Normandia e Bretagna 2004
-Il traffico è sempre scorrevole e le strade ben tenute, anche nei paesini più sperduti! -Non appena si arriva in una cittadina, recatevi all’ufficio del turismo locale per chiedere una mappa dettagliata e brochure informativa sulla località Giovedì 22 LUGLIO 2004 Giungiamo a Parigi – aeroporto Roissy Charles de Gaulle – alle 8.00 del mattino. Il volo è stato prenotato via web approfittando di una tariffa particolarmente conveniente. Ci rechiamo all’ufficio AVIS a ritirare l’auto che avevamo già prenotato dall’Italia. Ci consegnano pure una cartina dettagliata di Parigi e, per poter uscire dalla città senza troppe difficoltà, ci consigliano di dirigerci verso una delle porte della città e, da qui, entrare nella periferica (raccordo anulare). Così facciamo.
Usciamo dall’autostrada A13 nei pressi di Bourneville e decidiamo di indirizzarci sul mare nella costa a nord di Le Havre, la costa di Alabastro. In queste zone la campagna è veramente magica, punteggiata da case contadine e piccoli villaggi, l’erba è verdissima e il mare sembra tanto lontano. Incontriamo tantissime mucche al pascolo nei famosi “bocages”, i prati normanni bordati di alberi e di siepi; si nota come siano adatti alle imboscate, infatti qui si svolse la famosa “guerra delle siepi”! Arriviamo a Etretat verso mezzogiorno. Come dicevamo, il mare pochi istanti fa sembrava così lontano, e improvvisamente ci troviamo di fronte a uno scenario grandioso fatto di grandi scogliere bianche con archi naturali: la Falaise d’Amont a nord e, a sud, la Falaise d’Aval. Le fotografie si sprecano. Il centro del paese è inondato da fiori, infatti Etretat, come tanti altri villaggi che incontreremo nel nostro viaggio, ha vinto il concorso francese di “ville fleuri”, città fiorita.
Nel primo pomeriggio ci rimettiamo in viaggio, direzione Honfleur; per arrivarci attraversiamo l’avveniristico e spettacolare Pont de Normandie, inaugurato nel 1995 e lungo circa due chilometri, che scavalca l’estuario della Senna nei dintorni di Le Havre. Tenersi pronti al pagamento di qualche euro per l’attraversamento del ponte! Arriviamo nella romantica Honfleur , con il suo pittoresco porticciolo, le vecchie case dai tetti in ardesia e le gallerie d’arte: da più di cento anni questa cittadina è un luogo amatissimo da pittori e artisti. Una pioggerella ci sorprende, ma fortunatamente sarà la prima e l’ultima di tutta la settimana.
Riprendiamo il viaggio, indirizzandoci verso Bayeux, precisamente a Cottun, dove abbiamo prenotato le prime due notti del nostro viaggio al b&b Chateau de Cottun, dove Thomas Kleingartner ci apre le porte della sua casa meravigliosa! Ci offre una caramella d’Isigny (da provare!) e ci prenota una trattoria in centro a Bayeux per la cena, “La Pommerie”, in rue de Cuisiniers.
Per cena Carlo Alberto prova l’andouille de vire (quando ordina non sa di che piatto si tratti, poi scopriamo che è un salsicciotto di trippa, cioè budella di maiale…!); molto meglio il piatto di frutti di mare della costa che assaggio io, tra cui le orecchie di mare, molluschi unici nel loro genere; il tutto accompagnato da burro salato (questa terra è conosciuta come “la terra del burro degli Dei”) e sidro. Chiudiamo la cena con i tre formaggi rinomati del “pays d’Auge”: il camembert (famoso nel mondo intero alla stessa stregua della baguette), il livarot (chiamato un tempo “la carne del povero”) e il pont-l’évêque (il più antico dei formaggi fermentati di Normandia, che serviva un tempo da moneta di scambio). Veramente ottimi i formaggi, in fondo quante mucche al pascolo abbiamo visto, che si nutrono solo di erba e fieno! Rientriamo al nostro b&b.
Venerdì 23 LUGLIO 2004 Oggi percorriamo i luoghi memorabili della più famosa operazione militare della storia, lo sbarco degli Alleati sulla scogliera di Arromanches, di cui si è celebrato il 60° anniversario lo scorso 6 giugno 2004. Utah, Omaha, Gold, Juno, Sword: 80 km di spiagge della costa normanna dove si svolse il “D Day”, il “giorno più lungo”, durante il quale 20.000 veicoli blindati e 156.000 soldati americani, britannici, canadesi e francesi sbarcarono sotto il diluvio del fuoco tedesco. E’ incredibile come in questi posti si respiri ancora aria di guerra, che ci porta a meditare su quanto successo su queste spiagge sessanta anni fa. Decidiamo di cominciare l’itinerario odierno con una visita al Museo-memoriale della battaglia di Normandia di Bayeux (€ 5,50 ingresso – 2 ore la visita). Il museo presenta, con armi, uniformi e materiali pesanti, un panorama completo dei giorni di combattimenti sul suolo normanno e ci permette di conoscere appieno tanti aspetti di questa battaglia decisiva per la riconquista della pace in Europa.
Sempre all’ingresso della città, decidiamo di visitare il Cimitero Britannico, sistemato come uno stupendo giardino all’inglese, che riunisce oltre 4.000 tombe di soldati inglesi.
Spostandoci verso le spiagge, il primo sito che visitiamo è Arromanches con i resti del suo porto artificiale. Fabbricato segretamente nel 1943 nei cantieri di Londra, questo porto, denominato “Mulberry”, era destinato a rifornire le truppe dello sbarco, garantendo l’avanzata delle truppe verso la Francia. Si trattava di una rada lunga oltre 12 km di fronte alla spiaggia, in grado di resistere alle forti maree. I resti di questo porto sono ancora visibili a occhio nudo, ma la maggior parte della costruzione è sommersa.
Pochi chilometri dopo Arromanches, precisamente a Longues-sur-Mer , vediamo l’unica batteria tedesca i cui cannoni si trovano ancora in Normandia. Protetti in casematte di cemento, questi cannoni il mattino del 6 giugno 1944 aprirono il fuoco sulla flotta inglese. Nel tardo pomeriggio ci spostiamo al cimitero militare americano di Colleville , che si estende sopra Omaha Beach. Qui riposano nel verde quasi 10.000 giovani soldati americani caduti durante la battaglia di Normandia e durante la Prima Guerra mondiale. Il silenzio che regna, le file di semplici croci bianche sul prato inglese fanno di questo posto una sorta di santuario. Viene suonato l’inno statunitense, l’inno ai caduti e viene ammainata la bandiera a stelle e strisce. Dal cimitero vediamo la sottostante Omaha Beach, la spiaggia più famosa dello sbarco: si può capire facilmente quanto fosse facile da parte delle truppe tedesche difendere questo settore, tant’è che quasi la metà dei soldati americani caddero sulla sabbia il primo giorno, il tristemente famoso 6 giugno 1944, in un mare gremito di mine. Nonostante la perdita di metà degli uomini, i sopravvissuti si riunirono e proseguirono. Alla Pointe du Hoc, spuntone di roccia dove i ranger riuscirono a scalare la parete della scogliera a mezzo di scale di corda sparate da missili, la scena della battaglia è stata conservata identica, con le enormi buche causate dai bombardamenti e i fortini tedeschi sfasciati. Le spoglie dei soldati americani e tedeschi riposano ancora sotto le macerie. Ci concediamo uno spuntino verso il tardo pomeriggio a Grancamp-Maisy , al ristorante “La Belle Marinière”, dove per la prima volta gustiamo le famose ostriche.
Proseguendo ancora più a nord, arriviamo a Utah Beach, circondata da basse dune di sabbia. Qui il numero delle vittime fu il più basso di tutti gli sbarchi: dei 23.000 soldati, solo 200 furono uccisi o feriti.
Per terminare la giornata puntiamo su Sainte-Mère-Église , villaggio preso d’assalto dai paracaduti, per tutti legato all’episodio del paracadutista americano che, sospeso alla guglia del campanile della chiesa col suo paracadute, farà il morto per due ore sotto il fuoco dei Tedeschi, finché sarà liberato. In sua memoria, un paracadute è sempre appeso in cima alla chiesa.
Sabato 24 LUGLIO 2004 E’ una splendida giornata di sole e, prima di abbandonare la Bassa Normandia, decidiamo di fermarci per la mattinata a Bayeux , che fu la prima città di Francia liberata la sera del 7 giugno 1944. Grazie al suo parroco, che si recò in bicicletta di notte ad avvertire gli Alleati, la città uscì miracolosamente intatta dalla battaglia di Normandia, contrariamente a Caen.
Dopo una breve visita nella cattedrale gotica situata nel cuore della città, ci avviamo al Centro Guillaume le Conquérant per vedere il celebre arazzo “della regina Matilde” esposto (€ 7,40 compresa l’audioguida in italiano). È un’opera unica al mondo: per gli storici è il documento più preciso che ci abbia trasmesso il Medio Evo sugli usi e costumi dell’XI secolo. Si tratta precisamente di un ricamo ad ago tracciato con fili di lana colorati su una fascia di tela di lino grezzo lunga 70 metri e larga 50 centimetri circa, che doveva, al tempo, ornare la cattedrale di Bayeux, e racconta in modo semplice ma con ricchezza di dettagli, come in un fumetto gigante, la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. Nonostante siano passati quasi mille anni, non sono per niente sbiaditi! Usciti dal museo, visto che è sabato, giorno di mercato, ne approfittiamo e ci facciamo un giro in place St. Patrice.
Abbandoniamo la Bassa Normandia e il nostro itinerario ci porta verso la Cote d’Emeraude, in Alta Bretagna. Dopo una breve sosta alla abbazia di Hambye (ingresso euro 4.00), tocchiamo il Mont Saint Michel . Dal 1979 questa meraviglia del mondo occidentale è annoverata tra le bellezze del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Il mare non lo vedremo, la marea lo ha fatto indietreggiare di molti chilometri. Il leggendario Mont-St-Michel, con la sua abbazia, emerge dal deserto di sabbia già molti chilometri prima di arrivarci, e la sua vista su questa distesa d’argento e oro è una esperienza straordinaria. L’abbazia val bene una visita; unica nota dolente il “traffico umano” lungo le viuzze con i soliti negozietti di souvenir … Cosa si può acquistare qui? Naturalmente le famose gallettes di Mère Poulard, i biscotti al burro salato.
Arriviamo al Chateau de Windsor (tra Plorec sur Arguenon e Bourseul), un maniero dove pernotteremo due notti, situato tra il mare e la foresta.
Domenica 25 LUGLIO 2004 Oggi visitiamo i numerosi promontori che, lungo la costa a nord della Bretagna, offrono panorami mozzafiato.
Raggiungiamo Cap Frehel , un capo con spettacolari scogliere sulla Manica, popolate di gabbiani, che offre anche alcune spiagge veramente belle (vedi plage de Sables d’Or). Poco dopo si può visitare Fort la Latte, piccolo castello medievale a strapiombo sull’oceano.
Proviamo a pranzare a St. Lunaire ma essendo già passate le due del pomeriggio, nessuno ci accoglie. Impariamo così che se non siamo attrezzati dal mattino con un pranzo al sacco, se ci sediamo a un bar dopo le 14 non si rimedia neppure un panino! Ma dove sono i “baracchini” ambulanti che vendono ostriche e moules di cui tutti parlano?!? Proseguiamo quindi per la stazione balneare di Dinard. Non si trova un parcheggio, lasciamo l’auto lontanissimo dal centro (in realtà è tutto centro), mezz’ora di passeggiata per arrivare al mare e per trovarci in un posto troppo turistico per i nostri gusti. Merita solo qualche villa eclettica della belle-époque. Meglio ripartire.
Nel pomeriggio ci spostiamo a Saint Malo , precisamente nell’Intra Muros, il quartiere in pietra grigia all’interno delle mure di cinta, semidistrutto dalla guerra ma riedificato quasi completamente subito dopo. La cittadina è molto affollata, va bene per qualche acquisto, ma non ci lascia un ricordo particolare.
Verso sera arriviamo a Cancale , piccolo paese con porticciolo di pesca, famoso per i ristorantini che si affacciano su di esso e gli allevamenti di ostriche sulla spiaggia del lungomare. Il panorama ci offre una bellissima vista della baia con bassa marea. Ceniamo al ristorante “L’Huitrière” nella strada del Porto: per 12.00 euro a testa mangiamo una dozzina di ostriche, moules alla marinara e patatine fritte (si dice che le ostriche di Cancale siano le migliori che si possono gustare in Francia!). Dimentichiamo al volo di aver saltato il pranzo! Dopo cena puntatina alla Pointe du Grouin , alto sperone roccioso a picco sul mare: splendido il tramonto sulle isole antistanti e sul lontano Mont-Saint-Michel. Una cosa che non abbiamo ancora detto: qui in Normandia il sole sembra non tramontare mai, sono quasi le ventidue e il sole tramonta solo ora!!! Lunedì 26 LUGLIO 2004 Oggi si parte per la Cornovaglia e il Finistère , terre degli antichi celti. Qui, come evinciamo dai cartelli stradali, convivono due lingue: il francese insieme al “duro” bretone. Verso mezzogiorno sostiamo nella “ville fleurie” Quimper , deliziosa cittadina capoluogo della Cornovaglia sulla foce del fiume Odet. Qui merita una visita la cattedrale con le “guglie gemelle” di Saint-Corentin, primo vescovo di Quimper. La tradizione vuole che egli avesse scelto di essere eremita, e che per sfamarsi ogni giorno prelevasse una parte del pesce dalla sua fontana, che ritrovava intatto il giorno dopo. Ci concediamo una passeggiata nella città vecchia, bellissima soprattutto per le case a graticcio di fronte alla cattedrale. Se intendete comperare un souvenir, sono molto interessanti le produzioni di maioliche locali: caratteristica la decorazione “du petit breton”, con una figura stilizzata in costume nazionale.
Arriviamo al Maniero di Kerhuel , a Plonéour Lanvern, a pochi chilometri da Quimper. E’ il punto di partenza ideale per scoprire le ricchezze del Finistère del Sud. Ci riposiamo in piscina e decidiamo di fermarci per cena, dove gusteremo “Panaché d’huitres et de langoustines”, oltre a rana pescatrice al forno con le sue verdurine e gli immancabili formaggi.
Martedì 27 LUGLIO 2004 Oggi partiamo alla scoperta della Cornovaglia.
Cominciamo con una piccola sosta alla punta di Penmarch, lingua di terra avanzata nell’oceano, con porticcioli poco pittoreschi e spiagge di sabbia fine.
Decidiamo di avviarci subito verso la Punta di Raz , il punto più occidentale della Francia, sull’ Atlantico, un vero e proprio capolavoro della natura. Attraverso il sentiero che attraversa la brughiera, rossa di erica e gialla di ginestra, arriviamo alla statua in marmo di Notre Dame des Naufragés, che ricorda come questo tratto di mare sia particolarmente pericoloso per i marinai. Poi, spingendoci lungo i sentieri intorno alle scogliere arriviamo all’oceano e scopriamo il maestoso panorama sull’infinito! Proseguendo sulla costa a nord di Cap Sizun, una delle più selvagge del Finistère, attraversiamo la Baia dei Trapassati (da qui infatti gli uomini venivano imbarcati per essere sepolti nell’isola di Sein) e la punta del Van, arrivando alla cittadina di Douardenez, la “città” dei tre porti, con una baia rassicurante per i bagnanti e un accesso facile per le barche, famosa per l’industria conserviera delle sardine.
Lungo il tragitto che ci porta a Locronan, visitiamo il paesino di Pont-Croix, dalle stradine selciate e dalle vecchie case bretoni.
Arriviamo a Locronan e, pagando il parcheggio (euro 2.00) avremo l’accesso gratuito a tutti i parcheggi di Locronan durante l’estate di quest’anno!!! Ma pensiamo che non ci torneremo così facilmente… E’ un villaggio meraviglioso, un vero e proprio tuffo nel Medio Evo: le case e botteghe in pietra granitica lasciano intravedere il prospero passato dei ricchi mercanti. Le tele di lino di Locronan erano considerate le più fini e resistenti di tutta la regione e già nel 1500 venivano esportate in tutta Europa! Proseguendo verso nord, per la penisola di Crozon, deviamo per visitare la chiesa di St. Anne la Palud. In questa cappella di stile neo-gotico vi ha luogo uno dei più caratteristici “pardons” di Bretagna l’ultima domenica di agosto. I pardons sono tipiche feste religiose bretoni con le quali, in occasione del santo patronale, viene concessa l’indulgenza.
Arriviamo verso sera alla spettacolare Punta di Penhir, uno dei promontori della penisola di Crozon : il panorama è unico; una croce di pietra ci ricorda i soldati francesi caduti in guerra.
Mercoledì 28 LUGLIO 2004 Oggi si parte alla volta del Morbihan. Prima di tutto si visita Carnac , che può essere definita la capitale dei megaliti, per la presenza di più di mille menhir , dolmen e tumuli in pietra, più antichi di quelli di Stonehange (risalgono al 4500 AC!), disposti in un ordine che sfugge alla comprensione dell’uomo di oggi.
Non è più permesso passeggiare tra i megaliti, li si può vedere solamente dalla recinzione, per agevolare la ricrescita della brughiera (il passaggio dei turisti aveva cancellato tutta la vegetazione). Ci rechiamo poi al sito megalitico di Loqmariaquer, costruito tra il 4500 e il 3700 A.C.. Con il Grand Menhir brisé, il dolmen della Tavola dei Mercanti e il tumulo di Er Grah, da solo questo sito illustra la diversità del patrimonio megalitico bretone ed europeo.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Pont Aven , situata sull’estuario del fiume Aven: questa cittadina ci affascina per i suoi caratteristici per i suoi ponticelli e mulini ad acqua (era conosciuta come la città dei mugnai); le viuzze sono un susseguirsi di gallerie d’arte e ateliers (un po’ come a Honfleur), infatti Pont-Aven ha raggiunto l’apice della sua popolarità verso la fine dell’800 con la nascita della scuola di Pont-Aven: questo periodo della storia dell’arte è illustrato da pittori del calibro di Gauguin. Vale la pena fare una passeggiata nel Bois d’Amour, che ispirò famosi pittori. Anche qui non dimentichiamo di comperare delle gallettes, i biscotti tipici di Pont-Aven.
Ultima tappa della giornata è Concarneau , terzo porto di pesca della Francia. Vale una piccola sosta per la vecchia città chiusa fortificata, che è uno dei luoghi più visitati della Bretagna e, pertanto, intasata di turisti.
E così termina il nostro viaggio. E’ stato un peccato non essere riusciti a partecipare a uno dei fest-noz locali: questi balli, che normalmente durano tutta la notte, sono una vera e propria occasione per imparare le danze popolari bretoni.
Giovedì 29 LUGLIO 2004 Già verso le 11 del mattino partiamo alla volta di Parigi, per il volo di rientro in Italia previsto per le ore 20. L’itinerario prevede 600 km da percorrere in circa 6 ore. In realtà è durato 2 ore di più!!! Naturalmente a causa del traffico intorno a Parigi… Con il famoso senno di poi si può evitare il Morbihan marittimo, troppo turistico (dipende comunque dalle esigenze: per un turismo balneare va benissimo, clima e strutture ottime) E ci concentreremmo di più sul nord della Normandia e sulla costa nord della Bretagna, volutamente saltate per motivi di tempo.
Sarà sicuramente per la prossima volta!!! Emma e Carlo Alberto