Nel Paese delle Meraviglie

Viaggio attraverso la terra dei Nabatei: da Amman, Jerash e Madaba, a Petra, WadiRum e Mar Rosso, passando dal Mar Morto e la Kings Highway
Scritto da: osky500
nel paese delle meraviglie
Partenza il: 19/09/2019
Ritorno il: 28/09/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Dopo varie vacanze in giro per l’Italia io e la mia ragazza decidiamo di realizzare uno dei viaggi che sogniamo di fare da tempo: vedere coi nostri occhi Petra “la città rosa”. Eccoci così di punto e in bianco a organizzare la nostra vacanza in Giordania. Acquistiamo subito la mitica Lonely Planet , e dopo aver deciso quanti giorni dedicare a questa avventura, prenotiamo il volo Ryanair Bergamo – Amman. Sempre online compriamo la Jordan Pass: in un colpo solo si ha sia il visto di ingresso che l’accesso ai principali siti, monumenti e attrazioni (calcolate che solo l’ingresso a Petra costa 50 JOD, la Jordan Pass costa 70-75-80 JOD con rispettivamnte 1-2-3 ingressi a Petra). Prima di partire avevamo già delineato il nostro programma e prenotato tutti gli alberghi in cui avremmo soggiornato. Oltre a me e la mia compagna Cinzia, si uniscono anche i suoi zii Stefania e Claudio.

Atterriamo all’ aeroporto di Amman dopo 4 ore di viaggio, ritiriamo l’auto a noleggio (una Toyota Camry con Budget, tramite la Ryanair) e andiamo subito all’albergo prenotato ad Amman (Hotel Nairoukh, doppia con colazione a 65 €). Visto il traffico intenso e caotico della capitale, optiamo per andare in taxi a visitare la Cittadella e la parte vecchia della città (prima di salire contrattate sempre il prezzo con il tassista, altrimenti provano a fregarvi). Alla visita della Cittadella dedichiamo poco tempo a causa anche del caldo. Dopo aver visto il bellissimo Anfiteatro di Epoca Romana, ci addentriamo nel Suq della città tra mercati della frutta, negozi tipici e street food, per poter assaporare i colori, i sapori e i profumi della vita ad Amman. Andiamo poi a visitare l’unica moschea in Giordania in cui si può entrare senza nessun problema: la moschea di Re Abdullah I, davvero bella! Rientriamo in albergo, cena da KFC e poi nanna.

Il giorno successivo abbiamo in programma la visita del sito archeologico di Jerash. Che dire….magnifico! Non avevamo mai visitato un sito così ben conservato e devo ammettere che i Fori Imperiali (a mio parere!) sono poca cosa in confronto a ciò che abbiamo visto. Sembrava di rivivere i fasti della città sotto il dominio di Roma, passeggiando tra i due Anfiteatri, il Cardo Massimo, il Decumano e soprattutto il Foro Ovale. Bellissima! Pranziamo in un ristorante all’ interno del sito (Jerash Restaurant, menù a buffet a 8 JOD – circa 10 euro) dove iniziamo a prendere confidenza con il cibo locale, che devo dire, non è per niente male.

Dopo pranzo riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il Mar Morto dove alloggeremo al Dead Sea Spa Hotel (doppia a 80 € a notte con colazione). Durante il viaggio optiamo per seguire una strada panoramica anziché la classica statale per poter ammirare meglio il paesaggio e vedere qualche piccolo paese caratteristico. Arriviamo all’hotel nel tardo pomeriggio e riusciamo comunque a fare il bagno nel Mar Morto: che strana sensazione galleggiare in questo mare di sale, nel punto più basso della terra. Per chi desiderasse approfittarne, l’hotel mette a disposizione una vasca con dei fanghi estratti dal mare. A cena optiamo per il ristorante dell’ hotel visto che al di fuori dei vari alberghi/resorts non c’è nulla. (Ristorante Cristal, menù sia a buffet che alla carta, noi consigliamo menù alla carta, si mangia bene e i prezzi sono onesti).

Dopo un’ottima colazione, il giorno seguente, siamo pronti a partire alla volta di Madaba. Lungo la strada, notiamo che passiamo proprio sul famoso Monte Nebo e quindi perché non fermarsi a rimirare il luogo da cui Mosè vide la terra promessa? Che dire….inaspettato! Nonostante la foschia si godeva di una vista meravigliosa e i mosaici conservati nella chiesa saranno i più belli che vedremo! Dopo una breve sosta, e un ottimo caffè italiano, siamo pronti a ripartire per Madaba. La città è famosa per il mosaico che rappresenta la mappa più antica della Terra Santa, che si trova nella chiesa Greco-Ortodossa di San Giorgio. Anche qui visita ai vari siti e camminata per le vie della città. Molto bella la vista che si ha dal campanile della chiesa di Giovanni Battista. Dopo pranzo ripartiamo per tornare al nostro albergo sul Mar Morto, percorrendo anche stavolta una strada diversa in modo da poter ammirare il mare e Israele all’orizzonte. Così facendo possiamo goderci ancora i servizi dell’ hotel (i fanghi e le piscine soprattutto!) e rilassarci un po’ prima delle grandi camminate che ci aspetteranno a Petra.

È domenica e, caricati i bagagli sulla nostra Toyota, partiamo verso Petra percorrendo la famosa Kings Highway. Con questa scelta abbiamo allungato di molto i tempi di viaggio, ma ne è valsa la pena. Abbiamo affrontato i tornanti del Wadi Mujib con una vista mozzafiato sulla stessa valle, visitato il castello di Karak (qui abbiamo fatto anche pausa pranzo: Saraya Castle Restaurant, dove abbiamo assaggiato pollo con verdure e un buonissimo yogurt ), attraversato paesini per nulla turistici dove siamo riusciti a osservare la reale vita del popolo giordano lontano dai siti di massa. Entro sera arriviamo all’ albergo a Wadi Musa (My Home Petra, doppia a 40 euro a notte con colazione). La cittadina è piuttosto caotica, soprattutto nella zona degli alberghi sia per colpa della quantità incredibile di turisti che la sfruttano come base per poter visitare Petra sia per tutti i servizi commerciali che sono nati intorno a questo magnifico sito archeologico. Siamo abbastanza stanchi quindi cena a base di falafel (polpettine di legumi) e a letto presto. Domani è il grande giorno.

Sveglia ore 7. Dopo colazione facciamo scorta di acqua e vettovaglie per non farci trovare impreparati durante la giornata che ci aspetterà. Prima delle 8 stiamo già percorrendo il Siq che ci porterà al Tesoro (El Khasneh). Che sensazione incredibile camminare nel canyon scavato dall’acqua e dai terromoti in una roccia arenaria dai mille colori. E poi…. ecco il Tesoro in tutta la sua magnificenza. Non riesco con le parole a descrivere ciò che ho provato, dovete per forza vivere questa esperienza anche voi che poi ci racconterete. Ovviamente Petra non è solo il Tesoro, c’è molto altro da vedere. Soprattutto vale davvero la fatica percorrere i 900 gradini scavati dai nabatei nella roccia per arrivare ad ammirare il Monastero. Anche questo è semplicemente sbalorditivo! Dopo questa fatica e la meritata sosta in una tenda beduina a bere qualcosa di fresco, ritorniamo ‘a terra’ per continuare ad ammirare la maestosità di questo sito archeologico dove la natura e la mano dell’uomo si sono unite a creare qualcosa di unico al mondo. Non contenti della fatica affrontata durante la salita al Monastero, decidiamo di salire anche i 600 gradini che ti permettono di arrivare al View Point da cui poter ammirare il Tesoro dall’ alto. Faticoso ma imperdibile! Dopo i selfie e le foto di rito, ritorniamo a girovagare qua e là tra le tantissime tombe scavate dai nabatei nella roccia. Ormai è tardo pomeriggio e visto che abbiamo deciso di vivere l’esperienza di Petra by Night (l’entrata non è compresa nella Jordan Pass e costa 17 JOD) ritorniamo in albergo per riposare un po’. Anche questa esperienza (percorrere il Siq sotto il cielo stellato per arrivare ad ammirare il Tesoro illuminato da 1500 candele) è una di quelle cose che vale la pena fare visto che la Giordania non è dietro l’angolo. L’esperienza è davvero bella però secondo noi dovrebbero mettere un limite più basso al numero di persone che possono accedervi: quando siamo andati noi c’era davvero tantissima gente e l’atmosfera ci ha rimesso un po’.

Il giorno seguente, dopo una meritata dormita, interrotta alle 5 dal canto di un gallo e dalle preghiere diffuse per la città dai potenti megafoni dalla moschea, andiamo a visitare Little Petra. A differenza di Petra è molto più piccola; qui però, si può osservare dove i nabatei vivevano. Finita questa breve visita (gratuita e ci si arriva comodamente in auto, parcheggiando fuori dal complesso) partiamo direzione deserto del Wadi Rum percorrendo ancora una volta la Kings Highway. Arrivati al villaggio di Wadi Rum, la strada finisce e qui veniamo accolti da Sam, la nostra guida che ci porterà per tutto il pomeriggio attraverso il deserto. Dormiremo e ceneremo al Wadi Rum Desert Shine Camp e sempre con loro abbiamo organizzato un escursione, di circa 4 ore, nel deserto a bordo di uno sgangherato pickup (60 € a testa tutto compreso, anche l’acqua a volontà). Sam ci ha così portato, in compagnia anche di una simpatica coppia norvegese, a vedere le sorgenti di Lawrence, il piccolo e il grande Arco e il canyon di Khazali (dove si possono ancora oggi vedere le iscrizioni dei nabatei che qui sostavano con le loro carovane alla ricerca di ombra e acqua). Abbiamo poi risalito a piedi nudi una duna di sabbia rossa e infine abbiamo ammirato lo spettacolo del tramonto nel deserto, seduti sulla sabbia che col passare dei minuti da calda diventa fredda (è incredibile la velocità con cui siamo passati dai 30/35°C del pomeriggio, ai 15/20 °C della sera). Anche questa esperienza ci ha regalato sensazioni incredibili. Il silenzio, la luce che velocemente svanisce dietro le formazioni rocciose che affiorano dalla sabbia, ti permettono di fermarti, rilassarti ed estraniarti dal caos della quotidianità. Dopo questo spettacolo della natura, Sam ci porta al campo base. Molto particolare e ben tenuto. Tenda essenziale con letti e appendiabiti, bagni e docce in comune ma ben puliti. In fondo…. in mezzo al deserto cosa serve di più? Per cena avremo la possibilità di assaggiare della carne cotta nella sabbia come nel puro stile beduino. E dopo cena? Tutti insieme davanti a un falò, con un bicchiere di thè in mano, ad ammirare, distesi sulla sabbia, il cielo stellato. Devo ammettere che il cielo così non lo avevo mai visto. Complice il fatto che non c’era la Luna, si vedeva benissimo anche la Via Lattea. Esperienza indimenticabile! Decideremo di svegliarci di proposito alle 6 per poter vedere anche l’alba… incredibile!

Dopo un’ottima colazione, Sam ci riporta al villaggio di Wadi Rum dove, tristi e rassegnati di dover lasciare il deserto, recuperiamo la nostra auto e ripartiamo verso la nostra ultima tappa: Aqaba e il Mar Rosso. In meno di un’ora passiamo dalla sabbia del deserto a quella del mare. Per prendere confidenza con l’unica città della Giordania sul Mar Rosso (fino a qualche anno fa un piccolo villaggio di pescatori) passeggiamo tra la vie del centro città. Negozi ovunque e tanta gentilezza da parte dei commercianti, pronti ad offrirti un thè in ogni momento! Nel pomeriggio arriviamo al nostro albergo: Beduin Garden Village (doppia a 75 € con colazione). Un po’ rustico ma molto carino con i bungalows colorati in modo diverso. C’è anche la piscina e il ristorante interno e tante zone in cui rilassarsi all’ ombra di piante di glicine. L’albergo si trova nella zona di costa chiamata South Beach in puro stile USA. Ci troviamo a 10 km dal confine con l’ Arabia Saudita. Qui ci sono moltissimi posti in cui poter fare snorkeling, soprattutto a 200 metri dalla nostra spiaggia c’è il famoso Japanese garden, una bellissima barriera corallina che ovviamente ci ha fatto rimanere senza fiato. A South Beach, passeremo i nostri ultimi 3 giorni in Giordania in completo relax tra piscina, mare, snorkeling e riposini J. E’ arrivata l’ ultima sera e decidiamo di trascorrerla in centro ad Aqaba. Rispetto a quando avevamo visitato la città di giorno, ora sembra tutto raddoppiato, dal numero di persone per strada alle auto. La città sembra come colpita da una maledizione: di giorno c’è la tranquillità più assoluta, la sera il caos più totale. Insegne luminose ovunque, profumi di spezie, clacson suonati in continuazione, la preghiera della sera riprodotta ovunque tramite megafoni e radio. Ci rendiamo conto solo dopo un po’ che è giovedì sera e per i musulmani è come se fosse il nostro sabato. A tratti pensi di non essere in Giordania ma in una qualsiasi caotica città! Ceniamo a base di cocktail di frutta al Janaa Juice (davvero ottimi!!). Dopo aver potuto vivere questo allegro caos rientriamo in albergo. Domani mattina sveglia presto. Ci aspettano 4 ore di viaggio attraverso la Desert Highway, la via più veloce che collega l’unico sbocco sul mare alla Capitale. Durante il viaggio rimiriamo il paesaggio desertico attraversato da questa strada, non senza aver provato a fare colazione in uno dei tanti strani autogrill (bar abbastanza spartani poco puliti, in cui vendono di tutto, ma che come un’oasi, sono importantissimi in mezzo al nulla totale!)

Arriviamo in aereoporto, riconsegniamo l’auto e purtroppo, col cuore in gola, iniziamo la varie procedure per imbarcarci sull’aereo che ci riporterà a Bergamo.

Vogliamo concludere con queste considerazioni. La Giordania è un paese meraviglioso, ma non è solo Petra. Petra è indescrivibile è vero, ma anche tutto il resto che abbiamo visto ci ha lasciato senza parole. Jerash, Il Mar Morto, i mosaici di Madaba, la Kings Highway, il deserto del Wadi Rum, Aqaba e il Mar Rosso. Le persone ci hanno accolto come amici, qualcuno ci ha pure offerto qualcosa, tanti un bicchiere di thè. La Giordania è aperta a tutti, dove le culture si incrociano. Dove la gente si rispetta senza problemi. Dove c’è tolleranza. Dove in qualsiasi luogo metti piede sei il benvenuto, perfino nelle moschee. Ci siamo sentiti come a casa.

#WeLoveGiordania

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Jerash: il Foro Ovale e il Cardo Massimo

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I tornanti della Kings Highway nel Wadi Mujib

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#Hastag a Petra

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Negozio di Spezie ad Aqaba

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La Kings Highway

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Il deserto del Wadi Rum

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Selfie col Tesoro



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