Namibia, terra di contrasti 2
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DIARIO DI VIAGGIO: NAMIBIA GIUGNO 2017
Partecipanti 3.
Costo € 3.800,00 a persona incluso volo, auto a noleggio, pernottamenti, colazione, pranzo e cena, ingresso ai parchi e escursioni varie, souvenir.
Il nostro viaggio in Namibia lo abbiamo immaginato circa un anno fa. L’idea era quella del “fai da te” ma una volta iniziato a programmare e, dato che, come al solito il tempo a nostra disposizione (2 settimane) è poco, ci siamo subito resi conto delle difficoltà logistiche ed organizzative ed abbiamo deciso di affidarci ad una agenzia di viaggi locale. E’ così che abbiamo iniziato a leggere diari di viaggi e recensioni varie per decidere quale tour operator poteva fare al caso nostro. Abbiamo scelto la HB Safaris un’agenzia con sede a Windhoek. Ho mandato una mail all’inizio di febbraio con una richiesta di informazioni generica alla quale ha risposto subito Stefania, referente dell’agenzia, che ci ha dato una panoramica generale del viaggio. Abbiamo optato per un classico tour escludendo il River Canyon, Luderitz andando direttamente dal Kalahari a Sesriem e scegliendo di arrivare fino quasi in Angola visitando le Epupa Falls. L’assistenza dell’agenzia è stata veramente ottima; ci è sempre stata vicina con suggerimenti e indicazioni e ad ogni domanda o dubbio che mi sia venuta in mente negli ultimi 5 mesi ha sempre dato una risposta veloce e precisa. Piccola premessa: il quarto partecipante per un grave problema di salute ha dovuto rinunciare al viaggio e non avendo assicurato il soggiorno ha perso quasi tutta la somma versata. Quindi, come suggerito dall’agenzia fate l’assicurazione oltre che sul volo anche sul soggiorno! Ma partiamo dall’inizio.
Domenica 18/06
Arriviamo a Windhoek in perfetto orario con un volo Air France Firenze-Parigi-Johannesburg- Windhoek. Ad attenderci c’è l’autista che ci accompagna a ritirare l’auto e ci suggerisce di cambiare i soldi direttamente in aeroporto (non ci sono grosse differenze di cambio rispetto alle banche). L’autonoleggio convenzionato con il tour operator è l’Africar ed è lì che finalmente diamo un volto alla penna e alla voce di Stefania che ci consegna tutta la documentazione (mappe, voucher per gli hotel, indicazioni, sim namibiana, adattatori) e l’auto, una Toyota Double Car 4×4 (doppio serbatoio e doppia ruota di scorta). Si offre inoltre di fare strada con la sua auto fino all’hotel per farci prendere confidenza con la guida a sinistra. L’hotel Villa Violet si trova in una zona tranquilla della città ed è composto da camere ampie e pulite che si affacciano sul giardino ed il wi-fi c’è solo nelle zone comuni. Ottimo hotel e ottima anche la colazione compresa nel prezzo. Per la cena ci fidiamo dei numerosi consigli e prenotiamo al Joe’s Beer (piccola delusione perché avendo letto ottime recensioni ci aspettavamo molto di più anche se l’ambiente è veramente carino e originale).
Lunedì 19/06 – Windhoek/Kalahari (380 km)
Lasciamo di primo mattino Windhoek (la sera prima avevamo acquistato in un supermercato panini, acqua e frutta) e una volta fatto il pieno alla nostra auto imbocchiamo la B1 (uno dei pochi tratti di strada asfaltata che abbiamo percorso). La guida a sinistra non sembra essere un grosso problema e la strada tutta dritta ci aiuta parecchio. Lungo il percorso ogni tanto troviamo delle aree attrezzate per fare Pic-nic e così per il pranzo decidiamo di fermarci. Subito dopo pranzo arriviamo al Kalahari Anib Lodge, bellissimo hotel immerso in una piccola oasi verde con stanze che si affacciano sul giardino e sulla piscina. Approfittiamo delle offerte del lodge e facciamo l’escursione con guida. Partiamo a bordo di un pick-up alla scoperta del bellissimo deserto del Kalahari e passiamo le successive 2 ½ percorrendo su e giù le dune di sabbia rossa fermandoci ogni volta che la guida avvista un animale. Vediamo i nostri primi springbok, gnu, orici, tacchini selvatici (guineafowl), scoiattoli ecc… e al tramonto, in un attimo le guide organizzano un aperitivo. Soddisfatti del magnifico spettacolo rientriamo in hotel dove ci attende una cena a buffet (classica cena con aggiunta di vari piatti locali; buona).
Martedì 20/06 – Kalahari/Namib Desert (300 km)
Partiamo al mattino, dopo un abbondante colazione, imboccando la C20. Inizia lo sterrato che ci accompagnerà per i successivi 3000 km circa. Le strade sono comunque ben battute e l’unica cosa a cui stare attenti è l’attraversamento di animali e l’incrocio con altre auto che lascia una scia di polvere dalla quale è difficile vedere bene. Il paesaggio è sempre lo stesso, a volte monotono con strade dritte e senza fine e dopo la classica fermata per rifornimento al supermercato, non c’è molto altro che ci distrae dalla guida. Arriviamo a Sesriem nel primo pomeriggio. Il nostro hotel Little Sossus Lodge & Campsite (composto da piccoli cottage in pietra con scaldabagno a legna, Wi-Fi sono nelle aree comuni) è nel deserto e vista la giornata impegnativa che ci aspetta l’indomani decidiamo di rilassarci un paio d’ore in piscina. La cena, a menù fisso, è una delle migliori gustate in Namibia.
Mercoledì 21/06 – Sesriem/Solitaire (350 km)
Levataccia! Ore 5,30 del mattino. Il lodge ci prepara un’abbondante colazione al sacco e imbocchiamo la C20 e poi la C27 che ci porterà all’ingresso del Namib – Naukluft National Park (40 km. Circa). Arriviamo al parco alle 6,30 e ci mettiamo in fila in attesa dell’apertura dei cancelli. Con un po’ di ritardo entriamo e ci dirigiamo subito al parcheggio dove prendere la navetta (la nostra guida sullo sterrato non è abbastanza buona da tentare la sorte e optiamo per la più sicura navetta per percorrere gli ultimi 5 km di terreno sabbioso) che ci porterà fino a Sossusvlei. Arrivati al parcheggio ci dirigiamo verso la prima duna ed iniziamo la nostra scalata. L’aria è frizzante e piano piano riusciamo ad arrivare al primo crinale… ma siamo un po’ affaticati decidiamo quindi di non proseguire e, circa a metà percorso, ci buttiamo di corsa giù dalla duna fino al Deadvlei. Che spettacolo il contrasto tra il rosso intenso delle dune, il bianco accecante del Vlei e il nero degli alberi. Facciamo circa un milione di foto… e visto che il caldo sta iniziando ad essere soffocante ritorniamo al parcheggio. Arrivati alla nostra macchina ci concediamo l’abbondante colazione fornita dal lodge rilassandoci al fresco sotto gli alberi (attenzione agli uccellini…). Al cancello del parco paghiamo l’ingresso a Sossusvlei, al Sesriem Canyon e alla Moon Landscape dopo di che decidiamo di andare a visitare il Canyon ma non attenti alle indicazioni sbagliamo e usciamo… dobbiamo quindi rientrare (spiegare, in inglese, al poliziotto perché vogliamo rientrare) per effettuare la nostra visita (la deviazione è subito prima dell’uscita sulla destra). Il canyon è interessante ma piccolo e la visita non richiede molto tempo così, dopo circa ½ ora, usciamo dal parco e imbocchiamo la C19 direzione Solitaire. Arriviamo alla piccola stazione di Solitaire nel primo pomeriggio e come tutti andiamo diretti alla pasticceria famosa per la torta di mele (aspettative non deluse !!). In questo piccolo centro non c’è niente a parte il distributore, un piccolo lodge, uno spaccio (mezzo vuoto) e la pasticceria. Dopo le classiche foto fatte ai rottami delle macchine ci rimettiamo in strada per raggiungere il Solitaire Desert Farm, ma riusciamo a sbagliare strada e ci ritroviamo circa a 60 km in direzione opposta e perso una marea di tempo arriviamo all’hotel giusto in tempo per ammirare un bellissimo tramonto. L’hotel è composto da una bassa struttura con il tetto in paglia ed è circondato da un giardino di piante grasse e le camere sono ampie e pulite. La cena, non a buffet, è a scelta tra un paio di piatti, ed è molto buona.
Giovedì 22/06 – Solitaire – Swakopmund (300 km)
Senza fretta lasciamo Solitaire in direzione Swakopmund rientrando nel Namib – Naukluft National Park ed attraversando i passi di Gaub e Kuiseb. Il paesaggio che fino ad ora era stato abbastanza monotono si fa interessante e diverso. Iniziamo a vedere le colline, la strada si fa più stretta e tortuosa e cominciano ad apparire alcuni animali lungo il percorso. Prendiamo la deviazione che ci porterà all’interno della Moon Landscape (per la quale avevamo pagato il permesso a Sesriem). All’interno del parco bisogna fare attenzione perché i cartelli stradali, che solitamente sono grandi e in verde, sono in marrone e molto piccoli. Prima di arrivare alla Moon Landscape, lungo il percorso troviamo le famose Welwitschia Plains (piante millenarie che crescono pochi millimetri l’anno solo ed esclusivamente in alcune zone della Namibia) e arrivati alla valle ci fermiamo ai vari belvedere per scattare le nostre foto e facciamo anche un po’ di fuoristrada sabbioso spingendoci fino all’ingresso del campeggio. Dopo pranzo ci avviciniamo alla costa e troviamo di nuovo la strada asfaltata. Arriviamo a Swakopmund nel primo pomeriggio e dopo esserci fermati a fare benzina ci dirigiamo verso il nostro hotel (Swakopmund Sands Hotel, sul mare, moderno con camere ampie e pulite, colazione compresa nel prezzo, wi-fi funzionante nelle aree comuni) ma una volta scesi dall’auto ci rendiamo conto che il caldo lo abbiamo lasciato nel deserto e che la temperatura è molto bassa, così ci vestiamo velocemente e andiamo a piedi a fare una passeggiata sul lungomare e in Main Street per i nostri acquisti ma vista l’ora (i negozi chiudono alle 17) non riusciamo a combinare un granché. Per la cena, su suggerimento di Stefania, ci facciamo prenotare dalla reception dell’hotel un tavolo al The Tug proprio all’inizio del molo, dove gustiamo una frittura di pesce ottima, accompagnata da un gustoso vino Sudafricano (spesa, vino compreso, bassa 550 Nad in tre).
Venerdì 23/06 – Swakopmund
Oggi facciamo (prenotata dalla HB Safaris ma pagata in loco) la nostra escursione combo (mare e deserto). Puntuali ci passano a prendere in hotel e ci dirigiamo verso Walvis Bay dove prenderemo il battello per la gita in mare. A bordo siamo in 15 persone (Inglesi, Olandesi e Italiani) e non appena saliti inizia lo spettacolo con la foca che monta sulla barca e si avvicina ai passeggeri in attesa del pesce e i pellicani che planano sullo scafo anche loro in attesa della razione quotidiana di pesce fornita puntualmente dal tuttofare di bordo. La barca naviga lungo la costa e ci porta fino alla penisola dove si trova una piccola colonia di foche e durante il tragitto riusciamo a vedere alcuni delfini. Prima del rientro preparano un pranzo a base di ostriche, tramezzini e spumante. Le ostriche (il mio primo assaggio! e per una che non ama il pesce è stato un atto di coraggio) devo ammettere che sono veramente buone. Rientrati in porto ad attenderci troviamo l’autista della jeep che ci porterà fino a Sandwich Harbour.
Il nostro giro inizia dalle saline per poi proseguire cavalcando le dune un po’ più all’interno dove vediamo gli springbok e gli sciacalli. Purtroppo oggi il mare è mosso e non riusciamo a fare l’ultima parte del percorso direttamente sulla spiaggia per arrivare fino a Sandwinch Harbour ma ci fermiamo sul crinale di una duna per ammirare lo sconfinato deserto del Namib che arriva direttamente in mare. Sulla via del ritorno, ci fermiamo al riparo dal vento e in un attimo viene allestito un aperitivo con stuzzichini e bevande. Restiamo un’ora circa a mangiucchiare e osservare più da vicino il deserto e poi risaliamo a bordo delle jeep per l’ultima folle corsa sulle dune. Tutto considerato visto la spesa (1800 Nad a testa) forse questa escursione, soprattutto quella del mattino, non è da consigliare ma è stato comunque divertente giocare con le foche e i pellicani e cavalcare le dune con le jeep. Rientrati a Swakopmund andiamo direttamente a cena al ristorante Jetty 1905 (prenotato il giorno precedente) che si trova proprio in fondo al molo. Il ristorante è molto bello, moderno e un po’ più elegante rispetto al The Tug. Il personale gentilissimo ti mette a tuo agio e la vista dalle finestre è veramente fantastica. Prendiamo dei piatti diversi (pesce e pollo) veramente ottimi sempre accompagnati dal vino Sudafricano. La spesa anche in questo caso è nella media.
Sabato 24/06 – Swakopmund – Damaraland (280 km)
Partiamo abbastanza presto visto la strada che dobbiamo percorrere e arriviamo a Twyfelfontein nel primo pomeriggio. Il paesaggio è arido e montuoso e la prima visita la facciamo all’Organ Pipes, rocce dalla forma particolare che ricordano le canne di un organo, per poi dirigerci alle incisioni rupestri di Twyfelfontein (chiusura del sito ore 16) evitando le Burnt Mountain per mancanza di tempo. La visita è obbligatoriamente guidata e a noi capita, fortunatamente, Elizabeth una ragazza simpaticissima e molto preparata, che ci spiega con pazienza la storia dei Bushman, delle incisioni rupestri e la scoperta del sito archeologico. Terminata la visita, che è durata circa un’ora, andiamo direttamente al nostro lodge. Il Twyfelfontein Country Lodge, location fantastica, è formato dall’edificio principale e piccoli cottage a ridosso della montagna che ben si armonizzano con l’ambiente circostante. La cena a buffet viene servita sulla terrazza aperta del ristorante con una vista bellissima sulla vallata (wi-fi funzionante soltanto nel corpo principale).
Domenica 25/06 – Twyfelfontein – Opuwo (350 km)
Anche oggi partenza molto anticipata perché dobbiamo percorrere tanta strada ma soprattutto perché abbiamo un appuntamento alle 14 con la guida che ci porterà a visitare un villaggio Himba. Il paesaggio è molto bello e la strada ben tenuta nonostante sia sterrata e a differenza dei giorni scorsi ogni tanto ci imbattiamo in piccole mandrie di mucche e capre. Arriviamo a destinazione con un po’ di anticipo; il nostro lodge, Opuwo Country Lodge, si trova in cima a una collina un po’ distante dalla caotica cittadina ed è bellissimo. Il complesso è formato da coppie di appartamenti che hanno una vista spettacolare sulla valle. Le camere sono molto ampie e ben arredate il nostro letto enorme. Purtroppo capitiamo nel mezzo di un blackout e l’elettricità viene e va durante tutto il pomeriggio. Dopo pranzo ci rechiamo a l’appuntamento con Antonio, la nostra guida Himba, che ci accompagnerà al villaggio. E’ uso che i visitatori portino in dono al capo tribù una spesa di generi alimentari ma purtroppo è domenica e il supermercato che di solito viene usato è chiuso, così, invece che la spesa, portiamo i soldi… Arriviamo al villaggio che si trova a circa 20 km dalla città percorrendo una strada sterrata e piena di buche. Entriamo e ad attenderci ci sono solo i bambini e le donne (gli uomini sono al pascolo con le mucche) che sono impegnate nelle faccende quotidiane. Penso che questo villaggio non sia inserito nel “circuito” turistico perché è sporco, trasandato con tanta polvere e sporcizia ovunque. Restiamo per un po’, osservando la vita così poco occidentale di queste persone e ci colpisce il sorriso dei bambini che hanno poco ma che sembrano felici con quel poco che hanno. Dopo aver parlato con loro, osservato il rito della cura del corpo e aver comprato alcuni manufatti salutiamo e rientriamo in hotel. La cena alla carta è molto buona ed è sempre rigorosamente a base di carne.
Lunedì 26/06 – Opuwo/Epupa Falls (180 km)
Dopo la solita fermata al supermercato partiamo, direzione Epupa Falls al confine con l’Angola. Da qui il paesaggio cambia radicalmente ed iniziamo a trovare le prime montagne e soprattutto i primi alberi di baobabs (enormi e bellissimi). I colori che fino ad ora (Kalahari e Namib a parte) erano stati sempre molto chiari iniziano ad assumere tante tonalità di rosso e marrone. La strada, non bellissima, è spesso interrotta da piccoli ruscelli in secca e numerose mandrie di mucche e capre rallentano la nostra andatura. Arriviamo poco prima di pranzo al Omarunga Lodge & Campsite, bellissimo campeggio proprio sulle cascate. Le nostre sistemazioni sono dei piccoli bungalow, con la struttura di legno ma con le “pareti” in tessuto, immersi in un giardino di palme, fiori e ortaggi. Pranziamo sul terrazzino con vista fiume e poi nel pomeriggio andiamo a visitare le cascate che distano soltanto poche centinaia di metri. Faticosamente, complice il caldo che in questa zona si fa sentire, arriviamo alle cascate dove troviamo una mandria di mucche e capre e i loro pastori Himba che purtroppo non si fanno fotografare… Restiamo circa 1 ora ma la zona è ristretta e decidiamo di non allontanarci e quindi, dopo le foto di rito, rientriamo al campeggio e dedichiamo la giornata al dolce far niente a bordo piscina.
Martedì 27/06 – Epupa Falls/Etosha National Park Galton Gate (350 km)
Partiamo di buon ora visti i km da percorrere fermandoci a Opuwo per una sosta al supermercato e per fare benzina. Da Opuwo all’Etosha la strada è asfaltata e praticamente nuova quindi impieghiamo poco tempo a raggiungere l’entrata del parco. Passiamo attraverso il controllo animali dove la nostra macchina viene fermata e perquisita. Una volta effettuato anche il “bagnetto” ai pneumatici (ti fanno passare con l’auto in una pozza piena di acqua e non so cosa altro) ci rimettiamo in strada. Arriviamo al Galton Gate e dopo aver effettuato la registrazione e pagato l’ingresso ci dirigiamo verso il Dolomite Camp ….. è il nostro primo safari e siamo emozionati e impazienti di fare i primi avvistamenti e in effetti non dobbiamo aspettare molto. Subito dietro una curva troviamo un branco di zebre e springbok che stanno sonnecchiando sotto gli alberi ma ancora qualche chilometro ed ecco che avvistiamo un gruppo di giraffe. Impieghiamo un po’ di tempo per capire come funzionano le indicazioni nel parco e finalmente riusciamo a capire che le piccole piramidi che ogni tanto troviamo a bordo strada altro non sono che i cartelli con le indicazioni stradali e delle pozze… Passiamo ancora un paio d’ore in macchina e arriviamo nel pomeriggio al nostro lodge dove proprio accanto c’è una pozza con tantissimi animali che si stanno abbeverando. Il Dolomite Camp si trova su una collina in mezzo alla pianura ed è composto da strutture in legno e tessuto ed hanno un terrazzino con una vista magnifica, nel nostro caso, sul tramonto. La sistemazione è un po’ complicata in quanto devi attendere nel parcheggio che ti vengano a prendere con un piccolo furgoncino. Dopo di che ti portano alla reception dove, una volta consegnate le chiavi e ricevuto tutte le raccomandazioni del caso, devi attendere un facchino che ti accompagna sempre con il solito mezzo fino al bungalow. Per la cena, alla carta e a scelta tra due piatti, optiamo per una zuppa squisita e una bistecca di gnu… buonissima! (wi-fi libero ma mal funzionante e solo nelle zone comuni).
Mercoledì 28/06 Etosha
Anche oggi, dopo un’ottima colazione ci dedichiamo al safari. Muniti di mappa con le varie pozze del parco partiamo alla ricerca di animali che fortunatamente troviamo in abbondanza anche lungo le strade sterrate del parco. Tra i tanti animali avvistiamo anche parecchie varietà di uccelli e un serpente. Ma l’attore principale, quello che tutti cercano, lo troviamo inaspettatamente sotto un albero ad oziare… proprio lui il leone. Restiamo circa mezz’ora sperando che si alzi o almeno si muova… ma niente; così scoraggiati ripartiamo in direzione Okaukuejo. Arriviamo a metà pomeriggio presso il lodge Okaukuejo Rest Camp, niente di particolare, camere normali e personale veramente scortese, wi-fi a pagamento e, dopo aver penato un po’ per trovare la reception (l’hotel è in ristrutturazione), andiamo direttamente in camera. Lasciati i bagagli facciamo una passeggiata fino alla pozza del lodge che purtroppo è vuota e resterà vuota per tutta la sera. La cena, abbastanza buona, è a buffet con carne grigliata sul momento dal cuoco.
Giovedì 29/06 – Etosha
Continuiamo il safari e anche stamani iniziamo con le varie pozze dove troviamo: zebre, springbok, gnu, orici, impala, elefanti, giraffe e tante varietà di uccelli. Ci spostiamo un po’ nell’interno e imbocchiamo una strada minore e molto sconnessa ma questa deviazione ci regala un gruppo di giraffe che si nascondono nella vegetazione e si fanno avvicinare… bellissime! Rientriamo sulla strada principale e ci fermiamo a Salvadora (una delle tante pozze del parco) e qui troviamo un gruppo di giovani leonesse che stanno riposando nei cespugli. Tutto intorno ed in attesa che le “sue maestà” tolgano il disturbo ci sono tantissimi animali. Restiamo per circa 1 ora e poi ci dirigiamo verso in pan (depressione salina che solo per pochi giorni l’anno, durante la stagione delle piogge, si trasforma in un acquitrino). Il paesaggio è surreale: tanto bianco (da qui il nome Etosha che significa “grande luogo bianco”), in contrasto con l’azzurro del cielo ti toglie il respiro e il silenzio è veramente assordante. Siamo ormai a metà pomeriggio e ci dirigiamo verso l’ultimo lodge del nostro safari: l’Halali Resort. Le recensioni sono pessime e ci aspettiamo chissà cosa ma con nostra sorpresa l’hotel è ben tenuto e le camere ampie e abbastanza pulite, il personale gentile e disponibile (wi-fi a pagamento). Per andare alla pozza annessa al lodge dobbiamo prendere la macchina. Questa piccola pozza ha delle sedute in pietra tipo anfiteatro che ti permettono di restare ad osservare gli animali che vanno ad abbeverarsi. Abbiamo molta fortuna perché ad aspettarci troviamo un rinoceronte bianco ed un magnifico tramonto. La cena ottima viene servita alla carta.
Venerdì 30/06 – Etosha – Okonjima Africat (250 km)
Partiamo come al solito al mattino presto e, percorso l’ultimo tratto di strada all’interno del parco, dove ci attardiamo per un ultimo safari, usciamo in direzione Okonjima. Percorriamo tranquillamente la strada che è asfaltata e arriviamo per l’ora di pranzo. Dopo essere entrati all’interno di questo parco da due cancelli in successione, ci dirigiamo presso il nostro lodge Okonjima Plains Camp. La struttura è molto bella, tutta in legno con ampie vetrate che hanno una vista spettacolare sulla pianura circostante. Il personale, gentilissimo, ci attende all’ingresso con un cocktail di benvenuto e dopo averci illustrato tutte le attività che propongono decidiamo di partecipare al trekking con il giaguaro. Andiamo alle nostre camere che sono formate da singoli cottage con una vista fantastica per lasciare i bagagli e, dopo un piccolo spuntino, partiamo con destinazione “alla ricerca del giaguaro”. Girovaghiamo per il parco veramente bello, ricco di vegetazione e caratterizzato da una intesa terra rossa. Siamo accompagnati da una guida molto preparata che con pazienza (dato che il nostro inglese è pessimo) ci racconta la storia del parco e dell’Africat Foundation (organizzazione no profit impegnata nella conservazione dei grandi carnivori della Namibia in particolare dei ghepardi e leopardi). Vediamo i soliti orici, springbok, facoceri, gnu, struzzi, scoiattoli, kudu e finalmente riusciamo a trovare le tracce del giaguaro (i giaguari in questa zona sono tutti monitorati da un collare per garantirne il recupero e la vita). Scendiamo dal camioncino e a piedi percorriamo l’ultimo tratto che ci porterà proprio a 1 metro da un giaguaro che sta sonnecchiando. Restiamo per un po’, dopo di che ci fermiamo per l’aperitivo al tramonto. Rientriamo in hotel che è già notte ed è molto freddo ma la guida risolve il problema fornendoci un’utilissima coperta. La cena è alla carta e veramente ottima ed anche in questo lodge sono molto attenti alle mie intolleranze; assaggiamo per la prima volta il kudu sempre accompagnato dall’ottimo e irrinunciabile vino Sudafricano.
Sabato 01/07 – Okonjima – Windhoek
Purtroppo siamo arrivati alla fine della vacanza. Partiamo al mattino direzione Windhoek e lungo il tragitto ci fermiamo, come consigliato dalla referente dell’agenzia, al mercato artigianale di Okahandjia. Entriamo nel mercato e veniamo letteralmente “assaliti” dai vari venditori. Dopo alcune estenuanti trattative e definitivamente alleggeriti dei pochi Nad rimasti ci rimettiamo in strada e arriviamo a Windhoek, per la riconsegna della macchina, all’ora di pranzo. Ad aspettarci troviamo l’autista che ci porta in aeroporto.
Concludendo, ammetto che la Namibia ha confermato quanto di bello avevo visto durante tutte le mie ricerche; dai colori intensi e caldi del deserto del Kalahari e del Namib, alle strade che sembrano non aver mai fine, alle aspre coste dell’oceano alla vera Africa che riesci a vedere solo al Nord ma soprattutto al bellissimo parco de l’Etosha dove i numerosi animali sono protagonisti. E’ proprio una terra dai tanti contrasti! Consiglio di noleggiare una double car 4×4 (utilissimo il doppio serbatoio e la doppia ruota di scorta) oppure una jeep sempre 4×4. Secondo me, è molto più complicato viaggiare con una berlina perché le strade nella maggior parte del viaggio sono sterrate e per alcuni tratti sconnesse. L’agenzia di viaggi è stata professionale, attenta ad ogni nostra necessità, sempre presente in qualsiasi momento del viaggio, chiamandoci spesso per sapere come andava e se avevamo problemi. Ci ha proposto un percorso fattibile e per i nostri pernottamenti, strutture veramente molto belle. Quindi un grazie particolare alla referente dell’agenzia nella speranza di riuscire a ritornare un giorno, magari in Botswana, con il 4 membro della compagnia che purtroppo non è potuto essere con noi in questo fantastico viaggio!