New York in due giorni

Cosa fare nella grande mela... con poco tempo a disposizione
Scritto da: bomber&Gerry
new york in due giorni
Partenza il: 26/12/2012
Ritorno il: 28/12/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ovviamente in due giorni è impossibile vederla tutta, ma sulla base dei nostri interessi abbiamo provato a selezionare le cose che non potevamo proprio saltare!

Indice dei contenuti

Siamo partiti il 26 dicembre da Boston Central Station alle 8.30 con la linea Greyhound, ticket acquistati on line al prezzo vantaggioso di 27$.

Il viaggio è andato bene, solo una sosta di 15 minuti più o meno a metà strada e alle 13.15 circa (ritardo di 45 minuti sulla timetable prevista), eccoci al terminal di Port Authority, all’incrocio fra la 42sima strada e l’8va, dove alla fermata dei bus si allaccia direttamente una delle principali fermate della Subway (la linea metropolitane di NY).

Recuperiamo la valigia e prendiamo la metro per arrivare al nostro Hotel, Dylan Hotel, 4 stelle in piena Midtown a un isolato dalla New York Public Library.

La camera l’abbiamo prenotata su booking.com circa un mese prima e abbiamo usufruito di un ottimo sconto (65%, vado a memoria): bella camera, bagno con doccia posizione davvero vantaggiosa a due passi oltre che dalla library, anche da Central Station, l’Empire State Building e Times Square, prezzo di 160$ a notte.

Prima, vista l’ora, ci fermiamo per una cesar salad e una niçoise e dell’ottimo sauvignon in un’enoteca, molto carina, interna al Library Hotel, un hotel di fronte al nostro.

Usciamo e dal cielo fiocca la neve! Bellissimo, come nei film di Natale… Purtroppo la neve si tramuta poi in misto pioggia ed in serata in pioggia pura, che un po’ ci limiterà…

Comunque vediamo la Public Library e ci facciamo una passeggiata in Times Square, sempre sfavillante di luce e brulicante di gente, anche con la neve. Poi continuiamo a camminare verso nord in direzione Rockfeller Center. Vorremmo anche salire al punto panoramico Top of The Rock ma all’ingresso ci dicono molto onestamente che la visibilità è nulla, e quindi desistiamo. Altre due foto alla pista di pattinaggio su ghiaccio e al Xmas tree e via verso nord direzione Central Park. Il tempo purtroppo peggiora e quindi ci infiliamo tra negozi. Un the caldo e poi ancora negozi e infine torniamo all’hotel in metropolitana. Per la metropolitana è consigliabile fare la metrocard, costa 10 $ e alla prima emissione ne regalano 0,75$ di ricarica. Ogni corsa costa 2,25 $.

A cena andiamo al ristorante Marseille a Hell’s Kitchen. Ristorante francese, mangiamo dell’ottimo cous cous, e soprattutto per raggiungerlo passiamo davanti al mitico Birdland, il locale jazz teatro delle esibizioni di Charlie Parker, detto appunto “yardbird” e di Miles e altri grandi maestri del genere… Dopo cena chiediamo i prezzi per assistere allo spettacolo (60 $ circa) ma la stanchezza e la pioggia ci spingono a rientrare in hotel, certi che il giorno dopo il tempo sarà più clemente.

Secondo giorno

E, infatti, il 27 c’è il sole! Colazione in un bar italiano (puro caso, noi non cerchiamo il made in Italy e anche uno Starbucks andava più che bene) e poi via alla Central Station dove c’è un mercato molto vivace di generi alimentari. Poi subway fino all’estremo sud di Manhattan per vedere se riusciamo a imbarcarci per Ellis Island, tempo permettendo (il sole si è nel frattempo coperto da nuvole). Troviamo un buon compromesso: per 1 h a bordo di un ferry che parte dal molo numero 5 ci fanno vedere Ellis Island, la statua della libertà, il financial district e passiamo sotto il ponte di Brooklin. Foto su foto e, tornati a terra, e ci incamminiamo verso il financial District. Entriamo alla Fraunces Tavern (al secondo piano Gorge Washington salutò l’esercito inglese alla fine della guerra d’indipendenza), vediamo dall’esterno il palazzo della Federal Hall e della statua di Washington, dove un tempo c’era l’antico municipio di New York e dove si tenne il primo congresso degli Stati Uniti.

Poi, ovviamente, percorriamo una strada chiamata Wall Street, e passiamo davanti al numero 11, il New York Stock Exchange, la Borsa delle borse dove oggi è impossibile entrare. Bomber si mette diligentemente in coda per la foto sotto il toro di Wall Street e poi ci facciamo una zuppetta e un’omelette alla feta e spinaci in un piccolo locale (un market con alcuni tavoli e una cucina) lì vicino.

Gerry ci porta a Soho, Little Italy, Chinatown, Noho… e Lì entriamo in tutti i negozi e troviamo tutto ciò che cercavamo (i prezzi erano davvero vantaggiosi per la combinazione di saldi e cambio Eur/Usd). Torniamo in hotel via metro e ci prepariamo per il gran finale.

Aperitivo all’ultimo piano dell’hotel Strand, un po’ più a sud del nostro hotel che stava sulla 41ma: davvero mozzafiato. Luci soffuse, divanetti frequentati da newyorkesi, assolutamente fuori dai circuiti turistici, ma con una skyline da urlo esattamente di fronte all’imponente sagoma dell’Empire State Building. Emozionantissimi, andiamo a cena (ancora in zona Soho/Nolita), da Balaboosta, cucina jewish che ci è molto piaciuta. Finale coi botti: due fermate di subway e siamo pronti a salire sul tetto della città: 80 anni dopo King Kong tocca a noi dominare la città dall’Empire State Building! vista davvero amazing con tanto di statua della libertà che sembra un puntino nel mare! Il giorno dopo altro bus per tornare a Boston, ripercorriamo Manhattan verso nord passando a fianco di Central Park e pensiamo a quanto ci è piaciuta New York.

Finiamo di leggere la storia di questa città, nata come avamposto commerciale della Compagnia delle Indie Olandesi e divenuta simbolo degli Stati Uniti, passando anche attraverso crisi profonde quali quelle degli anni 70 e 80 in cui la città sembrava allo sbando e in mano alla criminalità (si pensi a film quali “Taxi Driver”, “I guerrieri della notte”, “1997, fuga da New York”), e trasformatasi oggi nella grande mela sfavillante al centro del mondo.

Bomber&Gerry

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