Napoli, bella ed emozionante

Visita di Napoli tra vicoli, palazzi, piazze, guglie, musei e chiese e il suo immenso patrimonio culturale
Scritto da: Sergio C.
napoli, bella ed emozionante
Partenza il: 05/01/2012
Ritorno il: 08/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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A volte ci si dimentica di quale enorme patrimonio può offrire la nostra Italia: subiamo il fascino di luoghi lontani che poi a volte, una volta conosciuti, possono anche deludere. Fuori dal nostro territorio italiano ogni roccia o costruzione, se conserva un ricordo del passato viene valorizzata enormemente: in Italia, dove le tracce del nostro passato sono presenti pressoché ovunque ed ogni cittadina ha la sua lunga storia, ci si dimentica di quanto siamo fortunati a vivere circondati da questo immenso patrimonio. Capita quindi di essere stati tante volte nel resto d’Europa o in Africa, e non aver mai visitato Napoli, a poche ore d’auto dalla nostra casa.

Approfittando dei pochi “ponti” di quest’anno, complice il bel tempo, ci siamo concessi 4 giorni proprio a Napoli, dal 5 all’8 gennaio. Abbiamo cercato un alloggio fronte mare ed abbiamo scelto il B&B Napul’è, lungo la Riviera di Chiaia. Le due bravissime ragazze che gestiscono il B&B, Valeria e Silvana, ci hanno assegnato la camera n. 6, grande, soppalcata e con un’ampia finestra con vista su Capri e su Castel dell’Ovo…non potevamo trovare di meglio!

Arrivando in auto abbiamo potuto sfruttare una convenzione con il B&B e quindi abbiamo parcheggiato l’auto a 13 euro al giorno, prezzo conveniente se rapportato ai prezzi degli altri parcheggi della zona. Confessiamo che eravamo un po’ perplessi nel lasciare l’auto con le chiavi appese ai parcheggiatori, e con il senno del poi dobbiamo ammettere che siamo partiti con una sorta di pregiudizio nei confronti dei napoletani. Queste giornate trascorse a Napoli ci hanno insegnato che ciò che ci raccontano le televisioni o le chiacchiere di qualche stupido possono creare pregiudizi ingiustificati. I napoletani si sono rivelati corretti, gentili e disponibili, dotati di uno straordinario senso dell’ospitalità che non ha eguali.

Napoli poi ci ha letteralmente sedotto: abbiamo trovato una città pulita, tranquilla, sicura e soprattutto ricca di un immenso patrimonio artistico e culturale. La cucina napoletana poi merita un discorso a parte; non credo che in altre parti del mondo esista una tale varietà di piatti, tradizioni e di dolci. Abbiamo frequentato più volte la trattoria Bausan ed i gestori, Carlo e Giovanni, ci hanno deliziato con tante portate a base di pesce, mai mangiato meglio!

Per vedere Napoli tre o quattro giorni non bastano, solamente il centro storico è così ampio e ricco di attrazioni da non sapere dove iniziare una visita. A livello logistico abbiamo sfruttato molto le Arte Card Campania tre giorni, biglietto che ci ha permesso di usufruire liberamente di tutti i mezzi pubblici di Napoli: abbiamo più volte preso la metropolitana presso le vicine stazioni Mergellina e Amedeo, le funicolari di Chaia e Mergellina per arrivare rispettivamente sulle colline del Vomero e di Posillipo, e gli autobus all’interno del cento storico. Le Arte Card ci hanno permesso di entrare gratuitamente ad Ercolano ed alla reggia/museo di Capodimonte, siti visitati inizialmente, poi abbiamo ricevuto sconti del 50% su quasi tutti gli altri biglietti di ingresso… a conti fatti queste Arte Card sono proprio convenienti.

Primo Giorno

Dopo aver preso possesso della camera al B&B Napul’è ci siamo fatti una bella passeggiata sul lungomare Caracciolo fino a Castel dell’Ovo, poi abbiamo visitato piazza Plebiscito ed acquistato le Arte Card al Palazzo Reale senza però entrare. L’ingresso del Palazzo Reale costa solo 4 euro e visto che i primi due ingressi con la Arte Card sono gratuiti conviene recarsi presso siti il cui biglietto di entrata è più costoso. Da Piazza Plebiscito ci siamo spostati alla Galleria Umberto Primo, bellissima, ed attraversando via Toledo siamo entrati nel centro storico fino al Duomo. Fino al 6 gennaio c’era era aperto il Museo del Tesoro di San Gennaro il cui ingresso è situato accanto al Duomo e alla Cappella del Tesoro: c’erano esposte delle preziose collezioni di gioielli, statue, e tessuti pregiati. Abbiamo concluso la giornata visitando i decumani ed i vicoli del centro storico, tra cui via San Gregorio Armeno, con le esposizioni di presepi delle botteghe di bravissimi artigiani. Ci era stato detto questa viuzza era caotica e forse lo sarà stata veramente nel mese di dicembre, mentre a gennaio, al termine delle festività natalizie, tutto il centro storico ci è sembrato tranquillo.

Secondo Giorno

Abbiamo ripreso l’auto per recarci a Ercolano, che insieme a Pompei, costituiscono una occasione fondamentale per capire il mondo dei romani. Sebbene Pompei sia più famosa, dobbiamo ammettere che siamo rimasti impressionati maggiormente proprio da Ercolano, meno estesa ma decisamente meglio conservata. I mosaici ed i dipinti appaiono in ottimo stato, molte case hanno ancora tetto e travature in legno carbonizzato dalla marea di fango e detriti vulcanici. Differentemente da Pompei, ad Ercolano la mole del Vesuvio sovrasta l’intera città e la profondità dello scavo fa comprendere la drammaticità dell’eruzione.

In tarda mattinata siamo saliti, partendo da Ercolano, sulla sommità del Vesuvio; la strada, tornante dopo tornante, offre bellissimi panorami sull’intero golfo e si attraversano pinete che hanno attecchito sulla lava. Le colate più recenti sono invece ricoperte da estensioni di licheni grigi. A termine della strada si arriva ad un piazzale da dove, in 20 minuti di ripida salita, si raggiunge il bordo del cratere. Per accedere allo stradello ci hanno chiesto ben 8 euro a persona, senza applicare alcuna riduzione mostrando l’Arte Card. In inverno la cima del Vesuvio è spesso un luogo spazzato da venti gelidi, in cui il tempo cambia repentinamente, come è capitato a noi, quindi consigliamo un abbigliamento pesante, guanti e scarpe da trekking. Arrivati in cima siamo stati avvolti da una nuvola e ci siamo riparati nel piccolo rifugio, poco prima dell’orlo del cratere. Tutto il freddo sofferto è stato ripagato quando il vento ha portato via ogni foschia, ha reso il cielo limpido ed il cratere è apparso davanti a noi in tutta la sua immensità ed il suo quasi perfetto perimetro circolare… è stato emozionante.

Per concludere la giornata ci siamo recati alla Reggia di Capodimonte, che ospita una delle più importanti raccolte di opere d’arte d’Europa: abbiamo potuto ammirare opere del Tiziano, di Caracci e Bruegel, solo per citarne alcuni. Sono bellissimi anche gli appartamenti reali, in particolare rimane impresso il piccolo salottino di porcellana, con pareti rifinite da molteplici decorazioni di influsso orientale.

Terzo Giorno

Abbiamo dedicato questa giornata a Napoli ed al suo centro storico. Prima di addentrarci nei vicoli abbiamo approfittato della vicinanza della funicolare di Mergellina per salire sulla collina di Posillipo, dalla quale si gode del panorama più famoso su Napoli, una vera cartolina. Non siamo riusciti a ritrovare il pino che fa da cornice al panorama sul golfo, forse è collocato all’interno dei giardini delle ville lungo la collina, ma abbiamo goduto di un ottimo panorama sia sulla terrazza di Via Manzoni, vicino al capolinea della funicolare, sia in via Orazio nei pressi della chiesa di San Gioacchino, una fermata intermedia della funicolare.

Una volta scesi alla fermata Cavour della metropolitana ci siamo addentrati nel centro storico. Nei pressi del Duomo abbiamo visitato il Pio Monte della Misericordia, che dietro all’altare maggiore ospita le Opere di Misericordia, esempio di naturalismo del Caravaggio. In una traversa lungo il decumano maggiore abbiamo trovato la Cappella San Severo, al cui centro della navata è collocato il Cristo Velato, scultura così realistica da impressionare chiunque la guardi. Nella cripta della cappella, prima dell’uscita, sono collocate due “macchine anatomiche”, ovvero due scheletri veri di un uomo e di una donna in posizione eretta con il sistema circolatorio probabilmente cristallizzato con mercurio: ci si interroga ancora su come, nel 1700, siano riusciti ad ottenere un risultato che, seppur macabro, appare estremamente interessante.

A breve distanza, lungo il decumano di Spaccanapoli, abbiamo trovato il Monastero di Santa Chiara, una enorme oasi di tranquillità proprio in pieno centro. Sembra impossibile che in mezzo al sovraffollamento del centro storico, fatto di stretti vicoli, viottoli, e viuzze tra balconi, bancarelle ed una galassia di odori di dolci, frutta, bucato e detersivi, si possa trovare uno spazio aperto tanto tranquillo. Il chiostro è completamente ricoperto da maioliche gialle, verdi, azzurre con motivi floreali. Gli schienali delle sedute raccontano momenti di vita quotidiana e solo in un caso viene raffigurata una suora mentre dà da mangiare ai gatti, tutto il resto si riferisce alla vita fuori dal monastero, quasi a compensare alle rinunce delle suore di clausura che lo frequentavano. Questo chiostro va visto alla luce del sole e dona una sensazione di pace e di serenità.

Dirigendoci verso il porto siamo entrati nel Maschio Angioino, uno dei simboli di Napoli. Da vedere assolutamente la Cappella Palatina e l’enorme Sala dei Baroni, affrescata da Giotto, nella quale fino a poco tempo fa si riuniva ancora il consiglio comunale. Particolare anche la porta originale di bronzo del castello, esposta al primo piano, trafugata e riconquista in seguito ad una battaglia durante la quale è stata trafitta da una palla di cannone, ancora visibile.

Siamo quindi ritornati a Piazza Plebiscito per visitare il Palazzo Reale. Se la Reggia di Capodimonte ci è apparsa fastosa, il Palazzo Reale, con le sue porte dorate, il teatro, la cappella e lo scalone d’onore, ci ha stupito ancora di più. Negli appartamenti reali si passa da porta in porta attraverso ambienti riccamente decorati, arazzi, dipinti e troni dorati.

Al calar del sole ed ormai stanchi dell’intensa giornata eravamo indecisi se ritornare al B&B lungo via Caracciolo o dirigerci verso il Museo Archeologico Nazionale, sfruttando l’ampio orario di apertura e riprendendo la metropolitana proprio dal museo. Abbiamo scelto la seconda opzione, senza renderci conto di ciò che poteva offrirci questo museo. Per raggiungerlo abbiamo preso l’autobus R1 che da Via Medina ci ha portato a Piazza Museo, proprio davanti all’ingresso dello stesso. All’interno, al piano terra, c’è una enorme collezione di statue romane provenienti principalmente da Pompei ed Ercolano, molte delle quali copie di originali greche. Salendo al piano mezzanino si scopre il gabinetto segreto, collezione costituita nel 1800 per raccogliere sculture e dipinti ritenuti osceni e pertanto da sottrarre all’occhio dei visitatori… si scopre così che nell’impero romano la sessualità veniva vissuta con estrema libertà. Al secondo piano c’è la sezione della pittura pompeiana, dei mosaici, dei vetri e l’esposizione degli oggetto rinvenuti nella Villa dei Papiri ad Ercolano. Il secondo piano ospita decisamente le collezioni più affascinanti, senza nulla togliere all’interesse suscitato dai piani precedenti. Si possono ammirare mosaici enormi formati da migliaia di tessere provenienti da Pompei ed Ercolano, in ottimo stato di conservazione. Le pitture e le sculture di bronzo sono altrettanto importanti e costituiscono forse una delle più grandi raccolte di arte antica esistenti. Infine nella sezione dei vetri si possono ammirare oggetti preziosi di eccezionale fattura come il vaso blu in vetro cammeo azzurro e bianco a doppio strato. Questo museo offre inoltre molte altre sale e collezioni, alcune egiziane e greche di eccezionale importanza. Per visitare il Museo Archeologico è necessario considerare molte ore e si viene ripagati da una impressionante abbondanza di opere favolose. Siamo rimasti all’interno del museo diverse ore, fino a quando, alle sette e mezzo di sera, abbiamo capito che stava chiudendo.

Quarto giorno

Il giorno del rientro lo abbiamo dedicato alla Certosa di San Martino che abbiamo comodamente raggiunto con la funicolare di Chiaia, attraversando il sobrio quartiere del Vomero, dove sinceramente non sembra neanche di stare a Napoli. Davanti all’ingresso della Certosa un’ampia terrazza permette di godere di un grande panorama sul centro storico, distinguendo nettamente il decumano di Spaccanapoli che divide la città in due. La Certosa di San Martino è una meraviglia: appena entrati c’è la chiesa con interni in stile barocco con diversi marmi policromi. All’interno tutto è talmente decorato da non sapere dove guardare. Dietro la chiesa vi sono le sagrestie ed il coro in lego e sono degli autentici capolavori. All’interno del complesso museale ci è piaciuta moltissimo la sezione navale, la sezione dei presepi e della pittura napoletana. Infine si arriva al chiostro grande, nel punto più avanzato verso il centro di Napoli. All’interno si affacciavano le celle di certosini, al centro vi c’è un pozzo circondato da alberi di camelie e di lato c’è il cimiterino dei monaci in cui si seppellivano il monaci deceduti, con la balaustra decorata da teschi di marmo. Entrando nelle salette al limite esterno del chiostro ci siamo affacciati da una grande finestra, che, complice la giornata limpida, ci ha permesso di goderci l’ultimo panorama sul centro storico di Napoli e sul Vesuvio.

Napoli ci ha veramente sorpreso, il suo centro è un museo a cielo aperto, una sequenza ininterrotta di palazzi, piazze, guglie, musei e chiese, il tutto costruito nel corso dei secoli e sempre rispettando l’impianto stradale della città antica. Oltre all’immenso patrimonio culturale di Napoli, passeggiando per i suoi vicoli abbiamo sentito il calore della popolazione, quella cortesia fatta di attenzioni verso noi turisti che non avevamo bisogno di chiedere informazioni, bastava uno sguardo disorientato e chiunque offriva indicazioni in segno di aiuto.

Napoli è una città bellissima, non a caso il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco, e merita ben più dei pochi giorni che gli abbiamo dedicato… speriamo di poter tornare e godere nuovamente delle stesse piacevoli atmosfere che abbiamo vissuto.

Sergio e Sonia

Scherubi@libero.it

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Reggia di Capodimonte - salottino di porcellana

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Castel dell'Ovo

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Napoli da Posillipo

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Monastero di Santa Chiara

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Panorama di Napoli

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Certosa di San Martino - chiostro

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Ercolano - mosaico casa di Nettuno

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cratere del Vesuvio

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vista del Vesuvio dalla Certosa



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