Naxos e Delos: alla scoperta delle Cicladi di oggi e di ieri
Le Cicladi ci hanno confermato che in Grecia sole, mare, cultura, natura e ospitalità la fanno sempre da padrone, ma ci hanno anche sorpreso per la forte identità culturale e l’originalità architettonica che le contraddistingue e che le rende mete uniche e gettonate dai turisti di tutto il mondo. Per noi che abbiamo visitato già una decina di isole greche tra Ionie, Sporadi, Dodecaneso e Creta, Naxos è stata una piacevolissima scoperta: ciò che di essa in primis ci ha molto colpito, distinguendosi dalle altre isole greche, è stata l’architettura e l’urbanistica. Abbiamo visto, perfettamente integrati nel territorio, abitazioni e resort costituiti da fabbricati squadrati al massimo di due piani, senza tetto, solitamente imbiancati con calce (e con porte e finestre dipinte d’azzurro), ma anche tinteggiati nelle tonalità del giallo tenue e/o costruiti con materiali ricavati dalle montagne e dai fiumi dell’isola. Abbiamo notato le torri multipiano del colore della pietra e della terra, mimetizzate con l’ambiente circostante, e le numerosissime chiese, solitamente imbiancate con calce, costruite nei punti più improbabili dell’isola.
Naxos, in relazione alle sue dimensioni, è un’isola poco sfruttata dal punto di vista turistico e, forse anche per questo, personalmente, da preferire ad altre isole. Godetevi le numerose e incantevoli spiagge della parte sud-occidentale dell’isola, addentratevi nell’interno per vedere la fertile vallata della Traghea, coperta di ulivi, ma anche di vigneti e cedri, ed i tranquilli villaggi di montagna (se siete degli escursionisti, provate ad avventurarvi per i sentieri segnalati che collegano i principali villaggi montani e lungo i quali potrete visitare numerose antiche chiese bizantine), fatevi incantare dalle vestigia del periodo cicladico, miceneo, classico, bizantino e veneziano, testimoni dell’importanza politica ed economica dell’isola, continuativamente abitata dal IV millennio a.C.. Girate l’isola più che potete, per goderne appieno, programmando oculatamente le escursioni in considerazione del vento che, purtroppo, soffia costantemente (qualche volta ci ha costretto a rinunciare alla spiaggia e ad indossare una maglia nella passeggiata post-cena, ma in compenso ci ha permesso di stare senza aria condizionata nella stanza per tutta la durata della vacanza!!!). La temperatura si è sempre aggirata tra i 27 ed i 30°, senza umidità (meraviglioso!).
Allora? Non avete ancora prenotato? Vista la positiva esperienza di questa estate, non posso che consigliarvi di andare a Naxos, magari tenendo presente le informazioni che seguono. Sono sicura che non ve ne pentirete!
COME RAGGIUNGERLA. Naxos, la più grande delle isole Cicladi, è dotata di un piccolo aeroporto, sito a 3km a sud della Hora, che non è raggiungibile dagli airbus delle compagnie low cost, ma solo da piccoli aerei della Olympic che partono da Atene. Giornalmente i voli, di 45 minuti, sono al massimo due (alle 7.00 e/o alle 14.00) ed il costo a tratta nel mese di luglio è di circa 90€. Su Atene si può volare con Easyjet partendo da Milano Malpensa in 2 due ore e 30 minuti (costo della sola andata € 132,00 prenotando con un mese di anticipo sulla partenza). Molti scelgono di volare su Mikonos o su Santorini e raggiungere Naxos con il traghetto e/o il catamarano. Noi abbiamo volato su Atene e ci siamo traghettati dal Pireo. La Blue Star Ferries impiega tra le 5 e le 6 ore per raggiungere la Hora di Naxos (unico porto dell’isola) e costa € 33,50 per persona a tratta (la macchina costa € 81,50 a tratta). Il traghetto parte la mattina presto dal Pireo, alle 7.25 (e arriva a Naxos alle 12.30) o alle 17.30 (arriva a Naxos alle 23.35 dopo aver fatto scalo ai porti di Syros e Paros). I catamarani coprono la distanza Pireo-Naxos in 4 ore e costano intorno ai 50€ a tratta per persona. Presso il porto troverete taxi o autobus che vi condurranno alle località scelte per il vostro soggiorno.
COME GIRARLA. I mezzi a disposizione per andare alla scoperta dell’isola sono molti. Si va dall’autobus (che collega la Hora alle principali spiagge della costa sud-ovest di Naxos, ad Apollonas, a nord, ed ai principali villaggi montani all’interno dell’isola) e dal taxi, che partono dalla piazzetta antistante il terminal traghetti del porto della Hora, a quelli a noleggio, come l’auto, lo scooter, il quad e la bicicletta. Numerosi noleggi sono presenti nella Hora, ma diversi se ne trovano anche addentrandosi nell’entroterra. Personalmente il consiglio è quello di spostarsi in auto se si vuole perlustrare la zona nord-ovest dell’isola (in quanto si deve percorrere una strada di montagna brulla ed esposta al vento, che corre alta sul livello del mare con molte curve e tornanti, anche se non impegnativi) o esplorare la costa sud-est (su una strada sostanzialmente rettilinea che viaggia quasi a livello del mare, ma piuttosto lunga), nonché i villaggi dell’interno, come Filoti e Apiranthos, adagiati su versanti di montagne, la più alta delle quali è il Monte Zeus con i suoi 1004 m. Se volete semplicemente raggiungere le spiagge extra-cittadine, attrezzate o semi-attrezzate, da Agia Anna a Pirgaki, potrebbe essere sufficiente ed economico spostarsi con l’autobus. Se viaggiate in auto, tenete presente che le spiagge dopo Agia Anna e fino al Capo Mikrì Vigla, nonché da Pirgaki ad Agiassos sono raggiungibili viaggiando su strade sterrate, parzialmente invase dalla sabbia delle spiagge che fiancheggiano, assolutamente percorribili a velocità moderate. Le stazioni di rifornimento di carburante sono molte sull’isola; le più convenienti sono quelle nei dintorni della Hora e nei villaggi del suo immediato entroterra.
DOVE DORMIRE. Le strutture ricettive dell’isola sono numerose e variegate: si va dalle stanze in affitto, con bagno e balconcino privato (domatia), agli studios (domatia munite di angolo cottura), ai camping, piuttosto che agli hotel veri e propri o alle spa. Se arrivate sull’isola senza aver preventivamente prenotato l’alloggio, nella piazzetta antistante il molo dei traghetti della Hora troverete dei cartelloni e dei totem elettronici con l’elenco delle principali strutture ricettive a disposizione. Noi abbiamo alloggiato nella Hora, in zona Grotta, ovvero nella prima parte della costa che si stende a nord dell’isolotto della Palatia, a qualche minuto a piedi dal lungomare della Hora. Precisamente abbiamo dormito una notte al recente Hotel Grotta in una camera matrimoniale ampia, funzionale ed arredata con gusto, dotata di frigo, aria condizionata, tv, bagno, balcone, area comune wire-less al prezzo di 60€, colazione abbondante e variegata inclusa, servita in una sala comune con spettacolare vista sull’isolotto della Palatia, e per una decina di giorni allo Studios La Fontana, che si affaccia sulla strada principale che porta dalla Hora ad Engares, difronte ad un piccolo parcheggio prospiciente la spiaggia Grotta beach e vicino alla Cattedrale Ortodossa della Hora. Per 35€ al giorno abbiamo avuto a disposizione una stanza con un letto matrimoniale ed uno singolo, tv, un angolo cottura (completamente attrezzato, un frigo, un bagno con doccia, un balcone con tavolo, due comode sedie sdraio e filo/mollette per stendere, wi-fi gratuito nella stanza. La permanenza presso gli Studios è stata piacevolissima, potrei dire la migliore in quasi quindici anni di onorate ferie elleniche. Ottima la pulizia della stanza (giornaliera, con cambio degli asciugamani e delle lenzuola ogni tre giorni), acqua calda sempre disponibile, ottimi letti per un sonno tranquillo, ma soprattutto l’autentica ospitalità greca dei suoi proprietari, quella con la o maiuscola, quella che ti fa sentire a casa anche se ti trovi a migliaia di chilometri dalla tua patria ed in un contesto culturale diverso da quello che ti è proprio. Ci siamo sentiti coccolati dal simpatico ed espansivo Yorgos e dalla sua dolce e discreta moglie Sofia, che ci hanno accolto donandoci delle buonissime marmellate fatte in casa e dello tsipouro e che ci hanno fornito utilissime indicazioni sulle spiagge, sulle taverne e sulle località dell’isola da visitare.
COSA MANGIARE. Viste la varietà e la bontà della gastronomia locale tenete sempre presente che sarà difficile, oltre che un peccato mortale, resistere alla tentazione di gustare i prodotti del luogo. Mi riferisco in particolare ai numerosi formaggi locali, al vino (Dioniso è stato il dio più venerato sull’isola), al delicato Kitron (liquore al cedro), alla gustosissima patata, proposta in tantissime versioni, sia come antipasto che come contorno (buonissime le patate fritte tagliate rigorosamente a mano), al galletto al vino.
Se optate per un pasto veloce, gustatevi una buonissima pita-gyros dal PIRATA BITE, un piccolo localino con 4 tavolini sul lungomare della Hora, difronte al molo di attracco dei traghetti per le piccole Ciciladi e per Mikonos/Delos, oppure provate la pita-kebab (ovvero la pita con una polpetta oblunga di carne d’agnello e di maiale) comodamente seduti ad uno dei tanti tavolini della grill house TO SPITIKO, sita al termine del lungomare della Hora. Se volete cimentarvi con pasti più sostanziosi presso le taverne della Hora vi consiglio vivamente di provare la taverna IRINI’S, posta all’inizio del lungomare della Hora, dopo la farmacia, dove con solerzia, simpatia e cortesia dei poliglotti camerieri vi serviranno a prezzi assolutamente competitivi dei succulenti e gustosi antipasti e primi piatti tipici della tradizione culinaria locale ed ellenica, offrendovi sempre a fine pasto il dolce (risogalo) ed il liquore (kitron/rakì). Ci sono piaciute anche la cucina casalinga della taverna TO KATI ALLO, sita in una stradina che corre parallela alla principale via sulla quale si trovano tutti i locali del lungomare (provate la brizola e la salciccia di Naxos, entrambe cotte alla brace e accompagnate da un’abbondante porzione di patate fritte) e quella della taverna MARÒ, che si trova un po’ all’interno rispetto al termine del lungomare della Hora, poco oltre la Plateia Evripeau. Se volete cenare in un’atmosfera più romantica, provate la taverna LUCULLUS, nell’Old Market della Hora: i tavolini sono siti in parte all’interno della taverna, in parte al suo esterno, sulla strada principale che attraversa l’Old Market e in una sua laterale. Vi verranno serviti piatti tradizionali con varianti originali quanto ad ingredienti e presentazione della pietanza, ad un prezzo un po’ più alto della media, ascoltando dell’ottima musica greca dal vivo, proposta da un affiatato duo di cantanti che si accompagna con chitarra e buzouki. Se vi spostate dalla Hora, cenate alla taverna PARADISO che si trova a Maragas, appena terminata la spiaggia di Agia Anna. Potrete gustare un ottimo pasto godendovi un bellissimo e romantico tramonto sull’isola di Paros dai tavolini posizionati letteralmente sulla spiaggia (provate il bifteko ghemistò, ovvero una sorta di hamburger speziato cotto alla brace, ripieno di formaggio, pomodoro e pancetta; è una delizia). Se invece vi allontanate dalla costa, non mancate di fermarvi alla taverna I PIGHÌ, che si trova ad Ano Potamià. Potrete gustarvi un ottimo e abbondante pasto su una ampia terrazza ben ventilata all’ombra naturale di vari alberi e con il rumore dell’acqua corrente della sorgente, che vi sgorga accanto. Se visitate Apiranthos, invece, non mancate di pranzare alla taverna PLATANOS, comodamente seduti all’ombra di un frondoso platano o su una terrazza con vista sulle montagne circostanti. Il menù non è ricchissimo, ma i piatti sono molto buoni.
Se infine volete rinfrescarvi e addolcirvi, ma senza appesantirvi, provate il delizioso frozen yogurt di MYOO, un locale all’inizio del lungomare della Hora, sito accanto alla grill house del Pirata Bite. Potrete prepararvi da soli una coppa di frozen yogurt greco, scegliendone i gusti base e le guarnizioni (frutta fresca e secca, cioccolata, biscotto ed altro) nelle quantità desiderate al costo di € 2,00 ogni 100 g.
Per acquisti vari avete inoltre a disposizione molti minimarket già nella Hora e molti supermarket nelle immediate vicinanze.
LE SPIAGGE. Le spiagge migliori dell’isola sono sicuramente quelle site, senza soluzione di continuità, nella parte sud-occidentale dell’isola, che va da Agia Anna ad Agiassos. Si tratta di spiagge di sabbia grossa dorata e in qualche tratto bianca (di quella che si toglie dalla pelle con un veloce gesto della mano) ed acque limpidissime e fresche sulle tonalità dell’azzurro, che diventano profonde a una decina di metri dalla riva. Molte di esse, soprattutto quelle fino a Plaka, sono attrezzate o semi-attrezzate, con la possibilità di ristorarsi in taverne e snack-bar a ridosso della spiaggia. In quasi tutte le spiagge attrezzate due lettini ed un ombrellone vi costano 6€ per l’intera giornata. Un consiglio: nel caso in cui il meltemi, che soffia costantemente, si facesse sentire più intensamente, rifugiatevi sulla spiaggia di Agios Prokopios ed evitate invece quella di Mikrì Vigla.
Tenete presente che le spiagge della parte sud-occidentale dell’isola sono tutte molto lunghe e raggiungibili per una strada che si allontana dalla Hora costeggiando il mare, asfaltata fino ad Agia Anna e poi sterrata fino a Mikrì Vigla e da Pirgaki ad Agiassos. Le spiagge della costa nord-occidentale (Amitis e Abram), sono invece raccolte e raggiungibili deviando dalla strada principale che viaggia alta sui fianchi della montagna. Le spiagge della parte sud-orientale dell’isola sono anch’esse molto corte e per lo più costituite di ciottoli, solitamente piccoli e levigati, che non impediscono una passeggiata a piedi nudi, anche se in alcuni casi è meglio calzare delle ciabatte o delle scarpe da scoglio per entrare e uscire dall’acqua, e sono totalmente libere e disabitate.
Agios Geòrgios. È la spiaggia cittadina, attrezzata, di sabbia fine e acqua che diventa profonda molto lentamente. Si sviluppa appena oltre il Municipio della Hora, dopo il capo ove si trova la Chiesa di Agios Georgios. È dotata di taverne e locali a ridosso della spiaggia e di numerose strutture ricettive, quali hotel e studios.
Agios Prokòpios. Bellissima spiaggia di sabbia dorata a grani grossi e acqua cristallina, molto lunga e parzialmente attrezzata, con vista sull’isola di Paros. Vi potete arrivare uscendo dalla Hora in direzione Ag. Arsenios. Dopo aver lasciato alla vostra sinistra l’aeroporto e alla destra una ventosa spiaggia frequentatissima dai surfisti, avete due possibilità: girare a destra seguendo l’indicazione per una chiesa (arriverete all’inizio della spiaggia molto profonda e lunga di Ag. Prokopios, attrezzata con un po’ di ombrelloni ed una taverna alle spalle) o proseguire a sinistra. In quest’ultimo caso accederete ad Agios Prokopios attraversando una strada stretta, sulla quale affacciano alcuni caffè/grill dove potrete gustare pasti veloci/colazioni/crepes e gelati, che poi si immette sul lungomare con numerose taverne. Assolutamente consigliata per la bellezza, la sua relativa tranquillità e la possibilità di viverla anche in presenza di vento. Noi abbiamo più volto usufruito di due sdraio ed un ombrellone al costo di soli 6€ gestiti da una taverna del lungomare.
Agia Anna. Una bella spiaggia sabbiosa poco profonda e semi-attrezzata, alle cui spalle si trova un piccolo abitato con taverne e locali che guardano il mare, divisa in due parti da un piccolo molo, dal quale parte il caicco Jonas, che effettua crociere fino all’estremità meridionale dell’isola.
Maragas. Bella spiaggia non attrezzata e profonda, con sabbia bianca, che si incontra appena lasciata Agia Anna, dopo aver superato un piccolo promontorio dominato da una piccola chiesa imbiancata con la calce, che guarda su degli scogli e su un piccolo tratto sabbioso frequentato da nudisti. Ricordatevi di cenarvi al tramonto seduti ai tavolini della taverna Paradiso (sarà un momento romantico che vi porterete nel cuore!).
Plàka. Spiaggia sabbiosa molto lunga semi-attrezzata, con numerose dune, che si configura come la naturale prosecuzione della spiaggia di Agia Anna e Maragas. Non vi rimane che l’imbarazzo della scelta in merito al punto in cui fermarvi e farvi un meraviglioso rinfrescante bagno.
Orkòs. Tratto di spiaggia tra Plaka e Mikrì Vigla con sabbia bianca e acqua cistallina, disabitato ed esposto al vento e per questo non frequentato.
Capo Mikrì Vigla. Un piccolo promontorio roccioso separa due belle spiagge: una con dune di sabbia bianca estremamente esposta al vento e frequentata quasi esclusivamente dai kyte-surfisti, una un po’ più riparata e deserta. Non perdetevi quella frequentata dai surfisti: potrete godere del bellissimo spettacolo costituito dal contrasto tra il bianco della sabbia, il blu del mare, la bianca spuma delle onde che si infrangono sulla battigia e l’azzurro del limpidissimo cielo punteggiato dei mille colori delle vele dei kyte-surf. Vi si arriva da Plaka dopo essere passati per Tripodes.
Kastràki. È una spiaggia piuttosto piccola, dall’aspetto un po’ abbandonato ed esposta al vento, con pochissimi ombrelloni, una taverna ed alle spalle qualche abitazione/studios.
Capo Alikò. Vi sorgono le fondamenta di un grande complesso turistico belga incompiuto degli anni 50 ai piedi del quale si affacciano diverse splendide calette riparate dal vento, per sostare sulle quali dovrete essere già forniti di ombrellone, cibo e acqua. Dall’altra parte del capo si apre una bella piccola spiaggia sabbiosa del tutto deserta.
Pirgàki. E’ una lunga spiaggia di sabbia non attrezzata, con molte dune, alle cui spalle sorgono alcune strutture abitative.
Agiàssos. E’ una spiaggia molto lunga di sabbia fine, con l’acqua che diventa profonda molto gradatamente, non attrezzata, con un’unica taverna e degli studios nelle vicinanze. Ha un grande potenziale ricettivo ancora da sfruttare.
Pànormos. Spiaggia di piccoli ciottoli con acqua cristallina e fondale di sabbia ad un metro dalla battigia, piccola e raccolta in una baia, con alle spalle alcune palme, qualche casa ed un piccolo chiosco con bibite e snack, che mette a disposizione dei tavolini con sedie a ridosso della spiaggia. Vicino agli scogli, ai lati della spiaggia, abbiamo notato la presenza di tanti ricci. A 100 m dalla spiaggia si trova l’acropoli di Panormos risalente al periodo protocicladico, che però non abbiamo potuto visitare perché il cancello d’accesso era chiuso. In sé la spiaggia non meriterebbe i chilometri fatti per raggiungerla, ma il percorso Panormos-Moutsouna giustifica invece ampiamente la deviazione per questa spiaggia sperduta. La strada costeggia il mare e godrete di un bel paesaggio, scoprendo qua e là piccole spiaggette disabitate (tra le quali Klidos e Psili Ammos, lunga e disabitata).
Moutsoùna. La spiaggia di Moutsouna è piccola e sabbiosa ed è a ridosso del piccolo porticciolo sul quale affacciano un paio di taverne, dove si dice cucinino dell’ottimo pesce, e qualche abitazione. Dal piccolo porto veniva imbarcato per l’esportazione lo smeriglio. Il minerale estratto dalle montagne della regione circostante vi veniva trasportato mediante una ferrovia aerea, i cui resti arrugginiti si possono vedere ancora oggi. L’estrazione del minerale, iniziatasi nel 1923 e protrattasi fino al 1978, è stata significativa, con esportazione in tutto il mondo, fino al 1947, anno in cui gli Americani hanno scoperto il più economico smeriglio artificiale.
Apollònas. Piccola spiaggia di sabbia fine, non degna di particolare nota, a ridosso della quale vi sono diverse taverne, che cucinano molti piatti di pesce e di carne, e qualche snack bar.
DA VEDERE.
HORA. Non dovete assolutamente fare a meno di passeggiare sul lungomare della Hora, ovvero la strada pedonale che costeggia il porto e sulla quale si affacciano taverne, caffè, negozi e agenzie di viaggio, ma soprattutto girovagare per le viuzze della Hora, che si infilano e spariscono tra le tipiche abitazioni cicladiche, addossate le une alle altre e spesso collegate da passaggi ad arco, nonché curiosare nei numerosissimi negozietti e sedersi ai tavolini delle taverne per soddisfare il palato con gustose specialità mediterranee. Curiosate nell’Old Market e rimarrete incantati dall’originalità degli oggetti creati dagli artisti locali ed esposti in modo accattivante. Lasciato il quartiere di Boùrgos, anticamente abitato dai greci, salite fino al quartiere del Kàstro, in cima alla collina dove un tempo risiedevano i cattolici veneziani. Vi potrete accedere attraverso due porte, la Trani Porta (a nord) e la Paraporti (a sud). Il panorama che ne godrete vi ripagherà della salita e vi darà la possibilità di visitare la Cattedrale Cattolica, che risale all’età medioevale, con un altare centrale barocco del 17° secolo sormontato da un’icona bizantina a doppia faccia della Madonna Eleousa a figura intera (solitamente viene rappresentata a mezzo busto) e di San Giovanni Prodromo, del 12° secolo. Nel quartiere del Kastro potrete vedere anche la Cappella Casaccia (di Marco Sanudo), la Scuola delle Orsoline (già Torre del Palazzo Sanudo), l’Abbazia dei Cappuccini, il Museo Veneziano Della Rocca-Barozzi, nonché il Museo Archeologico*, sito nella Scuola Commerciale (già gestita dai gesuiti e dai salesiani). Nella zona denominata Grotta nella parte settentrionale della Hora potrete visitare la Cattedrale Ortodossa, del XVIII secolo, nonché il Museo Mitropolis*. Al tramonto, invece, gustatevi il panorama che si gode sull’isola di Mikonos o sulla Hora dall’isolotto denominato Palàtia collegato da una lingua di terra alla riva, già acropoli di un insediamento cicladico nel III millennio a.C., sul quale si erge maestoso il portale marmoreo, detto Portara, di un tempio ionico dedicato ad Apollo, iniziato e mai terminato nel 530 a.C. sotto il despota Ligdamis. La fantasia popolare lo immagina come il palazzo di Arianna, quello in cui Teseo la abbandonò, dopo che lei lo aveva aiutato a fuggire dal Labirinto di Creta, e dove la stessa trovò consolazione tra le braccia di Dioniso.
* Museo Mitròpolis, davanti alla cattedrale Ordotossa in zona Grotta (ingresso gratuito, dalle 8.30 alle 15). A Naxos ci fu il più importante insediamento miceneo nelle Cicladi risalente al XIII-XI sec. a.C., in seguito abbandonato come abitato per la minaccia proveniente dal mare e riutilizzato come luogo di sepoltura e adorazione degli antenati dal IX sec. a.C. fino al I sec d.C. e nuovamente come sede di abitazioni private dai Romani nel II sec. d.C.. Nel museo, che è sostanzialmente un sito archeologico coperto e recintato, si visitano i resti di un laboratorio di ceramica miceneo, vicino alle mura dell’antica città, nonché alcuni luoghi di sepoltura micenei. Con una sapiente opera di scavo organizzata a livelli si fa vedere al visitatore come sono state ritrovate alcune tombe micenee. I morti venivano onorati con banchetti e fuochi accesi sopra le tombe originarie, che pertanto nel tempo sono state coperte da materiale vario di circa un metro di spessore. Dal 700 a.c. e fino al I sec. d.C. gli onori non venivano più tributati ai defunti delle singole famiglie, ma a quelli di gruppi di famiglie. Nel luogo ove si svolgevano i banchetti vi erano dei lavabi, visibili nel sito, affinchè coloro che seppellivano i morti potessero purificarsi con l’acqua del mare dopo essere entrati a contatto con la morte.
*Museo archeologico, nel quartiere Kastro (ingresso 3€, dalle 8.30 alle 15, da martedì a domenica). Potrete ammirare numerose statuette in marmo di varie dimensioni del periodo cicladico antico, rappresentanti per lo più figure femminili, da quelle informi cosiddette a “violino” a quelle successive con forme e profili più definiti, nonché statuette in terracotta del periodo ellenistico e romano e vasi e suppellettili di epoca micenea, ritrovati a Naxos e/o in altre isole delle Cicladi.
I KOURI di Apòllonas e di Flerio. Nel nord dell’isola non mancate di fermarvi lungo la strada, appena sopra il villaggio di Apollonas. Vi potrete ammirare un kouros appena sbozzato del VII sec. a.C. di oltre 10 m di lunghezza, adagiato in una cava situata alle pendici della collina che sovrasta il villaggio. La statua incompiuta, probabilmente per i danni riportati durante la lavorazione, si dice fosse destinata al tempio di Iria dedicato a Dioniso. Il villaggio di pescatori di Apollonas, piuttosto anonimo, ha però una bella posizione sul mare e merita una sosta, per un breve ristoro, in una delle taverne o dei caffè che affacciano sulla spiaggia.
Oltrepassato il villaggio di Melanes (letteralmente “scuro/nero” in greco, in senso ampio “ombroso”) vi troverete in una zona ricca di fonti di acqua e cave di marmo. Potrete vedere l’entrata del tunnel dell’acquedotto che assicurava l’acqua alla Hora (sita a 11 km di distanza) già nel VI sec. d.C., i resti dell’antico santuario dedicato alla dea della fertilità ed agli dei protettori dei lavoratori delle cave di marmo site nei dintorni, già sfruttate nel terzo millennio a.C., ma utilizzate a pieno regime tra il VII ed il VI sec. a.C.. In un giardino potrete ammirare un kouros, ovvero la statua di un giovane uomo nudo, del 570 a.C., abbandonata in loco a causa del danneggiamento subito nella sua preparazione. Nelle cave si sgrezzavano con gli scalpelli i blocchi di marmo dando loro la forma voluta e successivamente li si trascinava a valle facendoli scorrere su piste di marmo con l’aiuto di corde e slittini di legno. I kouroi ancora grezzi venivano abbandonati sul posto in caso di annullamento dell’ordine da parte dei potenti nobili che li avevano commissionati, per motivi politici, per danneggiamenti subiti durante la lavorazione o per la tardiva scoperta di difetti nel marmo. A breve distanza dal primo kouros, con una passeggiata in salita di una decina di minuti, si può raggiungere una cava in cui è adagiato un secondo kouros, anch’esso danneggiato, intorno al quale si trovano altri blocchi di marmo semilavorati abbandonati. Vista l’abbondanza, il marmo viene da sempre estratto sull’isola, utilizzato in tutta la Grecia ed esportato in Europa ed America. Gli abitanti di Naxos sono stati i primi ad introdurre l’ampio uso di questo nobile materiale nell’architettura e nella scultura tra il VII e VI secolo a.C.. I loro artigiani, a partire da queste cave di superficie, operavano a Naxos, a Delos, ad Atene, in Beozia e in molte altre aree remote.
TEMPIO DI DEMETRA ad Ano Sangrì. Si deve seguire l’indicazione per il monastero di Agios Gyroulas e proseguire per altri 2,6 km per raggiungere il tempio che si trova su una collina, che sovrasta una fertile vallata. Il tempio risale al VI sec. a.C. e ricopre un ruolo di particolare importanza nell’architettura templare: piuttosto inusuale è la sua pianta di forma quadrata con cinque colonne ioniche disposte di fronte all’ingresso principale. Nel VI sec. d.C. l’edificio fu convertito in una chiesa e il suo asse principale fu ruotato da nord-sud ad ovest-est. La struttura venne modificata, chiudendone il lato aperto dove si trovavano le colonne. La chiesa non ebbe particolare successo e fu ricostruita nel VII sec. d.C. lasciando in piedi soltanto un lato del tempio originale. Sopravvisse fino al IX sec., quando fu raso al suolo probabilmente durante una delle tante razzie dei pirati. Fortunatamente è rimasto in piedi abbastanza da farne comprendere la sua struttura originaria e le successive modifiche, anche grazie ai discutibili restauri. Nei pressi del tempio si trova anche un piccolo museo, che però è attualmente chiuso.
TRAGHEA. Non mancate di andare alla scoperta della vasta pianura della Traghea, coperta di uliveti, che contrasta con la restante parte montagnosa dell’isola, brulla e con scarsa vegetazione, che trova nel Monte Zas a 1000m la sua cima più alta. L’entroterra è costellato di chiese e di villaggi che meritano una visita, come Filoti e Halkì, ove si trovano molte case torri e vi ha sede la famosa distilleria Vallindras, che produce il kitron. Se opportunamente equipaggiati (per far fronte al terreno irregolare, al vento ed al sole) è anche possibile raggiungere a piedi i diversi villaggi della Traghea su sentieri, per la maggior parte segnalati come di medio-bassa difficoltà.
IL VILLAGGIO di Apìranthos, adagiato sul fianco del monte Fanari, detto Villaggio “di marmo” per l’imponente impiego del materiale negli edifici, nelle vie e nelle scalinate. Passeggiate per le sue stradine e godetevi l’aria fresca “di montagna” seduti all’ombra in uno dei tanti bar o taverne situati lungo la strada principale del villaggio, magari dopo aver visitato i cinque piccoli musei locali. Al costo di € 2,50 potrete visitare i musei di storia naturale, geologico, delle arti e l’interno di una casa cicladica di inizio ‘900, con arredi e le suppellettili del periodo, aperti dalle 9 alle 15, dal martedì alla domenica. Il museo archeologico è gratuito. Una curiosità: originario di questo villaggio è Manolis Glezos, ora parlamentare greco, l’uomo che nella notte del 30 maggio 1941, mentre i nazisti occupavano il paese, salì di nascosto in cima all’Acropoli ed ammainò la bandiera nazista dal pennone.
LE TORRI. Ve ne sono circa una trentina sparse su tutta l’isola e la loro costruzione iniziò nel 1600. Del colore della pietra e della terra servivano per proteggersi dai saccheggiamenti dei pirati, ma anche per imporre il dominio sui nativi. Nella torre Bazeos, vicino a Sangrì, costruita nella sua forma originaria come Monastero di Timios Stavros nel XVII secolo, si tengono alcuni concerti e spettacoli del Festival annuale di Naxos, che si svolge a luglio ed agosto e che è ampiamente pubblicizzato con manifesti nella Hora.
LE CHIESE. Sorgono numerosissime sull’isola e risalgono soprattutto all’epoca bizantina. In qualsiasi punto dell’isola voi andiate, che sia in cima ad una montagna brulla e difficilmente raggiungibile o a ridosso di una spiaggia, guardandovi intorno, distinguerete sempre e comunque un edificio imbiancato sovrastato da una croce. La presenza di chiese è talmente massiccia, che addirittura infastidisce.
PANAGIA DROSIANI a Monì. Allontanandovi un centinaio di metri dalla strada principale che corre a nord del villaggio di Halkì, poco prima di Monì, vi imbatterete nella chiesa della Panagia Drosiani, una delle più antiche di tutta la Grecia. Essa è costituita da un corpo centrale e da varie cappelle simili a grotte, decorate con alcuni affreschi risalenti al VII secolo. Si fa un vero salto indietro nel tempo!
ESCURSIONE A DELOS E MIKONOS. Ogni martedì, giovedì e domenica alle 9.15, con partenza dal molo della Hora adiacente a quello a cui approdano i traghetti provenienti dal Pireo, parte la Motonave Naxos Star, che per € 40,00 (biglietti acquistati in una delle tante agenzie sul lungomare della Hora) vi porta sull’isola di Delos (in un’ora di navigazione) e dopo una sosta di tre ore riparte alla volta di Mikonos (mezz’ora di navigazione), per una fermata di tre ore e un quarto. Al ritorno la motonave ferma anche a Paros, con rientro a Naxos alle 19. Un consiglio se non siete forti di stomaco: assicuratevi che il giorno della traversata il mare non sia mosso, altrimenti il viaggio potrebbe allungarsi anche di un’ora e mezza e potrebbe diventare particolarmente nauseante nel tratto Delos-Mikonos. La visita del sito di Delos e l’assaggio della Hora di Mikonos non vi faranno comunque pentire di aver sfidato le onde impetuose del mare Egeo (a detta del marinaio della motonave Naxos Star il vento soffia 20 giorni su 30 in questo tratto).
Una volta sbarcati a DELOS e pagato il biglietto di ingresso per il sito ed il museo (5€, dalle 8.30 alle 15, da martedì a domenica), decidete subito a grandi linee come organizzare le tre ore di visita a disposizione: c’è talmente tanto da vedere, che sicuramente tralascerete qualcosa! Noi abbiamo deciso di visitare prima il cosiddetto Quartiere del Teatro, dove risiedevano le persone più facoltose, ammirando dimore costruite intorno a peristili (cortili circondati da portici e colonne) con bei mosaici policromi, in parte conservati in originale nel locale museo. Abbiamo apprezzato la Casa di Dioniso, così chiamata per il bel mosaico raffigurante il dio del vino che cavalca una pantera, la Casa di Cleopatra, con le statue acefale dei proprietari, la maestosa Casa del Tridente, la Casa delle Maschere con uno splendido mosaico di Dioniso che cavalca una pantera, la Casa dei Delfini. La zona residenziale si sviluppò nelle vicinanze delle installazioni portuali nel II-I sec. a.C.. Del Teatro di circa 5000 posti, costruito nel 300 a.C., rimangono visibili i gradini inferiori della cavea con la base dei sedili attorno all’orchestra. Visibili sono anche i resti della cisterna di cui era dotato e che riforniva d’acqua buona parte della città. Tralasciando per questione di tempo la risalita del monte Kythnos (112 m) abbiamo attraversato la zona dei Santuari, dedicati a molteplici divinità, e ci siamo diretti al Museo, dove abbiamo ammirato diversi kouroi e korae dell’Artemision, diversi mosaici e oggetti provenienti dalle case ellenistiche e dai ritrovamenti micenei, nonché gli originali dei 5 leoni posti sulla Terrazza dei Leoni (un sesto leone si trova davanti all’Arsenale di Venezia; si stima che il loro numero fosse compreso tra 9 e 19). Queste statue furono dedicate dagli abitanti di Naxos al santuario di Apollo alla fine del VII sec. a. C. e posti sulla via che conduceva al santuario, in modo da ergersene a guardiani e da impressionare i pellegrini. Dal Museo siamo passati alla Terrazza dei leoni, alla stoà degli Italiani, a quella di Filippo, al santuario di Apollo, ai propilei. Insomma, un vero paradiso per gli amanti dell’archeologia e della storia.
E dopo questo bagno di cultura, via alla volta di MIKONOS, per un breve assaggio della sua caratteristica Hora. Sbarcati al porto vecchio ci dirigiamo a piedi verso la Hora (una decina di minuti a piedi). Il colpo d’occhio è unico e speciale. Ci addentriamo nei vicoli di porfido e tra profumi e colori apprezziamo la vivacità della Hora, con le abitazioni basse rigorosamente imbiancate con calce, con porte e infissi azzurri, ma talora anche gialli, rossi e verdi, con suggestive taverne dai rigogliosi pergolati di bouganville, con sfavillanti gioiellerie e boutique alla moda, che fanno ampiamente capire che l’isola è frequentata anche da gente molto facoltosa. Un pranzo veloce, vista porto, e una visita al quartiere Little Venice, veramente suggestivo con i suoi edifici colorati ed i suoi locali a ridosso del mare, e poco più oltre cinque mulini a vento sul crinale di una collina, con spettacolare vista sul mare. Insomma, un breve assaggio della mondana e luminosa Mikonos, che ci ha fatto solo venire voglia di tornarci quanto prima!