Naufragando in Paradiso
Il nome Maldive deriva dal sanscrito Maladiv che significa “ghirlanda di isole”. Il turismo è rimasto indifferente a questo piccolo paradiso fino al 1971, quando un certo George Corbin, giramondo di professione, sbarcò da un cargo su un’isola mai sentita prima, Malé. Da quella data, il destino dell’arcipelago mutò radicalmente. Un anno dopo nasceva il primo resort ed oggi le strutture turistiche occupano più di cento isole, affittate per 99 anni a grandi gruppi alberghieri internazionali. L’attività di essiccazione del pesce, che un tempo rappresentava la prima fonte di reddito, ha lasciato ampiamente il posto al turismo.
Per soddisfare il mio desiderio quasi ventennale di vedere almeno una volta le isole Maldive, prima che spariscano coperte dal mare e dalla nostra noncuranza, ho valutato di farlo in maniera alternativa al solito, intendendo con “solito” il soggiorno nel resort. Certo le Maldive non sono propriamente una destinazione per viaggiatori zaino in spalla o per chi, animato da finalità antropologiche cerca un contatto con la gente del posto, qui tutto sembra attentamente controllato al fine di scongiurare possibili scambi e contatti tra la popolazione locale e quella turistica, così da non stravolgere la vita tradizionale delle comunità mussulmane. Non rimanevano molte alternative per me alla permanenza in un albergo più o meno lussuoso, così ho optato per una piccola crociera in barca o “dhoni a motore” come viene chiamata da queste parti. Una soluzione perfetta dal mio punto di vista, che mi ha permesso di girovagare per due atolli, approdando ad isole completamente disabitate o a semplici lingue di sabbia, escludendo pressoché totalmente le isole occupate invece dai resort. In viaggio vengo generalmente colpita dalla “Sindrome da moto perpetuo” e temevo che trovandomi relegata per almeno una settimana in una piccola isola, dopo qualche ora avrei cominciato a battere la testa contro il pontile. In barca invece comunque ci si sposta, certo il paesaggio non può cambiare radicalmente, ma si possono visitare molte più isole, tuffarsi in mare aperto e fare snorkelling in luoghi poco o per nulla frequentati. Inoltre venire circondati da delfini, squali, tartarughe e barracuda di almeno 3 metri, cullati dal moto ondoso e dalla musica del vento, è un’esperienza indimenticabile. Le isole-resort regalano il tutto compreso in una cornice naturalistica fenomenale, ma per loro stessa natura non possono più offrire l’emozione di un territorio incontaminato o selvaggio. A onor del vero, le isole maldiviane disabitate, proprio perché abbandonate a loro stesse vedono accumularsi sulla spiaggia sempre più rifiuti portati dal mare, che ovviamente nessuno si cura di raccogliere, ragion per cui parlare di incontaminatezza, anche per le isole cosiddette disabitate, non è propriamente realistico. Ecco che un paesaggio paradisiaco si mostra in tutta la sua fragilità e diviene il nostro specchio, lo specchio di una specie sconsiderata che da due secoli inquina l’atmosfera, consuma più di quanto gli è permesso e arriva a sporcare anche gli angoli più remoti del pianeta. Appena atterrata al piccolo aeroporto di Malè, raggiungo il centro città con una sorta di traghetto e poi vengo nuovamente traghettata verso la barca che mi ospiterà per tutta la settimana a venire. Un imbarcazione in legno di medie dimensioni e di un certo fascino dovuto principalmente all’età. Il nome del “mio” dhoni è Blue Dolphin, tutti i marinai a bordo avranno meno di 25 anni ed il capitano a mala pena arriverà ai 30. Le cabine sono molto, molto, molto piccole e di giorno, quando l’aria condizionata non può essere accesa, assolutamente inaffrontabili per il caldo. Ma va bene, mica sono arrivata fino a qui per stare in cabina.
Ecco in breve l’itinerario della mia piccola crociera:
Atollo di Male Sud:
• Maniyafushi
• Kandoomaafushi
Atollo di Felidoo:
• Pic Nic Island (l’isola “parco” dei maldiviani)
• Vashugiri
• Ambara
• Bodufushi
• Bodumoora
• Hurahu kandu
Inoltre in entrambi gli atolli siamo spesso scesi sulle cosiddette lingue di sabbia, isolotti talmente piccoli da non avere un nome, che affiorano di soli pochi centimetri dall’acqua di una laguna dai colori indimenticabili. Va precisato che anche spostandosi in barca, i contatti con la popolazione locale vengono comunque ridotti al minimo, per cui mi è stato possibile scendere soltanto in due isole abitate, che sono sempre le stesse anche per i turisti che risiedono nei resort, dove oltre ai soliti negozietti di souvenir non rimane molto altro da vedere. Per visitare le isole al di fuori dei circuiti turistici bisogna ottenere uno speciale permesso di viaggio, l’Inter Atoll Travel Permit, che il Ministero dell’amministrazione degli atolli concede solamente a chi ha un invito da parte di un residente dell’isola in questione.
Le giornate sono trascorse pigramente ad un ritmo dettato dai bagni in mare, dai pasti e da albe e tramonti indimenticabili. L’equipaggio ci ha coccolato preparandoci dei pasti semplici ma sani e appetitosi e facendoci trovare tè e dolcetti fatti in casa (o per meglio dire in barca) quando si risaliva dallo snorkelling pomeridiano. La penultima sera ci è stata preparata una cena speciale a lume di candela su un isolotto disabitato con un ricco menù disposto su un tavolo di sabbia a forma di manta. A farci compagnia degli enormi paguri per nulla impauriti dalla nostra presenza.
Purtroppo la barriera corallina (almeno quella che ho potuto vedere) ha perso gran parte dei suoi colori. Vari fattori possono aver causato lo sbiancamento, tra cui l’inquinamento e l’aumento della temperatura degli oceani. Nel ‘97 e ‘98 il fenomeno del Niño, un’anomalia termica, provocò un innalzamento delle temperature delle acque superficiali costiere prolungato per diverse settimane: quasi il 90% dei coralli morirono. Oggi la situazione si dice sia in miglioramento e i reef si stanno lentamente riempiendo di nuove piccole colonie di coralli. Gli effetti del Niño sono però purtroppo ancora ben visibili. Rimangono moltissimi pesci di tutti i colori, varietà e dimensioni, grossi squali compresi!
L’ultimo giorno la barca ci ha ospitato a bordo fino alle ore 16.00, avendo il volo di rientro previsto a mezzanotte, ho potuto gironzolare un po’ per la capitale Malé. Una cittadina che nonostante le ridotte dimensioni presenta molte caratteristiche delle grandi città asiatiche, primo fra tutti il traffico di scooter e motorini. Malé è interamente ricoperta di edifici ubicati su dedali di stradine, qualche spazio verde ed un lungomare che mi ha ricordato (molto lontanamente) il Melacon dell’Avana con le coppiette e le famigliole che lo affollavano al calar della sera. A ricordarmi che non sono all’Avana ma bensì in mezzo all’oceano indiano ci sono moltissime moschee, le donne velate e l’imbarazzo che ho colto negli abitanti locali alla vista di innocue effusioni scambiate tra coppie di turisti. Passeggiando per il centro si passa davanti alla casa del presidente. L’attuale si chiama Nasheed ed è stato eletto parrebbe democraticamente dopo una lunga dittatura fatta di soprusi, detenzioni arbitrarie e maltrattamenti. Nasheed, che si dichiara allievo di Ghandi, sembra aver preso a cuore i rischi derivanti dalle mutazioni climatiche che potrebbero trasformare le Maldive nella prima Atlantide del mondo moderno, interpellando più volte l’Onu e ricorrendo anche ad iniziative plateali, convocando ad esempio la prima riunione subacquea del suo consiglio dei ministri. Già ora, mi hanno raccontato i marinai, diversi piccoli lembi si sabbia sono scomparsi coperti dalle acque e su molte isole prossime al reef esterno le spiagge si sono ridotte notevolmente. Sarebbe paradossale se un Paese che vive quasi ad emissioni zero venisse sommerso dal surriscaldamento provocato da tutti gli altri Paesi.
Informazioni pratiche e meno pratiche:
• La crociera in barca è un tipo di vacanza sconsigliato a chi soffre di claustrofobia o di mal di mare. Le cabine sono piccolissime e spesso prive di oblò. La navigazione è stata sempre tranquilla tranne nel tratto di mare aperto di ritorno dall’atollo di Felidoo e quello di Male sud, in cui ho trascorso due ore di grande paura a causa del mare mosso, con sedie che volavano, gente che vomitava e altri che mandavano messaggi di addio ai famigliari rimasti a casa, ma come si dice… tutto bene quel che finisce bene.
• Lo smaltimento dei rifiuti alle Maldive è un problema maggiore che nella gran parte dei luoghi di provenienza dei turisti. E’ buona regola riportare con se alla fine della vacanza tutta la plastica accumulata, insieme agli altri rifiuti non velocemente degradabili. Inoltre in barca poiché l’acqua delle docce scarica direttamente in mare è preferibile usare prodotti interamente biodegradabili, costano un po’ di più ma consentiranno di giungere ad incantarsi in questi luoghi anche per gli anni a venire.
• L’Islam rappresenta l’ossatura della società maldiviana ed è l’unica religione praticata nel Paese, non esistono, né sono consentite altre discipline religiose. E’ vietato introdurre immagini o simboli religiosi diversi da quelli mussulmani, anche se io non ho subito nessun tipo di controllo. Allo stesso modo sono vietati l’introduzione di alcool ed il consumo, al di fuori dei resort.
• Moneta: l’unità monetaria corrente è la Rufiya maldiviana, anche se il dollaro americano viene non solo accettato ovunque ma anche preferito. Gli Euro vengono accettati allo stesso cambio del Dollaro, ragion per cui al momento del mio viaggio era più conveniente pagare in Dollari. 1 € valeva circa 21 RM.
• Telefoni: ho acquistato in aeroporto una Sim locale prepagata della locale compagnia telefonica. La copertura è ottima, anche in mezzo al mare ed è certamente molto più conveniente di qualsiasi operatore italiano.
• Clima all’inizio di Dicembre: sole di giorno e qualche temporale la notte. Soltanto l’ultimo giorno è stato nuvoloso con anche una pioggerellina. Temperature eccezionalmente piacevoli sia di giorno che di notte e temperatura del mare caldissima (quasi troppo a voler fare i difficili), mai sentita così calda in nessun altro luogo al mondo.
Ho trascorso una settimana meravigliosa, in piacevole compagnia di nuovi amici, ammirando le isole ed il mondo sottomarino da una prospettiva unica. Sono ripartita con la nostalgia di non averle viste abbastanza.
F.