Nel cuore dell’Europa c’è una città-stato antichissima, ed è una delle mete più interessanti dell’estate 2024

Alla scoperta di un Paese ricco non solo di banche, ma anche di cultura, storia e natura
Scritto da: Fearless
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Lussemburgo è molto poco considerato come destinazione turistica: è infatti principalmente conosciuto come sede di numerose banche, in primis la Banca centrale europea. Questo staterello, dalla superficie appena più piccola della provincia di Bergamo, ha in realtà molto da offrire ai visitatori che vi si avventurano. Lo scorso novembre, durante il mio secondo appuntamento con quello che a breve è diventato il mio ragazzo nonché compagno di viaggi, ho menzionato il mio desiderio di visitare Lussemburgo. A mia sorpresa, la mia curiosità su questa destinazione è stata condivisa. Il mese successivo abbiamo fatto un tentativo, naufragato, di assistere al Luxembourg Song Contest, la selezione nazionale per il rappresentante lussemburghese all’Eurovision in occasione del loro ritorno al festival dopo 31 anni di assenza. I biglietti, purtroppo, sono andati sold out prima che potessimo accorgerci che erano in vendita.

A gennaio ci siamo decisi con largo anticipo a organizzare tutte le vacanze del 2024, e abbiamo scelto Lussemburgo come destinazione per una mini-vacanza primaverile. Abbiamo prenotato i voli con Ryanair, che offre comodi ed economici collegamenti da Bergamo, e gli alloggi con Booking. Abbiamo inoltre acquistato la Luxembourg Card, che per €31 a testa ci ha consentito di accedere a tutti i siti d’interesse del granducato.

Diario di viaggio in Lussemburgo

Giorno 1, sabato 18 maggio 2024 – Città del Lussemburgo

lussemburgo

Ci siamo svegliati prima del canto del gallo alle 4:30 per essere all’aeroporto di Orio in tempo per il nostro volo delle 6:40. In un’ora eravamo a Città del Lussemburgo, che ci ha accolto con un’arietta algida e delle nubi minacciose di pioggia. Alle 8 in punto abbiamo ritirato la nostra Seat Ibiza con cambio automatico, prenotata dall’Italia con Budget per €360 (assicurazione inclusa), e in meno di un quarto d’ora siamo arrivati alla capitale lussemburghese attraversando il quartiere degli affari, con i suoi edifici moderni e svettanti. Abbiamo trovato parcheggio gratuito (ne approfitto per segnalare che non abbiamo pagato un centesimo per i parcheggi in tutta la vacanza) alla Glacis Square, e in pochi minuti a piedi abbiamo raggiunto il centro storico.

Durante il nostro giretto perlustrativo abbiamo raggiunto la prima tappa: la Cattedrale di Notre-Dame, un imponente e fotogenico edificio tardogotico risalente al Seicento. Sono visitabili gli interni, a nostro avviso un po’ pacchiani per la quantità di gingilli dorati sull’altare che contrastavano con le sedie di plastica per i fedeli nella più sobria navata, e l’austera cripta. Dopo una capatina a un fornitissimo negozio di dischi davanti al Palazzo Granducale (è mia tradizione acquistare musica dovunque io vada), abbiamo visitato il Luxembourg City History Museum. In tre livelli è dislocata una mostra che percorre la storia della capitale lussemburghese dalla sua fondazione romana ai tempi moderni. Ci si sposta da un piano all’altro con un ascensore con vista panoramica. Gli ultimi due livelli ospitano mostre temporanee, che al momento della nostra visita riguardavano l’alimentazione e l’integrazione europea. Questo museo è una vera chicca, ed è stato una perfetta introduzione a questo Paese.

La tappa successiva sono state le Casemates du Bock, un labirintico percorso di gallerie scavate all’interno della roccia protetto dall’UNESCO. Da qui si gode di bellissimi scorci su Città del Lussemburgo, che ci ha ricordato vagamente la nostra Bergamo con la sua netta suddivisione fra città alta e città bassa e le sue mura che hanno a lungo difeso l’abitato. Dopo un buon pranzo al ristorante vegano Seed, abbiamo fatto una passeggiata in città bassa fino all’Abbazia di Neumünster, purtroppo non visitabile internamente per via di un matrimonio in corso. Tornando al parcheggio, abbiamo camminato attraverso un ameno parco che sicuramente, in giorni con un meteo più favorevole, è invaso da locali e visitatori per un picnic sull’erba.

Abbiamo lasciato la città alle spalle per addentrarci nella campagna lussemburghese: il nostro primo alloggio, il bed and breakfast Joy’s, si trova infatti a circa mezz’ora in una tranquilla via residenziale del paese di Berbourg. Avremmo passato qui le due notti successive, spendendo €150 in totale. Lasciate le nostre valigie, siamo partiti alla volta della cittadina di Echternach, al confine con la Germania, nota per l’imponente abbazia e per le Gorges du Loup, delle gole raggiungibili a piedi attraverso una facile camminata nella foresta. Dall’alto si gode della vista sulla vallata scavata dal fiume Sûre, che divide i due Paesi. A questo punto, le nubi si erano diradate lasciando spazio a un bellissimo tramonto. Per cena siamo tornati a Echternach per raggiungere il ristorante Aal Echternoach, dove avevamo prenotato pochi giorni prima. Ci ha stupiti la varietà di piatti nel menù, che considera qualunque esigenza alimentare: moltissime scelte sono infatti vegane, e tante sono le rivisitazioni di piatti tradizionali. Per €45 a testa abbiamo preso due antipasti e due piatti principali con un’ottima birra locale, saziandoci a dovere.

Tornando al bed and breakfast, abbiamo fatto una breve sosta nei campi appena fuori dal paese di Bech, dove il tramonto ha regalato ottimi spunti fotografici.

Giorno 2, domenica 19 maggio 2024 – Mullerthal

vigneti lussemburgo

Dato che i €13 a testa richiesti dal bed and breakfast per la colazione ci sembravano eccessivi, abbiamo virato sulla ricerca di una boulangerie. Nel vicino paese di Consdorf abbiamo trovato Jeitz, dove con €11 in due abbiamo pasteggiato con tè, caffè, una fettazza di sacher, un bombolone e un pain au chocolat. Siamo andati sul sicuro: Jeitz è infatti il fornitore di pane del ristorante della sera precedente.

Ci siamo spostati a nord per raggiungere la prima tappa della giornata: il Museo Nazionale di Storia Militare a Diekirch. Qui viene ripercorsa la storia del Paese durante la seconda guerra mondiale, con ricostruzioni di scene belliche e vita in campo di battaglia, e un intero hangar ospita una nutrita collezione di mezzi militari. Ci siamo pure fatti un giro in jeep con un soldato dell’esercito nazionale, che ci ha portato su sentieri altrimenti inaccessibili di una vicina zona militare. Esperienza adrenalinica e consigliatissima, per soli €3!

Dopo una mattinata nuvolosa, il cielo si è finalmente aperto, regalandoci due giorni consecutivi di sole splendente. Le ore successive sono state dedicate a due castelli, partendo da Larochette, che ospita una fortezza in gran parte in rovina su un’altura. Del castello rimane visitabile internamente la torre principale, e da lì si può godere di bellissime viste sul paesino e sulla vallata. Ci siamo quindi spostati alla fortificazione di Beaufort, che si disloca in due edifici: il castello medievale in rovina, e il castello rinascimentale secentesco visitabile solo con guida che, ahinoi, era solo disponibile in olandese quel giorno. Ci siamo accontentati delle sole rovine, che però non ci hanno entusiasmato.

Abbiamo speso il resto del pomeriggio lungo un tratto dei tanti percorsi naturalistici della zona conosciuta come la Svizzera del Lussemburgo. L’area più gettonata è Mullerthal, sito UNESCO che offre un percorso circolare di circa 5,5 km tra cascate, boschi e campi. Nel momento della nostra visita abbiamo incontrato il sentiero sbarrato da dei cantieri, tanto che per raggiungere la prima tappa, le cascate di Schiessentümpel (che sono più delle piccole rapide), abbiamo dovuto seguire un tratto di strada asfaltata prima di raggiungere lo sterrato. Raggiunte le cascate, abbiamo svoltato per un sentiero non indicato che ci ha portato in mezzo alla foresta, da cui abbiamo raggiunto il percorso ad anello. Non abbiamo incontrato altri escursionisti, e ci siamo goduti la natura tutta per noi! Verso la fine, però, un’amara sorpresa: la strada per tornare al punto di partenza era sbarrata da un cantiere poche centinaia di metri prima dell’arrivo! In questa zona infatti alcune frane causate dalle abbondanti piogge dei mesi precedenti hanno compromesso dei sentieri. Abbiamo pericolosamente guadato un corso d’acqua e acceduto al cantiere stesso per ritrovaci sulla strada principale ed evitare di rifare tutto il percorso al contrario. Nel complesso, è stata una bella avventura!

Abbiamo a lungo cercato un ristorante per la cena, ma nessuna soluzione ci è sembrata tanto valida quanto un ritorno all’Aal Echternoach, dove ci ha aspettato un’altra soddisfacente cena a base di flammkuchen (una schiacciata alsaziana) con formaggio di capra e miele. Ho inoltre provato un piatto tipico: prosciutto cotto e crudo delle Ardenne con asparagi bolliti, patate novelle e salsa olandese. La descrizione non sarà delle più invitanti, ma prometto che è un piatto da leccarsi i baffi! Sul ritorno abbiamo nuovamente attraversato le tranquille strade rurali di questa zona del Lussemburgo, con i campi puntellati dalle onnipresenti pale eoliche.

Giorno 3, lunedì 20 maggio 2024 – Vianden e i castelli del Lussemburgo

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Giornata dedicata ai tre principali castelli lussemburghesi, con come prima tappa il castello di Vianden, sicuramente l’attrazione più visitata del granducato. La visita a questo imponente edificio che domina sul paesino omonimo e sulla sua valle permette di percorrere le stanze e salire sulle torri, scoprendo la storia di una rocca che si è sviluppata e ingrandita notevolmente nel corso di più di un millennio. Inclusa nella Luxembourg Card c’è anche la salita in seggiovia a un punto panoramico sul castello, e ne abbiamo approfittato dopo aver dannato non poco per trovare parcheggio. Dall’altro capo della seggiovia si trova un dozzinale ristorante-bar che non ci ispirava affatto, quindi siamo tornati alla base, dove abbiamo pranzato in un deludente locale tirolese.

Il secondo castello della giornata è quello di Brandenbourg, così poco conosciuto che anche Google Maps ha faticato a darci indicazioni. Abbiamo parcheggiato in quello che era praticamente l’unico posteggio auto appena fuori dalle rovine arroccate, e ci siamo goduti la visita a ciò che rimane dell’antica fortificazione, coadiuvata da alcuni pannelli informativi in francese. Insieme a noi c’erano solo altri due visitatori arrivati qui a piedi da non si sa dove. Una tappa sicuramente fuori dai percorsi turistici che ha creato un’atmosfera fantastica, grazie anche al sole intenso che ha permesso di vedere tutte le sfumature del verde della stretta vallata con il suo fitto bosco.

Pochi minuti a ovest, abbiamo raggiunto il castello di Bourscheid, che domina su tre valli dalla sua altura, tanto scenografico quanto quello di Vianden, ma nettamente meno visitato. Le sue imponenti torri sono ben conservate e permettono delle stupende viste dall’alto, e l’edificio principale ospita un museo.

Ormai nel tardo pomeriggio, ci siamo diretti verso l’alloggio che ci avrebbe ospitato per la nostra ultima notte in Lussemburgo, il Domaine du Moulin d’Asselborn (€130,90). Avevamo altissime aspettative dalle foto su Booking, e queste aspettative sono state addirittura superate! Il bed and breakfast è ospitato, come suggerisce il nome, in un vecchio mulino, in un contesto di amena natura senza altri edifici nel raggio di vari chilometri. Accanto ad esso scorre un placido fiumiciattolo che non ha affatto disturbato il sonno; anzi, l’ha conciliato. Abbiamo cenato nel ristorante della struttura a base di risotto agli asparagi e trota alla mugnaia (entrambi eccellenti), e prima del tramonto ci siamo spostati mezz’ora a sud per visitare Esch-sur-Sûre, definito il borgo più bello del Lussemburgo. Il paesino è incastonato in una valle scavata dal fiume Sûre, che lo circonda con una stretta ansa, ed è dominato dal suo castello in rovina. A quell’ora eravamo praticamente le uniche anime che percorrevano le sue antiche stradine.

Oltre al bellissimo paesino, abbiamo anche apprezzato molto la strada per raggiungerlo, prima attraverso dolci campi coltivati, e poi tramite boschi ombrosi. Vorrei approfittarne per fare una digressione sulle strade lussemburghesi. Sono le migliori su cui abbia mai guidato: mantenute alla perfezione e con pochissimo traffico, nelle arterie principali c’è spesso una corsia di sorpasso alternata per superare eventuali mezzi pesanti e lumache alla guida. I limiti di velocità sono tendenzialmente alti e consoni alle condizioni delle strade, e pochissimi sono gli autovelox.

Sulla via del ritorno ad Asselborn abbiamo fatto una breve tappa a Hamiville presso un pittoresco edificio che, all’andata, aveva catturato la nostra attenzione. Trattasi di una torretta in mezzo ai campi con un tetto in paglia circolare con funzione di torre idrica, che abbiamo simpaticamente soprannominato “il Funghetto”. Qui abbiamo ammirato il nostro ultimo tramonto lussemburghese.

Giorno 4, martedì 21 maggio 2024 – Ansembourg

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Ci siamo svegliati con una leggera pioggia che batteva sull’intero granducato. Dopo la colazione presso il nostro alloggio, del quale abbiamo anche visitato il Museo dell’Antico Mulino con ingresso libero, ci siamo diretti verso sud per la nostra ultima tappa prima della riconsegna dell’auto. In realtà, avevamo inizialmente pianificato una camminata nella natura nel nord del Lussemburgo, ma il maltempo ci ha costretti a virare su un’alternativa, e bazzicando su Google Maps abbiamo trovato il Grand-Château d’Ansembourg, a pochi chilometri dall’aeroporto. Purtroppo, l’edificio è una residenza privata, e ne sono visitabili gratuitamente soltanto i bei giardini.

Siamo tornati in aeroporto sotto la pioggia, pronti per il volo di ritorno delle 12:55, che ha tardato di mezz’ora. Si è conclusa così la nostra avventura lussemburghese, che ci ha permesso di scoprire una terra sorprendente, sia per la varietà delle attrazioni, sia per la parte culinaria!

Consigli utili per un viaggio in Lussemburgo

  • La maggior parte dei lussemburghesi parla quattro lingue: lussemburghese (la lingua locale, di ceppo germanico), francese (la più diffusa come lingua franca), tedesco e inglese. Non abbiamo avuto nessun problema di comunicazione, e i cartelli e sono almeno bilingue in qualsiasi attrazione.
  • La cultura e l’architettura del Lussemburgo sono di chiaro stampo francese. Molti paesini che abbiamo attraversato si potrebbero trovare facilmente nel nord della Francia, e caffè e boulangerie offrono menù analoghi a quelli dei vicini oltre il confine occidentale.
  • Data la dispersione delle attrazioni naturali e antropiche nel Lussemburgo, consiglierei di noleggiare un’auto per spostarsi e visitare tutto con facilità. Il costo della benzina è analogo a quello italiano e, come già menzionato, la guida è piacevole e scorrevole.
  • Grande sorpresa di questo viaggio è stata la parte gastronomica: abbiamo mangiato e bevuto molto bene, e la cucina locale prende il meglio dalle tradizioni dei Paesi limitrofi. Tantissimi sono i ristoranti italiani, ma non eravamo interessati a provarli.
  • Altro fattore sorprendente sono i prezzi di molti servizi, relativamente bassi se si considera che qui gli stipendi sono i terzi più alti d’Europa dopo Svizzera e Danimarca. Mentre in questi due Paesi ti fanno pagare anche l’aria che respiri, nel Lussemburgo non abbiamo sostenuto spese eccessive rispetto a quanto siamo abituati da abitanti della Lombardia: il prezzo medio per un pasto completo va dai €25 ai €50 a testa in base alle portate ordinate (contate che se avete un appetito normale, una portata principale qualsiasi vi sazierà, anche date le abbondanti porzioni), e degni di nota sono i prezzi accessibili delle attrazioni e degli alloggi, nonché i parcheggi, quasi completamente gratuiti.
  • Ci sentiamo infine di consigliare vivamente il Lussemburgo come destinazione per una breve vacanza. È un Paese da scoprire, non ancora colpito dal turismo di massa, e che riesce a distruggere stereotipi e preconcetti e a soddisfare vari tipi di interessi.
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4 giorni in lussemburgo

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