New York, il negozio più grande del mondo!

Sabato mattina 13 settembre, alle 7 ora di Seattle, parte il nostro aereo dell’American Airlines diretto al JFK. La nostra prima settimana negli States è passata ) e ora siamo molto eccitati all’idea di trascorrerne una a New York soli soletti! Il volo è stato terribile, brutto aereo e orribile servizio, ma dopo quasi 5 ore di volo...
Scritto da: miticalu
new york, il negozio più grande del mondo!
Partenza il: 13/09/2008
Ritorno il: 20/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Sabato mattina 13 settembre, alle 7 ora di Seattle, parte il nostro aereo dell’American Airlines diretto al JFK. La nostra prima settimana negli States è passata (http://www.Turistipercaso.It/viaggi/itinerari/testo.Asp?ID=19456) e ora siamo molto eccitati all’idea di trascorrerne una a New York soli soletti! Il volo è stato terribile, brutto aereo e orribile servizio, ma dopo quasi 5 ore di volo atterriamo al JFK, in perfetto orario. Già dalle piste capiamo che quello che ci attende è qualcosa di straordinariamente grande, ma l’ansia di mordere la Grande Mela ci fa superare anche la stanchezza per esserci alzati alle 4 del mattino. Seguendo le indicazioni, raggiungiamo dopo un bel camminare la zona di recupero bagagli. Le valigie arrivano sane e salve. Quindi ci avviciniamo al desk dei trasporti e col telefono interno chiamiamo il servizio Super Shuttle. Avevamo prenotato da casa tramite Internet il servizio di trasporto da/per l’albergo (www.Supershuttle.Com). Quindi, comunicando il nome e il numero di prenotazione, l’operatore ci dice che il pullman sarebbe passato entro 20 minuti. E così è. L’autista entra e chiama il nostro nome, quindi carichiamo le valigie ed inizia il giro di ricognizione per raccogliere altri passeggeri. A quel punto ci immettiamo nel frenetico traffico newyorchese del sabato pomeriggio. Il cielo è molto grigio, pioviggina e l’aria è molto afosa. Speriamo non sia così per tutta la settimana! Man mano che ci avviciniamo a Manhattan, iniziamo a distinguere il tipico ed inconfondibile skyline visto tante volte in TV! Allora c’è! Esiste! È tutto vero!! Il traffico è davvero impressionante e rimaniamo abbastanza tramortiti dalla guida sportiva della nostra autista. Frenate, brusche accelerazioni, sorpassi a destra e sinistra, clacson che suonano ovunque. Dopo circa due ore, però, arriviamo finalmente al nostro albergo: Pennsylvania Hotel, sulla 7ma Avenue, proprio di fronte al Madison Square Garden (www.Hotelpenn.Com). Sono già le 5 del pomeriggio e cominciamo ad accusare i primi segni di stanchezza, ma ci facciamo forza ed entriamo. Ah! All’interno del minibus era esposto e scritto a chiare lettere che la mancia non era compresa nel prezzo del trasporto, e che di solito corrisponde al 15% del totale. E così se ne vanno i nostri primi $ 5… Entriamo in albergo e rimaniamo un attimo sbigottiti da quello che ci troviamo davanti. Ci sembra di essere in una stazione dei treni tutta in marmo! Il banco della reception contiene almeno 10 postazioni. In alto, appese alla parete, diverse TV a schermo piatto trasmettono sport, notizie di borsa, telegiornali vari e meteo. Ci mettiamo in fila per il check-in e dopo circa mezz’ora riusciamo a sbrigare le varie pratiche. Registrano il numero della carta di credito, fanno le fotocopie dei documenti e ci danno le due schede magnetiche che servono per entrare in camera. Piano n. 12, camera n. 1266! Siamo eccitatissimi. Ci sono 12 ascensori e in un attimo siamo al nostro piano. Moquette ovunque. Seguiamo le frecce con le numerazioni delle stanze. Troviamo la nostra. Entriamo. Siamo a New York!!! La camera non è grandissima, ma vivibile. Subito a destra c’è il bagno, spazioso, con vasca. Il breve corridoio prosegue e si allarga sulla stanza. Letto matrimoniale a destra, due grandi comodini con lampada, scrivania con specchiera, finestra (che non riusciremo mai ad aprire) e mobile con TV e cassetti. Nel complesso la camera è un po’ buia (non c’è un lampadario, ma solo le due abat-jour), ma tanto ci dobbiamo solo dormire! Apriamo le valigie, ci sdraiamo mezz’ora per metabolizzare l’emozione e poi via! fuori ad esplorare New York! Appena usciamo dalle pesanti porte dell’albergo, veniamo investiti da una pesantissima aria calda e umida, il frastuono del traffico è scioccante, l’odore di smog, l’odore di cibo, la marea di gente che cammina su questi larghissimi marciapiedi, i ciclisti che sfrecciano impavidi tra le macchine con i loro caschi protettivi: sono un po’ spaventata. Ma siamo decisi a mimetizzarci tra la folla e ci avviamo a passi sicuri verso Times Square. Come facciamo a sapere che stiamo andando nella giusta direzione? Basta alzare gli occhi verso il cielo e seguire il cono luminoso che svetta tra i grattacieli! E dopo una passeggiata di 10 isolati arriviamo nel cuore luminoso di NY. Il nostro stupore sembra non avere mai fine. I tabelloni pubblicitari ricoprono tutti i palazzi che si affacciano sulla piazza. Che però immaginavo più grande… Riconosciamo tutte le vetrine e le insegne dei negozi e il primo che visitiamo è il mitico M&M’s store! Sono 3 piani interamente dedicati alle caramelline al cioccolato e relativi gadget, partendo dai portachiavi, passando per le lenzuola e asciugamani, camicie e giubbotti, bigiotteria e articoli per la scuola! In questo negozio, attratti come delle calamite, passeremo almeno una volta ogni giorno durante il nostro soggiorno qui: giusto per guardare, ma ci piace un sacco. La cosa più bella, però, sono i giganteschi tubi di plastica trasparenti che contengono le M&M’s e dai quali ti puoi servire per creare le tue composizioni. Oltre a quelle classiche, ci sono poi i tubi tematici (Indiana Jones, le varie squadre di baseball e tanti altri) dove le caramelle sono divise per i colori tipici. È da sballo! METROPOLITANA ED ORIENTAMENTO Seguendo le istruzioni lette su TPC, abbiamo comprato anche noi la metrocard per $ 25, ma qualcosa deve essere andato storto, perché era una tessera a scalare e l’ultimo giorno abbiamo fatto due biglietti singoli. La metropolitana è veramente bruttina, immensa sottoterra, ma bruttina. I vagoni sono color acciaio; mentre aspetti sulle banchine fa un gran caldo, ma appena sali, sulla maggior parte dei vagoni, la temperatura è veramente bassa. Anche qui, ricordarsi di avere un maglione per coprirsi, soprattutto in estate. Non so per quale motivo, ma girare a New York per me è stato davvero complicato. Io con le indicazioni nord/sud ed est/ovest proprio non mi ci raccapezzo! Ma la destra e la sinistra non esistono oltreoceano??? Fortuna che Marco si sentiva assolutamente a suo agio, e mi sa che è stata l’unica occasione per lui di farmi da navigatore…! : )) COSA VISITARE Nella settimana che abbiamo avuto a disposizione direi che abbiamo visto le cose principali e che ci eravamo prefissati. Non siamo fanatici di musei, quindi abbiamo risparmiato un sacco di tempo in quel senso. Abbiamo solo “visitato” il Museo di Storia Naturale: entrando alle 16.30 (un’ora prima della chiusura), non si paga l’ingresso e così ci siamo lanciati a passo di marcia per alcune sale. L’entrata è molto bella, con gli scheletri dei dinosauri ad accoglierti, e nelle varie sezioni dedicate ai continenti, ci sono tante teche contenenti i vari animali imbalsamati. A grandezza naturale. Povere bestie! Però, con l’aiuto di un’illuminazione generale un po’ fioca, vedere gli animali è molto suggestivo! Per il resto, abbiamo camminato un sacco. L’Empire State Building l’abbiamo visitato la domenica nel tardo pomeriggio, perché volevamo assistere al tramonto dall’alto. Purtroppo la nostra scelta è stata un po’ troppo avventata perché è stata l’unica serata nuvolosa e piena di foschia, quindi la visuale non è stata delle migliori. I biglietti li avevamo acquistati su Internet http://www.Esbnyc.Com/ e questo permette di risparmiare almeno un’ora di coda per raggiungere le casse! Controlli come all’aeroporto… La prossima volta, però, saliamo sul Rockefeller Center: costa un po’ di più, ma la vista non dev’essere male neanche da quel lato. Forse è un po’ più centrale.

Altre tappe sono state il ponte di Brooklyn al tramonto (Marco si era addormentato in metro, io non sapevo dove dovevamo scendere, quindi siamo usciti spaesati a Brooklyn, abbiamo chiesto a due ragazze di colore la direzione, non ci sapevano rispondere. Allora abbiamo ripreso la metro, siamo scesi a Chinatown, l’abbiamo attraversata a testa bassa e di corsa, e finalmente abbiamo raggiunto la meta!): vedere lo skyline di Manhattan, proprio come nei film, è proprio una bella emozione! Tappa obbligata al World Trade Center: sinceramente me lo aspettavo più grande. Sarà che è tutto recintato per i lavori, ma non mi ha fatto molta impressione. È molto più bello il Financial Center proprio di fronte, con le sue palme nella hall tutta in marmo e l’East River davanti. Percorrendo Battery Park si raggiunge il molo da dove partono i traghetti per la statua della Libertà. Noi ci siamo stati di mercoledì mattina e non abbiamo fatto neanche tanta fila, ma passandoci sabato, la fila sarà stata lunga almeno 3km!!! Una roba da non credere. Anche qui sono molto severi, e anche un po’ sgodevoli, per i controlli: mi raccomando, svuotate le tasche!! La statua vista da sotto è più imponente di quello che mi aspettavo e abbiamo fatto un sacco di belle foto. Abbiamo cercato di visitare anche lo Yankee Stadium, ma era giorno di partita, quindi sospese le visite. Si trova nel Bronx e sulla metropolitana, man mano che ci si avvicina, rimangono solo cittadini neri. Però non ti senti in pericolo. Così abbiamo visto anche il nuovo stadio, costruito esattamente davanti al vecchio, della stessa forma e colore. Mah! Il giorno cha abbiamo percorso la 5th Avenue, siamo entrati da Tiffany, nel Rockfeller Center, nella Trump Tower. Tutti edifici enormi, tranne la St. Patrick Cathedral, che dovrebbe essere la chiesa cattolica più grande degli States, ma incastonata tra i grattacieli sembra davvero minuscola! Wall Street è più che altro un vicolo, anche questo me lo immaginavo più spazioso. Carina la Trinity Church all’imbocco della strada. Il famoso Toro non si trova su Wall Street ma all’incrocio con la Broadway: Marco riesce a toccargli le palle (si dice che porti fortuna!).

Siamo entrati anche nella Public Library e per l’ennesima volta abbiamo avuto la conferma che tutto corrisponde a realtà cinematografica. Grandi sale con pareti tappezzate di scaffali ricolmi di libri, tavoloni in legno e pesanti sedie a disposizione di chi vuole leggere o studiare, lampade verdi sui tavoli. Anche noi avremmo potuto prendere tranquillamente un libro e consultarlo. Controlli agli zaini per entrare/uscire.

Il Chrysler Building visto in una giornata di sole e cielo nitido è splendido. La Grand Central Station è una stazione dei treni? No, perché a prima vista non è che si capisce subito… Negozi, ristoranti, supermercato e poi i binari.

Anche il Pier 17 è un’isola per gli acquisti! Siamo così stremati che ci addormentiamo sulla panchina, osservando il panorama.

Central Park è sterminato. Entriamo dall’angolo sud-est e lo percorriamo per un bel tratto. I prati sono davvero verde smeraldo, l’erba accuratamente corta, gli scoiattoli che attraversano i sentieri si lasciano avvicinare. Nel prato centrale ci sono 8 campi da baseball! È anche attraversato da alcune strade con corsie riservate per: taxi, pedoni, biciclette, corridori. E ci sono davvero le mamme che corrono spingendo il passeggino! O quelli con i roller blades! Ma quando lavorano? Il parco che ci è piaciuto di più, però, è stato Battery Park. Ci siamo tornati anche sabato mattina, prima di andare all’aeroporto. Famiglie sdraiate sulle coperte coi bambini, ragazze che prendono il sole in assoluta tranquillità, palco sul quale suona un gruppo di musica country, pescatori: che altro dire? Stupendo e affascinante! Il quartiere di Soho è molto gradevole, pieno di negozi dove, per chi avesse più tempo e più spazio in valigia, è facile trovare articoli carini anche a prezzi abbordabili. A Chelsea ho potuto toccare con mano gli ingressi delle abitazioni preceduti dalle scale con la ringhiera di ferro! Il Palazzo dell’ONU è molto maestoso, ma non entriamo per la visita.

COLAZIONE, PRANZO E CENA Mangiare a New York è una delle cose che costa di più.

Tutte le mattine le abbiamo iniziate dopo un’abbondante colazione (per me) alla “The Bread Factory Cafe” (470th Avenue; http://www.Breadfactorycafe.Com). Al mattino spendevamo tra i $ 7 e $ 10 dollari per una cioccolata piccola (mi raccomando, perché quella media ti distrugge fisicamente), una bella fetta di torta con panna e fragole o pancakes o frittata con le patate. Ah! Le bibite le danno davvero nei bicchieri di carta col tappo e sono tantissime le persone per strada che camminano con la loro appendice da bere! E scottano immensamente!!! Per pranzo, tranne il sabato prima di partire, abbiamo quasi sempre mangiato un hot-dog. Il primo l’abbiamo preso a Battery Park: venditore ambulante, rigorosamente pakistano o indiano, e panino con doppia carne e ketchup o mayonese, per un totale di $ 6 in tutto. L’acqua l’avevo nello zaino.

Ogni tanto a metà pomeriggio ci siamo concessi un gelato da Mr. Softee. Camioncino bianco parcheggiato vicino al marciapiede, cono alla vaniglia che puoi decorare a piacimento. Il prezzo cambia a seconda della zona in cui è parcheggiato il furgone! Una volta abbiamo preso le arachidi tostate ($ 2 al sacchetto). Un’altra siamo entrati in un bar perché avevo necessità di un bagno (non ci sono bagni pubblici in città) e Marco si è bevuto un enorme frullato di frutta al naturale (mi ha abbastanza maledetto…).

Le cene, invece, sono state il nostro pasto principale. Nell’ordine siamo stati da:  Brooklyn Diner (155 West 43rd Street): la nostra prima cena. Hamburger gigante, con patatine e cipolle fritte. Tante. Marco non ha resistito e ha preso anche il dolce: mega gelato, Fudge Sundae. Totale $ 60 compreso la mancia.

 TAD’s Steakhouse (152 West 34th Street): è una catena tipo self-service dove cucinano la carne sul momento. L’ambiente non è bellissimo, scuro e non troppo pulito, frequentato in prevalenza da latino-americani, ma la carne è buona e il purè abbondante. Totale $ 43.26  Hard Rock Café (1501 Broadway; www.Hardrock.Com/newyork). A prescindere dal giorno, c’è sempre una lunga lista d’attesa. Bisogna lasciare il nome e il numero di persone, quindi su uno schermo si vede scorrere la lista. All’interno l’aria condizionata è fortissima, quindi è sempre meglio avere una giacca. La carne è sempre molto buona, ma comincio ad avere voglia di pasta… Totale $ 72.74  Friday’s, vicino alla Grand Central Station. È una catena dove il piatto forte sono sempre carne e hamburger. La cameriera è stata molto gentile e le abbiamo lasciato la mancia con piacere. Totale $ 60.78  Cena in un self-service cinese alle 17.30!!! (dovevamo essere a teatro alle 20). Riempiamo i contenitori di polistirolo bianco scegliendo quello che vogliamo. Si paga a peso, totale $ 19.95  Stardust (1650 Broadway; http://www.Ellensstardustdiner.Com/), simpatico locale scovato per caso scendendo a piedi da Columbus Circe. Il locale è tutto allestito in stile anni ’50 e i camerieri sono vestiti in rosso e nero. Per guadagnarsi le mance cantano canzoni di musical, salendo sugli schienali delle poltrone. È molto divertente, il cibo è buono, l’aria condizionata sempre al massimo. Totale $: non ho lo scontrino  F.A.T.S. (Fat Annie’s Truck Stop): accanto all’albergo, il cibo è discreto, buono il purè di patate. Su ogni schermo gigante proiettano una diversa partita di baseball. Fosse da noi, sarebbe solo calcio… Paghiamo in contanti perché vogliamo finire gli ultimi dollari: $ 53. Mannaggia a me! Nonostante la mancia sia già indicata, la cameriera non ci porta il resto. Dopo nostra sollecitazione, ci fa avere 10 cents che non corrispondono a nulla. Usciamo, poi comincia a montarmi la rabbia! Marco mi trascina lontano. Non è stata granché come ultima cena… SHOPPING Non siamo molto fanatici di negozi, quindi a parte qualche classico souvenir, non è che abbiamo dato fondo alle nostre risorse! Oltre al già citato M&M’s store, siamo impazziti dentro al Disney’s store: come si fa a non tornare indietro nel tempo e rincretinirsi come bambini? L’NBA store si sviluppa su tre piani (come molti negozi a NY) e il pavimento è tutto fatto in parquet, come un vero campo da basket… Siamo entrati anche dal blasonato Abercrombie & Fitch. Ma siamo anche usciti subito! Musica a palla, luce scura: non è certo il mio modo di fare spese! Però il modello a torso nudo all’ingresso c’era, ed era pure uno spettacolo piacevole… così come le commesse (direbbe Marco): pagate per ballare! Da Macy’s e Victoria Secrets non abbiamo trovato nulla che potesse rispondere al nostro gusto. Però vale la pena entrare, anche solo per dire di esserci stati.

Una cosa positiva è che a NY sull’abbigliamento e gli accessori non ci sono le tasse, che vengono applicate altrove negli Stati Uniti. Quindi il prezzo è quello del cartellino.

Ogni locale, poi, dispone della sua sezione “souvenir” nel caso volessi portare a casa la maglietta del ristorante. Qui a NY è possibile comprare di tutto, sempre e dovunque! SPORT E MUSICAL L’albergo era proprio di fronte al Madison Square Garden e il caso ha voluto che domenica pomeriggio alle 4 ci fosse una partita di basket femminile. Vuoi non approfittare dell’occasione per visitare l’interno della World’s most famous Arena??? Pagando $ 69 entriamo. La partita dura 2 ore in tutto, ma è lo spettacolo di contorno che vale la spesa del biglietto! C’è molta confusione, sono tutti in festa e con la bocca piena. I seggiolini sono imbottiti, anche quelli dei settori più economici. L’aria condizionata è al massimo. Siamo molto soddisfatti dello spettacolo di cui abbiamo goduto, gli americani sono straordinari in queste occasioni: mi sono anche commossa durante il loro inno nazionale… Già che siamo a New York, vuoi che non andiamo anche a vedere un musical? La nostra scelta ricade su “Mary Poppins”. Costo dei 2 biglietti: $100. I posti sono un po’ sacrificati, ma le due ore abbondanti di spettacolo sono un’esperienza straordinaria. Credo che non andrò mai più a vedere uno spettacolo musicale in Italia! Le scenografie sono stupefacenti, gli attori cantano dal vivo e ci sono anche dei mini-effetti speciali: inutile dire che anche qui, alla fine, oltre alla pelle d’oca ci scappa pure la lacrimuccia… METEO Quando siamo arrivati, sabato pomeriggio, era molto grigio e piovigginava. Domenica c’era il sole, ma nascosto da un cielo grigio. Il caldo era terrificante, ma quello che ci ha ucciso è stata l’umidità: i jeans quasi non scivolavano sulla pelle! Da lunedì, invece, abbiamo goduto di un tempo splendido. Sole, cielo limpido, un po’ ventilato. Proprio un ottimo assaggio di autunno! La sera era fresco e si girava bene coperti. L’unica cosa è che al mattino, per verificare quale fosse la situazione meteo, affacciandosi alla finestra bisognava storcere il collo in maniera innaturale verso l’alto: grattacieli da tutte le parti, scampolo di cielo ben nascosto in alto! Concludendo, New York ci è piaciuta, è una meta da visitare almeno una volta nella vita, ma ci ha anche molto stancato fisicamente: è sempre sveglia, a qualsiasi ora del giorno e della notte, e noi non eravamo preparati! Ma non è detto che tra qualche anno ci torneremo… Buone vacanze a tutti! Luciana & Marco



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