New York, Miami on the road, finale a Las Vegas

Premessa Vi presento questo straordinario viaggio negli States compiuto da me e da mia moglie ad inizio autunno 2007. Un viaggio assolutamente unico, cavalcando le autostrade americane, atraversando varie zone climatiche, tradizioni, ecosistemi, divertimenti, culture. Ve lo presento in forma di diario scritto giorno per giorno per cui magari...
Scritto da: clabber
new york, miami on the road, finale a las vegas
Partenza il: 25/09/2007
Ritorno il: 16/10/2007
Viaggiatori: in coppia
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Premessa Vi presento questo straordinario viaggio negli States compiuto da me e da mia moglie ad inizio autunno 2007. Un viaggio assolutamente unico, cavalcando le autostrade americane, atraversando varie zone climatiche, tradizioni, ecosistemi, divertimenti, culture. Ve lo presento in forma di diario scritto giorno per giorno per cui magari potreste incontrare qualche imperfezione, qualche ripetizione ma non ne ho voluto alterare lo spirito. Martedì 25 Settembre 2007, Partenza e New York Siamo partiti da casa alle 4 di mattina insieme ad un nostro parente che ci ha accompagnati a Roma Fiumicino. Arrivo verso le 7.30 disbrigo del check-in e poi prima ricca colazione “americana” nel bar dell’aeroporto di Roma. Americana perché alle 8 ci siamo sparati due mozzarella in carrozza e coca cola! Il volo era alle 10:00 della continental airlines. Puntualissimi nelle operazioni di bordo. Volo tranquillo, il tempo è volato siamo atterrati all’aeroporto di Newark alle 13:25 con 15 minuti di anticipo. Disbrigo delle pratiche doganali devo dire puntigliose ma veloci. Pranzetto veloce in aeroporto e poi siamo andati alla Dollar per ritirare l’auto. Li non abbiamo capito nulla di quello che ci diceva un impiegata americana dall’accento incomprensibile (anche se il nostro inglese è veramente pessimo) comunque siamo riusciti a compilare i vari modelli a metterci d’accordo sul pieno di carburante e ci siamo infilati nella nostra ammiraglia (un anonima ma carina Dodge Caliber) che ci accompagnerà per 18 giorni. Il primo impatto con le intricatissime autostradi newyorkesi è stato terribile, nonostante avessimo un navigatore professionale e dovessimo fare solo qualche chilometro per raggiungere l’albergo, ci siamo persi per almeno tra volte. Comunque riusciamo a raggiungere l’econo lodge ad Elizabeth nel NJ a pochi passi dall’aeroporto. L’hotel non è granchè un po di sporcizia diffusa, un po abbandonato a se stesso. Ma per noi va bene. Ci accontentiamo. Dopo una doccia rinfrescante e un po di riposo ci rimettiamo in macchina per avventurarci nelle intricate strade della periferia di new york. E’ veramente impressionante il traffico (inteso come quantità di auto non come scorrevolezza che non manca) che c’è e gli incredibili incroci, uscite, rampe, innesti, ponti. Senza navigatore penso sia veramente un’avventura percorrere queste strade senza perdersi. Le indicazioni ci sono ma sono molto “americane” nel senso che non vi sono indicazioni di località ma solo di strade quindi è inevitabile avere almeno una cartina e pianificare prima il viaggio anche per un semplice giretto di pochi chilometri. Girando un po a caso ci siamo imbattuti in un enorme parco il Liberty State Park sulla sponda est del new jersey proprio di fronte a Manatthan. Il parco è meraviglioso, pulitissimo, ordinato, molto frequentato da mamme, da sportivi, da animali vari. Da qui c’è una splendida vista di Manatthan e della statua della libertà ed Ellis Island. Poi proseguiamo dentro Dowtowm di manatthan vorremmo percorrere il ponte di brooklym ma non facciamo in tempo comincia ad essere tardi abbiamo fame e sonno. Quindi troviamo un ristorantino quasi italiano nei pressi di wall street ci immergiamo dentro e per 70 dollari facciamo una cena deliziosa compreso un ottimo caffè. Vorrei dire a tutti coloro che leggeranno questo racconto per conoscere le specialità culinarie dei vari stati che purtroppo noi siamo un po nazionalisti sul cibo. Ossia ci piace la cucina italiana il turismo culinario non ci appassiona. Anzi spesso le nostre sfide sono di trovare posti dove si cucina bene all’italiana. Rientriamo in albergo verso le 22 e dormiamo tantissimo e bene. mercoledì 26 settembre 2007, New York-Laurel (vicino Washington) KM 310 Sveglia alle 8.30, abbiamo dormito per dieci ore e bene, quindi ci alziamo riposati e freschi. Dopo il check-out in hotel saliamo in auto direzione Washington, Navigatore impostato, climatizzatore a palla, occhiali da sole e via per le ancora più intricate autostrade del nord-est, anzi penso in assoluto l’autostrada (o meglio gruppo di strade) più trafficata al mondo quella che collega New York a Washington passando per Philadelphia e Baltimora. Oltre all’immensità della strada ho notato come qui la guida sia più europea soprattutto nel rispetto dei limiti. Gli automobilisti qui sono leggermente più indisciplinati rispetto all’ovest, i limiti vengono più volte oltrepassati, ma ancora niente a che vedere con l’Italia dove non solo non si rispettano i limiti ma non si rispetta nulla. Guidare negli Stati Uniti a mio avviso è veramente meno pericoloso che altrove. Il viaggio dura 4 ore con due soste di almeno 30 minuti l’una. Poi alle 14. 00 giungiamo a Laurel tranquilla località nel Maryland a 35 chilometri da Washington. Scegliamo di starcene lontani dalla città sia per una questione di costo degli hotel sia perché fuori città gli hotel sono provvisti quasi tutti di parcheggio libero e gratuito. Prendiamo la camera al Days Inn molto pulito, bello. La camera è dotata di tutti i comfort c’è anche internet che per noi che abbiamo il portatile ci è utilissimo per chiamare in italia per guardare e pianificare meglio l’itinerario e perché no anche per divertirsi la sera prima di addormentarsi. In serata giro per Washington night. L’impressione è notevole è proprio la capitale, strade enormi, viali infiniti, giardini e parchi dappertutto. Siamo arrivati da new york avenue che si innesta direttamente su Pennsylvania avenue la strada che porta alla casa bianca. Un po di problemi per trovare parcheggio soprattutto perché il parcheggio principale sul the mall era chiuso e non abbiamo esattamente capito perché. Probabilmente alla casa bianca vi era qualche ricevimento ufficiale forse del presidente iraniano. Sarà, comunque abbiamo trovato un posto proprio lungo la Constitution Avenue un vialone enorme che dal campidoglio giunge al Lincol Memorial. Abbiamo fatto una bella passeggiata lungo il perimetro della casa bianca, polizia dappertutto, ma era molto tranquillo. Città naturalmente pulitissima, traffico fin troppo regolare e scorrevole. Ma immaginate Roma o Milano alle 7 di sera cosa devono essere? E non ce ne usciamo sempre con la solita retorica che gli Stati Uniti sono una nazione giovane. Hanno cominciato a circolare le auto almeno 20 prima che da noi quindi…E poi i centri storici ci sono eccome. Semplice li le auto non entrano e basta! Da noi i centri storici sono spesso molto centri e poco storici. Rientriamo in hotel alle 22 perché siamo ancora fusi dal fuso. Doccia, leggero ammiccamento con mia moglie e poi a letto. Domani ci aspetta una visita più ortodossa di Washington anche se ancora non sappiamo dove andare e cosa scegliere di vedere e poi c’è l’incubo parcheggio! Giovedi 27.09.07, Washington Sveglia alle ore 8.00. Ricca colazione in albergo e presa la macchina ci siamo diretti a Washington. Il traffico era abbastanza regolare lungo la intestate 295. Washington di giorno è comunque affascinante. Abbiamo trovato parcheggio nei pressi del “Washington monument” una specie di obelisco alto 170 metri. Ci siamo diretti li. Con nostra grande sorpresa i biglietti erano gratuiti bisognava prenderli perché c’era scritto l’orario di ingresso e quindi la fila da fare la quale all’inizio era segnalata con un cartello orario. Siamo quindi saliti in cima con gli ascensori e da li c’è una vista mozza-fiato su tutta Washington e l’area circostante. Abbiamo scattato molte foto e poi con calma siamo scesi. C’è anche una guida gratuita che accompagna durante la salita e la discesa. Naturalmente in inglese e noi abbiamo capito poco. Dopo abbiamo girato a piedi tutti i giardini che dal Campidoglio arrivano al Lincoln Memorial. Anzi ci siamo diretti prima verso quest’ultimo distante almeno un chilometro e mezzo. Durante il tragito ci siamo imbattuti nel World War II Memorial una gigantesca piazza di marmo con al centro una mega fontana e tutto in cerchio colonne in ognuna delle quali vi era il nome di uno stato americano. Questi memorial sono molto frequenti negli stati uniti, a volte sono esagerati e lambiscono il cattivo gusto, però come ricerca della perfezione non li batte veramente nessuno. Il Lincoln M. È altrettanto mastodontico, tutto in marmo bianco con all’interno la gigantesca statua del presidente. Da qui per arrivare al campidoglio bisogna fare almeno 3,5 chilometri. Li abbiamo fatti tutto fermandoci in uno dei tanti Refreschment per mangiare e davanti alla casa bianca per qualche scatto. Eravamo un po lontani perché l’ingresso ai giardini antistanti di solito aperto al pubblico era chiuso per visite presidenziali. Con la lingua in fuori siamo giunti al campidoglio. Molto simile al nostro altare della patria però pensando che in quelle mure nel bene e nel male si decide il destino del mondo fa un po impressione trovarselo di fronte a pochi metri. Si può anche visitare ma ci vorrebbe troppo tempo e noi non ne abbiamo. Anzi per dire la verità siamo un po restii a visitare musei in altri paesi dopo aver visto tutti quelli che ci sono in Italia che probabilmente sono i migliori. A me personalmente piace vedere gente, come scorre la vita, soffermarmi su particolari per molto insignificanti. Quindi camminare e osservare è la mia vacanza. Siamo poi andati a fare una visita al pentagono. Qui non c’è molto da vedere e soprattutto di parcheggi pubblici neanche l’aria, sono tutti posti riservati ai suoi dipendenti che sono circa 25000. Io ci sono voluto andare perché volevo rendermi conto dell’area circostante il pentagono e vedere da vicino l’ala colpita l’11 settembre. Si perché sono un appassionato di quell’episodio che ha cambiato il mondo e la mia posizione nn è in questo caso molto “americana”. Vi dico solo questo. Io un boing 757 che vola rasoterra in quella zona non riesco proprio a vedercelo. Ma potrebbero essere punti di vista un motivo in più per farci una capatina. Siamo rientrati in albergo verso le 18 stanchi morti. Non siamo atleti ma comunque 8-9 chilometri a piedi a 36-37 gradi sono pesanti. Siamo comunque soddisfatti. In serata pensiamo di farci un giretto nei paraggi e sgranocchiare qualcosa. Ma un imprevisto ci taglia le gambe. Poco prima di metterci in macchina faccio il gravissimo errore di lasciare le chiavi dell’auto inserite nel quadro e di chiudere gli sportelli. In un attimo si chiudono le serrature e rimaniamo fuori dall’auto. Andiamo alla reception per vedere se possono fare qualcosa per noi. Li c’era un signore gentilissimo che capito il problema con il suo telefono chiama la Dollar e chiede come possiamo fare. La dollar nel giro di un ora manda qualcuno presso il nostro hotel. In pochi minuti la macchina viene aperta. Costo dell’operazione 70 dollare perché questo è un imprevisto non coperto dall’assicurazione. Devo dire che avevano ragione loro, soprattutto 70 dollari per tale efficienza mi sembrano giusti se non pochi. Comunque stanchi e delusi per la perdita di tempo decidiamo di dormire perché domani ci aspetta un bel viaggetto. Venerdì 28 settembre, Laurel – Kill Devil Hill km 479 Alle 8.00 sveglia. Si parte per il North Carolina. Piccola colazione in albergo check-out mettiamo i bagagli in auto e ripartiamo. Ci aspettano 460 km lungo il Maryland, la Virginia e la North Carolina. Molto traffico nei dintorni di Washington che rallenta la nostra tabella di marcia. Ripassiamo vicini alla capitale per l’ultimo sguardo e dobbiamo dire che è veramente bella. Subito dopo Washington nei pressi del pentagono ci imbattiamo nel più grande incrocio autostradale da me mai visto, persino a Los Angeles non ne ricordo uno così. Davvero enorme, quattro ponti sovrapposti uscite che si accavallavano, lingue di asfalto dappertutto traffico immenso. Senza navigatore sfido qualunque europeo ad uscirne indenne senza un piccolo errore. Riusciamo senza patemi a raggiungere la Interstate I 95 direzione Richmond e dopo 80 miglia siamo sulla I 64 EST che ci porta in North Caroline. Ponti e tunnel enormi nei pressi di Norfolk e Virginia Beach, sono comunque uno spettacolo di ingegneria e architettura perché sono veramente belli e funzionali. Il traffico è regolare e qui il rispetto dei limiti è più rigoroso anche se non proprio alla lettera. Ancora verso sud finchè non raggiungiamo la nostra meta Kill Devil Hills piccola cittadina all’inizio delle outers Banks molto carina che deve la sua fama per essere stata la sede del primo volo dei fratelli Wright infatti non manca il solito classico Memorial. Ci sistemiamo al Best Western non proprio economico ma da queste parti alloggi super economici niente, la stessa catena come la Econo lodge che a new york costava 60 euro la doppia a notte qui almeno 100!!. In compenso l’hotel è fantastico, la camera è splendida, sull’oceano, con salotto, zona notte e bagno. Tutti i comfort e internet WiFi davvero velocissimo. Siamo un po stanchi del viaggio quindi in serata facciamo un velocissimo giro mangiamo qualcosa in un wend’s e poi in camera a riposare.

29 e 30 settembre 2007, OUTER BANKES Due giorni dedicati alle Outer Bankes una striscia di terra in north carolina bianchissima e sottile che si affaccia sull’oceano Atlantico. Purtroppo il tempo non ci aiuta non piove anzi, però c’è un fastidioso e freddino vento oceanico che ci impedisce di provare l’oceano che da queste parti è davvero impetuoso e grandioso. Non fa niente. La prima mattina con l’auto ci spingiamo fino a Cape Hatteras punta più a Est delle Outer Banks e sede di un magnifico Faro in mattoni non più in funzione ma qui i fari erano d’obbligo per segnalare soprattutto ai pescherecci la presenza della terra e per orientarsi al meglio. La zona è meravigliosa, tutto al suo posto, verde dappertutto e curatissimo, l’oceano è controllato da numerose torrette, cartelli, paletti di legno. E’ proprio il legno che da queste parti la fa da padrona. E’ incredibile come per 100 chilometri non abbiamo visto altro che strutture in legno, anche le scuole, gli uffici, le banche, la polizia, tutte le costruzioni rispondono a precisi schemi architettonici. E nonostante la presenza dell’oceano, quindi salsenide abbondante, il materiale che si usa è il legno. Poi non troverete neanche una casa sfatta, malconcia, non pittata a nuovo. Qui è tutto veramente perfetto. Forse troppo. Il traffico come al solito è scorrevole, regolare i limiti sono severi e rispettatissimi. A Cape Hatteras ci sono un infinità di posti dove poter gustare il Crab (granchio) e altre specialità marinare ma anche in altri posti è tutto un susseguirsi di ristorantini seafood, dove il pesce è di casa. Da quanto ho capito questo punto degli Stati Uniti è il più pescoso del Paese infatti ci sono tantissime auto (Gipponi) con una struttura davanti per mettere molte canne da pesca penso ognuna dedicata ad un particolare tipo di pesca. Per arrivare a Cape Hatteras bisogna anche attraversare due ponti bellissimi, dove l’oceano sembra avvolgerti e coccolarti. Il giorno seguente siamo stati a Manteo (20 km) a visitare un Acquario. Veramente bello, oltre alla meraviglia delle specie esposte ciò che colpisce è sempre la perfetta organizzazione, pulizia, efficienza. Davvero superlativi. Dopo aver pranzato siamo stati al monumento dedicato ai fratelli Wright che qui a Kill Devil Hills il 17 dicembre del 1903 compirono il primo volo!! Infatti da queste parti vi capiterà di imbattervi in hotel, ristoranti, gift shop, targhe di auto denominati per esempio First Flight. Anche questo parco è meraviglioso. Si estende su un area di almeno 100 mila MQ dove al centro vi è questo monumento di memorial ai Wright. Ma all’interno del parco si possono osservare molti documenti, reperti, fotografie relative al lavoro dei fratelli per raggiungere quello storico traguardo. Non manca naturalmente anche la fedele riproduzione dell’aereo da loro realizzato. Comunque queste outer bankes ci sono piaciute molto. Il nostro rammarico è la lingua!! Chiunque di voi voglia visitare questa zona e sa parlare inglese si divertirà molto. Ci sono mille modi di divertirsi, Qua si fitta di tutto, canoe, kayak, barchette, bici, bici d’acqua, moto d’acqua, deltaplani, paracaduti d’acqua, si possono effettuare voli panoramici, anche in elicottero, percorsi di avventura, insomma ce n’è per tutti i gusti…A due condizioni. LA stagione calda ed una buona padronanza dell’inglese altrimenti (per quest’ultima) si rischia di spendere di più e non acquistare veramente ciò che si vuole. Lunedi 1 ottobre. Kill Devil Hills – Myrtle Beach KM 582

Dopo una serata, l’ultima, sonnolenta a Kill Devil Hills questa mattina alle 8 sveglia, colazione check-out in hotel e siamo pronti per la partenza per il South Caroline precisamente Myrtle Beach. Lasciamo quindi le outer banks comunque contenti per quello che abbiamo visto e per il relax donatoci da queste terre magnifiche. Il navigatore ci consiglia di non tagliare sulla costa ma di rientrare all’interno e prendere la I 95. Sulla costa il tragitto sarebbe più corto di 80 km. Però siccome i limiti di velocità qui sono una cosa seria e il traffico è inesistente o comunque scorrevole fino al limite, bisogna ascoltare i consigli di un itinerario fondato su una tabella di marcia che tiene conto dei limiti delle varie tipologie di strade. Per esempio lungo la costa il NAv ci dava 500 km in 9 ore, mentre per l’interno 580 km in 6 ore e mezza. Abbiamo optato per quest’ultima. Probabilmente la strada costiera sarebbe stata più bella ma non vorremo rischiare di passare tutto il giorno in auto. Quindi ci imbarchiamo sulla Highway 64 west e dopo una sessantina di miglia siamo sulla I 95 South la Interstate che porta fino a Miami. I paesaggi sono comunque molto suggestivi, la strada è perfetta nessun lavoro in corso traffico zero, quelle poche auto o camion tutti ordinati in fila a 70 miglia orari. Qui è una zona pianeggiante con infinite distese di colture varie. Abbiamo anche visto varie tipologie di macchinari per l’irrigazione, siccome qui le dimensioni dei campi sono enormi ci vogliono macchine tecnologicamente avanzate per poterli irrigare per bene tutti. Dopo 3 ore filate e 300 km percorsi ci fermiamo per fare benzina e mangiare qualcosa. Purtroppo per mangiare ci buttiamo in un mcdonald. Ecco un consiglio spassionato evitate Mc donalds…Da queste parti sono pessimi, servizio indecente, luoghi non per mangiare da esseri umani ma per ingurgitare qualcosa di pessimo e liberare subito il posto. In compenso è economico 8 dollari due menu con coca cola a refill. Il problema di queste catene è un po lo stesso per tutte ma Mcdonald prende la maglietta nera in fatto di qualità. Già Wendy’s è migliore, anche se la nostra preferita è Sbarro quella italiana dove non solo il cibo è diverso (italiano veramente buono!) ma c’è più calma, sembra di essere in un ristorantino. Comunque sono impressioni nostre non certo esaustive anche perché gli Stati Uniti sono enormi e noi abbiamo visto lo 0,01% e anche meno di tutte le catene sparse sul territorio. In questo istante che sto scrivendo siamo sulla HighWay 74 Est e stiamo puntanto sulla costa e siamo ad un passo dal South Caroline. Finalmente entriamo in South Caroline e verso le 15:30 siamo su Ocean Blvd N di Myrtle Beach. Troviamo il nostro splendido albergo il Bay View Resort 18 piani e camere immense con salotto, stanza da letto, bagno faraonico, cunica attrezzatissima di fuochi, forno anche a microonde, lavastoviglie e stoviglie varie, e inoltre incredibile a dirsi la lavatrice formato gigante. Il tutto a 46 dollari al giorno. Myrtle Beach è una località tipo rimini prettamente estiva infatti in questo periodo è quasi vuota e molti negozi, ristoranti attrazioni sono chiuse, in compenso l’ordine, la pulizia imperano sovrani. A mio avviso Rimini avrebbe ancora molto da imparare da questa cittadina americana, anche se comunque si difende bene. Qui il mare è migliore. C’è l’oceano che sbuffa ogni istante ed è anche molto pulito. Inoltre il verde che c’è è impressionante, ettari di parchi pubblici davvero incredibili, molti dei quali sono a tema. Lunapark e Acquapark dappertutto anche se in questo periodo non tutti funzionanti. Comunque una bella località balneare che in ottobre è certamente più godibile anche se meno divertente.

Martedì e mercoledì 2 e 3 ottobre Myrtle Beach Myrtle Beach – Savannah KM 361

La prima mattina a Myrtle Beach la cominciamo un po tardi sveglia verso le 10 con tutta calma. Notiamo subito che il tempo è inclemente un forte vento oceanico e nuvole sparse minacciose di pioggia. Va beh ci buttiamo su Ocean blvd e lo percorriamo tutto per vedere bene cosa offre questa cittadina della South Caroline. Purtroppo l’impressione è di un posto ormai a fine stagione dove parecchi locali sono chiusi per ferie o per il resto dell’inverno, molte attrazioni anche esse definitivamente chiuse. Proprio al centro campeggiano delle splendide e attrezzate sala giochi molto fornite, dobbiamo dire divertenti con molti simulatori virtuali ed è li che passiamo un po di tempo anche perché di prendere l’auto non ne abbiamo voglia e di sondare l’oceano non si può. LA cittadina comunque è molto viva nonostante tutto in questa settimana c’è anche un mega raduno di Harley Davidson e non vi diciamo cosa abbiamo visto e quante ne abbiamo viste. Di tutti i tipi, colori, forme, poi i proprietari le persone più strane che abbiamo mai visto, barbe lunghissime, bandane iper-colorate, baffi, laccetti di cuoio dappertutto, cappelli, tatuaggi, stivaloni. Insomma il folklore Harlysta puro!. Poi erano tutti gentilissimi a farsi fotografare in vari tipi di posa più o meno caricaturali. Poi i rumori delle loro moto erano delle vere sinfonie. Forse per qualcuno fastidiosi però il Cult è il rombo. A pranzo un semplice basket srhimp che sarebbe un cestino di gamberetti fritti deliziosi e una miller lite come birra. Una birra americana leggera e gustosa. La sera avvistiamo sulla parallela higway 17 un ristorantino italiano che per 46 dollari ci fa mangiare veramente bene, il ristorante era di un veneziano (probabilmente il nonno) insomma noi italiani abbiamo messo le radici ovunque almeno da un punto di vista culinario. Il mattimo seguente decidiamo di partire con un giorno di anticipo perché il tempo è pessimo oltre al vento c’è la pioggia e in queste condizioni e in questa stagione Myrtle Beach offre veramente poco. Facciamo il check-out e purtroppo niente refund del giorno perso. Non fa niente abbiamo voglia di Sud, sole e mare e poi vorremmo almeno passare da Savannah in Georgia. Così ci mettiamo in auto impostiamo il navigatore e ci incamminiamo per fare altri 365 km lungo la I 95 South verso Savannah. Il viaggio è complicato da violenti acquazzoni che improvvisamente si riversano lungo la strada. Una piccola nota di demerito per il tipo di asfalto dell’autostrada non del tipo drenante ma il classico dove al passaggio degli altri veicoli e soprattutto dei camion si alzano impressionanti nuvole d’acqua e non si vede nulla! A volte era pericoloso proseguire bisognava rallentare e poi la maggior parte delle auto americana non hanno i retronebbia o i fendinebbia per cui la visibilità era quasi nulla. Dopo quasi sei ore siamo a Savannah in Georgia e purtroppo il tempo è ancora pessimo. Siamo esausti dalla pioggia, stanchi anche moralmente. Il primo albergo che ci capita e ci sembra abbordabile ci fermiamo e lo prenotiamo per una notte. 160 dollari! Ma siamo al centro e l’hotel è delizioso. Est Bay Hotel il suo nome. Ci offrono anche un Wine and Cheese una specie di piccolo buffet nella hall dove è possibile assaggiare vari tipi di formaggio e bare vino californiano. Proprio quello che ci voleva per rifocillarci. La sera facciamo un rapido giro di Savannah, la città è molto carina, diversa dalle tipiche metropoli Statunitense, qui regna un’atmosfera di antico, di storico, di quartieri “francesi”. Famose sono tante piccole piazzette che sorgono qua e là con ornamenti di piante e fiori veramente curatissimi e con al centro delle sculture molto belle. Il cuore è comunque River Street quartiere che si snoda lungo l’argine sinistro del fiume Savannah, tutto punteggiato di localini e Gift Shop davvero carini. Poi lungo il fiume il passeggio è delizioso quasi romantico. E’ comunque d’obbligo ricordare che per noi italiani è sempre difficile apprezzare altri luoghi del mondo che abbiano le medesime carattestiche delle nostre città. Non si tratta di banale nazionalismo ma non pensate di passeggiare lungo il fiume Savannah pensando di essere lungo l’Arno, o lungo il Tevere. In Italia L’arte è un’altra cosa. Un concetto estraneo al resto del mondo. Ripeto non è sciovinismo ma una semplice considerazione Geografica. Comunque tornando a noi. Rientriamo in albergo verso le 11 dormiamo quasi subito domani ci aspetta un’altra tappa impegnativa. Orlando. Florida.

Giovedì 4 ottobre Savannah – Orlando KM 448

Dopo un rapido Check-out alle 9 precise ci mettiamo in auto direzione Florida. Come sempre negli ultimi giorni il tempo è pessimo, pioggia a volte torrenziale si affligge su di noi. La nostra auto imperterrita continua la sua corsa verso il sud ormai ha superato quota 1800 miglia senza l’ombra di un problema. Solo il cruise control non funziona, peccato sarebbe stato davvero comodo. Però oggi non sarebbe servito molto perché in queste condizioni è difficile mantenere una velocità costante. Comunque lentamente ci avviciniamo alla florida e nonostante il tempo notiamo come la temperatura sale e anche molto ci avviciniamo al tropico del cancro quindi è d’obbligo un cambiamento climatico. Orlando si trova al 28° parallelo (sul tropico siamo a 23°27’) quindi farà molto caldo in questo periodo. Superata Jacksonville, la città più grande della Florida, si comincia a vedere il tipico scenario di questo Stato, palmeti disseminati ovunque, autostrada che aumenta le corsie, riferimenti ai divertimenti di Orlando e alle spiaggie della costa est, soprattutto Daytona Beach. Giunti ad Orlando restiamo sorpresi dell’immenso intrico autostradale segno che questa zona pullula di turismo e di gente che si sposta in continuazione. Il navigatore è perfetto senza tentennamenti ci porta su International Drive a sud di Orlando al numero 7400 c’è il nostro hotel il Grand Hotel Suites molto grande, bello ed economico. Prendiamo possesso della camera non prima di aver ammirato la bellezza di International Drive la via principale del divertimento di Orlando e sede di numerosi e straordinari Hotel. Il tempo di scendere i bagagli e siamo già in strada. L’afa si fa sentire ci saranno almeno 35 gradi ma vale la pena soffrire un po. Prima di tutto cerchiamo di capire quanto costano i parchi e quali possibilità di sconto ci sono. Naturalmente non capiamo nulla un po per via dell’inglese e un po perché nei vari ticket center disseminati dappertutto ci sono tipi che o vogliono venderti qualcosa per farti uno sconto sui ticket, oppure ci sono delle condizioni restrittive insomma abbiamo avuto paura di non fare la scelta giusta. Consiglio vivamente comunque a tutto coloro che parlano e capiscono bene l’inglese di perdere un po di tempo per capire, perché la possibilità di risparmiare c’è e pure tanto. A noi piacevano le indicazioni scritte (per noi ovviamente più comprensibili) così davanti al Wet’n Wild (il parco acquatico simile ad acquafan) c’era un cartello che parlava di FlexiTicket. Quattro parchi ad ingresso incondizionato. Ci sembrava una buona cosa. I quattro parchi erano i due degli Universal Studios poi Sea World e appunto Wet’n wild. Siccome ci interessavano prima questi parchi e poi fare una capatina a DisneyWorld decidiamo che va bene e per la “modica” cifra di 400 dollari in due acquistiamo questi pass. Ripeto a mio avviso si può risparmiare basta avere calma e conoscere l’inglese. Comunque non si viene ad Orlando tutti i giorni quindi…Vai con il divertimento. La prima sera ci immergiamo in City Walk che praticamente rappresenta l’anti-ingresso degli universal studios. Il parcheggio (11 dollari!!) è immenso, su più piani, organizzatissimo, ordinatissimo. Poi una serie infinite di tapi-roulant e scale mobili ci portano direttamente nel cuore di City Walk che è l’anima commerciale degli Universal e da questo primo impatto già possiamo ammirare con stupore la meraviglia di questo luogo, le sue immense dimensioni, i suoi colori vivaci ma giusti le sue luci sfavillanti e accattivanti. Naturalmente a farla da padrone per il reparto culinario è l’Italia appena entrati ci buttiamo in “Pasta Amore” una specie di self-service dove a prezzo abbastanza contenuto è possibile mangiare Italiano e bene. Poi facciamo un Giro intorno. Al centro c’è un laghetto meraviglioso oltre il quale si innalza uno dei 2 hotel degli Universal Hard Rock che guarda caso riproduce fedelmente la struttura del colosseo quasi in scala reale. Davvero magnifico! Poi è un susseguirsi di chioschetti di Beverages dove è possibile assaggiare deliziosi coktail ghiacciati, giostrine, giochini vari, altri chioschi dove si può mangiare, assaggiate i chourros sono delle specie di Zeppole (così le chiamiamo noi campani) alla cannella davvero buonissimi anche se cari 3,25 dollari! Comunque l’impatto è stato veramente positivo. City Walk chiude intorno alle 2 AM mentre i parchi non più tardi delle 7 PM. Alle 21 ce ne andiamo siamo stanchi anche per il viaggio e poi vorremmo essere freschi e pimpanti per il giorno dopo per la visita dei parchi veri e propri.

Venerdì 5 ottobre ORLANDO UNIVERSAL

Sveglia alle 8.30, siamo abbastanza riposati per poter affrontare gli Universal Studios. Dopo una brevissima colazione in una specie di Gift in albergo (qui la colazione non è compresa) dove comunque apprezziamo un discreto Espresso ci dirigiamo verso i parchi sperando che il tempo regga. La temperatura resta molto alta però il cielo è minaccioso. Dopo aver parcheggiato decidiamo di fare prima gli Universal Studios il parco che troverete alla destra di City Walk. Così entrati ci muniamo di mappa e cominciamo la nostra esperienza. La prima attrazione che ci capita è Sherk 4D. Attesa 10 minuti entriamo in un atrio immenso spiegazione di quello che si farà in inglese e capiamo poco e poi dotati di occhiali speciali ci accomodiamo in platea e seguiamo lo spettacolo che è veramente stupendo. Restiamo senza parole per gli effetti speciali che si susseguono, per i suoni, le immagini straordinarie, il brivido dei movimenti delle poltrone. Purtroppo il parlato è in inglese quindi per tutti coloro che masticano bene la lingua oltre al risparmio assicurato certamente il divertimento sarà superiore!! Comunque senza entrare nel dettaglio vi diciamo che abbiamo fatto E.T. Adventure meraviglioso! Con tanto di presentazione di Spielberg, Teminator 2 3D, bello anche se Sherk è superiore. The Revenge Of Mummy un po pauroso, si tratta di montagne russe, ma è davvero mozzafiato e magnifico. MEN IN BLACK Alien Attack, divertente ed originale, anch’esso pieno di effetti speciali, Earthquake che riproduce una scena di un terremoto sotto la metropolitana di San Francisco, breve ma bellissimo, gli effetti sono incredibili con tanto di Fuoco e acqua veri!! In pratica abbiamo fatto le principali attrazioni, i tempi di attesa sono stati umani solo Revenge of mummy ha richiesto quasi un oretta. Dobbiamo dire che oggi è venerdì 5 ottobre quindi i parchi non erano affollatissimi non oso pensare cosa accada qui in Agosto. Sconsiglio di visitarli in questo periodo anche perché le attrazioni anche se non ci fosse nessuno sono tutte aperte e funzionanti. Verso le 2 siamo passati all’altro parco Island Adventure prima però abbiamo ingurgitato un “domestick” un cosciotto di non abbiamo capito quale animale davvero delizioso, servito alla meglio su un poco di carta argentata. Island Adventure è un parco più giostraio direi. Ci sono 2 mega montagne russe superlative, il Doctor Doom’s Fearfall la paurosa caduta da 50 metri e trenini e tronchi acquatici vari. Noi ci siamo fatti tutti i trochi possibili, sono tre per l’esattezza. Uno più incredibile dell’altro e soprattutto non c’è modo di restare asciutti, quindi consiglio o di farli quando il sole spacca le pietre o in ultimo prima di andare via perché credetemi sarete immersi in acqua! Con gli Universal Anche Island è diviso in aree tematiche c’è l’area di Jurassic che è certamente la più dinamica e divertente poi vi è l’area per bambini che è fiabesca, con diverse attrazioni dedicate anche ai bambini e una in particolare esclusivamente per loro. Nel pomeriggio violenti acquazzoni hanno reso difficile il giro del parco anche se noi eravamo già inzuppati d’acqua però le borse, la macchina fotografica ne risentivano. Così verso le 6 e mezza abbiamo deciso che per oggi poteva bastare anche perché i parchi alle 7 chiudevano comunque. Un consiglio. Armatevi di pazienza perché spesso c’è da aspettare un po anche se le file sono sempre ordinate vige una correttezza veramente invidiabile. Se fumate la vita nei parchi è dura. Ci sono le smoking Area dedicate e guai se vi pescano fuori. Una romanzina in inglese incazzato e spegnete la sigaretta. Ultimo consiglio non andate di fretta. Più correte e meno vedete, e più vi stancate. Stare 9 ore negli Universal vi assicuro è stancante. Però ne vale veramente la pena.In serata siamo rimasti in albergo, doccia calda dopo tutta quell’acqua, e riposo. Domani ci aspetta Sea World!!

Sabato 6 ottobre ORLANDO SEA WORLD

Oggi dovevamo svegliarci alle 8 ma la stanchezza comincia a farsi sentire e ci siamo svegliati quasi alle 9. Non fa niente dopo una rapida colazione nel gift dell’hotel ci mettiamo in macchina direzione Sea World. Che dire! Ragazzi è veramente incantevole. In Sea World ci sono vere e proprie attrazioni mozzafiato come delle classiche ma sconvolgenti montagne russe, come un percorso su un rio a bordo di barche con tanto di discesa in caduta libera e conseguente bagno totale, poi ci sono tanti spettacoli marini e non solo. Il consiglio è di pianificare bene la scelta degli spettacoli. Quando entrerete sulla mappa in dotazione vi sono elencati tutti gli show con i relativi orari, durata e luoghi. Gli orari sono rispettati al secondo e i luoghi consistono in mega teatri o veri e propri stadi (tipo Arene) con al centro piscine faraoniche e tante strutture mobili e maxischermi. I delfini in Sea World la fanno da padrone, vi sono due spettacoli in due luoghi diversi dove si esibiscono insieme ai loro istruttori. E’ davvero splendido ed emozionante vedere quello che sono capaci di fare, ballano, corrono, saltano, spruzzano acqua ai malcapitati delle file davanti, si muovono a ritmo di musica, trasportano i loro istruttori piroettando e facendo da trampolino. Insomma sono degli show incredibili, mai visto niente del genere, poi sono anche lunghi durano almeno mezzora. In questi show poi non c’è fila, ti presenti all’orario indicato e ti accomodi in platea o sugli spalti comodamente e attendi lo show, puoi fare fotografie e divertirti quanto vuoi. Noi abbiamo assistito appena entrati ad uno spettacolo di animali attori in cui si esibivano cani, gatti, volatili, un topo, un maiale, uno scoiattolo. E’ stato straordinario. Attenzione a non sprecare troppa energia, ripeto pianificate appena entrate quello che volete vedere e la sequenza precisa. Inutile andare avanti ed indietro a caso, Il parco è grande 80 ettari quindi enorme, volerlo vedere prima tutto e poi decidere è una follia. Gli spettacoli sono tutti in orari logici tra di loro, potete benissimo farli in sequenza, poi ogni show si ripeta almeno 3 volte nel corso della giornata nello stesso luogo.

E’ un parco assolutamente da fare. Poi è naturalmente pieno di acquari e di percorsi dove ammirare tanta fauna e flora marina, addirittura c’è il Wild Artic che ricrea alla perfezione l’ambiente artico con la relativa fauna vivente, orsi, pinguini, foche, trichechi, e fa anche molto freddo la dentro. Io spesso mi sono chiesto come abbiano fatto a fare certe strutture e quanti soldi abbiano speso, va vi consiglio di non porvi queste domande perché l’attrazione successiva ve ne porrà di altre ancora più incredibili, è un susseguirsi di meraviglia e stupore quello che vi accompagnerà nella visita di questo e di tutti i parchi di Orlando. Alle 8.30 della sera esausti usciamo dal parco, stanchi si ma veramente soddisfatti. L’ultimo spettacolo alle 7.30 è avvenuto in notturna nel teatro all’aperto più grande. Vi era il pienone, ad occhio penso eravamo in 5000 persone. È stato uno show veramente incredibile, i delfini si sono superati, gli schermi che ruotavano a ritmo, la musica coinvolgente le luci ballavano sfavillanti, un emozione indefinibile ci ha accompagnata nell’ultima mezzora di Sea World.

Domenica 7 ottobre ORLANDO WET’N WILD

Dopo due interi giorni di parchi oggi abbiamo deciso di prenderci una piccola pausa, svegliandoci un po più tardi e avendo come meta “solo” il Wet’n Wild il parco acquatico che è proprio di fronte l’albergo. Quindi sveglia alle 10, scendiamo verso le 10,30 e ci dirigiamo verso il parco. Purtroppo piove, però non ce ne frega nulla perché fa caldo comunque e poi andiamo a bagnarci. Infatti il parco è stracolmo di gente che sotto la pioggia a volte torrenziale continua a scorrazzare tra le varie attrazioni. Noi appena entrati non perdiamo tempo e ci spariamo subito un paio di scivoli mozzafiato. C’è da dire che nonostante volessimo riposarci questo parco non è affatto rilassante. Gli scivoli sono altissimi quindi c’è da salire parecchie scale ed inoltre c’è sempre la fila, almeno 20 minuti a scivolo. Però vi assicuro nonostante le scale e l’attesa e i 40 secondi o meno di discesa vale la pena!! Se vi aspettate un parco tipo acquafan scordatevelo, qui è un altro pianeta!! E considerate che i due parchi acquatici di Disney sono superiori, immaginate voi!! Continuiamo la nostra gincana tra le attrazioni senza soluzione di continuità, dopo tre ore siamo morti!! Non so cosa consigliarvi, se è una bella giornata prendetevi tutta la calma possibile e fatevi tutti gli scivoli sono tutti belli ed incredibili. Poi rilassatevi nella piscina centrale con tanto di megaonde e musica assordante. Verso le 2 decidiamo di andarcene, la stanchezza ci assale, e la pioggia non da tregua, inoltre c’è anche un fastidioso vento che ci fa percepire anche un po di freddo. Rientro in hotel doccia e riposino. Poi decidiamo di avventurarci su un’altra via famosa per i divertimenti più a sud di International Drive che è La US 192. Su questa strada vi sono migliaia di locali oltre a diversi piccoli parchi di divertimento. Noi l’abbiamo percorsa in lungo ed in largo poi siccome eravamo cotti e non siamo riusciti a trovare un posto che avevamo visto su una guida decidiamo di andarcene e tornare in hotel. Io vi consiglio comunque di studiarla meglio questa strada è un opportunità per staccare un momentino da i parchi e prendersi un po di riposo. Alla sera abbiamo cenato in un posto che vi consigliamo per l’ottima carne. Il Wild’s Jack un ristorante su International Drive al 7364 davvero gustoso e neanche carissimo. Ripeto la carne è squisita.

Lunedì 8 ottobre ORLANDO EPCOT

Oggi e domani li dedicheremo a due parchi della Disney. Abbiamo scelto gli ultimi due giorni sia per evitare il fine settimana sia perché il meglio si fa in ultimo, anche se decidere qual è il meglio in questo caso è difficile. Dopo uno studio prolungato decidiamo di fare solo Epcot e Animal Kingdom che sono due parchi unici al mondo. Magic Kingdom lo avevamo fatto già a los angeles nel 2004 Mgm studios ci sembra una riproduzione degli Universal, i due parchi acquatici saranno certamente straordinari però i temi non sono originali. Cominciamo quindi con Epcot. Arrivo ad Epcot alle 9.30, parcheggio dell’auto ed ingresso. Qui dobbiamo comprare il biglietto. 150 dollari due persone, è caro però siamo in un posto unico!! Entriamo, prendiamo la mappa e ci studiamo il percorso. Epcot è diviso in due. Nella prima zona vi sono le attrazioni che si concentrano in strutture a tema e nella seconda vi sono i cosiddetti Papillon ossia zone ognuna delle quali dedicate ad un paese nel mondo. Non manca il papillon Italiano rappresentato da piazza San Marco con tanto di Campanile e ponte di Rialto. Poi vi è la zona francese con la torre eiffel, la tedesca con le birrerie di monato, la cinese con le sue caratteristiche strutture, la giapponese, la messicana con un tempio azteco, insomma non manca nulla. Poi in ogni papillon il personale dei ristoranti, dei chioschi o dei gift è rigorosamente della nazione a cui appartiene il papillon quindi in quello italiano ci siamo fatti una scorpacciata di italiani e soprattutto di lingua italiana oltre ad aver capito qualcosa in più del parco (e oltre naturalmente ad aver mangiato italiano!!). L’attrazione migliore è certamente Soarin, un virtuale volo su mongolfiera su paesaggi suggestivi. L’attrazione è la più affollata quindi il mio consiglio è di prendere subito appena entrate il FastPass e poi con calma farvi le altre attrazioni. Il FastPass è un biglietto che si ritira presso l’attrazione che vi permette di ridurre la coda tornando nell’orario indicato sul biglietto. Per esempio noi alle 10 siamo andati a Soarin abbiamo prelevato il FastPAss che ci indicava un ritorno dalle 16.30 alle 17.30 quindi ci siamo presentati verso le 5 all’ingresso dedicato al FastPass e così abbiamo atteso solo 10 minuti e non un ora come nella fila normale. Altra attrazione divertente è Test-Track che riproduce i test di affidabilità che si fanno alle automobili. L’attesa è lunga però durante la coda attraverserete una zona dove si possono ammirare mille diavolerie nel campo motoristico. Davvero suggestivo. E poi l’attrazione vera e propria è esilarante, a bordo di una macchina farete un percorso dove testerete la vettura e alla fine un’accelerata mozzafiato che vi farà raggiungere gli 80 miglia orari (130 km/H) davvero emozionante. Noi siamo riusciti a farci quasi tutte le attrazioni ma non ponetevi questo obbiettivo, perché è davvero massacrante. Non ci siamo mai fermati fino alle 7 di sera, pensate io in 9 ore ho fumato 2 sigarette!! Record negativo!! (o positivo? Forse si, positivo!!) L’attrazione Universe of Energie è sconvolgente. E’ lunga spiegarvela vi dico sono che entrate in un normale teatro e poi le poltrone si trasformano in treni giganti che compiono un percorso incredibile in mezzo alla giungla. Incredibile veramente!! Dopo le 7 di sera le attrazioni chiudono però ci si può aggirare ancora nel parco e fino alle 9 Showcase la parte dei pavillon è aperta e pullola di vita. Noi siamo tornati in questa zona abbiamo scherzato un po con gli italiani che lavoravano li tutti gentilissimi e disponibile a darci informazioni. Poi alle 21 in punto al centro del lago di Epcot è cominciato uno spettacolo di suoni, luci, fuochi d’artificio che ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta. Ragazzi non si può spiegare quello che sono riusciti a fare vi dico solo che non vedrete mai più niente del genere, zampilli d’acqua colorati da luci che si muovono danzando, fari che proiettano immagini in mezzo ai fuochi d’artificio, un mappamondo gigante girevole al centro che si illumina e diffonde colori, musica celestiale. Insomma la perfezione, lo stupore, l’emozione. 15 minuti che da soli, vi giuro, coprono il costo dell’intera vacanza. Da non perdere assolutalemente. Poi abbiamo saputo che in tutti i parchi disney a chiusura avviene questo genere di spettacolo, però quello di Epcot da tutti è definito il migliore. Che dire, semplicemtne fantastico, alle 9.30 abbiamo faticosamente raggiunto l’auto, eravamo più morti degli altri giorni, ma più felici che mai. Cena nel ristorante del giorno prima e poi di corsa nel letto prima però personalmente ho scritto queste righe e ho sbirciato internet per Animal Kingdome.

Martedì 9 ottobre ORLANDO ANIMAL KINGDOM

Oggi decidiamo di farci il secondo parco disney Animal Kingdom, è insieme ad Epcot quello a mio avviso più originale. Quindi solita sveglia alle 8.30 e partenza filata per Disney World. Dal nostro hotel sono 23 chilometri 7 dei quali nel solo parco Disney. Dovete sapere che Disney è proprietaria di uno spazio immenso a sud di Orlando dove hanno sede tutti i parchi oltre che la Domtown Disney e gli alberghi, è un area grande quanto un comune di media grandezza italiano, quindi è immensa infatti oltre ad essere attraversata dall’autostrada, vi è tutta una rete di trasporti interni davvero efficiente e piena di folklore. Comunque noi raggiunto l’immenso parcheggio prendiamo un trenino su ruota che ci porta all’ingresso. Biglietti, controllo borse, pieno di mappe e comincia la nostra giornata all’ultimo parco. In Animal Kingdom protagonisti assoluti sono gli animali naturalmente, di tutti i tipi, vi sono tanti piccoli zoo dove è possibile ammirare tante specie diverse e particolari e soprattutto rare. Il primo consiglio che vi do è quello di prendere il FastPass (vedi giorno precedente) dell’attrazione migliore che è il kilamangiaro Safari un vero tour con vere gip attorno ad un oasi immensa piena di animali allo stato (quasi) brado che vi osservano incuranti. Sono bellissimi veramente, potete scattare tante foto e portarvi dentro un ricordo emozionante. Preso il fastpass dove abbiamo gironzolato per il parco cercando di fare quante più attrazioni possibile. Il parco si divide in aree geografiche, il Safari è in Africa mentre l’Asia è quella più ricca di attrazioni trhiller, come la solita rapida a bordo di zattere dove vi bagnerete tutti e la famosa scalata dell’Everest definita la più bella montagna russa del mondo. Io l’ho fatta e devo dire che è veramente incredibile, non tanto per le discese mozzafiato o per i giri della morte (questi ultimi tra l’altro non presenti) ma per la perfetta scenografia e ambientazione davvero suggestiva. Iper consigliato!! Poi vi è il Flight Wonder uno spettacolino di volo di uccelli fantastici che fanno cose incredibili, io non so come fanno ad addestrarli. Poi ripeto è un susseguirsi di luoghi in cui ammirare ogni tipo di specie animale, naturalmente ognuna è descritta con meticolosità e inserita nel suo habitat naturale che rende la visita ancora più interessante. Anche questo parco è enorme quindi secondo consiglio è di non andare di fretta, di pianificare all’ingresso per bene quasi tutto e mettersi l’anima in pace che per almeno 8 ore si cammina o si sta in piedi in coda. Ma ragazzi come per gli altri parchi ne vale la pena è un esperienza unica e indimenticabile. Resterete incantati come in ogni parco il suo tema è riprodotto con estrema precisione fino all’ultimo dettaglio come un lampione, un corrimano, un muretto, un restroom (i bagni pubblici). Il parco di solito chiude alle 6 ossia le attrazioni alle 6 smettono di funzionare, si può ancora gironzolare un po ma anche i chioschi, i ristoranti i gift chiudono quindi alle 6.30 noi decidiamo di andare. Siamo veramente contenti ma stanchi, 5 giorni di cammino si fanno sentire sulle gambe, però può esserci anche il lato positivo soprattutto per chi come me è soprappeso quindi un po di moto gli fa bene. Che dire, Orlando è stata al di sopre delle attese, noi pensavamo che in 6 giorni si riusciva a fare tutto, invece questa è una zona che offre divertimento per almeno 15 giorni, anche se poi i costi lievitano in modo esponenziale. Ci torneremo certamente, intanto fateci un pensiero, ne vale la pena!!

mercoledì 10 ottobre Orlando – Miami Beach KM 381

Eccoci giunti al giorno che dobbiamo lasciare Orlando con le sue delizie e i suoi VERI divertimenti. Partiamo alla volta di Miami. Dopo 4 ore di cammino sulla turnpike florida giungiamo alle porte di Miami dowtowm dalla quale già si intravede la nostra meta Miami Beach. Direttamente in autostrada entriamo sulla collins Av. Pochi passi e siamo di fronte al nostro hotel già prenotato. Una vera disavventura. Avevo prenotato dall’italia un 2 stelle a 40 euro al giorno, certo che gli standard americani fossero superiori come del resto ne ho avuto conferma in questo viaggio e nel precedente del 2004. Invece una catastrofe!! L’ Henrose Bad & Brekfast Hotel è disastroso. Hall minuscola e maleodorante, reception fatiscente ed impiegata scorbutica. Non accettano la carta di credito per un deposito di 20 dollari così (restati a corto di dollari) ci incamminiamo per 500 metri verso un ufficio cambio a 35 gradi!! Ci danno una chiave elettronica, giungiamo alla porta della stanza, 3° piano senza ascensore!, e il sistema elettronico era stato divelto perché non funzionante!!! Entriamo in camera un buco, puzzolente, caldissimo, sporco, con ragnatele e fili appesi. Torno giù come una belva le dico gentilmente di tenersi i miei soldi e di comprarsi qualcosa e scappiamo!! Scegliamo un best western sulla Washington Av un po più interna, l’hotel è carino 100 dollari a notte, internet wireless. La camera è piccola ma pulita, frescha e il bagno è bello e pulito. Va beh. Doccia e siamo su Ocean drive. Dopo il problema hotel le cose lentamente cominciano a cambiare, Miami beach e precisamente South Beach è veramente particolare. Può piacere o no, Miami è una realtà molto diversa dal resto degli stati uniti, qui l’eccellenza delle strade, la pulizia, la precisione nelle indicazioni, gli standard non sono il massimo ma lasciano il posto ad una realtà molto più calda, latina, infatti qui c’è un crogiolo di etnie che si mescolano tra loro dando come risultato un folklore caratteristico, colori pastello caldi e vivaci, forme varie e suadenti, lingue spagnoleggianti e calorose. Lo spagnolo infatti è di casa, l’inglese è più formale, è ha anche un accento molto latino. Sembra insomma di essere tornati a casa in anticipo. Facciamo quindi un mega giro tra ocean drive e la spiaggia. Quello che colpisce è il clima siamo al 10 ottobre ma sembra inizio agosto per noi, 29 gradi abbastanza secchi, palme pieni di cocchi, oceano tranquillo ma immenso. La spiaggia è completamente libera ed è enorme come estensione, per arrivare al mare bisogna camminare. Ocean drive è certamente la strada più caratteristica, piena zeppa di locali ad alto livello, di costruzioni basse stile Art Deco con colori a volte stonati ma affascinanti. Dopo 3-4 chilometri a piedi rientriamo in hotel stanchi. Riposo doccia e poi ancora fuori in Ocean Drive che intanto si è ravvivata, i locali sono pieni, la musica accompagna la passeggiata. Gente strana ce n’è tanta, ma non si percepisce paura o fastidio. Sono anche qui tutti gentili, cordiali anche se esageratamente commerciali. Passeggiando ti aprono i menu dei ristoranti cercando di convincerti a sederti e poi gente che vorrebbe venderti qualsiasi cosa. Lungo la Ocean i ristoranti più affollati e anche i più numerosi sono gli italiani, non c’è niente da fare dove si mangia c’è sempre un tricolore che sventola. A mezzanotte esausti rientriamo, dorimitona!

giovedi 11 ottobre KEYS e MIAMI

Oggi decidiamo di prendere per l’ultima volta l’auto per farci un po di Keys, le isole strette e lunghe che rappresentano la punta della Florida. Non ci interessa arrivare a Key West, non so perché, probabilmente ci pentiremo, ma altri 263+263 km non ce la sentiamo di farli. Ci mettiamo in auto anche tardi sono le 11 quindi giretto accorciato. Però il problema è che per i primi 100 chilometri da vedere c’è poco, prima il traffico per uscire da Miami, poi pezzo di autostrada intasato, poi un tratto con fastidiosi lavori in corso. Si deve superare Islamorada dopo Key Largo per cominciare a vedere ponti incredibili e mare suggestivo. Continuiamo ancora per un pezzo e ci fermiamo a Baia Honda una delle tante spiaggette delle Keys che si trovano all’interno di un parco. L’accesso è a pagamento 3 dollari a persona. Paghiamo e andiamo. Il posto è veramente carino, il mare tropicale con tanto di palme da sfondo e sabbia bianca. L’acqua del mare è cristallina e calda, facciamo quindi il bagno e ci godiamo un po di tranquillità dopo tanto cammino. C’è anche un barrettino che fa dei buoni hotdog, anche economico 12 dollari mangiano e beviamo in abbondanza. Poi lentamente decidiamo di rientare. Sulla strada del ritorno con mio stupore mi accorgo che eravamo solo a 60 km da Key West. Infatti all’andata appena entrati nelle Keys ho spento il navigatore che si stava surriscaldando (il nav ce l’ho sul mio palmare) quindi avevamo perso la percezione delle distanze rapiti anche dai paesaggi veramente belli. Ci siamo rammaricati un po si potevano fare altri 60 km (120 in totale) e ammirare il famoso tramonto di Mallor Square a Key West. Però ammortizziamo lo sconforto pensando che ogni sera d’estate da casa nostra ammiriamo il sole che dolcemente si posa nel mare cullato sullo sfondo dall’isola di Capri, pensiamo con molto campanilismo che è difficile ammirare un tramonto più suggestivo. Va beh torniamo in hotel riposo, doccie e siamo ancora in cammino destinazione Lincol Road la via chic di South Beach. In effetti è una strada pedonale che taglia in due Miami beach in senso longitudinale ed è costellata da negozi griffati e non, e da locali molto costosi ma anche molto belli. Poi il contesto è magnifico, verde, fiori, palme e clima invidiabile. La sera sulla Washington Av. Avvistiamo il solito ristorantino italiano “la bufala” che anche se non modico nei prezzi è davvero delizioso. Abbiamo mangiato una pasta buonissima servita in un crosta di parmigiano altrettanto sublime. Consigliato!! Dopo cena giretto su Ocean Drive e rientro in hotel verso mezzanotte.

Venerdì 12 ottobre MIAMI

Oggi io e mia moglie per la mattinata decidiamo di dividerci io al mare e lei sulla lincol a fare shopping. Non so lei cosa abbia fatto (anche perché non ha acquistato nulla) ma io sono stato un oretta sulla spiaggia con tanto di mega bagno. L’acqua è stupenda anche qui a miami, calda, in questo periodo in ottobre non c’è neanche il pericolo squali infatti le torrette di avvistamento o erano vuote o sonnecchiavano. Non c’era tanta gente, si stava benissimo. Poi mi sono buttato sulla collins av e poi sulla Lincoln dove dopo poco mi sono rincontrato con mia moglie. Abbiamo fatto un giretto insieme poi ci siamo fermati a mangiare in un ristorantino tedesco. Quindi birra da un litro e piattone super misto delizioso con l’unica pecca che in un angolo vi era della marmellata che abbiamo gentilmente lasciato intatta. 30 dollari, non male. Pomeriggio sonnacchioso tra l’hotel e Ocean Drive. Poi di sera abbiamo deciso di provare uno dei locali su Ocean. Qui tutti hanno delle hostess sul marciapiede che ti fermano e ti illustrano i menù e accanto hanno dei piatti ricchissimi davvero succulenti ed invitanti. Ci lasciamo convincere da uno dei tanti, Primetime si chiama ed è all’altezza della 9° street. Decidiamo di prendere due bicchieri di vino e super piatto misto di mare con aragoste. Era delizioso, veramente. Il prezzo? 120 dollari, ma per il servizio, per il posto e la qualità del cibo vi dico che non è tanto. Considerando il cambio 84 euro non mi sembrano tantissimi, poi va beh si può mangiare anche con 10 dollari…Ma è proprio la stessa cosa? Insomma Miami è strana, ripeto, può essere amata o odiata. Se siete tipi che hanno voglia di eccedere, di divertirsi, di provare locali esotici e coinvolgenti questo è il posto che fa per voi. Ce n’è di tutti i gusti. Ocean Drive è zeppo di locali dove mangiare da signori, vedere gente famosa, mettersi in mostra, su Washington Av, potete immergervi nei tanti locali notturni tipo club, night, discoteche. E’ un pullulare di vita dove l’eccesso viene sempre superato. Per chi preferisce mete ricche di suggestioni artistiche o storiche Miami è da evitare c’è poco o niente, e anche sceglierla come meta da mare non è il massimo. Certo la spiaggia è bella e il mare pure, ma nel mondo (in italia soprattutto) ci sono posti decisamente più belli e accattivanti. Stavolta gironzoliamo per South Beach fino alle 2 è l’ultimo giorno e anche se non siamo tipi da night ci piace osservare il via vai di macchinoni che si fermano davanti gli ingressi e fanno scendere certamente personaggi in vista da queste parti. Nel complesso Miami era da vedere, l’abbiamo vista è ci è anche piaciuta…Ma domani si cambia pianeta, si lascia la terra e si va a Las Vegas!!

Sabato 13 ottobre 2007 MIAMI – LAS VEGAS in aereo

Eccoci arrivati al giorno in cui dobbiamo lasciare Miami. Aveva cominciato a piacerci sta Miami dopo le prime impressione un po deludenti. E’ una realtà da vivere probabilmente con uno spirito giovane, vacanziero, con un pizzico di follia e di inventiva. Noi forse non siamo i giusti clienti di Miami ma per quello che abbiamo potuto vedere è comunque una città, un luogo che offre molto e può divertire. Così alle 13 consegniamo l’auto alla Dollar all’aeroporto di miami. Un po mi dispiace ci ha tenuto compagnia per 18 giorni ci abbiamo fatto 4108 km insomma ci eravamo affezionati ma è tempo di partire. Il volo è alle 14:49 della continental spezzato in due tranche. Stop a Houston dopo 2 ore e mezza di volo. A Houston dopo altre 2 ore e mezza c’è un altro volo Continental che dopo 3 ore e mezza ci porterà a Las Vegas. Il viaggio oggi è stato noioso, 6 ore in aereo non sono semplici da trascorrere, dopo 18 giorni non avevamo più nulla da leggere in italiano e non avevamo neanche sonno, poi c’era un po di eccitazione per Las Vegas. Insomma abbiamo contato i secondi che ci separavano dalla meta e questi non trascorrevano mai. Alla fine alle 20.30 ora del nevada (ci sono altre 3 ore di fuso indietro rispesto alla costa orientale) giungiamo all’aeroporto MC carran di Las Vegas. Stanchi ma entusiasti ci buttiamo nel tunnel ed ecco apparire le prime slot machine all’interno dell’aeroporto che tintinnano la loro musica e fanno capira cosa ci si aspetti da Las Vegas. Prendiamo lo shattle bus per recarci al Circus Circus hotel megagalattico prenotato dall’italia tramite expedia. Ci sono tante compagnie che effettuano questo servizio navetta e vi scendono davanti ai vari hotel. Una vale l’altra, il costo è di 6 dollari a tratta a persona. Il taxi costa intorno ai 25 dollari mentre per la limousine bisogna sborsarne dai 60 in su. Arriviamo all’hotel sopraffatti dalle luci e dall’aria frizzante, dopo il check in (14 postazioni!! L’hotel ha 3770 camere!!!) ci immergiamo nella camera non prima di aver avuto difficoltà a districarci nell’immensità dell’hotel che sembra un piccolo centro cittadino con tanto di negozi, viali, ristoranti, sala giochi, montagne russe, e migliaia ma dico migliaia di slot machine e tavoli verdi. Tempo di una doccia iper veloce e ci immergiamo nella Las Vegas vera e propria!!!!

Domenica e lunedi 14 e 15 ottobre 2007 LAS VEGAS

Ecco qui dovrei raccontarvi cosa abbiamo fatto a Las Vegas e cosa sia Las Vegas. Ma non mi sento di continuare con la solita narrazione puntuale che ho seguito fino ad ora. Las Vegas è diversa, non può essere descritta in una semplice esposizione prosaica o narrativa. Per cui vi dico solo che: Il senso dell’”oltre” l’essere umano l’ha toccato poche volte nella sua straordinaria storia. Accese il fuoco, creò la ruota, si impadronì dell’energia, trasmise informazioni, conquistò la luna e poi…Fondò Las Vegas. In mezzo a chilometri quadrati di arido deserto sorge dispotica e impetuosa questa realtà. L’esempio dell’eccesso è concentrato in questo “buco nero al contrario” che per 5 chilometri coinvolgerà ed esalterà i vostri sensi. Può piacere o no, ma qualsiasi sia il vostro paradigma di vita questo luogo, dicendolo alla Immanuel Kant, è Sublime…Nel senso che dona stupore a chiunque lo osservi, quello stupore che stuzzica i neurotrasmettitori e si insidia nella vostra mente emozionandola e coinvolgendola. Nulla di etico vi è in questo luogo, ma tutto è sublimatico, tutto inaspettatamente “oltre” ogni più logica previsione. Vi aspettate le luci, ma sono geometria luminose, compiono vertiginose piroette strappandovi sguardi estasiati e vuoti percettivi, vi aspettate strutture grandi e belle, ma sono concentrati di arte costruttiva senza uno stile preciso, nei quali la perfezione è quella di un Brunelleschi, i colori di un Michelangelo, l’invenzione di un Leonardo. Sono esseri umani coloro che li hanno realizzati ed è questo che stupisce e che li accomuna agli immortali di ogni tempo. Vi aspettate fontane e mentre osservate la perfezione, zampilli si alzano al cielo accompagnati da luci bianche, musiche tambureggianti e coreografie danzanti stupefacenti ed in sincronia celeste. Vi aspettate dei casinò e vi ritrovate a girovagare sotto cieli artefatti, affreschi rinascimentali, colonne romane, statue egizie, tombini fumanti, canali navigabili e tutto intorno scintillanti e tintinnanti macchine infernali che catturano gli avventori e gli incollano al loro destino di giocatori. Vi aspettate prezzi da nababbi e vi ritrovate per qualche dollaro di fronte a buffet paradisiaci dove crostacei e lasagne vi illumineranno il palato e vi rinfrancheranno del tanto cammino. Questa è Las Vegas, un posto unico al mondo, anzi l’unico posto al mondo dove l’uomo ha realizzato qualcosa di diverso, ha imposto la sua presenza, ha urlato al cielo di esserci anche lui, con la sua intelligenza o stupidità, con la sua arte o grettezza, con la sua inventiva o vaghezza. Da qualunque prospettiva la si guardi Las Vegas è stupore, meraviglia, buio e colore, ricchezza e povertà, realtà e inganno. Bisogna vederla per rendersi conto cos’è “l’uomo” e cosa può riuscire a fare, a superarsi continuamente, a toccare il cielo per poter naufragare in basso, a rendere diversa la sua esistenza piatta ma che neanche la morte potrà spegnere la sua luce. Martedì 16 ottobre 2007 RIENTRO IN ITALIA

Questa mattina sveglia alle 6. Per essere più precisi nessuna sveglia e chi ha dormito? Io personalmente sono stato incollato alla roulette fino alle 5.30. Mezz’ora di preparativi e stanchi, tristi ci siamo avviati verso l’aeroporto per affrontare le 16 ore di viaggio che ci avrebbe riportato in Italia. Il viaggio è stato piatto, silenzioso, a Newark solo 40 minuti di coincidenza neanche il tempo di mangiare qualcosa e sgranchirci le gambe. Va beh ormai dobbiamo tornare a casa, stanchi o no siamo su un aereo e dobbiamo rientrare. A roma giungiamo alle 8 di mercoledì che tristezza. Il treno che porta alla stazione Termini è quanto di più squallido ho mai visto, giudizio forse filtrato dalla perfezione americana. Cmq 22 euro in due per 24 chilometri in un treno colmo all’inverosimile, sporco, fatiscente, rumoroso. In piedi nel corridonio come sardine c’erano dei poveri inglesi eccitati dalla propspettiva di visitare la città Eterna. Io li guardavo con aria compassionevole mentre erano stipati anche essi vicino alla toilette e cercavano di sorridere e prenderla con filosofia. Io pure gli sorridevo ma mi è scappato di dirgli: “ Welcome to Italy” con lo sguardo che faceva il giro del treno e l’intonazione mortificata di un italiano vergognato e deluso. Poi non vi dico la Termini. Va beh è questo un diario di un viaggio negli States non un’apologia del malessere italiano però molte cose le vedi meglio quando stai all’esterno dove qualcosa in più funziona. Giungiamo a casa alle 16 del pomeriggio, distrutti, sporchi ma pieni. Pieni di un viaggio fantastico, di un esperienza unica e forse irripetibile, pieni e carichi di aver visto una parte di mondo e di noi stessi…

Conclusioni, consigli e dati.

Allora partiamo con qualche dato.

1) 22.900 km in aereo 2) 4108 km in auto 3) 10 stati statunitensi attraversati: New york, New Jersey, Maryland, District of Columbia, Virginia, North e South Caroline, Georgia, Florida, Nevada (11 se consideriamo lo scalo a Houston nel texas) 4) 5 grandi città visitate: NewYork, Orlando, Miami, Washington, Las Vegas 5) 21 notti trascorse negli states in 8 hotel e località diverse.

6) Più di 1500 foto scattate e qualche video. C’è da dire che non sono un appassionato.

7) 7500 euro spesi, comprensivi di tutto, voli, noleggio auto, benzina, hotel, pasti, souvenir, imprevisti e casinò las vegas 8) Hotel Più bello, a parte quello di Las Vegas non classificabile, il Bay View Resort di Myrtle Beach (47 dollari a notte) 9) Pasto migliore (a parte i buffet di Las Vegas), ristorante “La Bufala” sulla washington Avenue incrocio 5° strada Miami Beach 10) Parco di divertimento ad Orlando più bello: SEA WORLD 11) Posto più bello, sempre esclusa Las Vegas, Kill Devil Hills in North Caroline

Imprevisti: 3° giorno hotel Days Inn a Laurel Maryland 35 km da washington. Lascio le chiavi nell’auto e l’auto si chiude subito lasciandoci fuori. Ore 22 pioveva a dirotto. Dall’hotel ci chiamano la Dollar in un ora arriva un impiegato che ci apre l’auto, ci risolve il problema e ci costa 70 dollari. Non molto a mio avviso. In Italia a quell’ora quanto sarebbe costato ammesso che c’era qualcuno disposto a risolvere il problema? Poi tra gli imprevisti annovero le mie incredibili dimenticante e distrazioni dovute forse all’eccitazione del viaggio. Questo serve anche da consiglio ma anche da farvi capire che non siete in Italia qui la gente è più educata, civile ed onesta. Dimentico macchina fotografica in un anfiteatro al Sea World dopo abbondanti 10 minuti rientro nel teatro ed una inserviente me l’aveva conservata al posto oggetti smarriti. Incredibile.

Perdo il FlexiTicket a mio nome che ci consentiva di entrare nei quattroparchi. In effetti non ci sarebbe servito più, ma mia moglie era imbestialita lo stesso, aveva ragione. Se avessimo voluto rifare un parco almeno per mezza giornata non potevamo più! Perdo a Miami (dopo aver fatto il check-in) le carte di imbarco per Las vegas. Mancano pochi minuti all’imbarco rivado al check-in gentilissimi mi chiedono il problema ed in 15 secondi mi ristampono le carte con una piccola romanzina.

A Miami lascio nel cassetto dalla camera mille euro in contanti dopo il check out, mia moglie imbestialità dopo 15 minuti rientra in hotel e al banco desk le ridanno tutti i soldi…Questo non me lo aspettavo veramente!! Consigli.

Primo consiglio andate negli stati uniti! È un paese turisticamente perfetto, con tanti servizi tutti efficienti, tanti posti stupendi, tanto divertimento è più economico dell’italia e non solo per via del cambio. Per i voli non vi rivolgete ad agenzie spilla soldi, con pazienza e divertimento sondate i vari siti che offrono voli low cost e prendete qualsiasi compagnia. Gli aerei che fanno quella tratta intercontinentale sono identici sono tutti boing 767 con gli stessi servizi. Il volo dura in media 8 ore ed è abbastanza comodo, non vi scervellate troppo badate solo ed esclusivamente al prezzo!!! Per gli hotel la scelta è veramente infinita. Gli standar americani sono nettamente superiori all’Italia un due stelle negli states è un quasi 4 stelle da noi. La colazione è quasi sempre inclusa ed è faraonica, se non siete maialini come noi potete benissimo saltare il pranzo. La catena da evitare assolutamente è la ECONO LODGE almeno per la mia esperienza due hotel fatiscenti uno a New York ed un altro a Miami. L’ultimo come ho già detto l’abbiamo lasciato. Il prezzo medio per una notte si aggira sui 50-60 dollari ma si può anche scendere. Poi doppia, tripla o quadruple il prezzo è lo stesso quindi… Guidare negli Stati Uniti è un piacere immenso. Tutti rispettano tutte le regole, cartelli ed indicazioni stradali perfette, logiche, efficaci. Manto stradale sempre come nuovo, striscie a terra sempre leggibili, limiti di velocità a mio avviso congrui e sicuri. Tempi di percorrenza certi, traffico praticamente inesistente e comunque ordinato. Si guida con la patente nostra, bisogna avere più di 25 anni altrimenti c’è un salato aumento. Poi il noleggio costa poco se fate un giro circolare quindi con ritiro e consegna nello stesso luogo, una compatta vi costerà 30 dollari al giorno al massimo con tutte le assicurazioni possibili. Non fatevi ingannare dagli impiegati dei noleggi che per pochi dollari in più vogliono darvi un auto di categoria superiore, noi abbiamo preso la più piccola in assoluto e andava bene per 4 con bagagli. Sfruttate le infinite possibilità di sconto che trovate negli opuscoli degli hotel. Se siete oculati potete rispermiare su tutto, outlet, ristoranti attrazioni. Vi consiglio caldamente di portarvi dietro qualcuno che conosca l’inglese bene o se lo conoscete voi stessi è meglio, come ho già detto più volte, il divertimento è maggiore e soprattutto capite come è possibile risparmiare di più, almeno un 15%. Le stazioni di carburante sono tutte automatiche e aperte 24 ore. Se avete la carta di credito è una pacchia. Altrimenti andate dentro lasciate quanto volete fare e poi recatevi alla pompa e servitevi. Se volete fare il pieno lasciate una somma superiore e poi andate a ritirarvi il resto. Sono efficientissimi e corretti. Internet wifi è presente dapperutto, (persino in parcheggi isolati e spesso con rete non protetta) quindi vi consiglio di portarvi un portatile per studiare itinerari, navigare e telefonare con l’italia. Io ho usato skipe. Su telefono fisso in italia avremmo parlato 10 ore espeso 10 euro!! A volte per connettersi l’hotel si fa pagare ma sono cifre abbordabili e ne vale la pena. Al massimo io ho pagato 7,99 dollari al giorno (5,80 euro!) L’auto prenotatevela dall’italia soprattutto se non masticate l’inglese non avrete sorprese. Tranne che a Miami Beach potete girare anche con un miliardo di oro addosso anche di notte, c’è un senso di sicurezza che noi ci sogniamo, persino a New York. A Las Vegas vi consiglio di non prenotare in uno degli Hotel più lussuosi, è completamente inutile almeno se non volete proprio togliervi uno sfizio. Non sono carissimi al Bellaggio si può dormire anche con 150 euro a notte (nulla!!!) ma ripeto è inutile! Ogni hotel rappresenta un attrazione i cui servizi sono disponibili a tutti perché tutti devono pagarli. Quindi io vi consiglio se proprio volete rimanere nella strip scegliete la parte nord, hotel tipo Riviera, Circus, Sahara o Stratosphere sono straordinari, immesi ed economici (potete dormire anche a 30 euro la doppia!!) altrimenti potete allogiare nelle parallele alla strip all’altezza della zona centrale così risparmiate e siete ad un passo dal paradiso. Per mangiare non fatevi grandi problemi. Ce n’è per tutti i gusti e tasche. Le infinite catene di burger sono tutte economiche ed a buon livello. Vi sconsiglio solo Mc donald ormai a fine carriera e pizzahut le cui pizze sono colla. Segnalo Sbarro catena italianfood e non solo per il tricolore ma offre un selfservice davvero delizioso anche se i prezzi salgono leggermete. 20 dollari in due mangiate abbondante e bene. I ristoranti sono tutti molto simili. All’ingresso vi danno i menu e vi scelgono loro il tavolo. Poi vi chiedono subito da bere e di solito sono iper-veloci nel servirvi (forse troppo!). Se siete al mare vi consiglio gli Srhimp (gamberetti) e Crab (il granchi) li fanno in mille modi tutti gustosi. I prezzi nei ristorantini salgono ovviamente noi non abbiamo mai speso sotto i 45 dollari in due (due porzioni abbondanti, birra o vino, acqua e dolcino) fino a 120 dollari a miami sull’Ocean Drive ma li abbiamo mangiato un piatto di pesce incredibile. A Las Vegas assolutamente servitevi dei Buffet degli hotel. Sono assolutamente straordinari ed economici, certo tra quello dello Stratosphere e quello del Bellaggio qualche differenza c’è anche di prezzo (8 dollari il primo 27 il secondo) ma la qualità, la quantità, la possibilità di mangiare quantità industriali di cibo è veramente eccellente. Poi il servizio, la pulizia, la cordialità degli operai insomma sono deliziosi. Quindi non fatevi venire la voglia di mangiare altrove. In un ristorante in un hotel vi spennano e vi lasciamo digiuno. E’ il mercato, bisogna stare attenti. Precauzioni medico non ce ne sono. Gli Stati Uniti sono un paese pulito e sicuro, solo nella Florida nei periodi torridi ci sono sciami di zanzare che possono creare fastidi. Diverso il discorso per l’assistenza medica. E’ il loro tallone d’Achille. Il mercato lì a mio avviso non va bene. Quindi per 100 euro fatevi un assicurazione medica seria che in caso di problemi gravi vi copra e copra anche le eventuali spese di rientro urgente in Italia. Conclusioni Cosa volete che vi dica di più? Spero che questo racconta possa servire a qualcuno anzi spero che qualcuno abbia avuto la pazienza di leggerlo fino in fondo. Ne sarei contento, perché dall’inizio ho cercato di essere puntuale e sincero. Mi scuso per qualche errore grammaticale o di sintassi e magari per un po di contraddizioni qua e là, ma rileggendolo non ho voluto portare troppe correzioni per lasciare intatto lo spirito di una narrazione giornaliera che mi ero prefissato. Per tutti coloro che si aspettavano una descrizione più dettagliata e meno poetica di Las Vegas dico che non è possible descrivere questa città attraverso i canoni tradizionali e filtrata dalla nostra cultura della bellezza. Las vegas dovete vederla dal vivo altrimenti qualunque cosa vi dicessi potreste non credermi. A noi rimarrà nel cuore questa esperienza, abbiamo speso oltre le nostre possibilità e oltre quello che ci eravamo prefissi, ma siamo estremamente contenti di aver vissuto 21 giorni pieni, immensi ed immersi in una realtà diversa e positiva. Io personalmente non sono un americanista convinto, tutt’altro, sono contro Bush o contro certe politiche troppo capitalistiche, ma bisogna dare atto a questo popolo che quando decide di fare una cosa nel bene o nel male, la fa, fino in fondo in tempi razionali e con un efficienza encomiabile. Qui ci sono ponti incredibili sospesi sull’acqua dove non si vede la costa realizzati in tempi brevissimi. Immaginiamo la nostra salerno reggio calabria e copriamoci il volto di vergogna. Washington è l’esempio di una capitale rispettata e soprattutto dove il “pubblico” è veramente pubblico. Sono rimasto stupito come nel paese dove la proprietà privata è SACRA ci siano sterminate zone, giardini, luoghi, memorial assolutamente pubblici, gratuiti, tenuti in maniare maniacale e soprattutto rispettati in modo altrettanto maniacale. Se villa borghese a Roma fosse tenuta e rispettata come i giardini di washington data la sua superiorità naturale e considerata la sua posizione nella città eterna sarebbe visitata persino da qualche popolo alieno…Invece è difficile passeggiarci gincanando tra sporcizia e abbandono. Un saluto a tutti Carlo Del Fatto



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