Nel cuore delle Marche, tra bronzi dorati e tartufi alla scoperta di due incredibili borghi italiani

Scritto da: 19Simone80
nel cuore delle marche, tra bronzi dorati e tartufi alla scoperta di due incredibili borghi italiani

L’itinerario questa volta è molto intenso, non dal punto di vista delle località visitate, ma dalle cose viste soprattutto a Pergola. Dopo aver visitato la zona di Fano e Pesaro, ci addentriamo nel territorio marchigiano toccando alcune località di elevata importanza storico-culturale:

  • Pergola
  • Mondavio

La nostra “terza tappa” toccherà infatti Pergola, borgo divenuto famoso per la scoperta dei Bronzi Dorati e del tartufo bianco, il borgo di Mondavio e Montemaggiore al Metauro non lontano da dove soggiorniamo. Territorio estremamente importante dal punto di vista storico-culturale ma anche enogastronomico, qui infatti si trovano i Tartufi Bianchi pregiati di Pergola e vengono prodotte varietà di vini DOC e olio EVO. Interessante anche il vino di Visciole, prodotto tipico di queste zone e i salumi locali. Ma addentriamoci ora lungo l’itinerario, iniziando da Pergola.

Pergola, cultura ed enogastronomia senza eguali

Pergola, annoverata tra i “Borghi più Belli d’Italia“, sorge a circa 300 metri sul livello del mare nell’area della confluenza del fiume Cinisco nel Cesano. L’area fu abitata da Umbri, Etruschi, Galli Senoni e Romani, non lontano dall’antica Via Flaminia, dove furono rinvenuti i Bronzi Dorati il 26 giugno 1946. Pergola è stata una bellissima scoperta, ho avuto modo di conoscere questo borgo durante l’evento “Le 100 miglia del gusto. Attraverso le terre del tartufo da Urbino a Pergola” tenutosi presso la sede ACI di Milano il giorno 11 Aprile 2022. L’evento serviva a promuovere il territorio legato al suo prodotto d’eccellenza, il Tartufo Bianco Pregiato di Pergola, attraverso una proposta che unisce auto storiche, paesaggi, cultura ed enogastronomia.

Sono stati proposti dei piatti realizzati con prodotti che provenivano dal territorio di Pergola e la zona circostante, con l’intenzione di avviare una nuova sinergia fra Slow Food Urbino e Slow Food Milano. Il progetto pilota doveva caratterizzare la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco pregiato di Pergola, in programma il 2-9-16 Ottobre 2022, ma purtroppo annullata a causa della condizione di estrema fragilità del territorio a seguito dell’alluvione che ha colpito la zona in quel periodo.

Il Tartufo Bianco pregiato di Pergola è il tartufo più costoso in commercio, di forma tondeggiante con parte esterna liscia e di colore giallo-biancastro, lo si può trovare fresco da inizio ottobre a fine dicembre.

Pergola è soprannominata “la Città delle Cento Chiese“, questo perchè la lunga dipendenza dallo Stato della Chiesa ha fatto sì che i luoghi di culto fossero numerosi e di pregevole architettura. Inizia la nostra visita di Pergola dall’Oratorio dell’Ascensione (sec. XV) al cui interno si trova la Cappella del Palazzolo, che custodisce una serie di affreschi dipinti intorno al 1483 da Lorenzo D’Alessandro da San Severino Marche. Il luogo non è ben identificabile dall’esterno, non vi è una segnaletica e ai più passa inosservato, l’edificio è anonimo ma all’interno si nasconde un vero e proprio spettacolo inaspettato. La parete raffigura l’Ascensione di Cristo tra i Santi Secondo e Sebastiano, nella quale domina la figura di Cristo in una scena tra la Madonna, gli apostoli e i Santi.
La volta è dipinta con i 4 Evangelisti di cui ne rimangono purtroppo visibili solamente due. La parete destra è dipinta con l’Annunciazione, la Trinità e la Madonna con il bambino in trono, attribuiti ad un pittore differente.

Ci spostiamo poi al Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola, inaugurato nel 1999, che si trova nell’Ex-convento di San Giacomo (XII sec.). Raccoglie opere di rilevante interesse storico-artistico provenienti dal territorio del Comune di Pergola, è’ suddiviso in 4 sezioni che si articolano intorno all’antico chiostro. Entriamo in una sala e si ammirano subito loro, le statue dei Bronzi Dorati, l’unico gruppo di opere in bronzo dorato di epoca romana esistente al mondo. Si tratta di opere da 4 quintali di bronzo e oro forgiati oltre 2000 anni fa, rinvenuti casualmente in un campo nel 1946. Si spengono le luci e inizia un vero e proprio viaggio multimediale e quasi interattivo, che racconta la storia dei Bronzi Dorati, come sono stati realizzati e i loro preziosi dettagli.

La presentazione è ben realizzata e molto particolare, non mi è mai capitato di assistere ad una cosa di questo tipo, devo ammettere che è una bella idea, particolare, per nulla noiosa. Le ipotesi sull’identità delle persone rappresentate nelle statue sono molte, tra queste quella che raffigurino personaggi appartenenti alla Famiglia dell’Imperatore Tiberio. La sezione storico-artistica raccoglie innumerevoli opere importanti, tra queste sono degne di nota la Pietà di Sant’Agostino (XV sec.), tra le più suggestive a livello Nazionale e la statua di San Secondo (XV sec.), Santo Patrono della città, che nel palmo della mano destra custodisce una piccola riproduzione della città.

Altra opera importante è il polittico di San Giacomo con Sant’Agostino Vescovo (XVI sec) opera di Girolamo Nardini, le cui tavole furono trafugate da Napoleone e trasferite a Milano. L’opera si trovava sull’altare maggiore della Chiesa di San Giacomo, in loco rimase solamente la cornice con le lunette. Le 5 tavole sono di proprietà dell’Accademia di Brera di Milano ma affidate al Museo dei Bronzi Dorati di Pergola. La pinacoteca del Museo raccoglie opere provenienti dal territorio, una sezione numismatica, una sala dedicata a reperti romani, degli arredi lignei settecenteschi e ha inoltre una sezione dedicata all’arte contemporanea con numerose incisioni del noto artista pergolese Walter Valentini, esponente di spicco dell’astrattismo lirico italiano ed europeo. Vi si trovano infatti circa 40 incisioni dedicate ai “Canti di Leopardi” e a “Galileo Galilei”, realizzate per conto dell’editrice “Unaluna” di Milano che ne ha tratto alcuni volumi. Sono inoltre esposte le lastre originali su cui Valentini ha inciso il metallo.

Terminata la visita al museo ci dirigiamo verso la Chiesa di Santa Maria delle Tinte (XVIII sec.) dove ci aspetta Eleonora, tra le persone che fanno parte del gruppo di volontari di Pergola. La chiesa fu voluta dalla Corporazione dei Tintori e Lanaioli che aveva in quest’area di Pergola i propri laboratori ed abitazioni. Costruita in mattoni con cupola ottagonale, ha un portale d’ingresso molto semplice in pietra arenaria con scolpito sull’architrave “1787”, data che indica il termine dei lavori. L’interno a croce greca presenta una pavimentazione in cotto con la rosa dei venti, l’ambiente è predominato dal bianco delle statue e degli stucchi. L’altare maggiore conserva il piccolo affresco del “Volto della Madonna con il Bambino”, molto interessanti le antiche panche del XVIII secolo dipinte con stemmi e motivi floreali.

Pur non essendo un amante del Barocco, devo ammettere che questa chiesa affascina, impossibile nonn rimanerne colpiti. In attesa di poter visitare la Cappella dei Re Magi nel pomeriggio, decidiamo di “avventurarci” a scoprire l’area circostante, ci dirigiamo quindi alla Rocca di Pergola. I ruderi della Rocca di Pergola, demolita all’inizo del XVI secolo per volontà del Duca Guidobaldo da Montefeltro, si trova su un colle dove si domina l’intera città. Oggi l’area è completamente “assalita” da una vegetazione spontanea, si può vedere Palazzo Fulvi Cittadini (XVI-XVII sec.), edificato al posto della Rocca (XI-XV sec.). Dell’antica Rocca sono rimasti due torrioni diroccati, la Cappella Gentilizia e parte della cerchia di mura perimetrali e dei sotterranei con volta a botte.Purtroppo l’area è totalmente abbandonata a sè stessa, ed è un vero peccato perchè se queste strutture fossero recuperate potrebbero essere utilizzate per eventi culturali, oltre ad essere un ulteriore richiamo turistico.

Torniamo nel centro storico per ammirare Piazza Ginevri, il “salotto della città”, uno spazio libero aperto a tutti che si trova proprio di fronte alla Chiesa di Santa Maria di Piazza che visiteremo più tardi. Passiamo davanti al vicino Palazzo Comunale (XVIII sec.), costruito in previsione del conferimento a Pergola del titolo di città da parte di Papa Benedetto XIV. Al piano terra un ampio loggiato con uno scalone d’onore porta al piano di rappresentanza dove si trova la Sala del Consiglio. Ci addentriamo tra le vie cittadine e raggiungiamo la Chiesa di San Francesco, fondata dai francescani nel 1255 e trasformata il secolo successivo.

Ha la facciata in conci levigati con grande rosone e caratterizzata da portale a sesto acuto in pietra arenaria del XIV secolo. L’interno neoclassico a croce latina, fu trasformato nei secoli XVII e XVIII, è caratterizzato da linee geometriche, archi e lesene. L’opera principale conservata al suo interno è il Crocifisso su tavola del XIV secolo attribuito a Mello da Gubbio. La Chiesa di San Francesco ospitava un capolavoro dell’arte italiana, la pala della Immacolata Concezione di Carlo Crivelli (XV sec.), oggi alla National Gallery di Londra.
Poco più avanti si trova il chiostro con alcune pareti affrescate, purtroppo non in buone condizioni.

Ci riportiamo lungo la via principale di Pergola e raggiungiamo la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo (XII sec.). Presenta un portale in pietra arenaria e muri perimetrali esterni in pietra a vista, il campanile originario, l’attuale Torre Civica, è stato rivisitato nel 1927. L’interno è a navata unica in stile neoclassico, all’ingresso a sinistra si trova una interessante Fonte Battesimale (1690) in stucco e legno. Alle spalle dell’altare maggiore si trova la tela della “Madonna con i Santi Andrea e Nicola di Bari” di Jacopo Palma “il Giovane”, discepolo di Tiziano. La particolarità del dipinto è che ritrae l’Arciprete Don Andrea Balduzi, in basso a destra, colui che lo commissionò.

Poco distante si trova il Duomo (1258), edificato dai monaci agostiniani, con facciata neoclassica ed interno tardo barocco a 3 navate e l’antica torre campanaria in stile romanico-gotico. Di particolare interesse un Crocifisso dipinto su tavola del XIV secolo e un altro Crocifisso in terracotta del XVI secolo, il Reliquario. Notevole esempio di oreficeria tardogotica il Reliquiario del Capo di San Secondo, in rame dorato, argento e smalti del XV secolo. Giunge l’ora dell’appuntamento per visitare la Cappella dei Re Magi (XVII), gioiello di arte barocca, situata propro di fronte al Duomo. In attesa dei volontari, conosciamo una coppia di Trento che insieme a noi vorrebbe poter visitare questo luogo, nessun problema da parte nostra e dei gentilissimi volontari. La struttura è costruita in laterizi con pietre agli angoli e dalla particolare forma di torre, in origine era una cappella laterale della Chiesa di San Pietro, demolita nel 1840. Si tratta di un vero e proprio scrigno d’arte barocca, riccamente decorata da stucchi dorati e da 8 statue in gesso di Profeti e Sibille.

Raccoglie importanti opere al suo interno come quella sull’altare marmoreo dell’Adorazione dei Magi (opera da cui prende il nome la chiesa), dell’artista pisano Aurelio Lomi, fratello di Orazio Gentileschi. Anche la volta è riccamente decorata, dipinta con le figure dei quattro Evangelisti negli angoli ed il Padre Eterno nella parte centrale. Per lungo tempo e fino a pochi decenni fà, la chiesa è stata utilizzata come Battistero del Duomo.

Ci spostiamo tutti poi alla Ex Chiesa di Santa Maria in Piazza (XIX sec.), ritenuta la prima della città, esisteva infatti fin dall’inizio del XI secolo anche se fu trasformata nel 1831. Della costruzione originaria romanico-gotica rimangono pochissime tracce sulla facciata e sulla parete absidale esterna. Dopo il terremoto del 1997 che colpì Marche e Umbria, durante i lavori di consolidamento della chiesa, è venuto alla luce un affresco della prima metà del XV secolo nella parete absidale del presbiterio. Nell’affresco sono ancora visibili sulla sinistra la Vergine dolente con le pie donne e l’apostolo Giovanni, al centro non più presente, il Cristo crocifisso fra i due ladroni di cui rimangono minime parti, sulla destra sono ancora ben delineati San Giovanni Battista e Sant’Atanasio Vescovo. La parte centrale fu rovinata dalla costruzione della nicchia per collocare l’altare ligneo del XVII secolo, si salvò solo un frammento raffigurante il volto del Cristo, ritrovato nella canonica del Duomo solo pochi anni fa. Oggi è sede del gruppo dei volontari di Pergola. Parlando con i volontari, il Signore della coppia che abbiamo conosciuto (purtroppo non ricordo i loro nomi), chiede se sia possibile visitare il Teatro cittadino. Purtroppo ci dicono che non era possibile visitarlo al momento ma eventualmente il giorno seguente, ma da lì a pochi minuti arriva uno dei volontari con le chiavi prese in Comune!

I gentilissimi volontari ci portano a visitare questa eccellenza architettonica e culturale di Pergola, il Teatro Angel Dal Foco (XVII sec.). Ricavato all’interno dei magazzini del Monte di Pietà, quando ormai lo spazio del salone del Palazzo Comunale era divenuto insufficiente. Presenta una pianta interna particolare, realizzata a “U” per adattarsi alla struttura che lo ospita, con 3 ordini di palchi (44 in totale), platea e loggione. Lasciato per decenni in stato di abbandono, solo dopo il crollo parziale del tetto nel 1981 è iniziata l’opera di recupero, riaperto a fine 2002, oggi tornato alla sua attività. Il Teatro Dal Foco è una vera chicca, dobbiamo ringraziare i volontari di Pergola e l’Amministrazione Comunale per averci dato l’opportunità di poter visitare tale meraviglia!

Curiosità – La Subappennina Italica

La ferrovia che collega Fabriano a Pergola, lunga 31.6 Km, chiamata “Subappennina Italica” in quanto nacque come parte di un progetto più ampio che avrebbe dovuto unire direttamente l’area marchigiana a quella romagnola con capolinea Sant’Arcangelo di Romagna, fu originariamente progettata per scopi bellici. Inaugurata alla fine del 1800, è tra le linee ferroviarie più antiche d’Italia. Il tronco tra Fabriano e Pergola fu aperto il 28 aprile 1895; tre anni dopo la linea fu, quindi, prolungata da Pergola a Urbino. Proprio questo tratto, nel 1926, fu sede del primo esperimento italiano di Dirigenza Unica. La ferrovia subì ingenti danni durante la Seconda Guerra Mondiale con l’interruzione del servizio fino al maggio del 1947, anno in cui riprese l’esercizio sul tronco Fabriano – Pergola mentre venne dismesso il restante tratto fino a Fermignano.

La Fabriano – Pergola, per tutta la seconda metà del ‘900, continuò la sua tranquilla esistenza garantendo il servizio ferroviario ai pendolari residenti nella Valle del Cesano. Nel 2013, a causa di una frana, la linea venne interrotta ed il servizio sostituito da bus. Il 26 settembre del 2021 la linea è stata riaperta all’esercizio per fini turistici.

Pergola è come uno scrigno che racchiude molti tesori, è impossibile non rimanere affascinati dalla sua bellezza! Lasciamo Pergola per ritornare verso il nostro alloggio, fermandoci a Mondavio. Si ringraziano per la cortesia, disponibilità e immensa ospitalità, l’Amministrazione Comunale di Pergola in particolar modo la Sig.ra Sindaco Simona Guidarelli e la Dott.ssa Sabrina Santelli (Ass.re al Turismo), l’Ufficio IAT di Pergola, dipendenti del Museo dei Bronzi e tutti i volontari che ci hanno permesso di apprezzare Pergola e le sue meraviglie.

Mondavio

Da Pergola arriviamo a Mondavio in circa 30 minuti, tra i borghi “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, è un magnifico borgo fortificato adagiato sulle colline nell’entroterra Pesarese, fra le valli dei fiumi Metauro e Cesano. La meravigliosa cinta muraria, perfettamente conservata, racchiude al suo interno l’antico borgo, inserito tra “I Borghi più belli d’Italia“.

Nel corso dei secoli Mondavio è stata sotto il dominio dei Malatesta, dei Medici, dei Montefeltro e dei Della Rovere fino al 1631, quando passò allo Stato della Chiesa. Chiuso dalla cinta muraria e difeso dalla Rocca, fu centro amministrativo, commerciale, religioso e culturale di un ampio territorio, i palazzi e le chiese conservano ancora oggi i segni del glorioso passato.

Ci troviamo in Piazza Matteotti, la piazza principale del borgo, dove si affacciano il Palazzo Municipale e la Chiesa di San Francesco. La struttura del Palazzo Municipale (1930) è realizzata in laterizio e presenta una torre campanaria in cima all’edificio. Nella Sala Consigliare si possono ammirare pregevoli affreschi che raffigurano gli stemmi di Mondavio e di 12 Comuni limitrofi, custodisce inoltre una preziosa pala d’altare “Madonna con Bambino” datata 1385. La vicina Chiesa di San Francesco con il chiostro, edificata per volontà di San Francesco di Assisi in occasione di una sua sosta a Mondavio nel XIII secolo.

Esternamente ha una architettura molto semplice in laterizio, l’interno a unica navata invece è tipicamente barocco. Al suo interno si trovano opere interessanti come “Immacolata Concezione” (XVI sec.) di Giuliano da Fano, allievo del Perugino. A destra della chiesa si trova il chiostro dell’ex convento, a 18 arcate a tutto sesto con volte a crocera intonacate, che ospita il Museo Civico. Raggiungiamo poi la Rocca (XV sec.) il principale monumento di Mondavio, commissionata da Giovanni della Rovere. La struttura della Rocca è balisticamente perfetta, la particolare forma del mastio, ottagonale a base larga con pareti esterne trapezioidali inclinate, è frutto di calcoli geometrici ed abilità architettoniche.

Creata per adeguare i sistemi di difesa dell’epoca dovuti alla scoperta della polvere da sparo, non ha subito mai alcun attacco. La Rocca è circondata da un profondo fossato che raccoglie il parco di “macchine da guerra”, fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi e altre macchine da assedio del periodo medievale. Nella Rocca di Mondavio ha sede il Museo di Rievocazione Storica, dove sono state ricostruite ambientazioni con personaggi e oggetti dell’epoca. Un importante evento che anima Mondavio è la Caccia del Cinghiale che si svolge ogni anno a nei giorni di Ferragosto. Si tratta di una drievocazione storica con banchetto rinascimentale, gare di abilità di tiro con l’arco e con la balestra, spettacoli, esibizioni in costume, che culmina con la simulazione dell’incendio della Rocca.

Montemaggiore al Metauro

Lassciamo Mondavio per dirigerci a Montemaggiore al Metauro, borgo medievale adagiato sopra un colle. Conosciuta per la coltivazione dei crisantemi e la produzione vinicola del “Bianchello del Metauro”, non ha nulla di interessante, se non la particolarità di essere un albergo diffuso.

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