New York, Grand Canyon, Monument Valley

Un viaggio da sogno che tale ancora appare dopo il rientro in Italia. E’ non è che la prima parte, perché il viaggio è poi proseguito in Canada (Québec: città, paesaggi incantati, balene). Non starò a descrivervi l’avventura mia e di Agnese, spero solo di darvi qualche indicazione utile. Una premessa: il viaggio è stato disegnato da...
Scritto da: diniantonio
new york, grand canyon, monument valley
Partenza il: 07/07/2008
Ritorno il: 17/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Un viaggio da sogno che tale ancora appare dopo il rientro in Italia. E’ non è che la prima parte, perché il viaggio è poi proseguito in Canada (Québec: città, paesaggi incantati, balene).

Non starò a descrivervi l’avventura mia e di Agnese, spero solo di darvi qualche indicazione utile.

Una premessa: il viaggio è stato disegnato da noi, ma per le prenotazioni ci siamo rivolti a Hotelplan (e ci siamo trovati benissimo).

Per andare negli USA oltre al passaporto elettronico è necessaria anche una carta di credito che vi sarà sempre richiesta negli alberghi e per noleggiare auto come garanzia. Sulla carta vengono bloccate (poi liberate se non ci sono spese) delle cifre di importo ridotto, l’ideale sarebbe perciò avere 2 carte di credito. Gli americani pagano tutto con la carta di credito, ma noi avevamo anche dollari in contanti cambiati in Italia. Per l’auto – anche se non vi sarà mai richiesta negli autonoleggi – è necessaria la Patente Internazionale (da richiedere all’Aci, costo circa 70 euro) oltre a quella italiana. Due follie USA: 1) quando entrate in un locale, negozio, museo è indispensabile una felpa perché l’aria condizionata è tenuta a livelli assurdi; 2) ogni bibita vi verrà servita con quantità tali di ghiaccio da gelare lo stomaco.

Usi e costumi – Fra le “usanze” locali, sempre da rispettare in un paese straniero, negli USA c’è la mancia. Il 10% di quanto speso è praticamente obbligatorio, si può arrivare al 20% se il servizio è stato buono. Se non la date vi verrà richiesta e farete una pessima figura.

Acquisti – con l’euro a questi livelli a New York non mancate di fare shopping. Abbigliamento e scarpe delle migliori firme, video e fotocamere, computer, a prezzi incredibili per noi italiani! City-pass – E’ una card molto pubblicizzata che consente l’ingresso a vari musei/attrazioni. Secondo noi è assolutamente inutile in quanto è impossibile in 1, 2 o 3 giorni visitare i Musei in numero tale da recuperare la cifra spesa. E poi non fa saltare la fila all’Empire State Building.

7 luglio – arrivo a NewYork.

Partenza da Bologna con Air France, scalo a Parigi e via circa 6 ore per l’aeroporto JFK. Volo piacevole e divertente grazie alle postazioni singole, anche in economica, con film e videogiochi. Le procedure doganali iniziano in aereo con la compilazione di due moduli assurdi (vi chiedono, fra l’altro, se avete compiuto un genocidio e se siete malati di mente). A terra impronte digitali e foto, ma tutto molto veloce, così come il ritiro bagagli.

All’uscita attenzione ai taxi: prendete solo quelli gialli (costo viaggio per Manhattan 45 dollari). Il problema del fuso orario passa subito in secondo piano, troppo grande la voglia di vedere New York. Alloggiamo all’Hotel Edison, sulla 47th, angolo con Broadway, praticamente in Times Square (posizione strategica fantastica). A cena andiamo da Lindy’s (49th – Broadway), 50 dollari in due, ma… c’è di meglio. Rimaniamo a bocca aperta a Times Square per l’incredibile spettacolo di luci e colori degli enormi pannelli pubblicitari.

8 luglio – Metropolitan,Museo di Storia Naturale, Empire State Building.

Andiamo a piedi al Metropolitan attraversando Central Park fra scoiattoli ed un procione. Non c’è fila all’ingresso. Il Museo è favoloso, imperdibile. L’elenco dei capolavori specie della pittura è infinito. C’è tutto il meglio che uno può volere. Ci stiamo 4 ore e mezzo, ma ci vorrebbe un’intera giornata. Un po’ stanchi rinunciamo al Guggheneim, tutto non si può vedere! Attraversiamo di nuovo Central Park per andare a rilassarci al Museo di Storia Naturale. Un po’ da bambini, ma divertente e le sale con gli scheletri veri dei dinosauri sono impressionanti. Dopo quasi 3 ore, con la Metro (il biglietto è una tessera magnetica che potrete ricaricare quando volete, più caricate, più risparmiate) andiamo all’Empire State Building. Ci avevano spaventato, ma la fila dura poco più di un’ora ed è scorrevole. Alle 19 siamo in “vetta”, lo spettacolo è mozzafiato e ci godiamo in 1 ora e mezzo la città di giorno, il tramonto e la magia dei grattacieli con le luci accese. Cena ottima da Virgil (44th – Broadway), 60 dollari in due.

9 luglio – Moma e Lower Manhattan.

Al Moma zero fila, grande organizzazione, ma tanta gente nelle sale. Seguiamo l’ottimo consiglio della Lonely Planet iniziando la visita dal 6° piano per poi scendere. Subito ci imbattiamo in una mostra dedicata al genio di Dalì con quadri, disegni, un film ed anche un cartoon della Disney. Seguiranno capolavori favolosi per una visita della durata di 3 ore e mezzo. Un po’ deludente lo shop del museo.

Avevamo letto che sulla 46th, angolo Broadway, vicino al Marriott ogni giorno TKTS vende biglietti per gli spettacoli di Broadway a metà prezzo dalle 15 in poi. L’hanno letto in troppi: la fila è paurosa già prima delle 15 e… rinunciamo. In Metro raggiungiamo Bowling Green e da qui ci immergiamo nel quartiere degli affari: Wall Street. Uno sguardo a Ground Zero (ma non c’è niente da vedere e ci sembrava anche un po’ macabra la visita), quindi relax in a Battery Park con vista della Statua della Libertà. A cena ci spostiamo nella bella zona dei docks da cui appare all’improvviso il Ponte di Brooklyn. Mangiamo dell’ottimo pesce sulla veranda del Pacific Grill al Pier 17 (90 dollari in due). Al ritorno passeggiata nella caratteristica strada del porto di Fulton Street.

10 luglio – shopping e Soho Andare nel grande magazzino Macy’s (34th) è un’esperienza da fare. Impieghiamo circa 3 ore per visitare tutti i piani: qualsiasi cosa costa almeno il 30% meno che in Italia! Nel primo pomeriggio andiamo a Soho, quartiere diverso dalla Manhattan vista finora e, anche per questo, interessante. Tocchiamo anche Little Italy, ma non ci addentriamo. La cena da Boom (152 Spring Street) è ottima e la birra (Brooklyn Lager) aromatica e particolare (spendiamo70 $ in due). Al ritorno sosta al pazzo M&Ms World in Times Square: il regno delle famose noccioline, e non solo, al cioccolato.

11 luglio – Brooklyn Appena alzati prenotiamo il bus shuttle per il giorno dopo per l’aeroporto di Newark (50 dollari in due e ottimo servizio con pick-up davanti l’abergo). E poi è il giorno del Ponte di Brooklyn. C’è uno splendido sole, in metro fino a City Hall, quindi a piedi attraversiamo in circa 20 minuti il ponte più famoso del mondo: spettacolare! Arrivati a Brooklyn seguiamo il percorso suggerito dalla Lonely Planet e anche questa parte di New York ci piace molto. Da Brooklyn non facciamo nuovamente il ponte a piedi, ma in Metro andiamo al Greenwich Village (non c’è molto da vedere), quindi passeggiata sulla 5th strada con sosta in Bryant Park, un tappeto verde smeraldo in mezzo ai grattacieli alle spalle della Biblioteca Nazionale. Cena all’Hard Rock Caffè in Times Square (46 $ in due).

12 luglio – Las Vegas Salutiamo New York a malincuore e con il bus shuttle in 45 minuti siamo all’aeroporto di Newark (New Jersey). Quasi 5 ore di volo per Las Vegas. Per raggiungere l’Hotel Hilton facciamo un biglietto A/R con il bus Grey Lane, ma per il ritorno dovremo poi telefonare e aspettare un po’. I prezzi dei taxi sono concorrenziali. Viene sera, si accendono le luci ed ecco la folle magia di Las Vegas: lo Strip. Un po’ piedi, un po’ in monorail, andiamo in giro per alberghi che sembrano immensi parchi-giochi: la piramide del Luxor, la ricostruzione di New York, Parigi, Venezia (ci sono anche i canali con le gondole, pure all’interno!!!), il Caesar’s Palace, il Bellagio e le sue incredibili fontane musicali. Un mondo di luci e di suoni mentre tutti, tranne noi, giocano alle migliaia di slot-machine.

13 luglio – verso il Grand Canyon All’aeroporto di Las Vegas ritiriamo l’auto (un Suv Mercury Marine) e via, verso il Grand Canyon. Attenzione ai semafori che si trovano dall’altra parte dell’incrocio e non dove siamo abituati a vederli in Italia. La strada è bella, passiamo sulla famosa diga di Hoover e tocchiamo la mitica Route 66. Dopo 4 ore e 30 siamo al Best Western Squire Inn di Tusayan, la porta del South Rim del Grand Canyon. Vicinissimo c’è il centro visitatori del National Geographic con un Imax (riduzioni in hotel) da non perdere. Facciamo subito il pass d’ingresso al Grand Canyon: 25 dollari (vale 7 giorni) e possiamo entrare con la nostra auto (molto più comodo – anche se purtroppo più inquinante – del comunque funzionale servizio bus navetta).

14 luglio – Il Grand Canyon L’immensità del Grand Canyon, lo spettacolo della sua vista, l’infinita varietà delle rocce non possono essere raccontate a parole perché di fronte ad esso, come gli antichi Conquistadores, si rimane senza parole. Visitiamo tutti i punti panoramici del South Rim, fra cartelli che indicano la presenza di puma e di serpenti a sonagli, ma gli unici animali che incontriamo sono un simpatico scoiattolo e gli immancabili corvi. Non fa caldo, siamo infatti a circa 2000 metri d’altezza. Attenzione: il famoso skywalk, la passerella in vetro sospesa sul Canyon non è qua, ma più a ovest, nella Havasupai Indian Riserve, ci si arriva da Peach Springs. La giornata passa veloce e purtroppo un intempestivo temporale ci nasconde la magia dei colori del tramonto. A cena all’ottimo ristorante dell’albergo mi consolo con un piatto locale a base di bisonte. 15 luglio – La Monument Valley Partiamo per Kayenta e il gps ci da’ una mano facendoci passare da Desert View e permettendoci di rivedere il Grand Canyon. Lungo la Highway 64 merita una sosta il Little Colorado River Tribal Park (2 dollari ad auto l’ingresso) con splendida vista di un ramo del Canyon e mercatino indiano a prezzi bassi. Entriamo così nella Navajo Nation, a cavallo fra Arizona e Utah, un’area amministrata direttamente dai nativi con forti autonomie. E in quest’area cambia l’ora perché non è in vigore l’ora legale. A 30’ da Kayenta l’ingresso alla Monument Valley (5 dollari a testa). Dal Centro Visitatori, in ristrutturazione, la vista spazia su il classico scenario di tanti film western. Spettacolo emozionante di rocce rosse e paesaggi marziani. Una strada sterrata, assolutamente da non perdere, vi porterà in mezzo ad uno dei più bei paesaggi mai visti. Viene buio, per la notte pernottiamo all’Hampton Inn di Kayenta. Ceniamo in hotel, ma di corsa perché alle 22 locali, ma sarebbero le 21, chiude tutto.

16 luglio – Tracce di dinosauri Questa giornata è dedicata al viaggio da Kayenta a Phoenix (poco meno di 5 ore d’auto), ma lungo la strada troveremo tante occasioni di sosta. La prima al Navajo National Monument, un antico villaggio indiano costruito dentro un’enorme grotta. Poi le Dinosaur Tracks. Ci fermiamo incuriositi e, incredibile, nella roccia di un altopiano desertico ecco apparire decine di nitide impronte di dinosauro. La guida indiana vi chiederà 20 dollari per pochi minuti di spiegazione, ma almeno vedrete le uova pietrificate e le ossa di dinosauro. Passiamo Flagstaff e iniziamo la discesa verso Phoenix passando fra foreste di cactus alti 3 metri. A Phoenix fa un caldo pazzesco: ci siamo meritati una serata nella piscina dell’hotel.

Da Phoenix il giorno dopo volo per Montreal: il viaggio prosegue in Canada (Québec: città, paesaggi incantati, balene).



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