Nel paese delle fate

Prima di descrivere il mio itinerario premetto che sia la spesa che le date sono molto approsimative, perchè in realtà non me le ricordo esattamente. Mi ricordo bene invece lo splendido viaggio attraverso questo paese affascinante, dalle paraterie di un verde intensissimo in cui corrono libere mandrie di cavalli selvaggi e pecore dal...
Scritto da: Silvia Orsatti 1
nel paese delle fate
Partenza il: 14/07/1999
Ritorno il: 28/07/1999
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Prima di descrivere il mio itinerario premetto che sia la spesa che le date sono molto approsimative, perchè in realtà non me le ricordo esattamente. Mi ricordo bene invece lo splendido viaggio attraverso questo paese affascinante, dalle paraterie di un verde intensissimo in cui corrono libere mandrie di cavalli selvaggi e pecore dal muso nero, dal cielo in movimento perpetuo, con le nubi che corrono veloci sospinte dal vento atlantico, scoprendo e coprendo un sole dalla luce bianchissima e intensa, e le spiaggette a mezzaluna tra le rocce rosse, con la sabbia fine e rosata come quelle della Sardegna, e le mucche pezzate che pascolano sul prato a pochi metri.E’ come essere sugli alti pascoli alpini e in riva al mare al tempo stesso.E poi i borghi medioevali, le grandi ville dei coloni inglesi,i monasteri , i castelli.Ma anche i pub, l’allegria e la musica di Dublino. Il mio itinerario è cominciato propro da qui, o meglio dall’aereoporto, dove sono atterrata con un aereo della Aer Lingus. Mi ricordo il vento violento e la pioggia sottile.Recuperati i bagagli siamo subito andati ad impossessarci della macchina a nolo che avevamo prenotato. Ci siamo subito diretti a sud – ovest, verso le tre penisole che caratterizzano la parte più a sud della costa ovest dell’Irlanda. Durante il viaggio siamo passati per la città di Kildare, famosa oltre che per le torbiere e i cavalli, anche per la sua Abbazia, una torre rotonda e l’immancabile castello.So che ci sono anche i giardini giapponesi più belli d’Europa, ma non li abbiamo visitati. Abbiamo invece fatto una sosta e pernottato a Kilkenny. La città è situata sulla riva destra del fiume Nore. Da vedere il magnifico castello,che sorge vicino al fiume Nore;fu eretto nel XII secolo dagli inglesi e ancora oggi è considerato fra i più bei castelli di tutta l’Irlanda. All’interno è possibile visitare la sala da pranzo, la biblioteca e la Long Gallery che conserva la collezione d’arte della famiglia Butler, all’esterno gli incantevoli giardini verdissimi e con vasche d’acqua in cui nuotano i cigni. La nostra seconda tappa è stata Killarney.Durante il viaggio abbiamo anche visitato , in volata, la Rocca di Cashel, nell’omonima cittadina, costruita nel XII secolo. Killarney si trova in una regione boscosa con pini torrenti, nei pressi di tre laghi, e ricorda alcuni paesaggi tipici delle nostre alpi. Quello che ha di straordinario l’Irlanda è proprio la capacità unica di presentare flora,fana e clima di montagna al livello del mare. Il Parco Nazionale è un luogo di splendidi paesaggi lacustri e montani. E’ famoso per i suoi boschi di quercia e i cervi rossi. Si tratta di un posto unico e speciale, di moorland, di terreno boscoso, di canali navigabili, di parchi e torrenti in cui si pratica la pesca sportiva. Killarney è anche un buon punto di partenza per effettuare il tour del Ring of Kerry., le tre penisole che si allungano nell’Atlantico formando quasi dei fiordi. Kenmare, la nostra prossima tappa, si trova su una profonda insenatura dell’Atlantico,sulla penisola centrale delle tre che costituiscono il Ring Of Kerry.E’ una simpatica cittadina caratterizzata dalle tipiche case intonacate con le facciate dipinte in colori vivaci. Qui la vegetazione diviene quasi mediterranea, compaiono addirittura le palme. Vicino a Kenmare si trova un bellissimo esempio di ritrovamento celtico. Si trovano infatti dei cerchi di pietra dove compare un Dolmen al centro. Passando per Tralee ci siamo diretti verso nord seguendo la costa e abbiamo attraversato lo straordinario bassopiano carsico del Burren. Lisce formazioni calcaree si estendono per chilometri e chilometri in ogni direzione e sulla costa ci sono pochi insediamenti, tra cui Doolin, famoso centro della musica tradizionale irlandese, dove abbiamo pernottato in una bellissima vecchia casa in pietra affacciata sulle praterie e sull’oceano. La flora è una bizzarra mescolanza di piante mediterranee, artiche e alpine. Il Burren è punteggiato da forti formati da un anello di pietra e rovine di castelli. La regione è attraversata in lungo e in largo da strade sterrate che raggiungono anche i luoghi più remoti e risalgono a migliaia di anni fa. E’ da Doolin che parte il piccolo battello che in un’ora ci ha portato alle isole Aran. Le tre isole Aran (Inishmor, Inishman e Inisheer) sono lunghe e basse distese di calcare con paesaggi lunari e desolati ma di rara bellezza. Qui il gaelico è ancora la prima lingua e fino a poco tempo fa gli abitanti indossavano ancora gli abiti tradizionali delle Aran. Costituiti dagli spessi maglioni di lana di pecora lavorati a amano che tutt’ora sono in vendita nei negozietti.Noi abbiamo fatto tappa a Inishmore,l’isola più grande, dove ci si gira solo in bicicletta o in calesse e proprio su un piccolo calesse tirato da un vecchio cavallo con un conducente che parlava un gaelico misto a inglese ci siamo inerpicati lungo le stradine di ghiaia contornate da un da un dedalo di muri in pietra che attraversano l’isola in lungo e in largo fino ad arrivare al Dún Aonghasa, un forte dell’età del ferro a strapiombo sull’Atlantico. Il ritorno è stato terribile, il sole era scomparso , si era levato un vento violentissimo con la pioggia gelida che ci sferzava la faccia, e il battello ha impiegato due ore a tornare in porto destreggiandosi su un mare in tempesta terribile solo come l’ceano può esserlo.E’ stata la prima e unica volta nella mia vita che ho sofferto il mal di mare. E pensare che la stessa mattina ,all’andata,prendevamo il sole sul ponte. Le isole Aran sono perfettamente visibili dalle celebri Cliffs of Moher. Queste scogliere di arenaria a strapiombo sull’Atlantico sono lunghe 8 km ed hanno un’altezza impressionante di 214 m. E’ qui che uno può ottenere il più forte impatto con la natura di questa terra meravigliosa. Seguendo il sentiero lungo la scogliera, si arriva alla torretta di O’Brien’s, come punto di osservazione. Proseguiamo ancora verso nord lungo la costa e arriviamo finalmente alla meravigliosa regione del Connemara.La spoglia e selvaggia regione che si estende a nord-ovest di Galway è costituita da un mosaico di torbiere, vallate, monti e laghi punteggiato qua e là da qualche cottage o castello isolato. Si possono fare splendide camminate sulle vette dei Twelve Bens, che offrono magnifiche vedute del mare e del suo dedalo di isole rocciose, insenature tortuose e spiagge bianchissime. La strada litoranea che parte da Spiddal si addentra serpeggiando in questa zona, ma è ancora più bello attraversare la Lough Inagh Valley e fare il giro del Kylemore Lake, che offre panorami di una bellezza davvero insuperabile.Sul lago Kylemore si intravede la Abbey di Kylemore,la sede monastica delle suore benedettine irlandesi e di un collegio internazionale di ragazze. Una delle costruzioni più romantiche del paese. Ma è tempo di tornare alla civiltà: torniamo a Galway , la Dublino del’ovest, la città più animata e più popolosa della costa occidentale. a sua università richiama una notevole folla di bohémien, che si stabiliscono poi in città incantati dalla sua vivace vita notturna. Da Galway la superstrada attraversa l’irlanda fino a Dublino. Durante il ritorno attraversiamo in traghetto lo Shannon, il più grande fiume d’Irlanda.Una sosta a Limerick è d’obbligo, in particolare al Folk Park, un villaggio ricostruito così com’era lo scorso secolo. E qui compro un paio di centrini con pizzo lavorato a mano che sono la specialità della zona. Ultima tappa: Dublino! Una piccola capitale di provincia che ha molte cose da farvi vedere, ma quasi quasi le nasconde. Vi capiterà quindi di scoprire a poco a poco le sue bellezze, mentre la attraverserete tranquillamente a piedi; in questa città niente è mai troppo appariscente, tutto è discreto come del resto lo sono gli irlandesi. E poi vi sono i Pub che sono un mondo a parte, una vera e propria istituzione. Il Pub fa parte della vita di ogni irlandese e mai e poi mai può essere inteso solo ed unicamente come un posto dove bere una birra. Il fiume Liffey è l’anima della città, mentre Temple Bar è un vecchio quartiere restaurato e bohemien. Tra i posti da vedere: il Trinity College,dove è custodito il Book of Kells, il manoscritto miniato che risale all’800 d.c.; il Dublin Castle, ma sopratutto il quartiere georgiano e il quartiere di Temple Bar, appunto,un quartiere vivace e trendy che pullula di attività: artisti, designer, negozi alternativi, ristoranti etnici, teatri, cinema, night club e Pub dove molto spesso è una vera e propria impresa riuscire ad entrare e dove si suona musica dal vivo. Gli irlandesi hanno la musica nel sangue e una splendida voce, ed è normale sentirli suonare in gruppo con chitarre e violini la loro caratteristica musica, accompagnadola con la la danza tipica irlandese. E qui il nostro viaggio finisce. Arrivederci verde Irlanda, paese delle fate. Silvia Ricordatevi di andare a dare un’occhiata al Half Penny Bridge, il ponte-passerella in ferro ad arco.


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