New York, città unica
NEW YORK, Una città unica
New York! Per le nuove generazioni New York è diventato quasi un viaggio di routine, ma per noi “giovani” cinquanta/sessantenni la “grande mela” rimane il sogno della nostra giovinezza. E finalmente quest’anno il sogno si è avverato!
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Gli amici con cui generalmente condividiamo i nostri viaggi questa volta hanno scelto altre mete ma io (Mau) e mia moglie Tizy troviamo altri entusiasti compagni: Paolo, il fratello di Tizy, Lucia sua moglie e Giulia, nostra nipote.
Prima della partenza sottoscriviamo un’assicurazione sanitaria, compiliamo il questionario ESTA obbligatorio (al costo di $14) e su Internet acquistiamo il City Pass New York, costo $114 che consente di preacquistare i biglietti per sei attrazioni (Empire, Statua Libertà, Top of the Rock, Memorial 9/11 ecc), saltando le file d’ingresso.
1° giorno: 3 giugno 2015
È il giorno della partenza. Abbiamo prenotato già da mesi il volo EK205 della Emirates Airlines, con partenza da Milano Malpensa alle 16.10. Arriviamo in aeroporto con largo anticipo e troviamo già ad attenderci i nostri compagni.
Sbrigate le formalità d’imbarco pochi minuti prima delle 16 saliamo sull’aeromobile. E’ un Airbus A380 e il servizio offerto da Emirates è veramente efficiente. Lo schermo davanti ad ogni sedile è un piccolo computer con oltre 2000 possibilità d’intrattenimento dai film, in tutte le lingue, alla musica ai videogiochi. Vengono servite salviettine calde per la pulizia, poi drink e infine la cena. Veramente ottima.
Il viaggio, circa otto ore, trascorre tranquillo e con una buona mezz’ora di anticipo atterriamo al JFK di New York intorno alle 18:30 ora locale.
Siamo preparati alla lunga trafila burocratica ma con grande sorpresa, e piacere, lo stanzone della dogana è praticamente vuoto e in poco tempo espletiamo le formalità doganali e recuperiamo il nostro bagaglio. Ottimo! Pensavamo di utilizzare i taxi per raggiungere l’albergo ma visto l’orario, di comune accordo, decidiamo di utilizzare i mezzi pubblici. Seguiamo le indicazioni per l’AirTtrain direzione Jamaica Center. Il pagamento si effettua all’arrivo e costa $ 5 più un dollaro di tassa. Compriamo anche la MetroCard, per sette gg., costo $ 30 più un dollaro di tassa. Assolutamente consigliata e da noi sfruttata al massimo.
Raggiungiamo a piede la fermata della metro linea E, scendiamo alla fermata di Kew Garders e sulla stessa piattaforma prendiamo la linea F che ci porta alla fermata di 21th Queenbridge a Long Island.
Abbiamo deciso di soggiornare fuori Manhattan e la scelta, nel complesso, si è rivelata azzeccata. La zona non è bellissima: vecchie fabbriche, alcune dismesse, altre ancora in attività, caseggiati popolari, qualche negozio e hotel di nuova costruzione. Comunque tranquilla. Tramite Booking abbiamo prenotato il Mayflower Howard Johnson in 38-59 12th Street, molto comodo per la fermata della metropolitana. Ma le cose positive dell’hotel finiscono qui! Un po’ rumoroso per via di una fabbrica in attività proprio di fronte all’hotel, colazione da dimenticare, camere rifatte solo nel tardo pomeriggio, pulizia buona ma non eccellente. Comunque siamo stanchi, prendiamo possesso delle camere e domani si parte alla scoperta della “Grande Mela”…
2° giorno: 4 giugno 2015
Oggi è il compleanno di Paolo. Auguri! Appuntamento alle 8,00 in sala colazione. Abbastanza breve e deludente e quindi siamo subiti pronti per la scoperta della città. Raggiungiamo in pochi minuti la metropolitana fermata 21th Queenbridge linea F e dopo un paio di cambi di linea arriviamo a “Bowling Green”, in Lower Manhattan, la punta più a sud della città sull’Hudson River. Ci rendiamo finalmente conto di essere a New York. Dal pontile delle partenze ammiriamo in lontananza la Statua della Libertà, che visiteremo l’indomani, e guardando verso nord ecco spuntare l’ultima meraviglia, la “Freedom Tower”, costruita nelle vicinanze delle ex Torri gemelle, distrutte nell’attentato dell’11 settembre. Inaugurata da pochi giorni, è alta 541 metri, 1776 piedi, come l’anno della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Percorriamo West Street e arriviamo al “Tribute W.T.C. Site”. Il ricordo dell’attentato è ancora vivo e il pensiero a quello che è stato ci riporta indietro nel tempo. Due enormi vasche, con l’acqua che vi scorre continuamente, ai bordi incisi i nomi delle vittime e i cui perimetri ripercorrono quelli delle Torri Gemelle, rendono il luogo molto suggestivo e carico di significato. Vicino ad alcuni nomi sono state deposte rose bianche.
Vicino, l’entrata del 9/11 Memorial. La fila è abbastanza lunga quindi decidiamo di ritornare eventualmente un altro giorno e proseguiamo verso il vicino Financial District.
Mentre camminiamo improvvisamente sul lato opposto della via, da una saracinesca colorata con i colori della bandiera americana, ecco uscire un enorme camion dei pompieri di NY, probabilmente la prima caserma a prestare soccorso alle vittime dell’attentato.
Passiamo davanti a NY Stock Exchange, Trinity Church, chiesa di religione anglicana, in stile neogotico, con annesso un piccolo cimitero, dove sono sepolte importanti personalità americane.
Davanti all’ingresso della chiesa, Wall Street, cuore pulsante della finanza americana e mondiale. La stretta via ci conduce alla Federal Hall con annessa la statua di George Washington. Ritorniamo verso la Broadway e in Bowling Green ecco il simbolo di Wall Street, il Charging Bull, il Toro, una scultura di bronzo dell’artista italiano Arturo di Modica, diventato in pochi anni il simbolo della finanza americana.
Dicono (?!) che porta fortuna e noi che a Milano abbiamo il toro in Galleria Vittorio Emanuele non possiamo che toccare e fotografare le parti (!) “fortunate” … Tizy e Lucia si fanno anche fotografare con un aitante ed “enorme” poliziotto di colore, poi, riprendiamo la Broadway e ci fermiamo in un vicino self-service a pranzare.
Risaliamo poi sino a Canal Street, inizio del quartiere di Chinatown, prendiamo la metro e arriviamo a Times Square. Mamma mia quanta gente! Palazzi completamente coperti da manifesti luminosi che danno alla zona un’atmosfera unica. Nel centro della piazza tavolini e sedie rosse a disposizione dei turisti per consumare un pasto, bere un caffè o solo riposarsi. Una nota casa di cosmetici scatta foto ai turisti che sono poi proiettate su un maxi schermo all’interno di un cuore… potevamo non farlo anche noi!
Entriamo nel negozio di “Toys R Us”, regno dei bambini. All’interno una ruota panoramica funzionante, un dinosauro a grandezza naturale, Superman e giocattoli di ogni tipo. Come si fa a non diventare ancora bambini!
Fuori persone vestite con i costumi dei principali eroi dei fumetti e ragazze in body painting con i colori della bandiera americana dipinta sul corpo! Non male!
Troppo caos… abbiamo bisogno di una pausa! Riprendiamo la 42th Street e sosta al primo “Starbucks” con annessi tavolini. Ordiniamo cappuccini con panna montata, brownie e festeggiamo il compleanno di Paolo.
Rientriamo in hotel intorno alle 17,30, un po’ di riposo, una doccia e poi sempre con la linea F scendiamo alla fermata del Rockefeller Center. Nella famosa piazzetta davanti all’ingresso principale è in corso una festa privata, stile anni 30. Incominciamo a scattare le prime foto, poi ci dirigiamo verso la 5th Avenue e ammiriamo la St. Patrick’s Cathedral, la più importante chiesa cattolica di NY. Peccato che parte dell’interno sia coperta da impalcature e quindi non riusciamo ad ammirarla completamente.
Un’occhiata al negozio del Lego, poi ritorniamo verso il Rockefeller e ceniamo da “Bill’s Burger” in 16 West 51st Street, bel locale tipicamente americano e buoni hamburger. Durante la cena, in diretta, la prima partita della finale NBA tra Golden State e Cleveland.
Terminata la cena, ci dirigiamo verso l’Empire. Abbiamo deciso che questa sera ammireremo la città dal palazzo simbolo, l’Empire State Building. Non c’è molta fila e i controlli sono abbastanza veloci. Un ascensore ci porta sino all’ottantesimo piano, poi un altro all’ottantaseiesimo. Usciamo sul terrazzino, protetto da grate di ferro e… wow! Che spettacolo. Indimenticabile, fantastico… milioni di luci, tutti i palazzi illuminati, s’intravedono l’Hudson e l’East River. Ci divertiamo a riconoscere i palazzi più famosi e poi foto, foto, foto! Bellissimo. Guardi i volti delle altre persone e nei loro occhi leggi lo stesso stupore e ammirazione per un panorama unico e fantastico. Almeno una volta nella vita qui devi salire!
Purtroppo devi anche scendere! E’ già passata la mezzanotte ma la metropolitana funziona regolarmente e in poco tempo raggiungiamo il nostro hotel. Stanchi ma con ancora negli occhi lo spettacolo delle luci della “Grande Mela”!
3° giorno: 5 giugno 2015
Oggi è il giorno della Statua della Libertà e di Ellis Island.
Il cielo è coperto e non promette nulla di buono. Le previsioni sono state rispettate.
Ritorniamo a Battery Park, cambiamo alla biglietteria il nostro voucher di NY Pass con il biglietto per la Statua e dopo i soliti controlli di rito saliamo sul battello che in circa quindici minuti ci porta sull’isoletta. Appena scesi incomincia a piovere! Ci ripariamo nel negozio di souvenir poi, finalmente possiamo uscire e ammirare “Miss Liberty”. La statua fu donata nel 1886 dalla Francia sia come celebrazione della vittoria nella Rivoluzione Americana sia per festeggiare l’abolizione della schiavitù. Considerando anche il piedistallo è alta circa 100 metri, è costituita da una lega di ferro e rame che è diventata di colore verde a causa dell’ossidazione. E’ il simbolo della libertà e la prima cosa che gli immigrati del 19° secolo vedevano quando arrivavano a NY. Il nostro biglietto prevede solo la visita alla base del piedistallo che ritengo comunque più che sufficiente. Riconsegnate le audioguide, riprendiamo il traghetto per la visita a Ellis Island, il luogo, dove gli immigrati venivano fatti sbarcare , visitati e indirizzati per una nuova vita. La visita è interessante e assolutamente da non perdere. La grande stanza dove venivano raccolte le persone e poi foto e cartelloni pubblicitari dell’epoca descrivono molto bene la nascita di una nazione nata dall’unione di popoli proveniente praticamente da tutto il mondo.
Rientriamo a Battery Park intorno alle tredici, troviamo un altro self service e consumiamo il nostro pranzo, poi, con la metro linea 1 raggiungiamo “Columbus Circle” ed entriamo in Central Park. Subito facciamo conoscenza con simpatici scoiattoli, i “Cip e Ciop” della nostra infanzia, che saltano sugli alberi, mangiano ghiande e altri frutti. Ci addentriamo nel parco alla ricerca della Statua di Balto, il cane che con il suo coraggio salvò un paese da una grave epidemia e protagonista di un famoso cartoon.
Il parco è enorme e bellissimo. Circondato da palazzi altissimi, alcuni scorci ci ricordano celebri film. Le lunghissime panchine, i viali alberati, i prati immensi, biciclette per tutti i gusti, risciò a pedali che sfrecciano trasportando turisti e per i più romantici carrozzelle a cavallo. Vorremmo arrivare almeno sino al primo laghetto ma ci rendiamo conto che il parco è molto esteso, vorremmo anche visitare il MO.MA. che al venerdi dopo le 17 è gratuito, ma siamo anche stanchi e quindi, saggiamente, riprendiamo la metro e ritorniamo in hotel per un breve riposo perché questa sera è prevista la passeggiata serale sul Ponte di Brooklyn!
Con la linea F, senza cambiare, arriviamo alla fermata di “Jay St. Metro Tech” , direttamente nel quartiere di Brooklyn. La zona ci appare subito completamente diversa da Manhattan, larghi viali, quartieri residenziali, pochi grattacieli, abbastanza tranquillo. Seguiamo le indicazioni stradali, arriviamo sotto al ponte sì, ma da dove si sale? Chiediamo ad alcune persone ma ci rendiamo conto che continuiamo a girare intorno, poi finalmente capiamo che la passeggiata inizia in High Street. Mangiamo un hamburger nell’unico locale aperto della zona poi iniziamo la piacevole camminata. Lo skyline di Manhattan è bellissimo e passeggiare lungo il ponte è suggestivo. Il ponte inaugurato nel 1883 è lungo circa due chilometri, largo 26 metri con quattro cavi di acciaio di 40 cm. di diametro con funzioni di sostegno e due piloni di 90 metri d’altezza. Sotto i nostri piedi, il traffico automobilistico è intensissimo. A NY è sempre ora di punta! Raggiungiamo il primo pilone, un po’ di foto poi decidiamo di rientrare. Sotto di noi il nuovo quartiere di Dumbo, giovane e vivace! Raggiungiamo la linea F e, soddisfatti, rientriamo in hotel.
4° giorno: 6 giugno 2015
Anche oggi il cielo è coperto e pioviggina. La ”nostra” linea F oggi e domani sarà ferma per lavori in direzione downtown, quindi con l’autobus M42 raggiungiamo la fermata di Queens Plaza, dove con la linea E è nostra intenzione raggiungere i quartieri di Soho, Greenwich Village e Chelsea. Mentre aspettiamo il treno, si avvicina una signora italiana che ormai vive e lavora a NY da otto anni e sentito il nostro programma della giornata, ci consiglia di scendere alla fermata di Spring St., più comoda.
Siamo nel quartiere di Soho, zona completamente diversa da Manhattan. Più tranquilla, palazzoni con le famose scale antincendio, negozi e locali alla moda. Percorriamo Avenue of the Americas e raggiungiamo Washington Square, cuore intellettuale e artistico del “West Village”. Al centro della piazza una fontana, l’arco di Trionfo che ricorda il primo centenario della presidenza di George Washington e ad est la statua di Garibaldi.
Nei giardini, bambini che giocano e un musicista che nel mezzo della piazza improvvisa un piccolo concerto con il suo pianoforte.
Qui inizia la mitica “5th Avenue” e in lontananza la sagoma inconfondibile dell’Empire. Percorriamo la 5th sino all’incrocio con la W16th Street, qui deviamo verso sinistra nel quartiere di Chelsea per raggiungere “Chelsea Market” che si dovrebbe trovare qualche isolato più in là. Già, ma quanto sono lunghi questi isolati… vero Paolo!
Ci vuole una buona mezz’ora ma finalmente raggiungiamo il nostro obiettivo. Chelsea Market è un grande mercato coperto che riunisce numerosi negozi e ristoranti. All’ingresso quello di Giovanni Rana! E’ situato nella vecchia fabbrica dei biscotti “Oreo” ed è veramente unico e … molto americano! Lungo i corridoi di mattoni rosa si alternano negozi di ogni genere, supermercati, pescherie, bar, fiorai, negozi d’arte. Anche qui una moltitudine di persone, siamo un po’ spaesati, alla fine troviamo un tavolino per sederci e fare una piccola sosta per riprendere le forze a base di caffè espresso (ottimo), cappuccino, cornetti e brownie.
Terminata la pausa siamo pronti per la prossima visita. La portaerei “Intrepid”, ancorata sull’Hudson River, ha partecipato alla 2° Guerra Mondiale e ai successivi conflitti che hanno coinvolto l’esercizio americano. E’ ancorata al Pier 86 ed è un vero museo della storia della marina e dell’aviazione militare. Sono perfettamente conservati esemplari di aerei ed elicotteri da combattimento e durante la visita salendo e scendendo da strette scalette si possono ammirare i locali dell’equipaggio perfettamente conservati. Un breve filmato illustra la storia e le missioni che hanno visto la portaerei protagonista.
Sul ponte vari aerei tra qui anche l’Aermacchi delle nostre Frecce Tricolori. Una visita un po’ al di fuori dei tour tradizionali ma molto interessante.
Ma la giornata non è ancora finita. Finalmente esce un bel sole e il cielo è terso. Quello che ci vuole per ammirare NY dalla terrazza del “Top of the Rock”.
All’inizio della W42nd saliamo sull’autobus M42 che ci porta nel centro di Manhattan, nelle vicinanze della “Grand Central Terminal”. E’ come la immaginavamo e vista in famosi film. Ci sembra che anche la famosa scena del film, gli “Intoccabili” con Sean Connery e Kevin Costner sia stata girata qui, poi, però ci ricordiamo che il film è ambientato a Chicago. Come non detto…! L’atrio è immenso, il soffitto dipinto della costellazione dello zodiaco, un’enorme bandiera americana su un lato, il tabellone degli arrivi/partenze, le scalinate e al centro le biglietterie e l’ufficio informazioni con sopra l’orologio dorato, simbolo della stazione.
Percorriamo una parte della zona commerciale e usciamo nei pressi del “Chrysler Building”, capolavoro dell’Art Déco costruito nel 1930. Entriamo nell’atrio e rimaniamo ammirati dal rivestimento di marmo e dagli intarsi di legno. Foto di gruppo poi, usciti, ci dirigiamo verso la zona del Rockefeller Center.
Tramite moderni computer tramutiamo il coupon del NY Pass nel biglietto d’ingresso, e ci dirigiamo verso gli ascensori che ci porteranno al settantesimo piano. La fila è molto contenuta e in poco tempo siamo su!
Ci sono due terrazze, non molto grandi. Da una si può ammirare la zona di Central Park, dall’altra l’Empire, la parte sud della città e in lontananza la Statua della Libertà. L’atmosfera non è la stessa dell’Empire ma la scelta di salire una volta di sera e l’altra di giorno si rivela vincente. Anche di giorno lo spettacolo è fantastico! Come bambini continuiamo a cercare i monumenti e i luoghi più famosi, a scattare fotografie su fotografie …. Bellissimo, peccato scendere, ma la giornata non è ancora finita!
Breve sosta in hotel poi ripresa la metro arriviamo in Times Square. Questa sera cena da “Bubba Gump”, il locale che ricorda il famoso e bellissimo film con Ton Hanks protagonista: Forrest Gump. Times Square è una marea di gente, c’è di tutto! Dicono che questo sia l’ombelico del mondo ma se non è così, ci siamo vicini. Le luci degli schermi pubblicitari illuminano la piazza a giorno , le auto fanno fatica a passare a causa della marea umana che passa dappertutto! Dopo un’attesa di quindici minuti ci fanno accomodare al primo piano del ristorante con vista piazza. Che dire… il ristorante è ovviamente molto commerciale, il cibo basato sui famosi gamberetti non è male, il personale simpatico e disponibile. Gamberetti e una bella fetta di una squisita torta di cioccolata denominata “Alabama brownie” ! Siamo soddisfatti anche se il prezzo non è proprio economico … ma ragazzi siamo sempre a Times Square! Non dimentichiamolo!!
5° giorno: 7 luglio 2015
Domenica! Oggi è il giorno della Messa Gospel ad Harlem.
Arriviamo nel quartiere intorno alle 9,30. Con la metro linea 2 scendiamo alla fermata 125 Street e raggiungiamo la 7th avenue, denominata Adam Clayton Powell Blvd.
Il quartiere è molto tranquillo. Le case con i caratteristici gradini davanti alla porta d’ingresso e sui quali è deposto il quotidiano.
Passiamo davanti ad alcune chiese ma sono ancora tutte chiuse. Sempre sulla 7th Avenue ecco una delle chiese che avevamo nell’elenco: “The Greater Refuge Temple”. Nonostante manchi ancora quasi un’ora all’inizio della cerimonia, vediamo già entrare alcune persone. All’ingresso, il pastore, dopo averci raccomandato di non scattare fotografie, ci fa accomodare nelle ultime file. Il locale è praticamente un grande teatro con un palco, dove sono allineate tre file di sedie di colore viola. Incominciano ad arrivare i fedeli e subito la prima cosa che ci colpisce, sono i fantastici cappellini delle signore, uno più strano e bello dell’altro… uno spettacolo nello spettacolo. Una signora della comunità ci chiede da dove venivamo e saputo che eravamo italiani ci elenca tutte le nostre città che aveva visitato.
Poco a poco la sala si riempie e alle 11,00 inizia la funzione. Prima un coro tutto al femminile con le coriste vestite di bianco, poi vari cori maschili intervallati da brevi sermoni dei vari pastori. La musica è trascinante, canti voci e preghiere si trasformano in un crescendo musicale, accompagnato da chitarra, organo e batteria. Tra i banchi i fedeli cantano, battono le mani, segnano il tempo e pregano quasi in estasi. Il tutto accompagnato dai numerosi tamburelli agitati dalle eleganti signore afroamericane. Peccato non riuscire a fotografare. Il servizio d’ordine é molto severo e “muscoloso”! Quello che abbiamo notato è che, a differenza, di commenti su altre chiese, durante la cerimonia le persone, sia turisti sia fedeli andavano e venivano senza problemi, creando però un po’ di confusione.
Intorno alle 12,30 usciamo anche noi. E’ indubbiamente un’atmosfera molto coinvolgente e unica. Sicuramente da non perdere ma forse, la prossima volta, da provare in un tempio più piccolo e meno dispersivo.
Rientriamo a Manhattan e pranziamo al “Europa Cafè” una catena, dove puoi personalizzare con vari ingredienti a tuo piacimento sia insalate sia piatti di pasta. Io e Tizy ci dividiamo una mega insalata mentre Paolo, Lucia e Giulia non resistono ad un bel piatto di pasta!
Dopo pranzo ci dividiamo. Paolo accompagna Giulia a fare un po’ di shopping, mentre io e le gentili signore ritorniamo a Brooklyn… il ponte ci aspetta. Conoscendo ormai la strada in poco tempo siamo all’imbocco del ponte, E’ domenica pomeriggio ma il traffico di auto è lo stesso della sera prima e il ponte è preso d’assalto da una moltitudine di persone. E’ diviso a metà tra zona riservata ai pedoni e quella per le biciclette che sfrecciano velocissime.
La vista è magnifica. Lo skyline di Manhattan ci toglie il fiato, il ponte poi ci affascina. Di sotto si scorge il nuovo quartiere di Dumbo con i suoi spazi verdi, dove riposarsi, la piccola spiaggia, l’attracco dei traghetti che collegano Brooklyn a Manhattan. Peccato non poter scendere per dare un’occhiata e scattare una foto tipo “Gomma del Ponte” di lontana memoria. Percorriamo i due chilometri scoprendo ad ogni passo un nuovo grattacelo, un nuovo scorcio.
Alla fine del ponte davanti ai giardini di City Hall assistiamo ad uno spettacolo di artisti di strada, poi risaliamo la Lafayette Street. Passiamo la zona del Municipio, del Tribunale, costeggiamo Chinatown, vediamo i magazzini Macy’s e al 265 della Lafayette, a Soho, siamo attratti da un’insegna familiare. Già il bar “Sant’Ambroeus”, lo stesso di Corso Matteotti a Milano! Un caffè italiano ci sta! Buono!
Raggiungiamo la fermata della linea F in Bleecker Street che ci riporta in hotel.
Questa sera niente hamburger, optiamo per una pizza, possibilmente italiana. Dal nostro elenco di ristoranti ne individuiamo una che fa al caso nostro, E’ situata in Bleecker Street, una lunga strada piena di ristoranti di ogni tipo. Purtroppo raggiunta la destinazione della pizzeria neppure l’ombra, il negozio è vuoto e in ristrutturazione… che iella!
Non ci perdiamo d’animo, locali ce ne sono tanti, giriamo un paio d’isolati e in West Houston Street siamo attratti da una piccola pizzeria di origini chiaramente italiane “Song’ e Napule”, dove il proprietario, Ciro, napoletano verace, ci convince a fermarci. Ottima scelta, Pizza ottima e con ingredienti “made in Italy”.
6° giorno: 8 luglio 2015
È purtroppo l’ultimo giorno in terra americana. Lasciati i bagagli alla reception, usciamo per una giornata prevalentemente all’insegna dello shopping.
Scendiamo in 57th Street e raggiungiamo la 5th Avenue. Primo obiettivo il mitico negozio di “Tiffany”. Entriamo pochi minuti dopo l’apertura e ai nostri occhi appaiono gioielli di rara bellezza. Raggiungiamo gli ascensori e saliamo al terzo piano, il piano per i comuni mortali! Tra qualche mese Tizy compie gli anni… quindi vuoi non farle un piccolo regalo che le ricordi la vacanza e al contempo festeggi il compleanno!
Dopo Tiffany scendiamo per la 5th ammirando i negozi e le lussuose boutique. Ammiriamo ancora St. Patrick’s, il Rockefeller Center poi all’altezza con la 45th deviamo a sinistra, riattraversiamo la Grand Central Terminal, costeggiamo il Chrysler Building e raggiungiamo il palazzo dell’ONU. Il famoso “Palazzo di Vetro” dove dovrebbero venir discusse e magari risolti i più importanti problemi che affliggono l’umanità. Tutto intorno, in ordine alfabetico, le bandiere dei Paesi membri.
Ritorniamo sui nostri passi e ripresa la metro scendiamo a Canal Street e ripercorriamo la Broadway in direzione sud, per dedicarci ad un po’ di shopping. Entriamo in vari negozi, dove i prezzi sono decisamente buoni, anche se tra tasse e mance il prezzo esposto non è mai quello reale. Acquistiamo alcuni capi di abbigliamento e piccoli souvenir, per noi, i nostri famigliari e amici e in uno di questi negozi Tizy, come già successo in altre vacanze, perde per l’ennesima volta la sua amata pashmina che, come al solito, miracolosamente ritrova dopo alcune ore!
Pranziamo con insalata e hamburger in un Mc Donald’s in Broadway, poi raggiungiamo il negozio di Victoria’s Secret e mentre Giulia e Lucia acquistavano gli ultimi regali, io Tizy e Paolo ci riposiamo in Herald Square insieme a impiegati e operai che consumavano il loro pranzo con alle spalle, i famosi magazzini Macy’s.
Purtroppo è ora di rientrare in hotel. Una breve sosta, sistemiamo le valigie e via verso il JFK per il rientro. I controlli sono un po’ caotici, c’è molta gente e gli addetti ai controlli sono abbastanza confusionari.
L’Airbus 380 di Emirates Airlines parte puntualissimo alle 22,20, il volo è tranquillo e alle 12,15 del 9 luglio arriviamo all’Aeroporto di Malpensa.
Una vacanza che resterà scolpita nei nostri cuori. Abbiamo visto e conosciuto una città unica e indimenticabile con le sue luci, il traffico, i tombini fumanti, il cibo per tutte le tasche. Una grande metropoli con tutte le sue contraddizioni. Bellissima in superficie, ma con molte stazioni della Metro un po’ fatiscenti.
Una città caotica, sempre viva, spettacolare e umana. Incontrato persone che di loro iniziativa ci chiedevano se avevamo bisogno di qualche indicazione o suggerimento. Certo, cinque giorni sono pochi (molto pochi) per visitare bene la “Grande Mela”. Central Park l’abbiamo vista troppo velocemente e non c’è stato il tempo per i musei. Come primo impatto è stato ottimo ma dentro di noi… siamo già pronti a ritornarci. New York è una città da vivere e che ti rimane dentro. E infine un grazie per l’aiuto “linguistico” a Tizy e soprattutto a Giulia!