New york los angeles s.francisco e i grandi parchi
23/8 E morso fu!! Times Square con tutte quelle luci, suoni, gente è un grande biglietto da visita. Da lì raggiungiamo a piedi il Rockfeller center, la Stazione, la Biblioteca, la chiesa di S. Patrick, infine visita dall’alto dell’Empire State. Grandissimo avvio!!! NYC ci piace subito, ma in serata ci piace ancora più, con il giro in battello di Manatthan e sosta, in doverosa adorazione, sotto la Statua della Libertà. Per oggi basta!!! 24/8 Il jet leg ci dà la sveglia e qualcuno non trova di meglio da fare che tagliarsi le unghie…Alle 5.30 del mattino!! Ma è domenica e si va a messa a Harlem!!! Vogliamo gustarci i cori Gospel ed andiamo all’Abyssinian Church…Sì..Furbi… noi come un altro centinaio di turisti e posto per tutti non ce n’è. Con cortesia ci indicano una chiesa lì vicino…Di cori nemmeno la puzza, ma lo spettacolo non è da meno: un pastore che ammonisce ed i fedeli che acclamano, batteria e organo di sottofondo, donne vestite con abiti elegantissimi e cappelli pittoreschi; due di loro si pentono pubblicamente e rientrano nella comunità piangendo… Insomma uno spettacolo emozionante, sopra ogni aspettativa. Ancora in estasi giriamo per Harlem, 125th strada, inverosimilmente caratteristica, quasi solo gente di colore che ravviva la strada, mai uno sguardo sinistro nei nostri confronti, mai la sensazione di pericolo. Ci avevano detto che Harlem non era più il ghetto nero di una volta: vero!!! Pomeriggio al mercatino di Annex, niente di particolare, poi giù per Greenwich Village che ci sembra tanto Londra, Washington Square piena di artisti di strada, poi Soho, ricca di gallerie d’arte e di palazzi raffinati…Ad un passo da China Town di cui vediamo l’inizio. Ci entusiasma: domani ripartiremo da lì, per oggi siamo sufficientemente distrutti…Ci credo!! 25/8 Chinatown: negozi minuscoli con articoli di ogni genere, dai souvenir, ai serpenti liofilizzati. E’ una città nella città, una comunità a sé, che colora ogni angolo, che costruisce due templi buddisti in qualche metro. Fantastica!! A fianco resta una via che una volta era Little Italy, ora non c’è praticamente più! Da lì, sempre a piedi, si va al ponte di Brookling, …Somiglia tanto agli altri ponti della Grande Mela, ma, magia delle gomme, Brookling è Brookling. Da lì Wall Street, poi lì in fondo, Ground Zero. E non puoi che restare muto. E partono discorsi, riflessioni, domande, ma non riesci a venirne fuori, nessuna risposta sensata, solo amarezza e preoccupazione. Non può che essere così e l’unica risposta forse quella che danno i newyorkesi: “United we stand”. Ancora lavoro per le nostre scarpe, destinazione Battery Park, dove con i grattacieli da un lato e il mare dall’altra si fa footing sotto un caldissimo tramonto. Fine? No!! Cena a ari-Chinatown, ristorante cinese che in 10 minuti ci porta piatti, conto, saluti e chiude la porta. No, non ci siete piaciuti!! Fine della giornata?? Sì, vorrei vedere!! 26/8 Ci aspetta il Metropolitan, bello tanto in ciò che contiene che nella sua struttura. Ingresso a pagamento, se vuoi. Incredibile!! Poi là dietro c’è Central Park e ce lo gustiamo da terra…Sì pennichella doverosa. Colgo un fiore, secco e brutto, non importa, un vecchio mi cazzia…Imperialismo americano!! Il parco è bello, ma quelli londinesi sono più freschi, più colorati. Ripartiamo, direzione guarda un po’…China Town, cioè ormai casa nostra, per qualche acquisto last minute. Domani si parte per Los Angeles. NYC ci ha semplicemente entusiasmato.
27/8 Voliamo con 200 euro a/r, alla faccia delle agenzie di viaggio che volevano il doppio. Internet ancora vincitore!! Los Angeles, si fa per dire…In realtà abbiamo la sensazione di essere a Città del Messico, tutti ispanici per strada, tanta la gente che sembra tirare a campare e una grande quantità di storpi…Chissà perché. Poi in autobus a S. Monica Beach, piena ancora di messicani ed infine struscio serale per la 3th street, con negozi bellissimi, realizzati da architetti di gran gusto. 28/8 Il centro di Los Angeles è abbastanza anonimo, la parte del Pueblo, quella dei primi messicani, finta e costruita per i turisti, ma la Los Angeles che ricorderemo è lì vicina, nelle strade piene di gente povera, che se la passa davvero male,…A solo qualche chilometro da Beverly Hills. Pomeriggio a Hollywood, non sarà la fine del mondo, ma ne vale la pena. 29/8 Universal Studios a noi!! E come al solito si divertono più i grandi che i bambini, le attrazioni sono davvero simpatiche, ma il parco non è grandissimo e alle 18 siamo fuori. Autobus per Rodeo Drive, dove dentro Tiffany c’è un ricevimento con ragazze in abito nero, guanti bianchi e coroncine in testa. Facile capire che i nostri pantaloncini corti sbattono con l’arredamento… Poi taxi per Beverly Hills, a vedere le ville dei ricconi…Ma è calata la notte e quindi non vediamo nulla…Se non la gioia del taxista russo che ha trovato noi 4 fenomeni da baraccone che lo pagano per non vedere nulla!!!. Ceniamo in un fast food vicino all’albergo (19 euro a testa compresa colazione e piscina!!! ari-internet), dove poveri disperati ci bussano alla finestra per avere una sigaretta o una bibita. Il nostro strato d’animo non è dei più sereni, la loro miseria veramente grande…A soli 10 minuti da Tiffany!! 30/8 Andiamo a ritirare la macchina presa a noleggio. Avevamo prenotato una intermedia, ma ci ritroviamo un fuoristrada equipaggiatissimo. Stesso prezzo, cioè 390 $, assicurazione compresa. La direzione è quella del Gran Canyon, quindi tappa fino a Flagstaff, a soli 130 Km dal parco. Il viaggio si rivela molto meno pesante e lungo del previsto e ci scappano foto sulla route 66, di dovere. Troviamo un motel a circa 25 dollari a testa, ma la serata la facciamo in un locale veramente tipico, senza turisti, ma solo con cow-boys di ogni età, dal jeans stretto, cappello, camicia appariscente e stivale a punta. Donne pronte a ballare e divertirsi con quei pistoleri d’altri tempi. Mancavano solo i cavalli fuori. Fantastici!! Usciamo dal locale come chi esce da un film western. Ma dobbiamo andare a letto presto. Domani sveglia alle 6.30, ci aspetta il Gran Canyon. 31/8 Colazione a base di uova e bacon in un locale che sa tanto di Happy Days, compresa la graziosa cameriera. Usciti dal paese incontriamo uomini e donne abbigliati da “La casa nella prateria” …Ma dove siamo finiti??? Sembrano finti, ma è domenica e supponiamo che stiano andando a messa, insomma booh? La strada per il Gran Canyon è davvero bella e raggiungiamo l’ingresso in un’ora e mezzo. Ma a dire il vero ci fermiamo a Tucayan, un paio di chilometri prima, dove c’è l’aeroporto da cui partono i voli in elicottero e aereo sopra il canyon. Andiamo, chiediamo, pensiamo, sogniamo, voliamo!! Elicottero a 99$ per 30 minuti. Non poco, ma quando ci torneremo?? La nostra prima vista del Gran Canyon avviene proprio dall’alto dell’elicottero, emozione nell’emozione. Ciò che è sotto ai nostri occhi è qualcosa di incredibile, che nessun racconto né foto può descrivere. Non sarà un caso se qualcuno lo ha definito “il più grande tempio di Dio sulla terra.” Passiamo la giornata girovagando per tutti i punti di osservazione, godendo di luci e colori diversi. Una breve escursione di un’oretta, ma soprattutto circa 40 foto a testa. Quando sei lì non puoi che farle, quando torni ti sembrano non rendere per niente, mentre chi le guarda e non lo ha visto di persona rimane incantato. Andiamo in albergo (130 dollari) “confusi e felici”, per la cena c’è da correre, alle 21 c’è il coprifuoco, ma soprattutto la sveglia di domani è per le 5!!! Potremmo mai non vedere l’alba in questo posto??? 1/9 E alba è stata…Che dire..Bellissima!!! Poi via di corsa verso Desert view, sulla strada del Lake Powel. E che strada!! Colori e panorami mozzafiato. A Page arriviamo tardi, una vista della diga sul Lake Powel, così imponente, poi all’interno del Visitor Point vediamo una cartolina di due posti che non conoscevamo, semplicemente bellissimi. Chiediamo. Sono l’ Horseiron e l’Antelope Canyon. Il primo è una fiume che fa una U all’interno di un Canyon. La vista è da sopra, oltre 100 metri, nessuna protezione, rocce rosse e fiume verde smeraldo. Certamente uno dei posti più belli che abbiamo visto!! Forse, in classifica secondo solo all’Antelope Canyon: è a pochi chilometri da lì, andiamo di corsa. Si trova in una riserva Navajo, i quali hanno uno sguardo ancora rabbioso verso l’uomo bianco. Saliamo sulla loro jeep (21 dollari a testa!!!) e entriamo in un Canyon strettissimo, largo un paio di metri al massimo, alto solo una decina di metri, rocce levigate da vento e acqua in maniera favolosa, indescrivibile. Lo scenario è surreale, unico…Tant’è che poco dopo veniamo a sapere che è scenografia per vari set cinematografici! Forse perché le cose più belle sono quelle che non ti aspetti, l’Antelope vince il nostro primo premio. Si parte a fine pomeriggio, costeggiando il bel Lake Powel verso lo Utah, destinazione Bryce Canyon, a circa 3 ore di strada. Arriviamo sfiniti, ma carichi all’inverosimile…Al punto di rimettere la sveglia alle 6…No, perché vogliamo perderci l’alba del Bryce??? 2/9 Le nuvole non ci hanno regalato l’alba che meritavamo, il vento era davvero pungente, ma la discesa nel canyon alle 7, in completa solitudine, ci ha regalato qualcosa di esclusivo: guglie altissime levigate dal vento, rocce rosa, rosse, bianche, quasi una torta alla panna con candeline…Lunga 17 chilometri. Dopo sugosa colazione in un localino a noi interamente dedicato, si parte per Zion Canyon: ciò che vediamo è qualcosa di completamente diverso dai Canyon fino ad ora visti. Ci sono montagne, vegetazione, natura, insomma un incanto della natura, ma in fondo non troppo diverso da certi scenari italiani…Dopo quello che abbiamo visto nei giorni scorsi abbiamo un palato sopraffino. Dopo 4 ore si riparte verso Las Vegas. Tappa a S. George, città nota per essere sede di una delle più importanti comunità mormone, una religione, che, si dice, prevede un rifiuto del progresso e della tecnica. Cerchiamo la loro Chiesa, lo sguardo per strada è volto alla ricerca di qualche “volontario troglodita” …Niente, non c’è traccia. Trovata la Chiesa, chiediamo informazioni, vogliamo capire. Ci spiegano la centralità della famiglia per il loro credo, le tecniche utilizzate per la costruzione della chiesa, ma di cavernicoli non c’è traccia. Sono gentili e ben vestiti, qualcuno in abito, camicia e cravatta bianca, al punto di farci sentire in un ospedale!! Poi ci chiedono se vogliamo info in italiano. Sì!! Chi ce le dà?? Una statua di Gesù alta 3 metri che parla tramite cd!! Alla faccia di ciò che si dice dei mormoni. Cordialmente salutiamo e scappiamo verso Las Vegas, la cosiddetta città del peccato. La vedi a 40 chilometri di distanza, luci su luci e l’albergo costa la metà di altrove, pure la benzina costa meno. Perché?? Perché quello che conta è che tu ci vada a Las Vegas, perché i soldi li devi lasciare sui tavoli del casinò. E noi abbocchiamo al tranello…Ben 75 centesimi di dollaro in quattro!!!! Ci facciamo un bel giro di alcuni Casinò, tutto sfavillante, tutto finto!!! La fame ci assale, cena a buffet a 7 dollari, bevande e bistecca compresa!! Diamo il meglio di noi stessi…Non tutti…Uno di noi condisce la sua succulenta bistecca con lo zucchero. E qui si consuma il dramma: la mangia tutta e non si accorge del piccolo errore!!! No comment!! Per strada dei pr ci danno delle riduzioni, tipo quelle da discoteca. No, sono per delle prostitute…In uno stato, il Nevada, in cui la prostituzione è vietata!!! Beh, d’altronde c’è scritto che ti fanno solo compagnia e che l’addebito su carta di credito sarà con causale discreta. 3/9 Salpiamo a metà mattinata da Las Vegas diretti nella Death Valley. Le strade non sono segnate benissimo ma dopo circa due ore e mezzo di viaggio entriamo in questo posto il cui nome la dice lunga. Tutto è sbiadito, giallo tenue, tutto pare essere sabbia, mentre in realtà è roccia, tutto pare essere arso dal caldo rovente, mentre ci sono tante forme di vita (ci dicono!!…Anche se un coyote lo incontriamo davvero). Iniziamo, dotati di cartina presa al Visitor Center di Fornace Creek, a fare un giro dei punti più suggetivi, quali lo Zabrisky Point, la Tavola dei Pittori (rocce di colori diversi in pochi metri), fino ad arrivare ad uno specchio d’acqua a –86 metri slm. Due le cose che riusciamo a percepire nel silenzio di questo luogo: in primis il crepitio del sale al sole, secondo…Il sole…Ebbene..Il nostro termometro ha segnato i 56 gradi centigradi..Cioè l’inferno, ma con l’auto con l’aria condizionata si sopravvive tranquillamente.
Ripartiamo a metà pomeriggio diretti verso il parco di Yosemite e in serata arriviamo alle sue porte, a Mono Lake, dove dormiamo per una volta, in uno chalet vista lago di tutto rispetto, a 60 dollari per una doppia.
4/9 Colazione americana vista lago, poi all’ufficio informazioni ci suggeriscono, prima di entrare a Yosemite, di andare a vedere Bodie, una “gost city”, cioè una città da cui gli abitanti se ne sono improvvisamente andati ad inizio secolo. C’è una miniera chiusa e poi decine di case e negozi in legno, tutto disabitato, con le stoviglie lasciate ancora sui piatti, i vestiti sui letti, i negozi ancora con merce sugli scaffali. Sulle cause di allontanamento immediato degli abitanti ci sono varie ipotesi…Ma nessuna convince a fondo. Il risultato è un paesaggio da vero far west, forse non tutto originale, ma di grandissimo effetto. Entriamo poi nel parco di Yosemite e dopo vari chilometri d’auto, facciamo un’escursione a piedi di un paio d’ore, sotto una cascata che ci consente di fare pure una doccia nebulizzata fuori programma…Con tanto di arcobaleno in omaggio. Al ritorno dei cervi circondano la nostra auto, a conferma che esiste un rapporto uomo-animale quasi confidenziale in questi Parchi.
Yosemite è bello, ma forse la nostra overdose naturalistica non ci permette di goderlo fino in fondo. Poi di nuovo in auto, direzione S. Francisco, dove arriviamo in tarda notte nel Best Western prenotato la mattina. Circa 100 dollari per la quadrupla. 5/9 Possiamo vedere S.Francisco solo in un giorno, per cui, nostro malgrado, decidiamo di salire su uno di quei maledetti bus che ti fanno fare il tour della città. Come previsto, il tour non è un granchè, ma la città sembra veramente lontana dalla classica città squadrata. E’ piena di colline su cui ci sono villette vittoriane bellissime, alternate a grattacieli. China Town ed il centro confermano che è una gran bella città a cui però non possiamo dedicare più tempo. Certo che non abbiamo mancato la visita del carcere di Alcatraz su un’isola davanti alla baia. C’è in dotazione un’audioguida veramente utile e divertente. Certo che questi americani sono in grado di creare un mito oggetto di culto turistico anche per un carcere…
La sera si cena a base di pesce sul porto, Fisherman Warf, a prezzi abbordabilissimi. Fisherman Warf , pieno di gente di giorno, di sera si svuota e resta solo un unico rumore…Quello di oltre 300 enormi leoni marini che riposano su dei tavolacci vicino alla riva.
Abbiamo l’aereo per il ritorno alle prime ore del mattino, per cui passiamo la notte in macchina. Si sale in aereo in condizioni fisiche devastate, certo per la notte scomoda, ma soprattutto per due settimane massacranti, ma di una bellezza tale che non credo potremmo mai dimenticare. Anche perché con 10-11 rullini a testa…Abbiamo materiale per rinfrescarci la memoria.