Nordkapp, un viaggio lungo 10mila chilometri

A Capo Nord in camper
Scritto da: Gabriella Coronica
nordkapp, un viaggio lungo 10mila chilometri
Partenza il: 07/06/2014
Ritorno il: 29/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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CAPO NORD

DIARIO DI VIAGGIO LUNGO 10.000 CHILOMETRI

Dal 7 al 30 giugno 2014

7 giugno- Sabato

Ritiro del camper (a noleggio) alle ore 15:00. E’ un semicabinato Chasson Flash 4, 4 posti, motorizzato Ford.

Partenza da Opicina (TS) alle ore 19:00.

Da sempre Capo Nord era il mio viaggio favoleggiato, e ora questo mio desiderio sta per diventare realtà. Il nostro obiettivo dunque e arrivare prima possibile a Capo Nord (meta del nostro viaggio) attraverso Svezia e Finlandia per poi scendere con più calma attraverso la Norvegia. Da Opicina entriamo in Slovenia, che percorriamo in autostrada (con vignetta) fino a Jesenice. Poi attraverso il tunnel (a pagamento) che varca il confine, e sempre in autostrada (con vignetta) arriviamo a Villach e poi Salisburgo. Da lì entriamo in Germania e ci fermiamo per la notte nel parcheggio di una stazione di servizio prima del Chiemsee.

8 giugno – Domenica

Partenza verso le 8:00. Attraversiamo tutta la Germania per Monaco, Norimberga, Lipsia, Berlino fino a Rostock, tutto in autostrada (gruatuita).

All’inizio il viaggio è piacevole, poi la temperatura inizia a salire e nei pressi di Berlino sfiora i 39°!!!! Per fortuna il camper ha l’aria condizionata.

Per il resto il traffico è scorrevole nonostante i numerosi cantieri. L’autostrada è ottimamente servita da numerose stazioni di servizio e parcheggi. Tuttavia non c’è l’ombra di postazione per lo scarico/carico delle acque. Poco male: siamo appena partiti è il camper è a regime.

Contiamo di prendere il traghetto delle 20:00 a Rostock: siamo in perfetto orario. Ma a 50 Km da Rostock ci coglie un vero e proprio nubifragio con fulmini e raffiche di vento, che ci costringe ad una sosta. La temperatura passa da quasi 39° a 20°.

Finalmente il tempo si placa un po’ e riusciamo a ripartire. Arriviamo a Rostock alle 20:15! Dobbiamo aspettare il prossimo traghetto delle 22:15. Costo del traghetto: 125,00 € ! Per il camper di 5,99 mt e due adulti.

La traversata dura circa 2 ore e così quando sbarchiamo a Gedser è mezzanotte passata. Non conosciamo i posto ed è buio pesto.

Dopo qualche chilometro arriviamo in una cittadina (credo Nykøbing) dove vediamo l’indicazione per un campeggio che ovviamente è chiuso. Però proprio difronte c’è un centro sportivo con uno spiazzo dove sono parcheggiate altre macchine, così vinti dalla stanchezza ci sistemiamo lì per la notte.

9 giugno – Lunedì

Ci alziamo presto e continuiamo il nostro viaggio. La cittadina è carinissima. Tutta casette di mattoni, linde, con i giardinetti puliti puliti… uno spettacolo. Ma solo noi in Italia riusciamo a tenere così male i giardini e ad abbandonare tanti rifiuti in giro?

Continuiamo verso Malmö, attraverso il ponte Öresund che si rivela un vero salasso: 98 €!! Però bisogna dire che le autostrade non si pagano né in Danimarca né in Svezia, quindi facendo il conto alla fine si risparmia.

Da Malmö ci dirigiamo poi verso Stoccolma: il nostro obiettivo come detto è arrivare prima possibile a Capo Nord, quindi a malincuore dobbiamo tralasciare di visitare questo bellissimo paese. I panorami e i paesaggi sono stupendi. Molta natura, animali, pini, betulle, abeti, laghi e fiumiciattoli, campi di grano.

Tralasciamo anche Stoccolma e Uppsala e arriviamo a Bergby alle 9 di sera con una luce che corrisponde alle nostre 7 di sera. Solo le ombre sono lunghe, lunghe…

Dopo Jonköping usciamo dall’autostrada per un riposino e troviamo un area attrezzata per lo svuotamento del WC. Purtroppo non c’è né lo scarico delle acque grigie né fontane per il carico dell’acqua.

Dicevo arriviamo a Bergby perché sulla strada c’è indicazione che fa presumere che lì ci sia un centro per i Camper (che non troviamo). In compenso a Bergby (delizioso paesino con le casette che sembrano uscite da una fiaba) di fronte alla chiesa c’è un posteggio vicino a un giardino. Ci faccio un giro e mi accorgo che il giardino è un minuscolo cimitero ma non ha nulla di sinistro. C’è un bel prato con le panchine e qua e là qualche croce che si nota appena. Tra le panchine c’è pure un curioso tavolino a più altezze con il piano con dei buchi circolari tutto attorno. Vicino all’entrata del giardino vi è un contenitore di coni di plastica che sono della misura esatta dei fori del tavolino. Servono per piantarci delle piantine fiorite che vanno ad abbellire il tavolino: è un modo molto carino abbellire di fiori il cimitero.

10 giugno – Martedì

Partenza come al solito di buonora (dobbiamo fare ancora tanti km e, diciamolo, io sono molto mattiniera) e ci avviamo verso la meta del giorno: Haparanda sul confine con la Finlandia, lungo tutta la Svezia.

In Svezia sono organizzati così con le strade:

· le supertostrade (non vi sono vere e proprio autostrade), quando non sono a 4 corsie, spesso sono a tre corsie alterne. Cioè per circa 2,500 Km vi sono due corsie in un senso di marcia, poi la carreggiata si restringe a una corsia e la carreggiata opposta diventa a due corsie. Così alternativamente una senso di marcia e l’altro hanno la possibilità di superare in sicurezza i mezzi più lenti.

· Le strade più piccole e strette hanno una riga tratteggiata sulla destra di larghezza variabile dove il mezzo più lento può spostarsi per lasciare spazio al sorpasso.

Perciò il tragitto da Bergby fino a Haparanda, pur non essendo sempre autostrada, si dimostra oltremodo scorrevole (forse anche perché di turisti se ne vedono pochini).

I paesaggi sono incantevoli, laghi, laghetti, boschi di conifere, pini e betulle. In alcuni casi non si capisce dove arriva il mare e dove il lago o il fiume. I paesini lungo il tragitto sono semplicemente deliziosi, con le casette tipiche di legno dipinte quasi tutte di un rosso bordò/marrone con le rifiniture bianche. Ce ne sono anche di bianche, gialline e celesti, tutte molto linde con i giardini e i prati curatissimi. Nessuna ha lo steccato che delimita la proprietà, tutto è a vista.

Alcuni km dopo Bergby ci fermiamo in un’area di sosta che è dotata di servizio di svuotamento WC e fontanella dell’acqua potabile: facciamo il pieno di acqua (e sarà così per tutto il resto del viaggio: in Svezia praticamente ogni area di sosta ha i servizi per i camper).

Lungo la strada passiamo anche un ponte molto suggestivo credo si chiami Ponte di Veda. Ci fermiamo per una sosta nella stazione di servizio subito dopo il ponte situata in posizione strategica con un’ottima vista panoramica.

La temperatura piano piano scende e arrivati nelle vicinanze di Haparanda siamo a 13°. Qui ci fermiamo per la notta in un’area di sosta attrezzata con il camper service. C’è una tabella che indica:

10 km per Haparanda, 11 km per Tornio, 809 km per Nordkapp: ce l’abbiamo quasi fatta, ancora 809 km sui 3.800 iniziali!

A proposito alle 23:30 è ancora chiaro!

11 giugno – Mercoledì

Eccoci quindi per strada verso Rovaniemi.

Qui ci troviamo in po’ in difficoltà perché passata Kami, non troviamo un distributore di benzina per chilometri e nel frattempo si accende la spia della riserva. Troviamo un signore del posto al quale chiediamo se vi siano distributori nelle vicinanze e questo ci assicura. Però c’è da fare attenzione in questa parte della Finlandia in quanto per lunghi tratti si incontra solo natura incontaminata e i distributori di benzina sono più radi.

Ci fermiamo subito dopo Rovaniemi, al passaggio del Circolo Polare Artico dove (nostro malgrado) c’è anche il villaggio di Santa Claus. Sarà interessante per chi ha bambini, ma non è certo un’attrattiva per la quale farsi 3000 km! In ogni caso c’è un negozio carino si souvenir con annesso ristorante self-service. Si paga 15,90 € per un piatto da riempire a piacere. Ne approfittiamo per assaggiare qualche specialità della casa. Prendiamo un piatto solo in quanto il tutto risulta molto abbondante e dovendo guidare non è il caso di rimpinzarsi. Come pietanze da scegliere ci sono: una specie di polpettone credo di carne di renna (non sono riuscita a capire bene il menù), poi del merluzzo gratinato, riso, una specie di verdura cotta, verdura cruda, varie salsine, pane, latte (!!?!!), birra analcolica, caffè (la solita cicoria). Abbiamo assaggiato il polpettone (ottimo), il merluzzo (ottimo) e un po’ di verdura e riso. Da bere: acqua. Abbiamo tralasciato il caffè cicoria e ci siamo fatti un buon caffè italiano in camper! Poi via verso Inari nella terra dei Sami (i Lapponi). Il paesaggio si fa via via sempre meno lussureggiante. I boschi diventano più radi e non si contano le torbiere. E se in Svezia i laghi sembravano tanti, qui veramente non si contano e sono anche di dimensioni ragguardevoli. Poi prima di arrivare a Inari le incontriamo: le Renne! Con le corna coperte di una fitta peluria sono carinissime e per nulla impaurite. Bisogna fare attenzione perché attraverso la strada senza farsi grossi problemi e possono sbucare all’improvviso. A Inari c’è il Museo della cultura Sami. Carino e interessante, ma non vi è disponibilità di descrizioni in italiano – neppure un deplian – quindi bisogna aver una certa conoscenza dell’inglese. E questo vale per tutto il viaggio. Tutti, praticamente tutti, parlano un bonissimo inglese – e sono molto disponibili.

A Inari inoltre c’è un supermercato e un distributore di benzina, importante perché poi la strada che prendiamo fino a Karigasniemi (sul confine con la Norvegia) percorre una zona molto selvaggia e pochissimo popolata. Anche qui, laghi, torbiere, renne. La strada poi è tutto un saliscendi con discese anche al 10%, sembra di essere sulle montagne russe.

A Karigasniemi ci fermiamo per la notte (si fa per dire! Ormai è sempre giorno!) in un parcheggio sul confine.

Oggi non abbiamo percorso molti chilometri rispetto ai giorni precedenti.

Abbiamo di fatto iniziato la nostra vacanza. Devo dire però che anche volendo, il tratto che abbiamo percorso pur essendo scorrevole e poco trafficato, costringe ad una velocità di viaggio ridotta, se non altro perché si incontrano renne dappertutto e bisogna fare attenzione.

Mentre sto scrivendo sono le 21:46 c’è un sole splendente all’orizzonte.

12 giugno – Giovedì

Dopo aver fatto rifornimento a Karigasniemi (che è in Finlandia e quindi la benzina costa meno), proseguiamo verso la nostra meta,.

Devo dire che tra tutti i posti visti Karigasniemi è proprio il più squallido. Poco più avanti a Karasjok (però in Norvegia) abbiamo incontrato un camping carino che, al caso, merita molto di più.

Arriviamo quindi a Lakselv e da lì inizia la strasa sul fiordo di Porsanger che porta a NordKapp. I paesaggi si fanno via via più emozionanti. La strada per il primo tratto corre tutta in riva al mare con la vegetazione che si fa gradualmente più rada fino a scomparire del tutto. Le insenature nascondono piccoli gruppi di case tipiche colorate, alcune su palafitte. Ai bordi delle strade e a volte anche sui prati a ridosso del mare, si incontrato branchi di renne al pascolo con i loro cuccioli. Vi sono anche qui numerosi laghi e anche qui alle volte non si capisce se ci si trova in riva al lago o al mare.

C’è poi il famoso tunnel per raggiungere l’isola di Magerøya dove si trova Nordkapp. Il tunnel è impressionante: ha più di 6 km e prima discende con un pendenza importante per poi risalire dall’altra parte con una salita altrettanto ripida. Contrariamente a quanto pensavamo il tunnel NON SI PAGA! Tutti mi avevano detto (e la cosa era confermata dalla numerose guide evidentemente non aggiornate) che il tunnel era a pagamento sia all’andata che al ritorno. Invece poi leggendo un volantino ho scoperto l’arcano. La Società che costruì il tunnel si era impegnata a far pagare un pedaggio fino al recupero delle somme spese per l’opera. Una volta recuperata la cifra pattuita, il pedaggio è stato tolto (viene spontaneo il confronto con l’Italia, dove non solo non avrebbero tolto il pedaggio ma l’avrebbero aumentato). Quindi superato questo e altri due tunnel, si procede verso la meta contornati da un paesaggio severo, quasi ostile, e nella sua severità bellissimo. La strada è contornata da una tundra cosparsa di laghetti, e macchie di neve con le immancabili renne al pascolo. Ad ogni curva si aprono scenari mozzafiato, mentre la temperatura cala decisamente. E finalmente eccoci arrivati, dopo 3.800 km finalmente ci siamo!

L’entrata al parcheggio di Nordkapp ovviamente si paga: 490 NOK (circa 62 € al cambio attuale). Il pedaggio dà il diritto di accedere al posteggio (per due giorni) e al centro visite, dove si trovano il ristorante, la caffetteria, un cinema, un negozio di souvenir, una mostra su Nordkapp, un ufficio postale per spedire le cartoline con il timbro di Capo Nord. Poi sul piazzale antistante a picco sul Mar Glaciale Artico c’è il mitico mappamondo!

Una vista mozzafiato, soprattutto a mezzanotte dove non si hanno impedimenti per ammirare il sole che non tramonta mai! Peccato che il tempo atmosferico non sia dei migliori, però lo spettacolo è emozionante ugualmente con il sole che spunta dalle nubi all’orizzonte, lanciando fasci di luce obliqui in tutte le direzioni sul mare che si accende di luce. Fa però un freddo polare (è proprio il caso di dirlo) e tira un vento molto freddo, dobbiamo accendere il riscaldamento nel camper. Per fortuna ci siamo portati tutto il necessario e siamo vestiti di tutto punto (piumino grosso, pantaloni pesanti, guanti berretto). Anche per la notte ci vestiamo bene: fuori piove e tira vento: saranno sì e no 3 gradi.

Da notare che a NordKapp non c’è un camper service, quindi prima di arrivarci è necessario essere a posto con l’acqua e il WC altrimenti non c’è possibilità di provvedere. Da notare anche che a differenza della Svezia e della Finlandia, dove in quasi ogni area di sosta sono presenti fontanelle per l’acqua e una postazione per lo svuotamento del WC, in Norvegia è necessario rivolgersi ai camper service che sono abbastanza numerosi e segnalati dal solito simbolo (camper con freccetta sotto). In alcune aree di sosta vi è solo la possibilità di vuotare il WC se non espressamente vietato.

13 giugno – Venerdì

Il mattino seguente lasciamo con una certa nostalgia Capo Nord, in direzione di Alta. Per un primo tratto si ripercorre la strada fatta all’andata, poi ad un bivio si seguono le indicazioni per Alta. Anche questa strada percorre un paesaggio severo e a tratti spoglio, all’inizio lungo un fiume che a tratti presenta qualche piccola rapida. Nei punti più alti c’è molta neve, tundra e quasi nessun segno di vita se non qua e là qualche casetta (credo dei Sami: chi altro potrebbe viverci?) sperduta nella tundra. Sembra quasi che qui l’uomo debba chiedere permesso.

Il freddo continua e ci accompagna per tutta la giornata. Ogni tanto il sole fa capolino dalle nubi, ma per la maggioranza è nuvoloso e pioviggina.

Arriviamo così ad Alta e ci fermiamo al Museo dove ci sono le incisioni rupestri. Alla reception c’è un ragazzo molto simpatico che parla bene l’italiano il che non guasta. Il museo ha una parte interna (tutte le didascalie in inglese) ma si sviluppa prevalentemente all’esterno dove vi sono le incisioni rupestri, con un percorso molto godibile di circa 3 chilometri. Dopo la visita al museo, la nostra nuova meta è visitare il fiordo i Oksfjordjokelen vicino a Alteidet dove c’è il ghiacciaio che arriva fino al mare.

Ci dirigiamo perciò verso Alteidet. Un po’ prima a destra c’è una deviazione per Jokelfiord. Si va fino in fondo dove c’è un posteggio con circa 8 posti. C’è anche un servizio di barche se si vuole raggiungere il ghiacciaio via mare.

Ci fermiamo per la notte. Se domani il tempo lo permetterà faremo l’escursione a piedi fino al ghiacciaio.

14 giugno – Sabato

Ha piovuto tutta la notte. Ci alziamo alquanto sconsolati: nuvole e pioggia. Decidiamo di lasciar perdere l’escursione e di dirigersi direttamente per Tromsø, senonchè arriva un altro camper con due tedeschi che si incamminano per il sentiero. Saremo noi da meno? Ci vestiamo e ci incamminiamo anche noi. Il sentiero cammina tutto in riva al mare. La sensazione è strana in quanto a destra c’è il bosco con felci, eriche, betulle, erbetta e a destra il mare con le alghe spiaggiate. Odore di mare e odore di bosco. In effetti non fa molto freddo e non piove tantissimo. Ogni tanto fa una spruzzatina di pioggia che non disturba. Il sentiero è diviso in due parti di 4 km ciascuna. Una arriva fino ad una postazione difronte al ghiacciaio e l’altra continua fino a quasi ai piedi dello stesso. Visto il tempo, ci fermiamo alla prima parte. Lo spettacolo merita: il ghiacciaio è imponente e sovrasta con alcuni seracchi il sottostante canalone, e la neve arriva fino al mare. Ogni tanto scarica con rombi inquietanti. Sarebbe bello continuare ma il tempo non promette nulla di buono. Infatti la pioggia inizia a diventare più insistente e durante tutta la giornata non darà tregua. Peccato perché lo spettacolo lungo la strada per Tromsø è affascinante. Alti monti di innevati che si tuffano a picco nel mare. Man mano che scendiamo la vegetazione di fa meno stentata. Si iniziano a rivedere nuovamente i prati verdi che più su avevano lasciato il posto alla tundra. Insomma tra la pioggia arriviamo in serata a Tromsø. Purtroppo, tra la pioggia battente e il fatto che sia sabato, la cittadina è quasi deserta (i negozi al sabato chiudono prestissimo). Ci sono solo gruppi di ragazzi vestiti in maniera strana che sembra carnevale. Le ragazze hanno una sorta di tunichetta bianca (con la giacca sopra: saranno 4-5°) e dei copricapi o coroncine di fiori (finti) in testa. Un gruppo di ragazzi indossano una strana livrea in pelle (tipo le giacche e i calzoni tirolesi) con i pantaloni a zampa esagerata. Boh sarà qualche tipo di festa d’estate?! Alcuni sono in maniche di camicia: noi siamo vestiti di tutto punto con il berretto di lana in testa. Belle alcune chiese in legno e le case sulla via principale. Proprio prima del ponte che porta a Tromsø c’è la Chiesa Artica che quando arriviamo è chiusa (in giugno chiude alle 19:00). Devo dire che non abbiamo perso molto. All’interno (entrata a pagamento) c’è una grande vetrata a mosaico, che si vede tuttavia anche da fuori sbirciando dai vetri dell’entrata. Bella niente da dire, ma in Italia (e anche altrove) ho visto di meglio. Dentro vi sono i soli banchi come tutte le altre chiese e poi vicino all’entrata vi sono dei tavolini con le panche attorno: come al bar! Proprio sotto alla chiesa di vede un grande posteggio dove sono sistemati innumerevoli camper. Ci fermiamo lì per la (piovosa) notte. A Tromsø vi sono altre attrazioni (la funivia con panorama, un laghetto sulle colline circostanti) ma il tempo atmosferico non favorisce questo genere di attrazioni, quindi decidiamo non fermarci il giorno dopo. Anche perché essendo domenica, non ci sarà i mercato e i negozi saranno chiusi. Quindi quello che c’era da vedere l’abbiamo già visto. Segnalo che a Tromsø doveva esserci un camper service che è stato dismesso. Dovremo fare rifornimento più avanti. Siccome siamo diretti a Bothnam (con il traghetto) speriamo di trovarne uno attivo là (come segnato sulla nostra guida).

15 giugno – Domenica

Al mattino (continua a fare molto freddo, siamo attorno ai 3°) ci dirigiamo quindi sull’isola di Kvaløy (che ospita Tromsø) e ci dirigiamo a Brensholmen dove prendiamo il traghetto per Bothnam (traversata di circa un’ora). Nel traghetto c’è un simpatico bar che serve (a pagamento) dei deliziosi waffern caldi da condire a piacere con marmellate varie o formaggi. Una volta sbarcati attraversiamo tutta l’isola di Senja fino a Gryllefjord. Qui, contrariamente alle strade incontrate finora tutte molto ben tenute, vi sono alcune strade minori molto dissestate. Quindi conviene restare sulla strada principale (credo sia la n. 86) anche se si allunga un po’ il percorso. Per arrivare a Gryllefjord troviamo sempre dei bellissimi paesaggi e spieagge: a volte sembra di essere su un’isola tropicale (se non fosse per la temperatura che non accenna a salire ed il vento che non accenna a diminuire).

La traversata da Gryllefiord per Andenes si rivela alquanto impegnativa per chi soffre il mal di mare. Infatti tutti i traghetti finora utilizzati facevano tappa in mare chiuso, questo invece entra in mare aperto e balla non poco! La traversata dura circa due ore. Quando si avvista una faro rosso il simbolo di Andenes, si è arrivati! Non sto nella pelle: da qui partono i Whalesafari, il secondo mio obiettivo dopo Capo Nord. Quindi una volta sbarcata vado subito a prenotarmi per l’uscita mattutina del giorno dopo. Anche qui troviamo un ragazzo italiano e uno brasiliano che sta imparando l’italiano. Per il resto Andenes non offre granchè. E’ un paesetto grazioso che si visita in 10’. Adocchiamo un ristorante che serve il Baccalà (lo chiamano Bacalao) e altri piatti di pesce e carne. Decidiamo di provare. Prendiamo naturalmente il bacalao e il salmone al forno. Le portate sono ENORMI! Con il bacalao, a casa avremmo mangiato in quattro! Facciamo fatica a terminare le pietanze, che devo dire, erano preparato molto accuratamente. La quantità è direttamente proporzionale al prezzo: i ristoranti, pur non di lusso, sono tutti molto cari.

Andiamo a smaltire in camper in attesa del mattino dopo e della grande avventura!

16 giugno – Lunedì

Delusione atroce! Il Whalesafari viene annullato per le avverse condizioni atmosferiche! Non posso far altro che rinunciare. L’organizzazione offre la possibilità di partecipare all’escursione del pomeriggio (peraltro incerta) o del giorno dopo. Io non posso aspettare, siamo già molto stretti con i tempi. Mi rimborsano comunque tutto il pagato. Con un po’ di delusione (da parte mia: ho il sospetto infatti che mio marito mi abbia gufato contro in quanto lui il mare un po’ lo soffre) continuiamo con il nostro viaggio con destinazione Trondheim. Quindi da Andenes arriviamo fino a Lodingen e traghettiamo a Bognes (viaggio tranquillo: siamo nel fiordo!). e da lì puntiamo al confine con il Circolo polare artico in Norvegia. Da un po’ di chilometri, piano piano, il paesaggio si è fatto meno severo e le aree di sosta sono tutte davvero molto confortevoli, con ampi spiazzi abbastanza lontani dalla strada, toilette ecc. Inoltre anche i camper service si sono fatti più frequenti. Alcuni sono gratis. Sono attrezzati di tutto punto e si può caricare acqua, e scaricare il WC chimico e le acque grige.

I monti attorno sono altissimi di granito scuro e carichi di neve. Non si contano le cascate. Peccato che continua a piovere e fa freddo un po’ il viaggio ci perde. Quando arriviamo al Circolo polare artico sembra di essere proprio al Polo Nord! Vento teso, temperatura (è al caso di dirlo polare), neve dappertutto. Volevamo pernottare nel piazzale del Centro visite, ma viste le condizioni, optiamo per proseguire.

Scendiamo quindi ad un altitudine più “comoda” e ci sistemiamo in un’area di parcheggio molto carina lungo la strada in compagnia di altri 3 camper.

17 giugno – martedì

Naturalmente piove ancora. Riscaldamento in camper. Ripartiamo e scendiamo ancora. Anche qui cime maestose, laghi, cascate e boschi. I radi boschi di betulle del nord, si rinfoltiscono. Compaiono anche i primo abeti. Ci fermiamo lungo la strada ad ammirare alcune cascate. Di una non ricordo il nome ma le indicazioni sono ben visibili dalla strada ed è in corrispondenza di un’area di sosta. C’è un ballatoio e una bella camminata su assi di legno che porta fino al fiordo sottostante. L’atra è la Laksfosern. Anche per questa c’è l’indicazione sulla strada, si gira a destra e subito dopo c’è un ampio parcheggio con ristorante, negozio di souvenir e piccolo sentiero per arrivare ai piedi della rapida. Da notare che il ristorante/negozio di souvenir ha una terrazza ballatoio per ammirare la rapida che è però a pagamento (35 NOK). Mano a mano che ci avviciniamo a Trondheim, il paesaggio diventa più simile alle nostre montagne, con allevamenti di bovini, pecore, campi coltivati che arrivano però fino al mare! La temperatura sale (siamo a 13°), ma il tempo non accenna a migliorare anche se ogni tanto esce un po’ di sole. Arriviamo a Trondheim verso le 8.15 di sera e quindi cerchiamo un Campeggio. Non troviamo (e non abbiamo neppure tanto tempo per cercare) un parcheggio adatto per passare la notte. Ci sistemiamo al Flakk Camping ad una decina di KM dalla città.

18 giugno – Mercoledì

Scopriamo dalla mappa della città che ci hanno dato alla Reception del campeggio, che in centro a Trondheim vicino allo Spektrum e all’impianto sportivo (zona ospedale) c’è un campeggio gratuito per camper dove si può passare anche la notte. Il cartello recita che non si può sostare più di 24 h.

Quindi per la nostra visita alla città parcheggiamo lì. Nelle immediate vicinanze c’è un ponte pedonabile che ti porta dritto in centro città che è molto circoscritto e percorribile agevolmente a piedi in breve tempo.

Visitiamo la Cattedrale Gotica e ci facciamo un giro della cittadina. Molto caratteristico è il quartiere Bryggen che si raggiunge attraverso un vecchio ponte. Lì si trova anche lo skilift per biciclette! Avrei voluto provarlo (sembra sia gratuito) però al solito il tempo è molto minaccioso e non ce la siamo sentita di prendere le bici.

La strada principale è la Munkegata, interrotta a metà dalla piazza principale (dove per inciso dovrebbe esserci un mercatino, che in effetti c’è ma ridotto a 2 bancarelle di cianfrusaglie). Nelle adiacenze c’è la Stiftsgarten, una grande casa in legno (sembra la più grande costruita) che una volta era il palazzo reale in quanto Trondheim fu la capitale della Norvegia. Per chi interessa ci sono da visitare alcuni musei e il palazzo arcivescovile (oltre che la Stiftgarten all’interno): noi non siamo molto amanti dei musei e perciò tralasciamo.

Tutto sommato il tempo ha tenuto, cambiamo qualche euro alla posta e facciamo qualche piccola spesa al supermercato. Cerchiamo senza esito un ristorante consigliato dalla nostra guida, e quindi decidiamo di pranzare in camper.

Dopo pranzo partenza per il Trollstigveien o passo dei Troll! Prendiamo la strada E6 per Støren e Oppdal e poi a Dombas la E136 (segnalo a Dombas una notevole chiesa in legno). Il tempo sembra sorridere, i paesaggi sono come sempre stupendi. Ma, c’è un ma, quando mancano pochi chilometri al bivio per il Trollstigveien, il cielo si chiude (di brutto) e inizia a piovere (di brutto). Sconsolati arriviamo al bivio per il Passo dei Troll sotto una pioggia scrosciante con tutte le cime dei monti circostanti sommerse di nubi (quindi paesaggio zero). Fare il passo dei Troll con questi presupposti non ha senso, in quanto non si vede nulla e una delle caratteristiche del passo sono i suoi 11 tornati e il colpo d’occhio che offre.

Ci accampiamo quindi ad Andalsnes (zona poroa: ci fanno compagnia parecchi altri camper). Cerchiamo di fare un giro per la cittadina ma tutti i negozi chiudono con le galline e quindi, nonostante siano appena le 18, non c’è anima viva in giro. Unico ristorante: un ristorante italiano, che francamente non ci attira. Unisci al tutto la pioggia e la nebbia ….. non ci resta che tornare in camper a farci la cena.

Speriamo per domani.

19 giugno – Giovedì

Ha diluviato tutta la notte! E stamattina non è da meno. La nebbia è scesa ancora e se ieri se ne stava sulle cime, oggi arriva quasi fino al fiordo. Disdetta. Se ieri non aveva senso fare il passo dei troll oggi men che meno! Oltre tutto diluvia e farci 11 tornanti con una pendenza del 10% nella nebbia non ci sembra il massimo. Prendiamo perciò la E 136 e sperando nella clemenza del tempo arriviamo fino ad Hellesylt (con traghetto a Stranda) da dove è possibile prendere il battello che percorre il bellissimo fiordo di Geiranger (patrimonio dell’Unesco). Pioggia a catinelle, nebbia ecc. ecc. Sconsolati abbandoniamo il progetto (oltretutto non c’è anima viva che aspetta battelli a Hellesylt). Guardo le previsioni del tempo sul mio Smartphone: nessun miglioramento previsto. Il Meteo dà bel tempo invece a Bergen e quindi decidiamo di far tappa lì, via Førde, con traghetto sul Sognenfiord da Lavik. Il mio Smartphone non sbaglia mai! Il tempo migliora via via e ci regala dei bellissimi paesaggi a tratti soleggiati.

Arrivati a Bergen cerchiamo di posteggiare nel parcheggio per camper segnalato dalla guida, che però non esiste più: è stato soppresso! Cerchiamo quindi un campeggio, e tra varie vicissitudini approdiamo al Camping Skogtun dove alla Reception c’è una estroversa ragazza albanese che parla un ottimo italiano. Ne approfittiamo per chiederle notizie riguardo ai parcheggi a Bergen, ma sembra che adatti ai Camper non ve ne siano se non nei parcheggi delle stazioni di servizio. Approfittiamo per chiedere notizia riguardo anche al pagamento dei pedaggi. Infatti in alcune zone ci sono degli avvisi di pagamento del pedaggio seguito da alcune postazioni tipo Telepass. Le tabelle dicono che di non fermarsi in quanto il pedaggio viene recapitato a casa. Stessa cosa dice anche la guida turistica di Trondheim. Ma a casa dove? Noi abbiamo il camper a noleggio! La ragazza non sa darci una spiegazione. Nel frattempo si sono fatte le 9 di sera, fa freddo, il posto è sperdutissimo e nonostante il campeggio francamente non sia adatto ai camper (è strettissimo, e non ha i servizi di scarico, carico acqua), riusciamo a sistemarci su una piazzola molto panoramica con vista mare che in questo punto è intercalato da vari isolotti un po’ spogli, con grossi massi di granito. Ogni tanto una casetta rossa: i paesaggi qui continuano a essere veramente stupendi.

20 giugno – Venerdì

La giornata finalmente è bella e soleggiata! Un po’ un controsenso in quanto Bergen è famosa per la sua piovosità. Dopo aver ammirato ancora una volta il magnifico panorama dal campeggio partiamo. Problema parcheggio a Bergen: ci affidiamo al navigatore. Gli chiediamo di portarci ad un posteggio scoperto a Bergen. Detto fatto lui ci porta ad un parcheggio adiacente al terminal del Hurtigruten (il battello postale). C’è una sezione del parcheggio dove si può sostare a pagamento per massimo 5 ore. Non si capisce bene se il parcheggio è veramente libero a tutti in quanto la segnaletica è rigorosamente in norvegese senza uno straccio di scritta in inglese. Siccome vedo che posteggiano un po’ tutti compresi alcuni camper, paghiamo il pedaggio e ci sistemiamo.

Il centro turistico con il mercato del pesce e il Bryggen è molto vicino, lo raggiungiamo a piedi veramente in poco tempo. La cittadina è molto carina, piena di scorci veramente caratteristici. C’è molto gente e ahimè anche traffico: non eravamo più abituati! Devo dire che il ritorno alla civiltà è un po’ traumatico e ancora più traumatico è il fatto che mi rendo conto che non mi dispiace! La piazzetta con il mercato del pesce è mondiale! Ci sono varie bancarelle con ragazzi di tutte le nazionalità che vendono il pesce. Parlano un po’ tutte le lingue e si trovano facilmente persone che parlano l’italiano. Vendono, merluzzi, salmoni, sgombri, gamberetti, granchi reali sia freschi che confezionati in vari modi. E’ possibile anche fermarsi per mangiare in appositi spazi con tavolini. E’ un po’ presto però quindi continuiamo la nostra visita ripromettendoci di tornare ad ora debita a pranzare. La zona del Bryggen è veramente molto interessante con le tipiche case in legno colorate. Le vie che corrono tra le case sono pavimentate in legno e vi si trovano bar, negozi artigianali e souvenir. Proviamo un espresso (hanno la macchina per il caffè espresso): L.

C’è anche la possibilità di salire con la funicolare all’altura soprastante per ammirare il panorama.

Dopo aver gironzolato in lungo e in largo, si è fatta ora di pranzo e quindi ritorniamo al mercato del pesce. Qui troviamo un ragazzo spagnolo che ci ferma e ci illustra tutta la sua offerta di piatti.

In pratica le bancarelle vendono il pesce fresco, ti fanno scegliere quello che vuoi e poi lo cucinano, in genere alla griglia, davanti a te.

Noi scegliamo un piatto misto con verdure, vari tipi di merluzzo, salmone e (ahimè) un pezzetto di carne di balena (L mi spiace per le mia amiche balene ma non ho saputo resistere all’assaggio). Poi un altro piatto di gamberetti e granchio reale (una zampa e bella grossetta).

Devo dire che non spendiamo poco per essere sulle panche al mercato, però il pesce cotto alla griglia è OTTIMO! Il granchio e i gamberetti superlativi. La carne di balena sa di manzo!

A questo punto dobbiamo tornare: ci scade il parcheggio. Un buon caffè di moka in camper. Diamo uno sguardo alle previsioni del tempo dalle parti del Geiranger che continuano ad essere brutte, inoltre oramai la distanza chilometrica che ci separa è notevole. Partiamo perciò alla volta di Flåm.

Prendiamo la E16 che è costellata di gallerie: una di addirittura 11 KM. Durante questo viaggio abbiamo dedotto che ai norvegesi piacciono molto le gallerie. Ne abbiamo incontrate di tutti i tipi e di tutte le dimensioni e lunghezze. Addirittura dopo Flåm hanno costruito un tunnel di ben 24, 5 chilometri (e sarà una delle nostre prossime mete).

Ce ne sono di lunghissime, in salita e in discesa (anche con pendenze notevoli), con veri e proprio incroci e rotonde sotterranei (vedi Tromsø e anche Bergen), con curve e curvette: insomma ne ho visti di tutti i tipi.

A parte i tunnel (non so quanti ne abbiamo percorsi), anche qui si incontrano scorci di paesaggio notevoli. La strada corre in una valle a tratti stretta tra pareti a picco di granito dalle quali scendono innumerevoli cascate alcune di dimensioni notevoli. Il fiume che scorre nella valle è adatto al rafting e alla canoa.

Ci si accorge che è venerdì e che ormai siamo al 20 di giugno in quanto il traffico (anche dei locali) è notevolmente aumentato, complice forse anche il fatto che siamo scesi di molto di latitudine e che qui di conseguenza si incominciano a trovare località di vocazione più turistica e vacanziera.

A Voss ci fermiamo in un camper service per riempire l’acqua, svuotare l’acqua ecc.

Flåm (ho scoperto che la A con il tondino sopra di pronuncia come il dittongo a/o, quindi Flom) è un minuscolo paese dove è presente una ferrovia molto pendente che arriva fino Myrdal. Le corse del treno sono molto frequenti e a detta della guida in nostro possesso, il percorso è molto panoramico. C’è anche la possibilità di salire con il treno bicicletta al seguito, e poi scendere in bicicletta. Vedremo domani come butta il tempo.

La ferrovia risale a inizio secolo ed fu costruita con enorme fatica, come collegamento con Oslo.

A Flåm non ci sono piazzole di sosta per il pernottamento libero. Tutti i parcheggi presenti sono vietati dalle 22. Quindi, visto che nei paraggi non c’è nulla, non ci resta che sistemarci nel camping locale, peraltro molto ben tenuto.

21 giugno – Sabato

Al mattino partenza per il giro panoramico. Nasce una certa divergenza di opinioni: io voglio portare la bici per scendere con quella, mio marito no perché teme la pioggia. Il tempo non sembra così male, ma onde evitare successivi “te l’avevo detto”, mi adeguo.

La corsa in treno andata e ritorno e abbastanza cara (400 corone a testa – 48 € circa -– lo stesso prezzo che avremmo pagato portando su la bici). Il percorso è in effetti molto panoramico, si oltrepassano bellissimi paesaggi e una bella cascata dove il treno si ferma per le foto di rito.

Compreso nel presso c’è anche il sottofondo musicale con tanto di ballo di ragazza sulla rupe vestita da ninfa. Per inciso, potevano risparmiarselo, lo spettacolo della cascata non ha bisogno di altro. Ma la ciclabile che scende è ancora più bella, così mi comincia a salire un certo nervosismo. Finito il viaggio di andata, si ritorna indietro ripercorrendo lo stesso percorso. Tutto sommato non so se vale la spesa. La ciclabile invece è molto appetitosa. Perciò mettiamo in pratica l’adagio: “come spendere più soldi e fare più fatica di quello che si dovrebbe”. Infatti tornati indietro (oramai io ero furente per il mancato giro in bici) prendiamo la bici e imbocchiamo la ciclabile ovviamente in salita!

La ciclabile rende quello che promette, bel terreno, salita non eccessiva (almeno fino a dove siamo arrivati noi, poi l’ultimo pezzo fino a Myrdal tira parecchio).

Consiglio: se proprio non siete dei poggia piano, prendete il treno solo all’andata e tornate giù in bici (c’è anche un servizio di noleggio biciclette): merita!

Se avete un po’ di gamba di bici consiglio di non prendere neppure il treno (con relativo buon risparmio) e di salire in bici almeno fino a che la pista non si inerpica con i tornanti. Non serve arrivare fino a Myrdal in quanto poi lì non c’è nulla da vedere. Quello che non so è se dalla ciclabile siano accessibili le cascate o se sono visibili solo dalla pensilina del treno.

Dopo il nostro giro in bicicletta (che mi ha fatto passare la rabbia), pranzo veloce e partenza per Lillehammer.

Come dicevo ieri, l’itinerario prevede il passaggio per un tunnel di 24,5 km !!!! Veramente interminabile! E’ stato realizzato con tecniche di sicurezza d’avanguardia (almeno così ho trovato scritto in realtà sembra un tunnel normale). Ogni tanti chilometri il tunnel si allarga ed è illuminato quasi a giorno da una spettrale luce blu. Tale espediente sembra scongiurare distrazioni e/o colpi di sonno dovuti alla monotonia del percorso.

Per strada di fermiamo a visitare la Stavkirke di Borgund. L’entrata è a pagamento: 80 NOK a testa (circa 10 €) e ti danno un volantino in italiano. Molto bella, merita veramente. Lungo la strada che da Borgund va a Gjøvik ne vediamo altre ma non sono così belle. Quindi se vi interessano le Stavkirke è meglio che programmiate un altro percorso.

Attraversiamo anche qui dei paesaggi incantevoli, con alcune stazioni sciistiche e grandi laghi e arrivati a Fagernes dove decidiamo di fermarci per la notte. Troviamo un parcheggio dietro ad un distributore con il camper service (a pagamento), e ci fermiamo in riva al lago.

Dopo cena facciamo un giretto in riva al lago. C’è infatti una percorso pedonabile che costeggia il lungo lago con un ponte che porta ad un isolotto.

Ci sono alcuni turisti in giro, devo dire però che in Norvegia, almeno per quello che ho visto io, il turismo di massa mercificato è limitato al massimo. Il tutto è orientato più al contatto con la natura.

Lungo le strade non ci sono neppure i classici cartelloni con le reclame (così anche in Svezia). Anche i locali commerciali sono molto poco appariscenti.

Quindi se vi piace assaporare la natura in tutti i suoi aspetti la Norvegia fa per voi, altrimenti non ve la consiglio.

Una nota sulle temperature: si sono senz’altro alzate rispetto al Circolo polare artico, però non superiamo i 12° – 17°.

22 giugno – Domenica

Finora nelle nostre soste notturne non abbiamo avuto problemi di sorta. Stanotte invece l’area di parcheggio bucolica fronte lago si è rivelata veramente poco tranquilla!

Per una qualche ragione, la stessa deve essere la meta dei giovani locali ai quali evidentemente piacciono molto i motori elaborati. Tutta la notte (o almeno fino all’una) c’è stato un andirivieni (sempre delle stesse macchine che facevano la spola), che sgommavano, davano gas, facevano rombare i motori! Una confusione tremenda, neanche nelle piazzole dell’autostrada! Finalmente ad un certo punto i pargoli se ne sono andati a letto e così abbiamo potuto fare anche noi.

Quindi al risveglio (un po’ più tardi del solito) siamo partiti per Lillehammer, dove al nostro arrivo ci siamo sistemati nel grande parcheggio della Strandtorget Kiøsenter, l’area commerciale di Lillehammer.

Piove, quindi aspettiamo che cessi dal momento che tutto attorno il cielo è sereno.

Piove ancora, perciò sciogliamo gli indugi e ci dirigiamo verso il Majhaugen Museum, un grande museo all’aperto nato per iniziativa di Anders Sandvig, un collezionista morto nel 1950, che ha raccolto oggetti e arredi delle varie epoche di cultura norvegesi trasportando in loco addirittura interi edifici. Il museo ripercorre la vita della Norvegia dal medioevo ad oggi, con interi villaggi ricostruiti che fotografano il modo di vivere delle varie epoche. Veramente interessante per tutti e adatto ai bambini.

In alcune case si viene accolti da attori vestiti con costumi dell’epoca rappresentata, che spiegano in dettaglio le varie caratteristiche dell’abitazione visitata. Una ragazza aveva anche cucinato sul fuoco a legna un porridge di avena che, ci ha spiegato, era il piatto tipico delle genti del 1800: lo mangiavano due volte al giorno (a me è piaciuto). Vi sono anche maialini, galline e cavalli. Bellissima la casa del 1959, con la lavatrice, la cucina, il frigo dell’epoca.

Da notare che il museo (entrata 150 NOK/€ 18,00 circa) chiude alle 17:00 e per visitarlo bisogna mettere in conto almeno 3 ore. Non c’è uno straccio di guida in italiano e tutte le descrizioni sono in tedesco, inglese e francese. Le spiegazioni dei ragazzi/attori sono in inglese: solo in un caso abbiamo trovato una ragazza che parlava un buon italiano, avendo vissuto per un periodo a Torino.

In seguito visita al breve centro pedonale di Lillehammer, che essendo domenica e era praticamente deserto (vedi sopra sulla vivacità delle località norvegesi).

Torniamo quindi al parcheggio dei supermercati dove ci sistemiamo per la notte.

23 giugno – Lunedì

Al mattino il tempo è nuvoloso, così non perdiamo altro tempo e ci dirigiamo verso Oslo.

Ritorno brusco alla realtà!

Il traffico si fa via via più intenso e il paesaggio, sebbene sempre molto godibile, diventa via via sempre più “solito”.

Per fortuna il tempo atmosferico migliora e arriviamo a Holmenkollen con un bel sole e una temperatura molto rassicurante: siamo sui 18-20 gradi.

Lungo la strada da Lillehammer ed Oslo vi sono parecchi Camper service quindi da questo punto di vista non vi sono problemi.

Il trampolino di salto olimpico di Holmenkollen è semplicemente straordinario.

Si erge sulle colline retrostanti ad Oslo con un balzo impressionante verso il cielo: sembra che non tocchi terra. Le ali ai lati della “pista di lancio” sono interamente rivestiti di pannelli a trama di acciaio che lo fanno scintillare. Un’opera di ingegneria da vedere.

A lato del trampolino c’è lo stadio del fondo e del Biathlon, così da bravi (ex) fondisti compiamo il nostro pellegrinaggio. La pista di fondo è interamente asfaltata così d’estate di può utilizzare per gli skiroll. Infatti ci sono numerose persone che si allenano: anche scolaresche. Arrivano tutti con gli skiroll infilati negli zainetti e si avviano lungo la pista. Nello stadio c’è anche il poligono per il biathlon che, a giudicare dai bossoli, viene utilizzato anche per l’allenamento a secco.

Nello stesso insediamento c’è anche il museo dello sci. L’area è ben attrezzata per il posteggio, e, non essendoci segnali ammonitori, credo si possa utilizzare anche per la notte.

Noi ci dirigiamo invece verso il Vikingskiphuset, museo dove sono custodite tre navi vichinghe molto ben conservate. Le navi, rinvenute in altrettanti scavi lungo la costa di Oslo, furono usate dai Vichinghi (come era loro costume) per tumulare personalità di un certo rango. Era tumulate sotto a grossi cumuli di torba e pietre. Assieme alle navi sono stati rinvenuti anche i resti delle persone che vi avevano trovato sepoltura.

Anche qui ampia possibilità di posteggio (a pagamento) tuttavia espressamente negata la notte.

Terminata anche questa visita (il museo benché interessante è molto contenuto), decidiamo di provare a trovare parcheggio a Oslo per la visita della città. Dopo qualche chilometro tuttavia desistiamo.

E sì siamo proprio tornati alla civiltà! Il traffico è intenso e caotico, nonché intasato.

Perciò impostiamo il navigatore verso l’area di sosta per camper segnalata dalla guida che manco a dirlo non è più disponibile. Stanchi e un po’ innervositi, reindirizziamo il navigatore verso il Bogstad Camping, che si trova un po’ fuori città. Il camping è pulito organizzato ed alla reception c’è un ragazzo che parla italiano. Così ci informiamo un po’ sui parcheggi in città e sulla possibilità di usare la bicicletta per andare il centro. Ma non otteniamo molto. Qui tutti usano la bici e le ciclabili sono dappertutto però non si sa dove arrivano e non esiste un mappa. Domani vedremo di arrangiarci. In ogni caso pagando una giornata in campeggio si può stare fino alle 16:00 del giorno dopo.

24 giugno – Martedì

Nuova disputa: io vorrei lasciare il camper in campeggio e andare in città con i bus. In campeggio vendono appositi abbonamenti che danno diritto a utilizzare tutti i bus per un giorno. Mio marito invece vuole andare in camper, metterlo nel parcheggio a pagamento del museo e poi eventualmente andare in centro in bici.

Così facciamo senonché quando arriviamo al parcheggio del museo/parco Vigeland, la sosta è consentita per un massimo di due ore. Paghiamo le due ore (37 NOK – circa 4,5 €) e intanto visitiamo il parco Vigeland che è ad ingresso gratuito. Nel parco, che consiglio vivamente, sono collocate centinaia di sculture dell’artista norvegese Gustav Vigeland che illustrano spaccati di vita, come la nascita, la giovinezza, la maternità, la vecchiaia. Le statue rappresentano uomini, bambini, donne ragazze, senza veli, sono realizzate in granito ma anche in bronzo, ed hanno un espressività ed una gestualità che impressionano ed emozionano. Sono sparse in tutto il parco, ma in massima parte collocate lungo un ponte, da dove si arriva ad una fontana sovrastata da un obelisco completamente intarsiato da figure umane che si intrecciano. Tutto attorno decine di statue.

Le due ore di parcheggio se ne sono andate per l’entusiasmante visita al parco.

Rimane da visitare il centro di Oslo, ma come fare con il camper? Paghiamo altre due ore di parcheggio e decidiamo di andare in centro con i mezzi pubblici.

Dramma! La rete pubblica è alquanto confusionaria. Ci sono autobus e tram e la loro direzione non è intuitiva. Inoltre non vi sono distributori automatici di biglietti. C’è scritto che si può pagare il biglietto con il telefonino scaricando una APP! Scarico in fretto l’APP e compero due biglietti. Nel frattempo scopriamo che la mappa della rete pubblica che abbiamo noi sulla cartina della città non corrisponde con quella esposta alle fermate. Saliamo quindi su un tram sbagliando clamorosamente numero (in seguito abbiamo scoperto che i tram cambiano il numero una volta arrivati ad una specie di capolinea!). Notiamo che non siamo i soli a sbagliare e una gentile signora del posto ci indica come fare per arrivare al centro. Dice anche che non è la prima volta che i turisti si perdono.

Finalmente arriviamo in centro che non è molto esteso. C’è il municipio, dove ogni anno in dicembre viene conferito il Nobel per la pace, il palazzo del governo e il palazzo reale, nonché il Teatro, tutti situati più o meno attorno ad una vivacissima piazza.

La visita deve essere per forza breve in quanto ci scade il parcheggio!

Ci dirigiamo quindi verso la fermata del tram e quando arriviamo troviamo un avviso che comunica che la linea è sospesa!

Secondo dramma! Troviamo un’altra fermata ed un’altra linea che però non ci porta solo nelle vicinanze del parcheggio dove avevamo lasciato il camper: però questa volta non sbagliamo. Arriviamo al camper in ritardo rispetto al parcheggio, ma non c’è nessuna reprimenda. Che stress!!

Ci rilassiamo un attimo, un buon caffè e poi si parte alla volta di Göteborg, non senza aver prima fatto tappa al confine all’ufficio per il rimborso delle tasse.

Infatti per i cittadini non scandinavi è previsto il rimborso di un parte delle tasse (Tax free). Se si fanno acquisti superiori ad una certa cifra (mi sembra 350 NOK – circa 44 €) è possibile richiedere al negoziante i documenti per il rimborso della tassa.

Poi prima di varcare il confine si presenta tutta la documentazione all’ufficio apposito che rimborsa una parte della spesa. La modulistica richiedeva il passaporto (che io avevo con me). Non so se accettano anche con la carta di identità.

Passata Göteborg, ci fermiamo in un’area attrezzata per la cena e la sosta notturna. Siamo in compagnia di altri camperisti. Per inciso: le aree attrezzate qui in Svezia sono posizionate discoste dalla strada e hanno i servizi puliti e completi di sapone, acqua calda, carta igienica e asciugamani: un altro mondo.

25 giugno – Mercoledì

Al mattino partenza per Copenhagen (A proposito stanotte ha fatto un po’ di buio!).

L’itinerario per camperisti che abbiamo utilizzato fino a qui non ci è di alcun aiuto ormai perché si conclude a Oslo. Quindi dobbiamo un po’ arrangiarci. Ho altri riferimenti che ho scaricato da internet prima di partire, che descrivono un’area attrezzata per camper a Copenhagen c’è. Trovo in Internet anche l’indirizzo e così il bravo Tom (il navigatore) ci porta dritti dritti alla meta.

Questa volta per entrare in Danimarca abbiamo preferito il traghetto da Helsingor al ponte. In ogni caso, in qualunque modo la mettiate, per raggiungere Copenhagen e poi la Svezia bisogna passare ponti o prendere traghetti, e perciò bisogna mettere in conto una bella spesa in parte ammortizzata dalle autostrade gratis.

In Danimarca cambia anche decisamente la fattura delle case che sono di mattone e non più di legno.

Troviamo facilmente il parcheggio per camper di Copenhagen: si chiama Copenhagen City Camp –ed è situato in Tømmergravsgade 2 – sulla cartolina che il gestore fornisce ci sono anche le coordinate GPS: N 55.659427 E 12.557618.

Devo dire che è situato in una posizione veramente infelice, praticamente in strada (speriamo che stanotte il traffico diminuisca un po’), però ha tutti i servizi di caricamento/scaricamento, bagni, docce, corrente elettrica e rete wifi gratuita vicino al baracchino della reception (ma io la prendevo anche in camper): costo 35 € per notte (si paga rigorosamente in euro e cash). Si può restare fino alle 18:00 del giorno dopo.

Il gestore, un tipo veramente ganzo che parla un po’ di italiano (ma credo che mastichi un po’ di tutte le lingue) ci fornisce anche la mappa della città e ci dà alcune indicazioni su come arrivarci.

In bicicletta è facilissimo: vicino al parcheggio c’è un grande magazzino (Fisketorvet) e a lato c’è un lungo ponte ciclabile, che ti porta in città. Poi basta seguire la mappa e vai dove vuoi: è tutto piatto! Basta far girare i pedali. Nelle adiacenze c’è anche la possibilità di prendere un battello urbano (Waterbus) che fa diverse fermate lungo il canale che costeggia la città e con il quale puoi arrivare in centro e anche alla famosa Sirenetta.

La città è letteralmente invasa dalle biciclette, ci sono piste ciclabili ovunque, semafori per bici, sensi di marcia per bici, torme di ciclisti che ti sfrecciano da destra e sinistra. Le macchine danno la precedenza ai ciclisti!

Così per prima cosa prendiamo le bici e andiamo a visitare la Sirenetta che si trova un po’ discosta dal centro. Quando siamo arrivati non riuscivamo a trovarla. Me l’aspettavo più monumentale, invece è messa vicino alla riva su uno scoglio, quasi dimessa. Però è carina.

Poi ci fermiamo nella zona dell’Hyavn, il canale con le case caratteristiche, e sempre con la bicicletta, facciamo un giretto davanti a qualche palazzo o chiesa della città. Copenhagen è molto carina, ricca di palazzi veramente interessanti. Tutto è molto vivace e decisamente più sporchetto.

In Scandinavia (sia in Svezia, che Finlandia e Norvegia) non c’era una cartina o un’immondizia praticamente da nessuna parte. Perfino le autostrade erano linde e pulite.

Già ad Oslo avevo avuto la sensazione di ritorno alla civiltà, qui la stessa si fa ancora più intensa.

La Scandinavia con i suoi paesaggi e i suoi silenzi; Capo Nord e il Finnmark dove l’uomo deve ricavarsi il suo posto con fatica, sembrano essere ormai lontani.

26 giugno – Giovedì

Nottata un po’ confusionaria. Come ho già detto il Camper Park non è situato in una posizione molto felice. In più proprio nelle adiacenze stanno lavorando alla manutenzione della strada. Quindi martellamenti continui. Però, ho detto, avranno un orario di lavoro e finiranno aggiungendo per ridere: “speriamo che non facciano gli straordinari!” Beh così è stato. Martellamenti fino a quasi mezzanotte! In ogni caso non si poteva far nulla e abbiamo buttato sul ridere. In compenso il traffico si era di molto affievolito e così poi alla fine abbiamo preso sonno. Peccato che alle 5 è arrivato il camion delle immondizie e contemporaneamente il traffico è aumentato. Però come detto ieri, il centro è facilmente raggiungibile dal parcheggio e questo è una buona cosa. Concludiamo quindi il nostro giro della città. Prendiamo le biciclette e, oggi che siamo ormai pratici, arriviamo in centro in poco più di 10 minuti. Dopo aver gironzolato per un po’, lasciamo le biciclette e continuiamo la nostra visiti a piedi lungo la zona pedonale della città. Poi, visto anche che il tempo si sta guastando, torniamo velocemente indietro giusto in tempo per evitare un acquazzone.

Pranzo, carichi/scarichi e quant’altro e partiamo. La nostra prossima meta è Rothenburg in Germania. Però è un po’ distante (saranno circa 700 Km) e siccome ormai sono le 2 del pomeriggio dovremo fare una sosta intermedia.

Traghettiamo a Puttgarden e giù per la Germania. Ci fermiamo dopo Hannover in un’area di sosta.

Per tornare ai cittadini di Copenhagen, se i Norvegesi amano fare tunnel, loro amano tutto ciò che li fa spostare su rotelle. Oltre alla passione per le bici classica, in questa mia breve visita ho visto gente in: pattini a rotelle classici, pattini a rotelle in linea, skateboard, bici triangolari richiudibili, bici con la sella montata su una fettuccia che funge da ammortizzatore, tricicli e bici con cassoni davanti e a lato, tricicli con cassone porta bambini sul davanti (stanno anche 4 bambini piccoli), bici con il cassone dietro, bici con i pedali stile nordic walking ecc. ecc. Bellissimo!

27 giugno – Venerdì

Ripartiamo al mattino verso Rothenburg o.d.t. Ci arriviamo agevolmente per ora di pranzo. A Rothenburg c’è un posteggio riservato per i camper (contrassegnato P2 – GPS N 49.37052 E 10.18322) dove si paga ad ora. Per tutto il giorno sono 10 € altrimenti si paga a tempo (con monetine o carta di credito). Noi arrivando per pranzo e con 8 € abbiamo il parcheggio fino alle 9:15 del mattino successivo. C’è il camper service self service, con le monetine, dove è possibile caricare acqua e quant’altro. Rothenburg è sempre molto carica. C’ero stata già alcuni anni fa per i Mercatini di Natale, però anche d’estate non perde il suo fascino. Poi c’è il negozio di Käte Wholfahrt assolutamente da vedere, interamente dedicato agli addobbi natalizi (l’antitesi materialistica del Natale). Alcuni oggetti, sono fatti a mano e sono molto carini. I prezzi sono molto alti. In compenso ho trovato i clip per le candele vere per l’albero di Natale e per la corona dell’Avvento, che l’anno scorso in città ho cercato dappertutto senza esito.

Poi spesa in supermercato: mooolto più conveniente che in Italia! Meditiamo di fare una spesa da portare a casa. Intanto abbiamo fatto scorta di fazzoletti in scatola e di dentifrici Sensodyne che in Italia ti fanno pagare a peso d’oro.

Alla sera a cena: due secondi con contorni (insalata mista, patatine fritte, capucci rossi insalata, due gnocconi di patate in tegame – tutto molto abbondante), birra e acqua minerale in bottiglia: € 28,80. La pallina di gelato (in gelateria Italiana) 1€. Il Diesel 1, 39 € al litro. Signori miei non so che dire: e hanno le paghe più alte che in Italia.

28 giugno – Sabato

Ultima tappa di avvicinamento. Tappa in Austria. Giornata di autostrada. Da Rotehnbrug giù verso Monaco e poi dopo qualche pausa, Salisburgo e Hallstatt. Halstatt è un paesino sul lago omonimo e si trova a una cinquantina di chilometri da Salisburgo. E’ possibile utilizzarlo come punto di partenza per visitare le miniere di sale e anche le vicine grotte di ghiaccio. Noi tuttavia la scegliamo come tappa di avvicinamento, perché ci eravamo stati anni fa e ci era piaciuta. Notiamo con dispiacere però che da quella volta la cittadina è un po’ cambiata: ha perso un po’ di freschezza ed è diventata molto più turistica. Il lago è dotata anche di spiaggetta e si può fare il bagno (se piace il genere). Ci sistemiamo nel campeggio (25 € per due persone e camper senza elettricità – WiFi gratuito) e ci rilassiamo con una passeggiata in paese con relativo acquisto di due belle fette di torta nella locale Konditorei (non possiamo lasciare l’Austria senza un assaggio delle mitiche torte austriache).

Però devo dire che dopo i paesaggi Scandinavi, anche gli amatissimi paesaggi montani mi lasciano un po’ indifferente.

28 giugno – Domenica

Ultimo giorno di viaggio!

Non ci resta che dirigerci verso casa. Da Hallstatt decidiamo di tornare via Tarvisio. Abbiamo percorso più di 10.000 chilometri. Abbiamo visto posti e paesi meravigliosi. E’ un viaggio che sicuramente ti resta nel cuore. Avendo la possibilità (noi non potevamo farlo) consiglio di aggiungere almeno una settimana. Da tener conto che non è certamente un viaggio economico. Noi abbiamo speso qualcosa vicino ai 5.000 € compreso il noleggio del camper. In tutta la Scandinavia non abbiamo avuto mai problemi né per le soste notturne, né per i rifornimenti del camper e non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza. Le persone sono state tutte molto gentili e disponibili anche con il mio inglese zoppicante e non abbiamo avuto mai problemi di comprensione.

Per chi ama la natura e le grandi distese questo è un viaggio da non perdere!

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Circolo polare artico Rovaniemi

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Renne

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Partenza

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Stavkirke

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Fine del viaggio

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Eccoci alla meta

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Lo skilift per biciclette



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