Nella patria di Don Chisciotte

Breve viaggio invernale in auto, sperando che nel corso del 2020 ce ne possano essere altri...
Scritto da: lucia59
nella patria di don chisciotte
Partenza il: 10/02/2020
Ritorno il: 19/02/2020
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Verso metà febbraio, in occasione del nostro anniversario di matrimonio, tutti gli anni partiamo per un week end mentre quest’anno, avendo più tempo a disposizione, ci prendiamo una decina di giorni e decidiamo di visitare una zona della Spagna che non abbiamo mai visto, esattamente la Castiglia La Mancha, posta a sud di Madrid. Dal momento che siamo in inverno (anche se decisamente caldo per la stagione) non viaggiamo con la moto come al solito, ma in auto. Per quanto riguarda i pernottamenti, non abbiamo prenotato nulla da casa ma di volta in volta nel corso del viaggio, eccetto la prima notte e l’ultima, dove abbiamo chiesto direttamente alla reception degli alberghi la disponibilità della camera.

10/2 – Partenza in mattinata da Bologna ovviamente via autostrada, con sosta pranzo in un autogrill in Liguria e pernottamento in serata nella cittadina francese di Aix en Provence, presso l’hotel Campanile che già conoscevamo, e dove abbiamo anche cenato a buffet (costo complessivo € 140,30).

11/2 – Altro lungo tratto in autostrada da Aix alla città di Castellon de la Plana, poco più a nord di Valencia. Qui abbiamo sostato presso l’Hotel Civis Jaime I (€ 95 colazione e garage compresi), un buon tre stelle posto in centro città. A dir la verità questo centro non è che ci abbia impressionato particolarmente, anche la sera quando siamo usciti per cenare incredibilmente non abbiamo trovato nessun posto dove fermarci, per cui abbiamo approfittato di un piccolo market aperto per acquistare un po’ di alimenti per farci due panini da mangiare in camera.

12/2 – Finalmente inizia il viaggio propriamente detto, con l’ultimo tratto da Castellon a Cuenca, nostra prima tappa turistica. Il centro della città, fra l’altro iscritto nella lista Unesco, è posto in cima ad un’altura alla cui base scorrono due fiumi. La parte moderna invece si stende alla base di tale altura; in questa zona ci siamo fermati presso un ristorante – gastrobar a pranzo, poi abbiamo depositato i bagagli presso l’hotel prenotato (NH Ciudad de Cuenca, camera € 78,00 circa con colazione) e quindi siamo usciti per visitare il centro storico. Occorre camminare un po’ in leggera salita per un tratto, fino ad arrivare ad un lungofiume, dopodiché vi è uno strappo un po’ più duro ma breve, fino ad arrivare ad un ponte pedonale che porta proprio al centro antico. Dal ponte si può ammirare sulla destra un antico monastero, trasformato in parador, e alla sinistra le famose casas colgadas, poste in bilico sullo strapiombo. Il centro storico è molto grazioso e ben tenuto, in modo particolare la piazza principale con la cattedrale e le case antiche tutte colorate. Quando ci siamo stati noi non c’erano tanti turisti, solo qualche scolaresca spagnola. La sera a cena siamo rimasti nella zona moderna.

13/2 – Abbiamo salutato Cuenca e, prima di dirigerci verso la prossima tappa, abbiamo raggiunto un paesino distante una trentina di Km chiamato Valeria, nei pressi del quale vi sono i resti di un’antica città romana. Abbiamo girato soli nell’area degli scavi, dove siamo stati raggiunti dal bigliettaio-custode che ci ha illustrato a grandi linee le caratteristiche del sito, con i resti di case, magazzini, ninfei ecc.. A poca distanza, una piccola chiesa ed altri resti di origine medievale. Il sito si affaccia su un piccolo canyon molto suggestivo, peccato per il cielo grigio. Dopo una bibita rinfrescante nel bar della piazza di Valeria, siamo risaliti in auto per raggiungere la meta principale del nostro viaggio, e cioè Toledo, che abbiamo raggiunto a metà pomeriggio. Qui avevamo prenotato una stanza al Sercotel Alfonso VI (€ 186 per due notti) sito in posizione stupenda, proprio sotto l’Alcazar, il mastodontico palazzo che domina dall’alto il centro della città. Dopo aver fatto check in e parcheggiato l’auto (ci sono 3 parcheggi coperti nei pressi) ci siamo mossi per dare un primo sguardo alla città. A differenza di Cuenca, qui c’era un grande movimento turistico, per la maggior parte caratterizzato da grandi gruppi di turisti orientali. Ovviamente la sera abbiamo cenato in uno dei tanti ristoranti del centro storico, a base di carne.

14/2 – Il giorno dopo abbiamo girato il centro di Toledo in lungo e in largo, visitando l’interno della enorme e bellissima cattedrale (€ 10, 00 a testa il biglietto), Santa Maria la Blanca (già sinagoga) e il vicino monastero di San Juan de los Reyes. C’è da dire che, salvo nei pressi di questi monumenti e della Piazza de Zocodover, molto animata, si può girare quasi in solitudine nel resto del centro storico.

15/2 – La mattina abbastanza presto abbiamo ritirato l’auto dal garage (€ 30,00 considerando lo sconto riconosciuto quali clienti dell’Hotel Alfonso VI) e in mezzo ad una nebbia “padana” ci siamo recati a vedere i famosi mulini a vento che punteggiano una parte della regione. Come prima cosa ci siamo recati presso la cittadina di Consuegra (intanto la nebbia si era diradata e splendeva un bel sole). I mulini, una decina circa, dominano il paese dall’alto di una collina. Quando siamo arrivati eravamo quasi soli (solo un camper parcheggiato presso uno dei mulini), il tempo di fare qualche foto e sono arrivati cinque o sei enormi pullman di viaggi organizzati, ovviamente i turisti erano tutti orientali. A questo punto, seguendo i suggerimenti della guida, ci siamo recati presso Campo de Criptana, sito a una cinquantina di chilometri. Qui i mulini sono più vicini al centro della cittadina, e miracolo qui i pullman non sono arrivati (almeno quando c’eravamo noi). Se si deve scegliere un solo sito coi mulini, direi che Campo de Criptana sia il più suggestivo. Andando verso Valencia, abbiamo visto altri paesi con mulini a vento (es. Belmonte), ma oramai avevamo già soddisfatto la nostra curiosità. Ci siamo fermati a Requena, dove avevamo prenotato una camera presso l’hotel Hijos de Patilla (€ 73,00 con colazione) che consigliamo per una sosta, gentili alla reception, pulito e la colazione abbastanza economica. Nel pomeriggio abbiamo girato un po’ per il centro della cittadina, che sinceramente non è nulla di che, anzi un po’ decadente. La sera abbiamo cenato presso un ristorante sito di fronte all’hotel.

16/2 – Lasciata Requena e passata Valencia, si siamo diretti alla successiva tappa, e cioè Tarragona, già in Catalogna. Qui avevamo prenotato un hotel in pienissimo centro (Hotel Plaza de la Font € 69,00) che abbiamo raggiunto con grande difficoltà nonostante il navigatore. Nella piazza abbiamo posto l’auto nel parcheggio sotterraneo, uscendo dal quale ci si trova proprio di fronte all’ingresso dell’hotel. Tarragona non è proprio bella, diciamo che è il classico porto un po’ scalcinato, mi ricorda per certi versi Salonicco, infatti anche qui i monumenti romani sono inseriti spesso in un contesto di edifici anni 60 – 70 (a occhio) abbastanza decrepiti. Ovviamente ci sono anche angoli carini, per esempio vicino alla cattedrale. Altra cosa, cercate di non essere a Tarragona la domenica pomeriggio come noi, perché verso le 14 chiudono tutto, fortuna che si può vedere qualcosa dall’esterno (teatro, anfiteatro, ecc..). La sera abbiamo cenato in un ristorante nella piazza di fronte all’albergo, a base di pesce spendendo pochissimo (si chiama ristorante Podium 29 se non ricordo male).

17/2 – Da Tarragona abbiamo deciso a questo punto di tornare verso la Francia e fermarci a Montpellier, città che non avevamo mai visto. Abbiamo prenotato l’hotel Ulysse (€ 108,00 con colazione e parcheggio), vicinissimo al centro storico. Le signore della reception sono simpaticissime, e anche l’albergo è molto carino e pulito. Una cosa importante, il garage costa 15 euro, non è poco ma considerate che parcheggiando fuori si spende almeno il doppio, quindi conviene senz’altro. Abbiamo girato un po’ per il centro storico, ma purtroppo non ce lo siamo gustato molto in quanto ha cominciato a piovere (l’unica volta nel corso del viaggio). E’ la classica cittadina della Francia del sud.

18/2 – Prima di tornare in Italia, abbiamo deciso di fare una deviazione per vedere le Gorges du Tarn, e da lontano il famoso viadotto di Millau. Prendiamo quindi l’autostrada (direzione Lione) che lasciamo appunto a Millau, e da qui imbocchiamo la strada che segue il fiume Tarn. Con la moto avevamo già visto le Gorges du Verdon, pensavamo che queste fossero più o meno uguali, invece non è così, perché mentre queste ultime si ammirano dall’alto, qui invece la strada segue il fiume, per cui si è dentro al canyon. Fra l’altro è stata una giornata molto bella, col sole pieno e la strada quasi tutta per noi. Sulla guida abbiamo letto infatti che durante la bella stagione è un serpentone continuo di auto. Dopo esserci fermati a pranzo in un ristorante nella cittadina di Florac, la più grande della zona, siamo andati verso sud verso Nimes, dove abbiamo cercato una camera presso l’hotel l’Orangerie della catena Best Western (€ 106,00 con colazione e parcheggio), posto in periferia. Abbiamo fatto questa scelta perché non volevamo recarci nel centro della cittadina, che avevamo già visto in precedenza (per chi non la conosce, meritano di essere visitati almeno due monumenti, l’Arena romana e la Maison Carrée, tempio perfettamente conservato). La sera abbiamo cenato a base di insalate presso un vicino ristorante pizzeria.

19/2 – Ultimo giorno di viaggio con lungo percorso autostradale da Nimes a Bologna.



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