Natale in Thailandia 4
Tappe sono Doha-Qatar (1 notte), Bangkok (2 notti), Chiang Mai (3 notti), Khao Lak (5 notti), Bangkok (1 notte), Kwai River (2 notti).
Si vola con Qatar Airways (sosta a Doha). Molto buono l’aereo a/da Bangkok, leggermente inferiore il collegamento con Milano. La sosta obbligata a Doha ci permette di spezzare in due (6+6 ore) l’andata mentre il ritorno è una sola sosta tecnica per cui 12 ore sono un po’ lunghe. E poi è più bello andare in vacanza che tornare.
In Thailandia ci muoveremo con tre voli interni di Air Asia (Bangkok-Chiang Mai-Phuket-Bangkok). Il check in on line (possibile fino a 14 giorni prima) ci permetterà di saltare le code.
A Doha siamo al http://www.retaj-hotels.com/royaledoha/index.php che è un buon hotel, con camera di circa 70 mq, anche se è un po’ chiuso da altri stabili che lo circondano. Il prezzo è però interessante e siamo distanti 10 minuti a piedi dal Souq Waqif (il vecchio mercato). Con il taxi andiamo poi alla Corniche a vedere da vicino i grattacieli. Doha è un grande cantiere con obiettivo i mondiali di calcio del 2022; deve ancora crescere. Grande quanto metà della Lombardia è però il terzo paese al mondo per riserve di gas naturale, quindi ha grandi disponibilità economiche.
Il criterio che abbiamo utilizzato ad ottobre per prenotare le prime due notti a Bangkok è che l’hotel sia lungo il Chao Phraya river e ad un piano elevato, per godere del panorama. Meno ci interessa essere nella zona più centrale e commerciale. Scegliamo il modernissimo http://chatrium.com/chatrium_hotel/ che offre il 68% di sconto. Dal 27’ piano la vista, soprattutto di notte, è in effetti spettacolare. Saremo per una notte successiva al Montien Riverside ma, pur essendo sul Chao Phraya e al 19’ piano, il Montien è un po’ troppo distante da tutto, costa come il Chatrium ed è anche più “datato”; meglio il Chatrium. Il Chatrium è poco distante dall’Asiatique Riverfront Market: bello, moderno, ricco di negozietti per gli acquisti e vivace. Nella zona commerciale più centrale ci imbatteremo al ritorno a Bangkok, ma per scappare non appena possibile; anche lo SkyTrain non ci sembra così interessante.
Per la visita essenziale di Bangkok acquistiamo dall’Italia, anche per non perdere tempo in loco, un pacchetto (Grand Palace, Temple and Bangkok canal tour) dalla BangkokPrivateTour.com, scelta a caso in rete. Una guida ci accompagna, con van privato, e ci racconta particolari interessanti che sfuggirebbero all’occhio del turista “di corsa” ed alla poca preparazione su arte, storia, cultura e religione. Alla fine riusciamo anche a visitare un coloratissimo mercato dei fiori.
Si vola poi a Chiang Mai dove siamo al www.yaangcome.com . L’hotel si trova in una zona piuttosto centrale ma immerso nel verde. Brava Annalisa per la selezione, meno per il prezzo. E’ domenica quindi alla sera si visita il Sunday Market; assolutamente deludente rispetto a quanto letto in rete sia per la folla (ci si muove a fatica) che per quanto offre. Molto meglio l’Anusara Night Market visitato la sera dopo.
Il giorno successivo è dedicato agli elefanti; tour Elephant Mahout con la www.bonvoyagethailand.com di Chiang Mai selezionata a caso in rete. Attenzione è alta stagione per cui occorre prenotare con un po’ di anticipo altrimenti si rischia di non trovare posto, anche se le possibilità sono tante. Avevamo ad esempio scelto Patara Elephant Farm, il tour più gettonato in rete, ma risultava completo sino a fine gennaio 2014. Con Elephant Mahout si è comunque speso un terzo rispetto al Patara e ci è sembrata una bellissima giornata. Si sale sugli elefanti senza alcun altro appoggio che le mani ed il corpo. Che poi gli elefanti preferiscano fare questa vita o altra è un dubbio che rimane. Ci pare però che, almeno davanti ai turisti, non siano trattati male.
A Chiang Mai visitiamo (e consigliamo) il simpaticissimo Art In Paradise Museum. D’obbligo visitare il Doi Suthep; trecento gradini fatti senza fatica e con piacere.
Giusto ricordare anche Mr. Armani dal quale compro cinque camice, fatte su misura in 24 ore. Si sceglie il colore, la forma di polsini e collo ed il tipo di bottoni. Chiedo a Mr. Armani di tenere le mie misure; se andrà bene con il primo lotto, scriverò per farne altrettante fra un po’, visto che con una fatta in Italia li ne compro cinque.
Il giorno di Natale si vola a Phuket e poi ad un’ora di taxi verso nord a Khao Lak, al http://www.thesandskhaolak.com/ . Resort nuovo, con molte camere ma molto tranquillo. Annalisa continua ad apprezzare i massaggi mentre io visito il Lam Ru National Park (http://www.khaolak.net/np/khaolak-lamru.html) che dista dieci minuti di taxi a sud del resort. Con la modica cifra di 100bat di ingresso (circa un euro), cammino per un’ora nella fitta e ricca vegetazione che corre accanto il mare. Poi il taxi mi porta (in mezz’ora) nell’interno, alle cascate di Ton Chong Fa dove faccio un’ora a piedi tra andata e ritorno. Qui il rumore delle cicale è assordante e la vegetazione fitta ed alta come mai avevo visto.
La prima sera a Khao Lak, ceniamo all’Indigo, ristorantino sulla spiaggia, con gamberoni cucinati alla brace, buonissimi ma … che “pettinata” (speso tanto) e comunque lo sconsigliamo come altri hanno già segnalato in rete.
Nei giorni successivi visito anche White Sands che, a venti minuti di taxi a nord del resort, è la spiaggia più bella nella zona di Khao Lak. Spiaggia profonda, ricca di palme, compatta (camminarci è un piacere); passa davanti al resort “da sogno” di Khao Lak: il Saroijn. Arrivo sino a Cape Coral dove cammino da solo per circa mezz’ora. Obbligatorio avere acqua, occhiali da sole e cappello. Il Cape è pieno di coralli, uno spettacolo e fortunatamente pochi turisti si avventurano in questa zona. Vorrei tornare sino alla nostra spiaggia distante circa 10km verso sud, ma mi arrendo al sole ed al caldo.
Il 26 dicembre ricorre l’anniversario dello tsunami del 2004. Passeggiando lungo la spiaggia troviamo un albero sul quale sono appese quattro fotografie di dispersi nella tragedia. In particolare ricorderemo per sempre la mamma di Tim Leger che, interpretiamo, ogni anno torna a ricordarlo.
Dopo una sosta tecnica a Bangkok per una notte, si riparte per il tour al Kwai River. Si viaggia questa volta con altri turisti in bus che dopo due ore arriva a destinazione. Qui scopriamo un pezzo di storia a noi poco noto. Nella seconda guerra mondiale l’Impero giapponese fece costruire una ferrovia di collegamento tra Thailandia e Birmania. Il ponte Kwai fa parte dell’opera, nella quale persero la vita si stima circa 100.000 persone tra prigionieri di guerra e civili.
Si risale il fiume per circa mezz’ora con una long tail boat passando diversi resort (se ne contano nei due giorni sei o sette). Siamo al Resotel (http://www.riverkwairesotel.net/) che è immerso nella giungla; il personale sta allestendo gli spazi per la festa dell’ultimo dell’anno, bravissimi. Altro resort è lo spartano “Jungle river”; le camere cono senza acqua e luce ma potrebbe essere un’esperienza interessante. Il più bel resort che incontriamo muovendoci con la lancia è FloatHouse River Kwai con le stanze sull’acqua e comode sdraio sul balconcino, per un completo relax. Dovendo tornare confermeremmo però il Resotel che da più possibilità di movimento. Incontriamo una guida di Bangkok che parla un ottimo italiano, accompagna due “sposini” e che segnaliamo con piacere: pinobmwe30@gmail.com
Facciamo un ultimo tratto di circa un’ora sul treno verso Kanchanaburi (the ‘Death Railway’, http://www.kanchanaburi-info.com/en/muang.html) attraversando piantagioni di tapioca, banane e palme.
E’ il primo dell’anno per cui si fatica un po’ con il rientro verso Bangkok e il pullman impiega quasi il doppio del tempo rispetto all’andata.
Ovunque abbiamo trovato una clima molto buono e caldo di giorno (mai un goccia d’acqua), ma freddino alla sera in particolare a Chiang Mai ed al Kwai river. La felpa è un po’ troppo poco, consigliata una giacca più pesante, anche se pare che ci siano meno gradi del solito per la stagione. Mai trovati insetti e zanzare. Ovunque utilizziamo moneta locale cambiando euro. Sono periodi di gravi disordini in Thailandia, a Bangkok in particolare, ma non per i turisti. Cosa non abbiamo visitato per cui dovremo tornare: almeno ma non solo, le isole Similan ed il Daemon Sadauk floating market.
Fine del viaggio.