Normandia e Bretagna 10

Una coppia di 59enni a zonzo per la Francia
Scritto da: maripra
normandia e bretagna 10
Partenza il: 29/07/2013
Ritorno il: 10/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
DIARIO DI VIAGGIO- NORMANDIA –BRETAGNA , dal 29.7 al 13.8.2013

Dino e Rita anni 59, Cerro Veronese (Verona) – AUDI A4 – Km.percorsi 4.492-

Per organizzare il viaggio ci siamo serviti di:

-Guida della Touring.

-Letto alcune recensioni sul sito “Turisti per caso” i diari.

-Cartina “Michelin” su cui abbiamo fissato le tappe.

-Il sito Booking per prenotazione alberghi.

-Navigatore: Programma della Sygic.

Note

-Munitevi di binocolo

– Il prezzo più basso del carburante lo trovate nelle aree dei discaunt.

1° giorno lunedì 29.07.2013 – CERRO VERONESE – ROUEN

Dopo circa un mese di preparativi, finalmente si parte!

Alla volta del traforo del Monte Bianco, nei pressi di Aosta un nubifragio rallenta la nostra tabella di marcia, ma non è un problema la nostra vacanza è iniziata ed anche questa sarà una emozione che segnerà i nostri ricordi di viaggio.

Entrati in Francia il tempo migliora, ma fino alla periferia di Parigi si alternano sprazzi di cielo sereno ad acquazzoni improvvisi; dopo un paio di soste nelle attrezzatissime aree di servizio francesi, giungiamo verso le 17.30 alla periferia della capitale, dove una deviazione per lavori in corso ci impedisce di prendere la rout de Normandie che doveva portarci diretti a Rouen. Ci perdiamo così tra dedali chilometrici di tunnel che ci portano al centro di Parigi!

Che piacevole imprevisto! Ecco apparire difronte a noi lo skai line della Defence e dopo qualche tentativo di uscita, l’Arco di Trionfo….poi inforchiamo un l’ennesimo tunnel e finalmente la strada per Rouen (il navigatore non riceve in galleria…)

Questo fuori programma ci fa arrivare a Rouen con due ore di ritardo rispetto la tabella di marcia, sono le ore 21 quando alloggiamo all’Hotel S.Severe in “Place de L’Eglise St.Severe”, la stanza è piccola ma pulita l’affaccio è proprio sulla omonima chiesa, anche se pioviggina e siamo un pò stanchi per i chilometri percorsi, facciamo comunque due passi nel quartiere di S.Severe , l’indomani avremo tutto il giorno per visitare Rouen.

2° giorno martedì 30.07.2013 – ROUEN

Piove ancora, prendiamo la metropolitana e in tre fermate siamo nel cuore della città. Percorriamo la via principale “Roue du Gros Horologe” e proprio dalla Torre del Le Gros Horologe inizia la nostra prima visita, 6 euro l’entrata, 40 minuti la visita con audioguida, ogni piano della Torre racconta la storia di uno dei più vecchi orologi d’Europa, dall’alto della torre si ammira il panorama sulla città punteggiato dalla cattedrale di Notre Dame, dalla moderna architettura di St.e Jeanne d’Arc in Place du Vieux Matché, dal Palais de Justice, la chiesa di St.Ouen; arriviamo in Place de la Cathédrale visitiamo Notre-Dame la chiesa resa famosa dai dipinti di Monet che l’ha dipinta in più tele per fissare l’effetto della luce in diversi momenti della giornata. Giriamo nelle viuzze incorniciate da fiabesche case a graticcio, prendiamo un caffè in un bar d’angolo nel cuore del medioevale ghetto ebraico, proprio difronte al Palais del Justice, una leggera pioggerella ci fa indugiare davanti all’eleganza architettonica di questo edificio di stile gotico civile.

La Place du Vieux-Marché è quasi interamente occupata da una struttura moderna a copertura del mercato, dalla chiesa che onora Ste.Jeanna d’Arc e dal monumento che ricorda il punto dove la “pulzella d’Orléans” venne arsa viva, queste architetture moderne contrastano troppo, a nostro avviso, con la parte antica della piazza con le sue case a graticcio e gli edifici in stile neoclassico. E’ l’ora di pranzo e in questa piazza non manca la possibilità di scelta fra ristorantini, brasserie e bistrot che propongono tutte le specialità della cucina tipica di Normandia, scegliamo di pranzare al ristorante “La Toque d’Or” dove assaggiamo i nostri primi piatti della tradizione francese, la cucina è ottima ed i prezzi modici, ma attenti al vino…

Con tutta calma verso le 17.30 decidiamo di rientrare, ma prima di salire in camera facciamo un giro nel centro commerciale St.Sever che fa parte dello stesso complesso in cui si trova l’hotel.

3° giorno mercoledì 31.7.2013 – STRADA delle ABBAZIE – FECAMP – ETRETAT – HONFLEUR

Lasciamo Rouen alle 8.30 per dirigerci all’abbazia di St.Martin de Boscerville, impostiamo il navigatore e via attraverso lussureggianti pascoli, campi di grano, coltivazioni agricole, allevamenti di mucche e cavalli, fattorie e piccoli villaggi in cui sembra che il tempo si sia fermato; intorno alle ore 10 arriviamo nel silenzioso borgo che ospita l’imponente e deserta abbazia di St.Martin de Boscerville, la visitiamo con l’aiuto della guida Touring, poi proseguiamo alla volta di quella di St.Wandrille una delle più antiche della Normandia in cui tutt’oggi vive una comunità di monaci Benedettini, arriviamo al momento della S.Messa, che si celebra nella chiesa costruita nel granaio delle decime.

Proseguiamo il viaggio verso il nord della Normandia fino alla costa per vedere le falesie di Fecamp, ma prima facciamo un giro nel centro per visitare le “palais Bénédictine” museo di arte sacra e distilleria dove ancora oggi si produce, con spezie e piante di 27 specie diverse, il liquore Bénédectine secondo un’antica ricetta creata dai monaci nel secolo XVI. Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo al porto dove parcheggiamo; percorriamo il lungo mare e davanti a noi si staglia una delle falesie più alte della Normandia. Sono le ore 13 e per pranzare ci fermiamo in un ristorantino sul porto: “La Plaisance” ottimi piatti di pesce! Dopo il pranzo, percorriamo un pontile che porta vicino ad un piccolo faro in direzione della falesia, ci godiamo un po’ di sole sulla spiaggia ghiaiosa, scattiamo alcune foto e partiamo per Etretat.

Giungiamo nella piazzetta dove si trova l’ufficio turistico, entriamo a prendere la piantina di Etretat e vediamo che siamo a cento metri dalle falesie, imbocchiamo Roue Monge traboccante di negozi di souvenir ed in breve arriviamo alla piccola spiaggia delimitata a sud dalla falesia di Aval dalla forma di proboscide di elefante che si tuffa nel mare e a nord dalla falesia d’Amont raggiungibile anche in macchina e su cui si trova la graziosa cappella di Notre Dame de la Garde. Il panorama è incantevole ma fa troppo caldo e il luogo e troppo affollato decidiamo di non salire alle falesie ma di proseguire verso Hnfleur.

Arriviamo a Honfleur verso le 19.30attraversando la meravigliosa opera ingegneristica del Ponte di Normandia, e prima di entrare in città, troviamo un posto dove fermarci per poterlo ammirare e fotografare. Prendiamo alloggio all’Hotel “ La Diligence” a due passi dal centro.

Usciamo a visitare la cittdina, il sole è ancora alto l’aria è calda ed è bello passeggiare attraversando le Vieux Bassin gremito di brasserie affollate di gente, i tavolini stracolmi di portate di frutti di mare, visitiamo la chiesa di Ste.Catherine costruita interamente in legno e con un caratteristico campanile isolato dalla chiesa, tutt’intorno vecchie case a graticcio ospitano innumerevoli botteghe d’arte, rivendite di sidro e calvados prodotti tipici di questa terra di Normandia. Percorriamo alcune vie dalle caratteristiche case in pietra e legno dai vivaci colori, sembrano uscite da una fiaba!

In una bancarella del mercatino allestito difrone a le Vieux Bassin, degustiamo un bicchierino di sidro di mele e mangiamo una crepe; la ruota panoramica allestita nel vicino molo ci invita a salire e mentre il sole sta tramontando ci godiamo il panorama a 360° di questa graziosa cittadina sulla foce della Senna e del Ponte di Normandia illuminato.

4° giorno giovedì 1°.8.2013 – TROUVILLE – DOUVILLE – OUISTREHAM

Lasciamo Honfleur, dopo una deliziosa colazione con croccanti baguette formaggi tipici (Camembert, Point l’Eveque) e puntiamo verso Trouville in Còte Fleurie.

Fa caldo sono le 10, la cittadina di mare si presenta caotica ma fortunatamente troviamo un parcheggio al porto e c’incamminiamo verso la spiaggia, lungo il porto i mercatini del pesce invitano a soffermarsi per ammirare ceste di ostriche di ogni specie, aragoste, coquillages e vari tipi di pescato. Vicino all’edificio del casinò il monumento a Gustave Flaubert ci ricorda quanti artisti hanno villeggiato in questa località, ora meta insieme alla vicina Douville del turismo balneare di molti parigini.

Ariviamo alla spiaggia, ma per la bassa marea il mare è molto lontano, fa molto caldo ci sono 30° e decidiamo di ritornare alla macchina, acquistiamo in una boulangerie una baguette “au jambon et beurre” e una fetta di “kouigne amman” una torta di pasta sfoglia ricca di burro, sarà il nostro pranzo prima di raggiungere la prossima meta. Transitiamo da Douville ma senza fermarci, fa troppo caldo e il traffico è intenso, proseguiamo il viaggio verso Ouistreham dove arriviamo intorno alle 16.30. Proseguiamo per Courseulles sur Mer, visitiamo così la prima spiaggia dello sbarco in Normandia.

Il termometro segna 39° siamo sulla spiaggia di “Juno Beach” dove sbarcarono i Canadesi il 6.Giugno 1944 ma il clima che si respira non è quello delle spiagge viste questa mattina, c’è un silenzio intenso che entra nella mente e fa ritornare indietro nel tempo ed evoca momenti tragici. All’entrata del museo alcune piramidi rovesciate recano incise i nomi di migliaia di militari che lì persero la loro giovane vita.

L’entrata al museo costa 7euro e sulla spiaggia difronte si può vedere un carro armato tedesco alcuni cannoni e una commemorativa croce di Lorena.

Ritorniamo a Ouistreham, dove alloggiamo all’”Hotel de la Plage” stanza carinissima stile liberty si respira aria di charme francese.

La sera ceniamo in un ristorantino vicino il lungo mare: “La Rascasse”, con moules mariniere (cozze marinate) e huitres (ostriche) il tutto a buon prezzo, ma fate attenzione al prezzo se bevete vino.

5°giorno venerdì 2.8.2013 – ARROMANCHES – LONGUES SUR MER – COLLEVILLE SUR MER – S.MAIRE EGLISE – LA CAMBE – CHERBOURG

Arriviamo ad Arromanches alle 8.30 parcheggiamo difronte alla spiaggia e lo sguardo va subito alle vestigia dei “cassoni”, ancora in parte immersi per l’alta marea, residui dell’imponente porto artificiale costruito dagli alleati per lo sbarco dei mezzi pesanti e per i rifornimenti. Il “Musée du Debarquement”(entrata 7.50 euro), ne racconta dettagliatamente la storia e il suo funzionamento, edificato in riva al mare, proprio dove all’epoca dei fatti scorreva un flusso continuo di uomini, materiali e approvvigionamenti, per rinforzare quotidianamente gli eserciti della liberazione. Salendo a piedi o con un trenino sulla falesia che sovrasta la cittadina si può toccare con mano un carro armato americano e si arriva ad Arromanches 360, un edificio circolare in cui vengono proiettati su schermo a 360° filmati di repertorio sullo sbarco in Normandia, l’entrata costa 4.50 euro. Ritorniamo al porto di Arromanchese, nel frattempo la bassa marea ha completamente scoperto i “cassoni” del porto artificiale, camminiamo sulla spiaggia umida per poterli vedere da vicino e scattare qualche foto, l’aria che si respira in questo luogo è carica di malinconia.

Consumiamo uno spuntino al parcheggio e ci dirigiamo verso Longues sur Mer, la temperatura si mantiene sui 30° e qui visitiamo una batteria tedesca con bunker e casematte, ci rinfreschiamo con una birra e un gelato e riprendiamo la strada verso Colleville sur Mer dove visitiamo il “Normandy American Cemetery and Memorial” la collina di croci bianche che sovrasta la spiaggia di Omaha Beach, ci addentriamo in punta di piedi in mezzo al silenzioso cimitero leggiamo alcuni nomi su quelle migliaia di croci di marmo bianco che ricordano migliaia di giovani soldati americani che qui hanno perso la vita. In religioso silenzio e con tante impressioni nel cuore ci rechiamo a La Cambe per visitare il cimitero tedesco più defilato nell’aspetto ma non meno impressionante di quello americano.

In un prato disseminato di croci di Malta disposte in gruppi da cinque e da tante piccole lapidi alte pochi centimetri da terra, giacciono circa 21.000 soldati tedeschi, e qualcosa nell’aria sembra dire… “Ci siamo anche noi”.

Siamo diretti a Cherbourg, e lungo il percorso ci fermiamo per una visita veloce al paesino di Ste.Mère Eglise reso famoso per il corpo dei paracadutisti americani che vi atterrarono la mattina del 6.gigno 1944, uno dei quali rimase impigliato sul campanile della chiesa. Una statua di paracadutista e le vetrate della chiesa ne ricordano l’evento; prendiamo un caffè al bar della piazzetta e ripartiamo per Cherbourg percorrendo la parte est della penisola dell’Hague. Cherbourg, porto di pesca mercantile e militare, alloggiamo all’Hotel Moderna a due passi dalla Basilica de La Trinitè e dal porto, la stanza è accogliente, luminosa e pulita.

Al ristorante sul porto “La Regence” ceniamo con “plateau de fruit de mer”, sono le 22.30 e l’ultima luce del tramonto lascia il posto alla sera, facciamo due passi per vedere dall’esterno la Basilica e il porto.

6° giorno sabato 3-8-2013 – CAP HAGUE – MONT ST.MICHEL

Ore 8.30 si parte per l’estrema punta della Penisola: Cap Hague.

In breve giungiamo a Querqueville dove dall’alto della chiesa di St.Germain si ammira tutta la rada di Cherbourg.

Percorriamo la strada costiera, scavalcando verdeggianti colline e boschetti, ci fermiamo in un punto panoramico “Landevier” scendiamo alla spiaggia di ghiaia dove l’oceano forma una baia che si estende per qualche chilometro, l’aria è cristallina, il sole splende e poco lontano dal mare, una sparuta mandria di mucche pascola sulla verde collina che sfuma fino alla spiaggia.

A malincuore ripartiamo verso Greville-Hague paese natale del pittore J.F.Millet il monumento al centro del piccolo borgo lo commemora, una breve pausa caffè e riprendiamo il viaggio, attraversando piccoli silenziosi borghi dalle case di pietra grigia e i tetti di ardesia;

Ad Omonville la Petite facciamo una sosta in un’area parcheggio vicino alla chiesa del borgo, con grande meraviglia scopriamo che è il paese dove J.Prévert ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, si può visitare la casa, e nel tranquillo cimitero dietro la chiesa, due piccole lapidi di pietra vicine segnano la sepoltura di Janine e di Jacques Prévert.

Continuiamo a percorrere verso nord-ovest la penisola dell’Hague, alla nostra destra il mare cristallino, alla sinistra distese di verdi colline di felci ci accompagnano fino al faro di Goury la punta più estrema della Francia nel canale della Manica.

Soffia un vento forte ma il cielo è sereno, visitiamo il piccolo villaggio ed il battello di salvataggio per i soccorsi in mare, e acquistiamo qualche souvenir.

Riprendiamo il viaggio e dopo pochi chilometri in località Beaumont la bellezza del paesaggio è deturpata da un enorme complesso industriale per il trattamento delle scorie radioattive delle centrali nucleari francesi.

Cominciamo scendere lungo la parte ovest della penisola e ci si reimmerge nella bellezza del paesaggio rurale, negli scorci di coste con dune sabbiose, e di piccoli borghi dall’architettura tipica della regione normanna.

Arriviamo a Coutances verso le ore 16, parcheggiata a fatica l’auto ci dirigiamo verso la cattedrale di cui intravediamo le alte torri a guglia, nella piazza antistante la chiesa un vivace mercatino anima la piazza e decidiamo di fare una sosta per sorseggiare una bibita al vicino bar e gustarci la facciata della chiesa dinnanzi a noi.

Sono le 18.30 e stiamo percorrendo la Route du Mont St.Michel, e alla nostra destra il meraviglioso monte dell’abbazia si mostra in tutta la sua imponenza, questa vista ci accompagna fino all’arrivo all’ hotel “Hotel Vert”.

L’hotel dista circa un chilometro dall’abbazia, ma si trova a due passi dalla fermata della navetta che ogni dieci minuti trasporta gratuitamente i turisti al Monte.

Anche noi usufruiamo di questo servizio-navetta e in pochi minuti arriviamo ai piedi di Mont Sain.Michel, vi entriamo dalla porta che immette nella Grand Rue, una stradina gremita di negozi di souvenir, caffè, ristoranti, creperie e, prima di salire la gradinata che porta all’abbazia ci fermiamo a cenare in un ristorante con terrazza panoramica sulla baia sabbiosa. Il sole non è ancora tramontato e ci apprestiamo a salire la scalinata che porta alla sommità de ll’abbazia. Costo dell’entrata per la visita è di 9 euro e, la visita notturna di Mt.St:Michel è a dire poco magnifica; le atmosfere degli interni sono rese più intense dagli effetti cromatici e musicali, meravigliosi gli scorci sulla baia illuminata prima dal sole che tramonta e poi dalla luna, fino all’apoteosi della sommità con la meraviglia della sua chiesa abbaziale.

E’ quasi mezzanotte quando prendiamo la navetta che ci riporta all’hotel.

7° giorno domenica 4.8.2013 – CANCALE – POINTE du GROUIN – St.MALO – DINARD

Stamattina dopo aver acquistato alcuni souvenir nei negozietti vicino all’hotel, lasciamo Mont St.Michel e con lui anche la Normandia, fra pochi chilometri saremo in Bretagna.

Sono le ore 9 ,30 quando impostiamo il navigatore e riprendiamo il viaggio per dirigerci a Cancale, prima tappa in terra bretone.

Fino a Cancale ci accompagna per lunghi tratti la sagoma sempre più sfumata dell’isolotto di Mont St.Michel; sulla costa ecco apparire i primi vivai di ostriche, enormi distese di allevamenti che si estendono per chilometri lungo la costa oceanica. Sono le ore 11 quando al paese di S.Benoit del Ondes ci fermiamo in un baracchino a bordo strada, il “chilometro zero” della rivendita di ostriche, ed è qui che viviamo uno dei ricordi più belli di questo viaggio, degustando una dozzina di squisite ostriche innaffiate da un bicchiere di vino bianco, complice anche la gentilezza e la cortesia della ragazza che ce le ha servite!

Pochi chilometri più avanti in un bar del centro ci gustiamo un “caffè serrè” (così si chiede un caffè ristretto) il sole ci riscalda e ci soffermiamo un po’ per gustarci il suo tepore prima di raggiungere il centro di Cancale.

E’ domenica e il porticciolo di Cancale e intasato dal traffico lo percorriamo praticamente a passo d’uomo, dalla macchina scattiamo alcune foto alle colorate barche dei pescatori, in secca per la bassa marea, decidiamo di non fermarci e saliamo alla piazza del centro, fortunatamente troviamo parcheggio nella piazzetta vicino all’ufficio turistico, entriamo a prendere una piantina e materiale informativo; passeggiamo per il centro animato da un mercatino, raggiungiamo un meraviglioso punto panoramico con vista sul porticciolo sottostante e su alcuni allevamenti di ostriche, ancora in lontananza velato da una leggera foschia di calore si intravede la sagoma di Mt.St.Michel e la vista della sua baia ci accompagna anche a Pointe du Gouin, promontorio a picco sul mare a pochi chilometri da Cancale.

Sono le ore 15 quando attraversiamo la diga su cui scorre la strada che unisce St.Malo a Dinard, ed è a Dinard che prendiamo alloggio all’hotel “Didier Meril” in Place De Gaulle, a due passi dalla “Promenade du claire de lune” che percorriamo per recarci al vicino imbarcadero dove un traghetto ci porta a ST.Malo.

Costo della traversata con la compagnia “Corsaire” è di 7.20 euro, si impiegano circa dieci minuti per attraversare via mare i pochi chilometri che ci separano dalla citta corsara e ci permettono di ammirare gli isolotti che sorgono intorno alla stessa, tutti fortini eretti a protezione delle mura; uno di questi ospita la tomba di Chateaubriand.

Passeggiamo lungo tutti i bastioni e ci soffermiamo ad ammirare gli scorci della città fortificata e i panorami sul mare, visitiamo la chiesa di St.Vincent dove si trova la tomba di J.Cartier navigatore e scopritore del Canada, girovaghiamo per le vie del centro dove non mancano i negozi di souvenir e di articoli marinari. Verso le 18.30 ci dirigiamo al molo per riprendere il battello che ci riporterà a Dinard.

Ripercorriamo la promenade di Dinard e ammiriamo le belle ville in stile liberty aggrappate alla roccia a strapiombo sul mare.

Ceniamo al ristorante dell’hotel Didier Méril, in una veranda panoramica sulla stupenda baia di Prieuré, cucina innovativa da provare ma fate attenzione ai prezzi. La sera passeggiamo sull’omonima spiaggia e ci godiamo la vista in notturna di St.Malo.

8° giorno lunedì 5.8.2013 – CAP FREHEL – PLOUMANC’H

La mattina è nuvolosa e pioviggina, la prima tappa della giornata prevede la visita alla centrale mareomotrice che sorge sull’estuario del fiume Rance, messa in servizio nel 1966 questa centrale idroelettrica sfrutta l’energia delle maree, la visita è gratuita e all’interno modellini, terminali interattivi, filmati, pannelli informativi e una turbina a grandezza naturale consentono di conoscere il funzionamento di questa centrale idroelettrica la più grande al mondo.

Verso le ore 11 riprendiamo la strada in direzione Cap Fréhel, ci fermiamo in un “Super U” (catena di supermercati francesi) in località Matignon, per acquistare baguette e birra e proseguiamo fino al comune di Plévenon dove visiteremo uno dei fari più rappresentativi della Bretagna, il faro di Cap Fréhel, l’accesso al parking del Cap costa 1 euro, 5 euro per visitare il faro, saliamo i 130 gradini che ci portano al balconcino sotto la lanterna, soffia un vento fortissimo la temperatura e di 20°, e dall’alto del faro si gode una vista incredibile sulla sconfinata brughiera, e sull’oceano che si infrange con tutta la sua potenza sulle alte falesie.

Dobbiamo riprendere il viaggio, i chilometri da percorrere sono ancora molti prima di arrivare alla “Cote del Granit Rose” dove visiteremo il litorale di Ploumanac’h.

Alle ore18 quando arriviamo il cielo è sempre nuvoloso e il vento è forte ma i paesaggi Bretoni sono ancora più belli con queste condizioni metereologiche, camminiamo sugli enormi massi di granito rosso dalle forme più bizzarre che fanno da barriera alle onde dell’oceano, questo sito naturale è dominato dal rosso faro di Men-Ruz non visitabile.

Percorriamo un piccolo sentiero bordato da macchie di erica fucsia e una varietà di gialli fiorellini, in cielo il volo dei gabbiani sfida il forte vento, visitiamo in loco “La Maison du Litoral” piccolo museo che illustra la tipologia di flora e di fauna del litorale, e cosa si sta facendo per preservarla.

Siamo stanchi e decidiamo di prendere alloggio al “Logis le Phare” sito nel vicino paese di Perros-Guirec, la stanza è eccessivamente piccola ma in compenso il ristorante dell’hotel offre la degustazione di ottimi piatti tipici della cucina bretone.

9° giorno martedì 6.8.2013 -TREGASTEL – ST.THEGONNEC – GUIMILIAU – LA CONQUET – POINTE DE ST.MATHIEU – ST.RENAN

Dopo la colazione verso le ore 9 riprendiamo la macchina programmiamo il navigatore sulle diverse tappe della giornata, e la prima è qui vicino: la famosa “Tregastel Plage” la spiaggia di sabbia rosa, non ci entusiasma molto, così prendiamo un caffè in un bar vicino la spiaggia e ripartiamo alla volta di St.Thégonnec.

Lasciamo la zona costiera e ci dirigiamo a sud verso l’interno nel “Parc Naturel Régional d’Armorique” dove visiteremo alcuni dei più famosi “ Enclos Paroissiaux” bretoni, recinti parrocchiali che racchiudono nel loro muro di cinta una chiesa, un calvario nel cortile, un ossario o una cappella mortuaria.

Visitiamo il calvario di St.Tègonnec e poi quello di Guimiliau, quest’ultimo con un monumentale calvario di più di 200 personaggi che raffigurano la Passione di Cristo; visitiamo anche gli interni di queste chiese dove si possono ammirare meravigliosi pulpiti di legno in stile barocco, e i battisteri.

Lasciamo questa regione di foreste e brughiere e puntiamo verso la costa ovest, alle 11.30 arriviamo al paese di S.Michel Eugeve che si stende lungo una vasta e lunga spiaggia in secca per la bassa marea coperta di alghe; alcuni trattori muniti di speciali rastrelliere la attraversano in lungo e in largo per raccogliere le alghe tipiche di questi tratti di costa, fonte economica importante per gli abitanti di queste zone. Ci soffermiamo ad osservare col binocolo il lavoro dei trattoristi, scattiamo alcune foto e ripartiamo in direzione Le Conquet.

Passando dalla periferia di Brest arriviamo al piccolo e grazioso paesino di Le Conquet, porto di pesca all’estremo ovest della Bretagna, percorriamo un sentiero panoramico fino al porto, ammiriamo scorci di spiagge deserte, pescherecci colorati fermi nel porto sorvolati dai voli di stridenti gabbiani, alla nostra destra la punta di Kermorvan con l’omonimo faro.

Lasciamo questo idilliaco paese per raggiungere nel comune di Plougonvelin la Pointe Saint-Mathieu, siamo nella regione del Finistère (finis terrae), il sole splende e la costa offre la bellezza dell’oceano in tutto il suo splendore, il faro di St.Mathieu si staglia imponente vicino ai ruderi di un’abbazia benedettina del XI° secolo. La salita al faro costa 9 euro, saliamo i 163 scalini e dall’alto dei suoi 37metri la vista è superba. Nelle vicinanze, visitiamo il “Memorial national des Marines morts pour la France” con una stele alta 17metri che si erge davanti all’oceano a memoria dei marinai francesi morti nella prima guerra mondiale e i ruderi di un vecchio fortino. St.Mathieu è anche uno dei punti di partenza in Francia per il cammino di Santiago di Compostela.

Sono le 19.30 e ci avviamo verso Saint-Renan dove alloggeremo al logis de france “Les Voyageurs” nella centrale Rue Saint-Yves la camera e graziosa e spaziosa con affaccio sulla via che porta alla “Place du Vieux-Marchè”. La piazza principale del centro è attorniata da edifici a graticcio che ospitano botteghe, ristorantini e creperie, ed è proprio in una di queste che ceniamo con una gustosa galette di grano saraceno.

10° giorno mercoledì 7.8.2013 – CROZON – POINTE DES ESPAGNOLS – CAMARET – POINTE DE PENHIR – LOCRONAN – ESQUIBIEN

Lasciamo St.Renan e puntiamo verso Crozon piccolo paesino che dà il nome alla penisola omonima, quando arriviamo nella piazza della chiesa c’è un mercatino le cui bancarelle espongono i prodotti di questa terra: cestini di rosse fragole, di pomodori e ortaggi di ogni tipo, i banchi del pesce traboccano di cassette di “homard”(aragoste) e di crostacei tipici del pescato locale. Visitiamo la piccola chiesa e prendiamo un caffè nel centralissimo “Café de Bretagne” dotato di servizio wi-fi gratuito.

Riprendiamo il viaggio e risaliamo la penisola verso Pointe des Espagnols, lungo tutto questo tratto costiero si può ammira la rada di Brest e le distese di ginestre sugli scogli a picco sul mare.

Scendiamo verso Camaret sur Mer piccolo porto famoso per la pesca dell’aragosta, superiamo il porticciolo gremito di ristoranti e ci reimmergiamo nella bellezza della brughiera, delle spiagge incastonate fra alte falesie e dell’oceano che le lambisce. Questo paesaggio ci accompagna fino a “Pointe de Penhir” e alla meravigliosa spiaggia di Pen-Hat, racchiusa tra due scogliere sorvolate dai gabbiani e, qui ci fermiamo per un pic-nic “appollaiati” anche noi come i gabbiani su uno sperone di roccia a strapiombo sull’oceano. Alcuni nuvoloni coprono il sole, il vento soffia più forte e la temperatura si abbassa velocemente, risaliamo per recuperare gli spolverini dalla macchina che abbiamo parcheggiato nei pressi di un vecchio fortino della difesa marittima, sul cui promontorio la vista sconfina sull’oceano che lo circonda e dove gli unici rumori sono quelli del vento e delle onde che si infrangono sugli alti scogli. Ripartiamo verso Pointe de Tourlinguet e passiamo davanti ad un allineamento di più di 100 menhir, ci fermiamo per scattare alcune foto ma il sito ci sembra in uno stato di abbandono, non ci colpisce molto.

Arriviamo a Locronan intorno alle 17.30 siamo in fila per l’entrata al parcheggio il cui costo e di 3 euro, le vie e le piazzette di questa cittadina con le case di pietra di granito grigie sono invase da bancarelle di antiquariato, in una creperie gustiamo un’ottima crepe al cioccolato prima di immergerci nelle caotiche viuzze di questo strano paese che sembra essersi fermato nel tempo a centinaia di anni fa. Visitiamo la chiesa in stile gotico dedicata a St.Ronan, acquistiamo in uno dei tanti negozietti alcune specialità dolciarie bretoni, qualche scatola di latta di galettes al burro salato.

Fuggiamo dal caos di Locronan per arriviamo ad Esquibien, piccolo e tranquillo borgo vicino al porto di Audierne, alloggiamo all”Auberge du Cabestan” stanza spaziosa e luminosa ben arredata.

Decidiamo di cenare a Audierne cittadina sulla foce del fiume Goyen, punto d’imbarco per l’Ile de Sein, passeggiamo lungo il suo porto dove ormeggiano i battelli per la pesca dei crostacei e delle aragoste che qui si allevano nei vivai. Al ristorante sul porto “Le Goyen” ceniamo degustando una deliziosa aragosta, dopo cena, prima di rientrare a Esquibien, ci aggiriamo fra le bancarelle di un mercatino allestito sul porto e acquistiamo qualche oggettino da portare a casa in ricordo della bella serata.

11° giorno giovedì 8.8.2013 – POINTE DU VAN – CAP SIZUN – POINTE DE PENMARCH – CONCARNEAU

Nella semplicità e nell’essenzialità della sala da pranzo dell”Auberge du Cabestan”, serviti dal proprietario, di origine inglese, che ci racconta di avere degli amici a Pavia, facciamo colazione degustando una squisita marmellata di albicocche e prima di partire ci facciamo dare alcune dritte sull’itinerario della giornata.

Sono le 9 quando parcheggiamo l’auto per raggiungere Pointe du Van, diversi percorsi portano a questo capo che con Pointe du Raz rinserra la “Baie des Trépasses”. A perdita d’occhio si stendono davanti a noi i tappeti di erica viola, splende il sole e spira un vento leggero, la cappella di Saint-They si mostra isolata e silenziosa sullo strapiombo all’estremo bordo della falesia, proseguiamo fino all’estremità del capo e col binocolo osserviamo la sagoma de l’Ile de Sein, si intravede anche il famoso faro di Armen.

Questo luogo estremo resiste ad ogni descrizione! ogni suo punto cardinale incanta e stupisce per la sua bellezza, percorriamo in lungo e in largo tutti i sentieri ed è fatica staccarsi da questi posti che la natura ha reso così suggestivi.

Ci spostiamo verso est di pochi chilometri e visitiamo la riserva ornitologica di Cap-Sizun, un tratto di costa dove è possibile osservare da vicino, ma senza danneggiare nulla, gli uccelli marini che nidificano nelle falesie. A pochi chilometri dalla riserva passiamo davanti ad una centrale eolica prima di arrivare al paesino di Goulien dove in una boulangerie acquistiamo una baguette au jambon e un dolce alle prugne.

Riprendiamo il nostro viaggio verso il sud della Cornovaglia francese percorriamo la penisola di Penmarc’h fino al Port Saint Pierre la sua punta più estrema, dove si erge imponente il faro di Eckmuhl e due fari minori, ci mettiamo in coda per visitare quello di Eckmuhl, alto 60 metri, 307 scalini per arrivare alla terrazza sottostante la lanterna, costo per salirvi 3 euro.

Sono le 14.30, fa molto caldo e all’ombra del faro in un praticello attrezzato per il pic-nic consumiamo il nostro pranzo al sacco godendoci la vista dell’oceano. Visitiamo l’esposizione di “Papa Poydenot”: un piccolo museo che conserva il canotto “Papa Poydenot” costruito nel 1900 e con il quale si effettuavano i salvataggi in mare a Penmarc’h.

Prima di ripartire prendiamo un caffè al bar vicino la spiaggia e ci godiamo ancora un po’ il panorama del mare e dei fari davanti a noi.

Giungiamo a Concarneau verso le ore 16 il caldo oggi non molla ma fortunatamente troviamo un parcheggio a due passi dall’entrata della “Ville-close” citta fortificata, sita su un isolotto al centro del porto cittadino, percorriamo alcuni tratti delle sue mura con viste sul porto, ci addentriamo nella cittadella fortificata gremita di negozi, bar, gelaterie e invasa dai turisti;

Tipica di questa località è la pesca delle sardine, ne acquistiamo alcune scatolette in un negozio con vasto assortimento: “Les Mouettes d’Arvor” sono ottime e costano poco.

Pernottiamo all’hotel ”Ibis budget Concarneau”, stanza minimalista all’estremo, ma pulita e funzionale, ceniamo al vicino “Buffalo Grill”, catena di ristorazione francese, dove mangiamo dell’ottima carne.

12° giorno venerdì 9.8.2013 – verso CLUNY

Siamo ormai sulla strada del ritorno, per questa sera non abbiamo prenotato alcun hotel perché il programma prevede di avvicinarci il più possibile al traforo del Bianco.

Anche se la giornata è nuvolosa e pioviggina, ci sforziamo un po’ per non essere tristi, ci concentriamo così sulla programmazione della prossima tappa prima del rientro in Italia.

Intorno alle ore 11 siamo nella regione della valle della Loira, dove sostiamo a in un’area di servizio Total, facciamo il pieno all’auto e acquistiamo alcuni tramezzini da consumare più tardi.

Decidiamo che la prossima tappa sarà Cluny, nel sud della Borgogna francese, dove arriviamo intorno alle ore 18. Individuiamo subito all’entrata del paese un Logis de France l’ “Hostellerie Déloise”, ci fermiamo per prenotare la stanza e la cena, il proprietario ci dà la piantina di Cluny e ci dice che è troppo tardi per visitare l’abbazia.

Andiamo comunque all’abbazia pere vederla dall’esterno, entriamo nell’atrio che ospita il negozio abbaziale, ancora aperto, acquistiamo alcuni libri che illustrano la storia di questo complesso monastico fondato nel 910 da un gruppo di monaci dell’ordine di S.Benedetto. Visitiamo i dintorni dell’abbazia e percorriamo alcune vie di questa cittadina medioevale divenuta duecento anni dopo la fondazione, centro del monachesimo occidentale, e capitale monastica dal ruolo spirituale ed economico di prim’ordine.

Ceniamo al Logis assaggiando un piatto di “escargots” (lumache) ottima specialità della cucina francese.

13° giorno sabato 10.8.2013 – TRAFORO M.BIANCO – S.VINCENT – CERRO VERONESE

Facciamo colazione nella veranda del Logis, con un incantevole affaccio sul ruscello, verso le 9 riprendiamo il viaggio con destinazione traforo del Bianco. Optiamo per una strada panoramica che si snoda fra le verdeggianti campagne della Borgogna e i filari dei suoi vigneti.

I notiziari sulla viabilità stradale ci informano che ci sono due ore di coda per il traforo del Bianco; dopo una sosta all’area di servizio “Lac de Sylans”, alle ore 12.30 siamo fermi in colonna, ma il panorama che offre il Monte Bianco con le le sue cime innevate, e la lingua scintillante del suo ghiacciaio, fanno volare i tempi di attesa per l’imbocco del tunnel. Con un po’ di anticipo rispetto al previsto, imbocchiamo il traforo alle 13.58, il programma prevedeva una sosta a S.Vincent per pranzare con la tipica “raclette” ( formaggio svizzero fuso accompagnato da patate al cartoccio), ma quando arriviamo sono le ore 15 e la cucina dei ristoranti è ormai chiusa. Sostituiamo la “raclett” con uno spuntino che consumiamo comodamente seduti al tavolino di un bar nella piazzetta centrale di S.Vincent, percorriamo alcune vie del centro e ritorniamo alla macchina. In un’area di servizio dopo Milano, facciamo una sosta caffè, ma ecco il primo spiacevole imprevisto di tutto il viaggio: la batteria dell’auto si è scaricata; saranno state le ricariche dell’ iPad che usavamo come navigatore? O il continuo accendere e spegnere il motore in coda per il traforo? Fortunatamente è bastata una spinta manuale per riavviare il motore e giungere a casa.

I colori, la luce, i profumi, i rumori , i silenzi, i sapori dei luoghi che abbiamo visitato in questo viaggio, rimarranno i nostri ricordi più belli della Normandia e della Bretagna.

Mariarita.prandi@hotmail.it



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche