Nepal fai da te
Partenza 20 dicembre, ritorno 6 gennaio. Finalmente riesco a partire in un periodo lontano dall’estate!
Preparazione: solo il Volo a/r prenotato online dall’Italia con largo anticipo.
Informazioni utili: tutto su www.finisterraeviaggi.blogspot.com
Spostamenti: In Nepal spostarsi non è così semplice e immediato come in altri paesi dell’Asia.
Bisogna organizzarsi e avere il tempo necessario per valutare le opzioni migliori.
I voli interni spesso sono sconsigliati per lo stato dei mezzi, ma dipende sempre a quale compagnia ci si affida.
I bus pubblici richiedono spesso moltissime ore per le lunghe tratte, sono affollati e vecchi; molto spesso si rompono a metà viaggio… è all’ordine del giorno.
I bus turistici invece sono una buona soluzione per spendere poco, essere in buona sicurezza e stare seduti… ma i viaggi richiedono comunque diverse ore per le lunghe tratte.
Se si ha la possibilità di investire un po’ più di soldi, la soluzione migliore è muoversi con l’auto.
Pernottamenti: piena possibilità di trovare alloggio all’arrivo sul posto in qualunque luogo e per qualunque tasca.
Spesa: 18 giorni di viaggio; volo a/r dall’italia + visto + vitto, alloggio, spese trekking = 1700 € circa
Il mio arrivo a Khatmandu è segnato dalla stanchezza di una notte passata in aeroporto a Istanbul a causa delle 5 ore di ritardo del volo, trascorse cercando una sistemazione per quando sarei arrivata a destinazione.
Hotel Silver Home: un hotel a basso costo che dispone di tutti i servizi che, se sei ben predisposto all’adattamento, può essere un’ottima soluzione economica nel bel mezzo del quartiere Thamel! Io ho speso 10 $ per una camera matrimoniale, acqua calda, wifi, trasporto da all’aeroporto. NO riscaldamento.
Sul volo ho tanto sonno che 7 ore passano in un secondo e quando apro gl’occhi sono accecata dalla luce che entra dal finestrino e vengo subito accolta da uno dei motivi per cui mi sono spinta fino a qui: la spettacolare catena delle Himalaya! Il tetto del mondo. Le montagne più alte della terra! Un volo di linea a quanti piedi si trova da terra?! TANTI.. Ebbene, quelle cime sembrano alla nostra altezza! E’ una meraviglia della natura… e sapere che potrò vederle più da vicino mi mette già in fibrillazione!
Giunta in aeroporto verso l’ora di pranzo e superate le code per ottenere il visto turistico (60gg – 40$), esco… e come ogni volta che metto piede sul suolo asiatico, ecco quella sensazione di stordimento davanti a tanta gente che ti assale. Nella folla intravedo un grosso cartello arancione con scritto Silver Home e un ragazzo in comode ciabatte di plastica mi saluta con un grande sorriso e, in un’auto piena cuscini e chincaglierie, mi porta in centro città.
Traffico allucinante; inquinamento acustico alle stelle; mendicanti affollano i lati delle strade; persone ovunque; pulizia non pervenuta, ma come sempre giungere in Oriente mi pervade di un senso di tranquillità e gioia e non posso far altro che sorridere e godermi lo spettacolo!
Il quartiere di Thamel ha sostituito l’ormai leggendario quartiere dei figli dei fiori (Freak street).
Qui infatti fanno base la maggior parte dei turisti.. locali, ristoranti, hotel, guest house, negozi.. il caos è immancabile, ma almeno la sera si riesce a uscire senza grossi problemi di spostamento e in sicurezza.
Se sei diretto in montagna, è qui che potrai trovare ogni genere di accessorio per la tua spedizione e i prezzi sono davvero allettanti! Munita di mappa, grazie alla mia lonely planet, mi metto in cammino e inizio ad esplorare la città seguendo un’itinerario classico per poi perdermi, una volta presa confidenza col territorio. Le persone mi guardano incuriosite. Non è da tutti i giorni vedere una ragazza sola, nonostante i tanti turisti, ma non sono affatto ostili e proseguono lungo la loro strada in direzione del lavoro o della scuola. Una scena simpatica apre un piccolo teatrino in mezzo ad alcuni vecchi edifici e i cavi penzolanti della corrente elettrica. Una simpatica famiglia di scimmie sembra aver smarrito la strada e cerca una via di fuga saltando da un terrazzo all’altro nello stupore della gente.
La mia passeggiata prosegue verso il centro storico e d’improvviso faccio un salto nel passato entrando nella fantastica piazza di Durbar Square e i suoi templi, dove il tempo sembra fermarsi, a differenza invece del passare veloce della gente nel dedalo delle vie centrali. E’ l’ora di abbandonare la mia guida e perdermi facendomi ingoiare dalla vita di questa nuovo mondo da esplorare. Katmandu è così grande che le cose da vedere sono infinite!
Assolutamente da non perdere:
– Boudhanath Stupa. Centro buddista con lo stupa più grande del mondo. Un luogo di assoluta pace e armonia.
– Il tempio di Swayambhunath, conosciuto come tempio delle scimmie, che domina la città.
Per la mia prossima settimana decido di cambiare base per la visita della valle di Katmandu (restare in città è troppo caotico) e trovo su un forum il contatto di un hotel a Bhaktapur, gestito da nepalesi e un italiano, Francesco. Decido di contattarlo e prenoto la mia camera non sapendo che questo posto mi resterà nel cuore. Planet Hotel: situato alle porte della città medievale di Bhaktapur, non ha niente a che vedere con un normale hotel. E’ molto di più… è una seconda casa; una seconda famiglia che ti accoglie con calore e ti accompagna alla scoperta di questo paese, con la compagnia del personale locale, l’accoglienza e il cibo ottimo. Adatto a qualsiasi tipo di viaggiatore, non resterete affatto delusi.
Bhaktapur è la mia prima fermata. Una città medievale, semplicemente bellissima.
L’hotel è fuori dalle mura e quindi ho la possibilità di farmi una breve passeggiata in una strada secondaria fra i campi e la gente che lavora.
Per entrare all’interno delle mura (la parte vecchia della città) si paga un ticket di circa 10 €. Può sembrarvi tanto, ma questi soldi servono al mantenimento degli edifici storici e la pulizia, quindi si tratta di un giusto contributo.Anche questo centro è un dedalo di strade in cui perdere l’orientamento. Ed è proprio quello che succede se non si ha alla mano una cartina.. ma come in italia tutte le strade portano a Roma, qui tutte le strade sfociano in grandi piazze dove svettano templi di una bellezza unica. Inutile stare a spiegare dettagliatamente cosa vedere e cosa no. Tutto è da vedere.
Se passi di qui, prenditi 3 ore buone per girare questa città e, se vuoi un consiglio…
Esci dalle mura e perditi oltre i percorsi turistici. Ce n’è uno molto interessante anche sulla guida Lonely Planet.
Credevo che viaggiare sola sarebbe stato difficile o che mi sarei potuta annoiare avendo momenti morti, ma non è affatto così.
Le persone che si incontrano in giro sono curiose, socievoli e assolutamente cordiali.
Scambiarci qualche parola si rivela sempre molto interessante e fondamentale per capire qualcosa di più su chi è così diverso e lontano dalla nostra cultura e le nostre abitudini. Alla fine della giornata non mi resta mai tempo sufficiente per terminare il tour che avevo studiato;
Tempo prezioso investito in una chiacchiera, un racconto, un sorriso e tante nuove amicizie… non avrei potuto spenderlo meglio!
Facendo base all’hotel Planet, ho a disposizione un’auto con autista (parlante inglese), con cui posso andare dove voglio e quando voglio.
Il mio primo obiettivo sono sempre le foto e quindi una mattina decido di raggiungere di buon’ora un punto ideale per la vista dell’alba con panorama sulla catena Himalayana.
Punto la sveglia alle 4 e alle 5 la mia auto s’inerpica per strade ripidissime nel crepuscolo di un cielo che si fa sempre più chiaro. E’ sereno e fa molto freddo!
Per strada resto stupita nell’incontrare decine di ragazzi e bambini (anche piccolissimi) che da soli camminano per raggiungere le rispettive scuole, che ovviamente si trovano in città.
Nella nostra bella Italia una mamma non lascia il proprio piccolo nemmeno fare 100 metri di strada da solo… e questi diavoletti camminano nel buio di strade sperdute per ore per andare a scuola! Verso le 5.30 giungo alla meta. Il vento gelido rende quasi impossibile tirare fuori dallo zaino la macchina fotografica, ma finalmente le prime luci lasciano spazio allo sguardo sulla valle ed ecco che intravedo le cime bianche delle montagne , che illuminate dal sole che sorge, si dipingono di rosa. Avrò la fortuna di godermi questo immenso e unico spettacolo per diversi giorni ancora, ma vederlo per la prima volta è davvero emozionante. Torno al Planet per fare colazione e aspettare che il sole scaldi la giornata .. quindi sono nuovamente in giro, stavolta in maniche corte, in direzione di un tempio sulle colline che dominano Bhaktapur e da cui decido di tornare a piedi.
La passeggiata di circa 1h e mezza che mi sono fatta mi ha permesso di attraversare la periferia, fatta nient’altro che di campi e qualche piccola abitazione sparsa qua e la’ .
E’ buffo.. ogni anziana signora che ho incontrato col suo carico immenso sulla schiena, si è preoccupata solo di salutarmi con un gran sorriso e, in un inglese poco allenato, farmi qualche domanda: da dove venivo, perchè ero li, perchè da sola;
E’ bello parlare con queste persone, non mi stancherò mai di riperterlo! La mia visita alla valle prosegue nei giorni successivi con le mete d’obbligo e non poteva mancare per me un volo vicino all’Everest. Certo fare un trekking per raggiungere il campo base, sarebbe stata un’esperienza completamente diversa, ma adesso è pieno inverno e nella speranza di poter tornare nella stagione giusta, mi accontento di una panoramica dall’alto. Prenoto il volo tramite il Planet e purtroppo questa gita non è affatto economica. Se non si muore dalla smania di vedere da vicino il monte più alto del mondo, direi che si può tranquillamente evitare. I voli inoltre non sono nemmeno i più sicuri del mondo.. nonostante siano tanti anni che non succedono più incidenti 😀
Se il tempo è bello il panorama comunque merita! Il tempo passa e durante il soggiorno al Planet conosco quelli che saranno i miei prossimi compagni di trekking: Mario, Giusi, Teresa e Maurizio; Italiani con cui decido di aggregarmi per lo spostamento verso Pohkara, da dove partiremo per raggiungere Poon Hill (4 giorni di cammino). Il viaggio lo facciamo in macchina, ma è comodo e molto più economico, anche lo spostamento in bus (che io utilizzerò al ritorno)!
Pohkara è la seconda città del Nepal per abitanti, tappa di partenza soprattutto per i circuiti dell’Annapurna. Capitiamo qui nella settimana della festa del cibo di strada e fino alle 23.00 le strade del centro e i locali sono animati , di turisti e non. Un’ottima opportunità per qualche scambio d’informazioni con nuovi viaggiatori.
Organizzare un trekking non è difficile. Ci si può affidare ad una delle tantissime agenzie locali che ti affideranno ad una guida e un portatore, se ne hai bisogno.
Ci sono tanti percorsi per ogni genere di camminatore ed avventura. Ovviamente ci si può avventurare anche da soli, basta procurarsi ogni dovuta informazione sul percorso da effettuare, poichè i sentieri non sono segnalati. L’unica cosa davvero indispensabile è il pass.. che si può richiedere nelle agenzie oppure ai punti “di dogana” prima dell’inizio dei trekking, ma opportuno informarsi prima. Le regole cambiano spesso in merito.
Ottenuto il nostro pass, iniziamo la nostra esperienza e, per me che sono allenata, il primo giorno si presenta facile. Si percorrono sentieri che sono tutt’oggi le uniche “strade” di collegamento fra alcuni dei villaggi in cui sosteremo e che non permettono la circolazione di veicolo. Sono sentieri impervi e spesso composti di scale in pietra. Incontrare i popoli che abitano queste montagne e seguono una vita ancora genuina e faticosa, fa riflettere molto e di tempo per riflettere, sul mondo e su noi stessi, in questo lungo cammino cen’è davvero tanto. Ognuno di noi prosegue in silenzio nel suo passo, ammirando la magnificenza delle cime Himalayane che svettano nel cielo.
Ogni tappa termina con l’arrivo in una guest house, nei villaggi che ormai ospitano i tanti turisti che giungono sin qui soltanto per il trekking.
Gli alloggi sono molto spartani e senza riscaldamento. In alcuni troveremo i bagni e le docce in camera, in altri invece no. L’acqua calda non sempre è presente, ma non manca mai una grande sala dove si mangia, si riposa e ci si riscalda tutti insieme intorno a una grande stufa.
Qui, con le ultime forze dopo 3 giorni di cammino, raggiungiamo il punto panoramico sui grandi 8000 m per goderci un tramonto davvero unico! E’ così che conoscerò altri viaggiatori soli come me, che poi ritroverò spesso lungo il cammino e con i quali ci aggregheremo fino a raggiungere la meta: Poon Hill, giusto per l’ultimo giorno dell’anno.
E mentre il sole cala, noi ci prepariamo a festeggiare insieme l’arrivo del 2014. Qualche italiano, un americano, un giapponese e diversi nepalesi.. fuori davanti a un fuoco, in una notte fredda, cantando e suonando canzoni tradizionali locali; in questa magnifica esperienza e sotto la protezione delle stupende cime delle Himalaya e un cielo dalle stelle infinite.
L’alba del nuovo anno ci porta anche nell’ultimo giorno del nostro trekking. In 5 ore torniamo al punto di partenza da li rientriamo in jeep a Pohkara. Ognuno di noi qui prenderà strade diverse, per ritrovarmi solo con Giusi e Mario sul volo di rientro in Italia. Mi restano 3 giorni di questo incredibile viaggio. Decido di tornare al Planet e il mio rientro a Khatmandu stavolta avviene in autobus. Un viaggio lungo.. quasi 7 ore.. ma economico! Termino la visita alla grande valle con la città medievale di Patan, alle porte della capitale e poi rientro in città per l’ultima notte nuovamente al Silver Home, il ritrovo per l’ultima cena con gli amici viaggiatori incontrati per strada e il rientro in Italia.
Un viaggio che mi ha lasciato nel cuore qualcosa più d’ogni altra avventura vissuta fin’ora.
Ed è sicuramente vero che l’oriente ha la capacità di far incontrare la propria mente con la propria anima, cullando e addolcendo questo cammino spesso difficile.
Troppo spesso le emozioni non si possono racchiudere in delle parole e spero che le immagini legate a questo viaggio possano dire tutto quello di cui no ho parlato.