Nel Paese del vento
E così, a partire da questa conversazione, mia moglie Elisabetta ed io iniziamo la scoperta di questo Paese, alquanto sconosciuto a noi. Ci prepariamo leggendo qualche guida (non così diffuse), guardando Borat (film demenziale che non corrisponde alla realtà) e soprattutto guardando la web-serie Pascalistan, che racconta le avventure del cantante napoletano Pasquale Caprino in quella terra, dove è una celebrità col nome di Son Pascal!
Il Kazakhstan è un’ex repubblica sovietica, scarsamente abitato, in forte crescita economica grazie a risorse di petrolio e gas naturale. Il Paese ha spazi immensi e visto che abbiamo solo un week-end lungo, ci focalizziamo su Astana, la nuova capitale, e la parte nord del Paese. Astana divenne capitale solamente 20 anni fa, su decisione del presidente Nazarbayev (in carica da inizio anni ’90…) ed è una città di circa 850mila abitanti, seconda nel Paese solo ad Almaty, la storica capitale nel sud del Paese. Andare ad Astana è vedere una città in costruzione, gru e cantieri in ogni direzione, nuovi palazzi che spuntano come funghi, ma tutti seguendo un preciso piano regolatore di 30 anni. La parte a sinistra del fiume è la piú moderna, la parte a destra piú tradizionale e decisamente piú viva e vissuta. Il mio consiglio è di ammirare i monumenti della parte nuova, ma di prevedere una visita anche all’altra parte, per avere un’idea piú precisa di come si sviluppa la vita locale. Vi sono moltissimi edifici dalle forme bizzarre, alcuni disegnati da architetti di fama internazionale come Norman Foster. Vi consiglio una passaggiata (circa 1km) che va dal centro commerciale Khan Shatyr al palazzo presidenziale per ammirare la maggior parte degli edifici che appaiono nelle cartoline e foto da Astana. Il più interessante per me è di sicuro Khan Shatyr, uno shopping mall per le famiglie. La struttura è una immensa tenda, la piú grande del mondo, che riesce a resistere ai -30gradi invernali così come ai +30 estivi. All’interno ci sono i classici negozi, con brand internazionali come Levi’s e Adidas, ma anche molte marche a noi sconosciute, una zona ristorazione tipo fast-food, molte zone giochi per bambini ed infine – all’ultimo piano – c’e anche una spiaggetta con piscina! La torre Bayterek è il simbolo nazionale e rappresenta un albero con un uovo dorato alla sommità, che rimanda ad una leggenda sull’origine della popolazione kazaka. Altri edifici rilevanti sono un palazzo a forma piramidale (Palazzo della Pace e della Riconciliazione) ed il circo nazionale, in un edificio a forma di ufo.
Passeggiare per la città è molto sicuro secondo noi, non abbiamo avuto alcun problema anche se eravamo tra i pochi turisti non kazaki o russi. Devo anzi dire che la popolazione locale mi ha stupito molto positivamente, generalmente sono cordiali e rilassati e prestano molto attenzione ai bimbi (che sono tantissimi e trovano ovunque parchi e giardini per i loro giochi!). La nostra visita ha coinciso con l’Astana Day (una sorta di festa nazionale, il 6 Luglio) e la città era molto viva con bancarelle, fuochi d’artificio, concerti in aree differenti: forse questo ci ha dato una visione molto positiva della città, ma ne siamo rimasti decisamente soddisfatti! L’offerta alberghiera è molto varia, siamo passati dai 400$ del Marriott ai 40€ del piccolo hotel dove si parla solo kazako e russo, passando per un hotel di prezzo medio, trovandoci bene in ognuno (con le dovute differenze), e sentendoci ben accolti.
A livello di ristoranti, abbiamo provato spesso street food visto che era pieno di bancarelle per la festa nazionale, ma sicuramente consigliamo il Vechnoe Nebo (significa Cielo Eterno), in pieno centro, al 25˚ piano del grattacielo Mosca. Veduta spettacolare sulla città, ottimo servizio, cucina Turkic che spazia tra tutti i Paesi –stan (Kazakhstan, Uzbekistan, Kyrkizistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Turchia, cucina Uygur). Il tutto a prezzi ottimi, per un’ottima cena in due abbiamo pagato 33 euro in totale!
Ho visitato anche l’Expo 2017, con tema le energie del futuro. Molto interessante l’area kazaka, con un piano dedicato a ciascuna fonte di energia sostenibile (vento, sole, acqua, energia cinetica,…), mentre il resto dell’Expo ha un’impostazione simile all’Expo di Milano 2015, con un’alternanza di stand “turistici” ed altri più collegati alla tematica principale.
Astana non richiede piú di una giornata e mezzo di visita, per cui nei rimanenti due giorni avevamo organizzato un tour nel parco naturale di Borovoe/ Burabay, tramite un tour operator locale che ci ha fornito guida ed autista. Borovoe, a circa 200km a nord di Astana, viene descritta come la Svizzera kazaka, per cui ci eravamo armati di scarpe da trekking ed abbigliamento tecnico. Ci siamo in realtà trovati sì in mezzo a montagne e laghetti, ma in una località che era piena di turisti, locali e russi, con la spiaggetta presa d’assalto come Rimini ad agosto! Questo ci ha però consentito di vivere una villeggiatura da «veri kazaki», vedere come si divertono e cosa portano per il pic-nic, immergendosi un po’ nella cultura locale. I “manti” (grandi ravioli con ripieno di carne e cotti al vapore, simili ai baoxian cinesi) e i “samosa” (triangoli di pasta sfoglia riempiti di formaggio o carne tritata) acquistati presso degli ambulanti si sono rivelati gustosissimi!
Il mattino seguente abbiamo fatto una bellissima passeggiata lungolago su un percorso pedonale nel bosco, mentre la scalata alla montagna di granito l’abbiamo abbandonata a metà, visto che si prospettava molto pericolosa e la nostra guida era una simpatica ragazzina di 23 anni, ma che di trekking ne aveva sperimentato ben poco! La parte piú bella dell’escursione rimane comunque la visita ad una famiglia locale, che aveva ricostruito nella steppa una yurta (tipica tenda della popolazioni nomadi) per ospitare i turisti in visita. Abbiamo avuto l’opportunità di mangiare con loro un pranzo preparato dalla padrona di casa e di chiacchierare con lei ed il marito, un contadino-allevatore che come hobby cacciava con l’aquila nella steppa! La frenesia social è arrivata anche qui, con i nostri ospiti pronti a scattare una foto con noi per postarla subito nel loro profilo Facebook! Anche ad Astana le mode si sono rivelate sembra più globalizzate, con gli spinners in vendita ad ogni angolo e Despacito a risuonare dalle radio!
Il Kazakhstan, da questo luogo sconosciuto della partenza, si è rivelato una terra molto accogliente, con persone che vivono in una buona situazione economica e sono molto fiduciosi nel futuro. Un Paese vivo che vuole crescere, pieno di bambini e strutture per i bambini (che rammarico non aver portato i nostri figli, pensando non fosse adatto a loro). Non è il Paese più attraente da un punto di visto storico, artistico o paesaggistico, ma rimane comunque una bellissima scoperta e merita senz’altro una visita.
Fabio & Elisabetta