Natale a Vienna 3
Ven 19/12/03
Sfruttiamo le offerte Girovacanze per un week end lungo (5 g, 4 notti) con voli a orari utili per ammirare Vienna illuminata per Natale. Partenza da Malpensa alle 11,40 in ritardo di una mezz’ora buona con volo di linea Austrian A.; l’aereo è spazioso ma il pranzo e il bere (a pagamento pure!) sono deludenti. Arrivati...
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Ven 19/12/03 Sfruttiamo le offerte Girovacanze per un week end lungo (5 g, 4 notti) con voli a orari utili per ammirare Vienna illuminata per Natale. Partenza da Malpensa alle 11,40 in ritardo di una mezz’ora buona con volo di linea Austrian A.; l’aereo è spazioso ma il pranzo e il bere (a pagamento pure!) sono deludenti. Arrivati all’aeroporto prendiamo il Cat, treno direttissimo veloce che in 16 minuti porta nel centro città (Wien Mitte). Subito facciamo la conveniente Vienna Card, che per € 16,9 a testa permette di viaggiare per 72 ore dall’obliterazione e in più ci farà risparmiare con sconti in tutti i musei, ecc. (ex post i conti sono più che tornati, ed è stata davvero pratica). Con la linea 2 del tram percorriamo il Ring, anello intorno alla città (una volta sede delle mura fortificate, fatte demolire da Napoleone) che permette di vedere una sfilata di molti monumenti importanti, fino al Rathaus, e arriviamo in hotel (Rathauspark). Giusto il tempo di lasciare le valigie, inauguriamo la nostra esplorazione della città con il museo di belle arti del Kunsthistorische Museum, bel palazzo di fronte al gemello Naturhistorische Museum, separati dai giardini di Maria Teresa. L’interno è sfarzoso e illuminato soft, la pinacoteca è ricca di fiamminghi (Rubens e la maggiore collezione al mondo di Brueghel , con le immancabili torri di Babele) e italiani (Caravaggio, Raffaello, Tintoretto, Arcimboldo, Tiziano e Canaletto, che ha dipinto delle ottime vedute anche di Vienna!). Usciamo dal museo verso le 17,30 ed è ovviamente già tutto buio: la magica atmosfera dei palazzi illuminati e la scarsa gente in giro ci porta ad ammirare queste architetture dall’esterno, e prima ci spingiamo al vicino Museum Quartier, poi dall’altra parte verso il centro all’Hofburg, il complesso del palazzo reale asburgico. Il colonnato e la cupola (che dà verso il centro pedonale, Kohlmarkt St.) sono davvero uno spettacolo di luci, così come da lontano dietro il parco le guglie del Rathaus. Ci permettiamo uno spuntino veloce al Julius Meinl, all’inizio del Graben, un posto ottimo per rifarsi gli occhi con le specialità gastronomiche tipiche e internazionali. Un giro per vetrine, i negozi sono ormai chiusi, ci porta al ristorante prescelto sulla nostra guida, il Kupfendachl in Shottengstrasse (si scende a sx, occhio a non entrare nell’omonimo e fumoso pub). L’ambiente è curato e la cucina viennese ancora di più, con circa € 25 a testa si cena dalla zuppa al dessert passando attraverso un ottimo filetto piuttosto che il gulasch in carrozza veramente squisito. Il dolce, in due perché già sazi, è enorme ed epico: una montagna di vermicelli di mousse di marroni con un cuore di panna montata casalinga, laghetto di crema di cioccolato e piramide di panna cotta di pere con guarnizioni contorno di bellezza. Di ritorno a piedi in hotel attraversiamo i mercatini ormai chiusi del Rathaus, dalle imponenti torri neo-gotiche e dalle finestrone illuminate e decorate per le feste. Sab 20/12/03 Il livello della colazione, per qualità e varietà, ripaga la camera un po’ spartana per un 4 stelle qual è il Rathauspark hotel. Le vacche austriache non devono essere meno rinomate di quelle svizzere, a sentire il sapore di latte vero del latte intero e dello yogurt che assaggiamo. Usciamo verso le 10 e finalmente il sole ci accoglie illuminando gli edifici del Ring che attraversiamo sempre in tram (questa volta il D). Scendiamo a Sudbanhof, e ci accoglie il parco del Belvedere Superiore, con una splendida cancellata dorata, il lago ghiacciato con i gabbiani, lo splendido palazzo che si specchia sulla lastra ghiacciata illuminata da un timido sole dalla luce morbida. La collezione dei quadri è notevole, dagli impressionisti al realismo romantico, al biedermaier paesaggistico a, soprattutto, le opere dell’Art Nouveau del viennese Gustav Klimt. La discesa trionfale per prospettiva e costruzione dei giardini digradanti ci porta al Belvedere Inferiore, meno ricco di quadri ma interessante per alcune sale sfarzose tra cui spicca quella d’oro e degli specchi, che era stata persino camera da letto del principe Eugenio di Savoia. Da notare che gli eredi hanno venduto una parte della collezione di quadri originale, ora ospitata a Torino alla Galleria Sabauda! Uscendo dal Belvedere Inferiore, nel Renwegg, sulla destra ci si imbatte subito nell’ottima birreria Salm Brau, sosta obbligata per un pranzo o anche solo per gustare l’eccellente birra di frumento non filtrata di produzione propria. Con il tram O e poi N si raggiunge facilmente e velocemente il complesso di case colorate dall’architettura grottesca: le Hundertwasserhauses. Interessanti i negozietti di fronte al lato pedonale, pieni di souvenir anche originali, non solo turistici, in legno o d’arte su Klimt, in primis. Prendendo il tram N in direzione opposta a prima si giunge nel Ring all’altezza di Franz Josef Kai. Da qui a piedi è uno scherzo raggiungere il supercentro di S. Stefano dalla parte di Rotentrum St.. Qui spuntino a base di pesce fresco (insalata di gamberoni, polipo e granchi) del mare del Nord in un sea food della catena Nord See. Tra un negozio e l’altro, qui in centro non c’è altro da vedere, scendiamo al Ring dall’Opera e prendiamo il solito tram “d’epoca” che però rimane fermo un buon quarto d’ora, in fila dietro al tram davanti in panne. Sono le 18 ed è tutto buio, gli alberi del parco davanti al Rathaus sono tutti illuminati e pieni di balocchi colorati come tanti alberi di Natale giganti. Ci riposiamo in hotel prima di uscire per la cena in un ristorante tipico carinziano, il Bei Max (Landhausgasse, ang. Herrengasse). Consigliato a chi ama provare le specialità tipiche, e non per chi si spaventa di fronte alle novità (al limite c’è anche un menu viennese), siamo rimasti soddisfatti. Il piatto forte, di secondo ovviamente, è costituito da un tris di (in inglese) noodles fatti di pasta e ripieni rispettivamente di formaggio, salsiccia e funghi. In generale, la nota dolente dei ristoranti a Vienna è che tutti fumano come turchi (anzi, d’ora in poi diremo come viennesi), istigati da posacenere e scatoline di fiammiferi personalizzati con il nome del locale su ogni tavolo. Scordatevi le zone non fumatori, ad oggi l’Austria, o almeno Vienna, è arretrata da questo punto di vista, per la nostra esperienza (c’è chi ha fumato persino nell’elegante, ovattata, moquettata e quindi super infiammabile sala della prima colazione in hotel, di prima mattina!). Dom 21/12/03 Visita alle sale imperiali di Hofburg, prima quelle del Kaiser, poi di Sissi, e per finire la ricca collezione di argenteria e porcellane di corte. Una guida, un’audioguida o il libretto da acquistare al museum shop prima di comprare i biglietti è necessario per gustare e scoprire i lati anche privati della vita dei reali assurgici, le cui splendide sale erano una prigione per l’anoressica Sissi, che appena riusciva fuggiva in giro per l’Europa e molto spesso anche in Italia. Non possono non venire alla mente i film di Romy Schneider, peraltro in vendita accanto ad altri souvenir particolari come le belle ma care chine piumate da inchiostro. Per chi ha tempo ed è interessato, da non perdere il museo dei mappamondi d’epoca, sempre all’Hofburg. Noi proseguiamo invece per visitare il duomo di S. Stefano, un po’ cupo all’interno, come del resto tutte le chiuse gotiche se fuori non c’è il sole… Pranzo veloce al Nord See di turno (oggi in Kartner St.) con gamberoni grigliati e trancio di salmone con patate fritte che in Italia è difficile mangiare con questa qualità di sapore e frittura. Dopo pranzo ci dirigiamo verso la vicina serra tropicale di farfalle al Burgatten-Palmenhouse (bar trendy interessante). Lo sbalzo di temperatura con l’esterno sarà di almeno 25 gradi, anche l’umidità elevatissima si fa sentire in un effetto sauna. Ci sono in verità più piante che farfalle, che però si riescono a vedere da vicino e persino fotografare anche col cavalletto indisturbati. Andiamo al museo dell’Albertina, non male per l’architettura, la collezione esposta (in particolare disegni, bozze e opere moderne) e il ricco shop museum, anche se caro. È l’ora di organizzare una bella serata con cena inclusa in un posto particolare…Con la linea 1 del metrò, fermata Alte Donau, dopo una lunga ma piacevole passeggiata nel verde giungiamo alla torre del Danubio, alta ben 252 metri (il ristorante è a 170 metri, si sale in 25 sec). La vista è mozzafiato, anche se i monumenti illuminati del centro non sono vicinissimi. La cena viennese è buona e sopra le attese, per essere un posto turistico; consigliamo il caffè rispetto al sovrastante bistro, più elegante ma caro per gustare sostanzialmente le stesse pietanze. Noi siamo venuti qui più per il panorama girevole che non per il divanetto al posto della seggiola… Ritorniamo in hotel con la comoda metropolitana viennese, pulita, calda, una prima classe con i sedili in velluto rispetto alla terza-quarta classe delle vetture di Milano. Scendiamo a Karlplatz per vedere illuminata la bella chiesa di San Carlo dalle due torri, vicino al teatro. Lun 22/12/03 Si rivede finalmente il sole che ci accoglie a Schonbrun, residenza estiva degli Asburgo, seppure sempre in città e luogo odiato da Sissi. È comoda la linea 4 del metrò, fermata omonima. All’inizio ci perdiamo per i mercatini nella piazza di ingresso. Entriamo nei giardini alla sinistra del palazzo, e subito ci imbattiamo in una coppia di scoiattolini in cerca di cibo e per nulla intimiditi. Una volta capito però che non abbiamo nulla da soddisfare i loro denti, si dileguano sotto i cespugli. Saliamo sulla collina che domina i giardini per ammirare la splendida Gloriette, dal magnifico colonnato neoclassico. Da non perdere, perlomeno dall’esterno, la serra delle palme vicino allo zoo (uno dei meglio conservati e più antichi del mondo, divertente la visita allo zoo shop). Da qui riprendiamo il metro (linea 4, Hietzing) per tornare in centro. Sono ormai quasi le 15 e siamo affamati: niente di meglio che un sostanzioso spuntino, dopo l’abbondante colazione in hotel, da Trezniesky, in fondo al Graben verso Stefansdome. L’interno è in legno scuro e l’ambiente è molto caratteristico; il posto è poco turistico ma sempre affollato da viennesi, anche a quest’ora, per gustare le numerosissime raffinate tartine (al gusto di salmone, gamberetti, formaggio, uova, funghi, carne, verdure, ecc.). Il pomeriggio è dedicato ai regali e allo shopping natalizio in centro. Di ritorno verso l’hotel giriamo bene il mercatino del Rathaus, il cui parco è illuminato come un lunapark, gli alberi sono scintillanti perché decorati con balocchi luminosi. Il profumo di punsch e frittelle si confonde con il rumore della folla e dei tanti bambini (austriaci, perché loro si danno da fare a quanto sembra). Cena al Pfudl, un locale tipico e romantico in stile country alpino dalla cucina di qualità e dalle porzioni generose. Ottima la Wiener-Snitze, la cotoletta impanata alla milanese originale viennese (ma allora chi l’ha cucinata per prima? Chi lo sa me lo scriva, please). Delicato il veal-gulash, alla paprika dolce, con tanti spezzatini teneri e magri di vitello con gnocchetti di spetzle. Mart 23/12/03 Volenti o nolenti, inevitabilmente è arrivato l’ultimo dei cinque giorni trascorsi a Vienna in piena libertà: come sempre sono volati! Abbiamo ancora a disposizione la mattina, poi dopo pranzo si deve partire per l’aeroporto Ultimo giro in centro per negozi, gustiamo gli ultimi dolci e prendiamo i panini integrali con i semi da Julius Mainl, e chiudiamo con i mercatini di Ham Hof, Freyung e del mitico Rathaus, sempre un edificio bello da vedere. È azzurro, ventoso ed oggi anche freddo: siamo a zero gradi, ed è mezzogiorno. Ci vuole proprio un bel punsch ristoratore al kirsh con dentro ovviamente le ciliegie: con la tazza blu disegnata (col Rathaus da un lato e Sissi dall’altro) sono 5 euro tutto compreso. Partiamo per l’aeroporto, peraltro vicinissimo: con il treno superveloce Cat è possibile, come abbiamo fatto noi, fare il check-in in Vienna alleggerendosi dei bagagli da imbarcare a Wien Mitte, comoda da raggiungere con il nostro solito tram sul ring.