Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi!

Weekend lungo a Monaco di Baviera
Scritto da: I_elia
natale con i tuoi e pasqua con chi vuoi!
Partenza il: 22/04/2011
Ritorno il: 25/04/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Passate le vacanze di Natale arriva la proposta di fare un week end lungo a Monaco di Baviera, ci mettiamo d’accordo su giorni e alla fine lavorativamente siamo tutte disponibili a penderci il venerdì. L’idea è quella di partire al mattino e di dedicare parte della prima giornata anche a Innsbruck che troviamo circa a metà strada. Partenza alle 7.30 del venerdì direzione Austria, per strada il traffico è scorrevole, in realtà la maggior parte dei veicoli si dirige nel senso opposto in direzione lago di Garda, poco prima del confine ci fermiamo per uno stop e per l’acquisto della Vigneta, che serve per circolare nelle autostrade austriache, paghiamo poco più di 8 euro e vale per il transito nei successivi 10 giorni. Arriviamo ad Innsbruck che non sono nemmeno le 10.30, ci facciamo un bel giro per il centro, la viabilità non è il massimo, sembra quasi di stare in Italia, un po’ arzigogolata e anche se con qualche perplessità troviamo un parcheggio su tre piani dove lasciare l’auto, il resto dei parcheggi dura al massimo 90 minuti. Il centro è carinissimo, sulla cornice delle Alpi il paesaggio è spezzato dal fiume Inn che scorre florido ai lati del centro. Verso l’una avvertiamo i primi morsi della fame e decidiamo per una pausa di ristoro, vaghiamo un po’ qua e la e alla fine ci fermiamo in un ristorantino dove si puo’ pranzare fuori, qui scopriamo che è consuetudine utilizzare tutti i posti del tavolo a prescindere da chi l’abbia occupato prima, ovvero se c’è una coppia seduta e arrivano altre due persone, queste si siedono a prescindere dal fatto che fra di loro si conoscano, non capiamo se è una fortuna o meno essere in un tavolo da 4 in 4. La cameriera francamente ci spiazza, noi ordiniamo in inglese e lei sempre in inglese ci risponde che forse è meglio se parla lei in italiano visto il ns pessimo inglese, al motto di “ma senti che accoglienza” ci interroghiamo sul confine fra onestà e maleducazione. Cerchiamo di non polemizzare anche se l’arroganza, ci fa per un attimo pensare che stiamo noi servendo lei e non il contrario, la goulash souppe è buona, l’insalata scopriamo che la servono solo condita e guai a chiedere di non farlo perché i cambiamenti non piacciono! Capiamo che fra noi e la cameriera non sarà mai feeling ce ne andiamo non lasciando la mancia, beccandoci anche delle avare. Da brave italiane scoviamo un pugliese dentro ad un mercato coperto che ci racconta delle sue impressioni visto che abita li da 17 anni e delle differenze nel lavare i piatti fra donne italiane e donne austriache, ridendo ci accorgiamo che son quasi le 4 e decidiamo di andare verso la Germania. L’autostrada tedesca priva di limiti si presenta a 4 corsie e priva di pedaggi, unico divieto scendere sotto i 120 km/h.

A Monaco l’albergo scelto (Hotel Kraft) è nella primissima zona residenziale vicino alla fermata del tram e della metro, giusto il tempo di una doccia e ci lanciamo in centro. La consierge è gentilissima e ci spiega come arrivare al ristorante scelto, giustamente non si può non mangiare bavarese, prendiamo la metro, la prima sera ci sembra un po’ complessa in realtà già alla sera successiva avevamo acquisito un discreto orientamento. Birreria Backmeir ,due di noi vanno con la parata di wustel, io di polpette e l’ultima di polpettone, sono 4 piatti che per motivi diversi lasciano tutte perplesse, l’utilizzo di salse è spietato, tutto risulta salato e unto, incomprensibile se si possa trattare di eccesso di olio o eccesso di burro… per i nostri palati abituati a gusti mediterranei lo shock è immediato. Ci alziamo dopo due ore con il fegato che già ulula alla luna, decidiamo per un rientro a piedi nel tentativo di digerire. Il centro di Monaco appare subito squadrato e lineare, strade larghe ben indicate e luminose, unica avvertenza occhio a camminare per sbaglio nella piste ciclabili, la possibilità di essere travolti è altissima. Nel mentre facciamo una sosta in una delle Augustiner della città dove nemmeno a farlo a posta ci serve una cameriera italiana, le sedie sono tutte rivolte nella stessa direzione, sembriamo delle lucertole al sole, ci spiega che ai tedeschi piace non perdere nemmeno un raggio di sole ed è per questo che orientano le sedie verso il sole del mattino… noi lo troviamo assurdo anche perché è difficile parlarsi tutte in fila tipo plotone. Alla fine ci confessa che in realtà così sistemano più fretta i tavoli e la gente non scompone le file, ci sembra ancora un’assurdità, però nella terra dell’ottimizzazione e della massimizzazione del risultato non ci si può aspettare qualcosa di diverso. Rientriamo con calma passando per Marienplaz piazza che poi vedremo anche di giorno.

Primo risveglio a Monaco e prima colazione, ci appare un ben di dio di muesli e cereali, latte fresco, pane di 4 tipi, croissant freschissime, frutta fresca e uova e prosciutto, praticamente il pasto migliore della giornata e resterà così per tutto il soggiorno. Sabato giornata di sole e per fortuna perché la meta della mattina è Dachau, prendiamo la metro (zona 1 e 2) e poi il tram 276 che ci porta all’ingresso del campo. Consiglio la spesa dell’audioguida per comprendere meglio i luoghi che si vedranno, dalla baracca X ai vari monumenti che sono stati costruiti a partire dal 1967, l’aria è tesa, si avverte un senso di oppressione che rimane quasi a testimonianza delle atrocità che sono state compiute. Scopro tantissime informazioni di cui non ero a conoscenza, come la presenza dentro al campo di un bordello, dove sicuramente non prestavano servizio prostitute consenzienti, oltre a poter visitare ogni cm, è a disposizione un museo che contiene una serie di documenti e di pannelli con spiegazioni, qui una grave pecca è che il 70 percento del materiale non è tradotto in inglese. Viene poi proiettato un film che però viene mandato in onda solo se ci sono almeno 30 persone che lo richiedono, fanno da padrone i tour organizzati, noi non riusciamo a trovare altre 25 persone anche perché importunare la gente in un luogo così silenzioso sembra inopportuno, ce ne andiamo un po’ deluse, ma la signora addetta alle proiezioni è irremovibile, o ci sono 30 persone oppure non si fa niente. Pomeriggio è dedicato al museo della BMW, come se non ce ne fosse uno già per le strade della città, non serve dirlo che la grande maggioranza delle auto che vediamo sono tedesche e moltissime BMW. Prima di andare al BMW Welt giriamo per la zona Olimpic Zentrum e ci rendiamo conto che la concentrazione di disabili e anziani soli, qui è impressionante, come fosse un ghetto nella città, forse coincidenza o forse no, però l’idea che non sia casuale ci resta, quasi a voler far stare queste persone distanti e tutte fra loro. Mangiamo un panino in una delle backerie che troviamo camminando, il mio panino classico pomodoro e mozzarella sarebbe squisito se non fosse per una dubbia salsa verde che trovo all’interno tipo sorpresa nell’uovo di pasqua. La struttura architettonica della BMW Welt è estremamente futuristica, all’interno macchine e moto la fanno da padrona, sono in esposizione ma è possibile salirci, dopo lo spettacolo di moto all’interno ci godiamo un po’ di monaco dall’alto. Torniamo verso il centro per un po’ di shopping, qualche ricordo e un po’ di vetrine, del resto tutto fa conoscere una cultura. Qua e la giovani tedeschi che trasportano casse di birra in preparazione del sabato sera probabilmente. La sera andiamo in una delle più vecchie birrerie la HouffmanBrasse, qui ordiamo un po’ di tutto, Paola si spinge con un piatto dove c’è un mix non convenzionale dall’anatra allo stinco, Lor si delizia con il tonno, e Zara va di cotoletta di vitello, io una specie di tagliata. Ovviamente weisse di contorno 🙂 Alla fine non paghe ci regaliamo una fetta di strudel che non ha nulla a che vedere con la brutta copia italiana fatta con la pasta sfoglia…

La domenica complice il tempo incerto decidiamo per una meta al chiuso, il museo della scienza, vaghiamo per le stanze come se aspettassimo sempre qualcosa di meglio che però non arriva, concludiamo dicendo che il museo è un po’ obsoleto nella scelta dell’allestimento, sembra rimasto agli anni 80, forse per ammortizzare il biglietto alla fine lo giriamo tutto convenendo però che gli unici due casi in cui il museo entusiasma sono di fronte ad un bimbo di 8 anni oppure ad un ingegnere meccanico… nessuna di noi rientra in queste due categorie. Peccato invece non aver visto il museo di arte contemporanea che invece merita sicuramente, mi rassereno con la speranza di aver la scusa per tornare. Al pomeriggio decidiamo per un giro in centro, cucina di nuovo bavarese questa volta pollo per quasi tutte a parte paola che si lancia in wuestel bavaresi e canederli di fegato, a detta sua meravigliosi… A noi tre resta il dubbio che Paola riesca a nutrirsi di qualsiasi cosa risulti sotto la sua catena alimentare…

Dopo aver visto il palazzo del municipio e i vari edifici storici andiamo verso il parco a prendere un po’ di sole, qui le guide hanno assolutamente ragione, il parco è enorme e pieno di gruppi che suonano ballano e si divertono bevendo fiumi di birra. Il clima è estremamente disteso e pacifico, cani, bambini tutti che corrono assieme utilizzando gli stessi spazi comuni. E’ concesso anche il naturismo quindi nessuno si stupisce nel vedere persone che prendono il sole nudi e in mezzo agli altri. Questo mix di gente, rende l’atmosfera estremamente allegra e quasi in contrapposizione alle grida e alle feste è quasi spontaneo sonnecchiare sdraiati sull’erba. Dopo un rapido passaggio per l’albergo decidiamo di averne abbastanza della cucina bavarese e incappiamo nella zona etnica della città, proliferano locali vietnamiti, thai e indiano, vista la mia adorazione per la cucina indiana riesco a convincere anche la più restia, forse solo per farmi contenta, e finalmente posso dire di aver mangiato qualcosa che mi piace. Gestito da un indiano cordialissimo che ci canta Toto Cotugno appena ci vede, la serata passa benissimo mangiando e bevendo la solita e sempre buonissima Weisse! Non so se sia più o meno presente una comunità indiana ma la cucina era davvero ottima! Il gestore insiste perché cantiamo un pezzo di canzone italiana, non sapendo a quale atrocità stia andando incontro, scoprirà ben presto (e a sue spese) che non tutti i luoghi comuni sono veri… esistono in natura italiani che cantano da schifo 🙂

Vaghiamo un po’ per la monaco notturna senza mete precise fino a quando riteniamo opportuno far ritorno in albergo. Al mattino l’aria è già in clima di saluti, il tempo è incerto e il vento fresco, lasciamo monaco intorno alle 9 e ci incamminiamo per un sereno rientro a casa.



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