Natale a Londra con mia figlia

Christmas time in London: tre pazzi giorni con mia figlia nel nostro primo viaggio da sole, tra shopping, cultura e delizioso junk food!
Scritto da: Grazia Nemi
natale a londra con mia figlia
Partenza il: 05/12/2016
Ritorno il: 07/12/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ero a caccia di una destinazione europea da regalare a mia figlia, dodicenne, per una buona promozione, quando, curiosando su questo sito, ci siamo imbattute nel diario di viaggio di tre amiche raccontavano la loro avventura londinese pre-natalizia.

Shopping, mercatini, un pizzico di cultura, svariate cioccolate calde e tanto tanto divertimento! Abbiamo deciso subito che Londra sarebbe stata la nostra destinazione!

Londra è davvero una meta perfetta per un viaggio tra amiche e il periodo natalizio è il migliore per visitarla perché a Londra il Natale è crazy! E se vi lascerete contagiare dal divertimento, vivrete anche voi un’esperienza indimenticabile sentendovi come bambini nel paese di balocchi. Londra è una grande, pazza, frenetica città delle meraviglie dove ci si sente un po’al centro della festa, si dimenticano i ruoli e ci si sente liberi di gustarsi ogni prezioso (e costosissimo!) istante, mentre intorno tutto gira con un’accelerazione continua come in una giostra! Per noi questo è stato lo spirito dell’avventura: mia figlia si è sentita un po’ più grande, io un po’ più bambina. E anche questo è Natale!

5 dicembre

Partiamo da Ciampino con un volo Rayanair acquistato on-line qualche mese prima e in poco più di un’ora arriviamo a destinazione. Si fa per dire… L’aeroporto dove operano le low cost è parecchio distante dal centro e ci mettiamo quasi altrettanto per raggiungere il nostro centralissimo hotel, tra treno e metropolitana. Anche il treno veloce, che in 45 minuti porta da Stansted a Victoria station, è stato acquistato prima del viaggio, le corse partono ogni 15 minuti dall’aeroporto stesso e l’orario è aperto (si può prendere qualunque corsa non c’è bisogno di indicare un orario, solo il giorno di arrivo e lo stesso vale per il ritorno).

Arrivati a Victoria Station facciamo la Oyster Card – una prepagata che permette di salire e cambiare velocemente senza tirare fuori il portafogli in zone affollatissime – e in poche fermate arriviamo al nostro hotel.

Breve digressione su “trasporti” e su “importanza della posizione dell’hotel”

Londra è carissima. Il tempo qui è davvero denaro, quindi non perdetene nei trasferimenti!

Consiglio vivamente di investire qualche euro in più per ridurre i tempi di percorrenza non indugiando sulla scelta del treno veloce e di controllare sempre la posizione dell’hotel: spesso i più economici sono distanti dalle zone di interesse e non vale assolutamente la pena di sprecare tempo per il quotidiano tragitto verso il centro. Inoltre anche la metro è costosa e probabilmente spendereste in trasporti quello che avete risparmiato sull’alloggio. Non ci sono scappatoie: se volete la comodità di alloggiare in una zona strategica dovrete spendere un po’ per l’alloggio; ma accanto agli hotel più costosi ci sono anche strutture più modeste, magari un po’datate, che offrono stanze dignitose a prezzi abbordabili anche se non proprio stracciati, pur godendo di una posizione centrale.

Il modo migliore per spostarsi è la metropolitana. Arriva davvero dappertutto ed è efficientissima. E’ anche abbastanza semplice orientarsi, nonostante le linee e le relative possibilità di scambio siano moltissime. La Oyster Card parrebbe il metodo più comodo di affrontare la metropolitana perché funziona appunto come uno skipass a punteggio. Si acquista direttamente in stazione e potete decidere voi quanto ricaricare inoltre può essere rimborsata alla partenza. Fate attenzione però perché dopo le 17 gli uffici in stazione chiudono e le automatiche, che permettono di ricaricare in qualsiasi momento, non sono abilitate al rimborso, quindi rischiate di portarvi a casa (come abbiamo fatto noi) il credito rimasto.

I bus turistici (anche se potete scendere e risalire a qualsiasi tappa) rappresentano una buona opportunità per vedere tutta la città ma non possono sostituire la metro come mezzi di trasporto, a meno che non vi atteniate al loro itinerario.

Il nostro hotel, il London Elizabeth (prenotato su Booking per circa 130 euro a notte),e si è rivelato una scelta assolutamente perfetta. Proprio di fronte a Lancaster gate (metro rossa central line) e ad uno degli ingressi di Hyde Park consente di muoversi con estrema facilità a piedi o con la metro e la zona è molto bella.

L’hotel è in stile british, ha una bella hall, piccolina, ma tutta addobbata a festa per il prossimo Natale. Ci sono candele accese e salottini dalle tappezzerie eleganti, legno scuro, lampadari di cristallo, il caminetto in ghisa e specchi dorati. E’ esattamente quello che ci si aspetta da un hotel londinese, anzi le camere, seppure un po’ datate, sono nettamente più spaziose della media e soprattutto sono accoglienti e tipicamente inglesi.

Noi ci sentiamo due dame invitate alla festa di Natale de “Lo Schiaccianoci” e siamo felici.

Ma non perdiamo troppo tempo in hotel: sono le 2 pm, è il nostro primo giorno a Londra, il programma è fitto e siamo anche affamate dunque, giusto il tempo di lasciare la valigia e ripartiamo subito per la nostra avventura.

E’ una bella giornata, c’è il sole, evento inconsueto in London, così decidiamo di evitare la metro e camminare attraverso la strada pedonale di Hyde Park che da Lancaster gate porta a Marble Arch. E’una bella passeggiata e poi ci sono gli scoiattoli, per niente impauriti, a rendere più interessante il nostro cammino.

Breve digressione su “dove mangiare a Londra”

Va detto che Londra non ha esattamente una grande tradizione culinaria da vantare e molti sostengono che si mangi male, ma non è proprio così: dipende da cosa ci si aspetta.

Se noi italiani ci aspettiamo di mangiare come mangeremo a casa nostra rimarremo inevitabilmente delusi. Se invece si parte con un po’ di curiosità e predisposizione all’alternativo (e si fanno delle ricerche prima di partire evitando di infilarsi nel primo ristorante italiano che trovate o nel franchising internazionale di turno) si può tornare sorprendentemente soddisfatti anche dall’esperienza gastronomica. A Londra c’è di tutto e si mangia a tutte le ore. Basta saper scegliere. Io avevo fatto un dettagliato programma che prevedeva anche le soste di ristoro nei posti migliori compatibili con il nostro itinerario. Ovviamente rinunciando ad una dieta sana!

Il nostro primo pranzo è quindi un “fish and chips” accuratamente selezionato nel quartiere di Myfair che inizia a Marble Arch, capolinea degli autobus turistici.

Myfair chippy, seconda traversa a destra di Oxford street (se la prendete da Marble Arch), è un localino alla moda – come piace a noi – ricavato in un edificio vittoriano, per cui conserva ancora molti dettagli d’epoca, come il camino in ghisa; l’atmosfera è informale ma curata, ci sono delle splendide decorazioni natalizie in vetro fatte a forma di pesci coloratissimi disposte in giro per tutto il locale, che da sole varrebbero la visita, ma anche il fish and chips è davvero ottimo, abbondante e servito con stile. Il prezzo è assolutamente adeguato ad un pranzo veloce da signore.

Bene, con la piena soddisfazione per il nostro primo english lunch, ci apprestiamo a salire su uno dei tanti bus panoramici che fanno il giro della città per fare una prima ricognizione. Il biglietto non è certo a buon mercato, ma è un ottimo modo per vedere tutti i luoghi d’interesse stando comodamente seduti e l’audioguida fornisce una semplice ed esaustiva spiegazione di tutto ciò a cui l’autobus passa davanti. Ci sono diverse compagnie che offrono questo servizio con itinerari e prezzi simili, in genere il biglietto vale 2 giorni e dà diritto ad una minicrociera sul Tamigi che noi faremo il giorno seguente (il freddo preso in più due ore di autobus aperto può bastare!). Non saprei suggerire quale compagnia scegliere, soltanto consiglio di informarsi prima sugli orari perché anche se Londra sembrerebbe strapiena di questi autobus e Marble Arch è indubbiamente, se non il capolinea, almeno un punto di snodo centrale, pareva che il nostro non arrivasse mai e forse, affidando all’organizzazione in loco questa parte del viaggio, noi abbiamo perso troppo di quel prezioso tempo che a Londra è sacro.

Finalmente dopo una lunga attesa ai margini di Hyde Park, da dove abbiamo anche potuto ammirare uno dei rarissimi tramonti londinesi, siamo pronte a partire. Cariche di entusiasmo ci dirigiamo con sicurezza al piano scoperto: è una bella serata, vediamo già brillare le luminarie di Oxford street, perché rinunciare ai posti più divertenti?! (ce ne pentiremo in seguito …)

Mia figlia è molto più veloce di me ad impostare l’audioguida in italiano. Si parte! Londra a Natale è magnifica, sfavillante, sfacciata! E questo è sicuramente l’orario più magico per vedere la città che sfoggia il suo abito più bello. Ahimè è anche l’ora di punta e questo allunga di parecchio i tempi della nostra corsa così quando torniamo ad Hyde Park siamo davvero stanche e congelate.

Entriamo subito a Winter Wonderland, lo spettacolare lunapark allestito all’interno del parco nel periodo natalizio. Questo posto, metà Gardaland metà Oktoberfest, è pazzesco! E’ molto più grande di quanto si possa immaginare e raccontare. La cosa più sorprendente è che è stato ricreato un villaggio bavarese dove tutto è costruito artificialmente ma estremamente curato in ogni dettaglio; ovunque abbondano il legno grezzo intagliato, le tendine a quadretti rossi e bianchi, pelli di mucca, corna di cervo e luci calde che danno un’atmosfera davvero suggestiva. Si potrebbe dimenticare di essere nel cuore di Londra e pensare di essere in montagna se non fosse che è strapieno di gente. Gli chalet sono dei bar all’aperto che versano fiumi di birra tedesca, c’è musica, un sacco di giovani che bevono e qualcuno balla pure. Noi non siamo interessate alla birra ma l’atmosfera è davvero piacevole, evidentemente questo è l’appuntamento serale londinese before Christmas. Andiamo subito a prendere una bella cioccolata bollente e rinfrancante, ma l’effetto non dura molto: all’interno del “Magical Ice Kingdom” le nostre mani si congelano di nuovo tant’è che a un certo punto non riusciamo più a tenere la macchina fotografica per immortalare le impressionanti sculture di ghiaccio. Questa è un’attrazione che consiglio assolutamente di non perdere se avete la fortuna di trovarvi a Londra a Natale. Ovviamente per essere mantenuto l’allestimento di ghiaccio necessita di temperature glaciali e non è umanamente possibile resistere molto tempo con il normale abbigliamento invernale che va bene per girare la città. Insomma usciamo da questo luogo incantato un attimo prima dell’ibernazione scendendo con i nostri leggings da uno scivolo di ghiaccio, ma fuori troviamo un provvidenziale falò acceso per scongelare i visitatori. Che sollievo!

Riprendiamo l’esplorazione di Winter Wonderland e scopriamo un sacco di curiosità girovagando per il mercatino artigianale. Ci sono strani cappelli, preziose e delicatissime decorazioni in vetro per l’albero di Natale più cool che possiate immaginare, appuntite babbucce in feltro per elfi che si rispettino e ogni sorta di attentato alla linea: fontane di cioccolato, macarons coloratissimi, bon bon di tutti i tipi e le fogge, mele caramellate…

Noi ci accontentiamo di una fetta di strudel e di uno zucchero filato. Questa sera la cena è andata così (cosa che susciterebbe il disappunto degli uomini della famiglia, provvidenzialmente lasciati a casa), ma il fish and chips che abbiamo mangiato alle 3 del pomeriggio era davvero abbondante, siamo stanche e non abbiamo voglia di perdere tempo per una cena convenzionale con tutte queste golosissime alternative; preferiamo goderci il mercatino e comprare qualche souvenir, poi ci dirigiamo al nostro hotel, fortunatamente, esattamente a due passi. La stanza è caldissima, il letto è comodo e ci addormentiamo subito.

6 dicembre

Oggi è la tipica giornata inglese: nebbia! Com’è giusto che sia. Quindi, in un perfetto english day ci vuole un perfetto english breakfast: uova e bacon ( che mia figlia adora ) accompagnato dall’immancabile tea with milk. I piatti cucinati sono un extra rispetto alla colazione internazionale che il nostro hotel prevede, ma è un investimento azzeccato perché questo modo abbondante di iniziare la giornata, ci sazierà fino a metà pomeriggio, permettendoci di visitare il British Museum senza interruzioni. Devo dire che se avessi qualcuno che si offrisse di friggere il bacon tutte le mattine, adotterei volentieri questa soluzione anche a casa per guadagnare il tempo del pranzo!

Il British Museum apre alle 10,00, quindi abbiamo un’oretta di tempo per fare un po’di shopping prima. Prendiamo la metro (pessima idea! E’ l’ora di punta e ci ritroviamo schiacciate come sardine, sarebbe stato meglio attraversare Hyde Park e dare il buongiorno agli scoiattoli come abbiamo fatto ieri – a saperlo! ) scendiamo subito a Marble Arch ed entriamo a “Primark” su Oxford street, che è uno dei primi negozi ad aprire i battenti. Se vi piace l’abbigliamento buffo tipo, pigiama a tutona intera da wonder womman, vestito da elfo con calze a righe, berretto a forma di cup cake e altre stramberie, questo è il vostro regno! Noi abbiamo riempito il trolley semivuoto portato appositamente per lo scopo di ridicole ciabatte natalizie per tutta la famiglia, maglioni con le corna da renna & more! Ci tocca rifare tappa in hotel per non trascinarci tutto al British ma, poco male, l’ora di punta intanto è passata e in pochi minuti ci liberiamo del bottino. Finalmente possiamo concentrarci sulla tappa culturale.

A Londra ci sono tanti musei, visitarli tutti in un solo viaggio è impossibile, ma anche visitare tutto un solo museo, se il museo in questione è il British, è un’utopia.

Ci affidiamo a qualcuno dei percorsi suggeriti con il supporto dell’audioguida; mia figlia (ovviamente più veloce di me a familiarizzare con il tablet noleggiato al desk informazioni) cerca qualche pezzo famoso di cui ha sentito parlare a scuola, come la “Stele di Rosetta”, è soddisfatta di aver visto con i suoi occhi una cosa tanto leggendaria e lo sono anch’io di averla portata a fare questo viaggio. Vorrei avere una settimana solo per venire al British tutti i giorni per ammirare tutte le collezioni, ma non ce l’abbiamo, abbiamo camminato davvero tanto, quindi decidiamo che può bastare così.

A metà pomeriggio lasciamo il British Museum e ci dirigiamo a piedi verso Covent Garden, che non è poi così distante. Qui facciamo una lauta merenda che ricorderemo per molti anni a venire. Sweet heart cup cake (segnatevi questo nome!) è un minuscolo delizioso localino che si trova in una delle due piazzette seminterrate; probabilmente qui c’erano le rimesse per la frutta del mercato, oggi ci sono negozietti, ristorantini, bar e artisti di strada di altissimo livello che improvvisano show e concerti. E poi c’è questo posto che sembra uscito da un libro di fiabe. La parte più dura della giornata è stata scegliere tra i cup cake minuziosamente decorati a tema natalizio, fette di torta alte almeno 15 cm e i cake pops con la faccia da Babbo Natale. Alla fine abbiamo preso un po’di tutto accompagnato da un ottimo tè speziato e ci siamo godute la meritata pausa pomeridiana in questo angolino di Londra, sofisticato e buffo come un servizio da tè della Regina.

Ritrovata l’energia ci rimettiamo in cammino verso il porto per approfittare della crociera sul Tamigi alla quale abbiamo diritto con il biglietto del Bus Tour acquistato il giorno prima. Questa volta siamo fortunate: saliamo appena in tempo e salpiamo subito! La crociera è carina, più che altro permette di ammirare la città da una prospettiva diversa e le colorate luci del tardo pomeriggio garantiscono sempre l’effetto whaw! Facciamo molte foto e poi scendiamo a Tower Hill per riprendere la metro che ci riporterà in breve a Piccadilly Circus da dove abbiamo ancora in programma il nostro itinerario serale.

La prima tappa è “Hamleys” lo storico toy shop di Regent street su 7 piani; una fermata qui è d’obbligo per tutti e anche mia figlia, ormai adolescente, è incredibilmente interessata nel vedere la varietà di giocattoli che si possono trovare qui. La cosa più divertente è farsi le foto accanto alla statua della Regina realizzata a grandezza naturale interamente con le costruzioni Lego! E per gli appassionati di Star Wars, quest’anno, un intero piano è dedicato al tema: travestimenti, astronavi, personaggi e le statue, di dimensioni reali, costruite con gli intramontabili mattoncini. Sono semplicemente incredibili! Facciamo un reportage fotografico per il fratellino rimasto a casa e cerchiamo un souvenir per lui. Leila invece si concentra su una stilosa agenda di Harry Potter di cui è accanita lettrice.

È quasi ora di cena – per noi italiani almeno, visto che i londinesi mangiano a tutte le ore!- e stasera vogliamo concederci una cena in un ristorante caratteristico. E cosa c’è di più caratteristico di un ristorante etnico a Londra?! Ci dirigiamo quindi verso Soho e passeggiamo per Chinatown. La strada principale sfoggia un totem che chiarisce subito che qui ci si trova nel cuore del quartiere cinese.

Facendo un po’ di ricerche prima di partire ho selezionato alcune alternativene nei dintorni. Alla fine scegliamo un ristorante thailandese: è un locale alla moda ma informale, pieno di giovani e forse Leila è la più giovane cliente, ma questo le dà un certo gusto… Siamo fortunate: il nostro cameriere è italiano (come molti ragazzi che decidono di intraprendere l’avventura londinese e finiscono a trascorrere in questi super caotici luoghi qualche mese della loro vita. Londra è così: di passaggio per tutti, casa per pochi). Ci lasciamo consigliare e io posso risparmiare a mia figlia la vergogna di dover ascoltare la mia pessima pronuncia inglese. Anche questa è stata una buona scelta. Il servizio è veloce, il cibo è buono e non esageratamente speziato, il caos è tanto ma l’atmosfera è piacevole, tutti si divertono. Siamo noi che cominciamo ad avvertire la stanchezza di questa seconda giornata piena. Lasciamo una piccola mancia al nostro simpatico connazionale con gli auguri per la sua esperienza all’estero (chissà se lui resterà?) e ce ne andiamo abbastanza presto.

Prima di rientrare in hotel però abbiamo ancora una missione: “M&M World”!

Si trova proprio a Leicester square ed è aperto fino a mezzanotte, quindi prima di riprendere la metro entriamo a fare scorta delle mitiche noccioline confettate. E’ incredibile quanto possa contare il marketing: il negozio è un’enorme esplosione di colore e mi ricorda vagamente la casa base dei Teletabbies (a proposito di cose ipnotiche… ). Usciamo anche noi con due buste piene di M&M e parecchie sterline in meno; abbiamo preso tutti i colori possibili immaginabili, gli erogatori in fila sulla parete che formano un lunghissimo arcobaleno sono irresistibili. 50 sfumature di M&M insomma e probabilmente ce ne sono anche di più! La cosa singolare invece è che malgrado la ricchezza di colori a noi sembra che le praline abbiano sempre lo stesso gusto. Ma questa è una di quelle cose da fare assolutamente a Londra con molto più divertimento che senso!

Possiamo andare a dormire felici e spensierate.

7 dicembre

Purtroppo questo è già il nostro ultimo giorno, quindi dopo colazione prepariamo velocemente i bagagli pigiando nel trolley tutti gli ingombranti acquisti natalizi fatti il giorno prima. Fortunatamente il nostro aereo è in serata, questo significa che abbiamo ancora molte cose da fare! Possiamo lasciare i bagagli in hotel e raggiungere il mercato di Portobello road attraversando Hyde Park in direzione opposta a quella che abbiamo preso finora. Purtroppo devo dire che Portobello è stata una vera delusione (ma per fortuna l’unica di questo viaggio!). Io avevo ricordi annebbiati di una stradina piena di bancarelle con buffi articoli e buffi personaggi, ma a distanza di 13 anni c’è solo qualche banco, non particolarmente accattivante, che alle 10 ancora stenta ad aprire … Che sia ancora troppo presto?! … Chissà. Noi però stiamo consumando troppo del preziosissimo tempo inglese che ci resta, così ci accontentiamo di entrare in un paio di negozi che ancora conservano un’aria di autenticità e poi facciamo rotta verso un altro caposaldo del nostro itinerario: Harrods.

Abbandoniamo le variopinte casette basse di Notting Hill e ci addentriamo di nuovo ad Hyde Park, questa volta seguendo la via che passa davanti a Kensington Palace e sulla quale affacciano meravigliose nobili residenze, elegantemente inghirlandate a festa.

Molte sono ambasciate. In una di queste fervono i preparativi per un party natalizio: abbiamo la fortuna di assistere allo scarico del materiale per l’allestimento, ci colpiscono due soldatini tipo “Principe Schiaccianoci” alti più o meno 3 metri che vengono posizionati simmetricamente ai lati dell’ingresso. Così mentre camminiamo iniziamo a fantasticare su che tipo di festa sarebbe stata, chi sarebbero stati gli invitati, come si sarebbero vestiti per l’occasione, come sarebbe stato il buffet… Qui mia figlia ha l’illuminazione: fare l’ambasciatrice nella capitale inglese dev’essere proprio un bel lavoro!

Ad un certo punto, mentre passeggiamo per i vialetti del parco ottimamente mantenuti, ecco che avvistiamo di nuovo gli scoiattoli, prima un paio e poi, in pochi secondi, diventano almeno una decina intorno a noi; sappiamo che i piccoli roditori dalla folta coda sono animali mansueti e piuttosto schivi, ma questi invece ci sembrano un po’ troppo spavaldi, così affrettiamo il passo e cerchiamo di distanziare il branco. Accerchiate da un gruppo di scoiattoli nel centro di Londra! Chi ci crederebbe mai?! E dire che ai Castelli Romani, dove abitiamo in mezzo al bosco, non ne abbiamo mai visto uno! Davvero un incontro inaspettato! … ( Ma poi non dovevano essere in letargo in questo periodo?! Evidentemente che “Londra non dorme mai” vale anche per gli scoiattoli britannici! )

Sopravvissute, usciamo da Hyde Park e percorriamo ancora qualche stradina del costoso quartiere di Knightsbridge, poi ecco stagliarsi di fronte a noi il celebre grande magazzino illuminato da migliaia di lampadine. “Ad Harrods puoi trovare da uno spillo a un elefante” dicono gli inglesi, ma per molte delle persone umane, come noi, l’unico reparto accessibile è quello turistico, dove si possono acquistare delle dignitose lattine di tè con il logo del negozio da portare alle amiche. Vale comunque la pena di fare un giro per i reparti più eleganti e vedere dal vivo gli strepitosi abiti da sera che solitamente si vedono solo sul red carpet. Ma ricordate di adottare un abbigliamento decoroso, i turisti che vogliono solo “dare un’occhiata” sono i benvenuti, la sciatteria no.

Con un pizzico di rassegnazione usciamo da questo tempio della moda con i nostri umili acquisti del reparto turistico.

Non abbiamo più moltissimo tempo e quindi escludiamo di comune accordo di salire sulla ruota panoramica, cosa che avevamo tenuto in forse per l’ultimo giorno, un po’per i costi un po’ per la lunghissima fila. Facciamo una passeggiata fino a Buckingham Palace e rimaniamo giusto una decina di minuti a vedere le guardie che zampettano con estrema serietà di fronte ai tanti turisti divertiti. I poveretti ci fanno una certa tenerezza ed entrambe sentenziamo che si tratta uno dei lavori più pallosi del mondo.

Ma si sa che per gli inglesi la tradizione è tutto e quindi, a proposito di tradizione, la nostra ultima “cosa da non perdere assolutamente a Londra” sarà un “traditional afternoon tea”.

Per chi non lo sapesse, come non lo sapevo io prima di documentarmi, pare che la tradizione voglia il più tipico tè pomeridiano accompagnato da tramezzini salati con salmone e cetriolini oltre che da una ricca selezione di panini dolci con burro e marmellata, tartellette e pasticcini (più affini alle nostre abitudini mediterranee). Abbiamo scelto “Patisseriè Valeriè” una storica pasticceria che negli anni ha aperto diversi punti vendita, uno dei quali è a portata di mano rispetto al nostro percorso; il prezzo è onesto: 28 sterline per due tè serviti con ogni genere di leccornia dolce e salata e tutti i crismi. Considerando che si tratta sia del nostro pranzo che della nostra merenda mi sembra adeguato.

Bene, non ci resta che tornare all’hotel per recuperare il nostro bagaglio e ripartire alla volta dell’aeroporto. Vorremo approfittare del biglietto del Big Bus Tour che ha validità di 48 ore (e soprattutto è già pagato e non rimborsabile) ma anche questa volta l’attesa sembra un po’ troppo lunga, quindi ci mettiamo in cammino in direzione Hyde Park; siamo stanche ma ce la possiamo fare e poi è la nostra ultima passeggiata per le vie del centro di Londra con la nostra busta di Harrods e la piena soddisfazione per il nostro traditional afternoon tea.

Arrivate all’ingresso sud del parco faccio l’unica scelta incauta di questo viaggio: propongo di continuare a piedi seguendo la “Serpentine”, secondo la mappa taglieremo diagonalmente sbucando fuori esattamente di fronte all’hotel. Il percorso è giusto, ma i tempi no. Certo in questi giorni avevo capito che Hyde Park fosse grande, ma non quanto! Dopo aver lasciato dietro di noi la zona di Winter Wonderland ci sembra che ci sia sempre meno gente in giro e che faccia sempre più buio e noi non arriviamo mai! Incredibilmente non c’è nemmeno un lampione lungo la sponda del fiume… Già dove sono finiti i malinconici e rassicuranti lampioni gialli che scandiscono la nebbia londinese?! Non faccio certo capire a mia figlia che sono in difficoltà ma questa è un’esperienza che sconsiglio vivamente. Non sottovalutate le dimensioni dei parchi e non vi ci avventurate quando la luce del giorno inizia a scarseggiare.

Comunque la storia è a lieto fine, non vi preoccupate: Just in time riusciamo ad uscire dal parco proprio davanti al London Elisabeth come previsto, e riprendiamo fiato oltre al nostro bagalio; poi ci rimettiamo in viaggio, questa volta con la metro. Facciamo tutto abbastanza di corsa e alla stazione dobbiamo rinunciare a cercare un’alternativa allo sportello chiuso per il rimborso della Oyster Card, ma non importa, troveremo qualcuno che andrà a Londra tra le nostre conoscenze, l’importante è salire sul treno e non perdere l’aereo. Così lasciamo la città con il nostro carico di buffi regali natalizi e souvenir londinesi e soprattutto tantissime emozioni.

Il volo di ritorno per Roma delle 22,45 è a dir poco imbarazzante: un poco credibile stuart della Ryanair è costretto a vestire i panni del televenditore e cerca di propinarci qualsiasi cosa, dai profumi ai biglietti del “Gratta e Vinci”. La gamma di prodotti è talmente ampia che ce n’è abbastanza per accompagnare l’intero viaggio ma mia figlia riesce ad addormentarsi lo stesso, distrutta per quello che le ho fatto passare in questi folli 3 giorni londinesi.

Conclusioni

Se siete a caccia di una destinazione pre-natalizia meno tradizionale dei soliti mercatini in Trentino, scegliete Londra.

Va detto che forse dovrete aumentare un po’ il budgett: Londra è carissima! Magari non lo è il volo Rayanair che tenta di recuperare qualche euro trasformando la tratta in una spiaggia all’ora del “Coccobello”, ma sono costosi i trasporti, sono costosi gli alloggi, è costoso il cibo. E poi è Natale e spenderete con più facilità.

Va detto che non si può pensare di vedere tutta Londra in 3 giorni, ma più giorni vorrebbero dire un budgett sensibilmente maggiore, quindi, con un itinerario variegato precedentemente pianificato e scarpe comode, potrete anche accontentarvi di mordere un pezzo di questa fantastica e folle città dove il Natale è soprattutto divertimento.

Quindi lasciate a casa pigri, tradizionalisti, amanti del buon piatto di pasta e del relax. Portate solo chi ha voglia di divertirsi!

Londra è una perfetta meta pre-natalizia, specialmente per ragazze, di tutte le età!



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