NOA e NEA
Dopo siamo state a Buenos Aires, senza prenotare niente, abbiamo trovato in una perpendicolare dell’Avenida de Mayo a 120 pesos la doppia. Abituata a Rosario ho trovato Bs As un po’ cara (es. Taxi comincia con 3,80 e ogni 100 metri circa 38 centesimi) ma per chi ha euro forse non é cosí. Bs As, che conosco bene, mi ha delusa, piena stracolma di turisti che non ci si puó godere fino in fondo la citá. A La Boca, quartiere culturalmente interessante, non ci si capiva piú niente, un bar dietro l’altro, tutti attaccati : in uno ballavano, in un altro cantavano ecc… Cosí Plaza Dorrego (da vedere peró i ballerini, che fanno un tango delle origini, molto bravi, a parte il fatto che sono vestiti secondo gli stereotipi, peró é vero che i primi a ballarlo furono prostitute e magnaccia), cosí Plazoleta Cortázar a Palermo. Comunque San Telmo vale la pena percorrerla con calma come vale la pena prendere un caffé al Tortoni (Avenida de Mayo), ma caffé tipici ce ne sono molti altri.
Il terzo viaggio é stato a Salta (194 pesos da Rosario)dove siamo arrivati dopo un viaggio di 16 ore. Abbiamo cercato sul momento ed abbiamo trovato (100 pesos la doppia senza colazione) a 250 metri dalla piazza pricipale. Bell’albergo, una casona coloniale con tre patios e le camere che danno sul patio. Comunque la media era 170 pesos la doppia). Abbiamo affittato un auto (160 per 200 km, 180 per 800 km e 195 chilometraggio libero, lo conteggiano alla fine, ma devi lasciare una garanzia) Siamo stati alla Quebrada di Humahuaca (patrimonio mondiale culturale e naturale dell’Umanitá per l’UNESCO). All’andata abbiamo fatto la vecchia strada (ce n’é un’altra piú nuova e diritta). Quando andate a nord guardate alla vostra sinistra ed al ritorno uguale: é lí che batte il sole e le montagne assumono vari colori: viola, verde, azzurro, rosa, giallo, arancione: spettacolare. Purmamarca é molto bella. Ancora coloniale con una chiesa modesta, ma dalle linee pulite: forse lí c’é davvero Dio e non gli orpelli del potere. Humahuaca é carina ma non vale Purmamarca. Da vedere Tilcara che conserva case coloniali ed in pucará (specie di posto di sentinella del periodo inca). Questi paesi erano poste del cammino dell’inca. Strada facendo vedono case con nchiese dell’epoca coloniale.
Il giorno dopo siamo stati a Cafayate che non é gran cosa ma la strada per arrivarci é molto molto bella, montagne rosse. Da lí si puó andare a Quilmes (rovine inca) ma abbiamo preferito fare le valli calchiaquíes (non le conoscevo) i Calchaquí sono indios del posto (in realtá loro chiamano a se stessi diaguitas, l’altro é il nome quechua). Tutto cammino non asfaltato (per 90 km a Molinos) due ore e qualcosa) ma vale la pena: le montagne sono diverse dalle altre. Molinos é carina ed ha una chiesetta stile cuzqueño (da Cuzco). Ci si é rotto l’auto e abbiamo dovuto aspettare molto, perció siamo arrivati a Cachi col buio. Cachi é molto molto carina, pulita e conserva aspetto coloniale (vedere i marciapiedi rialzati, molto tipici del periodo). Anche questi paesi erano posta nel cammino dell’inca. 63 km sono non asfaltati. Salta é piuttosto bella, ancora coloniale. Dal momento che avevamo sentito un rumorino ed avevamo avvisato la compagnia non abbiamo pagato niente di piú. Da lí siamo andati a Paraná (175 pesos) dove avevo un congresso e quindi tutto prenotato (234 la doppia con colazione, sulla piazza principale). Paraná ha alcune belle piazze e parchi ed essendo su una collina permette una vista generale sul Paraná: avviso: la terra che si vede non é l’altra sponda, sono isole del delta (avrá un altro delta quando incontra l’Uruguay e forma il Río de la Plata). Comunque é una cittá accogliente.
Un’ultima notazione: c’é molta cultura in Argentina, non i palazzoni e le chiese come da noi, ma se accettiamo l’accezione antropologica di cultura vediamo c’é molta creativitá, molte forme di vita originali. Prendiamo la Boca: hanno alleggerito la miseria dipingendo le case. Prendiamo l’artigianato indio (l’arte deei poveri la chiamano artigianato, ma é arte) colorito, creativo, splendido.
E ci sono piú indios di quel che si creda (1 ogni 40 abitanti secondo una recente inchiesta) Consiglio: andate in Argentina senza guide, troverete un paese (nell’interno) caldo e disponibile e tutto da scoprire (non solo tango, ma chamamé, chacarera, chacarita, vidala, cueca, pericó, zamba), non ve ne pentirete.