Nascosta in bella vista tra i paesini della Pianura Padana c’è un’abbazia tanto sorprendente quanto sconosciuta

Pochi avranno sentito parlarne, ma l’Abbazia di San Benedetto in Polirone a San Benedetto Po, in provincia di Mantova, è la meta perfetta per trascorrere un sabato o una domenica pomeriggio, anche in carrozzina a rotelle. La visita al complesso dell’ex monastero, del Museo Civico Polironiano e della chiesa abbaziale si può svolgere in autonomia, ma se due ore e mezzo di visita guidata non vi spaventano consiglierei di optare per la seconda opzione, vi assicuro che non avrete tempo per annoiarvi.
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Abbazia di San Benedetto in Polirone: cosa vedere
L’ex convento
Il nostro percorso è partito dai locali dell’ex convento benedettino e, tanto per cominciare con il botto, ci siamo trovati davanti a un affresco del Correggio! Arrivare alle cantine è stato un po’ più difficoltoso perché c’è una scala, ma con un po’ di aiuto siamo arrivati nei locali, dove sono esposti i resti della prima chiesa, fondata dal nonno di Matilde di Canossa per bonificare e rendere coltivabili queste terre e quindi ricavarne tasse e il controllo su questo tratto del fiume. Passando per i tre chiostri, possiamo scoprire la vita dei monaci e la leggenda di Simeone, un monaco morto qui nel 1016, pochi anni dopo la fondazione del monastero stesso, e che aveva fatto tutti i più importanti pellegrinaggi dell’epoca (Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela), oltre ad alcuni miracoli. Ovviamente per dare lustro al nuovo monastero i monaci ed i Canossa ci misero poco a farlo dichiarare santo.
Il Museo Civico Polironiano
Il monastero di San Benedetto in Polirone cessò di esistere alla fine del ‘700 con la soppressione dei conventi voluta da Napoleone Bonaparte, per questo una volta raggiunto il primo piano con l’ascensore ci si trova in corridoi e stanze anonimi, solo lo Scriptorium e la biblioteca monastica conservano tracce delle decorazioni originarie. La biblioteca, in particolare, ci ricorda l’ultimo momento di grandezza del convento; quando la Lombardia era sotto il governo di Maria Teresa d’Austria, che tentò di rendere l’istruzione e la cultura accessibili anche ai meno abbienti. La struttura comunque non è vuota, ospita appunto il museo dedicato alla civiltà contadina e qui soprattutto chi non è troppo giovane può ritrovare molti oggetti che probabilmente ha visto in casa dei nonni.
La chiesa abbaziale
La chiesa è senza dubbio la parte più bella della visita, ma ha alcuni punti critici per l’accessibilità, con la visita guidata si può accedere al coro ed alla sacrestia, ma il primo ha sei o sette scalini abbastanza ripidi, la seconda fortunatamente solo un paio. L’oratorio di Santa Maria non presenta particolari problemi in termini di accessibilità, ma anche lui è visitabile solo con la guida. La chiesa è cinquecentesca, opera di Giulio Romano, ma l’architetto aveva un tale rispetto delle strutture antiche da non azzardarsi ad apportare modifiche strutturali, limitandosi (per così dire) a rivestire la chiesa dell’XI secolo con le nuove decorazioni, aggiunse solo le cappelle a sinistra. Addirittura, dietro la facciata cinquecentesca, si intravede quella originale. Il locale più importante è però l’oratorio di Santa Maria, il luogo dove Matilde di Canossa volle essere sepolta; tuttavia ormai dell’epoca è rimasto soltanto il mosaico sul pavimento, mentre il sarcofago vuoto di Matilde si trova all’ingresso della sacrestia. E le sue spoglie? Non sono andate perse, ma nel 1633 il monastero attraversava una profonda crisi: la peste del ‘600 aveva più che decimato i monaci e la discesa dei lanzichenecchi, oltre a portare la malattia, aveva causato una gravissima crisi economica. I monaci, per salvare il monastero, dovettero fare una scelta drastica: papa Urbano VIII voleva far portare i resti di Matilde di Canossa a Roma, in quanto lei era un simbolo nella lotta tra papato ed impero; i monaci dunque glieli vendettero. Da allora infatti Matilde è sepolta nella Basilica di San Pietro a Roma, in un monumento opera di Bernini.
Abbazia di San Benedetto in Polirone: consigli e informazioni utili per la visita
L’Abbazia è aperta il sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00 alle visite libere, mentre durante il resto della settimana l’apertura riguarda solo i gruppi con prenotazione. La visita guidata è comunque possibile, anche per i visitatori singoli, la domenica alle 15.00 al costo aggiuntivo di 7 euro a persona. Il costo d’ingresso è di 10 euro, inclusivo dell’intero complesso (chiostri, Museo Civico Polironiano, refettorio e cantine) tranne che per il campanile di San Floriano, che prevede una aggiunta di 2,50 euro.
Il biglietto è acquistabile direttamente presso l’Infopoint in piazza Matilde di Canossa 7, mentre per info e prenotazioni è possibile contattare il numero 0376 623036 oppure scrivere all’indirizzo email info@turismosanbenedettopo.it. Maggiori informazioni, infine, si possono trovare sul sito turismosanbenedettopo.it.