Nella terra dell’acqua e del fuoco

Tour dell'Islanda in fuoristrada, percorrendo più di 3000 chilometri su strade e piste, in cerca di foche, balene, puffin e siti naturali maestosi, immersi nella cultura e le saghe degli antichi vichinghi
Scritto da: borzolino48
nella terra dell'acqua e del fuoco
Partenza il: 01/07/2011
Ritorno il: 11/07/2011
Viaggiatori: 5
Spesa: 3000 €
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Islanda, un luogo magico, un’isola da favola, meta irrinunciabile per gli amanti della natura selvaggia, qui espressa nelle sue forme più eclatanti e scenografiche.

Questa particolarissima isola, può tranquillamente essere identificata con i tre elementi presenti in natura: Terra, Fuoco, Acqua.

La Terra, che si offre agli occhi del viandante, nelle sterminate lande verdi, ove pascolano allo stato brado greggi infiniti di pecore, e mandrie di stupendi cavalli.

Il Fuoco, lì degnamente rappresentato da vulcani mai dormienti, solfatare immense, e getti di vapore sempre attivi. Peraltro ricca fonte di energia geotermica dell’isola.

L’Acqua, che qui abbonda nelle maestose cascate che si fanno precedere dal loro cupo rumore, e dalle polle termali ove immergersi per un agognato e fantastico ristoro del corpo e della mente.

L’isola risulta essere poi uno di quei paesi; specie nella parte dell’estremo nord prossima al circolo polare artico; che si identificano o solo col giorno, o solo con la notte.

Nel nostro tour, abbiamo avuto l’opportunità di vivere la surreale atmosfera che sa creare il sole di mezzanotte. Un qualche cosa di magico ed indimenticabile, uno stato d’animo che ti prende nel profondo e ti fa gioire alla vista di questa stupenda manifestazione che la natura ti offre .

Un’altra unicità dell’isola che qui in anteprima mi piace ricordare, è quella per cui il suo suolo è attraversato in superficie dalla dorsale oceanica euro-americana. Ricordo ancora con vivo piacere la esilarante situazione che si venne a creare, quando la mia famiglia si divise sulle due sponde della dorsale, identificandosi chi in cittadino europeo chi in americano autentico. Finalmente dopo una lunga ed attenta pianificazione del viaggio a tavolino, arriviamo sul suolo Islandese.

Atterrati all’aereo porto di Keflavik, ci dirigiamo in taxi al primo pernottamento sull’isola.

Sono circa le 3 di notte, ma invece del buio ci accoglie una strana atmosfera surreale. Siamo avvolti da una luce soffusa, che non sapresti dire se dovuta al sole appena tramontato o al nuovo giorno che sta per nascere. Cosi siamo repentinamente calati nell’atmosfera estiva dell’isola , che ci accompagnerà per tutto il tour.

Il tempo è poco, la voglia di vedere tanta, per cui poche ore di sonno e siamo già all’autonoleggio per ritirare il nostro 4Wd. Da qui possiamo ben dire “comincia L’avventura”

Il Sud dell’isola

Ci dirigiamo senza indugio; guidati dal fido Garmin; verso il parco nazionale di Thingvellir, stupenda oasi verde, ed uno dei pochi luoghi del pianeta, ove è possibile vedere in superficie la dorsale oceanica che divide la placca Europea da quella Americana. Ci divertiamo a camminare all’interno di questo vallo, circondati da una moltitudine di fiori colorati, ed un profumo di lavanda molto accattivante.

Risaliti in auto ci dirigiamo verso la cascata di Gulfos, letteralmente “cascata d’oro”, dove ci accoglie un trionfo di acqua , ed un meraviglioso arcobaleno determinato dal sole che attraversa la nebulizzazione dell’acqua.

Lasciata la cascata, arriviamo in breve nella zona di Geysir, dove restiamo affascinati dallo sbuffo altissimo di questo soffione che si innalza ad ogni evento per circa 60 Mt. Esso risulta essere il getto più alto dell’isola.

Nel pomeriggio giungiamo al villaggio di Skogar, dove pernotteremo. Questo villaggio posto alle pendici del vulcano Eyafjallajokull, ( devastante eruzione nel 2010) è formato da casette tipiche islandesi, fatte di torba, con i tetti ricoperti di un’erba verde smeraldo. E’ qui presente un museo che raccoglie utensili vari della vita rurale e marinara ,dell’isola ed una bellissima nave vichinga ancora perfettamente intatta. Nei pressi si può ammirare la cascata di Skogarfoss, esempio lampante di cascata dalla forma perfetta. Dopo un’ottima cena in cui gustiamo per la prima volta la carne di balena, ci accingiamo al giusto riposo, entusiasti delle cose vista nella giornata, ed impazienti per quelle che andremo a vedere il giorno successivo.

I fiordi orientali

La mattina si presenta piovosa e fredda, con vento forte , ma si parte alla volta di Dyrolaey, dove possiamo osservare delle formazioni laviche stupende, dentro e fuori un mare in tempesta. Qui abbiamo modo di vedere una colonia di simpaticissime pulcinelle di mare “Puffin” che per la verità stanno appollaiate come noi sottovento.

Proseguiamo per il villaggio di pescatori di Vik posto su di una stupenda ed immensa spiaggia nera, formata da cenere vulcanica, sulla quale possiamo passeggiare evocando gli scenari che un tempo devono averla generata.

Ripartiamo verso il parco nazionale di Skaftafell, che racchiude anche il ghiacciaio più vasto d’Europa, il Vatnajokull. Abbiamo modo di effettuare una escursione con ramponi sul ghiacciaio, che si presenta non di colore candido come ci si potrebbe aspettare, bensì nero, perché ricoperto dalle ceneri di recenti eruzioni.. Al rientro alla casa del parco, si parte per una passeggiata verso al cascata che da il nome alla zona. Uno stupendo getto d’acqua che esce da una corona di formazioni basaltiche ottagonali. Dopo le immancabili foto per immortalare questa meraviglia della natura, ci mettiamo in viaggio verso Hofn dove effettueremo il terzo pernottamento.

La mattina siamo alla laguna glaciale di Jokulsarlon, dove per mezzo di una barca anfibia navighiamo in mezzo ad iceberg di varie forme, che lasciano trasparire al loro interno un ghiaccio, di un azzurro impensabile,che contrasta apertamente con il loro dorso grigio fuliggine.

Ci rimettiamo in viaggio e percorriamo la statale 1 (l’unica strada di grande comunicazione asfaltata) verso i fiordi orientali, ricchi di scogliere frastagliate e picchi a strapiombo sul mare.

Nel pomeriggio inoltrato giungiamo a Eskifjordur, villaggio fiabesco abitato da pescatori ove prendiamo possesso del nostro cottage, posto su di una lingua di terra in mezzo ad una baia meravigliosa.

A cena ci viene consigliato un locale tipico che funge anche da museo della vita marinara,locale gestito da pescatori, posto incantevole, dove gustiamo il pescecane e la carne di balena, innaffiata da un liquore locale fortissimo, che ci permetterà di dormire profondamente.

Il nord dell’isola ed il lago Myvatn

La mattina si parte vero nord per affrontare la giornata più intensa dal punto di vista emotivo del tour. Inizialmente arriviamo via asfalto nei pressi della diga di Kharanjukar, la più grossa d’Europa, terminata la visita ci addentriamo su di una carrareccia che ci proietterà nel nulla più assoluto per circa 3 ore di viaggio. In compenso possiamo ad un certo punto godere in esclusiva di una polla di acqua calda e solforosa che stempera un po la tensione creata dalla pista per nulla semplice, e che ci costringe ad innumerevoli guadi piuttosto avventurosi. Ultimata la traversata del territorio interno, ci ricongiungiamo con la statale 1, e ci dirigiamo comodamente verso la Cascata di Dettifoss.

Arrivati al cospetto di questa magnificenza della natura, rimaniamo affascinati da tanta potenza e maestosità, siamo in fatti di fronte alla cascata più grossa d’Europa per portata d’acqua. La sua voce è talmente potente che a fatica riusciamo a comunicare tra di noi.

Lasciata la cascata facciamo rotta verso la zona geotermica di Krafla, a nord del lago Myvatn.

Ci troviamo improvvisamente in un paesaggio lunare, costellato da caldere piene di un’acqua azzurro intenso;in cui si rispecchia un cielo finalmente anch’esso azzurro.; e da solfatare. fumanti. Possiamo anche osservare un immenso impianto geotermico, fonte di ricchezza per l’isola.

Continuando la visita del sito, abbiamo modo di passeggiare tra una distesa di crateri vulcanici, ormai sopiti, dove nascono impensabilmente, cuscini meravigliosi di una lavanda coloratissima. Ma anche nuvole immense di moscerini che ci assalgono come un esercito di vichinghi, mettendoci presto in fuga.

Proseguiamo le scoperte giungendo al lago Myvatn, costellato da innumerevoli isolotti; ovviamente coni vulcanici; per poi percorrere un sentiero che ci porterà su per le pendici del vulcano Hverfjall dal cono avente un diametro immenso, ai bordi del quale sostiamo per riprendere fiato e per ammirarne la maestosità. Concludiamo la giornata arrivando ad Akurejri, seconda città dell’isola, ove sosteremo per due notti.

La giornata successiva sarà di assoluto riposo, infatti dopo lauta colazione con dolcetti tipici islandesi, ci rechiamo a Dimmuborgig, dove esiste un meraviglioso parco di formazioni laviche veramente notevole, composto da innumerevoli archi e caverne visitabili autonomamente.

Decidiamo poi di trascorrere la giornata in relax, a Jarobodin stupenda area termale, dove ci immergiamo in una laguna , con acqua meravigliosamente calda circa 38 ° , che a fatica lasciamo per poi passare a saune e fanghi. Questo stupendo luogo è servito a ritemprarci e ridarci la carica per il prosieguo del viaggio.

I fiordi nordoccidentali ed il sole di mezzanotte

La mattina di buonora ci mettiamo in viaggio verso la “mano”, dovremo percorrere un lungo tragitto perché la strada segue l’andamento dei fiordi, sulla linea litoranea; in compenso possiamo ammirare molte cose interessanti, iniziando dalla cittadina di Blondos dove esiste il museo dell’orso polare, arrivato qui su di un iceberg.

Di seguito ammiriamo la Thingeyrar Kirke, piccola ma stupenda chiesetta in pietra nera , con cimitero annesso, ove sulle lapidi scopriamo che tutti i nomi maschili finiscono con sonn. E quelli femminili con dottir, che significa figlio o figlia di… che risulta essere il cognome della persona.

Lungo la costa sostiamo poi per ammirare la roccia in mezzo al mare a forma di dinosauro detta, Hvitserkur. Dove stanno appollaiati stormi di uccelli marini.

Prendiamo poi una pista che ci porterà in breve ad un sito, ove alberga una colonia di foche, Li ci divertiamo ad osservare e fotografare le loro evoluzioni, senza trascurare la natura che ci circonda, la quale risulta essere un trionfo di colori, dettati dal verde dell’erba, l’arcobaleno dei fiori e l’azzurro del mare. Abbiamo anche la fortuna di intravvedere in mezzo al fiordo il soffio maestoso di una balena.

Dopo una lunga giornata on the road, arriviamo ad uno splendido villaggio di nome Holmavik, dove pernotteremo, ospiti in una stupenda casa di pescatori, Qui al piano rialzato sono presenti le porte in luogo delle finestre , in caso di emergenza dovuta a neve abbondante, non rara da queste parti.

Per cena in un tipico ristorantino, ci cimentiamo in una pizza islandese, che non ha nulla da invidiare a quelle nostrane.

Di buon mattino si parte per Isafjordur, cittadina nell’estremo nor dell’isola, dove pernotteremo. Il tragitto risulta abbastanza veloce, tanto che arriviamo nel fiordo già in mattinata, Essendo a questa latitudine praticamente sempre giorno, le giornate risultano molto lunghe e ti permettono di fare un sacco di cose. Subito dedichiamo il resto della mattinata alla visita della splendida cittadina, ove sono presenti le case in legno più antiche d’Islanda risalenti al 1700.

Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo su un battello che ci condurrà a Hesteyri, antico villaggio posto su di un fiordo vicino al circolo polare artico. Questo sito sino agli anni 50 è stato abitato da una folta comunità di pescatori di arringhe , poi quando improvvisamente i pesci abbandonarono inspiegabilmente il fiordo, la comunità si sciolse ed il villaggio fu abbandonato.

Ritornati ad Isafiordur, ci accingiamo con ansia ad assistere allo spettacolo che darà anche un significato particolare al nostro viaggio. Il sole di mezzanotte.

Con l’auto , ci spostiamo verso l’estremo lembo settentrionale dell’Islanda, nel paesino di Sudureyri, e li ci accomodiamo presso un faro su di una scogliera in contemplazione della natura più selvaggia che ci circonda, sino quando toccata la mezzanotte, ci viene regalato un disco infuocato basso sull’orizzonte, che tingerà di rosso fuoco il mare prossimo alla Groenlandia. Entusiasti di quanto abbiamo potuto vedere,e documentare ritorniamo al cottage, dove ci aspetta un meritato riposo, anche se li le notti sono chiare, riusciamo ad addormentarci cullati dai nostri sogni.

Rientro alla capitale attraverso il dito

Di buon mattino ci mettiamo in viaggio per chiudere l’anello verso Reykjawik, Il viaggio sarà lungo e abbastanza noioso, sino a giungere al cosi detto “dito”, dove pernotteremo in un camping posto al limitare di una stupenda scogliera, alta sul mare. Nel pomeriggio riusciamo a visitare le pendici del vulcano Snaefellsjokull, accreditato di poteri magici; poi ci addentriamo in una caverna, che era stata usata come ingresso verso l’ignoto nel film “Viaggio al centro della terra” tratto dall’omonimo romanzo di J. Verne. Infine, si riparte per la capitale dove pernotteremo in una splendida casa di legno, proprio in centro città.

In serata si inizia subito la visita di questa cittadina, un giusto connubio tra nuovo e antico.

Nell’area vivono circa 150.000 persone, che risultano essere circa metà della popolazione di tutta l’isola. Questo dato fa capire quanto solitario ed affascinante possa essere stato il nostro viaggio.

Percorrendo vie pulitissime e variopinte e con di negozi, visitiamo le costruzioni più significative, cominciando dal nuovissimo centro congressi di Harpa, posto in riva al mare, ove sulla splendida passeggiata possiamo ammirare la scultura stilizzata di una nave vichinga, chiamata Solfarid. Ci rechiamo poi alla chiesa bianca HallCrismkirkhia, in stile nazionale basaltico islandese (a forma di rocce basaltiche) che ha annesso un campanile alto 75 m edificio più alto dell’isola; dalla cui sommità possiamo abbracciare con lo sguardo tutta la città ed oltre.

La cena la consumeremo in un locale molto particolare posto nel porto. Si tratta di una semplice pescheria, ove si possono acquistare i tipi di pesce appena pescati che si intende mangiare, dopo di ché ci si accomoda su lunghi tavoloni in legno, con bevande self, in attesa che vengano portati i pesci cotti precedentemente scelti.

La nostra splendida avventura sta ormai volgendo al termine. In mattinata ci mettiamo in viaggio per raggiungere l’aeroporto. Durante il tragitto però, ci soffermiamo ancora presso il la dorsale oceanica e, come degna conclusione di questo viaggio, facciamo una passeggiata sul ponte dell’amicizia che attraversa questa parte di dorsale, e vuole simbolicamente unire il continente europeo con quello americano.



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