Nella terra dei Pirati

1° giorno – Arrivo a Kuala Lumpur Si parte alla volta della Malesia . Raggiungiamo Kuala Lumpur partendo da Milano con scalo a Roma, dove ci imbarchiamo sulla Malaysia Airlines che in 11 ore di volo, un po’ lungo ma tutto sommato piacevole, ci porta a Kuala Lumpur . Sono le sette del mattino, raggiungiamo facilmente l’albergo in pieno...
Scritto da: paola&paolo
nella terra dei pirati
Partenza il: 19/01/2007
Ritorno il: 29/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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1° giorno – Arrivo a Kuala Lumpur Si parte alla volta della Malesia .

Raggiungiamo Kuala Lumpur partendo da Milano con scalo a Roma, dove ci imbarchiamo sulla Malaysia Airlines che in 11 ore di volo, un po’ lungo ma tutto sommato piacevole, ci porta a Kuala Lumpur . Sono le sette del mattino, raggiungiamo facilmente l’albergo in pieno centro, qualche ora di riposo e via alla scoperta della città che ci accoglie con un bellissimo sole e almeno 25 gradi in più rispetto all’Italia. Ci dirigiamo senza indugio verso il simbolo della città e forse della Malesia intera: le Petronas Towers alte 452 metri. Imponenti svettano scintillanti nel quartiere finanziario della città. Viste da vicino sono molto più impressionanti di quanto appaiono nel film Entrapment nel quale erano il teatro delle acrobazie di Sean Connery e Catherine Zeta Jones.

Purtroppo non è possibile salire fino alla sommità delle torri ma solo accedere allo Sky Bridge, ossia il ponte metallico che congiunge le torri all’altezza del 42°piano . L’ascesa è gratuita ma il numero di salite è limitato: bisogna munirsi di un biglietto che viene distribuito ogni mattina sino ad esaurimento dei posti e sul quale è indicata l’ora precisa in cui bisogna presentarsi all’entrata . Torneremo domattina.

Decidiamo di andare all’ufficio del turismo, poco lontano dove raccogliamo del materiale per organizzare le escursioni dei prossimi giorni. Appena usciti si mette a piovere: pensiamo, è il solito temporale tropicale molto intenso ma di breve durata e ci ripariamo sotto la pensilina della fermata dell’autobus in attesa che spiova; dopo una buona mezz’ora, siccome la pioggia non accenna a diminuire, decidiamo di continuare il nostro giro e indossati i k-way cerchiamo di raggiungere l’altro simbolo della città: la Menara K.L. Tower. Il temporale però non ci da tregua, così completamente zuppi desistiamo e torniamo in albergo.

Verso sera ritorniamo alle Petronas, nel centro commerciale Surya KCC ricco di negozi e ristoranti e dove ceniamo assaggiando la cucina malese. Ricomincia a piovere; ma gennaio non è la stagione secca? 2° giorno – Malacca Ci svegliamo di buon’ ora, saltiamo colazione e alle 7 e mezza raggiungiamo le torri mettendoci subito in fila . Dopo un’ora di attesa conquistiamo il biglietto ; la nostra prenotazione è fissata per le 9 e mezza. Finalmente saliamo sullo Sky Bridge a 171 metri di altezza da dove si gode un bel panorama sulla città. Dopo colazione la monorotaia e un trenino ci permettono di raggiungere Pudurya Station il terminal degli autobus. Oggi infatti abbiamo previsto di visitare Malacca antica colonia portoghese a 2 ore di autobus dalla capitale. L’autobus ci lascia al terminal un po’ fuori città e da qui con uno scassatissimo bus locale raggiungiamo il centro. Vediamo la piazza principale con il caratteristico Municipio rosso, i ruderi della chiesa St Paul, e la porta di Santiago. Girovaghiamo un po’ tra le viuzze , ma la cittadina nel complesso ci delude un po’ e dopo tre ore decidiamo di tornare a K.L. Giunti al Bus Terminal abbiamo una spiacevole sorpresa: siccome oggi è domenica, giorno di gita fuori porta, tutti gli autobus di ritorno sono pieni. I malesi, più accorti di noi, hanno prenotato e noi non troviamo più un posto libero. Dopo lo smarrimento iniziale ci organizziamo per tornare con altri passeggeri appiedati e con un improvvisato “taxi” collettivo torniamo alla capitale. Ceniamo a Chinatown, pittoresco quartiere cinese con tante luci, colori, bancarelle di ogni tipo e tanta gente. Fa molto caldo e una bella birra fresca accompagna dei favolosi spring rolls con gamberetti sale e pepe.

3° giorno – Le Batu Caves In programma stamattina abbiamo la visita alle Batu Caves, caverne naturali dove ha sede il tempio induista più importante della Malesia, nonché uno dei più grande centri religiosi induisti del mondo fuori dall’India. Si trova a 10 km da K. L. , e lo si raggiunge in 30 min ca con un bus di linea che parte dal Central Market. Queste grotte risalgono a 400 milioni di anni fa e sono molto grandi. L’ampio ingresso è dominato da un’imponente statua posta alla base della scalinata di accesso. Fa già molto caldo ma non ce ne preoccupiamo e saliamo i 242 gradini per raggiungere la sommità dove si aprono 3 grotte alte fino a 100 metri aperte sulla cima da dove filtra la luce. L’atmosfera è particolare e suggestiva: monaci officiano cerimonie, bastoncini di incenso bruciano in onore di divinità su bracieri davanti ad altari sui quali i devoti offrono frutta e altri generi alimentari. Con lo stesso bus di linea ritorniamo in centro per vedere Merdeka Square ove sventola una grande bandiera malese issata su un’asta alta 95 metri. La piazza ha la caratteristica di essere completamente coperta da un prato verde e alla domenica si svolgono partite di Cricket. Segue la visita dell’Old Station (stazione ferroviaria), e alla Moschea del Venerdì nella quale però non possiamo entrare perché è ora di preghiera, ma davanti alla quale posiamo per una foto ricordo richiestaci da una famiglia malese. Complice un temporale scoppiato all’improvviso, si ritorna all’hotel, giusto il tempo per prendere fiato ed eccoci di nuovo in pista per un altro pezzo forte del programma: la salita sulla Menara K.L. Tower. Dall’alto dei suoi 421 metri è la 4° torre delle telecomunicazioni più alta del mondo. E’consigliata la visita al tramonto per poter godere della vista della città illuminata dominata dalle Petronas ben evidenziate dallo sfavillare delle loro luci. La serata si conclude in un ristorante dove continuiamo ad assaggiare specialità malesi: ottimo come dessert l’ananas in pastella fritto.

4° giorno – Langkawi “l’isola della leggenda” Oggi lasciamo la capitale per trasferirci sull’isola di Langkawi e goderci un po’ di relax balneare. La Malesia è ricca di spiagge e isolette paradisiache, ma quando si sceglie la destinazione è bene informarsi sulle condizioni atmosferiche previste in quel periodo dell’anno. Nel nostro inverno ad esempio è meglio soggiornare sul versante occidentale onde evital periodo delle piogge, ed è per questo che noi abbiamo scelto Langkawi isola principale dell’omonimo arcipelago costituito da 104 isole un tempo rifugio dei pirati. Il volo da Kuala Lumpur dura un’oretta e così verso mezzogiorno sbarchiamo sull’isola e ci sistemiamo nel nostro bellissimo hotel dove ci accolgono con un drink rinfrescante (non so perchè ma gli alberghi orientali hanno sempre un fascino particolare). Naturalmente ci rechiamo subito sulla spiaggia dell’albergo e facciamo un bellissimo bagno. Fa molto caldo e siamo costretti a ripararci all’ombra di una pianta a forma di ombrellone per paura di scottarci; non dimentichiamo che arriviamo da un gelido inverno e non siamo ancora pronti per questo sole cocente.

Il nostro primo giorno al mare trascorre così in relax , a cena ci fermiamo in uno dei ristoranti dell’hotel che prepara un barbecue sulla spiaggia davanti a un fantastico tramonto rosso fuoco e con il caldo che non accenna a diminuire.

6° giorno – Le Seven Wells Dopo colazione facciamo una passeggiata in riva al mare; la spiaggia bianca e lunghissima è quasi deserta (malgrado siano molti gli hotel affacciati su questa baia). Ogni tanto incontriamo dei chioschi dove si organizzano escursioni per i turisti; dopo averne esaminati alcuni decidiamo di affidarci a un simpatico ragazzo malese di nome Ismael dal quale prenotiamo per il mattino successivo un giro in barca alla scoperta delle isolette vicine, il cd. “Island Hopping”. Dopo una buona dose di bagni nel mare caldo e azzurro, nel pomeriggio prendiamo un taxi e ci facciamo portare all’Oriental Village, una specie di villaggio turistico dal quale parte la Cable Car, la funivia che sale sin al punto più alto dell’isola. Purtroppo è ferma e così, nell’attesa di vedere se riparte decidiamo di salire fino a alle cascate denominate Seven Wells (le sette pozze).

Usciti dall’Oriental Village ci incamminiamo per un sentiero tutto a gradini e piuttosto ripido che ci conduce prima ad una cascata e, dopo un altro faticoso tratto di salita tra babbuini impertinenti, alle fatidiche sette pozze, che però nella stagione secca sono piuttosto asciutte. Peccato, vista la faticaccia e il caldo che abbiamo sopportato per arrivare fino quassù. Riscendiamo piuttosto velocemente per arrivare alla funivia prima delle 18, orario dell’ultima salita, ma oggi l’impianto non riparte, riproveremo nei giorni successivi.

Torniamo in albergo sfiniti e ci ritempriamo con un bellissimo bagno, poi usciamo per cercare un ristorante dove cenare. L’Hotel è situato all’inizio di una lunga strada costellata di locali, per cui abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.

7° giorno – Island Hopping Dopo colazione abbiamo appuntamento con Ismael che con un pick-up ci accompagna in una baia poco distante da dove, su una barchetta, con un’altra coppia di italiani, salpiamo per il giro delle isole. Prima sostiamo a Dayang Bunting, dove raggiungiamo un lago denominato della “principessa incinta” immerso in una suggestiva conca verde. Poi ci spostiamo sull’isola adiacente dove assistiamo al pranzo delle aquile che scendono dalle alture fino sul mare attirate dal cibo che i marinai delle varie barche gettano in mare. Infine ci fermiamo un po’ di tempo su una terza isoletta dove ci rilassiamo al sole. Verso le 13 torniamo in hotel dove trascorriamo il resto della giornata in spiaggia, ma non prima di aver prenotato da Ismail l’escursione del giorno dopo al Parco Marino di Pulau Payar.

8° giorno – Snorkelling a Pulau Payar Puntuale, alle 8,15 Ismail ci viene a prendere con un pulmino e insieme ad altri turisti di varie nazionalità ci trasferiamo a Kuah capitale dell’isola a circa mezz’oretta di strada, da dove, raggiunto il porto, ci imbarchiamo su un traghetto per raggiungere il parco marino di Pulau Payar dove c’è una bella barriera corallina e dove speriamo di fare un po’ di snorkelling.

Dopo circa un’ora di traversata avvistiamo l’isola con zone delimitate da boe, pontili per l’attracco ed enormi piattaforme galleggianti appositamente predisposte per accogliere i turisti che raggiungono il posto tramite escursioni organizzate. In effetti i turisti sono tanti, la struttura non è molto grande e c’è un po’ di confusione. Il mare comunque presenta gradevoli tonalità di azzurro e il verde della costa completa il paesaggio che nell’insieme appare sempre suggestivo. Indossiamo maschera e pinne ed eccoci a sguazzare nel profondo blu pronti a farci stupire ancora una volta dal paesaggio sottomarino. Vediamo tanti pesci colorati, corallo e qualche squaletto che ci dicono inoffensivo; purtroppo tra i pesci ce n’è una varietà di piccole dimensioni che ha la brutta abitudine di mordicchiarti specialmente se stai fermo in acqua; alla fine questo diventa un po’ fastidioso e rovina la bellezza dello snorkelling. Usciamo dall’acqua e camminiamo sulla spiaggia fino a raggiungere una piccola baia poco lontana. Qui non c’è quasi nessuno e soprattutto non ci sono i pesci mordaci e possiamo goderci completamente il nostro bagno. Alla fine anche questa escursione ci è piaciuta specialmente perchè ci ha permesso di vedere la barriera corallina e la sua vita variopinta uno spettacolo che non smette mai di stupirci. Tornati in albergo c’è ancora il tempo per stare in piscina per sorseggiare un cocktail prima di cena. 9° giorno – Sulla spiaggia di Tengkorak Pasir Oggi ci dedichiamo completamente al sole e al mare in una della 100 spiagge di questa bellissima isola e raggiungiamo la spiaggia di Tengkorak Pasir. E’ una bellissima baia pressoché deserta, solo alcuni bambini giocano con enormi camere d’aria a mo di salvagenti. Qui trascorriamo tutta la giornata . Prima di rientrare in albergo sulla strada dl ritorno passiamo davanti alla funivia ma causa del forte vento è ancora ferma: stiamo perdendo la speranza di salirci. La sera sulla spiaggia ci godiamo il gioco di luci e ombre che ci regala il sole che tramonta proprio davanti a noi. 10° giorno – Finalmente la Cable Car Sempre alla ricerca di nuove spiagge decidiamo di affittare una macchina per visitare più agevolmente l’isola. Puntiamo verso nord e raggiungiamo la spiaggia di Tanjung Rhu vicino ad un lussuoso complesso alberghiero. Anche questa spiaggia è all’altezza delle precedenti, non molto estesa ma con una stupenda sabbia bianca. Davanti alla baia affiorano alcune isolette che con la bassa marea si possono raggiungere anche a piedi. Poco distante alcuni chioschi vendono spuntini e bibite. Più tardi arrivano alcuni turisti inglesi e russi. La giornata passa piacevolmente in completo relax. Prima di sera lasciamo la spiaggia e sulla via del ritorno notiamo che la “Cable Car” è finalmente in funzione. Saliamo con un po’ di paura sulle cabine che ci porteranno fino al punto più alto dell’isola a 708 metri s.L.M. Il paesaggio mentre si sale è mozzafiato… Ma quanto si dondola su questa specie di ovovia! In effetti il vento a quest’altezza è piuttosto forte e comprendiamo adesso perché l’impianto sia spesso fermo. Giunti alla sommità vi è una struttura con alcune terrazze a forma di disco volante collegate da un ponte sospeso. Da quassù il panorama è superbo: si vede buona parte dei contorni dell’isola e la costa sud della Thailandia. Alla sera, per festeggiare, ci concediamo un ottimo piatto di spaghetti ai frutti di mare e birra locale 11° giorno – Il ritorno Ultimo giorno di vacanza. Trascorriamo il mattino in spiaggia ad immagazzinare il più possibile il sole, il mare e il paesaggio che questo angolo di mondo ci regala. Faremo ritorno a Milano con un volo serale via K.L. E Roma. Il viaggio è stato intenso e appagante, peccato che sia già finito. Ma bando alla nostalgia, bisogna darsi da fare: quale sarà la prossima meta?



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