New York, New York 7
10 giorni ad un certo punto ci son sembrati troppi e un paio di mesi prima di partire abbiam deciso di dividere il viaggio in due: 3/4 gg a NYC e 5 gg alle Isole Vergini per un pò di caldo, dato che ad aprile il clima newyorkese non è molto clemente.
Beh, partiamo dall’inizio: volo British Airways con scalo a Londra prenotato a novembre (data laurea) pagato 440 euro a testa a/r tasse incluse. Il diretto costava sulle 600 euro, non mi sembrava il caso…Consiglio di prenotare due voli non vicini come orario, in modo da non rischiare che le valigie non vengano caricate in tempo, per poi doverle aspettare 3 giorni a NY e non aver niente da mettersi!!! Tra l’altro il fattaccio è piuttosto frequente nell’aeroporto di Heathrow…
Quindi la nostra attesa tra un volo e l’altro è stata piuttosto lunga, nonostante esistessero altri voli prima. Arrivati negli USA dopo un volo molto confortevole (sedili ampi, bei film in proiezione, buon cibo) si sbrigano le menate doganali con tutte le solite domande stupide tipo se hai mai commesso atti terroristici, se importi terra o ortaggi (???) etc. Ti prendono le impronte digitali ed una foto and welcome to the United States! Ritiriamo le valigie, tutto ok: prendiamo l’airtrain (5$ a testa) fino alla stazione della metro Jamaica Station dove facciamo due abbonamenti settimanali di 24$ ciascuno, pur stando a NY solo 4 gg, ma conviene comunque.
Piccola digressione sull’utilizzo della metro che qui si chiama subway. Prima cosa: quando scendete in metro state attenti a quale direzione dovete prendere, infatti ci sono due diverse entrate, una per downtown e brooklyn (se la vostra metro prosegue per brooklyn) o uptown & bronx. Seconda cosa: ci son più linee che compiono la stessa tratta, solo che alcune fanno tutte le fermate e altre sono express, quindi attenzione a quale prendete, altrimenti vi può capitare di saltare la fermata e dover tornare indietro (provato).
Per il resto non è affatto complicata, però vi consiglio, se potete e le tratte son brevi, di prendere gli autobus x 2 motivi: 1) almeno vi gotete la città da sopra e non sottoterra. 2) la metro è lercissima!!!! infissi pericolanti, sporcizia ovunque, puzza assurda in certi anfratti!!! noi la usavamo per le lunghe distanze, altrimenti l’autobus era molto meglio! Beh, scesi dalla metro dopo un faticoso cambio di linea (con 4 trolley non era il massimo, ma questa era una vacanza risparmio: non nel senso che risparmiavamo in tutto, ma che quello che non spendavamo per il trasporto andava nello shopping o in buoni ristorantini!) arriviamo alla nostra fermata: 33rd street ad un isolato dall’empire state building: usciamo dalla subway che ormai fa buio e la prima cosa davanti a me è l’enorme empire illuminato di verde: che emozione!!!! primissima foto di NY! Arriviamo all’albergo, un isolato da li: Grand Union Hotel. Mi son informata tantissimo sugli alberghi prima di scegliere questo. Piccola parentesi: a NY gli alberghi sono piuttosto cari e se volete il bagno in stanza (un optional qui!!) lo pagate salato. Non non volevamo l’hilton, ma il bagno in camera per me è imprescindibile, quindi Grand Union Hotel era una buona soluzione: stanze piccole, caruccie, bagno in marmo, pulitissimo, ottima location a 137 euro a notte: direi che può andare. Ovviamente non c’è colazione, come nella maggior parte dei piccoli hotel di NY.
Prendiamo possesso della nostra stanza e subito usciamo per andare sul mitico Empire State Building, la prima vista e impressione di NY la voglio da li sopra di sera, con tutte le luci e il casino newyorkese.
Miracolosamente niente fila, biglietti 18$ a testa (un pò caruccio) e in pochi minuti siamo li sopra. Io sento delle oscillazioni spaventose, non soffro vertigini o altro (come invece lui) ma percepivo queste oscillazioni in modo molto forte. Appena arrivati su, non riesco a spiegarvi l’emozione… Sirene e clacson, luci, casino… E un panorama mozzafiato, e anche tanto tantissimo freddo! Dopo un pò di foto fatte col treppide (che menata!) scendiamo, anche perchè siamo cotti dal mega viaggione e jet lag e tutto quanto. Fabri si prende il primo hot dog della vacanza in un chioschetto aperto 24 ore (the city never sleeps!) e poi in albergo a ricarburare.
Mattino seguente: un sole pazzesco e fa anche calduccio, che bello! Anche se praticamente ho sbagliato guardaroba! Inizio infatti ad usare le magliettine portate per le Isole Vergini e rimetto in valigia i maglioncini di cashmere! Pazienza, anzi meglio così!!! Un pò di inaspettato caldo ci vuole…
Prendiamo sulla Madison Av l’autobus fino all’altezza del Guggenheim, prima tappa di oggi. Le strade li son a senso unico, quindi per salire andavamo sulla Madison, per scendere sulla 5th.
NY vista dall’autobus è spettacolare!!! Non riusciamo a star fermi un attimo, continuamo ad indicare tutto quello che finora avevamo visto solo sulla mappa o in foto da internet… Emozionante! Eppoi la Madison è fantastica, con tutte le sue mega boutiques! Arriviamo all’altezza del Guggenheim, percorriamo 1 isolato in orizzontale, infatti è situato sulla 5th e arriviamo a destinazione. Purtroppo l’esterno è ancora in ristrutturazione, peccato. Entriamo, è bellissimo, grande Wright! Ho studiato beni culturali, quindi la parte musei nelle mie vacanze è sempre una tappa fondamentale: lo stesso non si direbbe per Fabri, a cui ste cose non interessano!!! Paghiamo il biglietto con sconto studenti (tesserino nemmeno controllato x fortuna, visto che son scaduti!) 8$ a testa. Penso: “buono”. In realtà il contenuto di questo museo è stata una delusione anche per me… Non vi dico Fabri: 8$ buttati, etc, e lamentele varie. Tento invano di inculcargli il senso dell’arte contemporanea, ma resta convinto del fatto che i quadri di Mondrian lui li farebbe anche meglio… Beh, dopo varie discussioni ed opinioni e dopo esserci fatti tutti i 6 piani (di cui gli ultimi 3 VUOTI!!!) usciamo e compriamo delle stampe fotografiche di NY in bianco e nero stupende, che vedremo ovunque in chioschetti ambulanti per tutta la città.
Scendiamo a piedi fino al Metropolitan Museum, che però è tappa di domani, e prendiamo un autobus che ci porti lungo tutta la 5th fino a Union Square. Anche qui, palazzi stupendi, negozi pure e tutti i punti di interesse che mi ero segnata…
Arrivati a Union Square, c’è un mercato e la piazza pulsa di gente ed energia: è un casino unico, ma non frenetico. C’è un tizio che pela le patate e di fianco ha la rivista Vanity Fair di quella settimana aperta sulla pagina che parla di lui (pazzesco…) e si pubblicizza! Poi c’è una statua in bronzo di Gandhi con gli Hare Krishna sotto che ballano e cantano… Etc… Sull’altro lato della piazza c’è un bellisssimo grattacielo bianco che è sede della rivista Life. Di qui proseguiamo a piedi sulla Broadway fino ad arrivare al Flatiron building, quello a forma di ferro da stiro: purtroppo siamo controsole quindi le foto non rendono… Pranziamo nel primo MC Donald’s nella speranza di trovare dei mega panini, ma grossa delusione! I prezzi son come i nostri (un’eccezione dato che qui il cibo, e non solo, costa davvero molto meno che da noi! Alla faccia che NY è cara!) e i panini pure!!! Mi sa che da quando hanno fatto la campagna anti-obesità hanno ridimensionato le dimensioni dei panini e non solo! Anche gli hot dog sulla strada son davvero piccoli!! Grossissima delusione per Fabri che sognava da tempo i mega paninazzi americani. Dopo pranzo torniamo in albergo perchè fa troppo caldo e il mio abbigliamento non era per niente azzeccato, quindi mi cambio e usciamo di nuovo alla volta della 5th Avenue. Facciamo un pò di shopping da Armani Exchange. Per il resto gli altri negozi o non mi hanno colpito, o erano fuori dalla nostra portata! Abercrombie & Fitch aveva un paio di cose carine, ma le più belle non erano in vendita (????) anche se erano su tutti i manichini. Dopo questa delusione, il fatto che la musica dentro li è assordante, l’orda di ragazzini, il profumo nauseante e i commessi superfighi ma storditissimi, scappiamo via! Arriviamo alle Trump Towers, che siamo curiosi di vedere: entriamo e ci troviamo davanti a pareti rivestite di marmo con cascate d’acqua e giardini pensili tipo serra: bello ma secondo me una gran pacchianata! Fabri invece ammira la gigantografia della figlia Ivanka Trump, sia per la bellezza, sia per l’invidia del suo ingente patrimonio…
Di fianco c’è Tiffany: inutile ricordarvi il nesso con il film che vede protagonista la mitica ed insuperabile Audrey Hepburn… Fabri non vuole farmi la foto li davanti perchè dice che è da cretini, ma lo convinco. Poco più in la arriviamo alla Grand Army Plaza, dove c’è il mitico Hotel Plaza: fantastiche scene di Sex & the City girate li davanti. Cerco di ricordargliene una di una puntata che casualmente abbiamo visto insieme, ma niente, non si ricorda… Pazienza. Di fronte c’è il cubo dell’Apple Store, il negozio è sottoterra: entriamo principalmente per leggere le nostre email, qui si può fare gratis. Ti connetti ad internet e stai quanto vuoi. Avvisiamo a casa che è tutto ok e torniamo sui nostri passi. Fabri vuole assolutamente un paio di scarpe da ginnastica, andiamo al Nike Store: una delusione totale. Io invece voglio assolutamente rifarmi di creme e trucchi che aspetto di comprare da circa un mese perchè so che qui costano meno. Andiamo da Sephora e mi perdo qui dentro. Fabri fa facce sconcertate e dopo aver scelto fondotinta e correttore shiseido (a Milano il rincaro è del 40%!!!) usciamo. Decidiamo di proseguire fino all’albergo a piedi, son circa 15 isolati, ci sembra fattibile: in realtà la sera avremo i piedi distrutti!!! Ritroviamo la Public Library e l’Empire e torniamo in albergo per una lunga doccia. La sera volevamo andare a Times Square e mangiare qualcosa li. Ci arriviamo a piedi, andando fino a Macy’s e proseguendo sulla Broadway. Da lontano vedi le luci e senti il casino, ma non capisci bene quando inizia sta diavolo di piazza: sei ancora sulla Broadway ma sei già travolto dal casino più totale! Son due isolati di puro delirio… Cerco il Conde Nast Building (regno della moda e della mitica Anna Wintour) dove tra l’altro son state girate le scene del Diavolo veste Prada, ma in tutto sto delirio non lo individuo precisamente. Mi sembra di averlo visto, ma non son sicura sia quello… Vabbè, non è che impazzisco se non lo trovo. Dopo varie foto e una reale incursione di pompieri sorridenti (???) in un ristorante dove tutto sembrava normale, scappiamo da questo inferno alla volta del Greenwich Village per un pò di tranquillità! Prendiamo la metro da qui e camminiamo fino all’arco di Washington (niente di esaltante: qui non sanno cos’è un vero arco di trionfo): mi devo sedere perchè son distrutta, ogni passo è una tortura!!! Con fatica arrivo sana e salva al cuore del Village dove riusciamo a trovare il SushiSamba, dove mangiamo volentieri! Tutto molto buono, anche se il Poporoya sotto casa mia è di gran lunga più buono, ma la cosa più carina è la location: sulla strada, in un quartiere che ha davvero poco di newyorkese: sembra di essere a Londra più che altro…
Con ENORME fatica stavolta (dopo che fai riposare per poco i piedi, poi ti fanno ancora più male!!) arrivamo ad una metro che ci porta in albergo, dove cadiamo in un sonno profondissimo.
Alle 7 io son già sveglia: già, perchè questo jet lag su di me ha agito al contrario, mi alzo sempre prestissimo (non è da me!!!) e sarà così per tutta la vacanza (alle Virgin Islands alle 5,30/6 ero già in piedi!). Aspetto che si svegli anche Fabri, non voglio tartassarlo, quindi dormicchio ancora un pò poi inizio a prepararmi, che tanto come sempre ci metto una vita e lui, non si sa come, è sempre pronto prima di me, anche se si alza due ore dopo! Oggi è domenica e andiamo al Met eppoi Central Park per vedere tutti i newyorkesi la domenica che fanno.
Ancora colazione da Starbucks con la mia piccola hot chocolate (che corrisponde ad una bibita media in Italia) con panna e muffin al cioccolato: 4$.
Autobus sulla Madison Av fino all’altezza del Met. Entriamo e già sembra enorme… Fabri si vuole sparare… Anche qui 2 biglietti x studenti: 10$ a testa, tutto incluso, anche le mostre temporanee, che non avrò modo di vedere >:( (solo quella dell’Islam si corsa mentre passavamo da 1 settore all’altro).
Non riesco ad orientarmi, quindi lo faccio fare a lui, così si rende partecipe della cosa: consiglio di vedere solo delle aree, sennò non ne uscite più.
Io ho cercato di vedere il più possibile: arte classica greca e romana, arte cinese e giapponese, tempio di deindur e arte egiziana, pittura e scultura del XIX secolo. Ho saltato l’arte americana perchè non mi interessa e quella medievale di cui ho visto solo la grata in metallo (molto carina!).
Questo museo è spettacolare, infatti è piaciuto anche a Fabri: infatti qui in America il museo non è concepito come un posto dove si espongono quadri, il visitatore interagisce in qualche modo. A volte questo aspetto può sembrare un pò “disneyano” ad esempio per quanto riguarda la ricostruzione di ambienti giapponesi con tanto di casetta e laghetto, ma è sicuramente suggestivo…
Da non perdere sono il tempio di Deindur, arte classica e pittura e scultura europee.
Usciamo che siamo già stanchi e io ho un forte mal di schiena, ma ci facciamo un giretto a Central Park, dove pranziamo ad hot dog e preztel (6$). Facciamo un giro veloce lungo il grandissimo Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir (che figata solo il nome! Mitica anche lei per me…) tagliandolo in orizzontale ed arrivando all’Upper West Side dove vogliamo fare un giretto su Riverside Drive, dove al numero 155 c’è la casa di Will & Grace. Si, siamo pazzi, anche perchè non viene nemmeno girato li! Usano la casa solo come facciata!!! Però è un’occasione per scoprire un altro quartiere e con l’autobus raggiungiamo la nostra meta. Dopo le classiche foto must da turista cretino, torniamo verso Central Park all’altezza del Natural History Museum (dove è stato girato il recente “una notte al museo” con il mitico Ben Stiller di cui Fabri è il primo fan). Siccome non siamo particolarmente interessati a scheletri di animali e minearali di 3 milioni di anni, passiamo oltre e ci addrentriamo in Central Park, dove vediamo The Lake con tutte le barchette, molto romantico. Poi Bethesda Fountain e The Mall. Passiamo per Park Avenue, STUPENDA!!! E’ una delle poche avenues a doppio senso, con case da sogno con il portiere sotto la tendina che chiama i taxi e lucida i pomelli dello stendino… Proprio come nei film…
Fabri vuole disperatamente le scarpe, ma qui i negozi non fanno per noi, o almeno per le nostre tasche! Per curiosità passiamo davanti al negozio di Tom Ford, il suo primo negozio aperto da pochissimo: molto bello da fuori per carità, ma si entra solo su appuntamento!!!! Che tristezza sti stilisti arrivati che fanno tanto i fighi! Ancora incazzati con Tom Ford, che da oggi è nella lista degli insopportabili snob, torniamo a Grand Army Plaza, dove prendiamo un autobus che dalla 5th ci porti all’altezza della 34th Street così andiamo da Macy’s. Mi riprendo un attimo con la schiena sull’autobus, ma arriviamo in fretta… Prima di Macy’s ci son un pò di negozietti, tra cui un negozio di scarpe! Finalmente!!! Fabri trova delle bellissime scarpe di Hugo Boss a 120$ e io delle scarpe alte spuntate gialle stile vintage STUPENDE a 70$!!! Fabri compra anche le infradito perchè x le Virgin Islands non si è portato niente! Esaltatissimi per gli acquisti andiamo da Macy’s, dove facciamo la tessera dell11% di sconto su tutto mostrando al Visitor’s center il passaporto. Anche qui troviamo molto: delle polo Ralph Lauren (io le prendo da bambino perchè costano meno e mi stanno perfette: pagate da 12 a 15$ l’una), jeans Levi’s a max 45$, pantaloni Calvin Klein corti per lui a 50$. A questo va tolto l’ulteriore 11%. Usciamo contenti e andiamo in albergo! La sera avevo in programma di fare un giro sulla East 42nd Street, dove c’è il Chrysler Building (che già avevamo visto sul nostro percorso della 5th Av), il Waldorf Astoria Hotel (quello del principe cerca moglie) e la sede dell’ONU. Solo che eravamo distruttissimi, non mi capita mai in vacanza di rinunciare al mio itinerario per la stanchezza, ma qui ero proprio a pezzi! Quindi optiamo per un giapponese salatissimo sotto casa e arrabbiati per la fregatura (70$!!!ovviamente niente mancia in sto caso) andiamo a nanna.
Oggi è lunedi e vedremo la città in movimento per la frenesia del lavoro (pensavo peggio a dir la verità!).
Solita colazione da Starbucks e prendiamo la metro per Wall Street. E qui assisto ad una leggenda che a vederla di persona mi impressiona: le donne vestite tutte in tiro per l’ufficio che si cambiano le scarpe in metro. Vedi che mettono via ste infradito o scarpe da tennis e tirano fuori le decolleté altissime! Arrivati, foto di rito alla targetta della strada “Wall Street”, Trinity Church e NYSE. Non abbiamo visto il Charging Bull, io volevo, Fabri no. Quindi lo accontento, anche per renderlo partecipe in questo viaggio che ho organizzato da sola, senza averlo interpellato più di tanto…
Vuole andare verso il mare allora propongo il Pier 17, dove ora c’è un centro piuttosto commerciale composto da fast foods e negozietti, niente di entusiasmante per me… Però mi immagino come doveva essere negli anni d’oro (gli 80’s) con tutte le disco più gettonate…
Fabri da Foot Locker trova finalmente un paio di Nike, mentre io guardo da Victoria’s Secret (già visto quelli in Midtown) ma ancora non mi colpisce niente e non spenderei mai tutti quei soldi perun completo intimo, tra l’altro che mi da l’idea di esser scomodissimo con tutti quei pizzi. Guardo anche il reparto cosmesi, ma niente mi colpisce…
Dal Pier 17, dove vediamo il ponte di Brooklyn di giorno e non ci entusiasma un granchè, proseguiamo per Fulton Street alla volta di Ground Zero: che carina sta vietta, mi è piaciuta molto! Da Body Shop ho fatto incetta di altre cose x me, eppoi via verso Ground Zero. Si arriva proprio di fronte, trovandosi di botto sto grande buco, tanto traffico e solo quando si arriva li sotto si avverte un grande silenzio: il traffico c’è sempre, ma vedendo tutti zitti intorno a te, avverti solo quello. Ci son tante foto bellissime più la descrizione della giornata minuto x minuto. Impossibile rimanere impassibili, le fotografie son straordinarie. Per il resto il buco è già un grosso cantiere e intorno c’è il solito caos newyorkese.
Di fronte a Ground Zero c’è il discount store Century 21: ci scoccia pensare allo shopping proprio qui davanti, ma d’altronde se è lì noi non possiamo farci niente… Entriamo ancora un pò “frastornati” dal contrasto che c’è li fuori e subito siamo sommersi da slip da uomo a prezzi stracciati. Fabri fa incetta, poi prende una cintura, intanto io mi dirigo sicura, quasi calamitata, al banco profumeria e compro una crema clinique a 12$ (in Italia stessa crema: 32 euro!!). Al piano superiore trovo un bellissimo abitino Missoni a tipo 25$ e andiamo via soddisfatti, comprando all’ultimo anche due cappellini degli yankees.
Di qui ci dirigiamo a Battery Park eppoi a South Ferry. Infatti per vedere la statua della Libertà deciciamo di prendere il ferry per Staten Island, che è gratis, non c’è coda ed è più bello di quello che parte da Battery Park per Ellis Islands e la Miss Liberty.
Arriviamo al molo e c’è davvero una fiumana di gente, quindi ci arrendiamo: non vogliamo fare il viaggio da profughi su un battello pieno di gente, anche se potrebbe riportarci indietro nel tempo, a quando i nostri connazionali emigravano li e venivano controllati tutti ammassati proprio nella vicina Ellis Island! Stiamo un pò a South Ferry ammirando la Liberty da lontano sotto un sole cocente (che caldo che faceva!!!) e un pò di scoiattolini nel parco.
Risaliamo e torniamo a Ground Zero per mangiare da Burger King: dal piano superiore si vede l’enorme buco e da li scattiamo le foto che da giù non ci sembrava carino fare.
Ci riposiamo un pò e ripartiamo alla volta di Soho e Little Italy: due quartieri davvero bellissimi! Soho è favoloso, i negozi son tutti particolari, molto alternativi. Dà proprio l’idea di un quartiere pieno di creatività. Poi è molto tranquillo quindi ci rilassiamo un pò e stacchiamo da tutti quei clacson e quelle sirene! Qui ci vivrei proprio volentieri! A piedi arriviamo a Little Italy, che in realtà è composta solo dalla bellissima Murberry Street, una via piena di negozi stupendi (nella zonna più alta: Nolita) e di ristoranti e bistrot italiani con tanto di paletti del parchimetro e le pompe dell’acqua tricolori: favoloso, sembra davvero di essere a napoli, ma più che altro di tornare indietro ai tempi di Vito Corleone. Ora gli italiani si son trasferiti nella emergente Brooklyn, che ora va tanto di moda e il quartiere si è rivalutato molto. Ma questa via resta comunque un’istituzione… Tutt’intorno Chianatown, enorme e confusa…Andiamo a Canal street a prendere la metro che ci porta a Brooklyn per fare il ponte al contrario, verso Manhattan. Arrivati a Brooklyn ci riposiamo un attimo su una panchina eppoi iniziamo questa breve e bellissima traversata. Ho calcolato perfettamente i tempi; volevo esser qui al tramonto e oggi c’è un tramonto fantastico! Un sacco di foto verso Uptown e soprattutto Downtown, con il suo Financial District che da qui è magico. Arriviamo a Manhattan, prendiamo la metro e andiamo in albergo completamente distrutti! La sera non ho nemmeno la forza per uscire, quindi piombo a dormire dopo aver fatto la valigia e Fabri guarda un pò di Tv poi mi segue. La mattina dopo infatti abbiamo il volo per le Virgin Islands, dove staremo 5 giorni (se volete leggere il relativo itinerario andate allla sezione Isole Vergini Americane) per poi tornare a NY l’ultimo giorno.
L’albergo ci tiene due delle valigie che non abbiamo intenzione di portarci dietro (deposito gratis).
Torniamo a NY il 29 aprile sera, contenti che la vacanza non è ancora del tutto finita e soprattutto riposati dopo tanto camminare! Il ritorno dalle isole Vergini sembra il viaggio della speranza! Partiamo la mattina alle 8,35 con volo che fa scalo a Miami. Avremmo un pizzico di tempo x vedere la città, almeno Miami Beach, ma non vogliamo rischiare di tirare troppo i tempi, poi sto aeroporto è un macello! Quindi ce ne stiamo belli tranquilli, mangiamo ancora sushi e stavolta mi arrabbio xk han sbagliato un’ordinazione e ci han fatto pagare di più (anche qui niente mancia e soprattutto da qui la constatazione che BASTA SUSHI IN USA!!!E’ che con tutte le schifezze dei fast food era la cosa più sana per riequilibrare un pò, eppoi lo adorooo). Il nostro volo x JFK era in forte ritardo per traffic jam a JFK (??). Arrivati a NY, Fabri ha la brillante idea di prendere la metro non da Jamaica station, ma da Howard Beach, sia per cambiare un pò, sia perchè gli sembrava più corta. Ovviamente, non solo era una vascata, ma era interrotta in un punto quindi abbiamo proseguito con il bus, per poi riprendere la metro: tutto questo con le valigie! Poi cambia metro e finalmente in albergo! Volevo andare a Chelsea quella sera, ma Fabri era troppo stanco (in effetti ci siam alzati alle 5 del mattino e preso nell’ordine: ferry, taxi, aereo, aereo, airtrain, metro, autobus, metro, cambio metro!) quindi siamo andati alla Steak House sotto l’Empire state Building, dietro al ns albergo. Strano, ma ho sentito delle forti oscillazioni anche qui! Eravamo proprio sotto l’Empire ed evidentemente è un problema di edificio, visto che l’altitudine non c’entra! Almeno a me ha fatto sto effetto, Fabri non ha sentito oscillazioni ne sopra nè sotto! Forse era solo una mia impressione, non so…
30 aprile: ultimo giorno a NYC. Abbiamo l’aereo alle 2115 da Newark, quindi abbiamo tutta la mattina e il pomeriggio fino alle 16 circa, dato che alle 1620 abbiamo prenotato uno shuttle che ci prende direttamente dall’albergo per portarci li al prezzo di 20$ a testa. Per stavolta abbiamo evitato trasferimenti in subway e navette varie, perchè con 4 trolley è davvero improponibile e la giornata di ieri era stata piuttosto devastante: quindi x stavolta abbiamo fatto i pascià e dopotutto abbiamo speso solo 6$ in più rispetto allo sbattimento autobus+autobus+treno da Penn Sation fino a Newark! Appena alzati facciamo il check out e lasciamo le valigie nel deposit fino alle 16 (ancora gratis). Prima e più importante tappa di oggi: il MOMA, lasciato per ultimo perchè il più bello secondo me. Non delude le aspettative! Qui ci controllano i tesserini studenti (si fa per dire, nn si son accorti che quello di Fabri è scaduto) e paghiamo 12$ a testa: li vale tutti. Apparte che la struttura è fantastica, ogni spazio è sfruttato nel migliore e più creativo dei modi, la collezione è favolosa e l’installazione fantastica. Insomma un vero capolavoro! Unica delusione: il giardino delle sculture. Hanno installato provvisoriamente due sculture in ferro oscene, rovinando un pò il contesto… Pazienza.
Tappa obbligatioria al gift shop per le solite cartoline e ci accorgiamo che son già le 14: in effetti mi son dilungata molto li dentro, ma non si può fare altrimenti! Ci restano solo due orette: torno da Abercrombie & Fitch nella speranza di trovare qualcosa ma niente, son sempre più delusa. Commesse odiose. Quindi andiamo alla Apple per comprare l’ipod al mio papi che me l’ha chiesto dato che costa meno… Ma al momento di pagare mi aggiungono le tasse: mo che faccio!? Non lo prendo per sicurezza. Solo dopo mi rendo conto che era cmq più economico che qui da noi, ma ormai è tardi: pazienza, lo prenderà su ebay… Il tempo sta volando e non abbiamo ancora preso i francobolli e le magliette “I love NY”. Finisce che le maglie non le prendiamo perchè, è vero che costano 7$ 10 magliette, ma fanno schifo!!!!! Qualità non pessima, di più! Fosse stata qualità scadente le avrei prese lo stesso per quel prezzo, ma queste eran terribili! I cuori rossi sbavati, tutte piene di pallini…
Vabbè, compriamo i francobolli di corsa e via verso l’albergo: il tizio dello shuttle era già li, più che puntuale! Lo prendiamo così presto perchè doveva passare a prender altre persone, quindi il giro si fa lungo ma molto carino: abbiamo visto zone di Manhattan che non eravamo riusciti a vedere! Arrivati a Newark scopriamo che non ci sono buche per le cartoline, quindi cosa ci è rimasto di NY oltre alla sua incredibile energia e casino, ai taxi gialli e ai tombini fumanti? Le cartoline, che daremo a mano.
Conclusione: un viaggio da fare a tutti i costi, anche solo per capire quanto diavolo siamo indietro qui in Italia: io non sono filo-americana, odio il fatto che non riescono ad apprezzare la cultura e il valore delle cose antiche, ma mi devo ricredere su tanti aspetti. Sono avanti sti americani, non c’è niente da fare! Ma è anche vero che siamo noi che siamo indietro, in Europa città come Londra, Berlino, Barcellona sono comunque al passo coi tempi, invece ogni volta che torno a Milano (città europea?!?!?) la vedo così indietro… Eppure l’adoro, ma son certa che presto o tardi cercherò altre mete e perchè non NYC the big apple? Sarebbe un’esperienza fantastica, e comunque vada, ci tornerò di sicuro: mancano ancora tante cose da vedere e da vivere li!!! Goodbye NYC!