Normandia e Bretagna più Paris

Questo è il resoconto del nostro viaggio che ha toccato Parigi, la Normandia, la Bretagna e la valle della Loira. Tutto in auto da Milano due persone con il loro cane Posti visitati: Bourges, Chartres, Paris, Rouen, Caen, spiagge dello sbarco, Mont St.Michel, St.Malo, Dinard, Rennes, Angers, Tours, Castelli della Loira. Il diario è un po...
Scritto da: Albertgius
normandia e bretagna più paris
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Questo è il resoconto del nostro viaggio che ha toccato Parigi, la Normandia, la Bretagna e la valle della Loira. Tutto in auto da Milano due persone con il loro cane Posti visitati: Bourges, Chartres, Paris, Rouen, Caen, spiagge dello sbarco, Mont St.Michel, St.Malo, Dinard, Rennes, Angers, Tours, Castelli della Loira.

Il diario è un po lungo ma cosa potevamo saltare: la vivacità di Bourges o i misteri di Chartres? La grandiosità di Paris o la dolcezza di Rouen? La magia di un tramonto a Mont St.Michel o la commozione sulle spiagge dello sbarco? O ancora l’incredibile St.Malò o il lusso dei castelli sulla Loira? Dai beccatevi tutto.

21 Aprile 2007 Bourges Partiamo da Milano alle 7 e dopo 715 Km e 10 ore di guida arriviamo a Bourges.

Bourges, è una città vivissima, con un centro storico accogliente, con le vie acciottolate, ed un borgo medievale che ci ha colpito, l’abbiamo visto con i contrasti del festival celtico e jazz di primavera che si stendeva per le sue strade con musicanti e bancarelle. La cattedrale di Saint’Etienne, è imponente e magica al tramonto con il sole che le illuminava il volto.

I mosaici di vetro all’interno sono talmente intensi da stordire, e le volte e le colonne cosi alte che seguendone la loro estensione ti fanno perdere la concezione delle dimensioni. 22 Aprile 2007 Chartres e Paris Si riparte da Bourges alle 8.00 e arriviamo a Chartres alle 11.30. La Cattedrale la vedi appena ti avvicini al paese. È talmente imponente che la avvisti anche da lontano. La città è costruita intorno ad essa tanto che quando cammini per le viuzze di ciottoli, lei appare e scompare in continuazione sovrastando le case.

E’ talmente immensa che da vicino non c’è alcun modo di farla entrare in una foto, è così maestosa e imponente che quando ti poni davanti per una foto quasi scompari.

L’interno della Cattedrale toglie il fiato, il labirinto sul pavimento che porta all’altare si vede ancora bene .

Le vetrate sono tante, tantissime, troppe per essere apprezzate tutte insieme da profani di arte come noi, raccontano nei loro infiniti mosaici storie eterne; il lato sud delle vetrate racconta di Cristo, della resurrezione, il lato nord delle vetrate racconta dell’antico testamento; opere del genere vanno viste e capite con impegno e fatica.

Mangiamo panini davanti alla Cattedrale perché abbiamo fretta di arrivare a Parigi nel primo pomeriggio della domenica. A fatica troviamo albergo nella zona di Pigalle, albergo pessimo, zona pessima ma eravamo troppo stanchi e ci adattiamo. Un consiglio: evitate di andare a dormire a Pigalle (questa cosa ce l’ha ripetuta una gentile signora all’ufficio del turismo, che infatti per la notte successiva ci ha procurato un albergo nella zona della Bastiglia).

Questo è stato l’unica cosa stonata di tutto il viaggio; per il resto Parigi…È sempre la Ville lumiere; ogni volta che ci ritorniamo ci sorprende; ancora ora dopo due settimane da quella sera facciamo fatica a mettere in ordine le emozioni e i pensieri.

Parcheggiamo praticamente sotto la Tour Eiffel, e andiamo a piedi verso di lei, che ci appare maestosa sovrastando la città. Da li andiamo al Trocadero, e lo spettacolo toglie il fiato, le fontane, la gente che passeggia gustandosi lo spettacolo, mentre la Torre davanti si mostra come una donna vanitosa.

Percorriamo tutti gli Champs Eliseè a piedi, e sono immensi, bellissimi, pieni di piante, fiori, giardini, statue e palazzi che si stagliano ai lati. Ci concediamo una cena proprio sui Champes Eliseè. Andiamo verso Place de la Concorde e ci giriamo per fotografare l’arco di trionfo che per l’occasione si presenta adornato di un tramonto mozza fiato. Arrivati a Place de la Concorde mentre cerchiamo il punto migliore per una foto la piazza magicamente si illumina davanti ai nostri occhi. Ritorniamo verso la Torre e camminiamo di notte lungo la Senna, osservando le case galleggianti e immaginando i suoi inquilini. Champs de Mars, Pont Alexander, illuminati sono semplicemente spettacolosi.

Arriviamo alla torre pronti a riprendere l’auto stanchi tutti e tre, ma …La torre tutta illuminata di giallo si illumina anche di blu; felici dello spettacolo rinunciamo a prendere l’auto e ritorniamo al Trocadero per rivedete bene anche di notte la torre, che non sarà artisticamente bellissima ma è spettacolare per come si eleva su Parigi. In seguito abbiamo scoperto che la torre, l’obelisco, l’arco di trionfo e la Defense sono tutti in linea.

23 aprile 2007 Paris Colazione alle sette e mezza per arrivare al Sacre Coeur presto affrontando un’altra volta il traffico di Parigi. Salendo da dietro, il Sacre Coeur offre uno spettacolo mozzafiato, perché Parigi ti si apre davanti all’improvviso nella sua grandezza, a perdita d’occhio .

Il Sacro Cuore, bianco, alto, imponente, sul colle più alto di Parigi regala sempre una sensazione dolce, accogliente, rassicurante; la struttura interna, il tipo di preghiere che si trovano appese vicino alle candele, il sapere che quella chiesa non è mai chiusa perché non c’è un orario o un momento più opportuno di altri per parlare con Dio ne fanno una chiesa speciale.

Dal Sacro Cuore andiamo all’ufficio del Turismo dove una signora gentilissima, ci trova un albergo alla Bastiglia, non bellissimo ma sicuramente più sicuro. Vicino all’albergo troviamo anche un parcheggio per lasciare l’auto tutto il giorno e la notte a venti euro, e con quello che si paga mediamente a Parigi con la carta dei parcheggi è un affare.

Si riparte a piedi, ma prima pranzo a base di salmone in Rivoli, (non preoccupatevi si tratta sempre di panini su una panchina); arriviamo al Louvre, ed è immenso, con le sue piramidi di vetro al centro del cortile.

Davanti al Louvre ci sono i giardini Tuillers e da qui partì la rivolta dei Parigini che portò alla rivoluzione francese.

L’edificio è composto da tre palazzi di cinque piani che circondano la piazza delle piramidi, tutti i palazzi sono pieni dell’arte di cui è capace l’uomo, a partire dalla preistoria ai giorni nostri. Visitarlo è come fare una carrellata storica sulla creatività dell’essere umano.

Sempre a piedi arriviamo fino a Notre Dame e poi alla Saint Chapelle che si trova praticamente dentro il palazzo di giustizia. Visto l’enfasi che viene messa nel descriverla, ci aspettavamo qualcosa di più sconvolgente, la parte bassa ha dei bei colori, mentre la parte superiore è armoniosa con vetrate infinite di colori accesi.

Un posto del genere però non andrebbe visto con la luce del giorno che ne illumina l’interno, il chiacchierio delle persone e i lavori in corso, forse questo ha fatto la differenza in negativo.

Via sul baton bus, due ore meravigliose sulla Senna vedendo Parigi da un altra prospettiva, altrettanto bella; i ponti, i palazzi, i monumenti e scoprendo che i bordi della Senna sono molto vissuti, ci sono quelli che ci dormono in tenda, quelli che ci vivono, quelli che vanno a prendere il sole, a correre, a suonare.

Abbiamo fatto tutto il tratto da Notre Dame alla Torre, fermandoci al ritorno al Museo D’orsay.

Parigi non riesce a fare le cose mediocremente, le fa all’ennesima potenza, la cultura la respiri ad ogni angolo, quelle tre parole magiche (libertè, fraternitè, egalitè) presenti ovunque, una società veramente multietnica, le sue strade immense e i suoi infiniti vicoletti nel quartiere latino, tutti pieni di negozi, i caffè, le brasserie in ogni angolo, piene fino a tarda notte di gente che chiacchiera, beve, mangia. Hai la sensazione che qui ci sia tutto il mondo in transito, tutto il mondo in cerca di divertimento, cultura, conoscenza, lavoro. E’ una città dannatamente viva e vissuta fino all’ultimo ponte della Senna, fino all’ultimo resto di nobiltà, di storia, di cultura, che qui continua a scriversi ogni giorno, in modo entusiasmante.

Cena in Place della Bastiglia sotto quel bellissimo angelo d’oro della libertà che vola verso il cielo. 24 Aprile 2007 Paris e Rouen Ci alziamo, e dopo aver fatto colazione da Starbucks, ci incamminiamo per fare due passi, ma i due passi diventano una lunghissima passeggiata che comprende varie mete.

Place de Voges è una delle più antiche d’Europa, tutta rossa ma avendo un parco all’interno della piazza non rende l’idea della sua bellezza; Rue de Rivoli la percorriamo tutta a piedi ed è pienissima di negozi, frequentata da tante persone che camminano, guardano, comprano, si fermano ai caffè e chiacchierano Les Halles sono dei giardini curatissimi vicino al centro Pompidou e vicino alla Borsa situata in un palazzo maestoso e antico. Di fronte a Les Halles c’è la chiesa di Saint ‘Etienne, che anche se non molto famosa è veramente bella.

Al Centre Pompidou sotto i portici c’erano delle tende di persone che dormivano li. Da li andiamo fino al Louvre, a Pont Neuf.

Ritorniamo all’hotel per mezzo giorno, riprendiamo l’auto e partiamo per Rouen, 90 km da Parigi.

Rouen è deliziosa, ha un centro storico molto vecchio, silenzioso con casette in pietra e legno, vie piccole e ciottolate, muri colorati, case color pastello, negozi, un orologio stupendo, una casa storta, una casa con disegnate delle persone affacciate, chioschi che vendono dolci a pochissimo prezzo.

Il centro dona tranquillità, i colori sono delicati, la zona pedonale lunga.

La cattedrale di Rouen che colpi cosi tanto Monet da farla diventare uno dei suoi quadri più celebri è al solito imponente ed impossibile da catturare tutta in una foto, si trova in una bella piazza circondata da alberi; è un misto piacevole tra romanico e gotico, le guglie della facciata principale sono diverse tra loro i portali sono pieni di statue alte due metri; il suo interno è luminoso al contrario delle cattedrali viste fino ad oggi.

Nelle sere d’estate un proiettore illumina la facciata della cattedrale di luci pixel colorandola e facendola diventare il quadro vivente di Monet.

All’ufficio turistico, come al solito troviamo persone gentilissime e disponibili.

Arriviamo alla piazza del mercato vecchio dove nel 1431 fu bruciata Giovanna d’Arco; sul luogo è stata costruita una chiesa dall’esterno moderno ma con l’interno pieno di vetrate e mosaici risalenti al medio evo; E’ piccola, moderna, ma le vetrate colpite dalla luce esterna emanano una luce calda e avvolgente che concilia la pace e la riflessione. Di notte deve essere molto bella in quanto le sue vetrate vengono illuminate dall’interno.

Si riparte per Caen, e finalmente troviamo un hotel a prezzi più accettabili (48 euro compreso colazioni) ed è anche pulito, bello, accogliente e sicuro. Fa parte della catena Etap e d’ora in poi lo troveremo ovunque.

25 Aprile 2007 Normandia spiagge dello sbarco Giornata straordinaria dedicata alle spiagge dello sbarco e finita all’impressionante Memoriale della pace di Caen.

Alle 8,30 siamo a Courselleus sur Mer, ovvero Juno Beach, come veniva chiamata in codice, la spiaggia dove sbarcarono i Canadesi.

Ci sono dune di sabbia coperte d’erba, un cielo vagamente nuvoloso, grigio e azzurro, i gabbiani che si chiamano, conigli che corrono liberi sulla dune, una spiaggia immensa, la bassa marea che lascia scoperti metri infiniti di bagna asciuga, ma ci sono anche resti di bunker, tunnel, lapidi piene di nomi e foto, un monumento davanti al memoriale con soldati che salgono verso il cielo e corone di fiori portate dalle scuole a commemorare ciò che non si dovrebbe mai dimenticare, indipendentemente dal periodo in cui si è nati. La zona sembra una riserva naturale ma appena pensi, ricordi, tenti di immaginare quello che è inimmaginabile, se non lo hai visto, ti vengono i brividi sulla pelle, ti viene da tremare, pensi che stai calpestando il suolo dove uomini sono morti consapevoli di quello che li aspettava per un idea, la libertà. Muoiono gli uomini ma non le idee… Questa frase cosi usata nei tempi moderni, nei libri, nelle canzoni, qui assume un valore immenso che ti fa perdere l’orientamento.

A Juno il viaggio nella memoria era appena cominciato, ed ora del memoriale di Caen non saremmo nemmeno più stati in grado di mettere in parole quello che provavamo.

Ad Arromanche, ci sono coste alte che affogano nel mare, spiagge immense, il paese, il memoriale, le bandiere, i carro armati lasciati li per non dimenticare, e poi i resti del porto artificiale costruito per permettere lo sbarco di carri armati di munizioni, di rifornimenti.

Si sente cantare Marlen Ditrich per le vie da un altoparlante….E questo fa venire veramente i brividi Mancava un porto nei 86 km di spiaggia in cui tentare quell’impresa, per idea di Churchill lo costruirono qui depositando lingotti di 7000 tonnellate, affondando volontariamente delle navi, e i numeri di questo porto sono impressionanti, vorremmo ricordarli tutti, perché danno l’idea dello sforzo, al di la delle potenzialità umane, che hanno fatto gli alleati per organizzare quello sbarco, dopo anni in cui per quella guerra di risorse ne erano già state sprecate in quantità assurda .

I lingotti e le navi che emergono con la bassa marea sembrano voler ricordare una volta al giorno, ad ogni bassa marea, la follia umana a cosa può arrivare, spero che fra secoli, se non sarà scoppiata un’altra guerra quei resti siano ancora li.

Su una vetrina di un negozio una foto dove dei veterani inglesi di 60 anni tenevano in mano una bambina francese sulla spiaggia e sotto c’era scritto: grazie ai nostri liberatori.

Come si fa a non piangere a dirotto davanti a questo? Be quel giorno abbiamo pianto un sacco di volte, ma non ci è dispiaciuto, era l’unica reazione razionale che potevamo avere davanti a tutto quello che stavamo vedendo, non c’erano parole adatte ad esprimere quello che provavamo, le emozioni erano di paura e spavento per quello che la follia umana può creare, di ammirazione infinita per il sacrificio di quegli uomini. Longeuse, è un promontorio altissimo una specie di avamposto in mezzo al mare fortificato da bunker di cemento armato.

Ad Omaha e Utah, sbarcarono gli americani, questo era il punto peggiore per il terreno e per il tempo; Omaha divenne la sanguinosa Omaha, e qui si rischiò il reimbarco delle truppe, andarono avanti ma ad un prezzo altissimo; ad Omaha una lapide alta ricorda che una divisione intera fu annientata.

Appena sopra la spiaggia di sangue riposano 9000 americani nel cimitero, consacrato terra americana.

Ci vuole un quarto d’ora a piedi per percorrere un quadrilatero che contiene un quarto di quelle croci, lo diciamo perché a parole non c’è modo di far capire cosa sono 9000 croci. Il posto ci fa venire il magone.

Il monumento ricorda gli sbarchi, le divisioni impegnate, al centro del monumento è rappresentato un soldato che sale dalle onde del mare in cui muore, al paradiso, e riporta una scritta che indica che non saranno mai dimenticati.

Ci sono uomini di 49 dei 50 stati americani, di cui 4 donne, e molte croci riportano la stessa data 6.6.1944 c’è il giardino dei dispersi con incisi 1557 nomi di soldati dispersi per ricordare i soldati che non sono nemmeno riusciti a recuperare. Su quella spiaggia morirono e pochi metri più in la riposano per sempre.

Una cappella al centro del cimitero nel cui soffitto è rappresentata Madre America che benedice i suoi figli che vanno a morire sulle coste della Francia, dove madre Francia li accoglie fra le braccia per porgli sulla testa l’alloro della gloria meritato per il loro sacrificio.

Andiamo anche alla Combe dove c’è il Cimitero Tedesco; non c’è nessuno a sorvegliarlo, ci sono poche croci nere senza nome e tante piccolissime lapide nere; si chiama parco della pace, all’interno c’è una foto di Koln e Mitterand che si tengono la mano come farebbero due bambini che coraggiosamente devono andare incontro a qualcosa di difficile, e nel loro caso, si stringevano la mano davanti al perdono dei morti, alla pace, ma quella vera, quella duratura, quella che deve essere voluta costantemente da entrambi le parti senza mai stancarsi, senza mai permettere ai guerrafondai di attaccarsi ai reciproci sbagli.

Non esiste un memoriale tedesco ma una semplice area in cui ci sono foto di ragazzi che scavano quelle fosse, di centinaia di persone che in mezzo a tanta freddezza e odio andavano nel dopoguerra a cercare la tomba dei loro cari, c’è la speranza che la pace possa con impegno essere possibile. Possibile per sempre.

Sono elencati suddivisi per nazione tutti i tedeschi morti in guerra, i numeri fanno paura e non sono nemmeno comprensibili, qui a Combe ce ne sono sepolti 21.000, non si riesce a comprendere come tutto questo possa essere accaduto, sembra tutto assurdo, folle. Fa paura pensare che quando follia e ignoranza si alleano, si possono azzerare la vita di milioni di persone e intere generazioni.

Utah, km 0 della via della libertà, la strada che collega queste spiagge si chiama veramente route de la libertè e Utah è il km zero, infatti c’è una lapide davanti alle immense spiagge, alle dune, e al filo spinato che ricorda che li Eisenhower sbarcò alle 7,30 del mattino.

Guidiamo ancora più a ovest fino a Saint Mari Eglise dove furono lanciati nella notte precedente lo sbarco i paracadutisti e dove sul campanile della chiesa, il paracadutista John Steel rimase appeso (come si vede nel film ‘The D Day’); sotto di lui si stava scatenando l’inferno, e nessuno si poteva permettere di guardare in alto e liberarlo.

Ora è appeso un manichino al suo posto, a ricordare l’evento, e c’è la foto di lui che torna da veterano e vivrà altri 25 anni da quella notte.

E’ sicuramente l’unica chiesa al mondo dove si trova una vetrata con dipinta la Madonna con bambino attorniata da paracadutisti.

Se le energie, le risorse, i soldi, le capacità, le forze, le vite, le virtù di quella guerra fossero state usate per quei maledetti sei anni per costruire ospedali, città, strade, economia, agricoltura, lavoro, medicine, dove saremmo ora? Libertà, fratellanza uguaglianza: che belle queste parole, se potessero essere veramente il cuore di ogni democrazia, se potessero essere veramente il cuore degli statuti europei, se potessero essere sempre alla base di ogni decisione mondiale …Forse la pace per sempre sarebbe possibile.

Pensare a questa guerra è ammettere che l’uomo ha dentro di se il seme della sua stessa distruzione.

Nel tardo pomeriggio andiamo a scoprire il memoriale di Caen: è bellissimo, commovente, drammatico, reale, razionale, crudo al punto giusto. Non è un museo che sancisce la vittoria della Francia ma un inno alla memoria un monito alle generazioni future, avrebbe potuto essere intitolato: ‘MAI PIU’!!’ Ti prende per mano e ti fa fare un viaggio tra centinaia di foto e decine di video in cui ti spiega la nascita dei regimi in Europa, le cause dello scoppio della guerra, ti porta nelle crudeltà e nei massacri, compresa la bomba sul Giappone, passa alla ricostruzione, alla guerra fredda attraverso Cuba, Berlino, fino a una speranza di pace che si deve fondare su un mondo che non può essere diviso tra chi vive e chi sopravvive altrimenti il terrorismo troverà sempre pane per sfamarsi. Ci è piaciuto tutto del memoriale, una delle esperienze indimenticabili di questo viaggio.

26 Aprile 2007 Caen e Mont Saint Michel Andiamo a visitare il centro di Caen, da quanto letto questa città era stata completamente distrutta durante la guerra, rimasero solo macerie. Vediamo l’abbazia degli uomini e l’abbazia delle donne dalla parte opposta del paese oltre la cattedrale di Saint Pierre e il castello ducale.

La cittadina è bella, invita a girare, difficile immaginarla in quell’estate del 44.

L’abbazia degli uomini che ora ospita anche l’hotel de la Ville, dunque il comune è un luogo veramente bello e armonioso con tutti i giardini e le bandiere che la adornano.

Dopo questa sosta a Caen si parte per Mont Saint Michel.

Arrivo alle 12,05, l’hotel individuato dalla guida, l’ultimo prima di arrivare al monte, costa poco e ci danno un stanza spettacolare la cui finestra da proprio sul monte.

Secondo noi mont Saint Michel bisogna vederlo con la bassa marea per poter camminare sul fondo della manica, per poter provare il brivido di vedere il mare che monta alla velocità di un cavallo al galoppo, per vedere quei tramonti che si rispecchiano sulle sabbie lucide poiché appena bagnate dall’acqua e sulle piccole lagune che si creano tra le dune di sabbia.

Siamo andati fin sotto il monte in auto, abbiamo parcheggiato, fatto un giro per le viette zeppe di negozi e ristoranti e siamo andati fino alle porte dell’abbazia; che è immensa ma buia, senza colori o dipinti ma grezza pietra, all’ultimo piano dell’abbazia ci sono terrazze che danno sul mare o sul bagna asciuga chilometrico durante la bassa marea; prima di arrivare al mare c’è un isola appena toccata dalle acque durante la bassa, è uno spettacolo mozza fiato quello che si vede da quelle terrazze, le sabbie bagnate che emergono, i canali d’acqua che si insinuano nelle sabbie, il luccicare del sole che si rispecchia in questi canali che arrivano dall’oceano, i campi verdi che iniziano dove finisce la sabbia, le pecorelle dal volto nero che felicemente pascolano in questa zona e da vere padrone attraversano la strada incuranti delle auto .

E’ un isola magica che emerge dalle acque e periodicamente ne viene avvolta, si legge che è dovuto al fatto che il terreno si è abbassato dopo la costruzione dell’abbazia secoli fa.

Ci siamo diretti verso il largo, verso il mare su una distesa di spiaggia irreale da tanto è bella e poi ad un certo punto, mentre guardiamo all’orizzonte, notiamo che come per un effetto ottico si vede uno strano spumeggiare, e una nave, ma molto lontana, poi notiamo che le due persone che ci erano avanti stanno correndo verso di noi e quell’effetto ottico si rivela per quello che è, la marea che sale, ci dirigiamo senza apprensione verso il monte. Spettacolo bellissimo, mozzafiato.

Siamo tornati in albergo ma solo per attendere che lo spettacolo del tramonto iniziasse.

Parcheggiamo, ci dirigiamo involontariamente in una zona del monte che prima non avevamo nemmeno visto e …Lo spettacolo comincia: dapprima il sole si appanna, poi cala lentamente, le nuvolette leggere gli fanno da cornice, inizia a rispecchiarsi sulle chiazze di acqua e di sabbia lucida bagnata, si colora di rosa e arancione, il vento è perfetto, non assente, ma non forte, una carezza sul viso, i gabbiani si chiamano, il mare che lentamente si insinuava in un alta marea silenziosa come per non disturbare troppo quel tramonto perfetto; non c’è nessuno, il monte si sta spopolando e li dietro non viene nessuno, li su quella piccola costa del monte dove tutto era già perfetto.

Il crepuscolo avvolge un abbazia magica che emerge nella sua parte più preziosa e merlata dalle mure grezze che sembrano sostenerla illuminate di una luce fievole, che arriva dalla varie finestre delle case; fotografata di notte rende bene l’idea di un paesaggio da favola.

27 Aprile 2007 Bretagna Colazione alle 8,15 e a piedi dall’hotel fino a Mont Saint Michel, è uno spettacolo incredibile avvicinarsi lentamente al tempo di una camminata, passare nei prati pieni di pecorelle arrivare alle sabbie e vederla piano piano ingrandire davanti agli occhi.

Si parte per Saint Malo, cerchiamo un hotel fuori dalle mura e come al solito ci sistemiamo benissimo all’Etap. Andiamo prima a vedere Dinard, ed è Bretagna, selvaggia, impervia, che ricorda quando la natura non era domabile dall’uomo.

Coste nere altissime, spiagge immense, vento forte, talmente forte che dopo esserci avventurati in una camminata di due ore sulle coste mi girava persino la testa, ma la passeggiata ne è valsa la pena, bellissime quelle coste selvagge tanto da aspettarti di vedere dietro una roccia comparire Morgana. C’erano sugli scogli centinaia di cozze.

Il mare sembrava chiaramente freddo eppure c’era gente che ci faceva il bagno, cani che correvano sulla spiaggia.

Riprendiamo l’auto per Cap Fréhel, e il paesaggio diventa ancora più selvaggio, non sembra più nemmeno Europa, il vento risoffia impetuoso, il mare si spacca su quelle costiere altissime, la vegetazione è l’unica che può sopravvivere a quel vento, insieme ai corvi rigorosamente neri e imponenti, quando si scatena la tempesta deve essere impossibile per una persona abituata a ritmi normali resistere su questo promontorio, e l’oceano davanti…

Fort la Latte, un forte su una delle tante punte della Bretagna, che segnalava alle navi che si avvicinano dalle nebbie della manica .

Ovvio che questa era la terra dei pirati, solo uomini che affrontavano il tutto per tutto potevano trovarsi a loro agio e sicuri in terre del genere.

Si va a Saint Malò, alla sera la città è avvolgente con le sue mure altissime e fortificate che racchiudono una città con vie strette e case alte che si abbracciano tra loro a proteggere chi ci vive dai venti, dalle tempeste dalle nebbie, (e qui dalle foto che abbiamo visto quando si scatenano, le tempeste non scherzano affatto) i muri cosi alti sono protetti da una serie di altissimi pali di legno per spaccare le onde impietose che prendono la rincorsa dal largo per spaccarsi contro la città, e in quei casi nemmeno il vento deve essere una passeggiata, e quando non ci sono vento e tempesta c’è una misteriosa bruma che appare anche se sopra la testa risplende il sole, ma questo lo avremmo vissuto direttamente il giorno dopo e anche questo se non lo avessi vissuto non ci avrei mai creduto.

All’interno delle mure ti senti protetto, sicuro, inespugnabile, le vie sono luminose, eleganti ma di un eleganza austera e pratica, piene di negozi e ristoranti, ci facciamo salmone e birra vicino ai bastioni.

28 Aprile 2007 Saint Malò C’è la bruma alle 11 del mattino, nebbia non è corretto, la nebbia ti copre il cielo e ti avvolge, mentre a Saint Malò la foschia appare e scompare dal mare mentre sulla testa il sole ti scalda e il vento che arriva dal mare ti raffredda.

Il giro dei bastioni offre uno spettacolo meraviglioso perché si ammira la città dall’alto spiando le sue vie ma si osserva anche il mare immenso pronto ad aggredirla, si può assistere allo spettacolo meraviglioso dell’isola che non c’è. Perché davanti a Saint Malò c’è un isola che appare e scompare a vista d’occhio a secondo del calar o del crescere della bruma, un isola che si può raggiungere a piedi o no a secondo della alta o della bassa marea. E’ circondata da scogliere nere.

Ci concediamo un pranzo di tutto rispetto a base di cozze nella piazza centrale con un clima perfetto ne caldo ne fresco, con un sole meraviglioso, un chiacchierio piacevole e confortante attorno, mentre Dante il nostro Labrador in sintonia con il momento si mette sotto il tavolo senza disturbare.

Dopo questo prelibato e perfetto pranzo ci dirigiamo alla spiaggia, c’è la bruma e nonostante non fosse il caso via le scarpe e a piedi nella sabbia e nella nebbia ed è bellissimo..

La città è piena di negozi molti dei quali vendono gli oggetti e le cartoline che mi affascinano tanto di fate, draghi, streghe.

Si parte per Rennes capoluogo della Bretagna alle 16,30. Con la gratitudine che si deve di fronte a una sorpresa meravigliosa, arriviamo al solito comodo e accogliente etap, doccia e si crolla, stiamo veramente dando il massimo di noi ma stiamo ricevendo altrettanto.

Andiamo un po stanchi a Rennes che forse non ci colpisce molto per l’estrema stanchezza o forse perché se pochi francesi la conoscono come dicono le guide, un motivo ci deve essere.

29, aprile 2007 Valle della Loira Ci si alza a Rennes e pariamo per Angers, dove oltre al castello medievale, c’è una bella cattedrale sopra una scalinata ai cui piedi c’è una fontana.

Anche qui l’ufficio turismo si dimostra gentilissimo e disponibile, ci da un sacco di informazioni sui Castelli sulla Loira, su dove alloggiare, su cosa visitare.

Si parte per la visita ai primi Castelli dunque andiamo verso Tours (Villandry, Azay le Rideau, Ambois, Blois Chenonoceaux Chambord).

Per entrare nei Castelli si paga in quanto sono privati, decidiamo in due giorni di vedere quelli più rinomati.

Villandry ha dei giardini curatissimi, si capisce che sono orti solo quando ci si arriva abbastanza vicino da capire che i colori sono dati dai vari tipi di insalate o ortaggi accuratamente coltivati in un ordine perfetto; a guardare nel dettaglio, dimostrano veramente una cura da giardiniere artista.

Azay le Rideau, è anch’esso molto bello circondato dall’acqua con parco, è il primo interno che visitiamo; anche gli interni di questi Castelli sono curatissimi, molto diversi da quelli medievali che sono grezzi, freddi, duri.

Cerchiamo un albergo a Tours, e l’Etap non delude mai, anche la sua posizione è sempre perfetta fuori dal centro con parcheggio e tranquillità, e sempre con una grande sensazione di sicurezza, molto più che dormire nel centro di Parigi.

Andiamo a mangiare da Buffalo Grill catena diffusa in cui siamo stati bene.

30 Aprile 2007 Valle della Loira Si parte da Tours, si va alla volta di Chambord costeggiando il lungo Loira davvero immenso.

Chambord è davvero imponente, al parco si accede gratuitamente, ci sono persino dei camper che sostano, in realtà il parco è dentro una tenuta. All’interno del castello ci sono affluenti della Loira che si possono percorrere in barca, il castello al terzo piano ha delle terrazze immense in mezzo alle sue torri con zone di sole e di ombra da cui si gode uno spettacolo magnifico. Dell’interno che dire? Immenso imponente. Una delle loro stanze spesso è grande come casa nostra.

I castelli di Ambois e Blois li vediamo solo da fuori, sono affacciati sulla Loira e si possono ammirare, la cosa più piacevole è sicuramente l’armonia e la pace che infondono.

Chenonoceaux è il più bello, è costruito su uno degli affluenti della Loira su cui si rispecchiano le sue arcate; ha dei giardini bellissimi tenuti con un ordine persino irreale, le composizioni dei fiori non sono mai casuali, e se ti fermi e li osservi, vedi che con metodo e cura incredibile tutte formano un disegno o un tema di colori che si ripete. Gli alberi secolari del parco mandano una piacevole freschezza, non si sentono rumori artificiali se non quello delle persone che curiosamente e allegramente chiacchierano, passeggiano, osservano. In ambienti come questi in fondo i nostri avi hanno tenuto viva la cultura europea. Facciamo una tirata con la machina e andiamo a dormire a Macom.

01 Maggio 2007 Siamo arrivati alla fine, si riparte per l’Italia, e come quasi non osavo sperare anche nel viaggio di ritorno va tutto benissimo, niente code, bella giornata; facciamo una sosta a Chamonix per ammirare le lingue del ghiacciaio del monte bianco, arriviamo a casa alle due del pomeriggio, non tristi per un viaggio finito ma felici per tutto quello visto e tutto senza problemi, tutto all’ennesima potenza, quasi da non crederci.



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