New England tra astice e cheddar

Viaggio nel territorio più Europeo degli Stati Uniti: dalle balene alla scoperta della vita nelle colline del Vermont... un paese che ti entra nelle vene
Scritto da: MaruAda
new england tra astice e cheddar
Partenza il: 06/08/2013
Ritorno il: 15/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 

6 Agosto: Milano-Boston

A Febbraio 2013 prenotiamo questo tour nel New England col fine di “vedere le balene” e alle Hawaii per… il telefilm!

Partenza da Malpensa alla mattina presto, scalo a Fiumicino dove alle 11 si parte per Boston; viaggio Alitalia molto gradevole (tutti i voli fatti col gruppo Sky Team…tranne alle Hawaii) e arrivo in perfetto orario al Boston Logan. Normale trafila bagagli e visto e usciamo; io e la moglie parliamo un inglese maccheronico per cui non è che possiamo fare discorsi forbiti o chissà cosa per cui…diciamo che ci arrangiamo. Io non voglio prendere nessun genere di taxi (mi dicono che qui sono tra i più cari d’America) ma voglio le linee pubbliche per cui prendiamo il bus gratuito che ci porta alla fermata della metropolitana…e qui la prima sorpresa!!! Ci accingiamo ad acquistare i biglietti alle macchinette quando un signore che sta uscendo, ci vede e, ihhihihi forse preso da compassione, ci regala due abbonamenti settimanali!!! Noi all’inizio non capiamo e cerchiamo di pagarglieli ma lui insiste e con un sorriso se ne va; non ci resta che ringraziare. La metropolitana di Boston, quando entra nella parte “cittadina”, ci sembra una ambientazione del libro\film “il collezionista d’ossa”; vecchia sì, lenta senza dubbio ma funzionale e comoda… Usciamo dopo una ventina di minuti a Prudential e il nostro Hotel (Midtown) è a 5 minuti dal luogo della famosa esplosione alla maratona. Ci sistemiamo (moquette anche a bordo piscina…inguardabile!) e andiamo a fare due passi per cena nel quartiere italiano (saremmo anche stanchi, qui sono le otto di sera ma il fuso è di 6 ore). Optiamo per “Antico Forno” nel North End (www.anticofornoboston.com) e ci prendiamo degli ottimi calamari fritti… come dicevo, siamo stanchi e piano piano torniamo verso l’albergo, preparando, strada facendo e guide alla mano la giornata successiva.

7 agosto: Boston

Sveglia presto e… vogliamo una colazione all’americana!!! Fortunatamente a 200 metri, verso il centro, notiamo un locale per colazioni che ci ispira: Thorton’ restaurant (www.thorntonsboston.com) è un locale aperto dalla mattina presto fino alle 16; Bagel, Pancakes ai mirtilli e succo d’arancia come primo approccio… domani torniamo. Prendiamo la comodissima e suggestiva metropolitana e ci dirigiamo verso l’acquario per capire come quando e dove possiamo “vedere le balene”. Giunti sul posto decidiamo per una visita appunto all’acquario e al botteghino compriamo tutto: biglietto per acquario, biglietto per Whale Watch e “city pass” ovvero ingressi per diversi luoghi bostoniani. Non mi dilungo sull’acquario, divertente ma non certo a livello del nostro di Genova comunque suggestivo; usciamo e ci prepariamo alla gita in pieno oceano per avvistare le balene. Io soffro un po’ il mare dunque mia moglie mi impasticca, mi mette braccialetti di ogni genere (sospetto anche corni tipo napoletano ehehe) e si parte… un’ora e mezza di viaggio verso il largo dove ricordo come è bella Boston vista dal mare e altro ricordo del viaggio è che passiamo vicinissimi all’aeroporto e gli aerei in atterraggio passano proprio sopra di noi e non ho mancato le foto di rito. Quando ci fermiamo (probabilmente hanno dei sonar) ci fanno notare le balene che nuotano e devo dire mi sono emozionato sebbene non le ho viste come compaiono sui depilantes pubblicitari (grandi evoluzioni fuori dall’acqua); si vedeva bene la coda che usciva e l’acqua che spruzzavano… esperienza da vivere! Stiamo in zona un’oretta, si vedono più balene e poi si rientra. Torniamo ancora stanchi in hotel (costante della vacanza) e decidiamo di non andare lontani a mangiare ma sfruttare qualche locale presso il Prudential Center in quanto poi andremo a vedere “Boston dall’alto” allo Skywalk Observatory. Cosa si vede? A mio parere abbiamo scelto l’orario perfetto in quanto siamo saliti e non era ancora buio cosi siamo riusciti ad apprezzare la sera che scendeva, le luci che si accendevano; io, da maschietto ho gradito in maniera particolare la vista dello stadio dei Red Sox, il fenway park illuminato… inoltre North end è fantastico con tutte le casette stile inglese, l’aereoporto vicino al mare, il Charles River e molto altro. Abbiamo mangiato prima di salire un Hamburger “large” che non sono riuscito a finire nemmeno io! Ora a nanna che domani è lunga.

8 agosto Boston- Salem- Portland

Oggi abbiamo una mattina prima di lasciare Boston e decidiamo di andare il prima possibile a visitare la Old State House, l’edificio pubblico più antico di Boston (1657… da noi è praticamente modernariato!!!!) che ha visto nascere la “breve” storia americana: edificio di valenza politica e commerciale, è dal suo balcone che il 18 luglio 1776 fu letta per la prima volta la Dichiarazione di Indipendenza ai cittadini esultanti del nuovo stato del Massachussets; questo luogo è noto anche per il celebre “massacro di Boston” quando, nel 1770, un manipolo di soldati britannici coperto di ingiurie sparò sulla folla uccidendo 5 persone e ferendone 2… non voglio mancare di rispetto ma se questi vedevano le 5 giornate di Milano, di cosa parlavano? Nel dirigerci verso l’albergo per ritirare le valigie scegliamo di visitare il vecchio municipio con una bellissima statua di Benjamin Franklin, la King’s Chapel (con annesso cimitero) che è la prima chiesa anglicana del New england, il Granary Burying Ground ovvero il cimitero risalente all’epoca coloniale dove riposano alcune tra le personalità più importanti non solo di Boston ma degli USA, tra cui eroi della Guerra d’Indipendenza come Paul Revere; ora spazio al puro svago ed entriamo al Boston Common, parco pubblico, e vediamo con piacere molti bambini che giocano al Frog pond, laghetto profondissimo (50 cm!!!) con bagnini presenti!! Usciamo dal parco ed eccomi, emozionatissimo, in uno dei posti per cui ho fatto una malattia per vederlo… il bar più famoso degli anni 80!!!! CHEERS!!!! Faccio un sacco di foto, compro cappellino e birra e, non lo nego, mi scendono lacrime nel vedere le foto dove Ted Denson alias Sam Malone è insieme alla sua Diane, all’allenatore, a Norm e Carla…

E’ ora… ritiriamo i bagagli e ci dirigiamo, sempre con mezzi pubblici verso la Hertz, per ritirare la nostra macchina (ci credete che ci hanno regalato ancora altri biglietti… per l’autobus stavolta?!?!!?); documenti di rito e via con la nostra Nissan Versa che ci porterà in giro per il New England ma prima dobbiamo uscire da Boston… forse a causa dei lavori in zona, del navigatore un po’ lento di comprendonio…beh, facciamo due volte avanti e indietro prima di imbroccare la giusta direzione: Salem, città delle streghe. Stradine particolari e spesso vedi insegne che indicano luoghi di visita “stregati”; noi, visto anche il poco tempo a disposizione decidiamo di visitare il Salem Witch Museum che alla fine si rivela una piccola visita guidata attraverso un tracciato storico e ad una rappresentazione che ricordava la caccia alle streghe; divertente e diciamo che il tempo e la competenza e cordialità, nonchè la struttura ,possono valere i 9 euro del biglietto.

La sera alloggiamo a Portland nel Maine all’holiday Inn, classico; dove andare a cenare? ecco, non penso di sbagliare se dico che questa cena non la dimenticherò mai, vuoi per la particolarità del Lobster Co., vuoi per l’astice nel panino con le patatine e la Bud, vuoi per aragosta di plastica che vibrava quando era pronto il tuo cibo, vuoi per il cartello “proteggi il tuo cibo dai gabbiani, vuoi per il fatto di dover prendere da bere al baretto vicino, vuoi per il bis con fish and chips… ragazzi ho ancora le lacrime!!!! Tornando poi verso l’albergo ci ha permesso di notare molte balconate con feste varie, vie piccoli con locali particolarissimi… una città che mi piacerebbe tornare e visitare meglio, anche di giorno in quanto c’è la possibilità di fare qualche gita verso i noti fari!

9 agosto: Portland- North Conway

Ci si sveglia con una pioggierella autunnale che comunque non cancella il nostro buon umore. Oggi ci attende il New Hampshire, non prima di una sana colazione, sempre all’americana, in un posto che si rivelerà l’ennesima scoperta: Becky’s diner, aperto dalle 4 del mattino fino alle 21, per permettere sicuramente a chi torna dalla nottata di pesca di farsi uno spuntino mattutino. Soddisfattissimi della colazione abbondante e calorica (wow!) e dopo aver fatto molte fotografie (nostro solito) ci accingiamo al viaggio e la prima meta sarà Castle in the Cluods. Questo “castello fra le nuvole” è una grande villa dei primi anni del 1900 e sorge sulla punta di questa collina che domina tutta la vallata e il paesaggio, se non avesse piovuto tutto il giorno, deve essere qualcosa di spettacolare… noi ne abbiamo avuto un assaggio e diciamo che…deve essere qualcosa di fantastico. Il parco, visto che è grandissimo, ha il primo punto di interesse dopo circa un km e, parcheggiando ti dirigi verso una piccola cascatina dove viene naturale fare qualche foto romantica; una cosa che ci ha colpito è un cartello che recitava: “non dar da mangiare agli orsi”… va beh, faremo il possibileeeeeeeee!!!!! Proseguendo verso la meta ci troviamo a quella che noi chiameremmo “baita” e da qui puoi proseguire solo con il piccolo autobus che fa andirivieni verso la villa posta più in alto. Guida in lingua inglese e noi si capiva ben poco ma ci siamo arrangiati come sempre nel girare questa abitazione rimasta arredata come ai vecchi tempi; locali ampi e ben arredati, piccole stanze segrete, bagni con idromassaggi del tempo, camere da letto spaziose, guardaroba ecc ecc…insomma, la signora che ci abitava aveva un bel da fare per girarla tutta… e la storia ve la lascio scoprire. Torniamo alla baita e dopo aver visitato il piccolo negozietto ci dirigiamo verso l’uscita… solo che notiamo un bel laghetto dove verremo catturati dalle tante anatre e dai moltissimi pesce gatto che richiedevano il cibo che con pochi centesimi prendevi dalla macchinetta… a me non è sceso nulla, alla bambina dopo di me una tonnellata di mangime…che dire! Ultima attrazione del parco è una stalla con dei bellissimi cavalli tra cui spicca Zeus, un cavallo che chiamarlo enorme è poco… io uno così non l’ho mai visto!!!

Usciti dal parco ci dirigiamo verso il nostro Merrill Farm Inn a North Conway in quanto vogliamo fare un giro in questo paese considerato un punto di interesse per via delle escursioni possibili e per la notissima scuola di alpinismo… e per le Moose, le enormi alci del Nord America. Inoltre la zona è nota per via della possibilità di fare shopping a prezzi discreti in quanto ci deve essere qualche agevolazione sulle tassazioni…boh, per me i prezzi erano uguali a tanti altri… sta di fatto che ci troviamo a vagare in un supermercato che si chiama “Christmas Tree Shop”, al 9 di agosto!! Torniamo all’hotel, graziosissimo, con vista sul fiume (la sera abbiamo messo la copertina) per prepararci alla cena; optiamo per “Horsefeathers”, buonissima scelta sia per cibo che per cortesia. Il locale è su due piani e mentre aspettavamo il tavolo, ci siamo bevuti una birra locale al bancone del bar, guardandoci la partita di PreSeason dei New England Patriots e facendo il tifo con due signore sfegatate (madre e figlia?); il quadretto sotto la tv con tre storici personaggi sportivi (ho riconosciuto il grande Larry Bird) faceva da sfondo ad un bancone all’americana, che ti invogliava a farti lanciare le birre come nei film. Al piano di sopra mangiamo su comode panche di legno e tavoli annessi e passiamo una buona serata… saremo monotoni ma il cibo, se buono, rallegra le giornate. Di fronte a questo locale c’è la stazione ferroviaria e notiamo che da qui partono le escursioni che rendono famosa la zona… e noi, dispiaciuti per non avere tempo e per essere arrivati tardi in giornata, dobbiamo saltare l’escursione per vedere le alci…ci dispiace proprio… ora a nanna che domani si riparte.

10 agosto North Conway- Stowe

Oggi si parte dal New Hampshire direzione Vermont; il tragitto attraverso le White Mountain è bellissimo: boschi colline e ruscelli si sprecano, funivie e ponti coperti, gatti delle nevi nei giardini delle case ti fanno capire che qui l’inverno deve essere rigido e pieno di neve… ci fermiamo ad ammirare un laghetto dove le paperelle ci vengono incontro e si fanno fotografare volentieri (cosa posso dirvi, se un animaletto è socievole, io mi sciolgo) e dove il panorama collinare è bellissimo in quanto siamo proprio in mezzo ad una valle sulla US 302 E. Proseguiamo e il primo paese degno di nota che troviamo è Bethlehem e ci fermiamo, un po’ per curiosità e un po’ perche abbiamo visto un mercatino che poi abbiamo visto essere una sorta di scambio prodotti tra i vari commercianti… il mercatino di cose vecchie e usate era poco avanti sui marciapiedi del paese… simpatica cosa! Si prosegue, il Vermont è vicino e notiamo che il confine tra i due stati e segnato da una diga che ci fermiamo a vedere; piccola diga ma attira l’attenzione anche di un gruppo di motociclisti del posto che sentendoci parlare in italiano ci fermano e si fa amicizia in quanto tra di loro ci sono emigranti italiani, francesi e spagnoli… mi viene ancora da ridere pensando che appena gli abbiamo detto che siamo italiani ci hanno salutato con un “ola” al che, via con le lezioni di lingua; ci han fatto sedere sulle loro moto, fotografati e fatto fotografie con loro… una bella mezzora con gente del posto e ci siamo salutati come fossimo amici di vecchia data. Una delle nostre mete è vicina, anzi due, ovvero Rock of Ages, una cava di granito che pero’ essendo sabato era chiusa (abbiamo visto una piccola mostra di quello che fanno) e soprattutto Hope Cemetery che è chiaramente un cimitero che alla fine figura quasi come una mostra delle opere in granito (del posto) fatte come “ultimo desiderio” del defunto. Visto dalla nostra parte, per la nostra cultura, puo’ sembrare tutto una esagerazione ma se si visita questo posto, enorme, tanto enorme da poter, dover, girare in macchina nel cimitero, si capisce che per loro è una cosa sentita… la loro storia! Fatte le due del pomeriggio decidiamo di mangiare qualcosa avendo fatto una colazione leggera ma sembra che a Barre non si trova molto; optiamo allora per una pizzeria “basil’s pizza” che sembra quasi un garage. Entriamo e notiamo che la clientela siamo noi e 4 signori di cui 2 col respiratore (non me ne vogliano ma l’avevano cosa ci posso fare!)… decidiamo di prendere io un Hamburger e mia moglie un panino col pollo… oh! sembra che facciamo apposta ma ragazzi anche questo posto fa dei piatti pazzeschi, il mio hamburger era fantastico e il suo pollo esagerato… l’unica cosa, col senno di poi, che ci è dispiaciuta è non esserci fermati a mangiare in un posto dove cucinavano in giardino un gruppo di reduci ma erano le 11 e non sapevamo che saremmo poi tornati sulla strada…peccato. Ci resta ancora una cosa da fare nella giornata e questa è vicino al nostro hotel, il Best Western di Stowe nel Vermont; vogliamo visitare la fabbrica di Gelato “Ben & Jerry”, marchio noto nel mondo, che trovo anche all’Esselunga vicino a casa mia. Sembra di essere a Gardaland e tutto per un gelato; prima delle piccole attrazioni per fare delle foto ricordo e poi i tornelli per poter prendere il gelato… mezzora di coda per scoprire che questa del gusto è l’ennesima differenza che abbiamo col popolo americano ovvero che si preferisce il nostro di gelato, quello ha poche sembianze…pero’ è da provare il tutto… ci siamo divertiti anche solo ad ordinare al bancone tipo McDonald. Ennesima giornata sfibrante e per la serata scegliamo una pizzeria vicina “Jimmz” la quale, scopriamo dalle fotografie all’interno, ha subito due anni prima dei gravi danni ed è stata tutta ricostruita… e le pizze le fanno decenti; la particolarità è che ordini e poi ti apparecchi il tavolo, mangi e poi sparecchi la tavola. Torniamo poi per il meritato riposo e notiamo nel parcheggio tante macchine datate che pero’ ci promettiamo di osservare la mattina dopo.

11 agosto Stowe- Williamstown

La tappa di oggi è forse la più lunga chilometricamente e, sinceramente, al di la dei famosissimi ponti coperti, non sappiamo quale programma ci attende per cui, guida alla mano e dopo la colazione, unica compresa nel pernotto di tutta la vacanza, ci avviamo verso la prima meta, Waitsfield, dove troveremo appunto un ponte coperto; diciamo in verità che uno lo avevamo anche all’interno dell’hotel a Stowe e sia lì che su quello appena trovato, abbiamo fatto le consuete foto di rito. Scrivere non rende l’idea di quanto siano belle queste costruzioni che servivano per l’attraversamento dei canali negli anni addietro, quale semplice ma efficace architettura ci sia dietro. Proseguiamo visto che siamo a metà mattina e dopo un’oretta o giù di lì ci fermiamo nella città di Rutland, sempre nel Vermont, in quanto vediamo i manifesti di una fiera chiamata “Chaffee art center: art in the park”; cerchiamo un parcheggio e lo troviamo vicino ad un paio di mastodontiche chiese dove stavano facendo una funzione in quanto è domenica e ci dirigiamo verso questo parchetto. L’ingresso era di 2$ e, avendo ancora sottomano il volantino descrittivo, all’interno c’erano ben 92 espositori di prodotti che andavano dalle semplici collanine ad articoli in ferro battuto, chitarre e vestiti e logicamente posti di ristoro… dove io ho voluto provare il Cheddar fritto, beh, non un gran che, meglio nella versione normale. Non siamo riusciti a stare poco in quanto era proprio una bella e piccola fiera, l’abbiamo girata più volte e a malincuore siamo ripartiti verso Manchester, cittadina dedita allo shopping in quanto anche qui dicono che l’iva bla bla bla. Arriviamo e ci fermiamo per un piccolo pranzo in quanto al mattino non avevamo fatto una colazione abbondante; scegliamo lo “Sherrie’s cafè”, all’inizio della cittadina e non segnato nelle guide ma ci ispirava. Usciamo comunque soddisfatti e ci accingiamo a questo shopping tour anche se non avevamo nulla da comprare; negozi di tutte le firme, tantissimi negozi specialmente di abbigliamento e calzature. Ok, bel giretto ma dopo un po’ ci dirigiamo verso sud e dopo poco, con la conferma della guida, troviamo l’indicazione per “Lincoln hildene” ovvero la residenza estiva della famiglia Lincoln; purtroppo l’orario ci ha fregato in quanto ha chiuso al pubblico poco prima (erano le 16.35) e ci siamo limitati ad uno sguardo da fuori. Visto l’orario vediamo di avvicinarci alla meta che è Williamstown nel Massachussets ma una nuova sorpresa è dietro l’angolo; passano 10 minnuti di strada e la moglie quasi mi butta fuori strada al grido di “TORNA INDIETROOOO”… detto e fatto; aveva visto niente di meno che un negozio di articoli natalizi in piena White Mountains: Christmas Day!!! Non meno di un’ora e non pochi acquisti per noi, genitori, amici ecc, ecc. Si riparte per l’ennesima volta e finalmente si arriva a destinazione in questa cittadina che d’estate si svuota in quanto è più che altro frequentata da studenti negli altri mesi è per lo più meta di anziani per visite a musei d’arte o rassegne teatrali. Per la cena, visto che Williamstown non ci attira più di tanto da questo punto di vista, scegliamo di tornare a Bennington, al confine tra Vermont e Massachussets, in quanto siamo passati precedentemente e le statue di animali colorati ai lati della strada ci incuriosivano; scegliamo un pub di motociclisti e non stiamo a dirvi che anche qui abbiamo cenato da leccarsi i baffi… e finisce la giornata.

12 Agosto Williamstown- Mystic

Questa giornata ci riporterà al mare ma prima abbiamo 3 orette di viaggio che cerchiamo di riempire al meglio; la tappa che ci interessa particolarmente è quella che prevede la fermata a Shelburne Falls, piccolo paesino che pero’ è reso interessante da un ponte completamente ricoperto di fiori e da una parte di fiume dove si possono vedere delle rocce erose dalla corrente, con forme decisamente strane. Ci passi un’oretta gradevole in questa piccola cittadina per poi proseguire verso la meta. Poco dopo, sulla strada, un negozietto attira la nostra attenzione soprattutto per le figure indiane che ci sono esposte; entriamo e parlando col proprietario scopriamo che quella zona, al tempo degli indiani, era popolata dalla tribù dei Mohawk. Spendiamo una buona mezzora e una quarantina di dollari in piccoli regali per amici e le nostre “tribù” prima di continuare verso sud. Verso le 14 ci accorgiamo di aver finito le schede per la macchina fotografica per cui andiamo in crisi e decidiamo, anche visto l’orario e il non aver fatto una gran colazione, di fermarci a mangiare e questo LongHorn a Hartford, vicino alla meta, ci incuriosisce per cui ci fermiamo anche per chiedere ai commessi dove potevamo prendere materiale per la nostra Canon. Dopo la succulenta mangiata ci danno delle indicazioni per trovare ciò che ci serve… e guarda caso nel centro commerciale distante poco più di un chilometro si trova un BestBuy, praticamente il nostro MediaWorld e troviamo tutto… si può tornare a fotografare. A metà pomeriggio arriviamo a Mystic, carinissimo paese di mare e la prima cosa che facciamo è cercare il mitico “Mystic Pizza”, locale che ha reso famosa la bellissima Julia Roberts. Ora la metà principale ovvero il Mystic Seaport, museo navale che si affaccia sul Mystic River e dove si possono vedere oltre a navi leggendarie come la Charles Morgan, la L.A. Dunton e la Joseph Conrad, si possono anche ammirare delle persone che ti mostrano come era la vita del tempo magari in alcuni negozi e laboratori… inoltre dei ragazzi facevano piccoli spettacoli nei piccoli parchi o a bordo delle navi… io non capivo nulla ma solo a guardarli mi rallegravo. Siamo stati più di due ore nel museo, compresa piccola gitarella in barca, per poi decidere che era ora di cercare il nostro hotel ed andare in centro per la cena; scopriamo allora che tutte le guide italiane non consigliavano la pizzeria di Julia Roberts, famosa per il nome ma una a pochi metri di distanza, chiamata “Pizzetta”. Entriamo e il locale è piccino ed accogliente, gestito da ragazzi giovanissimi e arrivo al punto: al momento della consegna della “pizzetta” chiamo i ragazzi, i camerieri per dirgli che non avevano capito il senso del nome del loro locale: “in Italy “pizzetta” is a small pizza”… invece ci hanno portato due cose enormi che non abbiamo finito e che ci siamo portati in albergo. Il gusto era discreto, diciamo buono per quel che può essere una pizza americana; la giornata finisce con 4 passi per il paese e poi stanchi ci si dirige verso…il cuscino!

13 agosto Mystic Hyannis

In questa giornata grigia la nostra metà sarà Cape Cod, meta turistica-balneare per la maggior parte degli abitanti di queste zone; dopo un’abbondante colazione americana (il mio piatto si chiamava “hungry man”!!) partiamo verso questa penisola e nel giro di un paio d’ore ci troviamo al cospetto di un ponte enorme, il Bourne Bridge. La penisola è attaccata al continente solo per via di questo ponte e di un altro sempre di notevoli dimensioni, il Sagamore Bridge, situato a pochi chilometri dal primo perciò è abbastanza sconsigliato venirci nei week end di bel tempo, si rischiano code notevoli; l’attrattiva maggiore di questa zona sono i fari, autentiche torrette che, non tutte funzionanti tuttora, segnalavano la presenza delle scogliere ai navigatori. Noi scegliamo di vederne un paio anche perche il tempo non ci permette di girare come vorremmo e di fare gite diverse come per esempio andare sull’isola di Martha’s Vineyard che presenta diversi punti di visita. Una cosa interessante è stata quella di fermarsi vicino all’attracco di navi da pesca e vedere come questi, prima di caricare il pescato sulla macchina, lo vendevano in parte a gente del posto (credo) e in parte a turisti che poi lo davano ai numerosi leoni marini presenti lì vicino. I fari sono diventati di proprietà privata e cintati per cui non è possibile la visita se non dall’esterno e comunque sono davvero belli da vedere, specie quelli molto vicini al mare; ripeto, la giornata grigia e piovosa non ha reso l’idea della loro bellezza. L’ultima cosa della giornata è un giro nella cittadina di Dennis, negozi molto eleganti e poco economici, per poi accorgerci che la strada principale per tornare al nostro albergo è già molto trafficata per cui, con navigatore al seguito, ci dirigiamo verso l’hotel attraverso stradine secondarie che ci porteranno alla zona portuale di Hyannis, trovando un altro faro e altre cose carine da fotografare (gatti sui cornicioni e gabbiani che ti vengono ad un metro). Essendo sul mare ci torna la voglia di astice e optiamo per un locale chiamato Raw Bar, altro bellissimo posticino che ci lascerà pienamente soddisfatti dopo aver mangiato il nostro “smaller roll served in a classic New England style with chips and sweet pickles”. Concludiamo la giornata con una piccola passeggiata sul porto, stanchi come sempre dalla giornata impegnativa… ma sempre contenti.

14 agosto Hyannis- Boston

Sveglia, operazioni di rito quale la colazione, benzina e un girettino in un piccolo neglozio per i soliti piccoli gadget e decidiamo di non uscire presto dalla penisola per evitare le famose code di macchine e in effetti le evitiamo perche in pochissimo tempo ci troviamo a Plymouth città ricordata per essere il punto dove i Padri Pellegrini attraccarono e fondarono le colonie americane; detto in parole povere, tutto cominciò da qui!!! La storia vuole che la nave che li portarono qui era la Mayflower e una copia di questa nave è disponibile per visita turistica e noi non ce la siamo lasciata scappare; visita davvero suggestiva in quanto è ricostruita perfettamente e ci sono a bordo oltre ad arredamento del tempo anche delle persone che raffigurano i pellegrini facendo quello che si riteneva facessero. Scesi dalla nave ci rechiamo alla Roccia di Plymouth che rappresenta proprio il punto di approdo principale. Dopo una camminatina lungomare partiamo per tornare a Boston non prima di ridere sul fatto che abbiamo pagato il dollaro di parcheggio con la carta di credito… Sì, si torna a Boston e io non vedo l’ora di entrare nel tempio del Baseball, il Fenway Park, casa dei Boston Red Sox!!! Diversamente dagli impianti sportivi a cui sono abituato, questo è in mezzo alla città per cui non sappiammo dove mettere la macchina, giriamo 20 minuti in cerca di un parcheggio fino a quando ne troviamo uno e ci giriamo… siamo davanti ma proprio davanti al botteghino dei biglietti!!!! Descriverei ore questa gita nello stadio, descriverei la pulizia, l’organizzazione, la maniacalità con cui sistemano i giardini, vi direi che ci sono pupazzi di Minnie e Topolino per le foto, vecchie pubblicità intorno al diamante quali Gulf e Budweiser, divani e mazzi di carte negli spogliatoi, prove di auguri di compleanno al tabellone elettronico, wi-fi gratuita in zona giornalisti e il giocatore dei vecchi tempi che ti mostra i suoi due anelli delle vittorie… e lì mi sono emozionato! Appena usciti abbiamo visto pure il reporter con la giornalista che faceva un servizio ma noi eravamo diretti allo store, per uscire poco dopo visti i prezzi, non improponibili ma di più, esosi al massimo!!! Ultima visita in quel di Boston è al Museum of fine Arts, museo che ci ha sorpresi per la sua bellezza; nulla che non ci sia anche da noi, ok, romani greci egiziani ecc ecc… ma soprattutto dei quadri di gran fattura di Renoir, Monet e Van Gogh. Anche qui la giornata volge al termine e ci prepariamo ad un piccolo riposo dopo la solita cena a base di astice o fish and chips, alle 6 del mattino abbiamo l’aereo per le Hawaii…. Ma questa è un’altra storia!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche