Noi che andiamo a Capo Nord

Viaggio in camper attraverso Norvegia, Finlandia e Svezia, passando dalla Danimarca
Scritto da: Nonnaadri
noi che andiamo a capo nord
Partenza il: 12/06/2011
Ritorno il: 08/07/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Noi che andiamo a Capo Nord

By Augusto e Adriana

Mezzo Motorhome Dethlefss I011 (piccolo, piccolo)

Km effettuati 10515

Noi che andiamo a Capo Nord

12 giugno domenica

Finalmente si parte, dopo aver votato viaaaa si inizia il grande viaggio. Il traffico è scorrevole e arriviamo al Brennero a mezzogiorno, sosta per la vignette e pranzo, c’è il sole ma fuori l’aria è fresca. Si attraversa l’Austria in un battibaleno e siamo in Germania, l’autostrada tedesca ci accoglie con le sue corsie larghe e un traffico intenso ma non caotico, notiamo l’assenza totale di camion, sono tutti fermi nelle aree di servizio, mi sa che domani ce li ritroveremo. Dopo una breve sosta a Erlangen, per sgranchirci un po’ le gambe, a 20 km da Wurzburg usciamo dall’autostrada e ci fermiamo per la sosta notturna in un paesino, Kitzing che ha un Monastero benedettino, cena e poi un giretto con sosta in un bar dove ci prendiamo una buona fetta di Strudel (caldo) con una buona birra, e si va a nanna, domani ci aspetta un’altra giornata di trasferimento.

13 giugno lunedì

Mah, forse è festa in Germania, traffico quasi inesistente fino alle 10 poi alè tutti fuori, tranne i camion. Oggi quindi abbiamo finito di attraversare la Germania e verso le 18 eravamo già in Danimarca. Prima, però, ci siamo fatti un giretto a Frensburg e al suo porto e breve sosta nell’ultimo negozio tedesco per cercare le bandierine. Avevo fissato la sosta ad Aabenraa, ma la cittadina è abbastanza grande quindi proseguiamo sulla strada 170 e arriviamo in un paesino dove non si vede un’anima viva, ma nelle case ci sono, carino e ci avviamo verso la spiaggia, lì abbiamo sostato per la cena, con il mare a pochi passi e una pioggerellina sulla testa che poi ci avrebbe accompagnato per tutta la sera. Augusto non si sentiva sicuro, soprattutto per la strada e quindi siamo tornati al paesino dove abbiamo trovato un parcheggio di un supermercato che ci ha ospitato per la notte trascorsa in modo tranquillo. Domani si va Frederikshavn da dove poi partiremo con il traghetto, verso Oslo mercoledì, quindi quasi una giornata di relax in Danimarca.

14 giugno martedì

Come previsto si va a Fredrikshavn che dista circa 300 km dalla nostra ultima sosta, vogliamo controllare da dove ci dobbiamo imbarcare domani mattina, per non avere sorprese all’ultimo minuto e così, verificato che è tutto molto semplice e soprattutto ben segnalato, ci diamo una meta: in un primo momento avevo proposto Skagen che è l’ultimo paese dello Jutland quasi sulla punta estrema, ma una volta arrivati lì abbiamo visto i cartelli che indicavano questa punta (il Geren) che dista pochi km da Skagen e quindi ci siamo diretti verso il Geren, non prima però di esserci fatti una sosta pranzo in una area di sosta molto carina ombreggiata e soprattutto protetta dal vento che oggi soffia in modo impetuoso. Arrivati al Geren e parcheggiato il camper (in appositi spazi previsti per i camper!) ci siamo avviati a piedi verso questa punta lungo una spiaggia sabbiosa battuta da un forte vento, arrivati alla meta abbiamo guardato il mare del Nord e il Mar Baltico che lì si incontrano in modo un po’ agitato e poi abbiamo pensato bene di tornare con una specie di pullman trainato da un trattore che fa la spola (andata e ritorno costo 25 DKK a persona solo ritorno 15 DKK a persona). Sempre a piedi poi siamo andati a vederci il faro che è lì vicino, dopo di che abbiamo ripreso il camper per tornare a Frederikshavn, non prima di esserci fermati per fare benzina ed un po’ di spesa per il giorno dopo, visto che l’attraversata durerà 8 ore e che noi vogliamo essere autonomi. Abbiamo fermato il camper in un grande parcheggio vicino al porto e dopo aver fatto un biglietto per la sosta che copriva tutta la notte e chiusolo per benino ci siamo avviati per il centro di Frederikshavn, che vista l’ora (le 19) si presentava con tutti i negozi chiusi e ci siamo messia cercare un ristorante, che devo dire abbiamo trovato con fatica , perchè molti di quelli che abbiamo trovato o erano chiusi o stavano per chiudere, a quel punto mi sono spiegata perchè vengono sulla nostra Riviera, almeno si mangia e ci si diverte fino a tardi, inoltre una cosa che non capiamo è che hanno la luce del sole fino a tardi e quindi perchè non approfittarne, mah!! Abbiamo mangiato all’americana con due belle bistecche cotte bene.Dopo di che a nanna anche se il sole è alto perchè domani ci aspetta il traghetto e finalmente la Norvegia! Il Geren

15 giugno Mercoledì

La notte, nonostante la posizione potesse sembrare poco felice, invece è trascorsa nella quiete più assoluta, con nessun disturbo e molto tranquilla. La prenotazione on line effettuata circa un mese fa da casa si è rivelata efficace così ci imbarchiamo con una nave della Stena Line che dentro è molto accogliente. Ci troviamo un posticino comodo accanto a un finestrino, così da vedere il mare e un tavolino che ci farà da sala gioco e da sala pranzo. Una volta partiti e fuori dal porto il mare ha cominciato ad ingrossarsi e la nave di conseguenza a ballare un po’. Augusto a questo punto ha patito un po’, così ha passato un’oretta semisdraiato su un comodo divano con un strapuntino per le gambe, così da appisolarsi e far passare il peggio. Per fortuna il mare si è man mano calmato fino a risultare quasi piatto quando ci siamo addentrati nel fiordo di Oslo che ci accolto con le sue case minuscole le sue barche a vela. L’arrivo è stato puntuale, siamo sbarcati alle 18,30 e quindi ci siamo diretti verso il Campeggio di Ekeberg, che dista dal ponte di sbarco circa 5 km. Sistemato il camper e allestita una cena veloce ci siamo fatti due passi nei pressi del campeggio, domani ci aspetta il centro di Oslo. La luce… a proposito, è sempre presente e anche adesso che scrivo (ed è mezzanotte), fuori ci si vede ancora.

16 giugno giovedì

Oslo ci accoglie alla mattina con un bel cielo azzurro e un sole tiepido, così dopo esserci preparati ci avviamo in centro, non senza prima aver acquistato i biglietti per l’autobus che valgono 24 ore e ti consentono di girare per tutta la città con qualsiasi mezzo pubblico. Arriviamo alla Stazione centrale, che si trova in centro come in tutte le città e da lì cominciamo la nostra risalita verso la Radhus, che però oggi apre solo alle 12, nessun problema, l’ vicino c’è la fortezza di Akersus che visitiamo. All’interno della fortezza, oltre il castello è possibile visitare il Museo della Resistenza norvegese, ne consigliamo la visita, perchè e ben organizzato e fa capire un pezzo della loro storia. Dopo di che ci avviamo alla Radhus, non senza prima aver fatto qualche sosta nei negozi che la circondano, così tanto per curiosare. Finalmente ci siamo i portoni si aprono e siamo nella sala dove ogni anno il 10 dicembre vengono consegnati i premi Nobel, (l’ultimo l’ha ritirato Obama), vistiamo diverse sale imponenti e poi andiamo verso il Palazzo Reale perchè alle 13,30 lì si svolge il cambio della guardia a cui assistiamo curiosi e che ci lascia soddisfatti. Ora dobbiamo cercare il tram 12 che ci porterà a Vigelan Park e dopo l’aiuto di una gentile signora saliamo sul tram che in 7 fermate ci porta là. Tutta la struttura ci lascia esterefatti da tutte queste opere fino all’obelisco e alle statue che rappresentano le varie fasi della vita. Ora veramente la stanchezza si fa sentire e rientrati ad Aker Brygge con il tram ci sediamo in un bar per bere qualcosa e riposare un po’ le gambe. Il tempo è stato benevolo con noi le nuvole si sono alternate al sole, ma non ha mai piovuto. Rientriamo in campeggio consapevoli che più di così in una giornata non potevamo fare, ma soddisfatti. Cena in camper, anzi sul prato del campeggio e poi, dopo una passeggiata, a nanna.

Oslo Vigeland Park 17 giugno venerdì (mamma mia!)

Va bene, dopo una doccia gelata, ma che il tepore del camper ha saputo mitigare si parte verso Flam, e accidenti a me e a non fidarmi del Tom Tom, sbagliamo strada, ma, recuperata la ragione, e ascoltate le istruzioni riprendiamo la marcia nel senso giusto, fino a prendere la E16 che ci porterà prima a Flam e poi a Bergen. Tutto bene il traffico è quasi inesistente e se non fosse la pioggia che da Oslo non ci ha lasciato un momento tutto perfetto fino ad una deviazione che ci viene imposta perchè la E 16 in quel punto è chiusa, solo che qui dire deviazione e fare più di 50 km in più è roba da ridere, così ci mandano sulla statale 53 che attraversa un paesaggio , che grazie al “clima“, sembra lunare, ghiacciai che ci circondano, un lago semi gelato e alcune casine, piccine, picciò colorate di scuro (Augusto dice per vederle meglio con la neve e secondo me ha ragione), non tutte Sembrano abitate, ma alcune sì e in più sul tetto hanno l’erba, sì, sì proprio l’erbetta dei prati, mah, sono strani questi Norvegesi. La vegetazione è tipica della zone di alta montagna con muschi e licheni e le rocce moreniche non si contano, bello anche vedere la neve che scivola verso l’acqua e il ghiaccio che ancora la copre. Poi si comincia a scendere con una pendenza notevole fino a ricongiungersi con la E16 all’altezza di Fodnes. Abbiamo fatto il tunnel più lungo,quello di 25 km, dopo di che siamo arrivati a Flam, il paesino è piccolo, ma data la presenza di un unico campeggio non si può sostare in sosta libera ci sono un sacco di divieti di sosta per i camper, soprattutto dalle 20 alle 6,e così ci rassegnamo ad andare al campeggio che comunque non troviamo caro come quello di Oslo. Cena e poi facciamo due passi per smaltire i km macinati e poi in camper a collegarmi col mondo visto che qui è possibile avere un collegamento Wi fi.

18 giugno sabato

Flam questa mattina si fa trovare con il sole e dopo una bella doccia calda e la colazione ci spostiamo dal campeggio e ci posizioniamo in un parcheggio vicino alla stazione. La mattina scorre veloce dedicandoci allo shopping nei centri che circondano la stazioncina. Alle 11,30 si pranza perchè il treno che abbiamo preso parte alle 12,20 e finalmente arriva l’ora e si parte. Il trenino è affollato, soprattutto si nota la presenza dei “crocieristi”. Lo spettacolo che si snoda dal finestrino è molto bello e le piccole casine si alternano ad aree boschive ed eccoci arrivati alla cascata di Kiofossen , qui il trenino fa una sosta più prolungata per permetterci di fare una foto intanto sale una musica e dall’alto di una roccia compare …la “fata della cascata”, dopo di che si arriva a Myrdal, dove effettivamente non c’è niente, ma scendiamo per sgranchirci un po’ le gambe e così… Il ritorno lo facciamo in piedi, ma vabbè tanto dopo staremo seduti per un po’ almeno fino a Bergen. A Flam intanto, ci accoglie una pioggerellina, è proprio ora di partire. Riprendiamo la E16 e si va verso Bergen. Impostiamo il navigatore sulle coordinate dell’area di sosta che abbiamo scaricato, ma una volta arrivati, ci accoglie un’amara sorpresa, nell’area è proibita la sosta (con tanto di camper barrato), nel frattempo arriva un altro camper italiano (targato Treviso) e il collega di sventura ci dice di essere già stato nell’altra area di sosta prevista dai vari forum e ci comunica che non esiste più nemmeno quella, insieme quindi ci spostiamo per trovare un altro parcheggio idoneo, che sembriamo trovare lungo una strada in salita lì parcheggiamo i mezzi e poi dopo esserci ben coperti, perchè Bergen ci accoglie con un sole fantastico e una luce incredibile, ma un freddo birichino, ci incamminiamo verso il Bryggen e il mercato del pesce. Ceniamo in un baracchino nel mercato del pesce e poi cominciamo a passeggiare lungo il porto, non senza notare il numero abbastanza alto di persone che (sono solo le 19,30) sono già ubriache. Veramente quello che mi viene da pensare poi durante la serata è che tutti quei ragazzi “stranieri”, italiani, spagnoli ecc. che si trovano nel mercato del pesce, siano assunti a bella posta per fare più affari con i turisti, che altrimenti, vista la difficoltà col linguaggio non si avvicinerebbero nemmeno ai banchi. I ragazzi sono senz’altro lì per guadagnarsi la pagnotta, ma gli affari sono affari e a mio avviso questi sono messi lì come esche, purtroppo ho paura di non sbagliarmi. Tornati al camper il nostro collega di sventura ci comunica di essersi accorto che anche su quella strada vige il divieto di sosta, in effetti poco prima di rientrare in camper avevamo fatto una passeggiata lungo la strada e molti camper se n’erano andati, e così lui si era spostato in un altro parcheggio a pagamento che si trovava più Avanti e dove era rimasto solo un posto. Noi veramente ci eravamo già cambiati per la notte, anche se non era nostra intenzione andare a letto. Ci abbiamo pensato un attimo e, memori del motto “Chi non mi vuole, non mi merita” abbiamo programmato il Tom Tom verso Hop, dove si trova la casa di E. Grieg, che era nostra intenzione visitare la mattina successiva. Arrivati in zona e trovata subito l’indicazione per il museo e la casa del compositore, ci siamo trovati un angolo veramente carino dove passare la notte in riva al fiordo.

19 giugno domenica

La scelta della sera precedente si è veramente rivelata azzeccata, il posto era carino, tranquillo e sicuro, con alcune case vicine, e la mattina dalla finestrina si vedeva il fiordo con alcune barche, come risveglio non c’era male. Quindi ci rechiamo alla casa di Grieg e relativo museo, che si rivela veramente bello e interessante, la casa e le sue stanza ci vengono inoltre spiegate da una ragazza in Italiano e senza che noi avessimo richiesto nulla. Alla fine ci godiamo un bel filmato su alcuni punti più importanti della Norvegia accompagnati dalla musica,ovviamente di Grieg. Lasciamo Hop con rimpianto e Bergen con piacere, devo dire che ci ha delusi, io che ho pianificato il percorso, mi aspettavo un po’ di più che non vedere gente che si ubriaca e urla e schiamazza e poi la fatica di trovare il posto ha fatto il resto. Oggi dopo Hop ci incamminiamo verso il Geiranger, quindi sarà una giornata di trasferimento, il sole che ci aveva svegliato la mattina , poi lascia il posto alla pioggia, prima una pioggerellina leggera poi veramente scrosci da diluvio. Il paesaggio comunque si fa sempre più alpino con le cime dei ghiacciai innevati e il fiordo che scorre impetuoso. A Oppdal prendiamo il primo traghetto norvegese e paghiamo 109 nok e tutto procede bene con una velocità che ci strabilia: tempo di attesa minimo, all’arrivo dall’altra parte pranziamo e poi proseguiamo verso Byrkjelo, perchè nel mio itinerario ho pensato di arrivare a Geiranger da Helesylt, così mi godo tutto il fiordo dal traghetto (vediamo poi se sarà così o no). La strada è abbastanza bella a parte un punto dopo Byrkjelo, dove, oltre che essere stretta , sono in corso dei lavori e quindi le difficoltà si sommano. Arrivati a Hornidal ci fermiamo per passare la notte in un’area di sosta e ceniamo. Poi ci prepariamo per la notte ( che dire notte è una parola: adesso sono le 22,50 e ci si vede come di giorno, anzi meglio, perchè prima mentre pioveva era quasi buio, ma adesso sembra essersi rasserenato e quindi c’è una luce incredibile).Ma invece no ecco che si decide di raggiungere Hellesylt e dormire là così siamo più tranquilli per domani mattina. Facciamo quindi anche questi 12 km che ci separano e incontriamo un alce e una cerbiatta che alla nostra vista cercano di nascondersi nel bosco, ma non troppo perchè vogliono vedere chi è che passa sul loro territorio. Arrivati a Hellesiylt ci accodiamo ad un camper tedesco già in linea per la partenza di domani, non senza accorgerci con meraviglia che in questo paesino c’è una grande cascata che si trova a pochi passi dal porto. Stavolta è proprio ora di dormire.

La cascata di Helesylt 20 giugno lunedì

Il traghetto parte puntuale e noi siamo pronti. Penso sarà uno dei traghetti più lunghi che attraversa tutto il fiordo di Geiranger così ci permetterà di gustarci ogni angolo. Lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è bellissimo, peccato una pioggerellina che guasta un po’ la scenografia. Passiamo davanti alle sette sorelle e al loro pretendente che si trova sul lato opposto, poi c’è il velo da sposa. Questo traghetto ci riserva una bella sorpresa, tra le varie voci che si alternano con spiegazioni, oltre al norvegese, l’inglese, il tedesco, si aggiunge una bella spiegazione in italiano, se si aggiunge che verso la fine del viaggio si sente una bella musica di Grieg e la canzone “Partiro‘”, veramente questo tour merita tutto il viaggio (salvo per la pioggia, ma che si può fare, non si può avere tutto). Arrivati a Gieranger facciamo una breve sosta in un supermercato per una piccola spesa e poi, non senza prima aver guardato bene la carta stradale, si parte…la strada delle aquile ci aspetta (veramente aspetta Augusto, visto che è lui che guida) e cominciamo la salita. La strada è a tornanti ed è molto stretta, fortunatamente spesso ci sono delle piazzole per poter Fermare la macchina per lasciare lo spazio a chi arriva in senso contrario. Lo spettacolo che il Paesaggio ci offre è veramente vario,si passa dal bosco alla roccia, che rende il tutto più “lunare”. Al passo ci fermiamo per le foto e poi giù con una notevole pendenza e i tornanti, ma alla fine va tutto bene e, arrivati nell’ultimo punto ristoro del passo ci fermiamo per altre foto e il pranzo. Il pomeriggio ci dirigiamo verso Kristiansund, dove troviamo un campeggio abbastanza vicino al centro, così, sistemato il camper, a piedi ci avviamo verso il centro di questa bella cittadina che si stende su una lingua di terra e che si raggiunge attraversando due ponti e due tunnel sotto l’acqua. Dopo una bella passeggiata torniamo al campeggio cena e a nanna, stasera siamo veramente stanchi.

Le sorelle L’innamorato (deluso)

21 giugno martedì

Stamattina ce la siamo presa comoda, oltre ad alzarci tardi, rispetto alle nostre abitudini, e dopo una buona colazione abbiamo usufruito delle docce veramente gradevoli del camping ( 1 non erano a pagamento, 2 non avevano un tempo di scadenza). Quindi dopo aver lasciato il campeggio ci siamo recati in un parcheggio abbastanza vicino al centro che prevede anche alcuni stalli per camper (il costo della sosta e di 7 nok all’ora, per tutta la giornata, invece si pagano 35 nok e sei in regola fino alle 18, dopo la sosta è consentita ed è gratis. Inoltre si può pagare con carta di credito e quindi abbiamo pensato di spendere 35 nok così avevamo meno l’ansia dell’ora che scadeva, poi ci siamo incamminato verso il Nordfishk Museum che bisogna raggiungere con un piccolo traghetto interno (26 nok a testa) chiedendo di fermarsi al museo, infatti lì la fermata per il traghetto non è obbligatoria, quindi per ritornare bisogna chiedere alla reception del museo, di telefonare al traghetto, se no si rischia di fare la nostra fine: di vedere passare in lontananza il boat e di restare davanti al museo al freddo per un bel po’. Comunque il Museo è gradevole e le guide spiegano, un po’ a macchinetta, ma comunque interessante capire anche che tipo di vita conducevano, soprattutto le donne per la lavorazione del merluzzo. Tornati indietro, al camper abbastanza intirizziti, decidiamo di provare il ristorante Smia che si affaccia proprio sul parcheggio, viene anche consigliato dalla lonely planet, e così entriamo. La sala è calda e accogliente e decidiamo di assaggiare un piatto per uno di quelli tipici: Merluzzo alla Kristiansud e Merluzzo grigliato, solo che quando ci portano i piatti sono uguali, la ragazza ci spiega che per l’altro piatto mancano degli ingredienti e quindi ci hanno preparato solo il Merluzzo alla Kristiansud ch èe un umido con merluzzo patate, cipolle e pomodoro, veramente squisito e poi servito in bella ciotolona che si fa veramente fatica a finire, due birre e due caffè, per finire e il conto è di 660 nok pari a 86 Euro circa, ma ne vale la pena. Adesso con la pancia piena ricominciamo il nostro viaggio verso il Nord e stasera ci aspetta Trondheim, dove arriviamo verso le 20. Parcheggiamo il nostro camper in una zona periferica e dopo una buona cenetta leggera (riso, pomodori), chiudiamo tutto e andiamo a dormire anche se fuori c’è una luce incredibile.

Kristiansud 22 giugno mercoledì

Dopo una notte tranquilla ci accingiamo a visitare Trondheim e il suo Duomo, piove e fa freddo, ma dopo esserci ben equipaggiati, ci avviamo verso il centro e trovato un buon parcheggio ci avviciniamo al Duomo e che ci colpisce con la sua imponenza , l’interno è ancora più bello e se si pensa che il tutto è stato costruito nel 1030 sulla tomba del re Olav è ancora più impressionante, belle anche le vetrate. Qui vengono ancora oggi incoronati i re norvegesi, se questo può rendere l’idea della grandezza e della maestosità del luogo. Dopo aver visitato il Duomo facciamo due passi per il centro alla ricerca di una banca per cambiare le corone danesi che ci erano rimaste e così arriviamo fino alla stazione centrale dove ci viene indicato esserci un ufficio cambi. Lasciamo Trondheim e ci incamminiamo verso Bodo, il Circolo Polare Artico, il nostro fedele Tom Tom ci aiuta ad uscire dalla città e a prendere la E6 che si rivela abbastanza noiosa oltre che lunga, ma tanto è questa che dobbiamo fare. Arriviamo a Mo i Rana verso le 20 e cerchiamo l’area di sosta che è stata segnalata da un sito di camperisti e che non si trova a Mo I Rana, ma a 12 Km dalla cittadina…. ma ormai siamo qui e ci fermiamo per la sosta notturna , quindi cena e poi dopo aver guardato la cartina per il giorno dopo si va a nanna.

Trondheim la Cattedrale Area sosta a Mo I Rana

23 giugno giovedì

Notte tranquilla, nonostante la vicinanza della strada e la mattina al risveglio, sembra quasi sereno, dico sembra perchè dopo tanti giorni di pioggia ho paura che se ne accorgano e quindi mi mandi giù altra acqua…Oggi penso sarà meno un viaggio meno noioso che quello di ieri. Intanto a pochi km dall’area di sosta si raggiunge il circolo polare artico, il paesaggio man mano che ci avviciniamo a questa meta diventa da verde e rigoglioso a brullo e in buona parte ancora innevato, in alcuni ruscelli scorre l’acqua sì ma in parte si intravede ancora il ghiaccio. Arrivati al Circolo Polare e dopo esserci scattati le foto ci compriamo il certificato del nostro passaggio da questa meta, che metteremo accanto a quello che abbiamo fatto in Portogallo. Ripartiamo dal Circolo Polare artico, non prima di avere fatto la nostra montagnetta di sassi, e andiamo alla volta di Bodo. Ad una trentina di km da questa città deviamo per andare a vedere il Malstrom ovvero i gorghi d’acqua che si formano a seguito dell’incontro delle acque di due fiordi e delle maree, infatti i gorghi, a seconda della marea, cambiano il loro senso. Ora però dobbiamo andare a Bodo e verificare dove si trova l’imbarco per le Lofoten e a che ora parte. L’imbarco è presto trovato, visto che si trova poco distante dalla stazione ferroviaria e il traghetto parte alle 15 e visto che sono le 14 ci accodiamo, paghiamo e partiamo, non prima di esserci preparati un pranzetto veloce e anche il caffè. L’imbarco e la partenza si susseguono in modo abbastanza rapida adesso dobbiamo solo far passare le 3 ore e1/2 che ci separano dalle Lofoten. Il viaggio è stato ottimo, e non molto affollato il sole ci ha accompagnato dando anche un bel colore blu al mare e ci è piaciuto vedere avvicinarsi quella striscia di terra. Una volta sbarcati ci siamo diretti verso A, dove abbiamo trovato un punto sosta in piano sterrato, ma molto tranquillo e vicino al Museo dello Stoccafisso. Ci sono altri 4 camper e quindi stanotte non dormiamo soli. Domani si va alla scoperta delle Lofoten e dei suoi villaggi di pescatori.

24 GIUGNO VENERDÌ Il Circolo Polare Artico Le Lofoten si avvicinano

Diciamo subito che questa è stata la giornata dei fuori pasto, comunque andiamo con ordine, notte sempre tranquilla e alla mattina una buona colazione, un ultimo giro di Augusto per salutare A e i suoi pescatori e poi si parte Reine ci accoglie ancora assonnata, i turisti dormono ancora e i negozi cominciano ad aprire i battenti, ma lascia comunque intravedere la sua grazia e bellezza, dire che ogni angolo di questi villaggi ci incantano, è poco, sembriamo proprio alla scoperta di un nuovo mondo. Poco dopo Reine e poco prima di Hamnoya vediamo un negozietto che ci attira e. fermato il camper entriamo, e lì è il primo fuori pasto: ci sono persone che comprano il pesce e alcuni “indigeni” che comprano dei panini con il pesce e così decidiamo di comprarcene uno: è un panino caldo con insalata, salsa e salmone affumicato, una vera delizia, certo è che sono le 10 e a questo punto il pranzo è servito. Continuiamo sulla strada E10 e ogni angolo è buono per fare una sosta e scattare foto, fino a che verso le 16 Augusto, passando sempre con la E10 da un paesino Kabelvag, intravede dei banchetti, ci fermiamo e sembra sia una specie di festa di paese con tanto di musica e stand gastronomici, fanno anche la pizza, ma non ci convince. Dell’ultimo banchetto che visitiamo, cuociono delle bistecche e chiediamo di che cosa sono, anche perchè hanno un aspetto invitante: è balena!! Gasp, che fare la voglia di assaggiarla è più forte di qualsiasi opposizione ambientalista, ma loro qui la mangiano comunemente, non è la prima volta che nei negozi di pesce vediamo esposti pezzi di questa carne. Devo dire che comunque è una carne buona, praticamente sembra di mangiare una buona bistecca di filetto di manzo, ma delle migliori, tenera e saporita. Poco fuori dal paese si trova la Lofoten Katedralen, che visitiamo. Dopo questa digressione mangereccia e poco ambientalista, ci dirigiamo verso la prossima meta che sarà Andenes, ci arriviamo che sono già le 21. ma il sole splende ed è ancora alto e questo ci fa sembrare tutto più facile. Dopo aver sistemato il camper nel campeggio ceniamo una bella doccia e… il sole a mezzanotte, finalmente riusciamo a vederlo (dopo tanti giorni di pioggia). Chiudiamo la serata che il sole è ancora alto e lontano nel mare si vedono dei pesci molto grandi affiorare che siano già le balene che ci salutano per domani? Buona Notte!

25 giugno sabato Il sole a mezzanotte

Stamattina sveglia presto perchè al campeggio hanno detto che le iscrizioni per il Whal safari cominciano alle 8 e noi alle 8,05 siamo davanti all’ufficio prenotazioni, solo che le partenze previste per la giornata di oggi sono alle 17 e alle 21. Ci consultiamo velocemente e decidiamo di lasciare perdere, anche perché, vorrebbe dire passare tutta la giornata ad Andenes, dove sinceramente oltre all’organizzazione di questi safari non c’è molto altro ,e ci mettiamo in coda per il traghetto che ci porterà sulla strada per Tromso. Il traghetto parte alle 9 e così ci mettiamo in fila con qualche auto e un camper che sono già sulla banchina. Il mare è molto mosso e il traghetto “balla” molto, Augusto è preoccupato per il camper, gli addetti fanno un giro fra i passeggeri a chiedere se è stato messo il freno a mano e qualcuno, vedo che corre giù a farlo, noi siamo a posto. Trascorsa circa un’ora e mezza siamo al porto di Grillefjord per intraprendere la nostra marcia di avvicinamento a Tromso. Lungo la strada incontriamo un posto “magico, una specie di piccolo parco di divertimenti sui Trolls, ne approfittiamo per fare alcune foto, perchè veramente il posto è molto carino e anche le persone che ci lavorano sembrano avere a cuore quello che stanno facendo, il profumo che arriva dalla cucina sarebbe molto invitante, ma decidiamo di proseguire. Non so bene cosa sia successo quando ad Andenes avevo impostato il Tom Tom, fatto sta che dopo questa “magica sosta”, arrivati ad un bivio, ci manda su una strada secondaria, a quel punto comincio a guardare la carta stradale, ma non trovo nomi di paese, anche perchè all’inizio dei nuclei abitati, non ci sono cartelli, in compenso ci troviamo ad attraversare gallerie, molto strette, finalmente riusciamo a capire che direzione ci ha dato e vediamo con orrore che ci manda a prendere un traghetto da un paesino incastrato alla fine di un fiordo e che arriva sì a Tromso, ma la traversata, almeno sulla carta è molto lunga cerchiamo così di riprendere la strada normale che avremmo dovuto percorrere la 86 per poi ricongiungerci prima con la E6 e poi con la E8 verso Tromso. Così passiamo buona parte della mattinata a cercare di uscire da questa situazione, finalmente ecco la 86 e anche se il Tom Tom dice “torna indietro appena puoi” noi seguendo la vecchia maniera, carta e cartelli stradali, ritroviamo la strada e così anche la tecnologia si adatta. Arriviamo a Tromso, veramente stanchi. Abbiamo trovato un buon parcheggio per il centro vicino alla Coop , è a pagamento ma solo fino alle 18 e visto che mancano 5 minuti mettiamo 5 nok e appena appiccicato il bollino, vediamo passare un addetto che controlla tutte le vetture che siano in regola. La cittadina è veramente graziosa con un bel porto, e oggi si corre la “Maratona del sole di Mezzanotte” quindi il centro è affollato e i bar e i ristoranti pure, anche se notiamo che sono solo le 18. Nella piazza è montata una tenda Sami, dove ci vogliono offrire cibo, ma veramente, per noi è ancora un po’ prestino, da quando siamo qui, non si cena prima delle 21, fatto un giretto riprendiamo il camper per raggiungere l’area sosta, che è sì carina e gratuita, ma un po’ lontana da tutto e questo ci dispiace un po’, ma decidiamo di restare e a risollevarci un po’ il morale, passano gli “alteti” della maratona che vivacizzano la serata, dopo di che cena, partita a carte e a nanna. Il Parco divertimenti dei Trolls Tromso

26 giugno domenica

Oggi è domenica e anche noi ce la prendiamo con calma, ci alziamo e colazione, poi si parte verso la visita di Tromso, che oggi ci accoglie con una calma quasi surreale, i negozi sono quasi tutti chiusi, ma tutto questo ci consente di guardare con calma sia il bel Comune che la bella Biblioteca, situati in unico grande palazzo tutto di vetri. I contrasti architettonici, di questa cittadina si notano forse di più che da altre parti perchè non è molto grande, e comunque non stonano affatto entriamo nella cattedrale e poi anche nel Comune, che straordinariamente è aperto visto che devono effettuare le premiazioni di coloro che hanno partecipato alla maratona di ieri sera. Arriviamo anche di fronte all’ingresso del Polar Museo dove troneggiano delle fiocine, quindi dopo aver fatto una buona merenda ci avviamo verso il camper, con cui vogliamo riprendere la strada verso Alta. Ma prima scattiamo anche qualche foto alla Cattedrale del Ghiaccio, una struttura modernissima che non stona affatto in tutto il contesto. Riprendiamo così la strada, lasciando un po’ del nostro cuore a Tromso. Il percorso che abbiamo scelto è quello che esclude i traghetti, e così facciamo, sì un centinaio di Km in più, ma il panorama ci ripaga di questa nostra scelta. Infatti arrivati a Storbukt tinden ci fermiamo ad un’area di sosta posta su una collinetta e da lì si apre un panorama unico, almeno per noi per la sua bellezza. Nell’area è anche presente un negozietto di souvenir Sami, che accetta anche Euro, e che mostra alcuni manufatti di questa parte di popolazione. Arriviamo ad Alta verso le 18 e troviamo un grande parcheggio in un’area commerciale. Lì ritroviamo Paolo e Katia, di Treviso, che avevamo già incontrato a Bergen , così dopo aver fatto due chiacchere sui rispettivi percorsi e sulle nostre impressioni sul paese che ci ospita, decidiamo di andarci a mangiare una pizza, che detta così sembra un’eresia, però non abbiamo trovato in zona nessun ristorante che potesse offrirci qualcosa di più locale. Peppes Pizza ha negozi in tutto il paese e devo dire che non si mangia una pizza malvagia, bisogna solo stare attenti alla misura, visto che la misura media, corrisponde ad una nostra pizza, mentre la large è veramente large. Usciti dal locale ci accorgiamo che nel frattempo è uscito il sole, così ci spostiamo col camper in una zona più vicina alla spiaggia e al mare per osservare ancora il sole a mezzanotte. Poi tutti a nanna. Area sosta lungo la strada di Alta Alta il sole a mezzanotte

27 giugno lunedì

Ancora una notte tranquilla e il risveglio ci fa trovare anche un bel sole e un cielo azzurro. Andiamo così verso il Museo di Alta e suoi graffiti rupestri. Il museo è molto ben organizzato, ci viene consegnata una guida in italiano e la mappa del sentiero, che comunque è ben evidenziato. I graffiti si snodano infatti lungo un sentiero che circonda circa la metà dello stabile del museo stesso, per visitarlo occorre circa un’ora e mezza che viene resa gradevole dal sole e dal bel panorama che circonda il tutto. Fatta la visita lasciamo Alta alla volta della META Nordkapp. Cominciamo ad incontrare le prime renne che ci attraversano la strada, sono giovani e alcune hanno appena un accenno di corna, mentre altre le hanno già belle evidenti, inoltre ai bordi della strada ci sono ancora cumuli di neve, il paesaggio diventa man mano più brullo, privo di alberi. Abbiamo visto lungo la strada piccoli insediamenti abitati, che non oso chiamare paesi, ma che davano l’idea di posti adatti alla pesca, con piccoli porticcioli con due o tre barchine attraccate. Poi si comincia a salire e si fa il tunnel,usciti dal quale ci viene richiesto il pagamento di 507 Nok!! e l’ingresso all’area di sosta che costa circa 400 Nok!!(ma questa almeno vale 48 ore) insomma un po’ caruccia, anche in previsione che il tunnel si paga anche all’uscita. Ma il desiderio è troppo forte di arrivare e così tutti ci adattiamo. Arrivati al piazzale, dove già tanti camper sono fermi, posizioniamo il nostro e poi scendiamo per osservare questo posto. Siamo davanti al globo che tante volte abbiamo visto nelle foto di altri diari di viaggio, dentro, nel centro di visita, ci sono Bar Ristorante, il cinema (che proietta immagini sulla norvegia) e l’immancabile negozio di souvenir, inoltre sotto questa struttura percorriamo un tunnel che ci porta in un bar molto bello con tavolini e un palco, come se ci dovesse essere un spettacolo (ma qui l’unico vero spettacolo è la natura). Anche qui incrontriamo Paolo e Katia, ma qui l’avevamo previsto ad Alta che ci saremmo rivisti e cos’ ci salutiamo, visto che loro faranno un percorso diverso per il ritorno,restando sempre in Norvegia, mentre per noi è previsto il percorso Finlandia, Svezia e Danimarca.

27 giugno lunedì

Ancora una notte tranquilla e il risveglio ci fa trovare anche un bel sole e un cielo azzurro. Andiamo così verso il Museo di Alta e suoi graffiti rupestri. Il museo è molto ben organizzato, ci viene consegnata una guida in italiano e la mappa del sentiero, che comunque è ben evidenziato. I graffiti si snodano infatti lungo un sentiero che circonda circa la metà dello stabile del museo stesso, per visitarlo occorre circa un’ora e mezza che viene resa gradevole dal sole e dal bel panorama che circonda il tutto. Fatta la visita lasciamo Alta alla volta della META Nordkapp. Cominciamo ad incontrare le prime renne che ci attraversano la strada, sono giovani e alcune hanno appena un accenno di corna, mentre altre le hanno già belle evidenti, inoltre ai bordi della strada ci sono ancora cumuli di neve, il paesaggio diventa man mano più brullo, privo di alberi. Abbiamo visto lungo la strada piccoli insediamenti abitati, che non oso chiamare paesi, ma che davano l’idea di posti adatti alla pesca, con piccoli porticcioli con due o tre barchine attraccate. Poi si comincia a salire e si fa il tunnel, usciti dal quale ci viene richiesto il pagamento di 507 Nok! E l’ingresso all’area di sosta che costa circa 400 Nok!!(ma questa almeno vale 48 ore) insomma un po’ caruccia, anche in previsione che il tunnel si paga anche all’uscita. Ma il desiderio è troppo forte di arrivare e così tutti ci adattiamo. Arrivati al piazzale, dove già tanti camper sono fermi, posizioniamo il nostro e poi scendiamo per osservare questo posto. Siamo davanti al globo che tante volte abbiamo visto nelle foto di altri diari di viaggio, dentro, nel centro di visita, ci sono Bar Ristorante, il cinema (che proietta immagini sulla Norvegia) e l’immancabile negozio di souvenir, inoltre sotto questa struttura percorriamo un tunnel che ci porta in un bar molto bello con tavolini e un palco, come se ci dovesse essere un spettacolo, (ma qui l’unico vero spettacolo è la natura). Anche qui incontriamo Paolo e Katia, ma qui l’avevamo previsto ad Alta che ci saremmo rivisti e cos’ ci salutiamo, visto che loro faranno un percorso diverso per il ritorno,restando sempre in Norvegia, mentre per noi è previsto il percorso Finlandia, Svezia e Danimarca.

28 giugno martedì I graffiti di Alta Nordkapp

La notte è passata con un vento impetuoso e freddo che si è fatto sentire fino a mattino, ma al nostro risveglio non c’era il sole, come c’era da aspettarsi dopo tanto vento, ma una bella nebbia, comunque noi ce la siamo presa un po’ comoda e all’ora di partire la nebbia aveva lasciato il posto ad un sole splendido e a un cielo azzurro. Cominciamo così la nostra fase di ritorno e ci avviamo verso la Finlandia, non prima di aver dato un’occhiata al Sami Park di Karashiok, che è molto carino e che spiega bene che tipo di vita conducono i Sami. Nel negozio che si trova nel Parco c’è anche la possibilità di farsi restituire i soldi spesi nei negozi Tax Free e di cui bisogna conservare sia lo scontrino che una particolare ricevuta. Riscossi i soldini si risale sul camper e attraversiamo il confine, sperando che di là ci sia subito un rifornimento di benzina, visto che ne abbiamo bisogno, ma la strada si snoda dritta all’interno di un parco Nazionale senza incontrare case o altre testimonianze di esseri viventi, a parte alcune renne che si lanciano ad attraversare la strada quando meno te lo aspetti. Al bivio con la E75 un motociclista fermo sul ciglio della strada chiede un passaggio mostrando una piccola tanica di benzina per arrivare al distributore più vicino che pare, dai cartelli, disti 5 km. Anche noi abbiamo bisogno di fare benzina e così decidiamo di caricarlo e di dargli una mano e così tutti insieme arriviamo alla prima stazione di servizio, e ci impressiona un po’ tornare agli euro. Il costo della benzina è leggermente inferiore che in Italia e comunque facciamo il pieno perchè domani ci aspetta un’altra tappa di trasferimento. A Inari troviamo un campeggio in riva ad un lago e, incontriamo una famiglia della provincia di Cuneo, che sta facendo il nostro giro, ma al contrario e ci chiedono che strada è meglio prendere per arrivare a Nordkapp, preso l’atlante stradale e insegnato la strada ci soffermiamo un po’ per spiegare tutto, o meglio una piccola parte di quello che abbiamo visto. Sistemato il camper, dopo una doccia ristoratrice a nanna.

29 giugno mercoledì

Partenza dal campeggio con calma, non abbiamo fretta e poi qui abbiamo imparato che sono un’ora avanti, così bisogna risistemare tutti gli orologi, ma io decido di lasciare il mio con l’ora e della Norvegia e dell’Italia, mentre Augusto, cambia il suo. Poi vedrò cosa fare in Svezia, se anche là ci sarà lo stesso problema. Incontriamo lungo la strada ancora delle renne, ma sembrano essere anche loro un po’ addormentate. La nostra meta di oggi è Rovaniemi e il Santa Claus Village, non ho nessun indirizzo di riferimento ma penso che non sarà difficile da trovare. Infatti, dopo un buon pranzetto, nel volgere di un’oretta ecco che a sinistra lungo la strada, prima di entrare in Rovaniemi, ecco il villaggio di Babbo Natale. Fuori c’è un sole accecante ed è un caldo tremendo (forse noi sentiamo di più lo sbalzo di temperatura visto che veniamo dai 4 gradi di Nordkapp), ma nell’aria risuonano le note dei canti di Natale e poi entrare nell’ufficio di Babbo Natale, ha del fantastico. Si entra in un corridoio molto buio, con luci soffuse e un Tic Tac abbastanza soffuso ma profondo, forse segna il tempo che manca al suo grande giorno, poi dopo una breve attesa, veniamo accolti da Babbo Natale in persona che ci accoglie in inglese, che anche per lui deve essere diventata la lingua Internazionale per farsi capire, poi dopo averci fatto accomodare al suo fianco, ci siamo lasciati fotografare con la più bella favola della vita. All’uscita altro corridoio buio ma stavolta ad illuminarlo in modo fioco c’erano diversi alberi di natale con le loro lucette. Scelta la foto ce la siamo portata via come ricordo di quest’incontro. Riprendiamo il camper e ci avviamo verso la città di Rovaniemi, che troviamo bella e verde con un gran fiume che l’attraversa, sull’altra riva del medesimo alcune persone prendono il sole e fanno il bagno: Facciamo anche due passi nella zona pedonale del centro e scopriamo che oggi inizia il Festival del Foklore e che tanti gruppi provenienti da molte patti del mondo stanno presentando un assaggio delle loro esibizioni. Poco distante un signore, vestito in costume, regge una bandiera italiana e quindi mi avvicino per chiedere da dove vengono: sono il gruppo “I bej” di Erba , le ragazze portano in fatti il costume e l’acconciatura tipica di quelle zone. Guardiamo due o tre balletti e poi dobbiamo allontanarci perchè scade il biglietto per il parcheggio, lasciamo così questa bella città, un po’ a malincuore, ma troveremo anche più avanti, posti simili. Stasera ci fermiamo in una cittadina Laurila, poco prima del confine con la Svezia, domani è un altro giorno.

Le renne finlandesi I “Bej” di Erba a Rovaniemi

30 giugno giovedì

Dopo una notte tranquilla ci svegliamo un po’ tardi per le nostre abitudini, ma siamo in vacanza o no e poi dopo una bella colazione partiamo oggi ci aspetta la Svezia, dove arriviamo dopo pochi km dal paese dove ci siamo fermati per la notte, la prima cosa che noto subito è un grande negozio Ikea che si vede all’ingresso del paese, tanto per capire che qui non si scherza. Poi una serie di centri commerciali ai quali non sappiamo resistere e ci affrettiamo a vederne uno. In un paese bisogna anche vedere come chi vi abita come fa la spesa, che cosa compra, dato anche questo tributo alla curiosità ci mettiamo in marcia e sia io che Augusto notiamo la larghezza delle strade e la facilità con la quale si percorrono, ci sembra un sogno, pensando da dove veniamo. Il paesaggio alterna visioni da altopiano con boschi di larici, abeti e betulle a quello fluviale con fiumi che scorrono verso il mare vicino. Vediamo lungo una strada un’insegna di una località Gammelstads patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e giriamo a destra senza tanto pensarci su, pochi km ed eccoci immersi in una pace e in silenzio surreale: un villaggio completamente isolato e con una chiesa che al suo interno mostra un ricchissimo altare e un pulpito maestoso. Dopo questa breve sosta riprendiamo la strada ma la curiosità ci porta ad entrare in un’altra cittadina a Lulea, così tanto per vedere il centro, e anche lì la nostra voglia di vedere cose nuove viene premiata, con una bella cittadina che si trova su un fiume e una bella chiesa, dove stasera si terrà un concerto d’organo e quindi l’organista stava provando alcuni brani, così da soddisfare oltre che la vista anche l’udito. Sosta per il pranzo in area ombreggiata e poi via di nuovo verso Umea, dove arriviamo prima di sera. Augusto vuole vedere il porto, e così deviamo dalla strada maestra e andiamo a vedere questo porto che sembra ancora più grande, visto che si trova sull’estuario del fiume Ume. Ormai si avvicina l’ora di fermare il camper per la notte e quindi decidiamo di entrare a Hornefors che è un paesino vicino ad Umea, ma più piccolo, qui scopriamo che è la città natale di Nordhal, famoso giocatore di calcio della nazionale svedese, prima e poi del Milan e della Roma, scattate le foto ci prepariamo una buona cenetta e dopo due passi per sgranchire un po’ le gambe sistemiamo il camper e buonanotte.

1 luglio venerdì

La mattinata si presenta soleggiata e da un po’ di giorni ce la prendiamo con più calma, visto che siamo in vacanza perchè correre, quindi ce la prendiamo comoda e partiamo puntando verso uppsala, che dista sì più di 400 km da dove siamo, ma vedremo di non farci prendere dalla fretta e dall’ansia, ma di fermarci ogni tanto come abbiamo fatto in questi giorni. Intanto comincia a piovere e la pioggia ci seguirà fino a Uppsala, dove invece troveremo tutto asciutto, come se non avesse piovuto una goccia, insomma questa pioggia non è poi così male, magari ci aiuta a pulire il camper che è proprio messo male!!Lungo la E4 vediamo un cartello che segnala un sito patrimonio dell’umanità, quindi giriamo a destra e siamo in pochi minuti nell’area di un parco naturale denominato Skuleberget, da qui partono diverse vie ferrate che affrontano un massiccio roccioso notevole, non invidio chi sta lassù (si vedono alcune figurine che si muovono alla ricerca di un appiglio), io per parte mia ho i miei problemi con le strade di montagna, finchè salgo tutto bene ma il pensiero della discesa mi terrorizza, mi rovina tutto il gusto dell’arrampicata. Dopo questa sosta riprendiamo la strada per poi fermarci ancora ad Harnosand, notevole cittadina con un bel porto, un bel centro e una bella cattedrale, che però al suo interno è tutta in ristrutturazione. Decidiamo quindi di riprendere la strada e stavolta la meta è un centro commerciale, dove trovare un ristorante, tipo self service, per il pranzo. Arriviamo così a Sundsvall, dove non c’è un centro commerciale, c’è un centro grande come una città, si va dall’Ikea a Toys e a tanti altri che non saprei come farvi riconoscere. Troviamo un self service e mangiamo un ottimo salmone con patate fritte poi si riparte, stavolta con l’obiettivo di arrivare a Uppsala senza più soste. Arriviamo infatti verso le 19, dobbiamo cercare dove sistemarci per la notte e quindi giriamo un po’ per il centro e troviamo un parcheggio in una stradina, siamo però molto vicino alle case, ceniamo e poi usciamo a piedi per una passeggiata, così da sgranchirci un po’ le gambe e vedere un po’ di vita di questa città. Nel girovagare e cercando di ritrovare la strada che ci porti al camper troviamo altri due camper fermi in Orphei Drangars Plats, uno tedesco e l’altro italiano, constatato che ci sarebbe ancora del posto, ci affrettiamo a riprendere il nostro per spostarci in questa “area sosta”. Ci riusciamo e sistemato il camper ci facciamo altri due passi nelle vicinanze, visto che c’è il fiume con due bei piccoli ponti e poco più in là un locale, dove, verso le 21 cominciano a suonare del buon swing. Stavolta rientriamo al camper per starci e, mentre io scarico le foto Augusto fa amicizia con gli altri camperisti, che stanno per andare verso la Norvegia, ma per loro non è la prima volta, ma che ci danno utili consigli per la visita di Stoccolma e sul campeggio. Informati e coccolati dalla musica che però non è assordante e si ascolta volentieri, ci apprestiamo ad andare a letto, buona notte.

Uppsala la Cattedrale Hornefors e Nordhal

2 luglio sabato

Stamattina, dopo una buona notte, forse un po’ calda per le nostre recenti abitudini, ci alziamo e fatta colazione ci apprestiamo ad un altro spostamento .I nostri vicini italiani partono abbastanza presto e li salutiamo i tedeschi li seguono a ruota e ci lasciano il loro biglietto per il parcheggio che scade alle 10, veramente in questo viaggio abbiamo incontrato non tante persone, ma quelle poche sono state sempre tutte molto amabili e simpatiche. Oggi andiamo a Stoccolma, ma prima di lasciare Uppsala andiamo vedere la cattedrale, che è la più grande della Svezia. Entriamo poco dopo le 9, la cattedrale è tutta per noi, entriamo e rimaniamo colpiti dalla grandezza, il punto più alto misura come una casa di 8 piani,ci godiamo la visita con calma e quando usciamo vediamo arrivare i primi pullman, così ci avviamo verso il camper e partiamo per la nostra meta. Impostato il Tom Tom sull’indirizzo del campeggio, partiamo.

Sull’autostrada, arrivati a Stoccolma ci sono lavori che riducono le carreggiate e che creano un imbuto di traffico, ma anche se lentamente riusciamo a raggiungere la nostra meta. Stoccolma ci accoglie con un bel sole caldo. Il campeggio è in un quartiere esterno di Stoccolma, con la fermata della metropolitana a cinque minuti, non hanno posti con la luce elettrica, ma si prendono in carico i nostri apparecchi per ricaricare le pile, e quindi sistemato il camper in un bello spiazzo erboso, tiriamo fuori il tavolino e le sedie, ed è la prima volta in tutto questo viaggio, per il pranzo. Prima di pranzo però mi collego con Nora che è già rientrata a Torino dopo una vacanza al mare ed è bellissimo poterla rivedere, anche se non la posso riabbracciare, ma spero sempre che questo avvenga al più presto. Dopo mangiato prendiamo la strada verso la città, il tragitto in metropolitana è veramente comodo, usciti dalla stazione ci accoglie una città solare e piena di bei palazzi.

La nostra scoperta di Stoccolma inizia con la ricerca della strada che porta al Palazzo Reale, in questa strada si trova la Chiesa Tedesca che ci colpisce con il suo ricco arredo. Il Palazzo Reale con la sua bella piazza si mostra con le sue guardie, per la visita ormai è tardi, ma tanto ci fermeremo anche domani e quindi non ce ne facciamo un cruccio. Passeggiamo così lentamente lungo le stradine che lo circondano, ci sediamo in un bar per una birra ed ascoltare la banda delle guardie reali suonare qualche brano. Ceniamo in un bistro, io con una buona bistecca ed Augusto con il salmone, e verso le 21 ci apprestiamo a tornare al camper. Doccia, scarico delle foto e poi a nanna. Domani altro giro per la città, così anche il camper si riposa un po’.

3 luglio domenica

Oggi, dopo l’assaggio di ieri, completiamo l’esplorazione di Stoccolma, per quanto sia possibile dire di farlo in un giorno. La sveglia del resto oggi non è suonata presto, ma siamo in vacanza, quindi ci dirigiamo verso la grande città. La fermata della metropolitana vicinissima al campeggio ci accoglie con il suo brulicare di vita e di popolazione molto vivace e con la presenza di cittadini di diverse parti del mondo. Il treno in 10 minuti ci porta in centro dove abbiamo già deciso di andare a visitare, cercando di fare una selezione, il Museo Vasa e il Palazzo Reale.

Per il Museo Vasa abbiamo avuto il consiglio da una signora di Brescia che era nostra “vicina di camper” ad Uppsala (e che ringrazio sentitamente). Per arrivare al Museo che si trova sull’Isola di Djurgarden, prendiamo un battello con la formula “Hop on, Hop off”, il biglietto vale 24 ore e ti consente oltre che di arrivare al Museo Vasa anche in altri punti della città: Stoccolma è costruita su sette isole. Arrivati al Museo Vasa ci rendiamo conto di non essere i soli, ma oggi è domenica ed è giusto che si approfitti della giornata oltre che festiva, uggiosa, per vedere questa meraviglia. La nave Vasa, costruita per ordine del re e salpata, per il suo primo viaggio il 10 agosto 1628, una volta in mare e alzate le vele, si piegò su un fianco e affondò, presumibilmente per un errore di calcolo sul posizionamento della zavorra che doveva compensare il peso dei cannoni. Dopo 333 anni con una complessa operazione fu ritrovata e portata dove ora si trova e fa bella mostra di sé. E’ un museo bellissimo, perché oltre a contenere tutta la nave ricostruita con la maggior parte dei pezzi ritrovati, mostra un breve filmato ,sulla storia e sulla tecnica per il ripescaggio (noi lo abbiamo visto in italiano!), e diverse sale con gli esempi della vita a bordo la campana sottomarina ecc. Veramente una visita da non perdere. Riprendiamo il battellino e questa volta ci godiamo il giro sul Canale di Stoccolma, perchè in pratica dobbiamo tornare da dove siamo ripartiti.

Adesso è la volta del Palazzo Reale che visitiamo in diverse mostre: gli appartamenti, il Tesoro e le tre corone. Mentre visitiamo gli appartamenti, viene spontaneo il paragone con quello che abbiamo visto sia a Vienna (il Palazzo Reale e Schonnbrun), dove veramente lo sfarzo sia negli arredi che nelle suppellettili era evidente, mentre qui domina più un senso di austerità, anche il tesoro del re è esposto sì ma non in modo così sfarzoso .Terminiamo queste visite che sono già le 16 o giù di lì e considerato che non abbiamo mangiato, dal Palazzo Reale ci muoviamo verso le stradine vicine per fare una merenda sostanziosa, accompagnata da un “caffè”, visitiamo alcuni negozi e poi ci Dirigiamo verso la metropolitana che ci riporta al campeggio.

Stasera mi voglio impegnare e voglio collegarmi con Chiara per vedere tutti i miei bimbi. Così mi metto con il computer vicino alla reception, per avere la connessione più facilmente ed eccoli apparire sullo schermo: che bello vederli, vorrei abbracciarli tutti, ma dai tra poco lo farò davvero. Soddisfatta torno al camper un po’ infreddolita, ma felice, quindi doccia, cena e a nanna, domani si parte e si va verso Malmo e il Ponte di Oresund.

Stoccolma Il Vasa

4 luglio lunedì

Oggi giornata di trasferimento, è ancora nuvolo e umido, cade come una pioggerellina leggera, fatto colazione e preparato il camper per la partenza, paghiamo il campeggio e lasciamo Stoccolma. La strada è scorrevole, facciamo diverse fermate sia per fare benzina che per fare l’ultima spesa in Svezia, in modo da non avere in tasca soprattutto le monetine. Nella serata arriviamo al ponte Oresund e pagato il pedaggio (80 Euro) ci apprestiamo ad attraversarlo. Si tratta veramente di Un’opera imponente, la prima parte è costituita dal ponte e poi però quando si scende si percorre un buon tratto di una galleria che corre sotto il mare. Il navigatore è impostato in modo tale da evitare Copenaghen, ma l’autostrada è bloccata, facciamo alcuni km in coda, poi ci mandano fuori e così, vista l’ora tarda seguiamo per un breve tratto la strada normale e arriviamo a Vallesbaek Havn, un porticciolo con una spiaggia che ci accoglie con il suo silenzio, così decidiamo di fermare il camper e di cenare e poi, dopo una passeggiata sulla spiaggia, di fermarci anche per la notte.

5 luglio martedì

Notte tranquilla, oggi marcia di avvicinamento a casa, ma senza premere sull’acceleratore, anzi torniamo un po’ indietro, nel tempo e come strada: andiamo a Roskilde,dove siamo già stati quando abbiamo fatto il nostro primissimo viaggio in camper (a noleggio) nel lontano 1989, lì ci ricordiamo c’è un bel museo delle navi vichinghe. Arrivati e sistemato il camper gironzoliamo per l’area aperta del museo che apre solo alle 10, dopo di che entriamo e lo troviamo ingrandito, rispetto alla nostra visita e anche più interessante: c’è un breve filmato che presenta la spedizione fatta nel 2009/2010 di circa 200 persone che con una nave vichinga sono partiti da Roskilde per approdare, non senza difficoltà, a Glendaloch (Irlanda), dove esiste un collegamento sulla storia dei vichighi. Ci colpisce oltre che l’asprezza dell’esperienza che vivono tutte queste persone, anche la straordinaria casualità che ci riguarda: Glendaloch è stato, durante il nostro viaggio in Irlanda, una delle mete più significative, proprio per la sua storia molto antica. Terminata la visita al Museo e dal parcheggio vediamo spuntare un campanile e quindi, dopo una breve passeggiata in un bel parco, arriviamo davanti alla Cattedrale di Roskilde e entriamo per visitarla, non ho guide con me, ma alla cassa ci danno alcuni opuscoli da cui si evince che questa cattedrale è in pratica il Mausoleo della famiglia Reale. Impressionanti sono le tombe monumentali che in essa si possono vedere, anche, se devo dire la verità, tutte queste tombe mi mettono un po’ a disagio, e in alcune sale l’odore della morte non è poi così metaforico. Dopo questa visita riprendiamo il camper e ripartiamo alla volta di Odense, per arrivare dobbiamo attraversare un altro ponte (a pagamento 47 Euro), bella opera anche questa stavolta tutto all’aperto, senza tunnel come nel caso del ponte di Oresund. Guardando la cartina vedo scritto sulla città di Odense il nome di Hans Christian Andersen, famoso scrittore di favole, così appena arrivati e parcheggiato il camper in un parcheggio vicinissimo al centro, ci rechiamo all’ufficio informazioni per sapere dove si trova la sua casa, che si trova in una stradina un po’ defilata dal centro, ma che si mostra molto carina, fatte alcune foto ci apprestiamo a ritornare in centro, quando i sandali, modello tedesco, che mi ero messa per camminare, letteralmente mi si disfano, costringendomi a fermarmi, augusto così torna da solo al camper per prendermi un paio di scarpe, così posso riprendere a camminare! I sandali erano vecchi e ci ridiamo su non sarà certo questo a fermarci! Visitiamo anche la cattedrale di Odense e poi cerchiamo un posto tranquilllo dove passare la notte. La scelta cade sulla cittadina di Bogense dove c’è un porto, arriviamo e ci accorgiamo di essere in una cittadina di villeggiatura, con tanto di spiaggia oltre che il porto. Purtroppo lungo il porto un sacco di cartelli indicano che lì è vietata la sosta e il campeggio (anche perché nel paese ci sono due Campeggi!), ma noi non molliamo e decidiamo di fermarci comunque in una zona un po’ defilata. Lasciato il camper ci avviamo verso il molo del porto dove troviamo un delizioso posto (traduzione mia) casa del pescatore dove fanno una cena a base di Buffèt di pesce. Decidiamo e ci lasciamo tentare, così ceniamo in questo locale con pesce sia caldo che freddo, con la sensazione che prima o poi ci spunteranno le branchie. Dopo questa cena veramente luculliana, ci vuole un buon caffè caldo, così rientrati al camper ci apprestiamo a trascorrere una buona nottata. Vallesbaek Havn Bogense cena a buffet

6 luglio mercoledì

Un bel cielo azzurro ci accoglie in questa ultima giornata in Danimarca, così con calma ci prepariamo e dopo aver fatto un giretto per la cittadina di Bogense riprendiamo la strada ci dirigiamo verso Sonderborg che è un bella cittadina sul mare, con un bel porto, dove stazionano diverse barche a vela. Il parcheggio che troviamo sul porto però è consentito solo sino alle 15, così dopo un giretto ci avviamo verso un’altra meta, oggi non vogliamo lasciare la Danimarca, abbiamo programmato l’inizio del ritorno solo per domani, quindi cerchiamo un posto più tranquillo per il pranzo e lo troviamo alla fine della statale 8, dove si trova l’approdo per un traghetto e una incredibile spiaggia di sabbia bianca, mangiamo e passeggiamo un po’ lungo la banchina del porto e poi ci decidiamo a cercare un campeggio per la notte. Prendiamo la statale che ci porta ad Aabenraa, dove vengono almeno segnalati 3 campeggi:il primo ci appare subito appena entrati nella cittadina, ma ci appare molto assolato, anche se abbastanza vicino al paese, l’altro invece è completamente fuori su una spiaggia formata da una piccola striscia di sabbia e da un ricco manto erboso. E’ un po’ fuori dal mondo, ma un po’ perchè, vista la strada fatta, non vale la pena ritornare indietro, un po’ perché siamo stanchi di girare, sistemiamo il camper con vista mare e ci accingiamo a trascorre questa ultima notte danese immersi nel silenzio.

7 luglio giovedì

Oggi giornata di trasferimento, quindi dopo aver lasciato il campeggio facciamo l’ultima spesa in Danimarca per spendere le ultime corone e poi si entra in Germania. Da Frensborg e fino oltre ad Hannover l’autostrada è molto trafficata e con alcune code causate dai lavori che ci stanno facendo, all’andata, visto che era domenica e il lunedì successivo per loro era festa non ci eravamo accorti di questo inconveniente. Verso sera, quando decidiamo di uscire per trascorrere la notte, si scatena un bel temporale con tanto di fulmini, ma comunque riusciamo a trovare la strada del paesino che ci aveva ospitato per la prima notte Schwartz am Mein, dove dopo una cenetta a base di salmone ci concediamo il giusto riposo.

8 luglio venerdì

Altro giorno di trasferimento continuiamo ad attraversare la Germania che sì ha belle autostrade gratuite, ma che non segnala nemmeno con un cartello in caso di coda chi ci si trova, trasmissioni come Isoradio non esistono, o meglio forse c’è ma è solo in tedesco e agli altri ciao, ciao…

Così ci troviamo in una coda inspiegabile a pochi km da Garmisch e, dopo averla superata, ci Fermiamo per pranzare. Stavolta abbiamo deciso di passare dall’Austria senza pagargli il tributo della vignetta e del ponte Europa, così faremo strada normale fino al Brennero. Devo dire che in questo tratto il Tom Tom ci è stato davvero di aiuto facendoci percorrere tutte le strade senza problemi. Arrivati al Brennero ci fermiamo per sgranchirci le gambe poi via si va verso Maranza, dove Augusto è convinto di trovare una festina. Arrivati al paese troviamo alcuni cambiamenti, case nuove, ma di festine nessuna notizia, quindi giriamo il camper verso Valles, dove intendiamo passare la notte. Pensavamo di fermarci a mangiare in un locale che conoscevamo e che era vicino alla cabinovia dello Jochtal, ma il locale è chiuso per ferie (!!!) quindi cerchiamo qualcosa di alternativo che troviamo più vicino al centro. Così mangiamo una buona pizza (sarà anche perchè è da un po’ che non la mangiavamo) in un locale simpatico. Prima di rientrare al camper facciamo alcune telefonate a casa per risentire le voci di tutti e per dare la buona nuova che siamo in Italia, poi ci ritiriamo la stanchezza dei tanti km macinati si fa sentire.

Annotazioni

Il viaggio è stato bello e ci ha fatto tornare a casa con la sensazione di aver visto tutto quello che si poteva, nei giorni che avevamo stabilito di stare via. La Norvegia ci ha colpito per la sua natura: Il Fiordo di Geiranger ci rimarrà nel cuore per molto tempo, anche le città, a parte Bergen, ci hanno accolto con benevolenza e la popolazione si è sempre comportata, nei nostri riguardi, con amicizia e rispetto. Le strade sono sì, a volte difficoltose, ma i paesaggi che ti permettono di vedere, fanno superare qualsiasi difficoltà. Sì è vero è abbastanza cara, almeno per il nostro standard di vita, ma basta sapersi accontentare e cercare di vedere il lato positivo: così si continua la dieta mediterranea che dicono faccia così bene…

Durante i nostri viaggi, se ci capita, assaggiamo volentieri quelle che sono le specialità del posto, perché è così che lo si conosce meglio, ma in Norvegia ci siamo concessi il lusso una sola volta, anche perché poi ci devi mettere su il gasolio, che non costa poco, i traghetti ecc.

La Finlandia con le sue renne e soprattutto con i suoi laghi ci ha impressionato per le sue strade dritte e larghe. La visita a la Santa Claus Village e a Babbo Natale, ce lo ha reso un paese magico.

La Svezia è accogliente e il turista camperista è sempre ben accolto, anche lì la vita è cara, per noi, ma se si adottano gli accorgimenti giusti è possibile fare una bella vacanza anche lì.

La Danimarca, dapprima con il Geren (per me che sono una patita dei punti estremi) e poi con i suoi paesini, ci ha incantato ancora una volta.

Nel corso del viaggio (il quarto giorno) ci si è rotto l’allarme del camper: ma noi non abbiamo mai avuto paura, anzi ci siamo sempre sentiti del tutto sicuri

Meteo: non abbiamo avuto decisamente fortuna con il tempo, la pioggia ci ha seguito in ogni dove, però ogni tanto faceva capolino il sole e devo dire che quando lo ha fatto, abbiamo cercato di godercelo. Certo che a simili latitudini non sempre è bello, ma a volte ho avuto la sensazione che ci seguisse la nuvola di “Fantozzi”.

In Norvegia abbiamo visto 2, ripeto due, banchetti con le fragole e entrambe erano ben presidiati, si vede che qualche furbone aveva approfittato troppo della cordialità altrui, inoltre uno di questi era all’esterno di un Supermercato, cosa che ti fa pensare ad un’offerta dello stesso.

In Danimarca invece i banchetti offrivano di tutto dalle fragole alle patate, non erano presidiati, ma dove mi sono fermata io, c’era un bel cartello che ti avvisava che era video sorvegliato!

Spese

In tutto abbiamo speso euro 4.609 così suddivisi:

Gasolio: Euro 1.701,15

Alimentari e pranzi Euro 1.075,07

Traghetti e pedaggi* Euro 963,46

Musei e Varie: Euro 588, 08

Campeggi: Euro 281,51

*dal totale dei pedaggi mancano gli importi che ancora ci devono arrivare per la circolazione su tratti di strada a pagamento. Al momento ci sono pervenute solo due richieste (tramite una Società Britannica) che riguardano Trondheim e Bergen (io avevo segnato in un’agenda i vari passaggi e per ora corrispondono) e ammontano a circa 30 Euro.

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