Natale a Miami non è solo un film, è soprattutto un viaggio

Una settimana fra Miami, Miami Beach, Everglades, Keys e LeBron
Scritto da: rob20pv
natale a miami non è solo un film, è soprattutto un viaggio
Partenza il: 22/12/2010
Ritorno il: 29/12/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: Fino a €250 €

Giorno 1 – arrivo a Miami

Il 22 dicembre il tempo in Lombardia non è dei migliori: pioggia mista a neve. 0°C Noi però siamo in partenza per un viaggio di Natale a Miami. Volo diretto Alitalia in orario. Aeromobile nuovissimo (Airbus 330). Pranzo buono alle 13 ora di Milano seguito da merenda alle 16 ora di Miami: peccato che per noi erano le 22 per cui qualcosa di più sostanzioso sarebbe stato meglio. Superato senza problemi l’ufficio immigrazione dopo foto segnaletica e scansione computerizzata delle impronte digitali delle 10 dita, recuperiamo i bagagli, passiamo la dogana e ci avviamo verso l’uscita dell’aeroporto di Miami che ha la forma di un enorme ferro di cavallo. 18°C, un altro mondo. Un taxi per $ 32 più 8 di mancia praticamente obbligatoria, ci porta al Grand Beach Hotel di Miami Beach. Sistemati i bagagli, ci accorgiamo di avere fame: è l’una di notte orario di Milano e non abbiamo cenato. Decidiamo di fare una passeggiata: in zona ci sono solo hotels e condomini per cui la passeggiata si allunga fino alla 41st street dove avevo visto diversi locali. Siamo piuttosto stanchi e vogliamo cenare velocemente: finiamo in un Chicken Kitchen dove, vicino ad un mastodontico poliziotto di colore che cenava prima di prendere servizio, mangiamo un discreto pollo allo spiedo (non fritto, simile ai nostri). Peccato che la pulizia non fosse delle migliori: i tavoli sembravano lucidi come se fossero stati oliati. Siamo stanchi, riusciremo a dormire abbastanza bene superando così il jet-lag.

Giorno 2 – Miami Beach

Il 23 dicembre colazione da Dunkin’ Donuts sulla 41st: muffin e cappuccino a 90° gradi. Affittiamo l’auto e per abituarmi al cambio automatico facciamo un giro per Miami e Miami Beach. Imbocco la Julia Tuttle Causeway verso Miami e usciamo su Biscayne Boulevard: lavori in corso e serie di fast food di tutti i tipi sulla sinistra. Ci fermiamo a un Taco Bell-Pizza Hut abbinati nella stessa struttura, assaggiamo pizza, panino con hamburger ed un’insalata con degli indecifrabili croccantini fucsia: fosforescenti ma mangiabili. Riprendiamo l’auto e proseguiamo per Biscayne Boulevard fino all’American Airlines Arena, sede il 28 della partita di basket NBA tra i Miami Heats ed i New York Knicks, di cui abbiamo i biglietti comprati a settembre su internet. Tramite la MacArthur Causeway rientriamo verso Miami Beach costeggiando il porto di Miami dove sono ormeggiate diverse enormi navi da crociera. Dopo aver parcheggiato l’auto sulla Collins (1.5 $ all’ora; necessarie monete o biglietti da 1 $), passeggiata su Ocean Drive con la serie di locali art deco dove si suona, si mangia e si beve praticamente 24 ore al giorno e dopo un frappuccino da Starbucks ci avviamo verso Lincoln Road, una delle vie dello shopping di Miami Beach. Alle 19.30 cena in Espanola Way dove veniamo acchiappati da un legionario romano che ci fa accomodare all’Hosteria Romana: meglio alternare i fast food con cucina italiana per cui assaggiamo bucatini all’amatriciana, bistecca alla pizzaiola e tagliata di manzo. Qualità buona, forse la migliore tra i ristoranti provati, ma prezzo piuttosto alto anche perché tutti i ristoranti aggiungono al conto le tasse e il 18% di “gratuity”.

Giorno 3 – da Miami alle Keys

Il 24 dicembre “on the road” verso le Keys. Avendo fatto base a Miami Beach non raggiungeremo Key West (troppo lungo andare e tornare in un giorno): vedremo dove riusciremo ad arrivare. Seguendo Biscayne Boulevard e Brickell Avenue raggiungiamo la Dixie Highway che prendendo poi il nome di Overseas Highway termina a Key West, la città più a sud degli Stati Uniti continentali. La Dixie si snoda attraverso i sobborghi di Miami e presenta numerosi incroci semaforici che associati ai bassi limiti di velocità rendono lento il viaggio. Superata Homestead, la strada costeggia le Everglades con comparsa di cartelli di attenzione: crocodiles!

La prima isola che incontriamo è Key Largo che è anche la più lunga (48 Km) e non offre particolari scorci panoramici, tanto che sembra di essere ancora sul continente. Decidiamo di arrivare fino a Long Key dove ho letto esserci un parco nazionale con possibilità di passeggiate fra la vegetazione dell’isola. Tuttavia l’odore di acqua stagnante che si sente ci fa cambiare idea, per cui proseguiamo attraversando il Long Key Viaduct, il primo vero ponte che ti dà la sensazione di essere in mezzo all’oceano e decidiamo di raggiungere Sombrero Beach di Marathon a Key Vaca. L’aspetto è quello di una vera e propria spiaggia tropicale con palme e sabbia bianca per cui approfittando dei 75° F ci abbronziamo un po’. Alle 2 è ora di mangiare qualcosa: torniamo a Marathon, entriamo in un McDonalds e ci mangiamo insalata Cesar, crocchette di pollo e hamburger; il tutto innaffiato da original coke. Siamo a Marathon, vuoi non arrivare al Seven Mile Bridge? 10.9 Km in mezzo all’oceano accompagnati lateralmente dal ponte precedente completato nel 1912 ed andato in pensione nel 1982. Passeggiata lungo il vecchio ponte, attualmente utilizzato soprattutto come molo per la pesca, ad ammirare il panorama. Decidiamo di iniziare il viaggio di ritorno prevedendo circa 2 ore per rientrare a Miami Beach.

A Key Largo lasciamo la US 1 e prendiamo per il Card Sound Bridge, ponte a pedaggio ( $ 1.5) che permette di attraversare zone meno sfruttate ricche di mangrovie e hammock. Tornati nella zona di Florida City si presenta il problema del rifornimento di benzina: problema perché praticamente tutti i distributori sono self service e richiedono o la carta di credito o il pagamento in contanti anticipato alla cassa con successivo rifornimento. Preferisco non usare la carta di credito per cui pago $ 30 alla cassa e poi cerco di fare rifornimento. Nessun risultato per cui torno alla cassa cercando di spiegare il problema, per fortuna trovo una persona gentile che mi mostra che per caricare la cifra pagata e poter fare rifornimento occorre alzare la leva su cui poggia l’erogatore. OK problema risolto. Rientrati a Miami Beach, andiamo a cena alla Cantinetta, altro ristorante italiano sulla Lincoln. Steak e verdure di buona qualità per tutti con un prezzo leggermente inferiore a quello della sera prima nonostante la “gratuity” obbligatoria del 18%.

Giorno 4 – Natale a Miami

25 Dicembre Natale. Dopo colazione alla Provence French Bakery & Cafè sulla 41st (croissant vari ed ottimi, prezzi elevati), andiamo a messa alla St Patricks Curch: messa cantata in inglese con solista e coro da brividi. Il programma odierno prevede escursione a Coconut Grove con successiva prosecuzione verso Old Cutler Road e sosta al Matheson Hammock Park. Coconut Grove, sobborgo residenziale di Miami era praticamente deserto essendo la mattina di Natale ed anche il CocoWalk, centro commerciale su tre livelli, ha i negozi quasi tutti chiusi. Ci avviamo quindi verso Old Cutler Road, che percorre una zona particolarmente ricca di parchi e vegetazione subtropicale. Il Matheson Hammock Park (ingresso a pagamento) permette una visione spettacolare sui grattacieli di Downtown Miami e sulla Biscayne Bay, presenta un porto turistico ed una spiaggia con sabbia bianca su una laguna con il fondale basso ed adatta solo a bambini piccoli. Luogo rilassante ma non imperdibile. Ritorniamo verso Miami. Pranzo di Natale in un Burger King dalle parti di Coral Gables, stendiamo un velo pietoso: peggior fast food provato. Ritorniamo in albergo. Mia moglie con i figli optano per la piscina mentre io esploro la Collins Avenue verso nord fino a Hollywood incrociando quartieri residenziali con selve di grattacieli di nuova costruzione, centri commerciali ed un posto di blocco della polizia. Cena ancora alla Cantinetta ma meno soddisfacente rispetto alla sera prima.

Giorno 5 – Shark Valley

Il 26 dopo colazione da La Provence, si parte verso Shark Valley lungo il Tamiami Trail US41, strada molto contestata perché taglia praticamente in due le Everglades. Shark Valley permette di addentrarsi a piedi, in bicicletta o utilizzando un tram elettrico nelle paludi con una buona osservazione della flora e della fauna delle stesse (soprattutto uccelli di tutti i tipi, alligatori e coccodrilli). Peccato un vento forte e freddo non ci fa gustare pienamente questa escursione in mezzo alla natura. Si pranza in un McDonalds sulla strada (nella media). Cena da Cafè Avanti, ristorante italiano sulla 41st. Ambiente elegante, piano bar, chef bulgaro (?), menù con piatti italiani ma modificati per essere più graditi agli Americani (apparentemente clientela prevalentemente locale). Assaggiato antipasto rustico (salumi non italiani, qualità mediobassa), carciofo ripieno al forno (buono ma ricco di aglio, poco digeribile), bresaola (classica ), calamari fritti (buoni, teneri), carbonara (troppo ricca di panna), pasta primavera alle verdure (verdure poco cotte, troppo ricca di pomodoro), pappardelle al ragù (più ragù che pasta), lasagne (buone). Conto leggermente più basso dei ristoranti di SoBe.

Giorno 6 – Downtown Miami

Il 27 prevede la restituzione dell’auto e l’utilizzo dei mezzi pubblici le fermate dei quali sono praticamente di fronte all’Hotel. Con il 120 ci rechiamo a Downtown Miami (costo biglietto $ 2 a tratta pagabili con monete o biglietti da $ 1) e facciamo il giro della stessa con le due linee della MetroMover (treno elettrico automatico sopraelevato e stranamente gratuito). Panoramica soprattutto la parte che passa tra i grattacieli del Financial District. Scendiamo alla stazione omonima e proseguiamo verso Biscayne Bay tra torri di appartamenti ed uffici. Splendido il panorama di Miami e Virginia Key. Riprendiamo la MetroMover, è il momento dello shopping per cui scendiamo alla fermata per il Bayside Marketplace, uno dei centri commerciali più famosi ed anche più caratteristici essendo all’aperto ed affacciato sul porto di Miami. Attenzione che i prezzi esposti non comprendono le tasse. Rientrati in Hotel (bus 119), non abbiamo più voglia di uscire per cui ceniamo al ristorante dell’Hotel Grand Beach (Chez Gaston): non grande scelta ma comunque disponibili carne, pasta, pizza ed insalate, servizio un po’ lento, prezzi in media con i ristoranti del centro (ovviamente gratuity 18%).

Giorno 7 – Partita NBA

Il 28 è il giorno della partita, il primum movens della nostra vacanza natalizia a Miami. Al mattino passeggiata lungomare fino a South Beach con successivo ritorno in bus. Dopo il pranzo da La Provence, partiamo per tempo per l’American Airlines Arena dove la partita tra Heat e Knicks è programmata per le 19.30. Alle 18.30 apertura dei cancelli. Controllo per tutti con metal-detector che suona per fibbia cintura, chiavi, monete, occhiali da sole, macchina fotografica, videocamera (proibita, ma fortunatamente entra lo stesso). Lo spettacolo è indimenticabile, non tanto per la partita in se stessa (per la cronaca hanno vinto gli Heat), ma per tutto quello che c’è attorno: luci, colori, suoni, balli, canti, pubblico. Alla fine usciamo in fretta per prendere il bus 119 che ferma davanti all’arena e che ci deve riportare all’Hotel, davanti all’arena 8 limusine in attesa di qualcuno che forse è importante. Noi in compenso aspettiamo il nostro bus circa un’ora per un ingorgo mostruoso provocato dalle circa 19000 persone che stanno lasciando l’arena, quasi tutte motorizzate. All’una siamo infine in hotel, in Italia sono le 7 del mattino, stasera si parte.

Giorno 8 – Rientro a casa

O forse no! Alle 12 telefona Alitalia e ci dice che il volo è stato soppresso per non meglio specificati problemi legati al tempo. Dove? A Miami c’è il sole. Ci dicono di andare in aeroporto che ci faranno sapere. Utilizziamo l’airport flyer (bus 150) che per $ 2.35 collega Miami Beach all’aeroporto permettendo anche il trasporto dei bagagli e che ferma a circa 500 metri dal ns. Hotel. In aeroporto cerchiamo il banco Alitalia: nessuno. Messaggio sul display: check alle ore 15. In effetti a quell’ora compare il personale che ci spiega che il volo è stato riprogrammato alle 5 del mattino dopo (11 ore di ritardo per problemi all’aereo) e che ci garantiranno cena e riposo presso un hotel convenzionato. In effetti ci portano all’Hilton, da dove, dopo una cena ed un riposo, alle 2.30 ci riaccompagnano in corriera all’aeroporto. Il volo parte alle 5. Alle 20 siamo a Milano.



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