Nel nord della Spagna
Decollo alle ore 7.35 e arrivo puntuale alle 9.15.
Dopo aver ritirato il nostro bagaglio, ci dirigiamo all’uscita e prendiamo l’autobus che va verso il centro città. Il nostro albergo non è molto distante, l’Hostal Cataluña, una modesta pensioncina in Calle Coso.
Al nostro arrivo la camera non è ancora pronta, lasciamo i bagagli in deposito e ne approfittiamo per un giretto in centro e per raccogliere qualche informazione all’ufficio del turismo. Ci ritroviamo ben presto nella piazza principale, la plaza del Pilar, dove si affacciano la Basilica di Nuestra Señora del pilar, la Fuente de la Hispanidad e la Seo.
La Basilica è visitabile gratuitamente e deve il suo nome a un pilastro, attorno al quale è costruito l’edificio, su cui si dice sia discesa la Vergine durante un’apparizione a S.Giacomo. Per apprezzare meglio i mosaici che ricoprono le cupole della Chiesa bisogna salire con un ascensore sulla torre. Da qui c’è anche una bella vista della città e del fiume Ebro.
Proprio dietro alla fontana della Hispanidad ci sono i resti delle mura romane della città.
Ritorniamo in hotel, ci sistemiamo in camera e uscimao per la cena. Troviamo una zona di bar di tapas proprio dietro al Mercado Central e finiamo la serata gironzolando tra i monumenti illuminati, che hanno sempre un fascino molto particolare.
Il giorno seguente ci vede diretti alla Aljaferia, uno dei pochi monumenti in stile moresco che si trova al di fuori dell’Andalusia. Percorriamo a piedi tutto il Paseo de Enchegaray y Caballero e dedichiamo tutta la mattinata alla visita di quello che, adesso, è la sede del Parlamento di Aragona.
Dopo aver pranzato e ritirato i bagagli dall’hotel, ci dirigiamo verso l’officina di noleggio auto, dove abbiamo già prenotato una Clio che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio. Raggiungere l’ufficio comporta prendere un’autobus e “scarpinare” sotto il sole per parecchio tempo, ma il sacrificio è ricompensato: la macchina è nuovissima, con sistema start-and-stop e ha un bellissimo navigatore.
L’importanza di quest’ultimo lo apprezzeremo solo nei giorni seguenti.
Partiamo da Saragozza alla volta di Burgos.
Iniziamo il nostro tour con una tappa breve: infatti dopo appena 2 ore arriviamo all’Hostal Corrales sotto un cielo che non promette niente di buono.
Dopo esserci sistemati e aver preso il maglione, usciamo per andare a cenare nei pressi di Plaza Mayor, in Calle S.Lorenzo. Dopo cena ci concediamo la classica passeggiata, arriviamo alla Plaza, molto simile a quella di Madrid, e seguendo qualche viuzza ci imbattiamo nella Catedral. Come sempre l’illuminazione notturna regala un punto di vista diverso e già ne restiamo incantati.
Alla mattina successiva percorriamo tutta l’Avenida de Arlanzon, il fiume che passa per Burgos, ed entriamo nel Casco Antiguo attraverso l’Arco de S.Maria. Ci dirgiamo immediatamente alla Catedral: oltre ad ammirare la sua struttura gotica, al suo interno, sotto la cupola, si trova la tomba del Cid Campeador, eroe nazionale di tutta Spagna.
All’uscita dalla visita il tempo diventa ancora più nuvoloso e inizia a piovere.
Visto che il tratto di strada che ci separa dalla tappa successiva è piuttosto lungo, deicidiamo di partite subito all volta di León.
Un vero peccato: Burgos è una cittadina molto piacevole dove potersi perdere tra le via medioevali!
Lungo il tragitto per León le nuvole si disperdono e si iniziano a vedere numerosi cartelli che indicano il Cammino verso Santiago di Compostela.
L’hotel prenotato è in pieno centro storico, quidni lasciamo l’auto in un parcheggio fuori dalle mura e raggiungiamo l’Hostal casco Antiguo, in Calle Cardenal Landazouri, a piedi. Dalla porta dell’alloggio possiamo vedere uno scorcio della Cattedrale… bellissimo!
Sistemazione di routine e uscita per la cena. Sotto suggerimento di alcuni amici ci dirigiamo a colpo sicuro verso il Barrio Humedo. Qui un’intricata e fitta rete di stradine offrono una molteplice scelta di bar, ristoranti, cervecerias… e quant’altro.
Il giorno seguente lo dedichiamo interamente alla città. Entriamo nella Catedral dalle molte vetrate, che mi ricordano una Notre Dame più intima, e dalla storia avvincente.
L’introduzione di così tanti vetri aveva tolto stabilità alle pareti e alla cupola, che rischiava di crollare. Ma grazie all’intervento di architetti esperti e di tutta la popolazione di León, si riuscì a salvarla.
Saliamo anche a vedere da più vicino il fantastico rosone che adorna la facciata. Questa struttura di Chiesa sarà l’esempio più seguito nell’architettura spagnola succesiva.
Dalla Cattedrale ci spostiamo verso la Basilica di S.Isidoro e poi verso il Convento S.Marco, che si trova fuori dal centro storico. A cena scegliamo un’altro tra gli innumerevoli locali del Barrio Humedo e troviamo, con molta fortuna, un piatto di prosciutto e 2 bicchieri di vino tra i più buoni mai assaggiati.
Il giorno successivo facciamo una variazione sul programma di marcia e ci dirigiamo verso Astorga, che dista un’oretta di viaggio. Parcheggiamo fuori dalla parte antica e a piedi entriamo in città attraverso la Plaza de España dove veniamo accolti dallo scoccare delle ore dato da 2 pupazzi meccanici che si trovano sul minicipio.
Dopo la colazione andiamo verso il Palacio Episcopal, si riconosce immediatamente lo stile di Gaudì. Il biglietto che compriamo comprende anche l’ingresso alla Catedral e al Museo Catedralicio.
La cittadina è piacevole anche solo per una camminata e anche qui incontriamo molti pellegrini a piedi.
Riprendiamo la macchina: prossima destinazione Oviedo.
Raggiungiamo il nostro hotel; Castro Real in Calle Bermudez de Castro, che non si trova in una posizione molto centrale, ma, rispetto ada altre località visitate Oviedo si presenta con prezzi leggermente più alti e quindi scegliamo una soluzione più economica e meno centrale.
Usciamo a piedi per raggiungere il centro dove torvare un locale per la cena. Ci trovaimo a percorrere molte stradine in salita e discesa che si susseguono, fino ad arrivare, per puro caso, in Calle Gascona, la via per antonomasia delle sidrerie.
La “sidra” qui è il prodotto e la bevanda principale che viene versata dai camerieri tenendo il bicchiere in basso e la bottiglia di sidro in alto, sopra alla testa. La particolarità è che il cameriere non guarda il bicchiere, quindi si può aver la fortuna di vedere molte persone abili compiere questo gesto oppure venire “un po'” schizzato dai più maldestri.
La mattina seguente entriamo nella Catedral, che sembra a copia di quella di León e la Camara Santa, una stanza particolare dove sono custodite varie reliquie.
Si può credere o non credere, resta comunque una storia interessante.
Decidiamo di passare un pomeriggio al mare: ci mettiamo in viaggio verso Gijon che dista solo mezz’oretta. C’è molto traffico in città, che da subito ci appare una “Rimini” spagnola, causato non solo dal bel tempo che chiama tutti al mare, ma anche da una partita di basket e da una fiera.
Dopo aver battuto molti parcheggi e camminato per alcuni km, giungiamo a una spiaggia di sassi. Ci sistemiamo per rilassarci un po’, ma dopo poco tempo un onda improvvisa sorprende noi e gli altri frequentatori della spiaggia.
Risultato: riesco a salvare la reflex dall’inondazione, ma uno dei nostri cellulari non ce la fa e purtroppo finisce qui il suo dovere. Non si riaccenderà più nonostante i nostri tentativi di “rianiamarlo”.
Il giorno successivo lasciamo Oviedo al mattino presto perchè la prossima città da raggiungere dista 4 ore di macchina: San Sebastian. Decidiamo di spezzare il nostro tragitto e ci fermiamo a Santillana Del Mar.
In realtà del “mar” neanche l’ombra, ma questo fa parte delle 3 bugie della città: non è santa (Santi), non è piana (llana) e non è sul mare (del mar). Resta comunque un borgo splendido, medioevlae era e tale è rimasto e anche la visita a la Colegiata merita per la pace e la tranquillità che si respirano all’interno.
Ripartiamo dopo pranzo diretti alla meta, senza più interruzioni.
L’autostrada che ci porta a S.Sebastian ci preannuncia già la grande città, il traffico si fa più consistente fino ad arrivare verso la zona del centro e del porto dove il lungomare è popolato di macchine come Milano Marittima a ferragosto.
Inizia proprio in questi giorni la Semana Grande, ossia la settimana di festeggiamenti in onore del 15 agosto, che richiama spagnoli e non solo.
Il centro è stato parzialmente chiuso al traffico e risulta impossibile raggiungere la nostra pensioncina. Lasciamo la macchina lontanissima e raccogliamo tutto quello che potrà servirci durante i 3 giorni qui nel trolley a mano.
La Pension Edorta, in Calle del Puerto, è veramente nel cuore dei festeggiamenti. La serata la passiamo a girovagare per il centro, incantati dagli artisti di strada e stupiti dalla quantità di gente riversata nelle strade.
Alla mattina seguente il tempo è parecchio incerto e la nostra voglia di spiaggia viene a meno. Ne approfittiamo per girare il centro e renderci conto che le occasioni per festeggiare non mancano mai: è stato organizzata una gara marittima che parte dal porto e arriva fino alla Playa de la Concha. Le imbarcazioni sono costruite con mezzi di fortuna e di fantasia e le squadre di partecipanti sono costituite da giovanissimi.
Dalla Playa de la Concha passeggiamo fino a Punta Torrepea, attraversando la Playa de Ondarreta. Su questo promontorio sono state collocate delle sculture che fungono da “pettini” del vento.
L’appuntamento serale è con i fuochi d’artificio: ogni sera una Nazione o una provincia spagnola propone il proprio spettacolo pirotecnico. Questa sera sono i Paesi Baschi che si esibiscono.
Una fiumana di gente si riversa sul lungomare e sulla spiaggia per assistere e, devo dire, che ne vale la pena: sono 15 minuti molto piacevoli. Alle 11, al termine, iniziano i vari tipi di spettacoli: concerti, esibizioni, improvvisazioni… ce n’è per tutti i gusti.
Alla mattina seguente ci aspetta una levataccia: a piedi ci dirigiamo verso la stazione degli autobus per poi andare a Pamplona.
Arriviamo dopo un’ora e mezzo di viaggio e il centro dista pochissimo, anche Pamplona merita un giro tra le stradine intricate e per respirare l’aria di S.Fermin, anche se la si visita fuori dall’evento.
Ripercorriamo “l’encierro”, ossia il percorso che conduce i tori dal Corralillos a Plaza de Toros. Torniamo nel primo pomeriggio e passiamo il resto della giornata sulla spiaggia della Concha, fino a sera dove ci aspettano i fuochi d’artificio della città di Valencia, vincitrice della scorsa edizione. Capiamo che saranno qualcosa di speciale quando iniziamo a vedere la quantità di gente che si dirige verso il lungomare intorno alle 10. Dall’inizio alla fine non smettono un attimo: s sente tremare il marciapiede ma la gente incantata con il naso all’insù sembra non farci troppo caso.
Al nostro risveglio c’è una giornata di sole splendida… ma purtroppo noi siamo in partenza verso la nostra ultima meta: Bilbao.
Due orette di autostrada ci portano fino all’hotel NH Deusto, Calle Francisco Macia, vicinissimo al Museo Guggenheim. Scegliamo di sfruttare la bella giornata per fare una camminata fino al ceentro storico, che non è vicinissimo, e di perderci nelle viuzze che si stanno preparando alla festa del paese che inizierà il 17 agosto.
La serata la dedichiamo all’avanscoperta del museo dall’esterno: davanti l’entrata c’è Puppy, un cane-scultura ricoperta di fiori. Dietro si incontra Maman, un enorme ragno, che deve ancora deporre le uova, e altre sculture moderne. La vista migliore la si ha attraversando il fiume. Il giorno di Ferragosto è il giorno del nostro rientro, ma la mattinata è libera e visitiamo il museo, che si rivela essere enorme.
Una volta riconsegnata la macchina all’aeroporto, ci imbarchiamo alle ore 19 su un aereo Vueling che ci porta fino a Milano in perfetto orario.
Il nostro viaggio è finito, sono stati 10 giorni intensi, ma come sempre torniamo con le valigie piene di bei ricordi.