è centrale ed è molto carino (Hotel de la Poste – 26 rue de la plage) è spendiamo 60€ per una doppia. Decidiamo di non fare la colazione in albergo perché 8 € a persona ci sembrano veramente tantini… Ci forziamo e facciamo due passi…Il tempo migliora e non piove più. Ma orami è buio e quindi andiamo in una pizzeria vicino al nostro albergo (Le Plaza – 6 av. Alphonse Daudet). Mangiamo una pizza (buona), cozze, beviamo vino e ci concediamo anche il dolce per un totale di 39.80€. Il personale è simpatico e si sono adoperati molto per cercare di spiegarci la composizione del dolce della casa! 21 agosto 2007 – Piriac-sur-Mer – Mayenne – Alencon – Sées Abbiamo tanta strada da fare, dobbiamo tornare velocemente a Parigi perché il giorno dopo abbiamo il volo per il rientro. E quindi andiamo spediti per fare 400 km. Piove per circa due ore durante il tragitto poi il tempo migliora. Passiamo per Rennes (ma non ci fermiamo) e andiamo nei Pays de la Loire e ci fermiamo per una breve sosta a Mayenne. Puntiamo su Alencon e poi in direzione Sées, dove abbiamo previsto di fermarci per la notte.
Alencon non è proprio nulla di che mentre Sées è piuttosto famosa in Normandia perché questo piccolo paesino è stato il set di numerosi film, alcuni piuttosto famosi come Jean d’Arc di Luc Besson.
Il paese è veramente carino e la cattedrale merita una visita con le sue guglie alte 70 metri. Il paese è pieno di chiese e abbazie, molte delle quali abbandonate oppure trasformate in alberghi e ristoranti.
In una di queste avevamo prenotato la nostra stanza e scelta non poteva essere più azzeccata (The Garden Hotel – 12 rue des Ardrillers). Si tratta di un ex convento con un bellissimo giardino. Il proprietario è molto simpatico ed è un uomo di grande charme e di cultura piuttosto profonda. Nella sala delle colazioni ospita una vasta collezioni di crocefissi. Inoltre importante è la sua collezioni di acquasantiere e di campanelli…Devo dire che ce n’è per tutti i gusti. Se andate sul sito dell’albergo avrete una piccola anteprima (www.Thegardenhotel.Fr). Le stanze sono enormi e bellissime, ovviamente arredate in stile medievale. Notte in doppia con colazione inclusa per 49€. La cena decidiamo di consumarla in un altro locale tipico del paese “Le Cheval Blanc” (1, place Saint-Pierre) dove mangiamo due menù completi per 36.80€. All’uscita, nemmeno a dirlo…Piove.
22 agosto 2007 – Sées – Parigi Il tempo è brutto. Facciamo colazione, scambiamo due chiacchiere con il tizio dell’aalbergo (che ci mostra cimeli cinematografici tra cui alcuni bozzetti disegnati da Luc Besson) e poi ci mettiamo in marcia, in direzione Parigi. Abbiamo davanti a noi almeno 4 ore di macchina e l’aero che parte alle 17.00.
Il tempo rallenta la marcia e quindi decidiamo di andare in autostrada, anche se si paga e come detto anche salata. La situazione peggiora rapidamente all’entrata di Parigi. Si scatena un vero nubifragio che per circa un’ora allaga la città. Iniziamo a temere di non arrivare in tempo all’appuntamento con il volo. Il raccordo della Capitale francese è un vero e proprio fiume di acqua e di macchine che procedono su 4 corsie in fila indiana. Cerco di mantenere la calma e alla fine scorgiamo l’enorme sagoma dell’Aeroporto Charles de Gaulle. Facciamo il pieno alla Fiesta e poi riportiamo la macchina al noleggio. Corriamo al check-in e in tempo riusciamo ad imbarcarci.
Quasi a prenderci in giro, saliti sull’aereo esce il sole e voliamo verso casa accompagnati da un meraviglioso tramonto parigino… E’ stata una vacanza meravigliosa, piena di sorprese che il fattore meteo non ha potuto rovinare la nostra bella gita tra le verdi campagne francesi.