NEW ENGLAND: itinerario nei luoghi della Signora in Giallo, tra fari e ponti coperti e Harley Davidson
5 AGOSTO 2011: BOSTON
Portiamo la nostra auto a Parkingo Malpensa e partiamo puntuali per Londra con volo British Airways. A Londra però ci sono ritardi e partiamo per Boston con 2 ore di ritardo. Peccato: avevamo scelto British Airways proprio perchè la scorsa volta in Usa siamo stati molto soddisfatti. Questa volta invece per niente: oltre al ritardo di 2 ore, molte delle quali trascorse a bordo aereo con aria condizionata spenta, tutto il volo è stato eccessivamente caldo. Prima della partenza, faceva così caldo, che il mio vicino di posto, un distinto signore americano, ha chiesto alla hostess un bicchiere d’acqua e poi se l’è rovesciato in testa (schizzandomi un po’). Vi assicuro che è vero! Inoltre non ci hanno assegnato i posti da noi indicati bensì i posti più sfigati dell’aereo: i 2 posti centrali, della fila centrale di 4 posti (ignorando la nostra richiesta di posti corridoio). Inoltre, gli aerei British hanno sedili decisamente troppo stretti. Giunti a Boston sbrighiamo velocemente le pratiche di sbarco. Abbiamo invece qualche problema con il noleggio auto. Innanzitutto all’aeroporto Logan di Boston non troviamo i banchi noleggio auto in quanto non si trovano all’interno dell’aeroporto. Scopriamo poi che dobbiamo portarci all’esterno ed attendere la navetta del nostro autonoleggio. Passano navette di tutte le società di noleggio possibili mentre invece la nostra, Alamo, si lascia attendere. Finalmente arriva e quando, dopo alcuni km., raggiungiamo gli uffici del nostro autonoleggio, ci ritroviamo a discutere con un vero ladro. Innanzitutto ci dice che, se non avessimo pagato un supplemento di $ 150,00, ci avrebbe rifilato una misera Fiat 500 (nonostante noi abbiamo prenotato un’auto di categoria superiore). Considerate l’altezza di Max, non era proprio possibile viaggiare con una 500. Tuttavia noi ci impuntiamo e pretendiamo di pagare il prezzo come risultante da nostra prenotazione. Allora il ladro tenta di rifilarci qualche altro extra: dapprima ci prova con presunte assicurazioni accessorie, poi passa al telepass (assolutamente inutile perchè le autostrade sono quasi tutte gratuite). Infine, considerato tutti i nostri rifiuti, si accontenta di venderci il pieno di benzina (rendere così la macchina vuota) e circa 30 dollari di presunte tasse. Ma la sorpresa la troviamo quando usciamo nel parcheggio auto: non esiste nessuna 500! Era assolutamente un bluff per spillarci più soldi. Anzi…. ci invitano a scegliere liberamente un’auto tra tutte quelle disponibili. Scegliamo la più bella e grande: una Nissan Altima. Consiglio per tutti: non lasciatevi fregare dagli autonoleggio. Pagato solo ed esclusivamente l’importo risultante da prenotazione. Rifiutate ogni accessorio perchè sono solo stratagemmi per spillarvi più soldi (probabilmente lavorano a provvigione).
E pensare che abbiamo scelto Alamo perchè la scorsa volta abbiamo avuto problemi con Dollar. La prossima volta chi sceglieremo? Penso Hertz con la quale ci siamo sempre trovati bene. Dopo aver perso molto tempo qui, grazie al nostro navigatore Gps (noleggiato a prezzo d’oro) raggiungiamo velocemente il nostro hotel in centro a Boston: Hotel John Jeffries House.
Scopriamo che il parcheggio convenzionato è proprio accanto all’hotel. Il prezzo è un po’ alto ma è comodo. Il nostro hotel è molto bello. Non si tratta di un tipico hotel ma di una grande casa: una specie di grande Bed & Breakfast, arredato con gusto. Servizio impeccabile. Il letto però è un po’ piccolo: si tratta di un letto alla francese, poco più di 1 piazza e mezza. Siamo stanchi ed andiamo subito a dormire
6 AGOSTO: BOSTON
Considerato il fuso orario ci svegliamo molto presto. E così sarà per l’intera vacanza. Fortunatamente dappertutto servono la colazione molto presto così possiamo subito iniziare la visita della città. La colazione è piacevole: in un bel salottino, davanti ad un caminetto (spento) con tanti tipi di muffin, caffè, the, latte ecc. Oggi c’è il sole ed a Boston fa’ molto caldo sin dalle prime ore del mattino. Il nostro hotel si trova nel caratteristico quartiere di Beacon Hill. Visitiamo dapprima il Public Garden con bel laghetto, ponticello e caratteristiche imbarcazioni a cigno. Passiamo poi a visitare The Esplanade, cioè il parco lungo il fiume Charles. Ci dirigiamo poi nel vivace quartiere di Back Bay con tanti locali per poi passare nella più moderna Boylston street. Qui dobbiamo svolgere una commissione e recarci presso il bel centro commerciale di Prudential e comprare nella libreria Barnes & Nobles, su richiesta di un’amica, il Nook, un lettore di libri elettronici non ancora commercializzato in Italia. Lo compriamo senza problemi e proseguiamo il nostro itinerario. Ci dirigiamo verso la Trinity Church e poi visitiamo la Gibson House, una vecchia casa con tipico arredamento vittoriano. Pranziamo da Starbucks. Nel pomeriggio io, Daniela, stremata dall’eccessivo caldo, torno in hotel, mentre Max visita i dintorni.
Per cena decidiamo di tornare al Prudential Centre dove ci sono tante soluzioni per la cena, tavolini centrale nel centro commerciale e soprattutto aria condizionata. Dopo cena proseguiamo a visitare i negozi del centro commerciale e facciamo i primi acquisti. Decidiamo di rientrare in metropolitana. A questo proposito voglio sconsigliare a tutti la metropolitana di Boston: nelle stazioni c’è un’aria irrespirabile, eccessivamente calda. Oltretutto i treni sono poco frequenti ed eccessivamente affollati. Non è indispensabile usarla a Boston. Noi Vi faremo 4 tragitti in tutto, in 3 giorni. Boston non è grandissima. Ponderando bene l’itinerario, si possono visitare tutte le zone d’interesse a piedi.
7 AGOSTO: BOSTON Questa mattina piove e continuerà a piovere in modo sostenuto per tutto il giorno. Dopo colazione usciamo a piedi, con l’ombrello e passiamo per il parco Boston Common. Purtroppo, considerate le condizioni meteo, non possiamo apprezzare appieno l’originale vasca/lago al centro del parco, dove la gente può bagnarsi per rinfrescarsi. Infatti quel giorno non c’è nessuno, ma il giorno prima era pieno di gente che faceva il bagno.
All’uscita del Boston Common, parte il “Freedom Trail”: un percorso in mattoni rossi che si snoda per le vie di Boston ripercorrendo i luoghi storici dei primi colonizzatori di Boston. Passiamo quindi davanti alla State House, Palazzo del governo con cupola dorata; alla Old State House, vecchio palazzo governativo con particolare sala centrale. Visitiamo inoltre la Old South Meeting House, bella sala riunioni utilizzata dai puritani. Andiamo poi verso i moli, soffermandoci nella vivace zona del Quincy Market: popolare centro con negozi, ristorante, mercato coperto con posti a sedere per pranzare acquistando le numerose leccornie offerte dai numerosi banchi del mercato. Qui trascorriamo molto tempo: un famoso Frappuccino da Starbucks; primi acquisti nel negozio Harley Davidson, regalini per le amiche nel bellissimo Boston Christmas (grande negozio natalizio, aperto tutto l’anno). Decido di acquistare delle tipiche ciambelline americane (Donuts) da appendere all’albo di Natale da regalare come Souvenir.
Pranzo da Mac Donald, perchè il mercato coperto all’ora di pranzo è strapieno di gente e non ci sono più tavolini liberi (anche perchè fuori piove). Dopo pranzo, tappa all’Hard Rock Cafè, dove acquisto maglietta per mia figlia e poi passeggiamo per i moli: Long Wharf e Central Wharf. Arriviamo fino al Rowes Wharf che però non si rivela interessante per niente. Considerato il brutto tempo non possiamo nemmeno prendere il mezzo turistico anfibio (che va sia in terra che in acqua) come avevamo progettato. Pazienza. Ci accontentiamo di fotografarne uno. Torniamo poi con la caldissima metropolitana in hotel e decidiamo di non usarla più, anche se la fermata è proprio davanti al nostro bel hotel. Così per cena decidiamo di restare nei dintorni dello stesso, in Charles street, elegante via di Beacon Hill. Scegliamo un pub stile inglese e mangiamo qualcosa.
8 AGOSTO: PROVINCETOWN Si parte. Lasciamo Boston per dirigerci verso la penisola di Cape Cod. Prima tappa: Plymouth. Qui ci accoglie la nebbia. La Mayflower, qui ancorata, veliero qui approdato con i padri pellegrini nel 1620, è avvolta dalla foschia tanto da sembrare un vascello fantasma. Apprezziamo comunque le bellissime casette di legno colorate e, seguendo le indicazioni della guida, cerchiamo di Jenney Grist Mill e la casa più antica della città, la Richard Sparrow House. Il mulino ci piace tantissimo. Poi direzione Cape Cod, alla ricerca di fari. Il faro bianco e rosso di Nauset, a Lower Cape e poi il faro di Cape Cod. Arriviamo, trovando un po’ di traffico a Provincetown, la cittadina più pittoresca dell’area. E’ molto vivace e colorata ma è affollatissima di turisti. Insomma: troppo turistica. E’ famosa per essere una località prediletta dai Gay ed infatti ne incontriamo diversi che passeggiano tenendosi per mano.
Tappa obbligatoria al negozio Harley di Hyannis e poi verso il nostro hotel a West Dennis:
Travelodge Cape Cod Area. Si tratta di un motel medio, collocato in posiziona panoramica di fronte ad un lago e vicino ad un ponte scenografico che lo separa dalla cittadina di Yarmouth. Per cena, superiamo il ponte e ci dirigiamo a Yarmouth, alla Lobster house (casa dell’astice). Qui assaggiamo per la prima volta il Lobster roll (panino con polpa di astice) e degli ottimi calamari fritti. 9 AGOSTO: MYSTIC La colazione compresa nel prezzo del motel Travelodge è indecente. Così andiamo nella famosa catena Dunkin Donuts. Si tratta di una storica catena che offre ciambelline ed altre cose dolci e salate. Ci andremo molto spesso: per colazione, a volte per pranzo, a volte per cena o dopocena ed a volte semplicemente perchè abbiamo bisogno di andare in bagno e lì ci sono sempre servizi disponibili. C’è un Dunkin Donuts in ogni zona periferica, spesso vicino a centri commerciali o benzinai. E’ un’ottima ed economica soluzione. Consigliamo di assaggiare il Boston Cream: una specie di bombolone, colmo di crema e ricoperto di cioccolato. Di buon ora, come ogni mattina, proseguiamo il nostro itinerario. Oggi lasciamo il Massachusetts per entrare nel Rhode Island. Visitiamo Newport, ricca di belle case signorili. Decidiamo di visitare la più grande e la più bella: The Breakers. Questa enorme villa era la dimora estiva di un magnate delle ferrovie, riccamente arredata con mobili in stile. Molto bello anche il parco, con accesso diretto al mare ed al Cliff Walk (sentiero di 5 km. sulle scogliere). Pranziamo con un panino in un Self Service di Newport e poi visitiamo il piccolo villaggio di Wickford, famoso per avere un rilevante numero di edifici costruiti prima del 1804. La particolarità è che sulla facciata di ogni casa, tutte con patriottica bandiere, è scritto l’anno di costruzione della casa.
Dopo Wickford tappa alla concessionaria Harley Davidson di Essex. Qui abbiamo qualche problema con una carta di credito in quanto si richiede al negoziante di chiamare Visa per accertarsi dell’identità dell’utilizzatore. Ci è già successo la scorsa volta negli Stati Uniti. Dicono che si tratta di una misura per la nostra sicurezza ma per noi si rivela solo un’enorme seccatura. Dopo circa 30 minuti di telefonata tra il negoziante e la Banca, la questione si risolve e la carta viene sbloccata. Che palle!!!! Ricordatevi di portare sempre con voi il numero di assistenza clienti della Vs. carta di credito, per risolvere eventuali beghe tipo questa! Andiamo poi verso il nostro hotel in Mystic, nel Connecticut: Days Inn Mystic. Purtroppo, nel tardo pomeriggio inizia a piovere forte e così non possiamo utilizzare la piscina. Verso le 18 usciamo per visitare la cittadina di Mystic. Purtroppo scopriamo che qui, chiude tutto presto. Il Seaport (porto turistico) è già chiuso, così non ci resta che visitare il grande negozio tutto pieno di oggetti in stile marinaresco. Andiamo poi verso il centro della cittadina con il famoso ponte levatoio. Siamo così fortunati da vederlo mentre si apre e si chiude.
Per la cena non ci sono dubbi: Mystic Pizza, dove è stato girato il film Mystic Pizza con una giovanissima Julia Roberts. Ovviamente tutto il locale parla del film stesso; anzi… una Tv proietta di continuo il film e le foto tratte dal film sono appese alle pareti. La pizza è buona, in quanto a me piace molto la pizza piuttosto alta. La cameriera esagera molto nel chiederci la mancia (Tip) che, in questa zona degli Stati Uniti è un tormentone continuo. Tutti chiedono mance. Alcuni la aggiungono persino automaticamente al conto. Insomma… la cameriera di Mystic Pizza, vorrebbe addirittura ben $ 15,00 di mancia su un conto di nemmeno $ 40,00. Trattiamo e scendiamo a $ 10,00, ma per noi italiani è comunque troppo e duro da digerire. Per noi Italiani, quest’anno negli Stati Uniti ci va di lusso: il dollaro è molto basso rispetto all’euro e tutto ci sembra a buon mercato; ma la mancia proprio NO, non la capiamo proprio.
10 AGOSTO: WILLIAMSTOWN La mattina inizia con qualche complicazione perchè il telefono della nostra camera non funziona. Noi, come ogni mattina, abbiamo assolutamente bisogno del telefono fisso di un hotel per poter chiamare in Italia con la nostra carta prepagata New Columbus della Tim. Con questa carta le telefonate in Italia sono assolutamente conveniente (meno di euro a telefonata) ma è indispensabile utilizzarla da un telefono fisso (col cellulare non conviene assolutamente in quanto l’operatore aggiunge dei costi). Così chiediamo il permesso di poter telefonare da una camera vuota e l’otteniamo. Questo Motel Days Inn, perde così punti. Peccato però perchè la colazione è veramente buona. C’è persino la macchina dei waffel per prepararsi dei waffel da soli con la pastella; divertente: il nostro waffel è perfetto! A questo proposito voglio dire che, tra tutte le catene di motel visitate negli Stati Uniti, in questo e nello scorso viaggio, la catena Days Inn è decisamente la migliore. E’ anche quella che offre sempre le colazioni migliori. Ha sempre piscina, spesso idromassaggio e sempre camere e letti grandi. Provare per credere. Prima tappa della giornata è Essex: una minuscola località sul Connecticut river con grazioso porticciolo.
Decidiamo poi di andare ad Hartford per visitare la casa di Mark Twain. Dobbiamo supplicare la guida di inserirci nel primo gruppo di visita. Riusciamo a convincerla e la visita si rivela molto interessante anche se la guida si dilunga troppo. La casa di Mark Twain è un’amena costruzione in legno con 19 stanze tutte arredate. Qui Mark Twain scrisse 6 tra i suoi romanzi più famosi. Facciamo poi un breve passaggio a Lenox, dove visitiamo la bella Biblioteca in una dimora storica. Mi colpisce l’aspetto familiare della stessa, con caminetto, salottini, poltrone e piacevole soppalco.
Andiamo poi a Williamstown dove pernotteremo. Williamstown è una bella cittadina universitaria, molto ordinata. Questi College americani sono un vero incanto. Tuttavia, a parte questo ed a parte le bellissime case collocate nel verde, non c’è nulla da visitare. Andiamo pertanto al nostro Williamstown Motel, un caratteristico motel gestito da indiani. L’arredamento è particolare. Non è come il classico motel. Tuttavia notiamo da subito che la luce principale non funziona e così dobbiamo subito richiedere un intervento di manutenzione che, fortunatamente è piuttosto tempestivo. Per cena, ceniamo in un Diner in stile anni ’50 vicino al Motel. I Diners rappresentano la soluzione ideale per i nostri pasti negli Stati Uniti. Innanzitutto rappresentano uno spaccato di America, un vero pezzo di storia. Inoltre hanno menu molto vari, pieni di cose buone a prezzi medio-bassi.
11 AGOSTO: MIDDLEBURY
Non ci proviamo nemmeno ad andare a far colazione del motel degli indiani ed andiamo diretti nel Diner della sera precedente. Io prendo dei pancakes alle mele mentre Max una colazione salata con uova, bacon ecc. Appena lasciato Williamstown si entra nel Vermont. Il Vermont è bellissimo: montagne (anche se non molto alte) e boschi e verde a perdita d’occhio. Si può immaginare qui, come sarà l’autunno, con tutto il paesaggio dipinto di giallo/arancione e rosso per il fogliage. Noi però, in questa stagione, vediamo tantissime sfumature di verde. Il Vermont è anche la terra dei favolosi ponti coperti. Avete presente il film/libro “I ponti di Madison County”? Ebbene in questa zona del New England ci sono tantissimi ponti. Basta trovarli. E questa è proprio la nostra impresa per oggi. Scopriamo che quando li cerchiamo, non li troviamo e poi ci capitano per caso davanti ai nostri occhi (i ponti non sono segnalati con indicazioni stradali). A Bennington ci sono ben 3 ponti coperti. Noi ne troviamo 2 ma in compenso troviamo un grande parcheggio di tipici scuolabus gialli, molto pittoreschi. I ponti coperti venivano qui costruiti nell’800 per proteggersi dagli aspri inverni del Vermont e venivano anche chiamati “ponti dei baci” (il perchè potete immaginarlo). Comunque entro fine giornata, riusciremo a trovare ben 7 ponti coperti.
In tutto il territorio del Vermont e zone limitrofe il mio telefonino non prende: forse perchè è vecchio (pur essendo tri-band) oppure è vecchia la Sim. Comunque solo ed esclusivamente nel Vermont, non prende assolutamente. Si riattiverà appena usciamo dai confini dello Stato. Proseguiamo percorrendo una lunga strada tra le montagne del Vermont. Dopo miglia di luoghi deserti arriviamo nel piccolissimo centro di Grafton. Qui non c’è quasi nulla: solo un unico negozio che vende di tutto che assomiglia all’emporio degli Olleson (Quella casa nella prateria). Qui compro i Mashmallow bianchi da abbrustolire sul fuoco (per mia figlia) e lo spray antiaderente per non far attaccare le crepes alla pentola (per mia madre). Facciamo poi tappa a Woodstock (che non c’entra niente con la città del famoso evento musicale), una cittadina di case georgiane in mattoni e legno. Qui troviamo anche un’orchestra Blues che suona nel parco e che crea atmosfera. Pranziamo in un grazioso Diner e come dolce prendiamo Apple pie à la mode (torta di mele con gelato alla vaniglia e panna). E’ fenomenale. Ci avviamo quindi verso Middlebury dove pernotteremo. Middlebury è una cittadina veramente graziosa. Ha persino delle cascate in centro e dei ponticelli. Ci sono anche diversi negozi, soprattutto per comprare il famoso sciroppo d’acero del Vermont (Maple) che qui spadroneggia. Io acquisterò dei mignon di sciroppo d’acero da portare in Italia alle amiche.
E poi il nostro Hotel, The Middlebury Inn, è bellissimo. Il più bello del nostro viaggio. E’ segnalato inoltre dalla nostra guida come luogo da visitare mentre invece noi, addirittura, ci pernotteremo. Si tratta di un classico hotel in Stile georgiano in mattoni rossi, che risale al 1800, con arredamenti dell’epoca. Ceniamo semplicemente con un paninone di Subway e poi ci godiamo il nostro hotel sorseggiando un caffè all’americana in un grazioso salottino.
12 AGOSTO: MEREDITH Facciamo colazione nella bellissima sala dell’hotel, scegliendo accuratamente il tavolo in posizione migliore. Poi ci dirigiamo verso la bella regione dei laghi del New Hampshire. Innanzitutto troviamo per caso la concessionaria Harley di Laconia, la migliore tra tutte quelle visitate. Qui Max scopre che è possibile noleggiare un Harley anche per un solo giorno per poco più di 100 dollari. Certo che visitare questi luoghi fantastici in modo sarebbe magnifico. Mangiandosi le mani dice che la prossima volta non si lascerà sfuggire un’occasione simile e già programma un secondo viaggio in New England per noleggiare la moto.
Poi raggiungiamo la vicina Meredith, elegante e vivace cittadina con un lago di un colore blu intenso. Facciamo sosta per pranzo nella colorata Wolfeboro, una tra le più antiche stazioni balneari del paese, affacciata, come Meredith dul Winnipesaukee Lake. Pranziamo, come di consueto in un grazioso Diner sulla strada principale. Dopo ci spostiamo di poche miglia e andiamo verso lo Squam, Lake; un lago un po’ più piccolo famoso perchè qui è stato girato il film “Sul lago dorato”. Visitiamo il villaggio di Holderness, affacciato sul lago stesso però anche qui non c’è molto: visitiamo solo la biblioteca (eletta biblioteca dell’anno della regione) e l’unico emporio.
Andiamo poi verso il nostro Motel, Days Inn Campton, gestito questa volta da Tibetani (negli Stati Uniti tutti i motel sono gestiti esclusivamente da etnie varie). Proprio davanti al motel si trova un lunghissimo ponte coperto ed ovviamente le foto si sprecano.
Il motel, anche se piuttosto vecchiotto come struttura, dispone di piscina coperta ed idromassaggio. Facciamo il bagno prima di cena e poi ceniamo in un Mac Donald nel paese vicino.
13 AGOSTO: BRUNSWICK La colazione nel motel Days Inn di Compton non è male. Poi, partiamo subito direzione Portland. E’ sabato mattina e ci accorgiamo di uno strano fenomeno tutto Americano. Cominciamo a notare, all’esterno di numerose abitazioni private, l’allestimento di veri e propri mercatini, accompagnati dalla scritta Yard Sale. Comprendiamo quindi che, nella giornata di sabato, molti americani usano mettere tutte le loro cianfrusaglie in vendita e, la cosa incredibile è che ci sono anche numerosi acquirenti. Siamo talmente incuriositi che parcheggiamo e visitiamo una di queste Yard sale: bè… c’è veramente di tutto ed i prezzi sono ai minimi termini. Possiamo quindi capire che, molti rigattieri della zona, si recano per fare affari a queste yard sales, considerato anche l’alto numero di negozi di antichità che vediamo in giro. Arriviamo a Portland ma ci restiamo pochissimo perchè non ci piace. E’ una città portuale piuttosto grande e ci sembra un po’ triste. Andiamo a vedere il faro di Portland (che, volendo, come tutti i fari si può visitare internamente) e poi i allontaniamo velocemente per andare a Bootbay Harbour.
Qui la musica cambia; qui ci piace; questo è il Maine che volevamo vedere e, secondo noi, il Maine è in assoluto il più bel stato del New England. Boothbay Harbor brulica di turisti e ne possiamo comprendere il motivo considerato che è molto carina. Pranziamo qui con l’ennesimo Lobster roll e con una fantista torta di carote (Carrot cake) dalle dimensioni gigantesche. La fetta, che ci dividiamo in 2, avrà un’altezza minima di 12/15 cm. Dopo pranzo facciamo una rapida sosta alla vicina Wiscassett con ponte panoramico con chioschi che vendono il famoso Lobster roll e gente che mangia ai tavolini all’aperto, sul molo. Bello. 2 foto, un giro in bagno in un bar e poi verso il motel Knights Inn Brunswick.
Il motel ha un aspetto carino, tutto bianco e azzurro con una piccola piscina (che utilizziamo in pace da soli). Tuttavia la camera puzza di non so che. Forse la puzza proviene dall’orribile moquette. Boh… fatto sta che puzza ed apriamo tutte le finestre. Lo facciamo notare anche scrivendolo sulla busta vuota, che troviamo in camera, in cui ci viene richiesta la mancia. Scriviamo: “The room has a bad smell” ed ovviamente niente mancia. Brunswick non è per niente interessante ma non importa. Ci serve solo per pernottare. Notiamo già un grazioso Diner rosso per cena che afferma di fare i migliori Lobster Rolls del Maine. Ed ovviamente ci andiamo. Dopocena un passaggio dal Dunkin Donuts dall’altra parte della strada.
14 AGOSTO: HAMPTON Facciamo colazione al motel di Brunswick e poi partiamo per Kennebunk Port, tranquillo porticciolo dove assistiamo al fenomeno della maree che a poco a poco entra in un’insenatura del villaggio.
Poi ci spostiamo a Kennebunk, decisamente meno interessante del precedente. Qui, le uniche 2 cose interessanti sono: la biblioteca in stile Georgiano e la Wedding Cake. Spendo 2 parole per spiegarvi cos’è la Wedding Cake, perchè merita. Si tratta di una casa a forma di torta nuziale fatta costruire da un armatore per la propria moglie per ricompensarla dei mancati festeggiamenti nuziali. Sulla stessa via della Wedding Cake, ci sono comunque molte altre interessanti case che meritano attenzione. Andiamo poi ad Ogunquit, nome che significa “splendido posto sul mare” in lingua indiana. Tuttavia la parte più splendida non è Ogunquit centro, troppo affollato e trafficato (anche perchè è domenica) bensì Perkins Cove. E’ uno splendido, vivace, colorato piccolo porto con la particolarità di possedere l’unico ponte levatoio pedonale degli Stati Uniti. Abbiamo persino la fortuna di trovarci al centro del ponte, proprio mentre stava per aprirsi per far passare un’imbarcazione (avviso lanciato con una semplice donna che urla). A quel punto non sapevamo se correre a destra o alla sinistra del ponte ma approfittiamo comunque per fotografare l’apertura. A Perkins Cove, oltre a parecchi piccoli negozio, ristoranti di pesce e graziose case colorate, c’è anche un piccolissimo faro raggiungibile con una bella passeggiata panoramica sulla scogliera. Insomma, qui non manca proprio niente. Ci rechiamo inoltre a Ogunquit Beach, dove c’è tantissima gente in spiaggia (anche se il tempo è nuvoloso). Non ci fermiamo molto, giusto il tempo di approfittare dei bagni pubblici. La nostra guida ci segnala un bel faro a York Beach. Ed è veramente un bel faro; forse il più bello tra tutti quelli visitati.
Il programma della giornata è quasi terminato e ci avviamo verso Hampton, dove pernotteremo. Raggiungiamo Hampton con molta difficoltà a causa dell’elevato traffico domenicale su questa orribile strada piena di Outlet (noi odiamo gli Outlet!!!). Sembra che anche gli americani siano impazziti per queste bruttissime strutture. Blèèè Prima di arrivare in hotel, però, sosta all’ultima concessionaria Harley in programma, proprio ad Hampton. E’ la concessionaria più grande tra tutte quelle visitate. Non ci rimane molto da comprare in quanto abbiamo già fatto acquisti in tutti gli altri punti vendita Harley. Comunque Max riesce a comprare un’ultima maglietta, io un paio di occhiali da sole e degli adesivi per lo scooter di mia figlia.
Arriviamo al nostro ultimo hotel. Dico bene, non motel ma hotel vero e proprio. Ed è proprio carino. Si tratta di un albergo storico, con tutto il fascino degli edifici di qualche tempo fa’: Lamies Inn and The Old Salt Res. L’hotel ci ricompensa della bruttura della città di Hampton. Ovviamente l’abbiamo selezionata come tappa solo per la sua posizione, perchè qui non c’è assolutamente niente d’interessante. Si tratta di una località di mare per famiglie e giovani (un susseguirsi di sale giochi e localacci sul lungomare). Facciamo giusto un passaggio in macchina sul lungomare per vedere coi nostri occhi e poi cerchiamo un bel diner per la sera, in altra zona più tranquilla. Non abbiamo difficoltà a trovarlo proprio sulla stessa via del nostro hotel. Ovviamente mangiamo bene come in tutti i Diner che abbiamo visitato. Dopocena ci fermiamo al caratteristico ristorante del nostro hotel per un caffè ed un’ultima fetta di Apple Pie a la mode. Ultima perchè domani si rientra in Italia. Andiamo a dormire dove ci aspetta un bel lettone King Size (letto a 3 piazze).
15 AGOSTO: RITORNO Ultimo giorno: facciamo una bella colazione al buffet del nostro hotel. Oggi piove forte. E’ dall’inizio del nostro viaggio che non vedevamo la pioggia. Dobbiamo assolutamente rivedere il programma della giornata. Niente pittoreschi luoghi sul mare come programmato. Dobbiamo trovare soluzioni al coperto. L’idea ci viene da un depliant preso all’hotel di Boston. Andiamo a Salem, la città delle streghe a visitare la casa dei 7 tetti. La casa dei 7 tetti, House of Seven Gables, non è una casa delle streghe anche se può assomigliare. Si tratta della casa in cui lo scrittore N. Hawthorne (tanto per intenderci l’autore de “La lettera scarlatta”), talmente affascinato da questa strana casa, decise di ambientarvi il suo romanzo “La casa dei 7 tetti” (che presto leggerò). La casa è veramente particolare, con veramente 7 tetti e, per passare da un tetto all’altro si salgono delle strettissime scale a chiocchiola. La casa è tutta arredata in stile ‘800 con persino dei manichini per rendere più veritiera l’ambientazione. Voglio assolutamente comprare un modellino della casa per la mia collezione di casette da tutto il mondo, ma purtroppo quello esposto è l’unico rimasto. Vado dall’incaricato e lo supplico di vendermi l’unico esemplare esposto in vetrina e ce la faccio!
All’uscita percorriamo qualche via di Salem ma non ci piace molto. Si tratta di una città che si gioca tutto sulle streghe (museo delle streghe, monumento delle streghe e negozi che vendono oggetti di dubbio gusto legati al mondo delle streghe). Non ci piace proprio. Ci piace solo la casa dei 7 tetti. Per giunta piove a dirotto. Decidiamo così di andare in aeroporto anche se siamo un po’ in anticipo. Ma non importa: là saremo all’asciutto, possiamo mangiare, andare in bagno e visitare i negozi. Così facciamo. Prima però dobbiare trovare il luogo dove si restituiscono le auto a noleggio. Lo troviamo senza difficoltà grazie al navigatore ed alla documentazione in nostro possesso. Cerchiamo di riportare l’auto più a secco possibile, considerato che abbiamo dovuto pagare il primo pieno e poi salutiamo la nostra Nissan Altima bianca che si è comportata egregiamente (a differenza di quel cor…o del noleggio Alamo). In aeroporto facciamo tutte le operazioni senza problemi e partiamo puntualissimi. Otteniamo anche i posti lungo il corridoio, come avremmo voluto all’andata. Così viaggiamo decisamente più comodi. Arriviamo a Londra in orario, anche se dobbiamo correre in quanto lo scalo ha tempi molto brevi e le code per i controlli a Londra sono sempre lunghe. Infatti, arriviamo al punto d’imbarco per Malpensa, con gate già aperto. Saliamo e partiamo subito. Arriviamo in Malpensa addirittura in anticipo. Incredibile! Hey… se volete saperlo, il prossimo nostro viaggio negli Stati Uniti sarà in Florida. Ci metteremo subito al lavoro per organizzare tutto bene, come questa volta. DANI e MAX http://digilander.iol.it/danidisa