Natale ad Antigua

Qualche dritta per un viaggio nell'isola caraibica... per turisti e kiter
Scritto da: ubertoc
natale ad antigua
Partenza il: 21/12/2012
Ritorno il: 05/01/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
L’isola di Antigua con la sua simile Barbuda fa parte della mezzaluna di isole dei Caraibi ed è situata nella parte più a nord non troppo lontana da Puerto Rico e dalle British Virgin Islands. La piccola isola (potrebbe essere stilizzata in un quadrato di 21 km di lato) gode di un clima tipicamente tropicale ovvero sole e nubi in inverno e ogni tanto un acquazzone potentissimo che dura 30 minuti e poi lascia spazio a sole e nubi nuovamente. In estate c’è il rischio di qualche uragano che potrebbe colpire le isole (vedi http://www.hurricanecity.com/city/antigua.htm), ma il rischio non è altissimo. Temperatura dell’aria sempre fra i 20 e i 30 gradi, piu’ caldo in estate (emisfero boreale quindi stessa stagione europea). In inverno il sole sorge intorno alle 6:00 e tramonta intorno alle 17:30, fate i vostri conti se volete visitare l’isola con comodo durante le ore diurne che non sono molte. La circolazione stradale è abbastanza agevole durante le ore con illuminazione naturale mentre potrebbe essere problematica con il buio in quanto le strade sono tutte piuttosto tortuose, strette e con una segnaletica verticale e orizzontale approssimativa, sbiadita e inconsistente come le promesse di un politico dopo le elezioni.

L’isola è una repubblica indipendente e fa parte del Commonwealth essendo stata colonia Britannica.

Il piccolo aeroporto riceve voli da Gatwick UK e dagli Usa (United, American Airlines); in realtà ci sono relativamente pochi voli dall’Europa mentre sono molto più frequenti quelli dagli USA. British Airways e Virgin Atlantic hanno operativi che nel 2012 costano in economy nel periodo natalizio di altissima stagione intorno ai 1100/1300 euro mentre scendono a 800 euro circa nel resto dell’anno. L’aeroporto (sigla IATA ANU) e’ molto piccolo, stanno costruendo a lato il nuovo terminal, vedremo quando sara’ pronto. Preparatevi ad almeno 30/45 minuti di attesa al controllo passaporti sia all’andata che al ritorno. Se sarete particolarmente sfortunati potrete passare anche 2 ore all’arrivo in coda. Alla partenza ricordate che i check in delle varie compagnie sono al di fuori dell’aerostazione, praticamente sul marciapiede, impossibile non vederle. Virgin e’ l’ultima della fila in un edificio, potremmo dire sotto una tettoia. Non mettetevi in coda per entrare nel terminal e fare il check in all’interno come ho visto fare da qualche sprovveduto che poi e’ stato rimandato indietro, quella e’ la coda per i passaporti e poi si entra nel terminal. Tutto cio’ a patto che invece non siate un qualche politico di rango e possiate profittare dei voli privati a 32.000 euro che vi porteranno comodamente qui non a spese vostre.

Attenzione che qui la circolazione e’ a sinistra come in Inghilterra e i locali hanno anche il piedino pesante sull’acceleratore per non dimenticare la perniciosa abitudine che hanno di parcheggiare il mezzo alla strada senza la minima considerazione per chi sta transitando. La benzina costa intorno ai 5 USD per gallone, stazioni di servizio a marca Rubis o West Indies un po’ dappertutto, non farete fatica a fare benzina.

Ci sono molti autonoleggio sparsi nelle varie strade in giro nell’isola, un piccolo SUV, peraltro altamente consigliato per la condizione pessima delle strade piene di buche e malconce, nel periodo Natalizio costa da un minimo di 40 USD al giorno in su’. Valuta East Caribbean dollar con cambio quasi fisso con USD a 2,6; USD accettati normalmente ovunque ma occhio ai cambi fatti appunto… alle volte “ad occhio” da qualche local meno onesto. Mastercard e Visa accettate ovunque meno che nei piccoli ristoranti di cui sotto; Bancomat che danno i soldi quando vogliono loro disponibili a Saint John oppure in un paio di supermercati (vedi sotto).

La popolazione non è molta, circa 80.000 abitanti per la maggior parte discendenti degli ex schiavi qui portati dagli inglesi ma non troverete grandi piantagioni di canna da zucchero, qui la meta’ del Pil e’ dato dal turismo, che però è in calo e metà dalla finanza essendo Antigua stato inserito prima nella black list ed ora nella grey list. Non sono stati avvistati animali pericolosi, ci sono zanzare in riva al mare, nonostante il vento ma con un buon vaporizzatore si risolve il problema. Vagano libere numerose capre, fate attenzione nella guida perchè non è raro incontrarle placidamente sdraiate in mezzo alla strada (una ulteriore conferma che l’isola non si possa definire sovraffollata) o in piccole greggi. Una simpatica variante dei soliti animaletti sono i furetti, ne vedrete numerosi soprattutto a bordo strada oppure che si inseguono attraversando la strada, anche in questo caso fate attenzione a non elevare il tasso di mortalità della specie… grazie. In effetti l’attrattiva maggiore sono le spiagge, alcune delle quali alcune veramente da sogno, ma i resort che un tempo erano il vanto e la potenza di Antigua sono un po’ in declino, ce ne sono ancora di bellissimi e esclusivissimi come il Nonsuch Bay resort (Nonsuch bay a est dell’isola, ville e appartamenti in proprieta’ e in vendita; a Natale 13 giorni in cottage per 4 persone 11.000 usd, solo affitto) e altri anche di chiusi completamente e abbandonati come alcuni nella costa nord dopo l’aeroporto e sino a Friars Hill Road; in effetti una scena molto triste e malinconica. I turisti dunque si dividono fra quelli che vengono “vomitati” dalle navi da crociera e che durano lo spazio di una mezza giornata (direi un 40%), quelli che qui hanno casa da anni e vengono periodicamente (forse un 20%), quelli che vengono nei resort e vengono scoraggiati ad uscirne per permettere di “spiumarli” per bene (un altro 30%), quelli (pochi, massimo 10%) che si prendono un cottage e un’auto e girano liberi.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere al turista fai da te e accorto. Nel periodo di Natale 2012 quando noi siamo stati in visita (dal 22 dicembre 2012 al 5 gennaio 2013) in effetti l’affollamento era minimo, pochissime auto nelle strade dell’isola, e pochissime persone nelle spiagge. Al molo del porto di Saint John attraccano ogni giorno da 2 a 3 navi da crociera che scaricano nella via pedonale una marea di turisti mordi e fuggi (fate due conti: una nave porta mediamente 2500 turisti, se ne scendono anche solo la meta’ con due navi al giorno, ogni giorno ce ne sono circa 2500/3000 in giro), permanenza media 6/7 ore. Questi in parte si fermano nelle vicinanze e cadono preda dei vari negozi di abbigliamento di pessima qualita’, dei ristoranti di pessima qualita’ per turisti e in parte cadono preda dei vari taxi che li portano a vedere le spiagge piu’ vicine come Coco Beach a sud ovest o al massimo arrivano a Turners beach, salvo che non sia la stessa nave da crociera ad organizzare la gita con i pullman affittati sull’isola. Il risultato e’ che in queste spiagge contigue a Saint John sembra di essere a Rimini il 15 di agosto mentre in tutto il resto dell’isola regna la pace e la serenita’. Gia’ a Carlisle Bay, proseguendo in senso antiorario dopo Turners bay, non si trova piu’ nessuno ed infatti Carlisle bay e’ bellissima, deserta e pronta ad accogliervi se superate l’abbaiante custode del Carlisle Bluff resort. Semplicemente confermate che non volete entrare nella proprieta’ ma solo sdraiarvi in spiaggia. Dopo un paio di ulteriori tentativi di intimorirvi (ma voi non vi farete intimorire…) vi lascera’ in pace. Sulla strada troverete un simpatico ristorantino appena costruito che si chiama Caipirinha e che ha una terrazza con vista mozzafiato sulla baia. Serve local food e cockatil alla sera a quelli che saranno baciati dalla fortuna di avere la vista della baia di notte (il classico piatto di rice&beans con chicken e un paio di bevande analcoliche porteranno il conto alla stratosferica cifra di 20 euro in 3 = 65 EC). Proseguendo si trova Nonsuch bay, probabilmente la zona più bella, remota ed esclusiva di Antigua. Sulla strada per Saint Phillips troverete una strada a sinistra che si chiama Irene Corr e che ha un piccolo cartello che indica il Nonsuch bay resort. Nel fondo della baia c’è l’omonimo resort (vedi sopra) e su tutta la costa si trovano le ville piu’ meravigliose che possiate immaginare, proprietà di vari ricconi americani o inglesi, ma anche italiani come anche un ex presidente del Consiglio o un noto ex giocatore di calcio ex pupillo dell’ex di cui sopra. Purtroppo non si può accedere alla piccola spiaggia della baia che rimane a disposizione dei soli ospiti del resort o dei cottage al suo interno. Ma non disperate, se proseguite sulla strada principale verso Saint Phillips, dopo pochi tortuosi e ripidi km troverete dritti di fronte a voi in una curva la entrata della spiaggia più bella delle vicinanze Half Moon Bay. La troverete piuttosto popolata ma sempre a livelli assolutamente decenti. Il ristorantino all’entrata “da Smiling Harry” serve il solito local food (sempre lo stesso rice&bean chicken etc etc) a prezzi meno popolari, arriverete a spendere anche 22 euro in tre, il livello si abbassa ancora e valutate di farvi accompagnare da un commandos dei Lagunari se volete andare alla toilette soprattutto perchè se non c’è veto le zanzare qui vi morderanno le caviglie sino a farle sanguinare, ma non sempre.

Se invece siete di quelli che non possono sopravvivere senza sentire intorno l’afflato dell’umanità, il respiro pesante del turista irregimentato, allora il possibile compromesso potrebbe essere Dickenson Bay, a pochi km a Nord di Saint John’s. Questa bella baia con acqua cristallina e di colori meravigliosi è sede del gigantesco e pretenzioso resort Sandals. La spiaggia è decisamente ampia e lunga, al 75% è occupata da Sandals, ma lascia spazio a altri bar e ristorantini sulla spiaggia con sedie sdraio, lettini e ombrelloni (mediamente 5 USD per un lettino, ogni due arriva anche l’ombrellone inlcuso). Arrivare prima delle 10:00 è una buona cosa, troverete una ampia scelta di ombrelloni, lettini e spazio a disposizione, la spiaggia un po’ alla volta si affolla ma non sara’ mai in modo esagerato anche perche’ qui gli orari del beach bums prevedono arrivo in spiaggia dopo le 10:30, i piu’ duri e puri restano sino alle 14:00 poi rientrano e non si vede piu’ nessuno. Sara’ che e’ buio alle 17:30 ma non si capisce dove vadano… anyway… Attenzione al bar sulla spiaggia Sneaky Pete. La gentile signora americana che lo gestisce sara’ prodiga di consigli e notizie ma vi fara’ pagare un caffe’ americano 5 USD e una Coke 3 USD, trovate altri mezzi meno costosi di ricevere informazioni. Come si diceva la maggior parte delle altre spiagge resta deserta tutto il giorno, tutti i giorni. Il resto dell’isola va esplorato senza troppi timori, la sensazione e’ sempre di una relativa tranquillita’ e si percepisce un discreto senso di sicurezza; per capirci non ci sono energumeni con fucile a pompa spianato alla entrata del ristorante come purtroppo si vede in altre isole Caraibiche e quando entrate, soli bianchi, nel classico Road House restaurant in campagna fronte strada (sulla strada per Saint Phillips) nessuno vi guardera’ male, anzi vi accoglieranno con rispetto.

Se avete un cottage oppure un appartamento comunque con una cucina a disposizione vi illuderete di risparmiare facendo la spesa e cucinando in casa. In realta’ non e’proprio cosi. Oltre ad alcuni rari supermercati locali (Island Provisions LTD, vicino all’aeroporto) di livello medio basso frequentati solo da local esiste un solo punto di sicuro riferimento, il supermercato Epicurean in Friars Hill Road appena fuori da Saint John. In questo caso si tratta di un supermercato al 100% americano (hanno importato addirittura anche i carrelli che si trovano nei vari Walmart americani). Assortimento, esposizione, varieta’ ordine e pulizia sono americani, ma i prezzi un po’ meno. Capiamoci; se andate a mangiare in un ristorantino local spenderete non piu’ di 8/9 euro a testa mangiando sempre le stesse cose e anche di qualita’ appena superiore alla sopravvivenza. Se andate in uno dei pochi ristoranti di livello dell’isola come The Tides o Cecilia’s a Dutchman’s bay dietro all’aeroporto spenderete una imbarazzante cifra a testa non inferiore ai 35 euro senza vino mangiando dei piatti piu’ che decenti, ma sempre tristemente simili ai soliti menu del classico ristorante americano che “se la tira”, in piu’ non vi ingozzerete di certo e uscirete forse ancora con un buchino disponibile nello stomaco.

Non credete alle recensioni di Trip Advisor con quattro o cinque pallini, leggete quelle con tre palline, sono le piu’ veritiere. Ci sono alcune opzioni intermedie come il Pepperz ‘n’ lime di Dickenson bay dove avrete del piu’ che decente cibo messicano, abbondante a 20 Usd a testa per lunch, un po’ di piu’ per cena. Se fate la spesa e cucinate non va meglio, ovvero acquistando le solite cose che prendereste a casa spenderete in un attimo 80 euro e oltre e il carrello vi sembrerà più vuoto della testa di una olgiettina. Ad esempio 250 grammi di gamberi scongelati costano 10 euro, un sacchetto di patatine costa 3 euro e via così. Insomma, anche un pasto a casa non sarà indolore. Come ciliegina sulla torta considerate che la qualità del cibo qui è anche molto bassa; non c’è produzione di quasi nulla, tutto viene importato, anche la larga parte di frutta e verdura che vengono riservate alle cucine dei resort lasciando quindi il peggio ai supermercati. Sebbene ci sia abbondanza di mucche capre e polli anche la qualità della carne à bassissima. Insomma, un incubo per chi vuole mangiare decentemente.



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