Niente poteva fermarci… In Thailandia!
Eravamo in dieci, le uniche due ragazze, io e Sabrina e i nostri rispettivi fidanzati più otto fra i nostri amici più cari.
Eravamo pronti da mesi per la partenza. Avevamo svaligiato e risparmiato per questo primo e lungo viaggio insieme.Arriva il grande giorno della partenza, nessuno dei miei amici sapeva niente della Thailandia, io con la mia...
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Eravamo in dieci, le uniche due ragazze, io e Sabrina e i nostri rispettivi fidanzati più otto fra i nostri amici più cari. Eravamo pronti da mesi per la partenza. Avevamo svaligiato e risparmiato per questo primo e lungo viaggio insieme.Arriva il grande giorno della partenza, nessuno dei miei amici sapeva niente della Thailandia, io con la mia maniacale attenzione avevo letto tutto quello che c’era da leggere e forse ne sapevo più della guida. Nella mia mente sapevo cosa c’era da vedere, cosa era giusto fare, ma conoscevo anche i miei amici e quello che mi aspettava era molto più di un viaggio era un’avventura, un’avventura di dieci giorni nella lontana Thailandia, con tre giorni a Bangkok e sette nella piccola Ko Samui. Arriviamo pieni, anzi stracolmi di babagli all’aereoporto di Fiumicino già stanchi dopo una notte, quella di ferragosto passata tutti insieme in spiaggia fino all’alba, tra alcool , carne alla brace e tante risate. Niente poteva fermarci e soprattutto niente poteva fermarmi, perché sapevo nel mio cuore e forse nella mia testa che quello sarebbe stato il primo e l’ultimo nostro viaggio tutti insieme. Pronti per la partenza, l’aereo inizia a decollare e il caldo torrido delle notti romane rende la partenza piacevolmente bagnata o meglio inizia a piovere sulle nostre teste, dovevo capirlo da quel particolare che la vacanza sarebbe stata piene di sorprese… Bangkok, che caldo e che umidità, dopo la disperata ricerca di un cambio valuta e della nostra guida che ci aspettava con tutte le altre centinaia di guide tailandesi, usciamo dal caos e … non respiriamo più.. Così tanto caldo che sembrava di respirare l’aria dell’asciugacapelli.. Ma niente ci avrebbe fermato! La sera, la nostra prima sera ceniamo in albergo o meglio svaligiamo le cucine del nostro albergo quando scopriamo che il menu del ristorante è di quelli “mangia finchè scoppi”. Immagino che dopo le nostre razzie, la direzione dell’albergo abbia deciso di cambiare metodo. La nostra guida una dodicenne tailandese che in realtà aveva più di quarant’anni ci propone sorridendo maliziosamente una famosa serata sexy tailandese, accettiamo sorridendo maliziosamente e ci ritroviamo in un o scantinato buio pieno di donnine tailandesi che facevano delle cose impensabili per un umano, sorridi, sguardi sorpresi, ci guardiamo intorno e capiamo di non essere soli, italiani ovunque, anzi ragazzi italiani ovunque… io e sabrina ci guardiamo allibite, eslamando a ripetizione “ma non è possibile!!”. Solo parlando con altri italiani capiamo che quel locale è famosissimo e non c’è italiano a Bangkok che non ci sia andando volontariamente o no…comunque usciamo e ci ritroviamo nel mercatino di Patpong, beh abbiamo passato lì nelle nostre notti a Bangkok, tra borse di Prada e Gucci e orologi e tailandesi che parlavano italiano meglio di noi. Io ero diventata l’interprete ufficiale essendo l’unica a parlare inglese e così ho dovuto contrattare prezzi di magliette, borse, orologi, e perfino una “stupenda” lampada ad olio che il mio mio amico Emiliano ha portato a suo zio, “perché a lui piacciono tanto”. Devo ancora capire cosa c’entra con la Thailandia, e soprattutto ma dove abbiamo messo tutte le cose che abbiamo comprato?? I tre giorni passano veloci, come nelle gite scolastiche in pulman a vedere tutto quello che c’era da vedere, fotografie, sorridi, battute, fiori, odori, cibo tanto cibo e caldo, troppo caldo. Milioni di buddha, milioni di orchidee, milioni di ricordini acquistati e tanti tanti aneddoti da raccontare a casa. Partiamo per Samui, la piccola isola dei nostri sogni, le palme le spiagge bianche… non resistiamo e ci tuffiamo nell’acqua appena arrivati…SORPRESA! Milioni di piccole meduse trasparenti che ti colpiscono a tradimento, come piccole scariche elettriche … ma niente poteva fermarci! Eravamo noi, con le ananas e il ragazzo tailandese soprannominato “VITAMINA” che ci vedeva frutta tutto il giorno, noi, nella piscina di notte con l’acqua così calda che ti si addormentavano la gambe, noi, con le treccine e Sabrina che in perfetto romano ha chiesto alla signora “VOGLIO LE TRECCINE CON LA RIGA DA UNA PARTE!”, noi con le serate in discoteca con il DJ di VITINIA (Quartiere vicino al nostro!) noi e la Thailandia, la splendida e avventurosa thailandia. Le giornate passavano veloci, i temporali del pomeriggio segnavano la fine della giornata, e poi alla ricerca di cibo, alla ricerca di cibo italiano… Abbiamo organizzato un bel giro dell’isola in motorino, scassato e con le marce (Ho rischiato la vita con il mio ragazzo, che aveva deciso di farmi schiantare su una piccola discesa di asfalto rovente!) e poi le catastrofi, gli inconvenienti simpatici che succedono in ogni viaggio e che si racconteranno ai nipoti, ai pronipoti e per altre duecento generazioni. Sabrina si brucia la gamba con la marmitta del motorino, io mi sveglio una mattina con la faccia deformata dal sole, sembravo quella della pubblicità della playstation e accolgo in spiaggia il suo ragazzo che durante la notte aveva cambiato la pelle almeno cinque volte, a dalle striature lasciava vedere la pelle rosa, e il mio ragazzo che pensando di fare il figo alle 4 di notte decide di attraversare la piscina sott’acqua ma non si accorge della fine e si schianta contro il bordo. Lacrime, risate, e ancora risate …. Infinite risate.. Ma niente ci avrebbe fermato! Infatti non eravamo ancora stanchi e siamo andati con uno pseudo barcone nella più bella isola che io abbia mai visto, nuda, spoglia (è un parco nazionale!) selvaggia, con una sabbia così fina e bianca che sembrava talco, stupenda.. Lì inizia in nostro tour de force, il trekking, la canoa con il mio amico Miro che cercava di emulare i fratelli Abbagnale, e le nostre risate che echeggiavano nel silenzio assoluto di quel posto così lontano, così inconataminato, così vero. Sazia del pranzo a bordo, banane e riso in bianco, piatto nazionale thailandese della nostra vacanza, attendo con ansia il momento dello snorkeling. Individuo a fatica l’unico pesce colorato, che in realtà era rosso come quello della bimba che mi abita accanto, e torno sfinita nuotando alla barca, beh… la tragedia.. Il mio amico Mario, due metri per 100 kg era appena stato salvato perché stava semi affogando…non sapevamo se ridere o piangere, continuava a litigare in italiano con quello della barca, olandese che parlava inglese, che voleva indietro i soldi della maschera da sub, che lui preso da panico aveva buttato via. Sorrido ancora al solo pensiero delle nostre facce, quando all’orizzonte vediamo arrivare il temporale, la tempesta, la pioggia, l’acqua, il vento, si fa tutto nero e piove, ma noi tranquilli come se niente fosse, in fondo quando entro nella cabina vedo il nostro capitano, un thailandese senza scarpe che guidava la barca solo con una piccola bussola… non potevamo che essere tranquilli …No?AAAAHHHHH! Immaginavo già i titoli dei giornali “ spariti nel mare della thailandia, ritrovati dopo tre anni!”… ma niente ci avrebbe fermato! Si qualcosa si, il tempo che passava velocemente e la vacanza ormai finita di cui cominciavamo già a parlare,mentre aspettavamo il nostro aereo che continuava a ritardare… non arrivava più,pensavamo di restare lì ormai ed invece è arrivato, abbiamo organizzato un piccolo nutella party, con la hostess sbigottita che continuava a ridere e a portarci panini, ma ormai era finito, il nostro splendido viaggio era finito.. Mi restano i favolosi ricordi dei fiori, degli odori, dei sorrisi della thailandia, del mio ultimo viaggio tutti insieme, del mio grande amore finito….