Natale e Capodanno a Cuba

Vacanze in giro per l'isola con auto a nolo e pernottamenti nelle casas particulares
Scritto da: maurizio47
natale e capodanno a cuba
Partenza il: 23/12/2013
Ritorno il: 08/01/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
NATALE E CAPODANNO A CUBA – 23 DICEMBRE 2013 – 8 GENNAIO 2014

Diario di viaggio di Maurizio Moroni e Stefania Dantini

Equipaggio: Maurizio (67 anni) – Stefania (60 anni) – Agnese (33 anni) – Andrea (27 anni)

PREMESSA

Cuba sì, ma senza camper! Purtroppo dopo 22 anni di vagabondaggi in camper, siamo costretti, per visitare Cuba assieme ai nostri figli (aggregatisi eccezionalmente per l’occasione dopo vari anni), a lasciare al rimessaggio la nostra casetta viaggiante. Anni fa c’era la possibilità di affittarli a Cuba in quanto un italiano aveva portato lì dei Rimor per noleggiarli, poi tale attività deve essere cessata: la pagina https://www.visitcuba.it/ trovato su PleinAir n° 446 a pag. 120, esiste ancora ma se si prova a prenotare, andando sul link “prenota online” non funziona mentre i telefoni indicati squillano a vuoto; d’altronde, come si vede in fondo alla suddetta pagina, l’ultimo aggiornamento risale al 2005. A conferma di ciò il fatto di non aver visto un solo camper a Cuba pur avendo percorso quasi 3000 km. Il modo più adatto di girare e conoscere bene Cuba per dei camperisti, è quindi (a nostro avviso) senz’altro quello di affittare una macchina e alloggiare nelle “casas particulares”. La macchina ti permette assoluta libertà e accelera i tempi di spostamento, in quanto con i mezzi di trasporto pubblici, specie quelli extra-urbani (quelli della onnipresente Transtur oppure della Viazul), si è, ovviamente, condizionati dagli orari e dal fatto che non ti portano fino alla casa prenotata che, spesso, è situata nel centro storico, senza considerare che coprono solo le tratte tra le città e cittadine più grandi e, poi, non sono neanche troppo economici. Quelli che vanno anche nei paesi più sperduti, quelli che usano i locali, supereconomici, sono piuttosto “pittoreschi”. Sono, infatti, prevalentemente camion, sia aperti che chiusi, anni’50, dove la gente viaggia, la maggior parte in piedi, ammassata come sardine. L’alloggio nelle casas particulares ti permette un contatto più stretto con la gente del posto, oltre ad un notevole risparmio ( vedi note) di conoscere la loro realtà e viverla, bella o brutta che sia. Viaggiare, almeno per noi, significa questo, significa conoscere la gente, entrare nella loro dimensione, vivere i loro ritmi, la loro musica, il loro cibo, non rinchiudersi nel modo patinato dei resort, in una Cuba da cartolina, senz’altro bella, ma falsa. Organizzare un viaggio nell’isola non è difficile ma va preparato bene e in tempo (nelle note, alla fine del diario, tutte le indicazioni e gli indirizzi utili allo scopo). Necessaria, per preparare bene il viaggio, la Lonely Planet o, in alternativa, la Routard (entrambe aggiornate al 2011); la guida verde del Touring Club non è più disponibile (era, comunque, molto vecchia). L’unico diario di viaggio l’abbiamo trovato su PleinAir n° 248 pag.46, è del 2001, in camper affittato tramite il sito sopracitato. Non abbiamo trovato diari di viaggio in rete.

DIARIO

23 dicembre 2013 in volo verso l’Avana

Alle 7.00 siamo già in aeroporto (Roma – Fiumicino), alle 8.30 al gate, volo Air Europa con scalo (e cambio di vettore) a Madrid. Comodo il parcheggio lunga sosta Parking Blu (www.parkingblu.it) per lasciare l’auto (60 € per 17 giorni). A Madrid, aeroporto di Barajas, il tempo dello scalo (1h e ½ circa) lo passiamo andando al gate del volo intercontinentale (c’è un po’ di fila al controllo passaporti) e, poi, pranzando all’unico self service (fondamentalmente panini) esistente dopo tale controllo. Non è un granché, è caro e con una fila allucinante (almeno i panini sono buoni); un cartello segnala che, poco più avanti, apriranno un Burger King, così forse ci sarà un’alternativa. Arriviamo alle 19 ora locale (per noi è l’una del mattino). Controllo passaporti e visti, poi foto con webcam (formalità doganali nulle). Appena fuori il tassista (avevamo prenotato il taxi insieme alla casa) è lì ad aspettarci. Ci indica il cambio, che ci serve anche per pagare lo stesso taxi (costo 30 CUC: ci renderemo conto dopo, sono una vera enormità per i costi locali, ma la comodità di essere portati subito a casa ha un prezzo). Arriviamo a casa di Lisette e Orlando e andiamo a letto poco dopo le 21 (siamo abbastanza stanchi, per noi, fisiologicamente, sono le 3 del mattino). La casa particolar è centrale, in Habana Vieja; l’abbiamo scelta per girare a piedi e, da questo punto di vista, è un’ottima scelta. Infatti l’auto è stata prenotata a partire dal 26, nelle zone centrali dell’Avana circolare e parcheggiare è un problema, anche per via dei furti (vedi note), e poi le città ci piace gustarcele a piedi. Abbiamo un appartamento indipendente adiacente a quello dei proprietari, funzionale, formato da 2 stanze con bagno in comune (doccia un po’ rudimentale), frigo-bar con bibite; il palazzo e la via non sono restaurati, ma all’Habana Vieja è un alternarsi di palazzi restaurati con colori vivaci e strade e palazzi fatiscenti. Lisette, la proprietaria, si rivelerà gestore disponibile ed efficiente.

24 dicembre 2013 L’Avana (Habana Vieja)

Ci alziamo dopo una notte relativamente tranquilla (musica fino a tardi e galli molto presto) e non caldissima. Lisette ci prepara una colazione abbondante con uova fritte, tè, caffè, latte, pane e marmellata di arance (12 CUC, 3 CUC a testa è uno standard tranne casi particolari che segnaleremo). Girare per Habana Vieja non può che suscitare reazioni contrastanti, dove alla tristezza per un degrado assurdo si alterna la meraviglia per la compostezza e dignità con cui i cubani riescono a trovare una carica, una voglia di vivere, quando addirittura una allegria, in condizioni di vita che a noi ricordano quelle del primo dopoguerra. Oltre il 50% degli edifici è crollato o abbandonato perché pericolante (e stiamo parlando di case un tempo signorili, le classiche case coloniali dell’800, di teatri, di banche,….); un altro 30-40% è in condizioni pietose, spesso con i balconi e/o le scale interne puntellati e, spesso, con compensato o cartone al posto degli infissi. solo un10% è stato, spesso approssimativamente, restaurato, ma, si tratta prevalentemente di casas particulares, alberghi o edifici pubblici. Nonostante quanto detto Habana Vieja non manca di un suo fascino particolare, è senz’altro unica (sembrerebbe un paradosso, ma non si comprende se non andandoci). Iniziamo il giro da Plaza Vieja (a 4 isolati dalla via della nostra casa), vediamo Plaza de Armas gironzoliamo, con il l’intento di perderci un po’, per le principali vie del centro, ritrovandoci sempre, puntualmente, a via San Ignacio. Mangiamo vicino a Plaza de San Francisco e cerchiamo di prenotare per la sera al Buenavista Social Club, ma vogliono 50 CUC a persona e non ci è sembra il caso. Scegliamo il ristorante per il nostro cenone di Natale consigliandoci con Lisette: Ristorante Il Patio in Piazza della Cattedrale. Cena (buona) a menù a 29 CUC su un balcone che da sulla Cattedrale che ha appena aperto per la messa di mezzanotte. Dopo cena è d’obbligo sia una passeggiata (la temperatura è perfetta) che un un mojito alla Bodeguita del Medio, il locale preferito da Hemingway, che è a due passi da lì ; il prezzo è da turisti (5 CUC l’uno, circa 3,5€) poco rispetto ai nostri prezzi, tanto per gli standard cubani.

25/12/2013 L’Avana (Centro Habana)

Interessante anche Centro Habana con il Paseo Martí (chiamato anche El Prado), il lungo viale alberato contornato da ex nobili dimore, testimoni di un passato splendore, in parte in rovina, in parte ri-dipinte di incredibili colori pastello, il Museo della rivoluzione (8 CUC a testa, molto interessante), il Malecon, l’Avenida Italia fino al Barrio Chino. Il Malecon, il lungomare, è di fatto una strada a scorrimento veloce (il limite di velocità è 80 km orari) e da dove siamo, alla fine del Paseo, si vede in fondo il Vedado con i suoi alberghi. Anche sul Malecon molti palazzi fatiscenti o crollati. Bellissimo palazzo Bacardi, splendido esempio di Art Decó. Pranzo a Los Nardos, davanti al Capitolio. Il locale, consigliato dalle guide è abbastanza economico ma presenta cibi buoni e, perciò, molto frequentato: fila fuori, sotto i portici, regolata da un addetto e, all’interno, atmosfera dark e condizionatori a palla. il Capitolio è chiuso e recintato per ristrutturazione.

26/12/2013 L’ovest di Cuba: Pinar del Rio e Viñales

Andiamo in taxi (5 CUC) a prendere la macchina alla sede della Cubacar presso l’Hotel Plaza. Dobbiamo aspettare la macchina grande, perché nella prenotazione non si poteva inserire il numero delle persone e quindi ci avevano assegnato una Picanto, nuova ma troppo piccola per 4 persone. Alla fine ci danno una Geely mal ridotta e molto sporca, ma ci dobbiamo accontentare. Con le indicazioni dell’addetto di Cubacar raggiungiamo l’autostrada (a 3 corsie e vuota), passando per Vedado e Miramar. A Pinar del Rio interessante è la visita alla Finca El Pinar, una famosa piantagione di tabacco (2 CUC a testa + 1 CUC al signore che ha confezionato davanti a noi due sigari regalandoceli). Non è facile trovare la Finca (le indicazioni stradali non abbondano a Cuba); ci sono state molto utili le indicazioni della Routard. Torniamo a Pinar per andare a Viñales. Lungo la strada troviamo un ristorantino dove pranziamo per 25 CUC (carne guarnita, con contorno di vianda fritta, riso e bevande). A Viñales proseguiamo per la cueva del indio (che non visitiamo) ammirando il particolare e lussureggiante paesaggio creato dai mogotes (ripide colline, vere pareti di roccia, ricoperte di vegetazione) e campi di tabacco. L’atmosfera è veramente bucolica, un posto adatto per passare qualche giorno in pieno relax; ma il resto di Cuba ci aspetta e proseguiamo verso la casa prenotata da Lisette (Villa Osviel, villino grazioso, nella media delle case del luogo). Riusciamo per una passeggiata, con acquisto di rum e sigari per la sera. Abbondante cena a base di aragosta (44 CUC) preparataci dalla padrona di casa ma niente rum e sigari perché Agnese sta male. Sedia a dondolo in veranda e a nanna in compagnia di cicale e grilli.

27/12/2013 Penisola di Zapata: Playa Larga e Playa Giron

Per proseguire il viaggio verso sud, verso la penisola di Zapata occorre ritornare verso L’Avana. Con la A1 per Santa Clara (uscita per Playa Larga) si arriva all’allevamento di coccodrilli (Granja de los cocodrilos) da non confondersi con l’antistante Criadero de cocodrilos che, secondo la Routard non vale la pena. La spiaggia di Playa Larga ci accoglie con un’acqua cristallina e invitante ma la spiaggia non è niente di particolare. Facciamo appena in tempo a fare un bagno che comincia a piovere (poche gocce). Ci fermiamo a dare un’occhiata alla Cueva de los Peces, ma non ci torneremo per una visita più approfondita (niente di particolare). Saltiamo Playa Giron sia perché si sta facendo tardi sia perché abbiamo letto in più parti (guide, diari di viaggio…) che il fascino della spiaggia è stato rovinato da un muro frangiflutti a 20 metri dalla riva. Proseguendo sulla litoranea, arriviamo alla Caleta Buena, dove, per 15 CUC al giorno a persona prendi la sdraia ed è compreso anche il pranzo. Se ci si vuole immergere il posto sembra carino, ma è tardi e, a Casa Abella, dove pernotteremo, ci stanno aspettando. La cena preparata dal proprietario, Riccardo Abella Hernandez, nel patio è fantastica: zuppa di verdure poi crostacei, coccodrillo, gamberi, filetto di pesce e conchiglia, riso, patate fritte, pomodori, cetrioli e cipolla (Riccardo, pensionato, faceva il cuoco sulle navi da crociera). Alloggio buono, solo la colazione è un po’ cara (20 CUC).

28/12/2013 Cienfuegos – Topes de Collantes – Trinidad

Cienfuegos non è un granché e il mercato taglia la città rendendo quasi impossibile l’accesso, inoltre ci sono molti carretti a cavallo che si recano al mercato anche dalla campagna, creando un traffico impossibile. I carretti trainati da un cavallo, sorta di rudimentali taxi a 4-8 posti, sono il mezzo più comune, assieme ai ciclo-taxi (visti prevalentemente nei centri storici) usati, specie nelle piccole città, dai cubani che non possiedono macchine, per i piccoli spostamenti. Per raggiungere Trinidad, invece che seguire la strada principale costiera che aggira il Massiccio dell’Escambray, passiamo per tale Massiccio arrivando a Topes de Collantes facendo la strada più interna, avendo letto della bellezza del paesaggio montano. Tutte le indicazioni che avevamo, però, non davano corrette informazioni: il posto è pieno di percorsi da trekking (anche non estremo) che spesso sfociano in cascate o salti d’acqua; tutti però richiedono attrezzatura e tempo e noi, il 31, volevamo arrivare a Santiago, dove, presumiamo, ci saranno grandi festeggiamenti per Capodanno. Visto che Santiago è famosa per il Carnevale, pensavamo, sarà spumeggiante anche Capodanno: mai deduzione fu più errata! Peccato perché, a giudicare dalle foto dei pannelli informativi affissi nell’ufficio informazioni del parco, a Topes de Collantes, si tratta di posti veramente affascinanti. Si riscende per la strada più diretta verso Trinidad. È un po’ difficile trovare la casa per via dei sensi unici e del centro pedonale, ma alla fine la troviamo (Hostal “La Caridad Trinidad Cuba”). Qui sperimentiamo per la prima volta il vicino della casa accanto che per 2 CUC ci “guarda” la macchina di notte. Molto bella Trinidad, una delle più belle città, se non la più bella in assoluto, di Cuba. Nel centro vie a pavet e case colorate con le tipiche inferriate alle finestre. Ottima cena in un ristorante (Sol y Son – Calle Desengaño) dove sono stati mantenuti gli arredi di una tipica casa trinitaria dell’800 (camere da letto comprese); cena nel patio con musica. Agnese e Andrea vanno poi alla Casa della Musica, che si trova su una scalinata a ridosso della cattedrale e dove si suona e si balla fino a tardi.

29/12/2013 Playa AnconTrinidad

Ci svegliamo e il cielo è coperto di nuvole, ma la proprietaria della casa particular dove alloggiamo ci dice che d’inverno a Cuba è sempre così di mattina presto, poi il sole si alza e le nuvole spariscono; e infatti, arrivati a Playa Ancon il sole esce. Spiaggia bianca, mare azzurro e sdraio e ombrelloni di foglie di palma per una giornata di relax. I “tumbonas”, cioè i lettini da affittare, costano, come in tutte le spiagge cubane da noi frequentate (tranne Playa Pilar), 1 CUC al giorno, gli “ombrelloni” cioè pali di legno con tettoia di foglie di palma, sono compresi. E’ possibile uscire in barca per fare snorkeling, ma noi non lo facciamo, ma è stato un errore (il secondo, dopo quello di Santiago) perché poi non riusciremo a farlo ai cayos, accontentandosi, alla fine, di farlo vicino a L’Avana dove la barriera corallina non era un granché. Un cocco intero 2 CUC. Al bar Coco, piccolo chiosco sulla spiaggia, si mangiano sia panini che piatti di pesce. Noi optiamo per panini e bibite spendendo 17 CUC. Prima del tramonto 2 mojitos e 2 piña coladas a 2.50 l’uno. Bella giornata che si chiude con la cena servita nel terrazzo della casa particular. Soliti gamberoni guarniti con platano fritto in pastella (più buono degli altri mangiati), contorno di pomodori, cetrioli e fagiolini, riso bianco finalmente non scotto. Chiudiamo con il nostro rum e il sigaro comprato a Viñales. Dopocena alla Casa della Musica.

30/12/2013 Valle de los Ingenios – Camagüey

Lasciamo Trinidad e dopo pochi kilometri inizia la Valle de los Ingenios. Valle rigogliosa, piena di palme e altra vegetazione oltre alla classica canna da zucchero. Dopo circa 14 km si arriva al paesino di Manaca Inzaga, dove sorge l’omonima torre alla cui sommità si sale tramite una ripida scala in legno. Bel panorama sulla valle. Tra il parcheggio, con parcheggiatore ufficiale a 1 CUC, e la torre (1 CUC a testa) ci sono vari banchetti di souvenir e prodotti di artigianato (specialmente tessuti ricamati). Proseguiamo lungo la strada che ci ha portato al paesino per ca. 3 km per visitare l’azienda Guichinabo, ben ristrutturata ed ora paladar. Alle 9 quando arriviamo noi ancora stanno pulendo… Proseguiamo per Camagüey lungo la Carretera Central, molto più malandata rispetto all’autostrada che arriva poco oltre Santa Clara. Comunque il traffico è veramente ridotto e l’unico problema sono carretti e trattori che rallentano l’andatura. La casa (sempre prenotataci dalla efficace Lisette) è molto bella, è un appartamentino con 2 stanze e un bagno (frigobar in una delle stanze), i gestori sono simpatici e cordiali e, altrettanto buoni sono sia la cena che la colazione. La casa è convenzionata con un vicino garage (2 CUC).

A Camagüey giro per il centro storico con vari edifici ben ristrutturati. Carina la piazza San Juan e la piazzetta del Carmen arredata con personaggi-sculture in bronzo. Ceniamo in casa e, dopocena, rum e gassosa al lime. La serata, come ormai sta diventando consuetudine, termina alla Casa della Trova a sentire un po’ di musica (ingresso con consumazione 3 CUC a persona).

31/12/2013 Santiago

Il cammino verso Santiago, sulla Carretera Central (fondo abbastanza brutto), si snoda attraverso un paesaggio di campagna abbastanza piatto; anche la strada 152 per Bayamo non è eccelsa ma non è sicuramente peggio della Carretera Central. Lungo la strada nelle case fervono i preparativi per il capodanno e molte famiglie uniscono le forze per preparare la porchetta, quindi gli uomini stanno montando gli spiedi su cui mettere a cuocere il maiale. Aurora Cervantes, la proprietaria della casa di Santiago dove alloggeremo, ha anche un ristorante dove mangiamo una cena completa il cui pezzo forte è, come da tradizione, il cerdo (maiale) arrosto; un cenone di Capodanno a 12 CUC a testa (48 CUC in totale bevande comprese). Dopocena, ci rechiamo al centro della città aspettandoci, sicuramente, grandi preparativi per festeggiare (in piazza, visto il clima) il Capodanno, ricevendo, invece, una grossa delusione. Infatti, il 31 dicembre ricorre l’anniversario dell’entrata, a Santiago, dei rivoluzionari castristi e, l’indomani, il 1° gennaio di 55 anni fa, Fidel Castro pronunziò un discorso in Plaza Céspedes, pertanto le due giornate sono una festività assai importante.

La sera del 31 stanno tutti alla festa della bandiera sulla piazza. La sicurezza ha blindato la piazza anche perché il giorno successivo parlerà Raul Castro. La casa della Trova è chiusa, ma anche gli altri locali più distanti dalla piazza sono inaspettatamente chiusi. Si brinda in piazza con una birra e un affrettato augurio dal palco, dove la mezzanotte viene anticipata perché le campane della cattedrale suonano 2 minuti prima dell’ora segnata dell’orologio del municipio. Ce ne torniamo a casa come stanno facendo tutti gli altri. Niente musica da nessuna parte, come invece avevamo visto in tutte le altre città visitate finora. A saperlo, avremmo evitato Santiago (e il lungo tragitto per arrivarci) e, magari, ci saremmo fermati a fare trekking sul Massiccio dell’Escambray, in uno dei percorsi visti all’ufficio informazioni di Topes de Collantes, per festeggiare il capodanno a Trinidad dove nel 2014 ricorrono i 500 anni della fondazione e già fervevano i preparativi per iniziare i festeggiamenti. Purtroppo dall’Italia non si riescono ad avere molte informazioni e fare un programma diventa molto complicato.

01/01/2014 Santiago – Guardalavaca – Las Tunas

Andiamo a fare colazione alla terrazza dell’hotel Casagrande in Plaza Céspedes, dove per 12 CUC (quanto nelle case), facciamo la solita abbondante colazione. Vediamo quel che resta da vedere e andiamo alla spiaggia di Siboney che però è proprio bruttina, quindi decidiamo di partire subito e ci dirigiamo a Guardalavaca. Strada impossibile, che sembra bombardata, in alcuni tratti la percorriamo, in 2a / 3a marcia sullo sterrato laterale, sperando che la macchina resista alle tremende sollecitazioni. Arriviamo dopo più di 3 ore (per fare poco più di 100 km!) e pensiamo che è meglio proseguire con un po’ di strada per avvicinarsi il più possibile alla parte centro-est dell’isola, verso la zona delle spiagge, dove contiamo di rilassarsi due o tre giorni. La strada per Holguin è diretta e breve quindi puntiamo su Las Tunas, dove ci rivolgiamo all’affittacamere sopra al ristorante Cavallo Bianco. Avevamo inviato un messaggio a Ignacio (il gestore del sito www.casecubane.com con cui avevamo prenotato la casa di Lisette dall’Italia) il quale aveva prenotato per noi, ma oggi la cittadina sembra particolarmente affollata quindi dobbiamo dormire separati. Ceniamo al Cavallo Bianco, in un grazioso patio, mangiando benissimo per un conto di soli 27 CUC!. La casa in cui dormiamo noi, seppure esternamente uguale alle altre, all’interno è molto ben arredata e funzionale. Quella di Andrea e Agnese è un garage adattato, ma l’importo da pagare è standard dovunque (25 CUC a stanza).

02/01/2014 Playa Santa Lucia – Playa de Los Cocos – Camagüey

La meta sono i cayos. La strada indicataci dal proprietario della casa fino a Manati è buona, ma dopo non è tanto diversa da quelle fatte ieri. A Playa Santa Lucia il mare è molto mosso e la spiaggia è pieno di alghe. Proseguiamo, per una strada molto dissestata, per la Playa de Los Cocos, sperando di trovare una situazione migliore e, stavolta, siamo fortunati perché quella che ci accoglie è una tipica spiaggia caraibica, da cartolina: una piccola insenatura (perciò con mare calmo) con un’acqua di tutti i colori da acquamarina a turchese, una sabbia finissima color crema, in parole povere, un paradiso caraibico palme comprese (long. -77°5’56,744” – lat. 21°36’2,116”). Il bar/ristorante Bucanero, un grande chiosco dal tetto di foglie di palma, affitta i lettini e ombrelloni. Pranziamo con aragosta, gamberoni e calamari fritti, spendendo 55 CUC con la mancia. L’aragosta costa 18 CUC ma i calamari fritti 6.50. Tutto ottimo. Poi di nuovo sulla spiaggia a riposarsi al sole. Prima che il sole tramonti piña colada e via verso Camagüey che dista 120 km. Al ritorno vediamo che al bivio, il cartellone con scritto Zona turistica Santa Lucia 8 km riporta anche l’indicazione La Boca. La strada da seguire quindi per Los Cocos direttamente da Camagüey senza passare per Playa Santa Lucia è questa, molto più breve e meno accidentata.

Per arrivare a Camagüey sono 120 km e il buio non aiuta nella guida, visto che le strade non sono illuminate e che per strada ci sono carretti, cavalli, biciclette, pedoni e, in questo caso anche mucche che traversano la strada. Telefoniamo per confermare che stiamo arrivando e per chiedere la cena. Alla fine alle 19.15 circa siamo al portone della già conosciuta casa di Alfredo y Milagros, che ci accolgono calorosamente. Cena e poi un po’ di musica alla Casa della Trova (niente da fare, il clima di Cuba è contagioso).

03/01/2014 Cayo Coco (Playa Flamingos) – Moron

Aspettiamo che Milagros torni con il CD di Marc Anthony che vuole regalarci perché gli avevamo detto che ci piaceva: molte delle canzoni sono state il leit motiv della nostra vacanza cubana. Alle 9.15 via per Moron e i cayos. Passiamo prima per Moron per lasciare i bagagli nella casa prenotata (5 giorni prima) che sarà la base per i due giorni da passare ai cayos (dove non esistono casas particulares ma solo resort). La casa è bellissima: ampie stanze (la nostra era con 2 letti matrimoniali) con bagno, ristorante, terrazze… Un unico neo: una grande quantità di zanzare (per fortuna eravamo equipaggiati). Maité, la proprietaria, ci sta aspettando. Lasciamo i bagagli, prenotiamo la cena e partiamo per Cayo Coco; 10 km e, dopo un controllo passaporti con tanto di registrazione e un pedaggio di 2 CUC (da ripagare anche all’uscita), imbocchiamo la strada di 30 km, costruita su un terrapieno sul mare, che unisce i cayos alla terraferma. Puntiamo, vista l’ora, su Playa Flamingos che è la più vicina. Al primo incrocio troviamo le indicazioni che, però poi non si trovano più (tipico di Cuba), quindi con navigatore e pianta della Lonely Planet puntiamo sulla caletta che vediamo e, finalmente dopo 2 o 3 alberghi e vicino all’hotel “Flamenco 3 y 4” c’è un cartello, poco leggibile, con l’indicazione della spiaggia. Piccolo parcheggio e bar/ristorante (ci sono anche 3 docce). La spiaggia non è bellissima, ma il mare è di mille tonalità di azzurro. Una lunga striscia chiara taglia trasversalmente il golfo: è una secca su cui si può camminare fino a raggiungere una piccola spiaggia isolata quasi all’estremo del golfo; il pomeriggio, con la bassa marea, la secca affiora e stando sdraiati sulla spiaggia, non la si nota e così sembra che la gente cammini sull’acqua!. Bella giornata che si conclude con la pesca miracolosa di Maurizio che riporta dalla passeggiata 4 enormi conchiglie con dentro il mollusco vivo (la bassa marea aveva lasciato scoperte, sui bassi scogli presenti lungo la riva, un centinaio di metri dopo, decine di tali conchiglie). La cena al ristorante di Maité è ottima: zuppa di fagioli tipo cannellini con zucca e patate, aragosta e granchio (ne abbiamo prese 2 e 2 per condividere), contorno di verdure miste, yucca bollita e cipolla, banane fritte; scegliamo un bianco spagnolo di non grandi pretese, ma con il pesce ci voleva (basta birra!).

04/01/2014 Cayo Guillermo (Playa Pilar ) – Moron

Obiettivo Playa Pilar che è la spiaggia sulla punta estrema di Cayo Guillermo, la spiaggia preferita da Hemingway (che ha chiamato, appunto, Pilar, il suo yacht). Purtroppo c’è molto vento e il mare è mosso, quindi niente snorkeling alla barriera corallina. Una passerella in legno porta dal parcheggio alla spiaggia, con chiosco bar-ristorante; qui i tumbonas costano 2 CUC . Decidiamo di rimanere fino all’ora di pranzo e poi decidere cosa fare. Per fortuna il tempo migliora e rimaniamo fino alle 16. La spiaggia è bella, un chiosco in spiaggia vende ananas pulito e affettato e cocktail. Al parcheggio la macchina non riparte (batteria out), ma tutti ci aiutano a farla partire anche se alla fine chiamiamo l’assistenza e con due cavi di fortuna la macchina riparte. Al punto Habanautos di Cayo Guillermo ci danno una macchina nuova con poco più di 1000 km (più grande e pulita). La cena da Maité è sempre all’altezza e poi a nanna tutti bruciati dalla giornata ventosa al mare.

05/01/2014 Santa Clara – San Miguel de los Banos – Matanzas

La colazione di Maité è anch’essa eccezionale con succhi di frutta, frutta fresca, latte, caffè, burro, pane e splendidi dolci fatti in casa. Alla fine, all’atto di pagare scopriamo che il servizio di questa casa, che non ha nulla da invidiare ad un albergo a quattro stelle e, per i pasti, ad un ristorante di livello (la Lonely Planet valuta quella di Maitè come la casa particolar migliore di Cuba!) ha gli stessi prezzi pagati nelle altre case: pasti a 10 CUC, colazione a 4, stanze a 25, ma il livello, per quanto ci riguarda non ha avuto uguali. Grandi saluti a Maité e alla sua amica Idolka (che ha un piglio più tedesco che cubano), poi si parte per Santa Clara. La città è bruttina e il principale motivo per visitarla è il Memorial de los Martires de la Revolución con la statua di Che Guevara e, visto che ci siamo, El Tren Blindato, che si trova al lato opposto della città rispetto al Memorial. Al famoso treno un addetto ci vuole raccontare a tutti i costi la battaglia di Santa Clara e lo fa con molta partecipazione indicandoci la collina da dove si vide arrivare il treno e la battaglia vinta, i soldati di Batista che si arresero per il timore che si volesse far saltare il treno. Il sito è da visitare giusto per curiosità storica perché non sono altro che 4-5 vagoni chiusi. Avevamo letto da qualche parte che all’interno di detti vagoni era allestito un piccolo museo; gli addetti hanno negato la cosa ma le scalette, di cui ognuno dei vagoni era dotato, testimoniano che almeno un tempo tale museo esisteva. Ernesto Guevara de La Serna (El Che), che, tra parentesi, non era cubano ma argentino, è idolatrato a Cuba; la sua effige, specialmente quella ricavata dalla famosa foto del “Guerrillero Heroico” scattatagli dal fotografo cubano Alberto Díaz Gutiérrez (conosciuto come Alberto Korda), è riprodotta ovunque (cartelloni, muri, quadri, serbatoi dell’acqua, berretti, magliette, …), in un numero almeno 10 volte superiore alle effigi di Fidel e Raul Castro.

Lungo la strada per andare dal Memorial al Treno, lungo la Carretera Central (tra Vidaurreta e Carlos Pichado), da vedere e fotografare il lungo muro tappezzato di murales composto da divertenti vignette satiriche aventi come ovvio bersaglio il potente e detestato vicino (gli USA). Dirigendoci verso la meta per il pernottamento (Matanzas) una piccola deviazione ci porta a San Miguel de los Banos, che effettivamente è particolare per alcuni edifici, in particolar modo il cinema teatro e il grande complesso delle Terme, in stato di completo abbandono: sembra una quinta per uno dei tanti film del genere “post-apocalisse”. Anche le case, di legno, sono diverse rispetto alle altre viste finora, più stile New Orleans che Cuba. L’atmosfera è surreale, complice un forte acquazzone, per fortuna intenso ma breve: sembra veramente una città fantasma. Arriviamo a Matanzas all’imbrunire e l’amica di Maité ci ha trovato una sistemazione, anche se non troppo attraente (dopo la casa di Maité certamente non è facile contentarsi). L’alloggio è non eccessivamente confortevole (stanze piccole). Ci rechiamo, per cena, nel locale “En familia”. Non è un granché (pizza e coca ma non c’era molta scelta – 17,2 CUC), brutto anche il grande e spoglio locale; era consigliato dalle guide ma si è rivelato solo una specie di fast-food alla cubana.

06/01/2014 Playa Coral – Varadero – L’Avana (Vedado)

Playa Coral, che si trova tra Matanzas e Varadero, sulla vecchia litoranea; è l’ultima occasione per fare snorkeling. Nonostante si chiami con il termine playa, la spiaggia non c’è, ci sono solo rocce. Qui c’è l’organizzazione Laguna de Maya dove, per 10 CUC a testa, guide professionali ti portano e accompagnano in mare a nuoto a vedere la barriera corallina che è a 10/20 metri dalla riva, dandoti maschera, pinne e giubbetto salvavita. Al parcheggio un tizio, dichiarandosi il gestore di un altro stabilimento, a poche centinaia di metri, tenta i tutti i modi, anche troppo insistenti, di convincere tutti quelli che arrivano che è meglio fare snorkeling da lui. non ci dava molto affidamento e poi il modo di fare del tizio in questione è molto scorretto e irritante. Molti pesci colorati, ma i fondali non sono, a detta di Agnese e Andrea, paragonabili a quelli del mar Rosso e dell’Australia, ma che comunque meritava (a noi sono piaciuti, non avendo paragoni da fare). Ora cerchiamo una spiaggia, ma non ci resta che optare per Varadero per prendere l’ultimo sole cubano. Al Varadero ci fermiamo a 3 o 4 km dopo l’inizio della penisola. Il mare è bellissimo, ma la spiaggia è, come prevedibile, una lunga sfilza di hotel anche di categorie non eccelse (sembra che i resort più “in” siano verso la punta della penisola, ma a noi non interessano). Per il pranzo ci rubano 29 CUC per 3 panini ad un ristorante (El Idillio – da evitare). Ci avviamo a L’Avana per la litoranea (Via Blanca) e dopo pochi metri si scatena un diluvio fino al nostro arrivo in città. Sulla Via Blanca un giovane agente della stradale ci ferma accusandoci di una violazione inesistente e intenzionato a multarci; quando insistiamo nelle proteste desiste.

La casa di Mercedes Gonzalez è splendida, in Calle 21, una traversa dell’Avenida de Los Presidentes, al Vedado: camera con arredi decò, bagno in camera, grande salone, terrazzo, in una palazzina in stile razionalista. Bellissima casa. Ceniamo al “Gringo Viejo” uno dei ristoranti consigliati sia dalla Lonely Planet che dalla Routard, che oltre ad una buona cucina, ha il pregio di essere a 200 m dalla casa. Dormiamo con la coperta perché è arrivato il “frente frio” che tutti aspettavano e che doveva arrivare fin dal nostro primo giorno a Cuba (come scritto nelle note, a Cuba, la quasi totalità delle case, anche quelle di persone abbienti, non ha i vetri alle finestre, solo persiane).

07/01/2014 San Francisco de Paula – L’Avana (Vedado) – Partenza per l’Italia

Oggi vediamo le ultime cose che all’inizio del viaggio non avevamo visto a L’Avana. Cominciamo dalla Finca Vigia, cioè la villa di Hemingway che è a San Francisco de Paula (praticamente un sobborgo dell’Avana). Si visita solo da fuori e oggi, a causa dell’umidità (ieri sera ha piovuto e anche oggi il cielo è minaccioso anche se poi non pioverà) le finestre sono chiuse, ma non è un grandissimo problema perché si vede bene lo stesso e anche le foto si fanno decentemente. 5 CUC a testa non sono pochi, ma considerando che la casa è stata restaurata solo con capitali cubani (il governo americano ha vietato ad un’associazione americana di contribuire), è comprensibile.

Vicino alla grande piscina vuota è esposto anche il Pilar (il piccolo yacht con cui lo scrittore amava andare a pesca di marlin). Torniamo in città per andare a Plaza de la Revolution, torniamo verso il centro per un ultimo giro intorno Plaza de Armas, pranziamo e torniamo al Vedado, passiamo vicino al grande albergo “National”, che sembra più un edificio pubblico con le sue due torri e andiamo a prendere i bagagli; ma Mercedes non c’è!. Per fortuna incontriamo sul portone i nuovi ospiti di Mercedes che stanno rincasando (Agnese, occhio di falco, riconosce le chiavi) e ci fanno prendere le nostre valigie, altrimenti era un bel problema. Riconsegniamo la macchina e il gestore della Cubacar ci porta all’aeroporto con la stessa nostra macchina per 10 CUC (ma dobbiamo mettere un po’ di benzina, visto che con i vari giri la macchina era rimasta a secco). L’anticipo è ampio quindi ci aspetta una lunga attesa in aeroporto, visto che le varie formalità sono abbastanza veloci. In aeroporto c’è un cambio anche dopo la dogana così possiamo cambiare per mangiare qualcosa.

Il volo di ritorno è abbastanza tranquillo, un po’ si dorme e arriviamo a Madrid a mezzogiorno quando per noi (fisiologicamente) è invece l’alba. Dobbiamo passare da un Terminal all’altro e usiamo una navetta, per cui si arriva abbastanza velocemente all’ora dell’imbarco. Siamo a Fiumicino poco dopo le 17 e a casa. Domani si torna al lavoro (tranne che per Maurizio, che, fortunato, è in pensione).

CONCLUSIONI

Viaggio splendido, da rifare, magari con più tempo a disposizione (Cuba è grande e le cose da vedere sono tante), per una conoscenza meno superficiale, per vivere una realtà così diversa dai nostri canoni.

Da non perdere:

L’Avana (Habana Vieja – Centro Habana – il Vedado – Plaza de la Revolution – la Finca Vigia)

La valle di Viñales

Passeggiate e trekking nel Massiccio dell’Escambray

La cena da Riccardo Abella Hernandez a Playa Giron

Playa Ancon (per fare bagni e snorkeling)

Trinidad (a nostro avviso,e non solo nostro, la più bella città di Cuba)

Playa de Los Cocos (per la spiaggia, per il mare e per l’aragosta)

Almeno una notte nella casa di Maité, a Moron (per l’alloggio, per la cena, per la colazione)

Il Memorial de los Martires de la Revolución e i murales a Santa Clara

Da vedere

Finca El Pinar (a Pinar del Rio)

Granja de los cocodrilos (a Gavà)

Playa Giron

La Valle de los Ingenios e l’azienda Guichinabo

Camagüey

Santiago (ma se si è visto L’Avana e le altre………)

Guardalavaca (per un bagno ristoratore)

Playa Flamingos (per il mare e per le grandi e belle conchiglie)

San Miguel de los Banos (per l’atmosfera surreale)

NOTE

PREPARAZIONE DEL VIAGGIO

Oltre alle incombenze ovvie da espletare in tempo, cioè acquisto biglietti aereo, passaporti, visti e assicurazione sanitaria (obbligatoria dal 2010 – costo circa 40€ a persona); tutte cose che noi abbiamo fatto fare da una agenzia di viaggi, due sono le cose fondamentali da fare, da casa e con sufficiente anticipo (il più possibile):

Prenotazione della casa a L’Avana (o comunque nella città in cui si arriva con l’aereo). È estremamente importante arrivare con la casa (e il taxi) prenotati. Per gli alloggi dei successivi giorni non c’è problema: i proprietari delle casas particulares sono tutti collegati tra di loro, basta dire dove si vuole pernottare l’indomani e loro stessi telefoneranno per prenotarvi l’alloggio per la notte successiva. Nel caso non conoscessero indirizzi nella località dove intendete fermarvi chiedete loro di telefonare agli indirizzi che trovate sulla Lonely Planet o sulla Routard: lo faranno volentieri. Nel nostro caso, poiché avevamo deciso già le tappe almeno fino a Capodanno, Lisette, la proprietaria della casa particular dell’Avana, ci ha prenotato tutte le case fino a Santiago. Il sito che abbiamo utilizzato per prenotare, dall’Italia, la suddetta casa all’Avana è— www.casecubane.com (mail: comunicazioni@casecubane.com) che si è dimostrato il più attendibile e efficiente.

Altri siti (utilizzati nei precedenti tentativi):

— www. casaparticularcuba.org (mail: leo@casaparticularcuba.org);

— www.casecuba.com

— www. mycasaparticular.com (mail:info@mycasaparticular.com)

— www.cubacasa.net

— www.amorcuba.com (mail: ale.amorcuba@gmail.com)

Prenotazione dell’auto. Altrettanto importante è arrivare e trovare la macchina prenotata. Sul comodo sito www.cubatravelnetwork.com è possibile trovare, oltre a innumerevoli informazioni, i siti delle agenzie di rent-car, che sono tre (Cubacar, Havanautos e Rex) ma tutte riconducibili alla Transtur, che è l’organizzazione cubana statale di viaggi. Noi abbiamo prenotato con “Cubacar” perché era l’unica che aveva una macchina economica ma con grande bagagliaio (la Geely, una 1500 tre volumi cinese) essendo noi in 4 con relativi bagagli. Normalmente la fascia economica è formata KIA Picanto, ottime per 2 persone, ma per 4 persone troppo piccole e con bagaglio limitato (non è prudente lasciare i bagagli in vista). Oltre all’importo della macchina (circa 57-60 € al giorno per quelle della categoria “economy”) da pagare all’atto della prenotazione, occorre considerare 15 CUC al giorno di assicurazione da pagare in loco all’atto del ritiro della vettura. Le vetture vengono consegnate con il serbatoio pieno e vanno restituite con il serbatoio vuoto (se c’è ancora carburante non è previsto rimborso). Con il senno di poi, vista la nostra esperienza, consigliamo, se possibile, di affittare o un SUV o un fuoristrada, visto che molte strade sono delle vere mulattiere (vedere oltre). Altro sito di info è il già citato visitcuba.

DOGANA

Niente di particolare; controlli e limitazioni standard. Siccome quando si lascia un paese si tende, ovviamente, a spendere tutta la moneta locale, ricordarsi, all’atto del ritorno, di lasciarsi 25 CUC a testa per la “tassa di uscita” da pagare allo sportello presente nella sala delle partenze in aeroporto, più, eventualmente qualcosa per mangiare e bere dopo i controlli (anche se, volendo, dopo tali controlli, nell’area di imbarco, c’è un cambiavalute).

COSTI

A Cuba, notoriamente, vige una doppia moneta, per i locali c’è il “peso” con cui possono comperare beni di prima necessità in appositi negozi (interdetti agli stranieri); per gli stranieri (e per i locali se vogliono acquistare beni considerati “di lusso”) c’è il “CUC” (peso convertibile) del valore di 1 $ americano cioè 0,76 € (a dicembre 2013), che equivale a circa 25 pesos. Tranne generi di primissima necessità (pane, latte…. negli appositi e poco forniti negozi) tutto il resto si paga in CUC. In alcuni locali, anche se hanno i prezzi in pesos è possibile pagare in CUC, anche se adottano un cambio un po’ “estroso”; ad esempio, ci siamo fermati a prendere della pizzetta “napoletana” da asporto in un locale con i prezzi in pesos; siccome eravamo stranieri (non avevamo pesos, non abbiamo cambiato perché, non facendo la spesa in quanto mangiavamo nei ristoranti, non lo abbiamo ritenuto necessario) abbiamo pagato in CUC, ora, una pizzetta costava 7 pesos e noi l’abbiamo pagata 1 CUC, cioè il quadruplo (che è comunque un prezzo basso per cui non abbiamo fatto storie). Il costo della vita è estremamente basso, solo in rari casi ci si è imbattuti in prezzi gonfiati “spenna turisti”; nel diario abbiamo fornito alcuni prezzi che danno perfettamente l’idea.

È consigliabile portare euro, non i dollari americani per i quali applicano commissioni di cambio enormi. I bancomat si trovano solo nelle grandi città e molti ne sconsigliano l’uso perché asseriscono che spesso la tessera viene “ingoiata” (anche se noi non abbiamo mai fatto la prova). Sconsigliato pagare con la carta di credito nei negozi che l’hanno: applicano il 10% di commissione e, comunque, non sono accettate carte americane o collegate a istituti di credito americani, come la American Express (vanno bene le Visa e Mastercard) . Pertanto consigliamo di portare gli euro necessari. Tener presente che sia negli uffici di cambio che nelle banche ci sono sempre lunghe file (sono soprattutto locali che cambiano i CUC, guadagnati con i turisti, in pesos). Tanto per avere un riferimento, noi, senza farci mancare nulla, abbiamo speso, in quattro, in 15 giorni, complessivamente circa 2400€ (essenzialmente per carburante, assicurazione auto, pasti e alloggio) considerando che macchina e aereo erano già stati pagati dall’Italia prima della partenza. I costi indicati, in questo diario, per pranzi, colazioni e cene si riferiscono a quattro persone (non a dieta).

ALLOGGIO

Consigliate assolutamente le “Casas Particulares”, cioè appartamentini affittati da privati (con l’autorizzazione dello stato). Costano meno della metà rispetto ad un albergo a tre stelle ed hanno, in fin dei conti servizi non molto differenti ma, soprattutto, permettono di istaurare rapporti umani e di conoscenza, di vivere la realtà cubana, come già detto nella premessa a questo diario. Generalmente sono appartamentini di due camere, ognuna con proprio bagno in camera; altre volte le due camere hanno un unico bagno in comune (più la cucina). Altre volte si tratta di appartamentini monocamera (con bagno) ricavati ristrutturando grandi appartamenti; in questo caso la cucina è in comune. Quasi tutte preparano, servendoli e preparandoli nell’appartamento affittato, colazione (di norma dai 3 ai 4 CUC a testa) e cena, spesso di qualità pregevole ed economica (dagli 8 ai 10 CUC a testa più bevande).

Dette case sono indicate da un simbolo (una specie di strana freccia azzurra) sul portone, accompagnato, spesso, dalla scritta “Arrendador divisa” (vedi foto). Evitare assolutamente case non autorizzate, cioè prive del contrassegno. Alcune cases particulares hanno ristorante annesso (stessi prezzi e qualità dei pasti fatti nelle case). Cercare, se possibile, case con posto macchina interno o case con garage convenzionato, questo perché non è prudente lasciare la macchina incustodita la notte: facilmente spariscono le gomme (che infatti sono l’unica cosa che l’assicurazione non copre). Alcune casas particulares (specie quando sono più di una nella stessa via) si accordano con una persona che sorveglia le macchine durante la notte (2 CUC a macchina).

Portare da casa detergente per le mani e carta igienica (in molte case sono assenti).

I prezzi delle case sono standard e non legati alla qualità delle stesse: 30 CUC a camera a L’Avana (25 in bassa stagione), 25 CUC nelle altre località (20 in bassa stagione). Certamente ad alloggi “rimediati” si affiancano case veramente splendide. In questo diario abbiamo cercato di dare un giudizio di quelle dove abbiamo alloggiato. In alcuni diari cercati in rete abbiamo trovato altre indicazioni e giudizi su altre casas.

I prezzi si intendono a camera (pertanto a coppia), non a persona. In quasi tutte le case, nella camera c’era, oltre al letto doppio, anche un letto singolo o altro letto doppio e, pertanto, è possibile alloggiare anche in 3 o in 4 nella stessa stanza (comodo se ci sono bambini); il prezzo aumenta di circa 5 – 10 CUC.

L’alta stagione comprende, di norma, gennaio, febbraio, marzo, aprile, luglio, agosto, novembre, dicembre; la bassa stagione: maggio, giugno, settembre, ottobre.

Quasi tutte hanno, oltre la tensione 125 Volt (quella normale a Cuba) anche la 220. Le prese sono del tipo lamellare, pertanto occorre portare un adattatore. Tutte le case hanno l’aria condizionata (d’estate, senza, non si potrebbe dormire).

A volte le mail inviate ai proprietari delle casas pariculares tornano indietro; questo non vuol dire che l’indirizzo sia errato. Succede che la maggior parte dei cubani, si intende dei privati cittadini non delle organizzazioni o ditte commerciali, accedono a internet da internet-point e lo fanno non frequentemente, pertanto, le caselle, si riempiono.

TEMPO E TEMPERATURE

Abbiamo trovato un clima ottimo: mattine fresche, con temperature che salgono rapidamente ma raggiungendo un caldo non fastidioso, non afoso, anzi piuttosto secco. Insomma un clima da calzoncini, sandali e t-shirt (con una felpa leggera per la mattina). Normalmente a fine dicembre arriva un “frente frio” (naturalmente è un freddo sempre relativo, come una primavera inoltrata) ma per quello bastano i vestiti un po’ più pesanti con i quali si parte dall’Italia e per la notte, verificare la presenza di una copertina nella camera: la quasi totalità delle case cubane ha le finestre senza vetri, solo persiane ad inclinazione regolabile. I mesi invernali sono i migliori per visitare Cuba: il caldo, come detto, non è eccessivo, si sta bene sia città che in spiaggia; l’acqua del mare è calda anche se i locali diranno il contrario, abituati a temperature estive tipo “brodo”; scarse le piogge. I mesi estivi sono molto caldi e umidi e con precipitazioni abbondanti e frequenti.

CIBO

Nelle zone interne prevale la carne di maiale (ottima, i cubani la lavorano e cuociono veramente bene) e di pollo. Nelle zone costiere, naturalmente, pesce, ottimo e non caro, con l’aragosta a farla da sovrana. Ottimi e supereconomici banane e, soprattutto, ananas oltre agli altri tipici frutti esotici come mango e papaya. I ristoranti non sono cari, però calcolare che tutti applicano un 10% per il servizio; le mance sono molto gradite. Almeno limitatamente a quelli in cui abbiamo mangiato abbiamo trovato rispondenti le indicazioni delle guide citate nella premessa. Bere sempre e solo acqua minerale e cercare di evitare il ghiaccio (certo se uno vuol prendersi un Mojito… noi abbiamo rischiato!).

RAPPORTI CON GLI ABITANTI

Abbiamo trovato i cubani gentili e disponibili. Per la maggior parte della popolazione la vita non è certo facile, ai limiti della sussistenza, ma questo non sembra aver intaccato la loro voglia di vivere. Le case cadono a pezzi, le vecchie macchine americane anni’60 sono rattoppate alla meglio (ma già possederle è un privilegio, la maggior parte della gente, specie nei paesi o cittadine, gira con i bici-taxi o con i carretti trainati da muli), eppure la gente è allegra o, almeno, riesce a non farsi prendere dallo sconforto e reagisce. Basta poco, uno “stereo” con le casse appoggiate alla finestra al piano terreno o alla porta del “basso” e si balla in mezzo alla strada. A Cuba si balla sempre e ovunque, nei cortili, in strada, nei caffè, nei magazzini abbandonati, nei ristoranti e, a lungo andare, l’allegria è contagiosa.

Sulle guide e su alcuni siti abbiamo letto di fare molta attenzione e si raccomanda di non girare con macchine fotografiche in vista; noi non abbiamo riscontrato problemi per la sicurezza (l’unico problema è, di notte, per le gomme dell’auto, come detto sopra); abbiamo girato sempre tranquillamente con le nostre reflex al collo e nessuno ci ha dato fastidio (siamo stati sfacciatamente fortunati o ci sono troppi allarmismi e luoghi comuni in giro?). Possono essere fastidiosi, ma non più di tanto, almeno non così come riportato dalle guide, i ragazzi che avvicinano i turisti per sponsorizzare una determinata casa particular o un certo locale o ristorante, sono i cosiddetti “jineteros”. A volte, se vedono macchine in noleggio (tutti i turisti in auto, ovviamente viaggiano su macchine noleggiate, riconoscibili per gli adesivi e per le targhe) tenteranno di fermarvi dicendo continuamente che ciò che cercate è chiuso , con lo scopo di fermarvi e convincervi a favore di case o ristoranti. Se chiedete informazioni per raggiungere una certa casa o un certo ristorante 9 volte su 10 vi sentirete rispondere che non vanno bene o sono chiusi e tenteranno di convincervi della bontà di quelli che dicono loro: basta essere sempre fermi e non cedere (si pagherà di più per servizi scadenti).

INFORMAZIONI SANITARIE

Come già detto bere acqua minerale sigillata e stare attenti al ghiaccio.

L’assistenza sanitaria a Cuba è giudicata buona, ma scarseggiano le medicine, pertanto, portarsi appresso i farmaci di cui, normalmente, si ha necessità e quelli che si presume possano servire, come antibiotici specifici per problemi intestinali e fermenti lattici (meglio quelli in polvere che sopportano meglio le temperature estive). Sul sito “www.viaggiaresicuri.it” si troveranno tutte le indicazioni sanitarie e di sicurezza occorrenti; è consigliabile registrarsi, sullo stesso sito, in modo che, in caso di emergenza, si possa essere rintracciati (noi lo facciamo ad ogni viaggio all’estero).

Portare buona scorta di prodotti antizanzare (sia personali che ambientali e lenitivi post-puntura): in alcune zone sono abbondanti.

STRADE E CARBURANTI

Le strade sono, generalmente, in pessime condizioni e mai illuminate. Le autostrade (gratuite) sono molto larghe ma per il resto equiparabili ad una nostra appena sufficiente statale: spesso non con svincoli ma incroci a raso, senza separazione tra le carreggiate, frequentate da ciclisti, carretti, pedoni e, non di rado, non essendoci reticolati ai lati, animali. Non è raro trovare gente che, mentre aspetta l’autobus, fa l’autostop sventolando banconote (intendendo che contribuiranno alle spese del viaggio). Le strade nazionali sono, spesso, ad una corsia per senso di marcia e con fondo sconnesso; le locali, quasi sempre, con buche, in alcuni casi al limite della mulattiera. Occorre, pertanto, rimanere larghi nel calcolare i tempi di percorrenza.

Le benzine sono di tre tipi e a prezzo fisso per tutti gli impianti: una a 1 CUC/litro) usata dai motorini; la regular a 90 ottani (1, 20 CUC/litro) usata per le macchine americane anni ’50 e le Lada anni ’70 (molto diffuse) e la especial, a 95 ottani(1,40 CUC/litro) per le macchine moderne, soprattutto quelle a noleggio. La especial non si trova in tutti gli impianti, Cubacar e le altre agenzie forniscono una piantina dell’isola con evidenziati i distributori di carburante in cui trovarla. Da tener presente che fa buio presto (verso le 17) e che non è consigliabile guidare con il buio: le strade, come detto, non sono illuminate, la segnaletica è scarsa e sia i ciclisti che i carretti trainati da cavalli, spesso numerosi, sono sempre privi di fanalini e catarifrangenti.

ASSISTENZA

Per l’assistenza ai turisti: ASISTUR Paseo del Prado 254 – L’Avana – Telefono 338527 – 38920

Indirizzo Ambasciata d’Italia L’Avana: 5ta Ave. N. 402 esq. 4, Miramar – Tel: (00537) 2045615 r.a.. Fax: (00537) 2045659 – 2045661 – Cellulare di servizio: 005352805417 oppure 005352850608 E-mail: ambasciata.avana@esteri.it – Home page: www.amblavana.esteri.it

DATI DELLE CASAS PARTICULARES UTILIZZATE

giorno località Casa Particulare indirizzo telefono mail

23-24-25 dicembre 2013 L’Avana Casa de Lisette y Orlando AP.TO 301 Aguacate n°509 entre Sol y Muralla. Casa (53-7)-867 5768 Cellulare (53) 52689824 lisette-orlando@enet.cu lisettesobrino@yahoo.es

26 dicembre 2013 Viñales Villa Osviel Orlando Nodarse n°33 A casa (53)-(048)-69-5415 cell. (53)-53101280 osnelyalemus@gmail.com

27 dicembre 2013 Playa Giron K.S. Abella Carretera a Cienfuegos casa 0145.984383 ricardoabellamercy@yahoo.es

28 -29 dicembre 2013 Trinidad Hostal La Caridad Trinidad Cuba Lino Perez n°173 e/Frank Pàis y Pedro zerquera (041) 99104 ostalcaridad2011@gmail.com

30 dicembre 2013 Camagüey Alfredo y Milagros Cisneros n° 124 casa (53)-(32)-297436 allan.carnot@gmail.com

31 dicembre 2013 Santiago de Cuba Aurora Cervantes Trinidad n°62 e/ Calvario y Moncada casa (+53-22)-657386 cell. 52717756 justoescalona@medired.scu.sld.cu

1 gennaio 2014 Las Tunas Sig.ra Haydee Vega Soto Luis Ramirez López 24 e/J. Agüero y Frank Pais (5331) -34-7905 ramondh51@gmail.com

2 gennaio 2014 Camaguey Alfredo y Milagros Calle Cisneros N°124 casa (53)-(32)-297436 allan.carnot@gmail.com

3 – 4 gennaio 2014 Moron Alojamiento Maité Luz Caballero n°40 (tra Libertad e Agramonte) 50-41-81

5 gennaio 2014 Matanzas indirizzo non appuntato (tanto non valeva la pena)

6 gennaio 2014 L’Avana Mercedes Gonzàlez Calle 21, n° 360 832-58-46 mercylupe@hotmail.com

NOTA: numeri di telefono e indirizzi sono indicati in questo diario così come riportati sui biglietti da visita o dalle guide turistiche.

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Valle di Viñales

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