New York-Niagara e Florida on the road
Finalmente sono riuscita a visitare una piccola parte degli Stati Uniti d’America e il mio sogno è uscito dal cassetto.
A renderlo ancora più emozionante è il fatto che questo viaggio è stato anche la mia luna di miele! 20 giorni negli USA : 5 notti a New York, 2 notti a Niagara Falls e 12 notti in Florida tra Golfo del Messico, Key West e Miami.
Costo dei voli : € 780,00 a testa ( Monaco-NY; NY-Buffalo; Buffalo- Orlando; Miami-Monaco).
Costo di 19 pernottamenti nelle varie località: € 950,00 a testa Il tutto prenotato tramite agenzia viaggi Tui a Bolzano ma organizzato assolutamente da noi! Ok, si parte: il 31 Maggio di pomeriggio, ancora con l’emozione della cerimonia svoltasi il giorno precedente, finalmente partiamo: destinazione Monaco di Baviera (essendo di Bolzano, molte volte scelgo Monaco per la partenza, perchè presenta voli più convenienti rispetto all’Italia).
Abbiamo pernottato all’hotel “Regent Airport” che consiglio vivamente per qualità/prezzo e servizi offerti: 45,00 € a testa compresa un’abbondante colazione, il trasporto con la navetta per/da l’aeroporto e la custodia dell’auto per 20 giorni.
Di buon ora, il mattino seguente veniamo condotti in aeroporto, dove ci attende il nostro volo. Abbiamo viaggiato comodamente con Air Berlin e finalmente ora locale 16.00 PM i miei piedi sbarcano al JFK di New York: il mio cuore palpita forte per l’emozione e gli occhi sono quasi umidi: New York mi attraeva dai tempi di “ Sex and the city” e ora che l’ho visitata l’attrazione fatale si è trasformata in amore vero.
Ho cercato di godermi i miei 5 gironi newyorkesi il più possibile: i miei occhi erano avidi, i miei piedi non si fermavano un’ attimo, tanto era l’ingordigia di conoscere e vedere più cose possibili, assaporando comunque ogni istante e custodendo nel cuore e nella mente ogni immagine.
Su New York è stato scritto e raccontato di tutto; ogni guida e ogni diario offre spunti e consigli interessanti. Io vi do ugualmente i miei, sperando che per qualcuno possano essere preziosi.
Abbiamo soggiornato all’Hotel Pennsylvania, sulla 7th, di fronte al Madison Square Garden e alla Penn Station: € 82,00 a testa esclusa la colazione.
La nostra stanza era al 14esimo piano e purtroppo la vista su un grattacielo adiacente, rendeva la nostra piccola camera piuttosto buia, ma poco importava perché era abbastanza pulita e questo era ciò che ci interessava.
La posizione dell’Hotel era strategica: a due passi da Times Square, a un isolato dall’Empire State Building e servito perfettamente dagli autobus e dalla metropolitana.
Come mezzo di trasporto noi abbiamo optato per le nostre gambe! Camminare è sicuramente il modo migliore per visitare la città , per scoprire angoli nuovi e per ritrovarsi spesso in un dejà-vous: è incredibile come mi è sembrato di essere già stata a New York, con tutti i film di cui è protagonista la città, le vie in cui camminavo mi sembravano tutte conosciute e già percorse.
Ogni tanto abbiamo usato la metropolitana ma solo per lunghi tragitti: in effetti è comodissima, economica e veloce ma sotto terra non si vede niente quindi prediligevamo l’autobus. Il biglietto per una corsa sia per il bus che per la metro costa 2$; la metro-card settimanale costa 25$ e conviene se si usano spesso i mezzi, la potete fare in un qualsiasi distributore automatico di biglietti dislocato alle fermate della Subway.
I biglietti dell’autobus invece si fanno a bordo e si paga solo con la moneta di metallo, i dollari di carta non sono accettati, quindi organizzatevi perché se il conducente non è gentile e voi non avete gli spiccioli, può vietarvi di salire.
Ok, inizia il tour de force: 1° giorno: Appena svegli, carichi di emozione a pieni di aspettative ci dirigiamo al Dunkin Dounat’s che avevo adocchiato la sera prima e faccio il pieno di deliziose ciambelline glassate che io adoro :10$ per 6 dunats e due cioccolate calde (una brodaglia… ma va bene lo stesso). Con la pancia bella piena ci dirigiamo verso l’Empire State Building: alle 9.00 della mattina non c’era ancora nessuno, se non chi come noi risentiva del jet-leg.
Grazie al nostro “ City-pass” (acquistato presso la nostra agenzia viaggi per 59€) siamo entrati scavalcando le poche persone in fila e ci siamo infilati nell’ascensore che in pochi secondi ha percorso più di 80 piani… ed eccoci lì: New York è ai miei piedi ed è bella da morire! I miei occhi viaggiano in lungo ed in largo, dal ponte di Verrazzano a Miss Liberty a Central Park… tutto è a portata di occhi e l’unico rumore che sento è quello del mio cuore che si inchina di fronte a una città così pazzesca.
E’ una città in cui ognuno può essere veramente se stesso e nessuno giudica.
E’ una città in cui si amalgamano tutte le etnie ed è giusto e normale così…Mangi dove e quando vuoi; vai nei negozi ad ogni ora perché alcuni sono aperti 24h su 24 e se sei fermo per strada con la cartina in mano, c’è sempre qualcuno che si ferma per chiederti se hai bisogno di aiuto! Dopo il pieno di emozioni e tante fotografie, scendiamo dall’Empire e ci incamminiamo lungo la famosa 5th Avenue in un susseguirsi di negozi meravigliosi e locali di ogni tipo.
Prima tappa Rockfeller Center. Al posto della pista di pattinaggio che viene allestita per Natale c’è un bar all’aperto ed immagino quanto dovrebbe essere meraviglioso ammirare l’immenso albero Natalizio nei giorni di festa! Decidiamo di salire sulla terrazza sopra il famoso grattacielo, il “ Top of the rock”. Costo del biglietto 20$.
In pochi secondi l’ascensore ci conduce a destinazione e lo scenario è simile a quello ammirato un paio d’ore prima dall’Empire… New York è sempre lì e posso osservarla in lungo e in largo con la differenza che ora nelle fotografie c’è anche l’imponente Empire State Building e riesco a vedere meglio Central Park.
Per pranzo decidiamo di mangiare qualcosa al sacco. Al piano terra del Rockfeller ci sono decine di ristoranti e take-away di ogni tipo: dal giapponese all’italiano…Ci prendiamo 4 hot dog e una coca cola per 7$ in tutto e ce li gustiamo in una panchina all’aperto.
Proprio di fronte al Rockfeller center c’è la cattedrale di St.Patrick e ovviamente facciamo una visita al suo interno.
La chiesa è molto bella sia internamente che esternamente, peccato che sia sacrificata tra i grattacieli e questo le fa perdere un po’ del suo fascino.
Siamo entrati proprio durante una funzione religiosa, quindi ci siamo soffermati un po’ ad ascoltare la Messa in inglese prima di recarci a Central Park.
Mi rendo subito conto che il grande parco è veramente di vitale importanza per i Newyorkesi, i quali vi si rifugiano per praticare ogni tipo di attività: dal correre al fare un pic nic, al leggere un libro sdraiati sull’erba…Da perfetti turisti non ci siamo negati un giro del parco in carrozza: $34 più mancia per 30 minuti di gita. Onestamente non lo consiglio perché si vedono le stesse cose a piedi, ma è sicuramente una cosa romantica! Anche qui è un continuo dejà-vous, dal film “Autumn in New York” a “Mamma ho perso l’aereo”, ogni angolo del parco mi sembrava conosciuto. Abbiamo percorso le strade del parco in lungo ed in largo, fermandoci più volte ad osservare gli scoiattoli che vi abitano e che si fanno avvicinare dalla gente.
Sono riuscita anche a farmi graffiare mentre porgevo a uno scoiattolo un pop corn ( con conseguenti parole di mio marito alla vista del sangue che mi usciva dal dito)! Per fortuna di mio marito all’improvviso si è scatenato un forte temporale e questo gli ha evitato un’oretta di remata sulla barca nel laghetto Jaqueline Kennedy…Peccato per me: desideravo tanto fare la classica turista che fa il giro in barchetta! Al ritorno dal parco ci siamo fermati nel negozio della Apple, situato sulla 5th, di fronte all’entrata sud di Central Park.
Qui è possibile utilizzare gratuitamente internet e ne abbiamo approfittato per fare qualche telefonata con Skype.
Non lontano dalla Apple, sempre sulla 5th c’è il negozio della Walt Disney Store e una visita è obbligatoria: il negozio è una favola anche per gli adulti e tornare bambini è molto facile in un posto come quello! Dopo ore di cammino i nostri piedi ci chiedevano pietà, quindi abbiamo preso l’autobus ( nr.M40) che dalla 5th ci ha condotti proprio di fronte al nostro hotel.
La sera siamo andati a Times Square per mangiare il nostro primo hamburger da Mc Donald e per guardare.
Guardare infatti è il verbo per eccellenza a Times Square perché ti senti veramente al centro del mondo: la piazza di notte è illuminata a giorno con centinaia di pannelli luminosi aggrappati ai grattacieli che mostrano pubblicità di ogni tipo e ci sono decine di sedie a sdraio al centro della piazza, proprio per permettere alle persone di sedersi e guardare.
Guardare il via – vai di gente, di luci, di colori, di pubblicità, di grattacieli, di confusione, di taxi che lo circonda…Ah…New York! 2° giorno: Voglio fare un vero breakfast americano, quindi di buon ora ci infiliamo in un bar sulla 7th e ordiniamo il breakfast per 2. Davanti a me ho: pancakes, uova strapazzate, bacon fritto, salsiccia e french toasts… aiuto! Dopo il pancake e le uova il mio stomaco chiedeva perdono e dal mattino seguente torno ai miei Dunats .
Con lo stomaco sotto sopra raggiungiamo a piedi il Guggenheim Museum.
Personalmente mi ha un po’ deluso: l’edificio è sicuramente notevole, la struttura a spirale rievoca un parcheggio, ma internamente mi aspettavo qualcosa di più.
Le esposizioni pittoriche non sono molte rispetto a quelle architettoniche che vanno per la maggiore.
Usciamo quindi un po’ dispiaciuti e prendiamo un taxi per raggiungere il sito da dove partono gli elicotteri tra la 12esima e la 30esima strada. Uno dei regali di nozze è stato il giro in elicottero sulla Grande Mela e dire che è stato apprezzatissimo è poco! E’ stata un’emozione unica sorvolare la città e ammirare lo skyline sopra il fiume Hudson.
Per chi intende fare questa esperienza consiglio di prenotare il volo in loco ( gli elicotteri partono ogni 30 minuti), direttamente negli uffici alla base di partenza. Il costo varia dai 90$ ai 150$ circa in base al giro che scegliete, più 27$ di assicurazione. Ricordate di portare con voi il passaporto perché è obbligatorio.
Dopo la gita ci facciamo condurre da un taxi a Soho e iniziamo una bella passeggiata in questo vivace quartiere, ricco di localini e negozi particolari.
Da Soho raggiungiamo Little Italy, dove bandiere tricolore sventolano ovunque e i ristoranti vantano piatti e nomi italiani… ma l’italiano non l’ho sentito parlare da nessuno…Puro marketing! Per il pranzo optiamo per una pizza da Franky Cee’s ( 2 calzoni e coca cola $23) e poi proseguiamo verso Chinatown, dove ci invadono odori di ogni tipo: polli arrosto appesi in vetrina e frutta tropicale venduta ai margini della strada… apprezziamo la multietnicità di questa metropoli e la libertà di espressione che vi regna.
Cammina, cammina ci dirigiamo al Brooklin bridge per ammirare il paesaggio e scattare qualche foto: mi è dispiaciuto molto non dedicare una giornata alla scoperta del quartiere di Brooklin, ma 5 giorni non erano molti e non ne abbiamo avuto il tempo.
Dopo questa scarpinata decidiamo di ripagarci con un po’ di shopping: consiglio a tutti Century21 situato in Cortland Street, vicino a Ground Zero.
Da Century21 si fanno ottimo acquisti, è un grande magazzino con prezzi molto bassi e si trovano articoli delle grandi firme a prezzi stracciati. Felici e soddisfatti , abbiamo preso la metro per rientrare in hotel.
Di sera ci siamo recati a Times Square per curiosare nei mega negozi Toys ed M&M’S, entrambi spettacolari! Da Toys c’è perfino una ruota panoramica all’interno, perfettamente funzionante! Ci sono varie costruzioni di lego stupefacenti, che riproducono minuziosamente l’Empire State Building e la statua della Libertà, macchine Hotweels appese al soffitto e un enorme dinosauro di Jurassik Park, che ruggisce e si muove… un luogo magico sia per i bambini che per gli adulti! Per non parlare dello Store M&M’S, dove sono in vendita tutti i tipi esistenti al mondo dei famosi cioccolatini, di ogni colore possibile e ci sono decine di dispenser giganti che contengono migliaia di M&M’S… 3 piani di goduria per gli occhi e per il palato.
3° giorno: Colazione da Starbucks con 2 cappuccini brodosi, bagles caldi con burro e muffins al cioccolato ( 12$ in tutto).
Ci dirigiamo con la metro a Downtown dove partono i ferry per la statua della Libertà…Finalmente vedrò Miss Liberty da vicino! La gita prevede anche lo sbarco alla vicina isola di Ellis Island, dove un tempo venivano accolti gli immigrati che volevano entrare negli Stati Uniti.
Lo skyline è veramente suggestivo e la statua vista dal basso è imponente e fiera… se ne sta lì, con la fiaccola in mano simbolo del fuoco eterno della libertà, mentre osserva New York, la quale ha una riverenza particolare nei suoi confronti: è emozionante! Per chi ha più tempo consiglio anche la gita a Staten Island: si prende il traghetto che si trova a pochi passi dal molo di partenza per la Statua della libertà e si può fare una bella circumnavigazione dello stretto, arrivando appunto a Staten, dove si ammira un bellissimo orizzonte sulla city e dove potrete fare delle belle passeggiate nel bourogh più “verde” dello stato, tra bellissime casette coloniali nel tipico e inconfondibile stile Staten island.
L’ora del pranzo l’abbiamo trascorsa nel Financial District, tra il via vai di uomini in giacca e cravatta e donne in tailleur griffatissimi e con le scarpe da ginnastica ai piedi. E’ buffo vederle agghindate di tutto punto con addosso delle sneakers che non c’entrano nulla con l’abito, ma a New York è impensabile utilizzare il tacco 10 per camminare…La gente fa tanti km a piedi durante la giornata, cosi’ le scarpe fashion vengono tenute nelle borsette pronte all’uso.
Proprio di fronte al Trump Building c’era uno dei tanti carrellini che offrono ad ogni angolo di strada hot dogs e sandwichs a prezzi economici, quindi abbiamo pranzato con due hot dogs niente male.
A stomaco pieno e dopo le fotografie di rito con il famoso toro di bronzo a Wall Street, ci siamo incamminati lungo la Broadway in un susseguirsi di negozi uno più bello dell’altro. Non fare shopping è impossibile anche perché in molti negozi, acquistando un articolo si ha il secondo a metà prezzo, così siamo tornati in hotel pieni di pacchetti Il pomeriggio è così trascorso percorrendo a piedi tutta la Broadway passando per Greenwich Village fino ad arrivare a Times Square e quindi in albergo.
Di sera abbiamo cenato da “Sbarro” sulla 32th: pizza e frutta fresca per 20$ in tutto…Giretto a Times Square e all’Hard Rock caffè.
4° giorno: La pioggia è protagonista nel nostro ultimo giorno Newyorkese, quindi decidiamo di trascorrere la giornata all’asciutto acculturandoci nei musei. Con la Subway raggiungiamo il famoso Metropolitan Museum…Che dire? Io ne sono rimasta entusiasta, sbalordita e ammaliata. Il museo è enorme, ci vorrebbero 3 giorni e tanta calma per visitare tutte le esposizioni. Sono rimasta colpita soprattutto dalla collezione d’arte Egizia: un capolavoro! Per non parlare delle collezioni relative all’arte Greca, quella Romana e quella Asiatica.
Degna di nota è anche la sezione dedicata alla moda e alla fotografia: all’ultimo piano del Met sono esposti abiti di hot cuture dei più famosi stilisti al mondo:abiti che hanno fatto storia e hanno dettato moda ovunque, rappresentati dalle più belle donne del mondo, delle quali ci sono centinaia di fortografie stupende, immortalate dai grandi come Helmut Newton, Edward Weston, Herb Ritts e tanti altri… Usciti dal museo la pioggia è ancora incessante, quindi dopo un pranzo in un fast food, ci dirigiamo al Museo di storia naturale, che non è distante dal Met.
L’American Museum of Natural History merita una visita: sicuramente i bambini rimarranno estasiati dalle ricostruzioni di ogni tipo di animale rappresentato nel suo habitat naturale, ricreato scrupolosamente in ogni minimo dettaglio.
Personalmente ho apprezzato molto la sezione dedicata alla preistoria e ai dinosauri…Anche qui ho vissuto un bel dejà-vous, visto che in questo museo è ambientato il film “Una notte al museo” con Ben Stiller e Robin William.
Peccato che ero un po’ svogliata, viste le 5 ore trascorse dentro al Met, le forze mi stavano abbandonando, quindi ci siamo diretti in albergo a riposare un po’ prima della grande serata: non sei un vero turista se non vai a vedere uno spettacolo in un teatro di Broadway! Sognavo di vedere “ Re leone” musicato da Elton Jhon, ma purtroppo i biglietti erano terminati, quindi abbiamo ripiegato con “ Mary Poppins” e ne siamo stati entusiasti! Essere nel teatro Amsterdam di Broadway è stato emozionante, il musical era bellissimo, perfetto e curato nei minimi dettagli: non rinunciate a fare quest’esperienza! I biglietti potete comprarli con anticipo on-line, così vi assicurate di vedere lo spettacolo che vi interessa senza rischiare il sold-out sul posto. In alternativa i tickets si acquistano al botteghino del teatro: quelli della prima fila arrivano a costare 180$, ma non sperate di spenderne meno di 50$ anche per la balconata, ma ne vale la pena! Il giorno seguente era quello della partenza, quindi dopo aver fatto il pieno di dounats, con lo shuttle prenotato dall’hotel, ci siamo diretti al JFK per prendere l’aereo che ci ha condotto a Buffalo: destinazione Niagara Falls.
Il trasporto ci è costato 24$ a testa: è meno di quello che costa un taxi.
Saluto New York, le prometto che ritornerò presto e mi imbarco sul minuscolo aereo che non mi da per niente sicurezza, ma per fortuna in 45 minuti atterriamo a Buffalo. Buffalo dista da Niagara 1 ora di macchina. Potete prendere il bus nr. 40 che vi conduce al paese di Niagara al costo di 2,40$. Il biglietto si fa a bordo.
Noi abbiamo optato per una taxi diviso con una coppia di turisti che abbiamo trovato in aeroporto ( $50,00 in tutto).
Abbiamo alloggiato al Comfort Inn a due passi dalle cascate. Lo consiglio vivamente per qualità-prezzo: le camere erano grandi, pulite e la colazione era compresa.
Appena posate le valigie decidiamo di non perdere tempo e prendiamo un taxi , direzione Lewistone, un pittoresco paesino molto, molto carino, in stile “ Una mamma per amica”, con il chiostro in mezzo al parchetto e le casette piccole e colorate.
A Lewistone, sulle sponde del fiume Niagara abbiamo intrapreso un’esperienza che mi ha lasciato letteralmente senza fiato: il giro sul Whirpool boat! Io credevo innocentemente di fare una romantica gita in barca, ma arrivati sul posto capisco subito che non è così: dopo un breve breefing con gli accompagnatori del tour, dove capiamo ¼ di ciò che viene spiegato… veniamo ricoperti dalla testa ai piedi da un’impermeabile giallo, già bagnato e piuttosto puzzolente… ci fanno salire sullo scafo e si parte: per me inizia il terrore! La barca è studiata apposta per scontrarsi con onde alte 2 metri e per mezz’ora fa avanti e indietro nel bel mezzo delle correnti Niagaresi e ad ogni onda ci invadono secchiate d’acqua indescrivibili.
Tutti ridevano come pazzi ( compreso quel bebè di mio marito), mentre io ero terorizzata. Quando l’incubo è finito, sono scesa dallo scafo completamente bagnata, nonostante la muta a prova di virus che avevo addosso! La sera, cerco di dimenticare la brutta esperienza regalandomi una tipica cena Buffalese al Red Chock di Niagara Falls: un bel ristorantino situato vicino alle cascate. Con pochi $ ci gustiamo un buon piatto di chicken Wings, le famose alette di pollo piccanti che a Buffalo mangiano anche per colazione.
La vista notturna alle cascate è d’obbligo.
L’atmosfera è fiabesca a e renderla magica sono le luci colorate di alcuni fari posti ai margini delle cascate, che fanno cambiare continuamente colore all’acqua.
Quando meno ce l’ aspettiamo, dall’acqua sotto le rapide partono i fuochi artificiali e ci viene regalato uno spettacolo pirotecnico di rara bellezza in una cornice unica al mondo! 2° giorno: Ci dedichiamo a perlustrare la zona intorno alla rapide, quindi dopo aver ammirato lo scenario dal versante americano, attraversiamo il Rainbow Bridge per recarci nel versante Canadese ( si chiama Niagara anche il paese del Canada).
La vista sulle cascate è decisamente migliore: il paesaggio è splendido e l’acqua scende prepotente ed impetuosa, producendo una nube di vapore che si sparge nell’aria ed è così grande che la si può vedere anche lontano centinaia di metri.
Niagara Falls canadese sembra un luna park a cielo aperto. E’ piena di negozi di souvenires; di “case della paura”; sale gichi; fast-food e musei vari dedicati alle stars del cinema: è perfino assurdo pensare che qualcuna ci viva realmente in un luogo del genere, studiato esclusivamente per il turista da spennare.
Visto la gita bagnata del giorno precedente, decidiamo di non salire sulla barca “Maid of the Mist” che conduce ( 13$) sotto le impetuose cascate.
All’ingresso vengono consegnate ai turisti gli impermeabili ma servono a ben poco. Obiettivamente lo spettacolo reale lo si vede dall’alto. Sotto ci si bagna, si sente un forte rumore e non si vede niente perché la nube d’acqua è così densa da coprire la visuale. Quindi a mio parere la gita in boat è superflua.
Trascorriamo le nostre ultime ora a Niagara andando al “Factory prime Outlet” per uno shopping sfrenato e convenientissimo.
Lasciamo lo stato di New York e il suo clima variabile e piovigginoso, per volare al caldo sole della Florida.
Atterriamo al bellissimo aeroporto di Orlando e ritiriamo da “Alamo” la Jeep Toyota che avvamo già prenotato dall’Italia ( 350$ per 12 giorni. Ritiro dell’auto a Orlando e riconsegna a Miami. Navigatore consigliato da noleggiare in loco).
Pernottiamo una sola notte ad Orlando e soggiorniamo piacevolmente al Marriott per € 28 con colazione.
Della città a malincuore non abbiamo visitato niente ma ci siamo ripromessi di tornarci perché merita che gli siano dedicati almeno 5 giorni tra parchi e città. Una cosa però mi ha colpita: anche alcuni pali della luce hanno la forma della testa di Topolino! Baciati da un bel sole caldo ci dirigiamo verso la nostra prima meta: St.Petersurg nel Golfo del Messico. Pernottiamo due notti al Siratra Resort, posizionato direttamente sulla grande spiaggia bianca di St.Pete beach.
L’hotel è un 4 stelle ma non offre molti servizi: non c’è la colazione inclusa e sia i lettini in spiaggia che il parcheggio dell’auto nel loro cortile, sono a pagamento.
In compenso avevano una lavanderia a gettoni, quindi abbiamo fatto un bucato… Da visitare a St. Petersburg non c’è molto di degno di nota, chi fa le vacanze in quella zona, la sceglie per la classica vita da spiaggia. Però meritano una visita Honeymoon e Caladesi Island. Si arriva a Honeymoon in auto, pagando 3$ d’ingresso al parco protetto, dove si può fare anche bird-watching. Il mare è bellissimo, di un colore turchese spettacolare e la sabbia è bianca e morbida come il borotalco.
Importante: attrezzatevi bene con cappellino e ombrellone perché l’ombra sulle spiagge è inesistente.
Per pranzo abbiamo consumato cibo al sacco nella verdissima area pic-nic del parco.
Da Honeymonn Island, si prende il traghetto che conduce a Caladesi Island, a detta di molti una delle spiagge più belle della Florida ( costo 12$).
Le serate le abbiamo trascorse al porto di Madeira, situata a poche miglia da St.Pete. Lì c’erano ristoranti davvero particolari, ed essendo la pesca una grande risorsa per l’isola, si mangia dell’ottimo pesce.
Per mangiare dei buoni gamberi, andate da “ Bubba Gump”, un bel locale all’aperto che domina la baia di Madeira.
2° tappa del viaggio è Fort Mayer a sud di St. Petersburg.
Durante il tragitto ci siamo volontariamente persi nelle viuzze dei “rioni bene” per ammirare le bellissime villette American’s style, con giardinetti curatissimi e veranda con il dondolo… proprio come nei film! A Fort Mayer abbiamo pernottato al motel Holiday Inn, posizionato direttamente sull’immensa spiaggia del paese.
La fauna locale era molto ricca, tanto che i nostri occhi non ci credevano, quando in siaggia abbiamo visto un procione e una lepre uscire da un piccolo cespuglio! Un’escursione che si può fare è alle isole Captiva e Sanibel.
Per entrarvi si paga un pedaggio di 6 $. Le isole sono ricche e lussureggianti. La zona è decisamente vip, tanto che gl accessi alla spiaggia sono riservati a chi ha la casa fronte-mare poiché i parcheggi sono quasi inesistenti e quelli presenti sono carissimi. Perciò ci siamo limitati a scendere dall’auto solo per fare qualche fotografia.
Peccato che sulla guida, Captiva era elogiata come la stupenda isola delle conchiglie, con spiagge bellissime e ricchissime appunto di conchiglie di ogni tipo… forse anni fa, perché in realtà ho trovato spiagge normalissime e piuttosto sporche a causa delle tante alghe.
Il giorno seguente lasciamo il Golfo del Messico direzione isole Key.
Il viaggio di andata è stato emozionante: la superstrada che collega Fort Meyer al sud è molto suggestiva, in quanto si attraversa il parco delle Everglades e lungo il ciglio della strada abbiamo visto anche un alligatore che prendeva il sole.
Quindi il mio consiglio è di non scendere dall’auto per fare foto o per sgranchirsi le gambe: fermatevi solo nelle aree segnalate per la sosta.
Già arrivando a Key Largo, una delle prime isole che si incontrano, si respira l’aria dei Carabi. I colori si fanno vivaci: splendide bouganville fuxia e rosse fanno da cornice alla lunga strada che conduce a Key West.
Percorrere l’Overseas Street ti regala belle emozioni: 160 miglia di paesaggi sempre differenti ma con l’oceano sempre protagonista.
All’altezza di Islamoradas ci siamo fermati per un bagno rigenerante. L’acqua era piatta come una tavola, limpidissima e invitante come una tranquilla laguna Maldiviana.
Da Islamoradas a Key West gli scorci paesaggistici sono stupendi: la vista si apre su un oceano calmissimo e su tantissime isolette disabitate che affiorano da esso.
Avere un gommone o una barchetta sarebbe il modo migliore per visitarle! A Key West soggiorniamo al Blue Marlin Motel sulla Simonton Street.
Inizialmente ero scettica a trascorrere 5 giorni in un motel ma mi sono ricreduta immediatamente.
Le camere erano pulitissime, spaziose e accoglienti: dotate di ogni comfort, dal frigorifero alla macchina del caffè e la piscina esterna era molto graziosa.
Il tutto per € 32 a testa con colazione.
Trascorriamo a Key West dei giorni piacevolissimi. Consiglio il noleggio della bicicletta in quanto i parcheggi sono molto cari ed è piuttosto scomodo spostarsi con l’auto.
La cittadina è pittoresca: colonizzata dagli inglesi ha una forte impronta Britannica, sia nelle case che negli edifici pubblici.
Ricorderò sicuramente i colori di questo luogo: caldi e vivaci, tipicamente Caraibici.
La gente che vi abita ha una mentalità aperta e tranquilla, tanto che una buona parte di popolazione è omosessuale: abbiamo assistito anche alla parata del Gay-pride, in quanto in quei giorni si svolgevano feste e manifestazioni in onore al mondo gay: è stato divertente! Nell’isola, che è molto piccola, ci sono solo due spiagge: quella pubblica che non è particolarmente bella e quella privata di Fort Zachary. L’entrata costa 6$ per l’auto con persone a bordo.
Il mare è pulito e cristallino e c’è una bellissima pineta attrezzata con tavoli da pic nic e barbecue a disposizione per chi vuole farsi una grigliata…Gli americani sono dei veri appassionati di barbecue! Dopo aver trascorso la giornata in spiaggia e prima di andare a cena, la gente si riversa a Mallory Square, la piazza per eccellenza di Key West, per bere un’ aperitivo, ammirando un romantico tramonto mentre gli artisti di strada affollano la piazza con le più disparate esibizioni e intrattengono il numeroso pubblico.
Consigli gastronomici: Per una discreta cucina italiana recatevi al ristorante “ L’Abbondanza”, sulla Simonton Street., mentre per gustare una tipica cena Cubana, andate al “ Siboney”: prezzi onesti e piatti cucinati in modo semplice e saporito.
Per il dopo cena invece ci sono tantissimi pub e locali in cui potrete gustare ottimi drink a base di lime o mangiare una buona fetta di torta Key – lime, il tipico dolce dell’isola.
Finiti i rilassanti giorni a Key West, ci attende l’ultima tappa del nostro viaggio: Miami.
Ripercorriamo la Overseas Street a dopo 4 ore raggiungiamo il nostro hotel, il “Penguin”, situato direttamente sull’Ocean Drive a South Beach.
L’hotel è grazioso e pulito ( € 42 in b&b) e offre una generosa colazione italiana.
Pensavo che Miami mi desse emozioni più forti. Onestamente l’ho trovata piuttosto semplice rispetto allo stereotipo che ha cucito addosso.
Il mare è molto bello, le spiagge sono ampie, spaziose e l’acqua è cristallina e calda.
Indubbiamente ci sono dei bei negozi, sia sulla Lincoln Road che sulla Washington Avenue e i locali non mancano: sono centinaia i ristoranti e i bar in cui trascorrere ore piacevoli.
Ciò nonostante, non mi è entrata nel cuore come New York per esempio.
A Miami abbiamo trascorso 5 giorni in relax, frequentando la spiaggia di South Beach, quando il tempo ce lo permetteva. Vista la stagione i brevi temporali non sono mancati, così trascorrevamo le ore di maltempo in giro per l’Art Decò, a Miami city e al porto di Bayside.
Vi consiglio vivamente una gita a Bayside perché si fa del buono shopping e potete entrare al famoso Hard Rock Cafè, che è veramente degno di nota: particolarissimo e ricco di remebers dei grandi della musica.
Un’altra visita veloce potete farla alle piccole isolette Hibyscus e Star.
Si trovano sulla strada che collega Miami Beach a Miami City e potrete ammirare bellissime ville da “Mille e una notte”. Dovrete obbligatoriamente stare in macchina in quanto per ragioni di sicurezza è proibito scendere.
All’entrata delle isole c’è infatti una guardia armata che controlla chiunque entra, dando indicazioni sul comportamento da tenere. Pero’ un giro vale la pena, oltre alle ville, ci sono giardini e piante stupende! Un’altra tappa, meta del turismo curioso è la villa di Gianni Versace, sull’Ocean Drive. Ora è stata trasformata in hotel e ristorante.
Chi va in Florida, deve ritagliarsi una giornata per visitare le Everglades e per fare la gita nelle paludi a bordo delle barche con elica.
Consigli utili: portatevi un repellente anti zanzare, un cappellino per ripararvi dal sole e una bottiglia d’acqua.
La gita sull’airboat dura una mezz’ora. A me è piaciuta moltissimo, anche se durante l’escursione non abbiamo visto nemmeno un alligatore. Sfrecciare nelle paludi è stato divertente, il paesaggio è suggestivo e la guida che ci accompagnava era un buon Cicerone! I coccodrilli li abbiamo visti ugualmente nel parco safari.
Compreso nel biglietto d’ingresso ( $ 28), c’era infatti la visita al parco, dove si vedono decine di alligatori… (secondo me sono tutti lì… catturati dalle acque paludose e messi in gabbia per la “gioia” dei turisti) e uno spettacolo che coinvolge rangers e caimani.
A Miami se sentite la mancanza di una buona pizza italiana, potete recarvi alla “ Bella Italia” sull’Ocean Drive o da “Fratelli la Bufala”, dove la pizza è veramente alla napoletana.
L’ultimo giorno di vacanza lo trascorriamo facendo uno shopping sfrenato al Prime Outlet di Florida City a circa 30 miglia da Miami.
Nei Prime Outlets si trovano le migliori marche a prezzi ridicoli rispetto all’Italia, quindi vi conislgio di partire con pochi abiti perché potrete rinnovarvi il guardaroba spendendo veramente poco…Una piccola gioia prima di terminare le vacanze… infatti il nostro volo ci attende… in perfetto orario ci imbarchiamo sull’aereo che ci riporterà nella nostra Italia.
Salutiamo gli States ripromettendoci di ritornare presto: è stata una bellissima vacanza, un viaggio on the road che consiglio a tutti perché regala tantissime emozioni e rimane nel cuore per sempre.
Bye Bye Guys