Nord della Spagna in scooter

Per il 4° anno consecutivo, io e Paola abbiamo intenzione di fare una vacanza in scooter, e di conseguenza ci capita di cercare su internet spunti per le nostre mete. Anche se in ritardo quindi, abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza di viaggio della scorsa estate. Ci siamo imbarcati, col nostro Beverly 500 Piaggio, sul traghetto...
Scritto da: pinduti
nord della spagna in scooter
Partenza il: 06/08/2004
Ritorno il: 21/08/2004
Viaggiatori: in coppia
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Per il 4° anno consecutivo, io e Paola abbiamo intenzione di fare una vacanza in scooter, e di conseguenza ci capita di cercare su internet spunti per le nostre mete. Anche se in ritardo quindi, abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza di viaggio della scorsa estate.

Ci siamo imbarcati, col nostro Beverly 500 Piaggio, sul traghetto Civitavecchia-Barcellona, una rotta da poco inaugurata, e decisamente comoda per chi vuola pensare alla penisola iberica senza sprecare giorni preziosi di vacanza ad arrivarci via terra. Spaventati dal caldo dell’estate precedente (eravamo in Sardegna) abbiamo optato per la Spagna del Nord (Catalogna, Aragona e Paesi Baschi).

6 Agosto – partenza 7 Agosto – arrivo a Barcelona, che contiamo di visitare al ritorno prima di imbarcarci di nuovo, anche perchè la conosciamo già (ma non stanca mai!). Subito in direzione Calella de Palafrugell, nella parte meno turisticizzata della Costa Brava. 145km di strada costiera, che nell’ultimo tratto (da Tossa de Mar in poi) diventa un continuo arrampicarsi di curve a strapiombo (sembra la costiera amalfitana) davvero suggestivo e gradevolissimo. Tra l’altro la strada, e questa è stata una costante di tutto il viaggio, è in condizioni ottime. A Calella avevamo prenotato via Internet un albergo, in quanto prima di ferragosto non volevamo correre il rischio di passar eore a cercare una sistemazione.

8 Agosto – Avendo previsto due notti di sosta a Calella, ci mettiamo in sella (finalmente scarichi di bagagli) alla ricerca di posti suggestivi, di cui questa parte della Costa Brava è ricca, per un bel bagno e qualche escursione. Arriviamo a Fornells, villaggio di pescatori molto raccolto (come Calella) totale 35km, tanto per prendere ritmo.

9 Agosto – Partiamo per Girona, nostra prima meta verso l’interno. I circa 70km percorsi sono gradevoli, in un paesaggio piacevole che diventa ben presto collinare e verdeggiante. Girona merita una visita accurata, ha un centro storico medievale molto bello, ed essendo una città universitaria ha molto da offrire ai turisti ,anche se si svuota un po’ d’estate. Nel pomeriggio, per combattere il caldo delle ore di punta, ci mettiamo sullo scooter fino ad arrivare all’ Estany Banyoles (35km a/r), un lago artificiale dove si può fare il bagno o rinfrescarsi all’ombra degli alberi (niente di spettacolare, ma decisamente una manna per combattere il caldo) 10 Agosto – La nostra vacanza prende forma. L’obiettivo iniziale è quello di arrivare a San Sebastian, sull’Atlantico, per poi tornare a Barcellona. Ma non avendo prenotato nulla (tranne Calella), viviamo alla giornata.

Ci mettiamo in viaggio prevedendo alcuni punti tappa ,tra cui il Parador di Cardona, un maestoso castello su una collina brulla trasformato in hotel di lusso (i paradores sono una catena di alberghi di lusso, ma a prezzi molto più abbordabili che da noi, ricavati da monumenti storici e in compartecipazione statale). Dopo una colazione al bar del Parador di Cardona proseguiamo, attraversando paesaggi che cambiano di continuo; passiamo infatti dal verde pre-Pirenaico dell’inizio del viaggio, alla desolazione di valli e colline aride man mano che ci addentriamo. Alla fine facciamo sosta a Barbastro, un piccolo centro decadente ma cono un certo fascino polveroso, dove troviamo un hotel eccezionale, e soprattutto un punto strategico per gite nei dintorni. Abbiamo percorso 323km 11 Agosto – Barbastro è nota, oltre che per aver dato i natali a Jose Maria Escrivà, fondatore dell’Opus Dei, per essere il punto di partenza per il “barranquismo”, ovvero il “canyoning”. Infatti in questa zona ci sono le gole più importanti al mondo per questo tipo di attività, che consiste nel mettersi una muta in neoprene e scendere a piedi (nuotando, tuffandosi e comminando) i torrenti che scavano da millenni questi canyon. Avendo però scoperto che bisogna prenotare con un giorno d’anticipo, decidiamo di andare a visitare Ainsa, di cui le guide parlano un gran bene. La strada è decisamente di montagna, praticamente deserta, con paesaggi bellissimi, e si rivela più lunga del previsto, ma Ainsa merita tutta la sua fama, ed è un peccato doverla visitare solo per qualche ora. Ainsa è un paesino medievale tutto di pietra, conservato in maniera eccezionale, e meta di un turismo sorprendente, se si pensa che per strada abbiamo incrociato sì e no 5 auto (ma è pur vero che abbiamo scelto una strada secondaria). Siamo nel pieno dei Pirenei, ma la temperatura non scende mai al di sotto della soglia di gradevolezza. Al ritorno a Barbastro scopriamo di aver percorso 144km 12 Agosto – E’ il giorno fatidico del “canyoning”. La base di partenza è Alquezar, altro splendido borgo a picco sulle gole, 15km da Barbastro. Preso tutto il materiale a noleggio, con la nostra guida arriviamo al ciglio di una strada dove parcheggiamo, e armati del nostro bidoncino ermetico portavivande, e con la muta sulle spalle tipo golfino, cominciamo la discesadel canyon (un’ora e mezza a piedi!!!). Arriviamo finalmente al torrente ,semidistrutti e consapevoli che non abbiamo ancora cominciato l’avventura! Indossiamo la muta e via, subito un tuffo tra i massi, da un’altezza di due metri, giusto per rompere il ghiaccio. In definitiva, un’esperienza divertentissima, con attimi di panico (tuffi anche da 4-5 metri di altezza in pozze d’acqua larghe due metri, o apnee per passaggi subacquei tra le rocce) che però consigliamo vivamente, anche perchè posti per fare canyoning ce ne sono davvero pochi al mondo. Gli 8km di discesa si concludono dove il torrente si apre presso una vecchia diga abbandonata, da dove, chi vuole, può fare l’ultimo tuffo dalla cascata artificiale della diga (sono 9 metri! e non so come, ma l’ho fatto!), con tanto di pubblico, visto che qui si forma una piscina naturale che attira molte persone. La sera, ancora increduli, contenti e distrutti, prendiamo lo scooter per vedere il magnifico panorama che si goda dal Monastero del Puejo, che si trova su una collina che spunta dal nulla nella piana di Barbastro.

13 Agosto – Lasciamo con dispiacere Barbastro, che si è rivelata tappa sorprendente e piacevolissima in ogni aspetto, e proseguiamo in direzione ovest. Abbiamo acido lattico ovunque e siamo pieni di dolori muscolari, ma per fortuna il grosso della fatica lo deve sopportare il nostro Beverly 500. La meta è Sos del Rey Catolico, altro piccolo borgo medievale incastonato tra le colline di Aragona, dove sorge uno degli splendidi Paradores di Spagna, l’unico in cui siamo riusciti a trovar posto per dormire, e quindi non vogliamo perdere l’occasione. Il paesaggio è caratterizzato da un continuo cambiamento tra montagna prepirenaica e colline aride che ci ricordano i paesaggio aridi alla Don Chisciotte della Spagna centrale. Facciamo tappa al Monastero di S.Juan de la Pena, un posto irreale, scavato all’interno di una roccia intorno al 1100, che non si può raccontare perchè quando lo vedi ti manca il fiato. Pensare che una maestosità del genere (una costruzione ricavata nell’incavo naturale di uno sperone di roccia a perpendicolo di oltre 100 metri) sia stata fatta da dei monaci eremiti oltre 1000 anni fa è impensabile. La deviazione vale decisamente la pena, e ci rimettiamo in moto soddisfatti, proseguendo per Sos del Rey Catolico, percorrendo in alcuni tratti il Camino di Santiago. Sos del Rey Catolico (Culla del Re Cattolico, in quanto ha dato i natali a Ferdinando d’Aragona) è un borgo minuscolo e desolato, molto bello ma forse un po’ troppo minuscolo per prevederci un punto tappa. Ma siamo curiosi di vedere come si sta in un Parador (ovviamente molto bene!) e poi abbiamo bisogno di riposo. Scendendo dallo scooter (dopo 225km) scopriamo che i dolori muscolari sono aumentati, e anche la passeggiata a piedi del borgo (che richiede non più di mezz’ora) diventa una sofferenza.

14 Agosto – Cominciamo a nutrire dubbi sulla nostra metà di metà viaggio. Il tempo sull’Atlantico non promette bene, e per quanto ci siamo attrezzati, viaggiare sotto l’acqua non è mai bello. Inoltre pur facendo molte telefonate, a San Sebastian non c’è un buco libero nei giorni a cavallo di Ferragosto, nemmeno in alberghi super cari. Ma intanto ci mettiamo in viaggio; prima tappa Olite, sede di un castello che sembra uscito da uno di quei libri tridimensionali per bambini, bellissimo e ben tenuto. Ci ristoriamo e proseguiamo, ma nel frattempo abbiamo deciso; punteremo verso Sud per poi tornare indietro. Consultando le nostre cartine e le guide decidiamo che un punto tappa interessante può essere Soria, e via in sella! Non si può dire che Soria sia brutta; è un capoluogo piuttosto grande ed elegante, ma non ci soddisfano nè le sistemazioni che troviamo, nè le prospettive di escursioni da fare nei dintorni. Siamo stanchi ed avviliti, ma prendiamo il coraggio a due mani e decidiamo di ripartire. Stavolta chiedo al Beverly di fare gli straordinari e tengo una media decisamente più sostenuta per non arrivare a Saragozza troppo tardi. Il paesaggio nel frattempo è monotono, ma le strade continuano ad essere perfette. Arriviamo a Saragozza stanchi ed annoiati da una tappa lunga e meno attraente delle altre. Eravamo già stati a Saragozza anni fa, sempre di passaggio, ed è un peccato essere così distrutti da non uscire nemmeno la sera. Crolliamo nella stanza del nostro albergo alle dieci di sera, dopo aver percorso 365km.

15 Agosto – Ci saremmo fermati volentieri a Saragozza, che ha molte attrattive, ma rimanere in una grande città il giorno di ferragosto è una desolazione, per cui partiamo, direzione sud-est. Stiamo tornando indietro, eccitati dal cambio di programma e dall’idea di riavvicinarci gradualmente al mare. Facciamo sosta ad Alcanìz, uno dai tanti (bei) paesini che spuntano sulla cime delle aride colline aragonesi, e proseguiamo in direzione Morella, che le nostre guide segnalano in rosso. Il paesaggio nel frattempo diventa più vario, alternando rocce a terra rossa ad improvvise oasi boschive, tra rettilinei ed improvvisi tornanti che esaltano l’elasticità del nostro scooter. Arrivati dopo 178km a Morella, magnificamente racchiusa da una cerchia di mura maestose, scopriamo con enorme sorpresa che siamo alla vigilia dell’ “encierro”, ovvero la corsa dei tori (parente piccolissimo del famoso encierro di Pamplona); scopriamo con altrettanta sorpresa che c’è posto in un albergo nel borgo, e per di più a prezzi onesti. Ci caliamo nel clima elettrico di festa della vigilia, che fa crescere l’eccitazione di tutti, tra canti e abbondanti bevute, fino alla presentazione dei tori nella piccola Arena di Morella (tori…Beh, vitellini con le corna). Morella è piacevolissima e divertente, merita sicuramente la sosta; e poi è uno degli ultimi paesi dell’Aragona centrale che preannunciano il mare, distante appena 60km. 16 Agosto – Siamo euforici; il cambio improvviso di programma, un vero salto nel buio, si è rivelato vincente! La tv continua a mostrare un meteo pieno di pioggia sul versante Atlantico, mentre noi ci godiamo un clima perfetto per viaggiare. Bene, adesso andiamo al mare! La costa tra Barcellona e Valencia non brilla per bellezze naturali, ma è pur sempre mare e puntiamo su Peniscola, che la nostra guida promette essere uno dei posti meno devastati dal turismo di massa di quel tratto di costa. E’ una tappa breve (92km) per cui avremo presumibilmente il tempo di cercare posto nonostante il periodo da bollino rosso. In effetti Peniscola rappresenta un piccolo stacco dalla monotona piattezza di quel tratto di costa, in quanto si sviluppa (almeno la parte vecchia) su uno sperone di roccia, un promontorio che ci ricorda la nostrana Gaeta. Fuori dal cerchio storico si sviluppa in maniera abbastanza desolante un luogo di villeggiatura molto simile alle nostre Rimini et similia, per cui turandoci il naso cerchiamo una sistemazione. Troviamo uno dei pochi hotel “umani”, ovvero su soli tre piani a 50 camere (contro la media di 15 piani e 500 camere). Caro ma bello, e di fronte al mare; in fondo ci meritiamo un po’ di relax, e poi tutto sommato la Spagna mantiene ovunque un’atmosfera che ti porta all’allegria ed al sorriso. Dobbiamo dire, e ci dispiace dirlo facendo un confronto con l’Italia, che in circo 2000km percorsi in totale, non abbiamo mai trovato posti indecorosi, scempi ambientali (a parte le costruzioni costiere) ed esempi di malcostume e mancanza di rispetto per la propria terra, che purtroppo da noi sono ben frequenti. Inoltre la gente è sempre cordiale senza essere invadente.

17 Agosto – Peniscola non sarà certo un posto da urlo, ma decidiamo di trascorrere un giorno di mare e relax prima di risalire verso Barcellona, e ci abbandoniamo ad una vita da spiaggia che ci ristora totalmente in vista delle ultime tappe 18 Agosto – Abbiamo deciso di risalire verso Sitges, uno dei posti più “a la mode” della costa sotto Barcellona, famoso già nell’800 e oggi meta di un turismo modaiolo, chic e luogo prediletto dai gay. Dopo 160km di strada costiere piuttosto anonima come da previsioni, Sitges ci sorprende, per la sua eleganza liberty che ricorda certi posti della costa azzurra, per le ville che si sviluppano bellissime, discrete e ordinate attorno ad un centro storico raccolto e bellissimo, oltre che ben tenuto. Avevamo paura di arrivare in una sorta di Montecarlo in piccolo, per figli di papà e discotecari, invece scopriamo un luogo piacevolissimo, anche se ovviamente ancora affollato e più caro della norma (siamo a soli 40km da Barcellona). Abbiamo deciso, sacrificheremo una notte a Barcellona, per restare un giorno in più qui a Sitges.

19 Agosto – sole relax e passeggiate a zonzo lungo la costa, giusto per far sentire al Beverly che non ci siamo dimenticati di lui.

20 Agosto – Siamo arrivati alla fine, fortunati e contenti, per aver evitato tutti i possibili inconvenienti a cui avevamo previsto di andare incontro durante il viaggio (nessuna prenotazione o quasi, clima, problemi meccanici) e ci apprestiamo a dare il nostro ennesimo omaggio a Barcellona, che visitiamo per la quarta volta, ma stavolta in scooter, per cui ci ripromettiamo di vedere cose che avevamo tralasciato in passato. In realtà questo è impossibile, perchè Barcellona si rinnova con velocità e intensità sorprendente, per cui non ti stanca mai. Visitiamo la collina verdissima del Montjuic, sede della maggior parte degli impianti sportivi delle Olimpiadi da cui è partita la rinascita di questa città cosmopolita è vivissima. Il pomeriggio ci addentriamo nei vicoli attorno al museo Picasso, una zona che sta diventando sempre più interessante, con locali, ristoranti, negozi e gallerie d’arte che spuntano come funghi. La sera ci perdiamo nelle decine di locali della Barceloneta, il lungomare a nord del porto che è diventato la meta estiva della vita notturna di barcellonesi e turisti. Insomma, l’ennesima conferma. Di Barcellona, della Spagna, e di quanto sia bello viaggiare in scooter.

p.S. Abbiamo percorso in totale 1980km, che diventano 2500km se consideriamo lo spostamento Caserta-Civitavecchia andata e ritorno. Nessun problema al mezzo. Avevamo regolato le sospensioni allo scatto più duro, ed avevamo due borse laterali di tipo universale a bisaccia, oltre al bauletto posteriore, uno zaino sulle spalle di Paola (che poggiava sul bauletto) ed una piccola borsa per documenti e cartine nel piccolo spazio davanti alla sella.

Indirizzi consigliati: Calella de Palafrugell – Ristorante La Gavina, Ristorante Sol y Mar (ottimi entrambi, il primo un po’ più caro) Girona – Rist. El Balcò (specializzato in carne alla brace, ottimo) Barbastro – Gran Hotel Ciudad de Barbastro (4 stelle ristrutturato di design nella piazza centrale del paese… Non so se era una promozione del primo anno, ma 72€ per una doppia rispetto al comfort e al livello sono nulla). Rist. Bodega del Vero (da provare!!! è la vecchia cantina di un negozio di ortofrutta, impossibile capire che c’è un locale del genere se non ve lo dice qualcuno. Raffinatissimo e di grande charme nel servizio e nel livello della cucina, anche se ovviamente caro) Sos del Rey Catolico – Parador Sos del Rey (non è forse il miglior parador di Spagna, ma almeno una sosta in uno di questi luoghi bellissimi è da fare. Le guide dei paradores sono disponibili presso i paradores stessi o gli uffici turistici) Saragozza – Hotel Reina de Aragona (4 stelle centralissimo a 66€. Nelle grandi città in estate è facile trovare occasioni come questa) Peniscola – La Cantona tasca bar (ambiente nolto carino nel centro antico, dove mangiare tapas e bere una buona birra) Hotel Hostaria del Mar (4 stelle caro ma meno triste della serie di albergoni in cemento sul lungomare, ottimo servizio) Mandarina Bar (terrazza bellissima per un lounge bar meno rumoroso della media dei locali costieri, ottimo per un cocktail) Sitges – Hotel Antemare (ottimo e con beauty center, piscina e un discreto ristorante) Rist. Fragata (posizione ottima sul molo nel centro storico. Raffinato e ottima cucina) Barcelona – Iratì Taverna Basca (uno dei nostri posti preferiti per le tapas a Barcellona…Sono tutte buone! funziona anche come ristorante, ma chi se ne frega!)



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